COMUNE DI MONTALCINO

Documenti analoghi
INDICE. 1 CARTA DELLA PERICOLOSITA IDRAULICA E DELLA SALVAGUARDIA Pag. 2

PIANO ATTUATIVO AREA TR03a L.R. 03/01/2005 N. 01 art.69

COMUNE DI SASSETTA Provincia di Livorno Relazione. Marzo 2008

Comune di Tavernerio (CO)

COMUNE DI CASOLE D'ELSA

Marzo. rato G. elabo. Il sindaco. Bonifazi. Emilio. Moreno Canuti. De Bianchi. Marco. Rossana Chionsini. Spartaco Betti. Gianfranco Gorelli

PIANO DI RECUPERO DEL CENTRO STORICO DI BETTOLLE (SI) CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITÀ E FATTIBILITÀ N. 53/R BETTOLLE (SI) COMUNE DI SINALUNGA

Comune di Ferentillo

Spinello in Comune di Santa Sofia

In relazione alle condizioni di rischio riscontrate sono state individuate tre sottoclassi. - 3a

RELAZIONE GEOLOGICA Giugno 2015

COMUNE DI SANTA CROCE SULL ARNO (Provincia di Pisa)

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO

PERICOLOSITA' IDRAULICA

AREA DI VARIANTE 19 : BRENTINE

Piano Particolareggiato del Centro Storico

RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA All. 1. Variante semplificata

Normativa e funzioni regionali in materia di difesa del suolo

METODO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA FRANA E NORME DI ATTUAZIONE DEL PAI

STATO ATTUALE. SCHEDA DI FATTIBILITA n : 39 Tavola di fattibilità 9 in scala 1: UTILIZZAZIONI COMPATIBILI: Zona omogenea B2 residenziale

CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3. CLASSE 3d

ZS2b COMPARINI 1 UTOE 10

Proposta su: CONTENUTI MINIMI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA, DELLA MODELLAZIONE GEOTECNICA E DELLA RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA

I VINCOLI AMBIENTALI, ARCHITETTONICI, PAESAGGISTICI E ARCHEOLOGICI

PREMESSA...pag OGGETTO DELLA VARIANTE... pag ELABORATI GRAFICI PRODOTTI... pag INQUADRAMENTO AMBIENTALE... pag.

ADOZIONE. Variante al Piano Strutturale per l'adeguamento del quadro conoscitivo alle direttive del D.P.G.R. 53/r/2011 e al P.G.R.A.

COMUNE DI BARGA (LU)

Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza

Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI)

RELAZIONE SULLA PERICOLOSITA' IDRAULICA

... DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S.... SCHEDA NORMA BC 4.3 STATO DI VARIANTE

COMUNE DI CORTONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Variante al Piano di Recupero n 401/ Demolizione e

Dott. Geol. Guglielmo Braccesi. Studio Geologico Dott. Geol. Guglielmo Braccesi

8.1 AREA PR VIA PISANA UTOE 8

COMUNE DI SCANDICCI Provincia di Firenze

INQUADRAMENTO GEOLOGICO LOCALE... 2 IDROGRAFIA... 3 PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE COMUNALE... 3 ANALISI CARTOGRAFICA DA P.A.I...

NORME GEOLOGICHE DI PIANO

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

COMUNE DI CAPOLIVERI PROVINCIA DI LIVORNO

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO. CIRCOLARE n. 7 PER L APPLICAZIONE DELLE NORME DEL VIGENTE P.A.I.:

COMUNE DI PRATO AREA CASELLO PRATO OVEST COMMITTENTE: COMUNE DI PRATO IL TECNICO: DOTT. ING. CRISTIANO CAPPELLI APRILE 2015

Comune di Rovagnate. Aggiornamento RELAZIONE ILLUSTRATIVA. Provincia di lecco IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

INDICE Paragrafi. Appendici al testo

RELAZIONE GEOLOGICA ALLEGATO E

PROGETTO PRELIMINARE

COMUNE DI EMPOLI Provincia di Firenze

COMUNE DI PONSACCO (Provincia di Pisa)

C O M U N E D I V I Z Z I N I PROVINCIA REGIONALE DI CATANIA PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL CENTRO STORICO N O TA I N T E G R A T I V A

APPENDICE B ABACO DELLE FATTIBILITA -

Elaborato 19 RELAZIONE RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: AUTORITA' PROCEDENTE: VALUTAZIONE INCIDENZA:

11.1 AREA TN VIA DEI COMPARINI UTOE 11

Regolamento Urbanistico di Capoliveri SCHEDA DI FATTIBILITA N 15 TAV. 3bCAPOLIVERI-3cCALAMITA

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Sentieri e Rischio Idrogeologico

Comune di Scandicci. Aspetti geologici Alberto Tomei. Aspetti archeologici Michele De Silva. Sindaco Sandro Fallani.

Nota integrativa per modifiche schede di fattibilità

PREMESSA CHIARIMENTI RELATIVI ALLA SCELTA DEL BATTENTE IDRAULICO PER LA MESSA IN SICURZZA DELLE STRUTTURE... 3


Autorità di Bacino del Fiume Tevere

Andrea Casella Geologo

Comune di Castellina in Chianti 1 Variante Puntuale al Piano Strutturale e al Rego lamento Urbanistico

COMUNE DI BARGA (LU)

BACINO REGIONALE OMBRONE BACINO INTERREGIONALE FIORA PIANIFICAZIONE DI BACINO E NORME PAI

COMUNE DI PEREGO. Aggiornamento RELAZIONE ILLUSTRATIVA

1 AMBITO D'INTERVENTO

CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE Piano di Governo del Territorio VARIANTI PGT e STUDI DI SETTORE giovedì 30 ottobre 2014 // Centro Studi PIM - Villa

SEZIONE I LEGGI E REGOLAMENTI REGIONALI BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 51 PREAMBOLO

PIANO STRUTTURALE VARIANTE N. 2 (L.R. n.65 del 10 Novembre 2014, art.30)

COMUNE DI EMPOLI Provincia di Firenze

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

SVILUPPO MAPPE DI PERICOLOSITÀ DA ALLUVIONI

Relatore della Componente Geologica del Piano : Dott. Geol. Luigi Giancarlo Corna iscritto all Ordine dei Geologi della Lombardia al n.

NORME GEOLOGICHE DI PIANO

IdroGeo Service Srl. Sommario

REGOLAMENTO URBANISTICO

STUDIO GEOLOGICO DOTT. GEOL. ALESSANDRO MURRATZU

All.1. Comune di Scansano

P.T.C.P. VARIANTE DI ADEGUAMENTO ALLA L.R. 19/2008 INTEGRAZIONE NORME DI ATTUAZIONE APPROVAZIONE

REGOLAMENTO URBANISTICO. indagini geologiche. Studio Geologia Ceccarelli RELAZIONE SULLE INDAGINI GEOLOGICHE PER IL REGOLAMENTO URBANISTICO

Nuova zonazione sismica e procedure per la valutazione degli effetti sismici di sito nel territorio lombardo

FORME E PROCESSI DI EROSIONE IDRICA E DEL PENDIO FORME E PROCESSI DOVUTI A GRAVITA FORME ARTIFICIALI (ANTROPICHE

PIANO REGOLATORE GENERALE R E G O L A M E N T O U R B A N I S T I C O

REGOLAMENTO URBANISTICO VARIANTE N.4

N.T.A. del P.R.G. CON MODIFICHE

DOSSIER PROGETTUALE VALUTATIVO ATI 7 PARCO AGRICOLO SPORTIVO LA CITTADELLA DELLO SPORT. Sezione VII Fattibilità Scheda grafica della fattibilità

1 Premessa. Regolamento Urbanistico Comune di Asciano Relazione Geologica Dott. Geol. Michele Bocci Febbraio 2017 pagina 3

Concordato Preventivo SAIEC S.p.a. in Liquidazione C.P. n. 2/2015 Lotto A Riepilogo Normativa Edilizia vigente sull'area:

COMUNE DI PONSACCO PROVINCIA DI PISA PIANO REGOLATORE GENERALE VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO

COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Piano di Recupero in zona A. Committente: Amministrazione Comunale di Capolona.

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE

ELENCO ALLEGATI AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Prima elaborazione del Progetto di Piano di Bacino

Schede di Fattibilità

NORME GEOLOGICHE DI PIANO

REGOLAMENTO URBANISTICO

Provincia di Ancona. Progetto urbanistico Arch. Roberto Serenelli. Collaboratori Elaborazioni grafiche - GIS Geom. Luca Mariani

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE VARIANTE SEMPLIFICATA RELATIVA A SINGOLE AREE LOCALIZZATE NEL TERRITORIO COMUNALE COMUNE DI BUTI

La Microzonazione Sismica e la Pianificazione territoriale

COMUNE DI SAN MINIATO. QUADRO CONOSCITIVO 2^ integrazione

VARIANTE PARZIALE AL REGOLAMENTO URBANISTICO DEL COMUNE DI MONTESCUDAIO

Transcript:

P r o v i n c i a d i S i e n a COMUNE DI MONTALCINO VARIANTE AL P.R.G. RELATIVA AD ADEGUAMENTI A PTCP-2013 E PS-2012, ED A DISCIPLINA E PREVISIONI DI VARIE ZONE DEL TERRITORIO COMUNALE VARIAZIONI RELATIVE A Z.T.O./SOTTOZONE OTTOZONE AGRICOLE E TERRITORIO O EXTRAURBANO/RURALE RURALE INDAGINE GEOLOGICA AI SENSI DELLA L.R. N.1 DEL 3/01/2005 COME DA REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ART. 62 IN MATERIA DI INDAGINI GEOLOGICHE DI CUI AL D.P.G.R.T. N. 53/R DEL 25/10/2011 Richiedente: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MONTALCINO Piazza Cavour n. 1 - Montalcino (SI) Siena, ottobre 2014 GEOSOL s.r.l. Dott. Geol. Paolo Bosco GEOSOL s.r.l. Viale Europa 31 53100 Siena Tel. 0577.44470 Fax 0577.222011 e-mail: studio@geosol.it Partita IVA IT 00707530523 CCIAA Siena n. 85428 Isc. Trib. Siena n.6345 Vol.8133 numero archivio:

2 1. PREMESSA La presente indagine geologica è redatta a supporto della Variante al PRG vigente del Comune di Montalcino: in particolare, la variante interessa la normativa inerente le zone e sottozone esterne alle aree urbane, anche con riperimetrazione di queste ultime. Lo studio effettuato ha analizzato le pericolosità presenti negli strumenti urbanistici vigenti: ne sono emerse considerazioni tese a fornire indicazioni sulla modifica delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG e a redigere la nuova tabella di fattibilità, aggiornata all attuale normativa, in sostituzione dell esistente. Tali norme tecniche e tabella allegata dovranno essere inserite nelle N.T.A. del Piano Regolatore comunale con validità per il periodo necessario alla futura approvazione del Regolamento Urbanistico Comunale. E stata altresì redatta la carta delle pericolosità geologica ai sensi della normativa vigente. 1.1 STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI PER IL TERRITORIO COMUNALE Il comune di Montalcino risulta al momento dotato dei seguenti strumenti urbanistici: - PRG Comunale (Approvato con delibera del Consiglio Regionale Toscano n 91 del 29 febbraio 2000 e con Deliberazione Consiglio Comunale n 41 del 1 giugno 2000) redatto con indagine geologica ai sensi della Deliberazione della Regione Toscana n. 94/85 inerente la L.R.T. n. 21 del 17 aprile 1984 "Norme per la formazione degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico". - Piano Strutturale (Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 45 in data 04.11.2011) redatto con indagine geologica ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 Regolamento di attuazione dell articolo 62 della Legge Regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche. Come meglio specificato nei paragrafi successivi entrambi gli strumenti urbanistici sono stati redatti ai sensi di inquadramenti legislativi non più vigenti; conseguentemente l Amministrazione Comunale di Montalcino dovrà dotarsi del Regolamento Urbanistico (entro la fine 2013 dovrà essere realizzato un bando di concorso per l assegnazione dell incarico per la redazione del nuovo Regolamento Urbanistico di Montalcino); pertanto le indagini geologico tecniche presenti nel Piano Strutturale vigente dovranno venire adeguate alla nuova normativa inerente la parte geologica della pianificazione urbanistica. 1.2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO VIGENTE Lo studio è stato condotto, per quanto riguarda le considerazioni sulle pericolosità del territorio aperto, secondo quanto previsto dalle nuove direttive tecniche sulle modalità di esecuzione delle indagini geologiche previste dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana n 53/R del 25 ottobre 2011 Regolamento di attuazione dell art.62 L.R. del 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio). Tale regolamento disciplina le direttive tecniche per le indagini atte a verificare la pericolosità del territorio sotto il profilo geologico, idraulico, geomorfologico e sismico per definire la classe di fattibilità delle aree in funzione della nuova destinazione di utilizzo. Per quanto riguarda gli aspetti sismici il documento si attiene al D.G.R.T. n 431 del 19 giugno 2006 in attuazione al D.M. del 14 settembre 2005 e O.P.C.M. n 3519 del 28 aprile 2006 ed alla Delibera GRT n 878 del 8/10/2012 (pubblicata su BURT Parte Seconda n. 43 del 24.10.2012 Supplemento n. 136); in base a tale normativa tutto il territorio regionale viene considerato sismico e distinto in differenti zone sulla base del differente grado di pericolosità di base.

3 2. CONSIDERAZIONI SUL QUADRO CONOSCITIVO GEOLOGICO Il quadro conoscitivo per le indagini geologiche da eseguire ai sensi del Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana n 53/R del 25 ottobre 2011 Regolamento di attuazione dell art.62 L.R. del 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) è costituito dalle seguenti cartografie: - Carta geologica - Carta litologico-tecnica e dei dati di base - Carta geomorfologica - Carta delle aree allagabili - Carta della dinamica costiera - Carta idrogeologica Il quadro conoscitivo per le indagini geologiche eseguite nel Piano Strutturale vigente redatto ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 Regolamento di attuazione dell articolo 62 della Legge Regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche è costituito dalle seguenti cartografie: - CARTA GEOLOGICA - QC-G1 - SEZIONI GEOLOGICHE - QC-G2 - CARTA GEOMORFOLOGICA - QC-G3 - CARTA DELLE PENDENZE - QC-G4 - CARTA LITOLOGICOTECNICA - QC-G5 - CARTA DELLA STABILITA POTENZIALE INTEGRATA DEI VERSANTI - QC-G6 - CARTA IDROGEOLOGICA - QC-G7 - CARTA DELLA VULNERABILITA DEGLI ACQUIFERI - QC-G8 Il quadro conoscitivo per la sezione geologia (GEO) del P.R.G. vigente altresì contiene le seguenti cartografie: - Carta Geologica (generale 1:25.000 e di dettaglio 1:10.000) - Carta Morfologica (generale 1:25.000 e di dettaglio 1:10.000) - Carta Litologica (di dettaglio 1:10.000 e su centri urbani 1:2.000) Allo stato attuale si ritiene che il quadro conoscitivo geologico allegato al P.R.G. vigente non sia più aggiornato sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista dei contenuti, vista l evoluzione che i fenomeni geomorfologici hanno, per loro stessa natura e dinamica, con il passare degli anni. Tali cartografie sono considerate indispensabili per definire le pericolosità che concorreranno alla redazione di una tabella di fattibilità degli interventi; pertanto si ritengono le cartografie del quadro conoscitivo geologico del PRG superate e si propone che si possa fare ragionevolmente riferimento a quelle allegate al Piano Strutturale vigente. Si attesta che le cartografie allegate al Piano Strutturale vigente e redatte ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 hanno corrispondenza con le seguenti cartografie ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11:

4 Cartografie D.P.G.R. n. 53/R/11 Cartografie P.S. esistente D.P.G.R. n. 26/R/07 Carta geologica -> CARTA GEOLOGICA - QC-G1 Carta litologico-tecnica e dei dati di base -> CARTA LITOLOGICOTECNICA - QC-G5 Carta geomorfologica -> CARTA GEOMORFOLOGICA - QC-G3 Carta delle aree allagabili -> Inclusa nella CARTA DELLA PERICOLOSITÀ IDRAULICA - PG-G5 Carta della dinamica costiera -> Non necessaria Carta idrogeologica -> CARTA IDROGEOLOGICA - QC-G7 Quindi per quanto concerne la parte del quadro conoscitivo che viene utilizzata per la definizione della pericolosità geologica ed idraulica nel territorio aperto comunale, essenziale per redigere e utilizzare la tabella della fattibilità (valida solo per il territorio aperto) in relazione alla sola Variante parziale proposta alla normativa del P.R.G., si utilizza la cartografia sopra riportata del Piano Strutturale vigente. 3. PERICOLOSITA' GEOLOGICA Nelle tavole denominate PG-G1 del Piano Strutturale vigente il territorio comunale viene suddiviso in quattro tipologie di pericolosità geomorfologica, in conformità al D.P.G.R. n. 26/R/07: pericolosità geomorfologica molto elevata (G.4): aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza. Tale classe di pericolosità è stata attribuita alle aree che presentano fenomeni di dissesto in atto ed alle relative aree di influenza, sede di: scarpate attive, scarpate in degradazione, creste in degradazione, frane con indizi di attività, aree con erosione idrica accelerata con annessi crolli localizzati (calanchi e biancane), aree potenzialmente instabili (quando incluse tra le frane attive), aree con franosità diffusa, ravaneti correlati alla preesistente attività della cava dismessa presente a Sant Antimo, in quanto soggetti a dei crolli localizzati di trovanti lapidei; pericolosità geomorfologica elevata (G.3): aree in cui sono presenti fenomeni franosi quiescenti; aree con indizi di instabilità connessi alla giacitura, all acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonchè a processi di degrado di carattere antropico. Tale classe di pericolosità è stata attribuita alle aree che risultano in una condizione al limite dell equilibrio od interessate da tipologie di fenomeni superficiali a cinematica lenti quali: frane quiescenti, soliflussi, aree potenzialmente instabili incluse tra le frane quiescenti, aree ad instabilità potenziale media, forte e massima, ricadenti su porzioni di territorio stabile (per la propensione al dissesto che deriva da tale verifica), solchi di ruscellamento concentrato, orli di erosione o di terrazzi fluviali; nonchè da aree che presentano un elevata acclività (scarpate quiescenti), delle caratteristiche geotecniche scadenti (quali: riporti, discariche, sbarramenti di ritenuta, conoidi alluvionali stabilizzate, detrito di versante ecc.), delle possibilità di ristagni idrici per allagamenti, dei processi di degrado di carattere antropico (come: la rete di cunicoli nella miniera abbandonata di Monte Amiata Stazione e le attività estrattive attuali e pregresse, in quanto caratterizzate da un elevata propensione al dissesto; i versanti terrazzati in degradazione; le aree in presunta subsidenza). pericolosità geomorfologica media (G.2): aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici, litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto. Tale classe di pericolosità è stata attribuita alla parte di territorio non ricadente in pericolosità geomorfologica 3 e 4. Nel P.R.G. vigente, nelle tavole denominate Carta della pericolosità geologica, il territorio viene diviso in 4 classi a seconda di una serie di fattori meglio esplicati di seguito. Le

5 4 classi, a pericolosità crescente, sono così definite: Classe 1 - Pericolosità irrilevante In questa classe ricadono le aree in cui sono assenti limitazioni derivanti da caratteristiche geologico-tecniche e morfologiche. In pratica vi appartengono le aree a superficie piana o poco acclive su depositi alluvionali o misti a distanza dal bordo di terrazza di ripa o di scarpata dove non sussistono ristagni d acqua o pericolo di esondazioni. Classe 2 - Pericolosità bassa Corrisponde a situazioni geologico-tecniche apparentemente stabili sulle quali però permangono dubbi che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica di supporto alla progettazione edilizia. Vi appartengono aree ad acclività medio-bassa dove possono verificarsi limitati fenomeni di instabilità ma sono prive di indizi di instabilità importante; aree sommitali dei rilievi. Classe 3 - Pericolosità media Quando, pur non essendo presenti fenomeni attivi, le condizioni geologico-tecniche e morfologiche sono tali da far ritenere che quest'ultimo si trovi al limite dell'equilibrio od interessata da episodi di alluvionamento o difficoltoso drenaggio delle acque superficiali. Vi appartengono le aree del fondovalle alluvionabili dei corsi d acqua minori, i tratti di versante acclivi, le aree di paleo frana ma con limitati indizi di instabilità. Classe 4 - Pericolosità elevata Ricadono in questa classe le aree con dissesti attivi come frane, forte erosione, fenomeni di subsidenza, frequenti inondazioni o più fenomeni concomitanti. Appartengono a questa divisione i fondovalle alluvionabili dei corsi d acqua principali, le frane attive, le aree a calanchi o con intensa attività erosiva, scarpate e ripe di erosione attiva. Alla sigla delle classi 3 e 4 di pericolosità è aggiunta una lettera che specifica il fattore principale di pericolosità: a) alluvionabilità quando il pericolo maggiore proviene dalla minaccia di esondazione; p) per pendenza quando l acclività, in rapporto alla litologia, supera i livelli di sicurezza per la stabilità del versante; e) per erosione quando per cause litologiche, giaciturali, vegetazionali o antropiche il versante è affetto da fenomeni erosivi importanti; f) per instabilità e franosità quando si è in presenza di minaccia di frana o di motivi che possono scatenare tali fenomeni. Allo stato attuale si ritiene che le pericolosità riportate nel P.R.G. vigente siano superate e non siano più aggiornate per la redazione di una tabella di fattibilità degli interventi; pertanto se esclude l utilizzo. Si riporta a scopo conoscitivo la definizione delle 4 pericolosità geologiche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11: Pericolosità geologica molto elevata (G.4): aree in cui sono presenti fenomeni attivi e relative aree di influenza, aree interessate da soliflussi. Pericolosità geologica elevata (G.3): aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti; aree con potenziale instabilità connessa alla giacitura, all'acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonché a processi di degrado di carattere antropico; aree interessate da intensi fenomeni erosivi e da subsidenza; aree caratterizzate da terreni con scadenti caratteristiche geotecniche; corpi detritici su versanti con pendenze superiori al 25%. Pericolosità geologica media (G.2): aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi e stabilizzati (naturalmente o artificialmente); aree con elementi geomorfologici,

6 litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto; corpi detritici su versanti con pendenze inferiori al 25%. Pericolosità geologica bassa (G.1): aree in cui i processi geomorfologici e le caratteristiche litologiche, giaciturali non costituiscono fattori predisponenti al verificarsi di processi morfoevolutivi. In base alle definizioni sopra riportate e dall analisi delle cartografie allegate al Piano Strutturale vigente, si riscontra che le pericolosità geomorfologiche rilevate nel Piano Strutturale vigente e redatte ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 hanno corrispondenza con le pericolosità geologiche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11 riportate nella tabella successiva, ad esclusione dei soliflussi che nella normativa vigente devono essere classificati in Pericolosità Geologica 4 anziché in Pericolosità Geomorfologica 3: Pericolosità geomorfologica P.S. esistente D.P.G.R. n. 26/R/07 Pericolosità geologica D.P.G.R. n. 53/R/11 Pericolosità geomorfologica 2 -> Pericolosità geologica 2 Pericolosità geomorfologica 3 -> Pericolosità geologica 3 (esclude aree interessate da soliflussi) Pericolosità geomorfologica 4 -> Pericolosità geologica 4 (include aree interessate da soliflussi) Per quanto riguarda la pericolosità geologica, essenziale per redigere una tabella della fattibilità in aree extraurbane in relazione agli interventi da allegare alla Variante parziale alla normativa del P.R.G., è stata redatta una nuova carta della Pericolosità Geologica con le seguenti specifiche: 1. Le aree interessate da soliflussi, così come perimetrate nelle tavole CARTA GEOMORFOLOGICA - QC-G3 del Piano Strutturale vigente, sono state classificate a pericolosità geologica 4. Intorno al perimetro del soliflusso, associato a pericolosità geologica 4, è stato eseguito un buffer di 10 m di area a pericolosità geologica 4; inoltre, esternamente a tale perimetro è stato effettuato un ulteriore buffer 10 m classificato a pericolosità geologica 3; 2. Le aree perimetrate nelle tavole denominate PG-G1 Carta della Pericolosità Geomorfologica del Piano Strutturale Vigente classificate a pericolosità geomorfologica 4 ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 sono state classificate a pericolosità geologica 4 ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11 nelle tavole PG-G1 Carta della Pericolosità Geologica allegate alla Variante al PRG, confermando nella fattispecie la pericolosità molto elevata per fattori geologici-morfologici. In tale classe di pericolosità sono state incluse, oltre le precedenti aree a pericolosità geomorfologica 4, anche le aree interessate da soliflussi ed il buffer di 10 m di tali perimetri. 3. Le aree perimetrate nelle tavole denominate PG-G1 Carta della Pericolosità Geomorfologica del Piano Strutturale Vigente classificate a pericolosità geomorfologica 3 ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 sono state classificate a pericolosità geologica 3 ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11 nelle tavole PG-G1 Carta della Pericolosità Geologica allegate alla Variante al PRG, confermando nella fattispecie la pericolosità elevata per fattori geologici-morfologici ad esclusione che per le aree interessate da soliflusso. In tale classe di pericolosità è stato incluso anche il buffer di 10 m attorno alla perimetrazione di pericolosità geologica 4 associata ai soliflussi. 4. Le aree perimetrate nelle tavole denominate PG-G1 Carta della Pericolosità Geomorfologica del Piano Strutturale Vigente classificate a pericolosità geomorfologica 2 ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 sono state classificate a pericolosità geologica 2 ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11 nelle tavole PG-G1 allegate alla Variante al PRG, confermando nella fattispecie la pericolosità media per fattori

7 geologici-morfologici. Per le aree a pericolosità geologica inoltre si considerano valide, anche a livello di Variante al P.R.G., le prescrizioni riportate negli articoli 64, 65 e 66 delle N.T.A. del Piano Strutturale vigente. 4. PERICOLOSITA' IDRAULICA Nelle tavole denominate PG-G5 del Piano Strutturale vigente il territorio comunale viene suddiviso in quattro tipologie di pericolosità idraulica, in conformità al D.P.G.R. n. 26/R/07, punto C.2: pericolosità idraulica bassa (I.1): aree collinari o montane prossime ai corsi d acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: non vi sono notizie storiche di inondazioni; sono in situazione favorevole di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a 2 m rispetto al piede esterno dell argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. pericolosità idraulica media (I.2): aree interessate da allagamenti per eventi con tempo di ritorno Tr compreso tra 200 e 500 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici ed idraulici, rientrano in classe di pericolosità media le aree di fondovalle per le quali ricorrono seguenti condizioni: non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni; sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a 2 m rispetto al piede esterno dell argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. pericolosità idraulica elevata (I.3): aree interessate da allagamenti per eventi con tempo di ritorno Tr compreso tra 30 e 200 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici ed idraulici, rientrano in classe di pericolosità elevata le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni: vi sono notizie storiche di inondazioni; sono morfologicamente in situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a 2 m sopra il piede esterno dell argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. pericolosità idraulica molto elevata (I.4): aree interessate da allagamenti per eventi con tempo di ritorno Tr minore di 30 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative ed infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici ed idraulici, rientrano in classe di pericolosità molto elevata le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: vi sono notizie storiche di inondazioni; sono morfologicamente in situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a 2 m sopra il piede esterno dell argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Nel P.R.G. vigente (integrazione luglio e novembre 1999), nelle tavole denominate Carta della pericolosità idraulica, il territorio viene diviso in aree secondo la vecchia normativa vigente al momento. Si ritiene che le aree a pericolosità idraulica riportate nel P.R.G. vigente non siano più aggiornate e quindi non idonee per la redazione di una tabella di fattibilità degli interventi; pertanto tali cartografie sono sostituite da quelle del Piano Strutturale vigente.

8 Per la redazione della carta della pericolosità idraulica del Piano Strutturale comunale erano stati acquisiti i dati di una serie di studi idraulici di dettaglio che hanno definito in maniera particolareggiata le aree esondabili con tempi di ritorno Tr30 anni, Tr 200 anni e Tr 500 anni approvati dal Comitato Tecnico del bacino Regionale Ombrone. Gli studi acquisiti sono i seguenti: la delimitazione delle aree interessate dal transito delle piene del Fiume Ombrone, per portate con tempo di ritorno Tr=30-200 anni, ricostruite cartograficamente dalla Segreteria Tecnica di Bacino, sulla base dello studio redatto dal Prof. Paris Verifica idrologica e idraulica del bacino del Fiume Ombrone e ricostruzione degli eventi del 29.10.2004 e 04.12.2004, trasmessa dalla Regione Toscana, Bacino Regionale Ombrone con Prot. 217289 del 11.08.09; l individuazione delle aree allagabili con Tr30, Tr200 e Tr500, derivanti dai Fossi Sant Angelo Destro e Sinistro che ha portato all aggiornamento del PAI nella seduta del Comitato Tecnico del Bacino Regionale Ombrone del 01.02.2008, definita da uno studio idrologico ed idraulico, redatto dall Ing. Lorenzo Castellani per l area di S. Angelo Scalo; la delimitazione delle aree allagabili relativamente ad un area posta a N.E. del territorio comunale, che e stata oggetto di uno studio idraulico redatto per conto dell Amministrazione Provinciale di Siena Servizio LL.PP. e Difesa del Suolo, dalla Soc. Idea, denominato Analisi della Pericolosità Idraulica. del F. Ombrone nell intorno della confluenza con il T. Arbia, acquisito dal Comitato Tecnico del Bacino Regionale Ombrone, con parere espresso nella seduta del 17 luglio 2006; l individuazione delle aree allagabili con Tr30, Tr200 e Tr500, derivanti dal Fosso Riguzzo, in Loc. Pian dell Asso che ha portato all aggiornamento del PAI, riportata nello studio idrologico ed idraulico, redatto dall Ing. Lorenzo Castellani. Si riporta la definizione delle 4 pericolosità geologiche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11: Pericolosità idraulica molto elevata (I.4): aree interessate da allagamenti per eventi con Tr 30 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità molto elevata le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Pericolosità idraulica elevata (I.3): aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30<TR< 200 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici, rientrano in classe di pericolosità elevata le aree di fondovalle per le quali ricorra almeno una delle seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in condizione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Pericolosità idraulica media (I.2): aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 200<TR< 500 anni. Fuori dalle UTOE potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di pianificazione di bacino e in assenza di studi idrologici e idraulici rientrano in classe di pericolosità media le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni:

9 a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazione di alto morfologico rispetto alla piana alluvionale adiacente, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. Pericolosità idraulica bassa (I.1): aree collinari o montane prossime ai corsi d'acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: a) non vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. In base alle definizioni sopra riportate e dall analisi delle cartografie allegate al Piano Strutturale vigente, anche alla luce delle verifiche idrauliche acquisite, si riscontra che le pericolosità idrauliche rilevate nel Piano Strutturale vigente e redatte ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 hanno corrispondenza con le pericolosità idrauliche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11 riportate nella tabella successiva: Pericolosità idraulica P.S. esistente D.P.G.R. n. 26/R/07 Pericolosità idraulica D.P.G.R. n. 53/R/11 Pericolosità idraulica 1 -> Pericolosità idraulica 1 Pericolosità idraulica 2 -> Pericolosità idraulica 2 Pericolosità idraulica 3 -> Pericolosità idraulica 3 Pericolosità idraulica 4 -> Pericolosità idraulica 4 Quindi per quanto la pericolosità idraulica, essenziale per l applicazione della tabella della fattibilità nel territorio aperto, si assimileranno le pericolosità idrauliche rilevate nel P.S. vigente alle pericolosità idrauliche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11 secondo le modalità riportate nella tabella sopra riportata; si confermano inoltre, fino all adozione del Regolamento Urbanistico, le perimetrazioni riportate nella cartografia del Piano Strutturale vigente con sostituzione della dizione pericolosità idraulica ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 con pericolosità idraulica ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11. Per le aree a pericolosità Idraulica inoltre si considerano valide, anche a livello di Variante al P.R.G., le prescrizioni riportate negli articoli 53, 54, 55 e 56 delle N.T.A. del Piano Strutturale vigente. 5. ADEGUAMENTO AI PIANI DI AUTORITA' DI BACINO Il territorio comunale di Montalcino è compreso interamente nel bacino del Fiume Ombrone. Il Piano Strutturale comunale recepisce interamente gli ambiti di pericolosità individuati dalle Autorità di Bacino Fiume Ombrone nei territori di competenza, con le perimetrazioni rappresentate nelle Tavole PGG2 (pericolosità geomorfologica) e PGG6 (pericolosità idraulica). Nel corso del presente studio nelle tavole denominate PG-G1 allegate alla Variante al PRG sono state definite le aree a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata ai sensi delle Norme di Piano del Bacino Regionale Ombrone; in particolare, ai sensi delle suddette norme, la cartografia è stata redatta secondo le specifiche e corrispondenze riportate nella seguente tabella: Pericolosità geologica D.P.G.R. n. 53/R/11 Pericolosità geomorfologica ai sensi del PAI Ombrone Pericolosità geologica 2 (G.2) -> Nessuna pericolosità geomorfologica Pericolosità geologica 3 (G.3) -> Pericolosità geomorfologica elevata (P.F.E.) Pericolosità geologica 4 (G.4) -> Pericolosità geomorfologica molto elevata (P.F.M.E.) Per quanto riguarda la cartografia inerente la pericolosità idraulica così come definita ai sensi dell Autorità di Bacino del Fiume Ombrone si confermano i contenuti delle tavole

10 denominate PGG6 già presenti a livello di Piano Strutturale; per la Variante al PRG si confermano, fino all adozione del Regolamento Urbanistico, le perimetrazioni riportate nella cartografia del Piano Strutturale vigente. Per le aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata (P.I.E. e P.I.M.E.) e pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata (P.F.E. e P.F.M.E.) si considerano valide, anche a livello di Variante al P.R.G., le prescrizioni riportate negli articoli 58, 59 e 69,70 delle N.T.A. del Piano Strutturale vigente. 5. AREE A PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE Il Comune di Montalcino, in base al D.G.R.T. n 431 del 19 giugno 2006 Riclassificazione sismica del territorio regionale: Attuazione al D.M. del 14 settembre 2005 e O.P.C.M. n 3519 del 28 aprile 2006 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 11 maggio 2006", è stato inserito nella Zona 3. Il Gruppo di Lavoro ha aggiornato la classificazione sismica della Toscana a sei anni di distanza dall'entrata in vigore della precedente classificazione, approvata con Del.GRT n 878 del 08/10/2012 (pubblicata su BURT Parte Seconda n. 43 del 24.10.2012 Supplemento n. 136); tale nuova classificazione sismica entra in vigore 60 giorni dopo la pubblicazione sul BURT e quindi a partire dal 24.12.2012. L'aggiornamento, redatto sempre ai sensi dell Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3519/2006, si è reso necessario al fine di recepire le novità introdotte dall entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008) e di rendere la classificazione sismica maggiormente aderente all approccio sito-dipendente introdotto dalle vigenti Norme. In particolare le nuove norme tecniche indicano, in base al parametro a g =accelerazione orizzontale ed all accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico a g /g, quattro zone di cui le prime tre vengono suddivise in quattro intervalli caratterizzati da differenze di accelerazione pari a 0.025g, mentre la quarta, visti i bassi valori di accelerazione, non prevede ulteriori suddivisioni: Zona Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (a g ) Accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (a g /g) 1 0.25 < a g 0.35 0.35g 2 0.15 < a g 0.25 0.25g 3 0.05 < ag 0.15 0.15g 4 a g 0.05 0.05g La valutazione preliminare degli effetti locali ai fini di riduzione del rischio sismico consente di rappresentare ed individuare qualitativamente gli elementi in grado di generare fenomeni di amplificazione locale ed instabilità dinamica. Il vigente regolamento di attuazione di cui al Decreto del Presidente della Giunta Regionale n 53/R del 25 ottobre 2011 in attuazione dell art. 62 della L.R. n.1del 3/01/2005, definisce nell allegato A (direttive per le indagini geologiche) paragrafo C.5 (Aree a pericolosità sismica locale), quanto segue: Tale valutazione viene rappresentata nel piano strutturale attraverso la realizzazione di uno studio di MS almeno di livello 1 deve essere realizzato in corrispondenza dei centri urbani maggiormente significativi che il comune, di concerto con la struttura regionale competente, individua. Il Piano Strutturale vigente riporta nella Tavola PGG3 la carta della zone a maggiore pericolosità sismica locale e pericolosità sismica nei centri urbani di maggior rilievo. In sede di Regolamento Urbanistico sarà necessario eseguire un adeguamento di tale cartografia ai

11 sensi del DPGR n.53/r. Poiché la presente variante al PRG comunale interessa la normativa in territorio aperto delle zone e sottozone esterne alle aree urbane, non si è proceduto allo studio di microzonazione simica di livello I. 6. FATTIBILITA' Nel P.R.G. vigente, nelle tavole 37.1 37.13 scala 1:2.000 denominate Fattibilità geologica, il territorio dei centri urbani di maggior rilievo (Montalcino, La Capanna, Torrenieri, Sant Angelo in Colle, Castelnuovo dell Abate, Sant Angelo Scalo, Camigliano, Tavernelle, Val di Cava Villa a Tolli) viene diviso in 4 classi di fattibilità a seconda degli interventi previsti a livello di PRG e della pericolosità geologica rilevata. Inoltre nell articolo 12 delle NTA del PRG vengono riportate le seguenti prescrizioni inerenti la fattibilità degli interventi: Articolo 12. Vincolo geologico Facendo riferimento alla carta della pericolosità geologica, gli interventi di tipo edilizio e territoriale saranno soggetti alle seguenti limitazioni, in considerazione delle classi di pericolosità geologica delle diverse zone: - classe 4: non sono ammessi interventi edificatori o di regimazione dei suoli ad eccezione delle opere necessarie per il contenimento delle frane attive. - classe 3: sono ammessi modesti interventi edificatori privati o di regimazione dei suoli a condizione che le opere stesse dimostrino di contribuire alla stabilità delle aree. Tali progetti dovranno essere opportunamente studiati e supportati sotto il profilo geologico. Fattibilità geologica: Aree agricole, centri storici o per edificato esistente Nella presente tabella viene meglio definita la fattibilità geologica per i vari interventi edilizi previsti dalla normativa di piano in funzione delle pericolosità geologica perimetrata nelle carte delle tavole G4 in scala 1:10.000: Tipo di intervento edilizio/urbanistico Classe di fattibilità Riferimento alle carte di pericolosità (tavole G.4) Grado di pericolosità 1 2 3 4 INTERVENTI SULL ESISTENTE a Manutenzione ordinaria 1 1 1 1 b Manutenzione straordinaria Senza eccessive demolizioni 1 1 2 4 Con ricostruzione di parti non portanti 2 2 2 4 Con consolidamento di fondazioni e murature 2 2 3 4 Tipo di intervento edilizio/urbanistico Classe di fattibilità Riferimento alle carte di pericolosità (tavole G.4) Grado di pericolosità 1 2 3 4 INTERVENTI SULL ESISTENTE c Restauro Senza ricostruzioni 1 1 1 1 Con ricostruzione di parti di edificio crollate 1 2 3 4 d Risanamento conservativo 1 2 2 4 e Ristrutturazione edilizia Riorganizzazione con modifiche strutturali 1 1 2 3 Ampliamento e sopraelevazione per servizi 2 2 2 3 Svuotamento edificio 2 2 3 4

12 Tipo di intervento edilizio/urbanistico Classe di fattibilità Riferimento alle carte di pericolosità (tavole G.4) Grado di pericolosità 1 2 3 4 g Demolizione e ricostruzione 2 2 3 4 Ristrutturazione urbanistica 2 2 3 4 INTERVENTI DI SATURAZIONE B1 Edifici su tre piani 2 2 3 4 D0 Edifici produttivi 2 2 3 4 AREE A DESTINAZIONE AGRICOLA Nuove edificazioni 2 2 3 4 Allo stato attuale, si ritiene che la tabella sopra riportata non sia più valida per una definizione della fattibilità degli interventi per le seguenti motivazioni: - normativa non più vigente delle pericolosità del PRG; - superamento/aggiornamento delle cartografie utilizzate per la definizione della pericolosità, vista l evoluzione che i fenomeni geologici avrebbero potuto avere con il passare degli anni; - inadeguatezza della definizione degli interventi. Pertanto, visto anche quanto riportato nei paragrafi precedenti circa la pericolosità rilevate a livello di PRG e Piano Strutturale vigente, si propone per gli interventi da realizzarsi nel territorio aperto al di fuori dei centri abitati, la sostituzione della tabella di fattibilità presente nell articolo 12 delle NTA del PRG vigente con la tabella visibile in prossima pagina. Le pericolosità sulle quali sarà valutata la fattibilità dell intervento sono da intendersi le pericolosità presenti nel Piano Strutturale vigente redatte ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07, ritenute, come già esposto nei paragrafi precedenti, assimilabili alle pericolosità ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11. Le fattibilità desunte da tale tabella, da allegare sono da intendersi in forma transitoria fino all adozione del nuovo Regolamento Urbanistico, per la redazione del quale si renderà necessario la produzione di nuove cartografie adeguate alla normativa vigente. Per la fattibilità degli interventi in area urbana, fino all adozione del nuovo Regolamento Urbanistico, sono altresì da ritenersi valide le fattibilità individuate nelle cartografie del PRG vigente, ove presenti, e nelle Varianti al PRG e nei Piani Attuativi puntuali approvati dal Comune. Si riporta a scopo conoscitivo la definizione delle 4 fattibilità ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11; si riportano inoltre le prescrizioni che si propongono di adottare per la realizzazione degli interventi in relazione alla classe di fattibilità: CLASSE F.1 - FATTIBILITÀ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali non sono necessarie prescrizioni specifiche ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all attività edilizia. PRESCRIZIONI PER CLASSE DI FATTIBILITÀ 1: NESSUNA PRESCRIZIONE CLASSE F.2 - FATTIBILITÀ CON NORMALI VINCOLI Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali risulta necessario indicare la tipologia di indagini e/o specifiche prescrizioni ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all attività edilizia.

13 PRESCRIZIONI PER CLASSE DI FATTIBILITÀ 2 1. La relazione geologica è parte integrante della documentazione da presentare ai fini del rilascio del titolo abilitativo dell attività edilizia e la sua presentazione è condizione essenziale per ottenere il parere delle Commissioni e degli Enti preposti. La relazione geologica e le indagini geologiche, geofisiche e geotecniche dovranno essere realizzate secondo le modalità espresse nelle NTC (Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (DM Inf. e Trasporti 14 gennaio 2008 e successiva circolare 2 febbraio 2009 n 617). 2. Per gli interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia e nuova costruzione, la caratterizzazione e modellazione geologica, litotecnica ed idrogeologica dell area di intervento dovrà essere ottenuta tramite opportune indagini geognostiche che riguarderanno il volume significativo di terreno influenzato direttamente o indirettamente dal manufatto stesso. La campagna delle indagini geognostiche dovrà essere programmata, in funzione dell intervento in progetto, ai sensi del DPGRT 9 luglio 2009 n.36/r, in numero e disposizione tale da ottenere un modello geotecnico attendibile del sottosuolo. I valori caratteristici delle grandezze fisiche e meccaniche da attribuire ai terreni dovranno essere ottenuti mediante specifiche analisi di laboratorio su campioni indisturbati di terreno e/o attraverso l'interpretazione dei risultati di prove e misure in sito. 3. Nelle aree destinate a verde, compatibilmente con le destinazioni progettuali, la sistemazione morfologica dovrà contribuire alla stabilità generale dei terreni, attraverso il rimodellamento del versante, piantumazione di specie vegetali stabilizzanti, regimazione delle acque superficiali. CLASSE F.3 - FATTIBILITÀ CONDIZIONATA La classe di fattibilità F.3 si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fini della individuazione delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di predisposizione dei piani complessi di intervento o dei piani attuativi o, in loro assenza, in sede di predisposizione dei progetti edilizi. PRESCRIZIONI PER CLASSE DI FATTIBILITÀ 3 1. La relazione geologica è parte integrante della documentazione da presentare ai fini del rilascio del titolo abilitativo dell attività edilizia e la sua presentazione è condizione essenziale per ottenere il parere delle Commissioni e degli Enti preposti. La relazione geologica e le indagini geologiche, geofisiche e geotecniche dovranno essere realizzate secondo le modalità espresse nelle NTC (Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (DM Inf. e Trasporti 14 gennaio 2008 e successiva circolare 2 febbraio 2009 n 617). 2. Per gli interventi in progetto dovrà essere fornita una dettagliata ricostruzione degli assetti geologici, stratigrafici, tettonici, geomorfologici ed idrogeologici dell intero versante interessato dall area di intervento. La caratterizzazione e modellazione geologica, litotecnica ed idrogeologica dell area di intervento dovrà essere ottenuta tramite opportune indagini geognostiche che riguarderanno il volume significativo di terreno influenzato direttamente o indirettamente dal manufatto stesso. La campagna delle indagini geognostiche dovrà essere programmata, in funzione dell intervento in progetto, ai sensi del DPGRT 9 luglio 2009 n.36/r, in numero e disposizione tale da ottenere un modello geotecnico attendibile del sottosuolo. I valori caratteristici delle grandezze fisiche e meccaniche da attribuire ai terreni di imposta delle fondazioni dovranno essere ottenuti mediante specifiche analisi di laboratorio su campioni indisturbati di terreno, che potranno essere integrate con opportune indagini geofisiche. La tipologia fondazionale dovrà essere valutata anche in funzione del

14 generale assetto geologico del sito e dimensionata in base ai risultati della campagna geognostica. 3. La compatibilità degli interventi previsti con il generale equilibrio dell'area di intervento e dei manufatti preesistenti dovrà essere valutata tramite opportune verifiche di stabilità. 4. Dovrà essere accertata ed eventualmente monitorata le presenza di falda idrica in grado di interferire con le opere in progetto. CLASSE F.4 - FATTIBILITÀ LIMITATA Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali la cui attuazione è subordinata alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza che vanno individuati e definiti in sede di regolamento urbanistico o in apposite varianti, sulla base di studi, dati da attività di monitoraggio e verifiche atte a determinare gli elementi di base utili per la predisposizione della relativa progettazione. Pertanto nel territorio extraurbano l'assegnazione della fattibilità in relazione ai tipi di intervento e alle condizioni di pericolosità geologica/geomorfologica e idraulica riscontrate dovrà avvenire secondo i criteri riportati nella seguente tabella: FATTIBILITA' PERICOLOSITA' PERICOLOSITA' IDRAULICA (1) GEOLOGICA TIPO DI INTERVENTO I.1 I.2 Interventi sul patrimonio edilizio esistente senza ampliamenti e senza aumento del carico urbanistico, persone o beni. Interventi di Manutenzione Ordinaria e straordinaria che non comportino sovraccarichi sul terreno e/o sulle fondazioni. Demolizione senza ricostruzione. Interventi di Restauro, Risanamento Conservativo, e Ristrutturazione Edilizia sul patrimonio edilizio esistente senza ampliamenti eccetto opere murarie di piccole dimensioni o temporanee anche connesse al verde attrezzato, piccoli volumi tecnici, di servizio, per funzioni igienico-sanitarie. Demolizione e ricostruzione configurabile come ristrutturazione Edilizia. Nuova edificazione ed interventi sul patrimonio edilizio esistente con ampliamenti, sopraelevazioni ed altri interventi che comportino sovraccarichi sul terreno e/o sulle fondazioni. Demolizione e ricostruzione configurabile come Sostituzione Edilizia. Verde attrezzato senza opere murarie, parchi in genere, aree destinate alla tutela e ripristino ambientale. Impianti sportivi all'aperto, piste ciclabili anche con edifici di servizio (tribune, spogliatoi e costruzioni accessorie). Ampliamento di sede stradale o realizzazione di nuovi brevi tratti di viabilità (strade di accesso) I.3 PIE PI3 I.4 PIME PI4 G.2 PF2 G.3 PFE PF3 G.4 PFME PF4 F.1 F.2 F.2 F.2 F.1 F.2 F.2 F.1 F.2 F.3 (2) F.3 (2) F.2 F.3 (5) F.3 (6) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) F.1 F.2 F.3 (2) F.3 (2) F.1 F.2 F.3 (2) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) F.3 (6) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.2 F.3 (6) Nuova viabilità. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Parcheggi pubblici/privati a raso < 500 mq F.1 F.2 F.3 (2) na (3) F.2 F.2 na (4) Parcheggi pubblici/privati a raso > 500 mq, parcheggi F.1 F.2 na (3) pubblici/privati con sbancamenti o riporti o in sotterraneo. na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Piccoli edifici ed impianti di servizio di strutture a rete inferiori a 50 mq (acquedotto, impianti adduzione e distribuzione gas, F.1 F.2 na (3) cabine di trasformazione ENEL, impianti di telefonia fissa e na (3) F.2 F.3 (5) na (4) mobile). Torri antincendio.

15 FATTIBILITA' PERICOLOSITA' IDRAULICA (1) PERICOLOSITA' GEOLOGICA TIPO DI INTERVENTO I.1 I.2 I.3 I.4 G.3 G.4 G.2 PIE PIME PFE PFME PF2 PI3 PI4 PF3 PF4 Giardini, coltivazioni specializzate, orti, serre con copertura stagionale. F.1 F.2 na (3) na (3) F.1 F.1 F.2 Serre con copertura permanente. F.1 F.2 na (3) na (3) F.1 F.2 na (4) Annessi agricoli e manufatti per alloggio bestiame, tettoie, scuderie e altri annessi di servizio precari con funzione F.1 F.2 F.3 (2) F.3 (2) F.1 F.2 na (4) agricola e zootecnica con dimensioni < 50 mq. Annessi agricoli e manufatti per alloggio bestiame, tettoie, scuderie e altri annessi di servizio con funzione agricola e F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) zootecnica con dimensioni > 50 mq. Depositi all'aperto. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.2 na (4) Invasi e laghetti collinari. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Piscine all'aperto e relativi locali di servizio F.1 F.2 na (3) planimetricamente < 50 mq. na (3) F.2 F.2 na (4) Piscine all'aperto e relativi locali di servizio F.1 F.2 na (3) planimetricamente > 50 mq. na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Scavi e riporti planimetricamente superiori a 50 mq o di F.1 F.2 na (3) altezza non modesta. na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Scavi e sbancamenti per la messa in opera delle reti di F.1 F.2 na (3) distribuzione; riporti planimetricamente inferiori a 50 mq. na (3) F.1 F.3 (5) na (4) (1) Le aree di pertinenza fluviale definite ai sensi delle A.d.B. competenti, potranno essere oggetto di previsioni edificatorie non diversamente localizzabili da realizzarsi comunque nel rispetto degli obiettivi di recupero e rinaturalizzazione degli ecosistemi fluviali. (2) Gli interventi non devono determinare pericolo per persone e beni, non devono aumentare le pericolosità in altre aree e, ove necessario, dovranno essere adottate idonee misure per ridurre la vulnerabilità. (3) Non sono da prevedersi nuove edificazioni o trasformazioni dell'esistente fino all'esecuzione di specifici studi idraulici sulla base della piena con tempo di ritorno duecentennale. In aree soggette ad esondazione per piene con tempi di ritorno fino 200 anni non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o di nuove infrastrutture per i quali non sia dimostrabile il rispetto di condizioni di sicurezza o non sia prevista la preventiva o contestuale realizzazione di interventi di messa in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200 anni. (4) Non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o di nuove infrastrutture che non siano subordinati alla preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione. (5) Possono essere realizzati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell'area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel titolo abilitativo all'attività edilizia. (6) Relativamente agli interventi per i quali sia dimostrato il non aggravio delle condizioni di instabilità dell'area, nel titolo abilitativo all'attività edilizia è dato atto della sussistenza dei seguenti criteri: a) previsione, ove necessario, di interventi mirati a tutelare la pubblica incolumità, a ridurre la vulnerabilità delle opere esposte mediante consolidamento o misure di protezione delle strutture per ridurre l'entità di danneggiamento; b) installazione di sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno.

16 7. PROPOSTA DI MODIFICA DELL ARTICOLO 12 DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE ART. 12 VINCOLO GEOLOGICO Centri abitati e zone urbanizzate od urbanizzabili del territorio comunale (aree non agricole) Facendo riferimento alla carta della pericolosità geologica, gli interventi di tipo edilizio e territoriale saranno soggetti alle seguenti limitazioni, in considerazione delle classi di pericolosità geologica delle diverse zone: - classe 4: non sono ammessi interventi edificatori o di regimazione dei suoli ad eccezione delle opere necessarie per il contenimento delle frane attive. - classe 3: sono ammessi modesti interventi edificatori privati o di regimazione dei suoli a condizione che le opere stesse dimostrino di contribuire alla stabilità delle aree. Tali progetti dovranno essere opportunamente studiati e supportati sotto il profilo geologico. Fattibilità geologica: centri storici o per edificato esistente Nella presente tabella viene meglio definita la fattibilità geologica per i vari interventi edilizi previsti dalla normativa di piano in funzione delle pericolosità geologica perimetrata nelle carte delle tavole G4 in scala 1:10.000 [Tabella allegata a nota prot.n.944 in data 01.02.1999 dell'ufficio Genio Civile di Siena, del PRG approvato nel 2000, con stralcio della parte relativa ad "Aree a destinazione agricola", ndr] Per la fattibilità degli interventi in aree dei Centri abitati, zone urbanizzate od urbanizzabili, fino all approvazione del nuovo Regolamento Urbanistico, sono altresì da ritenersi valide le fattibilità individuate nelle cartografie del PRG vigente, ove presenti, e nelle Varianti al PRG e nei Piani Attuativi puntuali approvati dal Comune.

17 Aree agricole del territorio comunale Con riferimento alla cartografie del quadro conoscitivo geologico e delle pericolosità del PRG vigente (redatto ai sensi del Deliberazione della Regione Toscana n. 94/85 inerente la L.R.T. n. 21 del 17 aprile 1984 "Norme per la formazione degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico"), che si ritengono strumenti superati sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista dei contenuti tecnici, nelle aree agricole del territorio comunale è stato previsto un adeguamento alla normativa attualmente vigente (L.R.n.1/2005, D.P.G.R. n.53/r-2011, Norme PAI Ombrone), come di seguito specificato. Per la definizione della pericolosità geologica ai sensi del D.P.G.R. 53/R-2011 e della pericolosità geomorfologica ai sensi della normativa del PAI Ombrone delle aree agricole del territorio comunale si dovrà fare riferimento alle Tavole PGG1 allegate alla presente Variante al P.R.G.. Per le suddette aree a pericolosità geologica si considerano valide e recepite dal P.R.G. le prescrizioni riportate negli articoli 64, 65 e 66 delle Norme del Piano Strutturale approvato con Delib.C.C.n. 45 in data 04.11.2011. Per la definizione della pericolosità idraulica delle aree agricole del territorio comunale, il P.R.G. assimila le pericolosità idrauliche rilevate nel P.S. approvato con Delib.C.C.n. 45/2011 (Tavole PGG5) alle pericolosità idrauliche ai sensi del D.P.G.R. n. 53/R/11 secondo le modalità riportate nella tabella 2; inoltre si confermano e recepiscono nel P.R.G., fino all approvazione del Regolamento Urbanistico, le perimetrazioni riportate nella cartografia del Piano Strutturale approvato con Delib.C.C.n. 45/2011 che si devono intendere recepite dal P.R.G. con sostituzione della dizione pericolosità idraulica ai sensi del D.P.G.R. n. 26/R/07 con pericolosità idraulica ai sensi D.P.G.R. n. 53/R/11. Pericolosità idraulica P.S. esistente D.P.G.R. n. 26/R/07 Pericolosità idraulica D.P.G.R. n. 53/R/11 Pericolosità idraulica 1 -> Pericolosità idraulica 1 Pericolosità idraulica 2 -> Pericolosità idraulica 2 Pericolosità idraulica 3 -> Pericolosità idraulica 3 Pericolosità idraulica 4 -> Pericolosità idraulica 4 Tabella 2 - Pericolosità idraulica Per le aree a pericolosità Idraulica inoltre si considerano valide e recepite dal P.R.G. le prescrizioni riportate negli articoli 53, 54, 55 e 56 delle Norme del Piano Strutturale approvato con Delib.C.C.n. 45/2011. Per la definizione della pericolosità idraulica ai sensi del PAI Ombrone vengono confermate e recepite dal P.R.G. le perimetrazioni rappresentate nelle Tavole PGG6 (pericolosità idraulica) del Piano Strutturale approvato con Delib.C.C.n. 45/2011. Per le aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata (P.I.E. e P.I.M.E.) si considerano valide e recepite dal P.R.G. le prescrizioni riportate negli articoli 58 e 59 delle Norme del Piano Strutturale approvato con Delib.C.C.n. 45/2011. Nella tabella 3 viene definita la fattibilità nelle zone agricole del territorio comunale, in relazione ai tipi di intervento e alle condizioni di pericolosità geologica/geomorfologica e idraulica perimetrata nelle carte delle tavole PGG1 e PGG4 in scala 1:10.000. Le fattibilità desunte dalla tabella 3 allegata sono da intendersi in forma transitoria fino all approvazione del nuovo Regolamento Urbanistico, per la redazione del quale si renderà necessario la produzione di nuove cartografie adeguate alla normativa vigente.

18 FATTIBILITA' Tabella 3 - Abaco di Fattibilità degli interventi PERICOLOSITA' IDRAULICA (1) PERICOLOSITA' GEOLOGICA TIPO DI INTERVENTO I.1 I.2 I.3 I.4 G.3 G.4 G.2 PIE PIME PFE PFME PF2 PI3 PI4 PF3 PF4 Interventi sul patrimonio edilizio esistente senza ampliamenti e senza aumento del carico urbanistico, persone o beni. Interventi di Manutenzione Ordinaria e straordinaria che non F.1 F.2 F.2 F.2 F.1 F.2 F.2 comportino sovraccarichi sul terreno e/o sulle fondazioni. Demolizione senza ricostruzione. Interventi di Restauro, Risanamento Conservativo, e Ristrutturazione Edilizia sul patrimonio edilizio esistente senza ampliamenti eccetto opere murarie di piccole dimensioni o temporanee anche connesse al verde F.1 F.2 F.3 (2) F.3 (2) F.2 F.3 (5) F.3 (6) attrezzato, piccoli volumi tecnici, di servizio, per funzioni igienico-sanitarie. Demolizione e ricostruzione configurabile come ristrutturazione Edilizia. Nuova edificazione ed interventi sul patrimonio edilizio esistente con ampliamenti, sopraelevazioni ed altri interventi che comportino sovraccarichi sul terreno e/o sulle fondazioni. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Demolizione e ricostruzione configurabile come Sostituzione Edilizia. Verde attrezzato senza opere murarie, parchi in genere, aree F.1 F.2 F.3 (2) destinate alla tutela e ripristino ambientale. F.3 (2) F.1 F.2 F.3 (2) Impianti sportivi all'aperto, piste ciclabili anche con edifici di servizio (tribune, spogliatoi e costruzioni accessorie). F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) F.3 (6) Ampliamento di sede stradale o realizzazione di nuovi brevi F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.2 F.3 (6) tratti di viabilità (strade di accesso) Nuova viabilità. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Parcheggi pubblici/privati a raso < 500 mq F.1 F.2 F.3 (2) na (3) F.2 F.2 na (4) Parcheggi pubblici/privati a raso > 500 mq, parcheggi pubblici/privati con sbancamenti o riporti o in sotterraneo. Piccoli edifici ed impianti di servizio di strutture a rete inferiori a 50 mq (acquedotto, impianti adduzione e distribuzione gas, cabine di trasformazione ENEL, impianti di telefonia fissa e mobile). Torri antincendio. Giardini, coltivazioni specializzate, orti, serre con copertura stagionale. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) F.1 F.2 na (3) na (3) F.1 F.1 F.2 Serre con copertura permanente. F.1 F.2 na (3) na (3) F.1 F.2 na (4) Annessi agricoli e manufatti per alloggio bestiame, tettoie, scuderie e altri annessi di servizio precari con funzione F.1 F.2 F.3 (2) F.3 (2) F.1 F.2 na (4) agricola e zootecnica con dimensioni < 50 mq. Annessi agricoli e manufatti per alloggio bestiame, tettoie, scuderie e altri annessi di servizio con funzione agricola e F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) zootecnica con dimensioni > 50 mq. Depositi all'aperto. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.2 na (4) Invasi e laghetti collinari. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) Piscine all'aperto e relativi locali di servizio planimetricamente < 50 mq. Piscine all'aperto e relativi locali di servizio planimetricamente > 50 mq. Scavi e riporti planimetricamente superiori a 50 mq o di altezza non modesta. F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.2 na (4) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4) F.1 F.2 na (3) na (3) F.2 F.3 (5) na (4)

19 FATTIBILITA' Tabella 3 - Abaco di Fattibilità degli interventi PERICOLOSITA' IDRAULICA (1) PERICOLOSITA' GEOLOGICA TIPO DI INTERVENTO I.1 I.2 I.3 I.4 G.3 G.4 G.2 PIE PIME PFE PFME PF2 PI3 PI4 PF3 PF4 Scavi e sbancamenti per la messa in opera delle reti di F.1 F.2 distribuzione; riporti planimetricamente inferiori a 50 mq. na (3) na (3) F.1 F.3 (5) na (4) (1) Le aree di pertinenza fluviale definite ai sensi delle A.d.B. competenti, potranno essere oggetto di previsioni edificatorie non diversamente localizzabili da realizzarsi comunque nel rispetto degli obiettivi di recupero e rinaturalizzazione degli ecosistemi fluviali. (2) Gli interventi non devono determinare pericolo per persone e beni, non devono aumentare le pericolosità in altre aree e, ove necessario, dovranno essere adottate idonee misure per ridurre la vulnerabilità. (3) Non sono da prevedersi nuove edificazioni o trasformazioni dell'esistente fino all'esecuzione di specifici studi idraulici sulla base della piena con tempo di ritorno duecentennale. In aree soggette ad esondazione per piene con tempi di ritorno fino 200 anni non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o di nuove infrastrutture per i quali non sia dimostrabile il rispetto di condizioni di sicurezza o non sia prevista la preventiva o contestuale realizzazione di interventi di messa in sicurezza per eventi con tempo di ritorno di 200 anni. (4) Non sono da prevedersi interventi di nuova edificazione o di nuove infrastrutture che non siano subordinati alla preventiva esecuzione di interventi di consolidamento, bonifica, protezione e sistemazione. (5) Possono essere realizzati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell'area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel titolo abilitativo all'attività edilizia. (6) Relativamente agli interventi per i quali sia dimostrato il non aggravio delle condizioni di instabilità dell'area, nel titolo abilitativo all'attività edilizia è dato atto della sussistenza dei seguenti criteri: a) previsione, ove necessario, di interventi mirati a tutelare la pubblica incolumità, a ridurre la vulnerabilità delle opere esposte mediante consolidamento o misure di protezione delle strutture per ridurre l'entità di danneggiamento; b) installazione di sistemi di monitoraggio per tenere sotto controllo l'evoluzione del fenomeno. Siena, ottobre 2014 GEOSOL s.r.l. Dott. Geol. Paolo Bosco