Donacibo 2015 Liceo classico statale Nicola Spedalieri di Catania Sono Graziella, insegno al liceo classico e anche quest anno non ho voluto far cadere l occasione del Donacibo come momento educativo per i miei alunni. Nel pensare all incontro di presentazione dell iniziativa a scuola, mi è venuta in mente l esperienza di caritativa che faccio io, presso il Banco di solidarietà dell associazione Cappuccini che opera in uno dei quartieri più degradati di Catania. A questa caritativa partecipano parecchi miei alunni che si coinvolgono anche nel doposcuola ai bambini del quartiere. Così ho chiamato alcuni amici che fanno caritativa insieme a me e una mamma del quartiere in cui operiamo, portando la busta a 150 famiglie circa. Queste persone sono venute a scuola l 11 Marzo c.a. e hanno parlato a un centinaio di ragazzi, i rappresentanti di classe, riuniti nella biblioteca della scuola. E stato un momento semplice e grandioso. Lorenzo un giovane laureato in giurisprudenza che fa pratica in uno studio legale dice: il desiderio che scopro nelle persone bisognose di cui mi occupo è quello di essere amati, ed è il mio stesso bisogno, io vado a cercare la carità che io stesso ho ricevuto. Questa esperienza a poco a poco determina tutta la mia vita. Ho sempre cercato la rivoluzione, in passato mi sono battuto per la giustizia sociale, fino a quando la rivoluzione è avvenuta in me, grazie all incontro con la Presenza di Colui che cambia la vita. Il ragazzino che io seguo nel doposcuola si è messo a piangere l altra volta, perché suo nonno sta molto male e per me è stato naturale condividere con lui la sofferenza per la malattia che qualche mese fa ha colpito mio padre e quando il ragazzino mi dice: e tu come fai? Gli rispondo: prego e mi affido ai miei amici, allora lui fa: anch io prego e mi affido ai miei amici che siete voi. Anche nel mio mestiere è entrata in modo decisivo tutta la problematica che scorgo nel quartiere, ho scelto di fare il penale, per aiutare per quanto possibile queste persone, scelgo di difendere la persona e non il portafoglio, non si può identificare uno che ha sbagliato col suo cuore, questo mi insegna la caritativa per la mia vita. Giuseppe giovane medico, anche lui fresco di laurea, che intende specializzarsi in oncologia e già dà assistenza sanitaria gratuita a tante persone del quartiere racconta: Quello che sto facendo adesso in ospedale è a titolo assolutamente gratuito, se non facessi caritativa, non potrei imparare tutto quello che sto
imparando, perché fare le cose gratuitamente ti porta a impegnarti e a chiedere aiuto, se lo facessi per avere soldi, me ne fregherei. La signora a cui porto la busta è malata di tumore e deve sottoporsi periodicamente a cicli di chemioterapia, io sono stato con lei nei momenti più bui e di sconforto, adesso non vuole andare in ospedale se non ci sono io accanto a lei. E venuta anche alla mia laurea e mi ha abbracciato dicendo: con voi io sono parte di Qualcosa di più grande e riesco a vivere le cose più belle della vita. L esperienza della caritativa si gioca tutta sull esigenza di essere felice. Infine Rossana, mamma di 3 figli, malata psichiatrica da quando aveva 16 anni, vive in una casa fatiscente col marito che riesce a racimolare qualcosa che non basta mai però a far fronte a tutte le esigenze, molto lieta di partecipare a un gesto nostro, dopo aver raccontato di sé dice: queste persone sono degli angeli che Dio mi ha mandato, per non lasciarmi sola nelle difficoltà, io avverto su di me una benedizione, perché nonostante tutti i miei guai e le mie sventure, sono contenta, loro sono il segno che Dio non mi abbandona. Pregate per le nostre famiglie e anche per questi volontari. Noi eravamo sbalorditi, perché mentre io e gli altri amici ci siamo attardati a mostrare le cifre della povertà in Italia e a spiegare l importanza di raccogliere cibo, questa signora chiedeva preghiere! A parte la raccolta che è andata discretamente, nei giorni successivi i ragazzi e anche qualche collega e bidello, hanno portato quasi 420 Kg di roba, ma la cosa sorprendente è stata la richiesta di alcuni miei alunni di venire a fare caritativa.