LA QUINTA BOLGIA Eravamo giunti sull orlo della quinta bolgia. Guardai in basso e vidi una pece nera che ardeva e bolliva. - Guarda, guarda là mi disse Virgilio. Allora vidi un grande diavolo nero che, con le ali spalancate, scaraventava un dannato nella pece bollente. - O Malebranche! gridava ecco, qui un magistrato di Lucca, uno che per denaro ha scambiato un sì con un no. Il dannato riemergeva, ma subito gli altri dannati gli erano addosso, lo afferravano, lo graffiavano con i loro uncini e lo ricacciavano sotto. - Nasconditi dietro questa roccia mi sussurrò Virgilio io vado a parlar con i diavoli. Ma quelli, appena lo videro, gli corsero incontro minacciosi. - Sono qui per volontà divina! gli gridò subito Virgilio. Il diavolo Malacoda allora esclamò: - Lasciali passare. Ma appena feci per avvicinarmi a Virgilio ecco spuntare nuovi diavoli. - Fermi eclamòmalacoda Alchino, Calcabrina, Cugnazzo, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante e Barbariccia, accompagnateli lungo la strada e che arrivino salvi all altro ponte. - Oddio, Maestro dissi rivolto a Virgilio ma dobbiamo proprio andare con loro? Con vedi come digrignano i denti? - Lasciali digrignare i denti, che non lo fanno per noi, ma per quelli che bollono nella pece. In compagnia dei demoni arrivammo dunque alle soglie della sesta bolgia. LA SESTA BOLGIA Davanti a noi avanzavano piangendo e a passi lenti una schiera di dannati con delle pesanti tonache indosso. Una di queste anime, sentendo parlare toscano gridò: - O toscano! Non ti dispiaccia dirci chi sei! - Sono nato e cresciuto nella bella città che attraversa il fiume Arno risposi ma voi, piuttosto, chi siete e perché piangete così disperati? - È per il peso di queste cappe di piombo. Fummo bolognesi e dovevamo mettere la pace tra le fazioni. Invece Mi trovavo nella bolgia degli ipocriti, coloro che in vita avevano manifestato pensieri dorati celando in realtà pensieri malvagi. Un anima poi attrasse la mi attenzione: - Chi è quel dannato crocifisso in terra e calpestato da tutti quelli che passano? chiesi a Virgilio. - È Caifa mi rispose il gran sacerdote che convinse gli ebrei a condannare Gesù Cristo. Il ponte che portava alla bolgia successiva era crollato e così dovemmo risalire di sasso in sasso con estrema fatica. Ero stremato e mi sedetti un attimo per riposare, ma Virgilio subito mi rimproverò: - Ora, andiamo, con la pigrizia non si ottiene niente.
LA SETTIMA BOLGIA Riprendemmo il cammino ed arrivammo alla settima bolgia. Guardai in basso: il fondo era tutto un brulicare di serpenti e rettili di ogni genere che si attorcigliavano intorno ai dannati. Ad un certo punto uno spirito venne morso sul collo da un serpente e, come folgorato, diventò cenere per poi risorgere subito dopo nella forma di prima, inseguito nuovamente da serpenti. Virgilio allora chiese allo spirito chi fosse e quello rispose: - Sono Vanni Fucci, condussi una vita da bestia e Pistoia fu la mia tana. - Lo conosco esclamai era un ladro ed un violento. Saccheggiò la sagrestia del Duomo di Pistoia. Poco dopo la serpe gli si avvolse al collo ed un altra gli legò le braccia. Vanni Fucci scappò inseguito dal centauro Caco, dalla groppa coperta di serpi, che gridava: - Dov è, dov è quel dannato? ed egli così svanì. Quanti fiorentini riconobbi in quella bolgia di ladri, non è certo un onore per Firenze avere così tanti cittadini nell Inferno! I CATTIVI CONSIGLIERI: Ulisse Leggi la sua storia sul libro di testo Mentre continuavamo a scendere uno spettacolo raccapricciante ci si parò dinanzi: era come se tutti i feriti e i mutilati di guerra si fossero radunati qui. Chi aveva le braccia mozzate, che era sgozzato, chi senza orecchie, chi senza naso Uno di loro, con il corpo aperto in due gridò: - Guardate come sono malconcio, io sono Maometto! Mi trovavo nella bolgia dei seminatori di discordie, coloro che avevano provocato delle divisioni nelle religioni, nelle famiglie e nei partiti e adesso i loro corpi erano spaccati dalla spada di un diavolo. Ero turbato da tanti orrori e non riuscivo a distogliere gli occhi di dosso da questi dannati, ma Virgilio mi rimproverò: - Cosa guardi? Abbiamo poco tempo ed è lunga la strada che dobbiamo ancora percorrere LA DECIMA BOLGIA Eravamo giunti nell ultima bolgia nella quale si sentivano dei forti lamenti ed una puzza tale che sembrava essere in un immenso ospedale, Qui giacevano i falsari, coperti di piaghe e arsi dalla febbre, colpiti dalle più terribili malattie. Uno di loro attrasse la mia attenzione: aveva il ventre gonfio, il viso e le gambe magrissime e la bocca aperta per la grande sete. - Ehi, voi, che ve ne andate per l Inferno senza patire la sete, guardate la misera sorte del maestro Adamo. Falsificai i fiorini d oro di Firenze, per questo fui condannato ad essere arso vivo. - Dimmi gli chiesi chi è quell anima che sembra fumare dalla febbre? - È Sinone, il greco che si fece catturare dai Troiani e poi li convinse a far entrare nelle mura il cavallo di Troia. Furioso per essere stato ricordato in quel modo, Sinone sferrò un pugno sulla pancia al maestro Adamo ed iniziarono una rissa, sferrandosi violente botte e rinfacciandosi a vicenda i loro peccati. Mentre ero intento a guardare quei dannati, Virgilio mi rimproverò di nuovo: - Seguita pure a guardarli, tra poco però saremo noi a litigare! Riprendemmo in silenzio il cammino.
I GIGANTI C era una strana luce intorno, come al crepuscolo quando non è né giorno né notte. Ad un certo punto mi sembrò di scorgere in lontananza delle torri gigantesche. - Cosa sono quelle torri? chiesi a Virgilio. - Non sono torri, ma giganti, ne vedi solo metà perché sono piantati in terra fino alla cintola. Quello proprio davanti a te è Nembrod, colui che fece costruire la torre di Babele per giungere fino a Dio. Da allora nel mondo si parlano lingue diverse e lui stesso non capisce ciò che dice. Ma lasciamolo stare e non parliamo a vuoto. Proseguendo giungemmo davanti al gigante Anteo e Virgilio gli andò incontro, stuzzicando la sua vanità: - Ehi, tu che sei così coraggioso da uccidere più di mille leoni d Africa, ti prego, deponici nel palazzo di Cocito, il lago di ghiaccio! Il gigante, senza dire una parola, ci sollevò sulla sua grande mano e ci depose sul lago. IL NONO CERCHIO Eravamo giunti nel nono cerchio, sulle acque ghiacciate del Cocito, l ultimo fiume infernale, sul quale gravava un eterna penombra. - Qui mi disse Virgilio sono puniti coloro che ebbero il cuore più duro del ghiaccio e tradirono la famiglia, la patria e gli amici. Mentre mi guardavo intorno, sentii una voce che gridava: - Ehi, tu, stai attento s dove metti i piedi! Non calpestare la testa di queste povere anime infelici! Abbassai lo sguardo e vidi che nel lago ghiacciato c erano ombre bluastre che soffrivano, immerse nel ghiaccio fino al viso e battevano i denti, facendo un rumore simile a quello che fa la cicogna con il becco. Ma uno spettacolo raccapricciante attirò la mia attenzione: un peccatore, chino sull altro, gli rosicchiava la testa. IL CONTE UGOLINO Leggi la sua storia sul libro di testo Il freddo intanto continuava ad aumentare, il silenzio era assoluto, le anime erano completamente pietrificate dal ghiaccio e non potevano né muoversi né lamentarsi. Ad un certo punto mi sembrò di intravvedere un enorme mulino a vento e intimorito mi rifugiai dietro alle spalle di Lucifero. - Guarda bene, ora vedrai il re dell Inferno! LUCIFERO Rimasi inorridito: non era un enorme mulino a vento, ma Lucifero. Era stato il più bello di tutti gli angeli, ma per essersi ribellato a Dio, era divenuto la più mostruosa di tutte le creature. Alto più di un gigante, aveva tre teste, una rossa, una nera e una gialla. Sotto ogni testa spuntavano tre paia di ali enormi, senza penne, che si muovevamo incessantemente provocando un vento gelido.
- Nella sua bocca maciulla tre peccatori mi spiegò Virgilio Quello con la schiena scorticata è Giuda che tradì Gesù, gli altri sono Bruto e Cassio. Ma adesso dobbiamo andare, si sta facendo notte ed è ora di partire. Attaccati al mio collo! Poi approfittando del momento in cui Lucifero allargava le ali, Virgilio si attaccò con me sul dorso al folto vello che lo ricopriva e iniziammo a discendere giù lungo una crepa del ghiaccio. Ad un certo punto della discesa, Virgilio, ansiando per la grande fatica, si capovolse ed io, vedendolo risalire esclamai allarmato: - Maestro, stiamo tornando indietro? - Vedi mi disse Virgilio Lucifero è conficcato proprio al centro della terra, perciò fino ad un certo punto siamo discesi, ma ora dobbiamo risalire verso l emisfero australe. Salivamo silenziosi e con grande fatica, ma il regno del male si allontanava sempre di più. Ad un tratto scorgemmo attraverso la lunga caverna un pezzo di cielo e finalmente uscimmo a riveder le stelle Cerca il significato delle seguenti parole: - Digrignare - Cappe - Metamorfosi - Discordie - Crepuscolo - Maciullare - Vello ATTIVITA SUL LESSICO I PERSONAGGI Elenca tutti i personaggi incontrati da Dante e accanto a ciascuno di essi indica la colpa e la pena. PERSONAGGIO COLPA PENA.... ATTIVITA DI SCRITTURA Dopo aver letto sul libro di testo le storie di Ulisse e del conte Ugolini, scrivi due brevi riassunti.