si caratterizzava per il fatto che dettava una normativa generale di settore, inerente a quasi tutti i predetti servizi [pubblici], fatta eccezione pe

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Transcript:

si caratterizzava per il fatto che dettava una normativa generale di settore, inerente a quasi tutti i predetti servizi [pubblici], fatta eccezione per quelli espressamente esclusi, volta a restringere, rispetto al livello minimo stabilito dalle regole concorrenziali comunitarie, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, di gestione in house dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, consentite solo in casi eccezionali ed al ricorrere di specifiche condizioni, la cui puntuale regolamentazione veniva, peraltro, demandata ad un regolamento governativo, adottato con il decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010 n. 168 con la richiamata consultazione referendaria detta normativa veniva abrogata e si realizzava l intento referendario di <escludere l applicazione delle norme contenute nell art. 23 - bis che limitano, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house di pressoché tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (ivi compreso il servizio idrico)> (sentenza n. 24 del 2011) e di

consentire, conseguentemente, l applicazione diretta della normativa comunitaria conferente una nuova disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che non solo è contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata, in quanto opera una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti in house, al di là di quanto prescritto dalla normativa comunitaria, ma è anche letteralmente riproduttiva, in buona parte, di svariate disposizione dell abrogato art. 23 bis e di molte disposizioni del regolamento attuativo del medesimo art. 23 bis contenuto nel d.p.r. n. 168 del 2010 rende ancor più remota l ipotesi di affidamento diretto dei servizi, in quanto non solo limita, in via generale, <l attribuzione di diritti di esclusiva alle ipotesi in cui, in base ad un analisi di mercato, la libera iniziativa economica privata non risulti idonea a garantire un servizio rispondente ai bisogni della comunità> (comma 1), analogamente a quanto disposto dall art. 23 bis (comma 3) del d.l. n. 112 del 2008, ma la ancora al rispetto di una soglia commisurata al valore dei servizi stessi, il superamento della quale (900,00 euro, nel testo originariamente adottato; ora 200.000 euro, nel testo vigente del comma 13) determina automaticamente l esclusione dalla possibilità di affidamenti diretti. Tale effetto si verifica a prescindere da qualsivoglia valutazione dell ente locale, oltre che della Regione, ed anche in linea con l abrogato art- 23 bis in difformità rispetto a quanto previsto dalla normativa comunitaria che consente, anche se non impone (sentenza n. 325 del 2010), la gestione diretta del servizio pubblico, da parte dell ente locale, allorquando l applicazione delle regole di concorrenza ostacoli, in diritto o in fatto, la speciale missione dell ente pubblico (art. 106 TFUE), alle sole condizioni del capitale totalmente pubblico della società affidataria, del cosiddetto controllo analogo (il controllo esercitato dall aggiudicante sull affidatario deve essere di contenuto analogo a quello esercitato dall aggiudicante sui propri uffici) ed infine

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per relationem ratione temporis