Cinetismi e programmazioni



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DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO IN SCULTURA TESI SCRITTOGRAFICA Cinetismi e programmazioni Relatore tesi: Professor Francesco Ronzon Diplomando: Nicola Ghirotto PROGETTO Solvency II Relatore : Professoressa Donata Lazzarini Diplomando: Nicola Ghirotto Correlatore: Maestro Sergio Capellini ANNO ACCADEMICO 2011/2012

DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO IN SCULTURA TESI SCRITTOGRAFICA Cinetismi e programmazioni Relatore tesi: Professor Francesco Ronzon Diplomando: Nicola Ghirotto ANNO ACCADEMICO 2011/2012

Sommario CINETISMI E PROGRAMMAZIONI SOMMARIO... 5 PREMESSA... 9 1. ALBORI DEL MOVIMENTO...13 1.1 DAL 1860 GLI ALBORI DI UNA NUOVA PERCEZIONE ARTISTICA... 15 1.2 NIETZ CHE NASCITA DELLA TRAGEDIA...... 18 1.3 GESTALT... 23 1.4 GLI IMPRESSIONISTI... 34 1.4.1 Prime aggregazioni del movimento... 34 1.4.1. August Rodin...42 1.5 ESPRESSIONI DINAMICHE DOPO IL 1900... 45 1.5.1 Picasso Les demoiselles d'avignon...... 50 1.5.2 La scultura cubista... 53 2. LA RICERCA DEL MOVIMENTO NELLE AVANGUARDIE STORICHE...57 2.1 COSTRUTTIVISMO RUSSO... 59 2.1.1 Nascita del Costruttivismo... 59 2.1.2 Arte al servizio della rivoluzione.... 63 2.1.3 Nikolaj Tarabukin - produttivismo puro... 65 2.1.4 Il fallimento dell ideale... 67 2.1.5 Vladimir Tatlin Monumento per la Terza Internazionale Comunista.... 69 2.2 FUTURISMO... 72 2.2.1 Il contesto... 73 2.2.2 Il Manifesto... 77 2.2.3 Le forme di espressione artistica... 79 2.2.4 Umberto Boccioni... 81 2.2.4.a Sviluppo di una bottiglia nello spazio...84 2.3 BAUHAUS... 86 2.3.1 Contesto e antefatti... 86 2.3.2 Verso un nuovo progetto... 88 2.3.3 Ragioni di una nuova istruzione... 91 2.3.4 L indipendenza negata... 94 2.3.5 Epilogo: il terzo Bauhaus... 96 2.3.6 Wassily Kandinsky... 98 2.3.7 La torre di fuoco di Itten... 101 3. NUOVE AVANGUARDIE... 107 3.1 L EPOCA DI NUOVE SPERIMENTAZIONI... 109 3.1.1 1920 Gabo e Moholy-Nagy... 112 3.1.1.a Lichtrequisit...114 3.2 SVILUPPI DAL 1933... 116 3.2.1 Alberto Giacometti... 118 3.2.2 1952 Bruno Munari... 122 3.2.2.a Le macchine inutili...125 5

3.3 ARTE CINETICA,PROGRAMMATA E OP ART.... 130 3.3.1 Arte Cinetica... 135 3.3.1.a I Mobiles di Calder...137 3.3.1.b Victor Vasarely...139 3.3.2 Arte Programmata... 143 3.3.2.a GRUPPO T, N e GRAV...145 3.3.3 Optical Art... 154 4 EPILOGO DEL MOVIMENTO... 163 4.1 LA FORZA DEL NUOVO CONTINENTE... 165 4.1.1 La rivalsa americana... 165 4.1.2 I movimenti americani... 166 4.1.3 Il movimento nell action painting... 169 4.1.3.a Ja kson Pollo k......171 4.2 POP ART... 173 4.2.1 La programmazione del mercato... 173 4.2.2 Il movimento... 173 4.2.3 Pop art Vs Op art... 178 5 ARTE CINETICA E PROGRAMMATA OGGI... 181 5.1 CONTINUAZIONI... 183 5.1.1 Mercato oggi... 183 5.2 E PROPRIO TUTTO FINITO?... 195 5.2.1 Nicolas Schoffer e altri... 195 5.3 LE NUOVE FRONTIERE: NESSUN MOVIMENTO TANTI ADEPTI.... 197 5.4 2013 INTERNATIONAL KINETICS ART... 207 6 CONCLUSIONI... 213 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA... 217 SOLVENCY II PREMESSA... 225 1 UN PERCORSO PARTICOLARE.... 226 2 SOLVENCY II IL NUOVO SISTEMA DI VIGILANZA PRUDENZIALE... 229 3 LA PROGRAMMAZIONE... 231 4 MUNARI E CALDER... 233 5 CONCLUSIONI... 235 6 BIBLIOGRAFIA... 237 6

Premessa Il progetto nell opera d arte è sempre stato un elemento di grande importanza sia dal punto di vista pittorico, ma soprattutto scultoreo e con il tempo si è adattato alle diverse forme di espressione dando vita negli anni sessanta del novecento ad una corrente artistica importantissima l arte cinetica e programmata. La programmazione dell opera è stata trasversale anche ai tempi ed alle influenze culturali nelle quali l artista doveva agire: la commessa, il motivo della prestazione, la contrattualistica e la tecnologia sono stati elementi imprescindibile per progettare l opera d arte. La programmazione è divenuta via via sempre più pregna di significato dando vita a contestualizzazioni sempre più complesse, passando da mere pianificazioni esecutive a più complessi passaggi concettuali prima e realizzativi poi. Il tentativo di dare un senso cronologico in questa evoluzione di pensieri e tecnologie potrebbe sembrare un esercizio non semplice, ma mai come la consacrazione dell arte programmata ha avuto un impatto così potente da arrivare ai giorni nostri generando forme artistiche spinte al limite che hanno abbandonato la catalogazione di programmata, anche se intrinsecamente lo sono, lo manifestano e lo rendono palese. La formazione quindi di un idea evolutiva dell opera d arte è partita da quel periodo storico ricco di tensioni sociali, scontri e passaggi che hanno trasferito il concetto di programmazione come esecuzione a programmazione come progettualità di pensiero e successivamente esecuzione. La Pop art ha poi annientato il concetto di programmazione ed ha affermato un nichilismo nel fruitore dell arte, generalizzando e banalizzando il soggetto e quindi l esecuzione: l antitesi alla programmazione. I due blocchi tra Stati Uniti ed Europa si sono scontrati sul tema e ne è uscita sconfitta la programmazione e la pianificazione del vecchio continente, portando al limite la spasmodica rivendicazione statunitense di decontestualizzazione, de-regolamentazione e semplificazione, arte semplice, arte facile, arte duplicabile, arte che non deve faticare il pensiero. proprio così? Forse i moderni artisti si sono fermati ad un arte contemplativa o l arte contemporanea serve a porsi 9

domande? Forse l arte programmata ha perso la battaglia, ma non ha perso la guerra e dimostrarlo sarà la sfida di questo lavoro. Il lavoro è suddiviso in due testi: il primo riguarda la parte scrittografica, e cioè la parte storiografico-artistica che sviluppa le argomentazioni che nella seconda parte supportano la realizzazione dell installazione, dove si spiega appunto il lavoro laboratoriale. La prima parte è suddivisa in sei capitoli, il primo dedicato agli albori del movimento cinetico e programmato ed agli studi attraverso i quali gli artisti, intenzionalmente o meno, hanno rappresentato il movimento, hanno applicato un immagine ad una teoria filosofica per semplificarla ed hanno teorizzato la percezione della forma dando varie regole per la definizione di questo fenomeno; lo studio poi della rappresentazione del movimento è avvenuta trasversalmente attraverso le avanguardie a cavallo del 1900 e di quegli artisti che, seppur maestri dell avanguardia che rappresentano, hanno prodotto opere o hanno cercato di rappresentare nelle loro opere la dinamicità; possiamo parlare di un embrionale ed a volte causale desiderio di dinamicità. Il secondo capitolo considera invece tre avanguardie storiche che si allineano e si separano temporalmente, ma che utilizzano il movimento e la dinamicità come elemento di sperimentazione, questa volta coscientemente, creando opere d arte cinetiche; queste tre avanguardie sono il costruttivismo, il futurismo ed il Bauhaus. Abbiamo qui l utilizzo della programmazione non solo nelle opere d arte, che dovevano rispecchiare il movimento inteso come corrente artistica, ma programmazione del contesto creativo di riferimento: il costruttivismo ha usato l arte per programmare uno stato nuovo, il futurismo pure, ma con un odio profondo del passato ed un aggancio alla modernità all interventismo e ad un nuovo ordine delle cose, naturalmente dinamico; il Bauhaus invece rappresenta una nuova metodica, programmata ed una puntuale organizzazione della creazione dell arte; autodeterminazione come individuo creativo detentore di scienza e arte: nascita quindi del movimento. Il terzo capitolo tratta invece delle nuove avanguardie, quelle più recenti dagli anni venti del novecento agli anni sessanta del novecento, dove si sviluppa e si diffonde lo studio dell arte cinetica e programmata con la consacrazione del movimento: Gruppi T ed N, Vasarely e Calder; possiamo parlare di evoluzione del movimento cinetico programmato fino agli anni d oro ed al trionfo dell avanguardia. 10

Nel quarto capitolo abbiamo invece un analisi delle cause che hanno portato al declino dell arte cinetica e programmata e che hanno sopraffatto ogni tentativo di affermazione delle sperimentazioni cinetiche, non uscendo tuttavia dal tentativo di verificare chi ha continuato nella sperimentazione in questo senso e chi ha rappresentato ugualmente il movimento: quindi la fine del movimento, il tramonto di ogni sperimentazione. Nel quinto ed ultimo capitolo avviene invece un analisi sulle attuali condizioni dell arte cinetica e programmata, se esiste un mercato di questo tipo di arte, se esistono o sono emerse altre nuove avanguardie contemporanee che sperimentano il dinamismo e quale indirizzo l arte cinetica e programmata ha preso. La speranza forse di una rinascita? O la mai sopita forza del cinetismo che tutti vogliono e cercano di rappresentare, ma non sempre vi riescono ed allora deviano verso altri concetti per la troppa difficoltà generata dal programmare? Dimostrare quindi che non nasce tutto dal caso? Queste ed altre risposte nelle conclusioni della prima parte. La seconda parte del lavoro, invece, completa la prima con una linea continua che trasversalmente passa attraverso le varie epoche ed i vari artisti, cercando di spiegare nel modo più coerente possibile un progetto nuovo, di argomentazioni complesse che deve essere reso semplice nella sua realizzazione come opera contemporanea. La scelta di tridimensionalizzare un concetto business-legislativo del comparto assicurativo, è senza ombra di dubbio una sfida affascinante che si è tradotta in quattro capitoli dove nel primo si spiega la strana unione dei vari concetti, arte, business, finanza, impresa, ecc., nel secondo si spiega cos è il soggetto dell installazione, e cioè Solvency II, nel terzo si spiega la programmazione dell opera d arte, sia come concetto sia come tecnica, nel quarto ed ultimo si guarda ai maestri del passato, Calder e Munari per collocare l opera nella sfera programmatico-cinetica; in ultima le dovute conclusioni. 11