Le città metropolitane: la costruzione di piani strategici e le opportunità del PON Metro Cinque questioni

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Transcript:

Convegno 16. 10. 2015, 11.30-13.00 Code: co.10 Le città metropolitane: la costruzione di piani strategici e le opportunità del PON Metro Cinque questioni Giovanni Laino, Università di Napoli Federico II Gabriele Pasqui, Paola Briata Dastu, PoliMi Urban@it

Questioni 1 La questione capoluogo città metropolitana ha diversi profili di criticità. Programma affidato al sindaco metropolitano che non ha ancora la città metropolitana realmente funzionante e che in 4 grandi città sarà (di nuovo?) in carica da giugno 2016 A parte TO e forse CA le città hanno grandi difficoltà ad avviare un processo di reale pianificazione strategica. Serie difficoltà ad armonizzare la gestione centrale e gli interventi in diversi vari comuni.

Questioni 2 Complesso tema delle relazioni di coordinamento e cooperazione interistituzionale a scala metropolitana e regionale: il Ponmetro come un integratore di politiche urbane? Relazioni fra logiche e interventi prevedibili con i Por e/o con il Pon

Questioni 3 Quale integrazione? Interventi congiunti, ma ben distinti dal punto di vista amministrativo ed economico; Interventi sui contenitori e sui contenuti. Il Ponprevede di realizzare percorsi integrati di recupero dallo scivolamento in povertà e reinserimento sociale (lavoro, servizi sociali, salute), per le persone e i nuclei che potranno essere beneficiari delle agenzie sociali per la casa o degli altri strumenti che dovrebbero essere attivati. Come verranno trattati target diversi di beneficiari? (fascia grigia o emarginati) Quale spazio c è per una riproposizione dell approccio integrato? (fra retoriche + o condivise e rugosità delle amministrazioni, deficit di cooperazione, prevalenza dell emergenziale, crisi cognitive?). Assistenza e/o abilitazione dei gruppi deboli deboli?

Questioni 4 Quale Place-based approach? Forse già nell impostazione l approccio è stato seguito solo in parte. Domanda: Ci sono nelle diverse città le condizioni (attoriali, culturali, amministrative, economiche, ) per avviare credibilmente questo tipo di impostazione? I vincoli posti dalla Commissione e dall Autorità nazionale consentono veramente una adozione agile di un tale approccio? Il Pon ha una impostazione attenta agli output individuati e computati. Come, cosa faranno le amministrazioni non abituate a questo metodo? Il programma e le abitudini operative delle amministrazioni riusciranno a costruire ex-ante un sistema di monitoraggio idoneo, agibile ed efficace?

Questioni 5 Quale concentrazione territoriale? La dimensione del quartiere presenta, promette opportunità ma è sempre problematica (già la delimitazione..) Per diverse città però è una scelta che chiarisce, semplifica, è un criterio di ordine. Scelte diverse nelle varie città, talvolta la territorializzazione è debole.

Grazie dell attenzione laino@unina.it

A luglio del 2015 (dopo circa un anno di lavoro) la Commissione europea ha adottato il Programma operativo nazionale Cià metropolitane 2014-2020 (Ponmetro). (892 M di euro, di cui 588UE(466 Fesr+ 142 Fse) + 304M di euro IT. Per le aree urbane ci saranno anche altre risorse europee (Por). L integrazione fra Pon Metro e Por è un cantiere aperto, non facile. Il Pon plurifondo 2014-20 si inserisce nel quadro dell Agenda urbana nazionale e Sviluppo urbano sostenibile delineati nell Accordo di Partenariato della programmazione 2014-2020. È stato realizzato un percorso di co-progettazione strategica e confronto tecnico tra l Autorità di Gestione (Agenzia per la Coesione Territoriale ) e le Autorità urbane, il Sindaco del comune capoluogo (AU) per scegliere un numero limitato e motivato di azioni integrate da finanziare per ogni Città metropolitana. L ANCI (fra i soci fondatori di Urban@it) si propone di svolgere un ruolo di sostegno delle città. Quattordici ci@à: i dieci capoluoghi coincidenti con le ci@à metropolitane identificate dalla legge Delrio(Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria) e quattro ci@à individuate nell ambito delle regioni a statuto speciale (Messina, Catania, Palermo, Cagliari). Circa 40 milioni di euro per ciascuna ci@à del centro-nord e della Sardegna e circa 90 milioni di euro per ciascuna ci@à del Mezzogiorno.

Obiettivi principali del programma: ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e i city user, con lo sviluppo di servizi digitali (smart city); promozione di pratiche e progetti diinclusione/innovazione socialeper la popolazione e i quartieri in condizioni di disagio, attraverso la riqualificazione degli spazi e la previsione di servizi e percorsi di accompagnamento. Risposte a tre sfide: sfida economica,..costruzione di precondizioni di sviluppo con priorita alle politiche dell Agenda digitale; sfida ambientale e climatica: efficienza energetica e mobilità urbana sostenibile; sfida sociale: contrasto al disagio e alla poverta abitativa, (costituzione di agenzie metropolitane per la casa, potenziamento e riqualificazione del patrimonio abitativo); strumenti di lotta alla marginalita estrema (individui senza dimora e delle comunita rom, sinti e camminanti); attivazione di servizi e reti sociali in quartieri particolarmente deprivati.

Cinque assi 1. Agenda digitale (FESR) Adozione di tecnologie per migliorare i servizi urbani della smart city; 2. Sostenibilità urbana (FESR) Risparmio energetico negli edifici pubblici; Illuminazione pubblica sostenibile; Nodi di interscambio modale; Servizi di mobilità condivisa e flotte eco-compatibili; Infomobilità e sistemi di trasporto intelligenti; Mobilità lenta. 3. Servizi per l'inclusione sociale (FSE) Abitare protetto, assistito e condiviso; Prevenzione dell'emergenza abitativa; Servizi per l'inclusione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti; Servizi per l'inclusione dei senza dimora; Attivazione di servizi negli immobili inutilizzati; Alfabetizzazione e servizi per l'inclusione digitale; 4. Infrastrutture per l'inclusione sociale (FESR) Realizzazione e recupero di alloggi; Anagrafe degli assegnatari; Alloggi e spazi per servizi dedicati alle comunità Rom, Sinti e Camminanti; Recupero di immobili inutilizzati da adibire a servizi; Assistenza tecnica (FESR) Gestione; Comunicazione.

I punti-cardine che caratterizzano il programma: 1. Offerta ai cittadini del 70% dei comuni delle aree metropolitane di servizi digitali interattivi; 2. Sostenibilità, riduzione dei consumi di 18GWh per Kmq in ogni comune; 3. I sistemi informativi di 678 comuni dovranno diventare interoperabili; 4. Le emissioni di anidride carbonicadevono ridursi di 1,9 milioni di tonnellate equivalenti convertendo 92mila punti di illuminazione pubblica alla tecnologia LED; 5. Attraversoristrutturazioni e riconversioni energetichedi 38mila metri quadrati di edifici pubblici (finanziate appunto dal programma) il consumo di energia dovrebbe ridursi di 2,2 GWh l anno; 6. L assicurazione di servizi di accoglienzaa circa 1800 persone senza fissa dimora mediante la riqualificazione di spazi urbani; 7. Riabilitazione di più di 2mila alloggi per famiglie in condizioni di disagio abitativo; 8. Agenzie sociali (metropolitane) per la casa. Circa 3900 persone di famiglie a basso reddito e 5800 persone colpite da forme elevate di disagio avranno un accompagnamento alla casa e un inserimento lavorativo, sociale ed educativo (inoltre circa 500 persone appartenenti a comunità emarginate, quali i Rom, verranno sostenute con progetti di inclusione sociale).

Lo stile di costruzione del programma Collaborazione tra le ci@à e l Autorita di gestione, prima il DPS poi l Agenzia per la coesione territoriale. Nel tempo l approccio di coprogettazione è stato mediato a livello statale con le indicazioni (i vincoli poco negoziabili) dei referenti della Commissione europea. Nella maggioranza dei casi il PonMetro è stato costruito nelle città per approssimazioni successive, a partire da liste di possibili interventi, con il coordinamento di un delegato dal Sindaco e una interazione più o meno intensa fra Assessori, Dirigenti. Nei mesi diversi interventi ipotizzati sono spariti o cambiati. Nel Ponè scritto che ogni Comune ha o avrà una struttura dedicata ma il processo per costituire tale assetto è in corso.

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Il Pon Metro: un cantiere per città inclusive Introduzione: Giovanni Laino, DiARC Testimonianze e riflessioni: Barbara Cadeddu, Assessore Comune di Cagliari Carmine Piscopo, Assessore Comune di Napoli, DiARC Giuseppe Stanco, Comune di Napoli Ignazio Messina, Comune di Palermo Paolo Testa, Cittalia, ANCI Conclusioni Giorgio Martini, Agenzia Coesione Territoriale Gabriele Pasqui, DAStU, Polimi

Questioni 1 Città in condizioni diverse, di dimensioni differenti; con una diversa cultura ed esperienza dell approccio integrato; con un approccio diverso al Pon e ai programmi europei; con diversi modelli decisionali di funzionamento della Giunta; con o senza una visione strategica condivisa (già in Giunta); con sindaci in condizioni e stili diversi come Sindaci Metropolitani. (Milano, Torino, Cagliari, Napoli, cambieranno l Amministrazione in primavera). Nella maggioranza dei casi il PonMetro è stato costruito nelle città per approssimazioni successive, a partire da liste di possibili interventi, con il coordinamento di un delegato dal Sindaco e una interazione più o meno intensa fra Assessori e o fra Dirigenti. Tensioni dinamiche fra le istanze di cantierabilità, sostenibilità dei processi attuativi (capacità di spesa) e esplorazione della fattibilità, innovazione.

Nei prossimi mesi viene costituito il Comitato di sorveglianza del PON, l Agenzia controllerà la tenuta delle strutture organizzative dedicate messe a punto dai Comuni. Verrà adottato un manuale per il sistema di gestione e i controlli

Gabriele Pasqui, Paola Briata Dastu Polimi Giovanni Laino, Università di Napoli Federico II Urban@it