Avvenire, 19 dicembre 2010 Multi-Germania. Integrazione tra le culture dal fallimento alla svolta I corsi di lingua e cultura tedesca saranno obbligatori Previsto un giro di vite sui matrimoni forzati e le nozze di comodo per ottenere il permesso di soggiorno, diffusi nella comunità islamica Vincenzo Savignano La disintegrazione dell integrazione. È ciò che sta accadendo in Germania, una Zuwanderungsland, una terra d immigrazione in cui però, come ha sottolineato la stessa cancelliera Angela Merkel, «la società Multikulti è completamente fallita». Nel Paese vivono più di 15 milioni di stranieri, pari a quasi il 20 per cento della popolazione; e molti, in particolare gli immigrati di religione islamica, si rifiutano o non riescono ad integrarsi. Il risultato è una società difficile da decifrare e interpretare. Ci sono aree, città come Francoforte sul Meno, ma anche buona parte del Nord Reno Westaflia, il Land con il maggior numero di stranieri residenti, in cui il multiculturalismo sembra essere una realtà: deputati regionali, consiglieri comunali, insegnati e lavoratori specializzati stranieri, inseriti nel tessuto sociale della città in cui vivono. Basta però spostarsi a pochi chilometri di distanza, come a Gelsenkirchen, Duisburg o anche nella stessa capitale Berlino, per trovare veri e propri quartieri-ghetto. In Germania li chiamano Parallel-Gesellschaft, società parallele, formate da migliaia di persone che non imparano la lingua tedesca e, vivendo in pochi chilometri quadrati uno accanto all altro, formano piccoli mondi estranei alla società tedesca. Così appare la Germania, un Paese con diversi livelli di integrazione e d immigrazione, una conseguenza del federalismo che consente ai singoli Länder di stabilire le politiche migratorie, creando quindi una società multietnica ma frammentata, disomogenea e contraddittoria, un nuovo e complesso panorama sociale che favorisce la formazione e la diffusione di idee nazionaliste e populiste, caldeggiate da politici, intellettuali e dirigenti. Il portabandiera di questo movimento di e- strema destra o di tutela dell identità tedesca, a seconda di come lo si voglia interpretare, è senza dubbio l ex membro della direzione della Bundesbank, Thilo Sarrazin, che con il suo libro Deutschland schafft sich ab, 'La Germania si abolisce', ha scatenato un intenso dibattito sull integrazione. Secondo l ex senatore socialdemocratico di Berlino, il Paese si sta «abbrutendo sotto il peso degli immigrati musulmani», in media «meno intelligenti ma più prolifici per ragioni genetiche». Tesi che hanno spaccato in due l opinione pubblica: da una parte quelli che giudicano le teorie dell ex senatore «filonaziste», dall altra parte quanti sostengono che Sarrazin ha avuto solo il coraggio di dire ad alta voce ciò che molti pensano; ipotesi quest ultima confermata dal fatto che il suo libro, in poche settimane, ha già venduto più di un
milione di copie. Il mondo politico, nonostante abbia preso le distanze da Sarrazin, non può non tenere conto dei proseliti che sta ottenendo il suo best seller. Il governo democristiano-liberale sta mettendo a punto nuove regole per l immigrazione e l integrazione che seguiranno un principio fondamentale: tolleranza solo per chi vuole integrarsi. Il prossimo anno l esecutivo, guidato dalla Merkel, presenterà al vaglio di Bundestag e Bundesrat, le due camere del Parlamento, un disegno di legge per rendere obbligatori gli Integrationkurse, i corsi d integrazione, in vigore dal 2005, rivolti a tutti gli stranieri extracomunitari in età post-scolare, nel corso dei quali si impara la lingua tedesca ma anche tradizioni e leggi della Germania. Chi si rifiuterà di seguire i corsi rischierà anche l espulsione dal Paese. Previsto pure un provvedimento per trasformare in reato i cosiddetti matrimoni forzati e arginare le nozze di comodo organizzate per ottenere il permesso di soggiorno, pratica assai diffusa nella comunità musulmana. Il giro di vite ha provocato proteste e malumori tra la numerosa comunità islamica tedesca, in particolare quella turca. Allo stesso tempo, però, nel governo si discute sulla possibilità di facilitare l arrivo di lavoratori specializzati e manager stranieri. Il ministro per le Politiche dell integrazione, Maria Böhmer, inoltre, vorrebbe inserire più stranieri nei servizi pubblici, settore in cui, secondo la funzionaria del governo, «un dipendente su 5 dovrebbe provenire da una famiglia di origini straniere». Insomma, il sogno Multikulti tedesco è fallito, ma tornare indietro non è più possibile. Il problema principale della Germania oggi è proprio questo: non può prescindere da milioni di immigrati che lavorano e producono, partecipando attivamente al nuovo boom economico del Paese. Allo tempo, però, la società deve confrontarsi con immigrati che non intendono o non riescono ad integrarsi e rischiano di disintegrare, o di abolire come sostiene Sarrazin, la società e la cultura tedesche. Fra la gente sta crescendo l intolleranza, ma non diventerà estremismo politico I tedeschi sono uno dei popoli europei meno tolleranti nei confronti degli immigrati islamici. È il risultato di uno studio condotto dal sociologo Detlef Pollack, docente di 'Religione e politica' all Università di Münster, in Westfalia. Professor Pollack, come ha realizzato il suo studio? Con i miei collaboratori abbiamo condotto un sondaggio intervistando 1.000 persone di età, sesso e origini sociali differenti in Francia, Danimarca, Portogallo, Olanda e Germania, dove abbiamo anche distinto tra tedeschi residenti all Ovest o all Est. Abbiamo rilevato che più della metà dei tedeschi occidentali e due terzi di quelli orientali non accetterebbero in alcun modo che un loro parente sposasse un uomo o una donna di religione islamica. Il 60% dei tedeschi dell Ovest e l 80% di quelli dell Est non hanno né vogliono avere contatti sociali con musulmani. Solo il 22% ha detto di
non avere alcun problema con loro. Meno del 30% è favorevole alla costruzione di moschee in Germania. Dati preoccupanti. Quali le cause? Il mio studio ha confermato la mancata integrazione di migliaia di stranieri islamici in Germania, e questo ha generato intolleranza da parte della popolazione tedesca, in particolare nelle zone meno ricche del Paese. Allora non sbaglia chi dice che in Germania si rischia una pericolosa deriva a destra come nella vicina Olanda? Da sociologo posso dire che non sempre ciò che si evidenzia sul piano sociale si riscontra poi in ambito politico. Da parte della politica e dell opinione pubblica della Germania, c è un rifiuto inconscio nei confronti dell estremismo di destra. L Npd, il partito neonazista, è relegato sotto l 1%. Credo che, forse un po tardivamente, la politica si sia però resa conto della gravità del problema. I politici tedeschi non sembrano avere le idee molto chiare. La cancelliera Merkel dichiara che la società 'multikulti' è fallita, ma allo stesso tempo il presidente Wulff sostiene che l Islam appartiene alla Germania. Due idee entrambe giuste e divergenti, che fanno parte di un dibattito costruttivo sull integrazione. Il fallimento della società multiculturale è sotto gli occhi di tutti, ma anche che più di 4 milioni di islamici vivono in Germania. Il suo studio si è soffermato anche sul rapporto tra tedeschi e religione. L 80% dei tedeschi appartiene alla Chiesa cattolica o protestante, quindi non è sbagliato sostenere che la Germania sia un Paese che si ispira a principi cristiani. Ma allo stesso tempo l Islam è la seconda religione del Paese. Perché ha deciso di istituire una cattedra di 'Religione e politica'? Da sociologo ho potuto constatare che, dopo l attentato alle torri gemelle del settembre 2001, si sono verificati dei cambiamenti profondi nella società. Improvvisamente ci siamo confrontati con un mondo in cui buona parte della popolazione i- dentifica completamente la religione con la politica. Una visione superata ormai da secoli nel mondo occidentale. Forse per questo l integrazione è una sfida impossibile? Non so se sia impossibile, ma sicuramente sarà la principale sfida del XXI secolo per tutto il mondo occidentale. In Germania ci sono delle difficoltà, ma anche un dibattito aperto e costruttivo. È fondamentale puntare sull integrazione delle nuove generazioni, ecco l importanza della scuola e dell apprendimento della lingua e della cultura del Paese in cui si nasce e cresce.
Docenti stranieri per far studiare gli stranieri L esperimento in una scuola di Brema ha dato buoni risultati e ispirato altri istituti Il nodo dell organizzazione rigida del sistema d istruzione «Non c è alternativa all integrazione, è l unica strada percorribile». Nicole Wind è la codirettrice della Integrierte Stadtteilschule Lehe di Bremerhaven, piccola cittadina portuale nei pressi di Brema. Questo piccolo centro, spazzato dai venti gelidi del Mare del Nord, viene considerato un cosiddetto Brennpunkt, un punto caldo sul versante sociale. «Ha uno dei tassi di disoccupazione e povertà più alti di tutta la Germania aggiunge la Wind. La maggior parte dei genitori dei nostri alunni percepiscono sussidi di disoccupazione». Tre anni fa la Integrierte Schule di Bremerhaven rischiò la chiusura: aggressioni agli insegnanti, droghe e coltelli nelle classi, la polizia chiamata ad intervenire decine di volte. Poi due anni fa la svolta: sull onda di una seppur moderata rinascita economica della città realizzatasi grazie anche alla inaugurazione del museo interattivo dedicato ai climi della terra, attrazione unica in tutta la Germania si è tentato di salvare la scuola degli stranieri e degli sbandati. «L idea era di realizzare una scuola integrata in grado di concedere un occasione a tutti prosegue la Wind. Considerando poi che molti studenti erano stranieri o con un passato migratorio alle spalle, abbiamo deciso di inserire nel corpo docenti molti stranieri». Due anni dopo si può dire che la scuola abbia vinto la sua sfida, tanto è vero che il sistema della Integrierte Schule di Bremerhaven è stato importato anche in alcune scuole di Amburgo e Berlino. E, probabilmente, ha fornito uno spunto di riflessione anche al ministro dell Interno, Thomas De Maiziére. Insegnanti stranieri tra studenti stranieri è stata infatti la ricetta suggerita dal politico della Cdu per favorire l integrazione degli studenti immigrati. «Non so se De Maiziére conosce la nostra scuola aggiunge la Wind ma senza dubbio la nostra è una formula che va nella direzione non solo dell integrazione reale ma anche della democratizzazione della scuola tedesca, che propone un sistema ancora troppo elitario e di scelte precoci. Il sistema scolastico nella maggior parte dei Länder, infatti, indirizza e determina il futuro di uno studente già all età di otto, nove anni. Pensate a un bambino straniero o comunque a chi cresce in situazioni di disagio ed è praticamente tagliato fuori: le sue ambizioni vengono represse già prima che possa maturarle». Il ciclo delle scuole in Germania è obbligatorio dai 6 ai 18 anni. Ci sono delle differenze tra i diversi Länder che gestiscono autonomamente la scuola, ma quasi ovunque dopo il primo ciclo di studi, la Grundschule, che termina a dieci anni, in base ai
voti ottenuti, la scuola consiglia il tipo di istruzione secondaria che ritiene appropriato per le capacità del bambino. Si va dalle scuole differenziali per studenti con difficoltà d apprendimento a quelle professionali, fino al Gymnasium, la più ambita ed elitaria, l unica che consente di accedere agli studi universitari. La scuola di Bremerhaven rappresenta ancora un esperimento, ma la realtà è che in Germania, secondo dati del ministero dell Istruzione, il 13 per cento degli studenti stranieri non consegue un titolo di studio, tra i giovani turchi addirittura il dato sale al 70 per cento. Dati drammatici che si riflettono anche nel mondo del lavoro: tra i giovani stranieri in alcune zone il tasso di disoccupazione è quasi del trenta per cento. Il sistema scolastico tedesco, insomma, porterebbe grandi responsabilità nel fallimento della cosiddetta società multiculturale, ma solo la scuola potrà salvare milioni di giovani stranieri. ( V.S a v. )