indice U F F I C I O S TA M PA Via Pio VII, 97 10135 TORINO tel. 011-6177282 cell. 335-7662297 E-M A I L: u f f i c i o s t a m p a. t o @ c o l d i r e t t i. i t S I T O: w w w. t o r i n o. c o l d i r e t t i. i t c o l d i r e t t i C O L D I R E T T I N E W S : Prezzi, per Davos allarme a tavola è priorità nel 2008 C O L D I R E T T I NEWS: Rifiuti, la Cina proibisce sacchetti in plastica per la s p e s a a g r i c o l t u r a F I N A N Z A & M E R C AT I : Biodiesel, nel 2008 il bel paese si tingerà di verde PA N O R A M A E C O N O M Y: Un campo di girasoli riscalderà Ve rz u o l o L A S TA M PA : Non ci amano ma ci mang i a n o L A S TA M PA : Nuovo allarme, l agricoltura è in ginocchio I L S O L E 24ORE NOVA : Biofuel e coltivazioni alimentari rassegna stampa OK_COVER_RASTA2008.qxd 10 gennaio 2008
Filippo Tesio Oggetto: PREZZI: COLDIRETTI, PER DAVOS ALLARME A TAVOLA E' PRIORITA' NEL 2008 Data: Mercoledì, 9 gennaio 2008 14:06 Da: Coldiretti - Relazioni Esterne <relazioniesterne@coldiretti.it> Conversazione: PREZZI: COLDIRETTI, PER DAVOS ALLARME A TAVOLA E' PRIORITA' NEL 2008 N.17-9 gennaio 2008 PREZZI: COLDIRETTI, PER DAVOS ALLARME A TAVOLA E PRIORITA NEL 2008 L allarme prezzi lanciato per il 2008 dal World Economic Forum (WEF) di Davos prefigura un cambiamento delle gerarchie all'interno dell'economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l'agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche. E quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare il rapporto del WEF che evidenzia che per il 2008 le riserve alimentari globali sono ai livelli piu bassi degli ultimi 25 anni e le forniture mondiali sono particolarmente esposte a crisi e disastri naturali con l accentuazione dei fattori che provocano insicurezza alimentare come la crescita della popolazione, la modifica degli stili di vita, i biocarburanti e i cambiamenti climatici. La riduzione della disponibilità alimentare con l aumento dei prezzi è indicata - riferisce la Coldiretti - insieme alla crisi del petrolio, alla recessione Usa e alla globalizzazione dei rischi tra le minacce per l'economia mondiale da qui a dieci anni. Si tratta di una analisi coerente con quella della banca mondiale che prevede una crescita mondiale rallentata nel 2008 al 3,3 per cento e con quella dell'international Food Policy Research Institute che stima una riduzione del 16 per cento della produzione agricola mondiale per il 2020 con l effetto di un aumento stabile dei prezzi internazionali. Secondo l'istituto - sottolinea la Coldiretti - è finito il tempo dei prodotti agricoli a buon mercato e, dopo un lungo periodo con prezzi in continua riduzione, si sta registrando una inversione di tendenza strutturale. Le cause - riferisce la Coldiretti - sono da ricercare nei cambiamenti climatici che provocano una riduzione delle terre coltivate e un calo delle rese produttive, nella domanda crescente di prodotti alimentari a base di latte e carne da parte di paesi emergenti come India e Cina, ma anche nello sviluppo dei biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole. Ad essere influenzati secondo gli esperti saranno soprattutto i cereali e i prodotti trasformati come pane e pasta, ma anche la carne e il latte ed i suoi derivati. Il calo dei raccolti si è già fatto sentire anche in Italia con riduzioni record per olio (-17 per cento), vino (-12 per cento), frutta e agrumi (-5,4 per cento) nel 2007 che per l'italia - continua la Coldiretti - si posiziona al terzo posto nella classifica degli anni piu' caldi degli ultimi due secoli secondo l'istituto di Scienze dell'atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr). Dopo l'abitazione, la spesa alimentare è quella a cui gli italiani riservano la fetta maggiore dei propri redditi destinati al consumo con una percentuale vicina al 19 per cento e un valore di 467 euro al mese. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una evidente dimostrazione che i rincari che si sono verificati nel settore alimentare con aumenti record per prodotti base come pane (+12,3 per cento), pasta (+ 8,4 per cento) e latte (+ 7,6 per cento) rilevati dall'istat nel mese di dicembre hanno effetti sul carovita. A seguito dei rincari nei prezzi tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari principalmente variando il menu' della spesa (il 40 per cento in modo drastico), aumentando l' attenzione riposta nella lettura dell'etichetta e prestando piu' attenzione alla provenienza dei cibi a favore di quelli locali, sulla base dell' Indagine 2007 COLDIRETTI-SWG Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione. Se complessivamente la spesa alimentare è rimasta invariata (+ 0,1 per cento) le quantità portate a casa dalle famiglie per effetto dell'aumento dei prezzi si sono ridotte dell'1,3 per cento con piu' pollo(+ 6,2 per cento), frittata (+ 5,3 per cento) e acqua (+ 1 per cento) mentre cala pane (- 7 per cento), pasta semola (- 4,3 per cento), vino (- 8,4 per cento), frutta (- 2,6 per cento) e verdura (-2,6 per cento), secondo le stime elaborate dalla Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen relativi ai primi nove mesi del 2007. Gli italiani - sottolinea la Coldiretti - si sono rifugiati negli alimenti prodotti nella zona in cui vivono con 2 italiani su 3 che hanno acquistato con regolarità prodotti locali e anche perché si tratta di alimenti il cui costo non è stato influenzato dal caro petrolio che ha fatto aumentare il costo di benzina e gasolio necessario per i trasporti. Secondo lo studio della Coldiretti dei circa 467 Euro al mese che ogni famiglia ha destinato per gli acquisti di alimenti e bevande, oltre la metà, per un valore di ben 238 Euro (51 per cento), va al commercio e ai servizi, 140 (30 per cento) all'industria alimentare e solo 89 (19 per cento) alle imprese agricole. Questo significa chiaramente che i prezzi aumentano in media di cinque volte dal campo alla tavola con una tendenza che - conclude il presidente della Coldiretti Sergio Marini - tende ad accentuarsi ed è quindi necessario lavorare per Pagina 1 di 2
rendere piu' chiaro e diretto il percorso del prodotto con l'etichetta di provenienza, ma anche intervenire sulle filiere inefficienti che perdono valore senza ritardare le necessarie ristrutturazioni. COLDIRETTI - 335 8245417-06 4682487 - FAX 06 4871199 - www.coldiretti.it Pagina 2 di 2
Filippo Tesio Oggetto: RIFIUTI: COLDIRETTI, CINA PROIBISCE SACCHETTI SPESA IN PLASTICA Data: Mercoledì, 9 gennaio 2008 18:09 Da: Coldiretti - Relazioni Esterne <relazioniesterne@coldiretti.it> Conversazione: RIFIUTI: COLDIRETTI, CINA PROIBISCE SACCHETTI SPESA IN PLASTICA N.18-9 gennaio 2008 RIFIUTI: COLDIRETTI, CINA PROIBISCE SACCHETTI SPESA IN PLASTICA Mentre in tutto il mondo girano le inquietanti immagini delle difficoltà dell Italia nel risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli, il governo cinese ha annunciato il divieto ai negozi di offrire in omaggio i sacchetti della spesa in plastica per ridurre l inquinamento ambientale. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la decisione è stata assunta perché le buste di plastica provocano un eccessivo consumo di energia, problemi di inquinamento e inadeguata possibilità di riciclaggio secondo le Autorità cinesi. Considerato l elevato consumo di buste di plastica, la nuova norma - sottolinea la Coldiretti - è un passo in avanti sulla strada dell impegno nel combattere il crescente inquinamento che ha accompagnato il boom economico del paese asiatico. Dal primo giugno i supermercati cinesi non potranno piu offrire ai consumatori buste di plastica gratuitamente mentre le autorità finanziarie stanno verificando l introduzione di tasse per scoraggiarne la produzione e il consumo. Norme per scoraggiare l uso di buste di plastica sono state introdotte - riferisce la Coldiretti - anche in Sud Africa, Irlanda, Taiwan e Bangladesh mentre in Italia è prevista la possibilità di sostituire le tradizionali bustine della spesa di plastica con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale a partire dal 2010 secondo la finanziaria dello scorso anno. Per decomporre i sacchetti di plastica tradizionali occorrono almeno 200 anni con un effetto inquinante sull'ambiente che - continua la Coldiretti - si aggiunge alla emissione di gas ad effetto serra destinato ad influenzare negativamente il clima e al consumo di combustibile di origine fossile. Mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio shopper) con un effetto ambientale che - precisa la Coldiretti - giustifica l'attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale). In Italia si consuma oltre un quarto del totale dei sacchetti di plastica dell'unione Europea e per questo la Coldiretti ha avviato con la Novamont un progetto di filiera con il coinvolgimento dell'industria e della distribuzione commerciale per lo sviluppo delle bioplastiche ottenute dalle coltivazioni nazionali, al fine di sostituire totalmente i sacchetti inquinanti entro il 2010. COLDIRETTI - 335 8245417-06 4682487 - FAX 06 4871199 - www.coldiretti.it Pagina 1 di 1