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LA GESTIONE DEI RISCHI OPERATIVI E DEGLI ALTRI RISCHI La rappresentazione dei rischi operativi nell informativa di bilancio degli intermediari finanziari Alberto Balestreri 26 giugno 2012 - Milano S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO

Patrimonio di vigilanza e requisiti patrimoniali Una sintesi operativa S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO

Al 31 dicembre 2011 i primi 8 gruppi bancari italiani presentavano i seguenti Capital Ratios: www.studiobalestreri.it 3 3

I requisiti patrimoniali Il patrimonio rappresenta il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria. Un livello di patrimonializzazione adeguato consente al banchiere di esprimere, con i necessari margini di autonomia, la propria vocazione imprenditoriale e di preservare la stabilità della banca. Il patrimonio, inoltre, costituisce il principale parametro di riferimento per le valutazioni dellʹautorità di vigilanza in merito alla solidità delle banche. Su di esso sono fondati i più importanti strumenti di vigilanza prudenziale (requisiti patrimoniali e regole sulla concentrazione dei rischi). Alle dimensioni patrimoniali è connessa altresì lʹoperatività delle banche in diversi comparti. www.studiobalestreri.it 4 4

Come si misura l adeguatezza patrimoniale? L adeguatezza del livello di patrimonializzazione di una banca (o di un gruppo bancario) viene determinata seguendo il seguente percorso logico: a) viene determinata l entità del patrimonio di vigilanza (Total capital), che si compone principalmente del patrimonio di base (Tier 1) e del patrimonio supplementare (Tier 2); b) vengono determinati i cd. requisiti patrimoniali sulla base delle correlate attività di rischio ponderate misurando il rischio di credito, di controparte, di mercato ed operativo; c) si rapporta il patrimonio di vigilanza alle attività di rischio ponderate, imponendo un limite minimo pari all 8%. www.studiobalestreri.it 5 5

Patrimonio di vigilanza Il patrimonio di vigilanza è costituito dal patrimonio di base più il patrimonio supplementare, al netto delle relative deduzioni. In particolare, il patrimonio di vigilanza è costituito dalla somma algebrica di una serie di elementi positivi e negativi che, in relazione alla qualità patrimoniale riconosciuta a ciascuno di essi, possono entrare nel calcolo con alcune limitazioni. Gli elementi positivi che costituiscono il patrimonio devono essere nella piena disponibilità della banca, in modo da poter essere utilizzati senza limitazioni per la copertura dei rischi e delle perdite aziendali. Tali elementi devono essere stabili e il relativo importo è depurato degli eventuali oneri di natura fiscale. www.studiobalestreri.it 6 6

Come è stato strutturato il patrimonio di vigilanza? www.studiobalestreri.it 7 7

In particolare il patrimonio di vigilanza è costituito dalla somma del patrimonio di base ammesso nel calcolo senza alcuna limitazione e del patrimonio supplementare, che viene ammesso nel limite massimo del patrimonio di base. Da tali aggregati vengono dedotti le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate, detenuti in altre banche e società finanziarie. Vengono altresì dedotte le partecipazioni in società di assicurazione e le passività subordinate emesse dalle medesime società, nonché ulteriori elementi connessi con il calcolo dei requisiti patrimoniali. Vi sono anche elementi patrimoniali di 3 livello, che possono essere utilizzati solo a copertura dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato. Il patrimonio di vigilanza va calcolato con periodicità trimestrale. Il patrimonio di vigilanza riferito al mese di dicembre di ciascun anno è calcolato secondo i criteri del bilancio di esercizio, anche se questo non sia stato ancora approvato. www.studiobalestreri.it 8 8

Quali relazioni esistono tra patrimonio di vigilanza e patrimonio netto contabile? www.studiobalestreri.it 9 9

Bilancio Dati ed informazioni concernenti il patrimonio 1. Prospetto delle variazioni del patrimonio netto 2. Parte F della nota integrativa individuale Informazioni sul patrimonio e della nota integrativa consolidata Informazioni sul patrimonio consolidato. Nella parte F della nota integrativa vengono illustrati gli obiettivi perseguiti nonché le politiche e i processi adottati nella gestione del patrimonio. Tale informativa deve includere: a) la nozione di patrimonio utilizzata dalla banca; b) le modalità con cui la banca persegue i propri obiettivi di gestione del patrimonio; c) la natura dei requisiti patrimoniali esterni minimi obbligatori e come del loro rispetto si tenga conto nelle procedure interne di gestione del patrimonio; d) ogni cambiamento nell informativa di cui ai punti da a) a c) rispetto al precedente esercizio. Nel caso in cui la banca non rispetti i requisiti patrimoniali esterni minimi obbligatori, occorre descrivere le conseguenze di tale mancato rispetto. www.studiobalestreri.it 10 10

Bilancio Dati e informazioni concernenti i rischi Nella Parte E della nota integrativa sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla banca, l operatività in strumenti finanziari derivati: a) rischio di credito; b) rischi di mercato: di tasso di interesse di prezzo di cambio c) rischio di liquidità; d) rischi operativi. Per molti intermediari è inoltre disponibile l informativa sul Terzo Pilastro di Basilea2. www.studiobalestreri.it 11 11

L analisi dei Rischi Operativi nei bilanci consolidati dei primi 8 gruppi bancari italiani relativi al 2011 Una classe di rischi sempre più importante S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO

Definizione Il rischio operativo è definibile come il rischio di perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non quelli strategico e di reputazione. www.studiobalestreri.it 13 13

Contenuto del requisito patrimoniale La regolamentazione prevede un requisito patrimoniale specifico a fronte del rischio operativo con l obiettivo di: a) fronteggiare l accresciuta esposizione delle banche a tale tipologia di rischio; b) evitare forme di disparità competitiva tra intermediari specializzati in diversi ambiti di operatività; c) accrescere i presidi gestionali e di controllo degli intermediari. www.studiobalestreri.it 14 14

Requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo Sono previsti tre metodi per la determinazione del requisito. Nel metodo Base (Basic Indicator Approach, BIA) esso è calcolato applicando un unico coefficiente regolamentare (15%) all indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione. Nel metodo Standardizzato, sono previsti coefficienti regolamentari, distinti per ciascuna delle otto linee di business in cui è suddivisa l attività aziendale, da applicare ai rispettivi margini di intermediazione Nei metodi Avanzati (Advanced Measurement Approach, AMA), l ammontare del requisito è determinato attraverso modelli di calcolo basati su dati di perdita operativa ed altri elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca. www.studiobalestreri.it 15 15

Le otto linee di business del metodo standardizzato www.studiobalestreri.it 16 16

Come vengono determinati i requisiti a fronte dei rischi operativi? www.studiobalestreri.it 17 17

Quanto incidono i rischi operativi sul totale dei requisiti? www.studiobalestreri.it 18 18

Quanto incidono i rischi operativi sul patrimonio di vigilanza? www.studiobalestreri.it 19 19

Quanto incidono i requisiti per i rischi operativi sul margine di intermediazione 2011? www.studiobalestreri.it 20 20

Unicredit Group al 31 dicembre 2011 (distribuzione delle perdite operative) www.studiobalestreri.it 21 21

Unicredit Group al 31 dicembre 2011 www.studiobalestreri.it 22 22

Intesa Sanpaolo al 31 dicembre 2011 www.studiobalestreri.it 23 23

Intesa Sanpaolo al 31 dicembre 2011 www.studiobalestreri.it 24 24

MPS Group al 31 dicembre 2011 (distribuzione delle perdite operative) www.studiobalestreri.it 25 25

Gruppo BPER al 31 dicembre 2011 (frequenza eventi di perdita) www.studiobalestreri.it 26 26

Gruppo BPER al 31 dicembre 2011 (perdite effettive) www.studiobalestreri.it 27 27

Gruppo BPM al 31 dicembre 2011 www.studiobalestreri.it 28 28

In sintesi 1. Molteplicità degli schemi di rappresentazione di dati ed informazioni connesse ai rischi operativi; 2. Differenza anche marcate tra la struttura degli eventi di perdita; 3. Importanza delle gestione delle relazioni con la clientela e dei processi interni; 4. Frodi interne quale area emergente; 5. Rilevanza dei metodi AMA solo per i primi due gruppi e per un gruppo internazionale. www.studiobalestreri.it 29 29

Ma quale è il portafoglio dei requisiti patrimoniali? www.studiobalestreri.it 30 30

Gli altri rischi: rischio di credito, di controparte e di mercato Verso Basilea III S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO

Rischio di credito Il rischio di credito è dato dall insieme dei rischi di perdita per inadempimento dei debitori. Per il rischio di credito sono previsti due metodi di calcolo del requisito patrimoniale: a) il metodo Standardizzato, evoluzione del sistema derivante dall Accordo sul Capitale del 1988 (cd. Basilea 1); b) il metodo dei rating interni (Internal Rating Based, IRB), a sua volta suddiviso in un IRB di base e un IRB avanzato. L applicazione dei metodi IRB ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali è subordinato all autorizzazione dell Autorità di vigilanza. Le banche mantengono costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione al rischio di credito, un ammontare del patrimonio di vigilanza pari ad almeno l 8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio. www.studiobalestreri.it 32 32

Rischio di controparte? Il rischio che la controparte di una transazione avente a oggetto strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della stessa può considerarsi una particolare fattispecie del rischio di credito. La disciplina si incentra sulle regole per la quantificazione del valore delle esposizioni, mentre rinvia a quella del rischio di credito per l indicazione dei fattori di ponderazione. E previsto un trattamento uniforme del rischio di controparte indipendentemente dal portafoglio di allocazione delle posizioni (bancario o di negoziazione a fini di vigilanza). Gli intermediari possono scegliere tra il metodo del valore corrente, quello standardizzato e, previa autorizzazione dell Autorità di vigilanza, quello dei modelli interni di tipo EPE (Exptected Positive Exposure) per il quale sono previsti specifici requisiti organizzativi. E ammesso, ai fini della riduzione del valore delle esposizioni, il riconoscimento di vari tipi di compensazione contrattuale, subordinatamente al rispetto dei requisiti stabiliti dalla normativa. www.studiobalestreri.it 33 33

Il rischio di credito: valori www.studiobalestreri.it 34 34

Il rischio di credito: impatto delle ponderazioni www.studiobalestreri.it 35 35

Requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito e di controparte Il requisito patrimoniale individuale a fronte dei rischi di credito e di controparte è pari allʹ8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio, determinate secondo le modalità previste dalle specifiche discipline. Il requisito patrimoniale consolidato a fronte dei rischi di credito e di controparte è pari allʹ8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio, determinate secondo le modalità previste dalle specifiche discipline. Tale requisito è dato dalla somma dei requisiti patrimoniali individuali delle entità rientranti nell area di consolidamento, previa elisione dei rapporti infragruppo. www.studiobalestreri.it 36 36

Il rischio di credito: incidenza dei requisiti www.studiobalestreri.it 37 37

Rating interni La principale novità per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è rappresentata dall introduzione dei metodi IRB, in cui le ponderazioni di rischio sono funzione delle valutazioni che le banche effettuano internamente sui debitori (o, in taluni casi, sulle operazioni). Nell approccio avanzato la banca calcola un maggior numero di parametri di rischio. La disciplina di vigilanza: a) fornisce le nozioni e i criteri essenziali a cui gli intermediari devono attenersi nell elaborazione dei sistemi di rating (componenti di rischio, default, classi di attività, regole di ponderazione); b) detta i requisiti organizzativi e quantitativi che gli intermediari devono rispettare per il riconoscimento dei metodi a fini prudenziali, e precisamente: b1) relativamente ai requisiti organizzativi rilevano le regole sull organizzazione e sui controlli, la convalida interna del sistema di rating, le caratteristiche dei sistemi di rating (es. replicabilità, integrità, univocità), il loro utilizzo nella gestione aziendale (use test), i sistemi informativi e il flusso di dati. b2) i principali requisiti quantitativi attengono alla struttura dei sistemi di rating, alla determinazione dei parametri di rischio, alle prove di stress, all utilizzo di modelli di fornitori esterni. www.studiobalestreri.it 38 38

Il rischio di credito: metodo Standardizzato www.studiobalestreri.it 39 39

Il rischio di credito: metodi IRB www.studiobalestreri.it 40 40

Il rischio di credito: A) IRB di Base www.studiobalestreri.it 41 41

Il rischio di credito: B) IRB Avanzato www.studiobalestreri.it 42 42

Rischi di mercato: contenuto del requisito patrimoniale Con riferimento ai rischi di mercato, il requisito patrimoniale è volto a fronteggiare le perdite che possono derivare dall operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Essi possono essere determinati seguendo una metodologia standard oppure basata su modelli interni, subordinatamente al rispetto di requisiti organizzativi e quantitativi e previa autorizzazione dell Autorità di vigilanza. La normativa identifica e disciplina il trattamento delle varie tipologie di rischio con riferimento: a) al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza (rischi di posizione, regolamento e concentrazione); b) all intero bilancio della banca (rischio di cambio e di posizione su merci). www.studiobalestreri.it 43 43

Metodi per la determinazione del requisito patrimoniale La metodologia standardizzata adotta un approccio a building block per il calcolo del requisito. I modelli interni si basano sul controllo quotidiano dell esposizione al rischio, calcolata attraverso un approccio fondato su procedure statistiche (approccio del valore a rischio ), da integrare con altre forme di misurazione e controllo dei rischi. I più significativi cambiamenti introdotti da Basilea 2 nella regolamentazione del rischio di mercato attengono: all individuazione di puntuali requisiti organizzativi per gestire il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza; all affinamento delle metodologie per il calcolo dei requisiti patrimoniali; al trattamento del rischio di regolamento, nell ambito del quale si incentiva l adozione di modalità di regolamento contestuale delle operazioni. www.studiobalestreri.it 44 44

Rischio di mercato: modalità di determinazione dei requisiti www.studiobalestreri.it 45 45

Requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato La determinazione dei requisiti patrimoniali avviene in via diretta, senza cioè transitare per la determinazione di uno specifico volume di attività ponderate per il rischio. Il requisito patrimoniale individuale è pari alla somma di quelli calcolati singolarmente per i rischi di posizione, di regolamento, di concentrazione, di cambio e di posizione su merci. Il requisito patrimoniale consolidato per i rischi di posizione, regolamento, concentrazione, cambio e posizione su merci è pari alla somma dei requisiti su base individuale delle banche, delle imprese di investimento e delle società finanziarie rientranti nell area di consolidamento, determinata senza procedere allʹelisione dei rapporti infragruppo. www.studiobalestreri.it 46 46

Il rischio di mercato www.studiobalestreri.it 47 47

Quote di inserimento: patrimonio di vigilanza & requisiti www.studiobalestreri.it 48 48