MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia BORNO (BS) VALZEL DE UNDINE Luglio- Settembre 2009 INDAGINI ARCHEOLOGICHE RIASSUNTO DEI LAVORI Direzione scientifica: Dottoressa R. Poggiani Keller, Soprintendenza Archeologica della Lombardia Esecuzione lavori: SAP Società Archeologica s.r.l.
Riassunto dei lavori archeologici eseguiti In località Valzel de Undine, in corrispondenza del confine Sud Est del Comune di Borno, tra il 20 luglio e il 10 settembre 2009, sono state effettuate delle indagini archeologiche dirette dalla dottoressa R. Poggiani Keller della Soprintendenza Archeologica della Lombardia 1. Il sito (UNESCO n. 94 Arte rupestre della Valle Camonica ), è noto per i ritrovamenti casuali dei massi incisi Borno 1, 4, 5, avvenuti in più riprese a partire dal 1953. Le statue, rinvenute in posizione secondaria nell alveo del Valzel de Undine, a Nord della confluenza con il Trobiolo, indicano la presenza, lungo il versante, di un santuario megalitico preistorico (età del Rame). Durante la scoperta del masso Borno 4, avvenuto nel 1981 lungo la sponda sinistra del torrente, si rinvennero anche frammenti ceramici della tarda età del Ferro e romani, che testimoniano l utilizzo dell area anche in epoche successive. Rilievo di Borno 1, faccia A Rilievo del masso Borno 4 1 I lavori sono stati svolti dalla ditta SAP Società Archeologica s.r.l. di Mantova. Hanno partecipato Roberto Caimi (responsabile), Federica Guidi, Umberto Ferrante, Marco Redaelli.
L indagine si proponeva di valutare l estensione del deposito archeologico e di raccogliere informazioni utili per una ricostruzione paleoambientale. Sono stati recuperati campioni per analisi radiometriche e paleobotaniche. Generale dell area indagata, da Sud I lavori archeologici sono stati preceduti da una giornata di disboscamento e pulizia dalla vegetazione, necessaria per rendere un minimo accessibile l area da indagare 2. Vengono successivamente aperti con un mezzo meccanico 3 cinque settori, tutti distribuiti lungo la sponda sinistra dell alveo. Quello più a Nord è collocato in corrispondenza di una grossa pietra infissa verticalmente nel terreno (settore 1), quello più a Sud (settore 5), si trova sopra la stazione per il metanodotto, dove nel 1988 è stato ritrovato il masso denominato Borno 5. Nella sequenza stratigrafica esposta si osserva la presenza di Lavori di pulizia dalla vegetazione arbustiva depositi alluvionali aventi spessore rilevante, di depositi colluviati e di depositi di origine fluvioglaciale che sottolineano la forte pendenza dell alveo e l instabilità dell area. Le ghiaie sterili fluvioglaciali si appoggiano al substrato roccioso, costituito 2 Due operai del Consorzio Forestale ripuliscono la sponda dalla vegetazione arbustiva fino a poco oltre il grosso masso di Pietra Simona, infisso nel terreno. I limiti dell area da indagare (mappali 1029, 1033, 1119, 1032), sono molto approssimativi perchè l area non è stata picchettata e mancano i punti di riferimento. 3 Viene utilizzato un escavatore da 15 ql della Ditta Pezzotti, sostituito successivamente da un escavatore di 30 ql per raggiungere le quote più profonde.
da rocce carbonatiche grigio biancastre, alternate ad interstrati di argilliti ben stratificate, con giacitura a reggipoggio (settore 5). La parte superiore della stratigrafia è costituita da ghiaie sabbiose alluvionali di epoca storica e nei settori 3 e 4 non è stato possibile approfondirsi oltre tali depositi. Solo i settori 1, 2 e 5 Est mostrano evidenze archeologiche importanti. Settore 5 Est Sopra le ghiaie fluvioglaciali che coprono il substrato roccioso, si osserva un paleosuolo caratterizzato dalla presenza di un focolare e di elementi lignei combusti (fossa di combustione, palizzata?). La superficie mostra una pendenza da Nord verso Sud ed è coperta da uno spesso strato di ghiaie sabbiose alluvionali. I frammenti ceramici rinvenuti appartengono con molta probabilità all età del Ferro (sono stati raccolti campioni per analisi paleobotaniche e radiometriche). Data l esiguità della superficie visibile e la profondità del deposito non è possibile al momento riconoscere la forma e le dimensioni della struttura. Le evidenze proseguono oltre i limiti di scavo indagati. Settore 5 Est, superficie sotto le alluvioni Settore 5, travetti ed elementi lignei combusti
Settore 5 Est, focolare Settori 1 e 2 In corrispondenza del settore 1 si osserva la presenza di un masso di forma biconica, con dimensioni di 0.74x1.10 m, alto 2.50 m (arenaria fine quarzosa, di colore rosso violaceo, Formazione della Pietra Simona), posizionata verticalmente all interno di una grossa buca recente 4. Lungo il lato NE del masso è presente una scritta in stampatello maiuscolo (LUCIANO), mentre il lato orientato circa ad Est è irregolare, a causa di fratture eseguite con uno scalpello per recuperare frammenti lapidei ad uso edile. Tracce di inserimento di punte o scalpelli sono state individuate anche in un masso di uguale litologia inserito in un muro a secco, probabile appoggio di un ponticello caduto attorno agli anni 50 e situato nel mappale 1010 5. Vista la presenza dei massi Borno 1 e Borno 4, rinvenuti poco a monte 6, si può ipotizzare che anche questa pietra, in origine, facesse parte della struttura preistorica (santuario megalitico). Nel settore 1, al di sotto delle alluvioni storiche, si osservano stesure sovrapposte di ciottoli selezionati, la più antica contenuta da grossi massi. E probabile che gli strati formino una sorta di piattaforma o accesso al terrazzo superiore. Nella matrice situata tra i ciottoli della stesura di pietre più superficiale, sono stati rinvenuti frammenti ceramici dell età del Ferro. Parte di questa stratigrafia è visibile anche nel settore 2, situato qualche metro più a Sud. La prosecuzione 4 La signora Elena Andreoli, proprietaria dei terreni 10101, 1011, 1012, 1022, 1023, racconta che la pietra, rinvenuta poco più a monte, è stata riposizionata circa 40-50 anni fa da suo cognato, Luciano Castellucchio). 5 Un frammento riutilizzato di stele in arenaia rosso violaceo (Pietra Simona), è visibile in una muratura a Borno, in via S. Fermo, presso la vecchia casa dei Paiù. 6 Borno 1, secondo le testimonianze della signora Elena Andreoli, è stato rinvenuta nell angolo NW del mappale ex 1011.
dell indagine, per meglio comprendere l andamento delle superfici e delle strutture, implica il collegamento tra i due settori. Settore 1, piattaforma accesso al terrazzo superiore Settore 1, masso riposizionato 40-50 anni fa
Settore 2. La matrice tra le pietre contiene frammenti di ceramica del età del Ferro Settore 1, accrescimento piattaforma accesso al terrazzo superiore Considerazioni Per la valorizzazione del sito occorre pianificare lavori di disboscamento e decespugliazione, rimuovere gli scarichi fognari presenti a monte e i rifiuti distribuiti lungo le sponde. Occorre meglio definire i confini tra le proprietà, ormai poco leggibili a causa della vegetazione. Da un punto di vista archeologico, oltre gli interventi proposti sopra, sarebbe molto interessante indagare i mappali ex 1011 e 1010.