odulo 6 La gestione del rapporto con il paziente nell era web 2.0
L era web 2.0 Il web 1.0 era l internet statico dei contenuti: i siti web erano semplici testi con scopo di consulenza e informazione senza interazione fra utente e contenuto Il web 2.0 è internet dinamico, che permette agli utenti un alto grado di libertà nella produzione dei contenuti (cresce la voglia, o il bisogno, di comunicare e di condividere)
Il clutter Queste modalità di comunicazione web ampliate (e dinamiche) creano una condizione in cui la libera partecipazione degli utenti produce una rete sovraccarica di informazioni, a volte imprecise, alla quale essi possono attingere continuamente rischiando il cosiddetto clutter, ossia un congestionamento che confonde l elaborazione dell informazione stessa
Il medico nell era web 2.0 L utente rischia di trovarsi in un disordine di informazioni di scarsa utilità ed entro il quale da solo non può orientarsi Di fronte a pazienti che si allineano a questa modalità esistenziale il medico deve essere preparato e sicuro e cercare di far comprendere quanto un approccio sommario a problemi così complessi come la salute non possa che essere inefficace quando non fortemente ansiogeno
Esse est percipi: il paziente psicosomatico Carlo, 40 anni: lamenta forti dolori alla pancia che si manifestano ogni sera dopo cena episodi ripetuti di diarrea serale otivo della visita: ennesimo episodio diarroico
Il paziente psicosomatico (1) Buongiorno Carlo, buongiorno signora. Sta ancora poco bene? Ha avuto altri episodi? oglie Ah sì dottore, non riusciamo a risolvere questa cosa, tutte le sere la stessa storia. (La moglie dice questo con tono quasi scocciato più che preoccupato.) C In effetti dottore non riesco a capire cosa mi succede: è sicuro che gli esami che ho fatto siano sufficienti, perché ho letto proprio ieri in un forum di un signore con i miei stessi sintomi che alla fine aveva il morbo di Crohn. oglie Sì anche questa, ci mancava solo il morbo di Crohn. (Poi rivolgendosi al Dottore) Due giorni fa era l helicobacter, va di continuo su internet in cerca di verifiche.
Il paziente psicosomatico (2) Carlo lo sa che internet non l aiuta né a capire quale sia il suo problema né a farlo capire a me. (Poi rivolto alla moglie) Signora capisco la sua agitazione, ma ora occorre che Carlo mi spieghi nuovamente il tipo di dolore che prova e quando compare. Venga Carlo, si sdrai sul lettino che intanto la visito. C (Stendendosi sul lettino) Adesso non ho dolore, mi viene solo la sera dopo cena. Quindi ieri sera ha avuto dolori? Secondo lei, come mai le vengono solo dopo cena, e non dopo pranzo ad esempio? Cosa aveva mangiato? C Non so dottore, forse perché sono stanco? Comunque le solite cose: un petto di pollo con patate e poi ho sgranocchiato qualche noce, poi quando c è stato da mettere a letto i bambini sono dovuto correre al bagno. oglie Figurarsi, sta sempre male quando c è da fare qualcosa.
Il paziente psicosomatico (3) Ci troviamo di fronte a un paziente che, consultando ripetutamente internet e incrementando quindi il proprio livello di ansia, non fa altro che aggravare la propria stanchezza. Tutto ciò determina un amplificazione dei sintomi riportati e alimenta ulteriormente questa ricerca compulsiva della propria malattia attraverso il web Per tale paziente non solo è necessario un intervento sinergico con uno psiocoterapeuta, ma è anche necessario dissuaderlo dalla ricerca disordinata e continuativa di informazioni dalla rete. Infatti, oltre al fatto che le notizie sono frastagliate, confondenti e spesso non validate dal punto di vista scientifico, questa ricerca ossessiva risulta improduttiva, in quanto il paziente non ha alcuno strumento per rivisitare in modo critico le informazioni ottenute
Il paziente nosofobo (1) ianluigi, 38 anni Aritmie Periodo di stress e superlavoro otivo della visita: richiesta di ulteriori accertamenti
Il paziente nosofobo (2) Buonasera dottore, ianluigi Ferzetti. Prego si accomodi. i dica cosa l ha portata qui da me? uardi dottore è un periodo molto stressante al lavoro, è più di un mese che non sto bene, ogni mattina mi sveglio con le palpitazioni, durante la giornata fatico a respirare, ogni tanto mi sembra di avere le gambe gonfie e mi sento spossato. Ho qui l ecocardio, l EC sotto sforzo e gli esami del sangue, che dicono essere nella norma. Sì mi faccia vedere, mentre guardo mi dica: chi le ha detto che vanno bene? Bhè, io ho guardato il referto, me ne intendo abbastanza, poi ho consultato internet e in più mia mamma era ostetrica, poi sono anche andato dal Prof. Rossi che è cugino di mia madre, un famoso primario di ilano, lo conoscerà.
Il paziente nosofobo (3) Sì, lo conosco. In effetti gli esami vanno bene e sono anche molto recenti, ma mi dica perché lei è così preoccupato, ha familiarità con le cardiopatie? No, ma ho letto su internet che le cardiopatie possono essere asintomatiche. In realtà non è proprio così, ma se anche fosse gli esami lo rileverebbero. Cosa le fa pensare realmente, al di là di internet, che non è mai una buona fonte, di rischiare un problema cardiaco? Le dico la verità dottore, io ho sempre paura di potermi ammalare, e quindi uso tutte le misure possibili per prevenirlo, forse sono ansioso? i sa che è colpa di mia madre, che mi ha sempre ossessionato con le malattie, per fortuna che c è internet così sono aggiornato. Inoltre il cugino di mia madre non mi ha dato molto affidamento, perché non mi ha chiesto nulla, ha guardato solo gli esami e secondo me li ha guardati anche male.
Il paziente nosofobo (4) Signor Ferzetti, internet non la informa sulle sue malattie, ma su tutte le possibili malattie e certamente questo aumenta l ansia che lei riconosce di avere. Le dispiace farmi vedere le gambe, se in questo momento pensa di averle gonfie? Sì va bene, grazie. No vede, le sue gambe in questo momento non sono gonfie, non c è edema, il calzino lascerebbe l impronta. Lei in casa o al lavoro si trova a temperature elevate? Sì dottore, ora che mi ci fa pensare, passo molte ore in ufficio e lì la temperatura è molto elevata. Potrebbe essere quello?
Il paziente nosofobo: sintesi del medico Bene signor Ferzetti, ora cerco di spiegarle, vedo che lei è una persona molto attenta e informata. Dall osservazione che ho fatto alle sue gambe non c è segno di ritenzione di liquidi, che potrebbe indicare un insufficienza cardiaca acuta, al contrario le sue caviglie sono particolarmente asciutte. Con tutti i dati clinici che erano già stati analizzati dal mio collega e la visita di oggi io escluderei una correlazione con problemi cardiaci. i verrebbe più facile pensare che la condizione di stress e superlavoro che lei mi ha illustrato precedentemente possa averle provocato da una parte un po di ansia, che potrebbe avere causato la sensazione di dispnea e le palpitazioni, dall altra il senso di spossatezza: le darò indicazioni per migliorare questa condizione. Come abbiamo precedentemente appurato le gambe non sono gonfie: nei casi in cui le si gonfino, verosimilmente è dovuto alla temperatura elevata in ufficio. Dottore la ringrazio, ora mi sento più tranquillo. Posso contare su di lei in caso di bisogno? Certamente, sono qui per questo. i fa piacere esserle stato di aiuto.
Il paziente nosofobo (5) Questo esempio di colloquio è evidentemente ben riuscito. Ci troviamo di fronte a un paziente che, contrariamente all ipocondriaco, non teme di essere ammalato, ma di potersi ammalare. È un paziente che si premunisce contro le malattie più in auge del momento, eseguendo visite a catena e informandosi in tutti i modi possibili; è chiaro che nell era 2.0 le sue fonti di informazione sono tendenti all infinito In questo caso il medico organizza perfettamente e tecnicamente le indicazioni che offre, dimostrando al paziente che la differenza tra caos (abuso di informazioni da internet) e complessità (gestione della conoscenza) è nella strutturazione delle informazioni, mostrandosi così preparato e attendibile, e permettendo al paziente di convincersi che non ha sviluppato la patologia che temeva
Letture consigliate Prati,. WEB 2.0 Internet è cambiato, Editrice UNI Service, Trento 2007.