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Transcript:

Gli effetti della crisi sul lavoro in Italia Il primo semestre 2013 (a cura dell osservatorio sul mercato del lavoro Associazione Bruno Trentin Isf Ires) Ottobre 2013 Sommario Premessa...2 Il primo semestre 2013 (dati grezzi)...2 1. La disoccupazione...2 2. L area della sofferenza occupazionale...3 3. Il disagio di chi lavora...4 4. Disagio e sofferenza nel mercato del lavoro: una stima al I semestre 2013...6 1

Premessa L Associazione Bruno Trentin, nel quadro delle attività di monitoraggio del mercato del lavoro, offre una lettura periodica delle statistiche ufficiali su disoccupazione e inattività. Il presente rapporto di ricerca aggiorna al primo semestre 2013 (gennaio-giugno, dati non destagionalizzati) le statistiche sulla sofferenza e sul disagio in ambito lavorativo: si tratta della media dei primi due trimestri dell anno, entrambi caratterizzati dalla diminuzione tendenziale del numero degli occupati, anche quelli a termine, e dall aumento marcato dei disoccupati. Nel secondo trimestre, a differenza del primo, si arresta la crescita dell occupazione straniera e aumenta su base annua il numero degli inattivi, incremento che interessa soprattutto i giovani under 35. Il primo semestre 2013 (dati grezzi) 1. La disoccupazione Nel primo semestre 2013 il numero delle persone in cerca di occupazione (3 milioni 176 mila) segna un nuovo considerevole incremento tendenziale (+15.3% rispetto al primo semestre 2012, pari a +423 mila unità). L aumento della disoccupazione riguarda, in sei casi su dieci, le persone con almeno 35 anni di età (+259 mila rispetto al primo semestre 2012) e, in misura assai più marcata, le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (disoccupati di lungo periodo): l incidenza della disoccupazione di lunga durata si attesta sopra il 55% 1. Nel primo semestre 2013 il tasso di disoccupazione è al 12.4% (era al 10.7% nel primo semestre 2012). Quello maschile raggiunge l 11.7%, quello femminile sale al 13.4%. La crescita tendenziale del tasso di disoccupazione interessa le tre grandi ripartizioni territoriali: nel l indicatore passa dal 7.5% all 8.6%, nel Centro dal 9.2% all 11.0%; nel Mezzogiorno dal 17.4% al 19.9%. Tavola 1. Tasso di disoccupazione primo semestre 2013 e variazioni tendenziali Ripartizioni geografiche Maschi e femmine Valori percentuali Maschi Femmine Variazioni in punti percentuali Maschi e femmine su I semestre 2012 Maschi Femmine Totale 12.4 11.7 13.4 1.7 1.8 1.6 8.6 7.9 9.6 1.1 1.2 1.1 Centro 11.0 9.8 12.6 1.8 1.9 1.7 Mezzogiorno 19.9 19.0 21.6 2.5 2.7 2.3 Fonte:elaborazioni ABT su dati Istat 1 L evoluzione del mercato del lavoro italiano suggerisce che parte dell aumento del tasso di disoccupazione sia di carattere strutturale. Vi è il rischio che molti di coloro che sono stati espulsi dal mercato, o non sono neanche riusciti ad entrarvi, restino a lungo fuori dal processo produttivo. Il deterioramento del capitale umano legato alla persistenza ai margini del mercato determina una grave perdita per il lavoratore e per la società nel complesso. Cnel, Rapporto sul Mercato del Lavoro 2012-2013 2

Il tasso di disoccupazione dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni lambisce il 40% (+4.7 punti rispetto al primo semestre 2012). L aumento tendenziale è particolarmente accentuato nelle regioni dell Italia centrale (+6.2 punti) mentre nel Mezzogiorno dove il tasso di disoccupazione giovanile ha ormai raggiunto valori eccezionali (51.2%) - è di +3.8 punti. 2. L area della sofferenza occupazionale Le persone in cerca di un impiego rappresentano la parte debole della popolazione attiva (occupati + disoccupati) ma non esauriscono l universo degli esclusi dal mondo del lavoro. In Italia, diversamente da tutti gli altri grandi Paesi europei, il tasso di inattività (quota percentuale di persone di 15-64 anni che non lavorano e non cercano attivamente un impiego) è straordinariamente elevato (nonostante nel 2012 e fino a tutto il primo trimestre 2013 sia sensibilmente diminuito) e spiega perché, a fronte di un tasso di occupazione molto basso (agli ultimi posti in Europa), il tasso di disoccupazione benché in forte ascesa - sia ancora nella media europea: calcolato considerando i disoccupati formalmente riconosciuti 2 in rapporto alla popolazione attiva, il tasso di disoccupazione, infatti, non misura la platea di chi vorrebbe lavorare. Nel tentativo di rappresentarla nelle sue dimensioni reali, abbiamo quindi definito l area della sofferenza occupazionale (ASO) considerando all interno della popolazione in età da lavoro (15-64 anni) 3, i disoccupati (impegnati in azioni di ricerca attiva), gli scoraggiati disponibili a lavorare 4 e gli occupati in cassa integrazione guadagni (che hanno lavorato meno o non hanno lavorato affatto nella settimana di riferimento perché in cassa integrazione 5 ). Considerando i primi semestri, nell arco degli ultimi sette anni l ASO registra una contrazione soltanto nel 2011; nei due anni successivi torna a crescere a ritmi sostenuti soprattutto per l aumento dei disoccupati - e nel primo semestre 2013 l area della sofferenza conta circa 4 milioni e 860 mila persone 6, con un incremento tendenziale (rispetto al primo semestre 2012) di +522 mila unità (+12.0%). Complessivamente l aumento rispetto al primo semestre 2007 è del 90.8%, equivalente a poco più di 2 milioni e 312 mila unità. Il peso dei disoccupati all interno dell area è crescente negli ultimi due anni (nel primo semestre 2013 essi rappresentano il 65% dell area della sofferenza) ma - a fronte del notevole aumento registrato - non diminuisce il numero delle persone che rinuncia a cercare un impiego perché convinte di non trovarlo. 2 hanno effettuato almeno un azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive oppure inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l inizio del lavoro (Istat, nota metodologica). 3 Diversamente dalle analisi presentate in precedenti rapporti di ricerca, l area della sofferenza è ritagliata all interno della popolazione in età da lavoro (15-64 anni); non sono quindi considerati nell area della sofferenza i disoccupati e gli occupati in cassa integrazione over 64, un numero complessivamente contenuto in poche migliaia e trascurabile in questa sede. 4 Consideriamo scoraggiati indisponibili coloro che non cercano lavoro perché ritengono di non trovarlo e non sono immediatamente disponibili a lavorare. Tutti gli altri scoraggiati sono considerati disponibili ed entrano nell area della sofferenza. 5 Non sono considerati i soggetti in cassa integrazione per più di 3 mesi e trattamento economico sotto il 50% della retribuzione percepita prima della sospensione dell attività lavorativa (essi, diversamente dagli altri cassaintegrati, non sono considerati formalmente occupati). 6 Ricordiamo che i dati riportati sono non destagionalizzati 3

Nella fotografia dell area della sofferenza nel primo semestre 2013 (tavola 2 in appendice) gli uomini pesano di più tra i disoccupati e nel segmento della cassa integrazione mentre le donne sono larga maggioranza nella platea degli scoraggiati (64%). I giovani under 34 rappresentano il 43% dell area (sono il 50% dei disoccupati), peraltro connotata da chi ha solo la licenza media (sono il 51% del totale, il 63% degli scoraggiati); gli stranieri pesano complessivamente per circa il 14% mentre i residenti nel Mezzogiorno coprono più della metà dell aggregato (51% circa) e quasi il 70% degli scoraggiati. Area della sofferenza occupazionale (15-64 anni) dati al primo semestre di ogni anno - valori in migliaia 3. Il disagio di chi lavora Presentiamo di seguito una misura della consistenza dell area del disagio occupazionale, l insieme dei dipendenti temporanei e dei collaboratori di 15-64 anni 5 che riferiscono di lavorare a tempo determinato perché non hanno trovato un impiego a tempo indeterminato (lavoro temporaneo involontario) e degli occupati (dipendenti e autonomi) che svolgono un lavoro a tempo parziale perché non hanno trovato un lavoro a tempo pieno (part-time involontario). Alimentata soprattutto dal part-time involontario (la cui progressione non conosce pause dal 2007), l area del disagio è crescente dal 2009: nel primo semestre 2013 la sua consistenza è stimata in poco meno di 4 milioni e 200 mila unità, con un aumento del 2.8% su base annua (+116 mila persone) e del 32.9% rispetto allo stesso semestre del 2007 (pari a un incremento complessivo che supera il milione di unità). Il contributo del lavoro temporaneo involontario è relativamente stabile: mai meno di 2 milioni e 200 mila lavoratori negli ultimi sette anni, in flessione nelle fasi iniziali di forte contrazione della domanda, come nel 4

primo semestre 2009 e nel primo semestre dell anno corrente (i lavoratori precari sono i primi a cadere quando le aziende riducono l input di lavoro 7 ). Per altro verso, il ricorso al tempo parziale in sensibile aumento- può risultare utile strumento di salvaguardia del posto di lavoro (insieme alla cassa integrazione guadagni), a condizione che la ripresa sia prossima a venire. E evidente infatti- che il protrarsi della crisi trova oggi spazi di assorbimento estremamente ridotti: scadono i termini della cassa integrazione, mancano i soldi per finanziarla, la riduzione ulteriore delle ore lavorate per occupato rappresenta un opzione via via meno praticabile. 8 Non facciamo riferimento, in questa sede, al disagio che deriva al lavoratore da retribuzioni modeste, spesso del tutto insufficienti a garantire condizioni di vita dignitose (il fenomeno in rapida ascesa dei cosiddetti working poor) ampiamente presente in quest area. L area del disagio e le sue componenti (15-64 anni) dati al primo semestre di ogni anno valori in migliaia 7 Il numero di collaboratori a progetto nel primo semestre di quest anno è in flessione. Già alla fine del 2012 il numero di nuovi contratti di collaborazione (ricavati dalla Comunicazioni Obbligatorie) risultava in diminuzione: È presto per affermare che un simile andamento sia riconducibile alle condizioni più stringenti poste dalla Riforma Fornero per l utilizzo di questi contratti, in quanto gli andamenti in corso potrebbero anche essere dominati dalla congiuntura sfavorevole che stiamo vivendo. Cnel, Rapporto sul Mercato del Lavoro 2012-2013 8 È una ragione in più per temere che la recessione in corso possa avere conseguenze occupazionali significative. Del resto, la parziale ripresa osservata fra la metà del 2009 e la metà del 2011 ha portato solo un leggero aumento delle ore lavorate in presenza di livelli occupazionali stabili. Questo comportamento è coerente con la presenza di occupazione sottoutilizzata nelle imprese. Se nel 2008-2009 i margini delle imprese avevano assorbito parte degli occupati in eccesso formatisi con la crisi, oggi è possibile che non vi sia un altra fase di labour hoarding, considerando fra l altro che non vi sono attese di un recupero veloce dei livelli produttivi Cnel, Rapporto sul Mercato del Lavoro 2011-2012. 5

Nel primo semestre 2013 le donne rappresentano quasi il 60% dell area del disagio (tavola 3), in particolare per la prevalenza femminile nel part-time involontario (72%). Pure significative - relativamente più elevate che nella popolazione in età da lavoro sono la quota di giovani under 34 (43%), le percentuali di diplomati e laureati, nonché quella degli stranieri (18.5%), in particolare nel part-time involontario (rappresentano quasi il 25% di quel segmento). 4. Disagio e sofferenza nel mercato del lavoro: una stima al I semestre 2013 L obiettivo in questa sede è proporre una stima complessiva del numero di persone under 65 costrette ai margini del mondo del lavoro (area della sofferenza) oppure intrappolate (perché l orizzonte temporale del rapporto di lavoro è limitato oppure perché il lavoro è a tempo parziale) in forme di occupazione diverse da quelle auspicate (area del disagio). Sofferenza e disagio (15-64 anni) dati al primo semestre di ogni anno valori in migliaia Complessivamente l area della sofferenza e quella del disagio contavano nel I semestre 2013 poco più di 9 milioni di persone in età da lavoro: solo negli ultimi 12 mesi hanno registrato insieme un incremento del 7.6% (equivalente a +638 mila unità) mentre rispetto al I semestre 2007 l aumento stimato è del 58.7% (pari a circa +3 milioni e 350 mila persone). 6

APPENDICE Tavola 2. COMPOSIZIONE DELL'AREA DELLA SOFFERENZA (15-64 anni - PRIMO SEMESTRE 2013) GENERE (%) ETA' (%) TITOLO (%) CITTADINANZA (%) RIPARTIZIONE (%) migliaia Maschio Femmina 15-34 35-49 50 e + Fino a licenza media Diploma di scuola superiore o assimilati Titolo universitario o assimilati italiano UE NON UE ovest est Centro Sud Isole Disoccupati 3167 54.6 45.4 50.2 36.0 13.8 45.9 43.2 10.8 83.8 5.0 11.2 21.4 13.6 18.5 31.2 15.3 Scoraggiati 1362 36.0 64.0 31.6 41.5 26.9 62.7 33.5 3.8 90.0 3.0 7.0 12.1 7.4 11.0 46.4 23.1 Occupati in cassa integrazione 330 72.2 27.8 16.0 55.2 28.8 51.2 43.4 5.3 88.9 3.4 7.7 33.1 23.6 21.6 17.1 4.6 Totale 4859 50.6 49.4 42.7 38.8 18.5 51.0 40.5 8.5 85.9 4.3 9.8 19.6 12.6 16.6 34.5 16.8 Tavola 3. COMPOSIZIONE DELL'AREA DEL DISAGIO (15-64 anni - PRIMO SEMESTRE 2013) migliaia GENERE (%) ETA' (%) TITOLO (%) CITTADINANZA (%) RIPARTIZIONE (%) Maschio Femmina 15-34 35-49 50 e + Fino a licenza media Diploma di scuola superiore o assimilati Titolo universitario o assimilati italiano UE NON UE ovest est Centro Sud Isole Dipendenti a t.d. o collaboratori che non hanno 2442 49.3 50.7 51.8 35.9 12.3 32.1 45.4 22.6 86.1 5.5 8.4 24.2 22.2 21.2 22.2 10.2 trovato un lavoro a t.i. Part-time involontario 1749 28.0 72.0 30.5 47.1 22.3 40.6 46.8 12.6 75.1 7.6 17.3 30.1 16.9 22.5 18.6 11.8 Totale 4192 40.4 59.6 42.9 40.6 16.5 35.6 45.9 18.4 81.5 6.4 12.1 26.6 20.0 21.8 20.7 10.9 7