Ginevra Balletto e Giovanni Mei - Università di Cagliari Giuseppe Borruso - Università di Trieste

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Transcript:

Rifiuti da costruzione e demolizione: tra carichi ambientali e reimmissione nei processi costruttivi. Il caso dello stadio Sant'Elia (Cagliari) nel contesto regionale della Sardegna Ginevra Balletto e Giovanni Mei - Università di Cagliari Giuseppe Borruso - Università di Trieste Cagliari 26 febbraio 2019 > Aula Magna Facoltà di Ingegneria e Architettura, Via Marengo 2 > ore 15:00 MEISAR come nuovo paradigma economia circolare per gli aggregati riciclati in Sardegna Sorgenti materiali (cave e centri di riciclaggio), fabbriche (impianti di betonaggio) e mercati di destinazione Il caso dello Stadio Sant Elia Conclusioni e sviluppi futuri MATERIALI PER L EDILIZIA E LE INFRASTRUTTURE SOSTENIBILI : GLI AGGREGATI RICICLATI _ MEISAR _ www.meisar.org Finanziato da Sardegna Ricerche con fondi POR FESR 2014/2020 - Asse Prioritario I - Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione

Gli Aggregati Riciclati (AR) derivano dal trattamento dei Rifiuti da Costruzione e Demolizione (CDW - Construction and Demolition Waste) afferenti per lo più alla Classe CER 17 (Rifiuti delle attività di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati)) del Catalogo Europeo dei Rifiuti. CER 17 - Rifiuti delle attività di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) Composizione media di un CDW in Italia (% in peso) 17 01 cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche 17 02 legno, vetro e plastica 17 03 miscele bituminose, catrame di carbone e prodotti contenenti catrame 17 04 metalli (incluse le loro leghe) 17 05 terra (compresa quella proveniente da siti contaminati), rocce e materiale di dragaggio 17 06 materiali isolanti e materiali da costruzione contenenti amianto 17 08 materiali da costruzione a base di gesso 17 09 altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione Calcestruzzo (CLS) non armato Calcestruzzo (CLS) armato Laterizio Asfalti Scavi Legno, carta, plastica Metallo (Fonte ARPA Veneto, 2018) 10% 20% 50% 5% 6% 2,5% 3%

L attività di gestione dei rifiuti prevede le seguenti attività: RECUPERO E SMALTIMENTO OPERAZIONI DI RECUPERO (D.Lgs. 152/06, allegato C) R1: utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia R2: rigenerazione/recupero di solventi R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche) R4: riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici R5: riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche R6: rigenerazione degli acidi o delle basi R7: recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti R8: recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori R9: rigenerazione o altri reimpieghi degli oli R10: spandimento sul suolo a beneficio dell agricoltura e recuperi ambientali R11: utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10 R12: scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11 R13: messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti) OPERAZIONI DI SMALTIMENTO (D.Lgs. 152/06, allegato B) D1: Deposito sul o nel suolo (a esempio discarica) D2: Trattamento in ambiente terrestre (a esempio biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli) D3: Iniezioni in profondità (a esempio iniezioni dei rifiuti pompabili in pozzi. In cupole saline o faglie geologiche naturali) D4: Lagunaggio (a esempio scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.) D5: Messa in discarica specialmente allestita (ad esempio sistematizzazione in alveoli stagni separati, ricoperti o isolati gli uni dagli altri e dall'ambiente) D6: Scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione D7: Immersione, compreso il seppellimento nel sottosuolo marino D8: Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 D9: Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 (a esempio evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.) D10: Incenerimento a terra D11: Incenerimento in mare D12: Deposito permanente (a esempio sistemazione di contenitori in una miniera, ecc.) D13: Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12 D14: Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13 D15: Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

Focus sulle produzioni e sulla gestione dei CDW in Sardegna: Elaborazioni dati MUD - Ecocerved per le Camere di Commercio 2013-2014-2015-2016

Dettaglio delle produzioni (t) dei rifiuti codice CER 17, dichiarate e ricalcolate anni 2013-2016 - area di competenza CCIAA in riferimento al CER170101 destinabile alla produzione di aggregati riciclati per calcestruzzo AREA competenza CCIAA Cagliari PRODUZIONE (t) DICHIARATA E RICALCOLATA Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 [170101] - Cemento Non Pericoloso 5.523 10.189 5.976 11.656 20.183 27.850 9.857 28.168 Totale CER CCIAA Cagliari Non Pericoloso 100.706 370.996 109.365 298.889 164.877 423.929 148.491 531.897 5,48% 2,75% 5,46% 3,90% 12,24% 6,57% 6,64% 5,30%

Dettaglio delle produzioni (t) dei rifiuti codice CER 17, dichiarate e ricalcolate anni 2013-2016 - area di competenza CCIAA in riferimento al CER170101 destinabile alla produzione di aggregati riciclati per calcestruzzo AREA COMPETENZA CCIAA Oristano PRODUZIONE (t) DICHIARATA E RICALCOLATA Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 [170101] - Cemento Non Pericoloso 580 6.918 1.402 4.834 7.069 7.787 4.729 14.096 Totale CER CCIAA Oristano Non Pericoloso 10.321 100.598 9.542 102.363 28.065 116.680 21.910 119.995 5,62% 6,88% 14,69% 4,72% 25,19% 6,67% 21,58% 11,75%

Dettaglio delle produzioni (t) dei rifiuti codice CER 17, dichiarate e ricalcolate anni 2013-2016 - area di competenza CCIAA in riferimento al CER170101 destinabile alla produzione di aggregati riciclati per calcestruzzo AREA COMPETENZA CCIAA Nuoro PRODUZIONE (t) DICHIARATA E RICALCOLATA (t) Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 [170101] - Cemento Non Pericoloso 2488 3613 1401 4422 2267 6986 1113 3642 Totale CER CCIAA Nuoro Non Pericoloso 20832 53674 20285 100686 28223 112761 13852 54802 11,94% 6,73% 6,91% 4,39% 8,03% 6,20% 8,03% 6,65%

Dettaglio delle produzioni (t) dei rifiuti codice CER 17, dichiarate e ricalcolate anni 2013-2016 - area di competenza CCIAA in riferimento al CER170101 destinabile alla produzione di aggregati riciclati per calcestruzzo Anno 2013 AREA COMPETENZACCIAA Cagliari PRODUZIONE (t) DICHIARATA E RICALCOLATA Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 [170101] - Cemento Non Pericoloso 2353 2150 4627 6029 15477 16656 7249 14443 Totale CER CCIAA Sassari Non Pericoloso 43319 161768 49915 157329 91988 231036 95213 229320 5,43% 1,33% 9,27% 3,83% 16,83% 7,21% 7,61% 6,30%

Gestione rifiuti CER 17 e CER 170101 (Cemento) - CCIAA Cagliari (t) (t)

Gestione rifiuti CER 17 e CER 170101 (Cemento) - CCIAA Oritano (t) (t)

Gestione rifiuti CER 17 e CER 170101 (Cemento) - CCIAA Nuoro (t) (t)

Gestione rifiuti CER 17 - CCIAA Sassari CER 170101 (Cemento) non disponibile per CCIAA SS

Produzione bonificata ricalcolata Le imprese che non sono soggetti obbligati alla presentazione del MUD devono comunque conferire i rifiuti che producono ai gestori, che svolgono attività di smaltimento e di recupero dei rifiuti. A loro volta i gestori hanno l obbligo senza eccezione alcuna di dichiarare nel MUD, attraverso un apposito modulo (RT - Rifiuti ricevuti da Terzi), la tipologia e la quantità di rifiuti presi in consegna. Nell ambito dei cambiamenti normativi sui soggetti obbligati al MUD, il D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 stabiliva, in particolare, l esonero dall obbligo di presentazione della dichiarazione per tutti i produttori di rifiuti speciali non pericolosi (articolo 189). Successivamente il D.Lgs. 4/2008 reintroduceva l obbligo di presentazione del MUD per i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali e da lavorazioni artigianali con più di 10 dipendenti. Per gli anni di riferimento 2005 e 2006 (dichiarazioni MUD presentate nel 2006 e 2007), si è verificata conseguentemente una sensibile contrazione dell universo dei dichiaranti produttori di rifiuti speciali non pericolosi, mentre a partire dall anno di riferimento 2007 c è stato un recupero in termini di dichiarazioni presentate, fermo restando l esonero dall obbligo di dichiarazione dei non pericolosi per alcune attività (agricole, di costruzione, commercio, servizi, sanità) e per le imprese di piccole dimensioni (fino a 10 dipendenti). Ecocerved ha messo a punto una metodologia che consente di ricavare il dato sulla quantità proveniente dal produttore iniziale del rifiuto, includendo in tale definizione anche i gestori che producono rifiuti dalla trasformazione di altri rifiuti. Si propone, pertanto, oltre alla produzione bonificata dichiarata, anche un altra misura della quantità di rifiuti (inclusi i VFU - Veicoli Fuori Uso): la produzione bonificata ricalcolata, che integra le dichiarazioni rese dai produttori con riferimento ai rifiuti che non transitano dai gestori conto terzi con le dichiarazioni di recuperatori e smaltitori di rifiuti (ovvero dalle informazioni sui rifiuti in ingresso agli impianti). La componente principale della produzione bonificata ricalcolata, derivante dalle dichiarazioni dei gestori, non si riferisce in senso stretto ai rifiuti che nell anno di riferimento sono stati prodotti bensì a quelli che sono stati avviati a operazioni di recupero o smaltimento; sono compresi, quindi, i rifiuti avviati a gestione nel corso dell'anno di riferimento sebbene prodotti precedentemente e sono esclusi i rifiuti prodotti nell anno di riferimento ma non avviati ad attività di gestione.

Rifiuti da costruzione e demolizione. Bacino, flussi e mercati in Sardegna Ecofrantumazioni Produzione aggregati (AN e AR) a Bacino chiuso Flussi di materiali discontinuo, correlati all attività edilizia di nuova costruzione, manutenzione straordinaria e demolizioni (fonte: Pani L, Balletto G et al 2015) Mercati, opere pubbliche civili ed industriali, attività edilizia in genere Ecoinerti S.r.l Rifiuti Edili Recycle S.r.l. di Aldo Loi SMT di Angelo Massa

Cave, centri di conferimento e trattamento-riciclaggio in Sardegna N. 61 impianti di conferimento o discariche (fonte RAS 2016 ) N. 101 impianti di trattamento - riciclaggio (fonte RAS 2016) N. 91 cave di aggregati (fonte RAS 2019) Configurazione di isole industriali di materie prime e seconde, versante sud della Sardegna (città metropolitana), Olbia - Sassari, Bosa -Macomer, Tortolì - Lanusei. Nuove sorgenti di aggregati riciclati. MEISAR_MAP

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber Weber: 1909: Teoria della localizzazione delle industrie. Il modello più semplice: La localizzazione di tutti i fornitori di input e dei mercati è fissa - L impresa sceglie la localizzazione migliore che minimizzi la somma dei costi di trasporto in ingresso e in uscita I modelli weberiani sono applicati ad aziende manifatturiere che acquistano quantità fisiche di materie prime, beni intermedi e carburante come input nel processo produttivo e producono una certa quantità di output. Risorse localizzate - Pure (Entrano completamente nel prodotto finale) - Lorde (Perdenti peso; una parte entra nel prodotto finale) Risorse ubiquitarie (o non localizzate) Due tipi di costo di trasporto: Costi di assemblaggio (costi di trasporto delle materie prime dall origine al luogo di produzione) - Costi di distribuzione (costi di trasporto dei prodotti finiti al mercato)

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber 1. La posizione delle materie prime è data (fissata nello spazio in una modalità predeterminata e conosciuta) 2. La distribuzione spaziale del consumo è data, e vi è solo un luogo di acquisto centrale per ogni unità di produzione (nel mondo reale, Weber era consapevole che la posizione degli impianti produttivi influenza la distribuzione del lavoro e, di conseguenza, la distribuzione impatta sul consumo). 3. La distribuzione del lavoro è fissa, così come i salari in ogni luogo specifico. I salari possono variare da luogo a luogo, il che significa che il lavoro non era considerato mobile, e quindi non influenzato dalla localizzazione delle industrie (Anche qui, Weber era consapevole ciò non fosse vero del tutto nel mondo reale). 4. I sistemi di trasporto sono uniformi in ogni direzione. Weber considerava il solo mezzo di trasporto ferroviario. Per ospitare le diversità di sistemi, Weber modificava peso e distanza, compensando variazioni nell intensità dell utilizzo ferroviario, la dimensione del carico, la topografia, le condizioni dell infrastruttura, la qualità dei beni consegnati, ecc. Il risultato, da un punto di vista matematico, una superficie topografica piatta. 5. Sebbene non menzionato esplicitamente, il modello assume che caratteristiche culturali, politiche ed economiche del sistema rimangano costanti.

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber Localizzazione nello spazio L industria usa un solo materiale di input localizzato nel Il contesto spaziale del problema localizzativo La tecnologia di produzione della fabbrica Come sono articolati i costi di trasporto Informazioni comportamentali necessarie per definire il problema locazionale punto R di un piano omogeneo e vende l output in un solo mercato M localizzato nello stesso piano La tecnologia di produzione dell azienda presenta ritorni di scala costanti e non consente la sostituzione degli input I costi di trasporto sono una costante moltiplicata per il numero di tonn-km (non vi sono costi di terminal; il costo per tonn-km è lo stesso per input e output; il trasporto è uguale in tutte le direzioni) L azienda è price taker con una conoscenza perfetta di tutta l informazione necessaria a calcolare in modo accurato i costi di trasporto. L obiettivo è la localizzazione che porta alla minimizzazione dei suoi costi di trasporto.

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber Localizzazione nello spazio La soluzione del problema localizzativo dell industria è (relativamente!) semplice: I casi estremi Se il peso delle materie prime è maggiore del peso del prodotto finito (materie perdenti peso ) è preferibile localizzare l impianto nel luogo di produzione ed evitare il trasporto del materiale più pesante da trasportare; Se il peso del prodotto finito è maggiore del peso delle materie prime (materie ubiquitarie, come acqua) è preferibile localizzare l impianto in prossimità del luogo di mercato. I casi intermedi Il luogo di produzione F si collocherà in qualche punto tra R ed M minimizzando la funzione di costo di trasporto totale T

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber Localizzazione nello spazio

La teoria della localizzazione industriale secondo Weber Localizzazione nello spazio Risorse a là Weber Risorse localizzate Pure (Entrano completamente nel prodotto finale) Lorde (Perdenti peso; una parte entra nel prodotto finale) Risorse ubiquitarie (o non localizzate) IM = indice delle risorse IM = peso delle risorse localizzate / peso del prodotto finale Risorse pure: IM = 1 Risorse lorde: IM > 1 T = Costo totale di trasporto (espresso in Tonn-Km) pr = peso per unità di risorsa (input) t = costo di trasporto in per tonn-km pm = peso per unità di prodotto (output) d(r) = Distanza RF (luogo della risorsa luogo di produzione) d(m) = Distanza FM (luogo di produzione luogo di mercato)

Varianti al modello di Weber lo Stadio Sant Elia in un economia circolare Scenario 0 Teorico: localizzazione Su una linea Scenario 1 R = Cave F = Impianti di Betonaggio Luogo delle risorse R R Luogo di produzione d(r) F M d(m) F M R1 F R2 M d(r1) d(m) d(r2) Scenario 3 R1 = Cave M = Stadio d(m) d(r) Scenario 2 R1 = Cave F = Impianti di Betonaggio Luogo di mercato R1 F d(r1) R2 M d(m) d(r2) M = Stadio R2 = AR (Sorgente aggregati riciclati) M = Stadio F = Impianti di Betonaggio R2 = AR (Sorgente aggregati riciclati) Scenario 4 R1 = Cave F = Impianti di Betonaggio R1 F d(r1) R2 M d(m) d(r2) M = Stadio R2 = AR (Sorgente aggregati riciclati)

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Trave di sostegno secondo anello 2 Anello Forcella di sostegno 1 Anello Plinto di fondazione

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Trave di sostegno secondo anello N. Elementi: 128 Volume singolo elemento: 21.22 mc Volume Totale Calcestruzzo: Circa 2.700 mc. Vista trave Vista trave

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Forcella di sostegno N. Elementi: 64 Volume singolo elemento: 36.03 mc Volume Totale Calcestruzzo: Circa 2.300 mc Vista forcella e plinti Giunzioni travi forcella

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Plinto di fondazione N. Elementi: 64 Volume singolo elemento: 27.20 mc Volume Totale Calcestruzzo: Circa 1.700 mc Vista forcella e plinti Vista plinto

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Travi/gradinate secondo anello N. Elementi: 2944 Volume singolo elemento: 0.72 mc Volume Totale Calcestruzzo: Circa 2.100 mc Vista gradinate secondo anello Vista Travi secondo anello dal primo anello

CDW e Stadio S.Elia Cagliari _ Stima quantità CER17 prodotti Trave di sostegno secondo anello 2 Anello Forcella di sostegno Plinto di fondazione 1 Anello Elementi mc di Calcestruzzo Travi di sostegno secondo anello 2700 Forcelle di sostegno 2300 Plinti di fondazione 1700 Travi/gradinate secondo anello 2100 TOTALE 8.800

Conclusioni Sardegna è un mercato chiuso per gli AN e AR (caso di studio ideale; prevalenza di attività edilizia pubblica) Aspetti teorici (modello di localizzazione) e aspetti operativi (ottimizzazione delle capacità delle imprese; gestione ambientale) Caso dello stadio Sant Elia ideale per testare le possibilità di utilizzo massimo degli AR e ottimizzare luoghi di origine, produzione e trattamento e riciclaggio Attività svolte in relazione a MEISAR Banche dati aggiornate su cave, CER, schede tecniche Attività proposta: Ottimizzazione e Waste mapping per le opere pubbliche Aziende sul territorio Luoghi di estrazione / lavorazione di materie prime e materie prime seconde Piano delle opere pubbliche

Credits Il progetto Materiali per l'edilizia e le Infrastrutture Sostenibili: gli Aggregati Riciclati (MEISAR) è un azione del cluster Top-Down finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna attraverso: POR Sardegna FESR 2014/2020 - ASSE PRIORITARIO I RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE Azione 1.1.4 Sostegno alle attivita collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi.

Riferimenti bibliografici Geografia Economica Anderson W. A., Economic Geography, Routdledge, Abingdon, 2012 Lloyd P. E., Dicken P., Location in Space: A Theoretical Approach to Economic Geography, Harper International, New York, 1972 Localizzazione industriale Weber A., Theory of the Location of Industries, translated from the 1909 German edition by Friedrich C. J., University of Chicago Press, Chicago, 1929 Smith D., A Theoretical Framework for Geographical Studies of Industrial Location, Economic Geography, 42, 1966; 95-113