MASSIMILIANO FERRERO CAPITOLO PRIMO IL GRASSO



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CAPITOLO PRIMO IL GRASSO Dal dizionario della lingua italiana grasso : sostantivo maschile: sostanza di origine animale o vegetale, neutra, untosa, insolubile in acqua, costituita da particolari esteri della glicerina (gliceridi), di consistenza liquida (oli), solida (lardo) o semisolida (burro). Aggettivo: si dice di persona, animale o parte del loro corpo provvisti di tessuto adiposo assai abbondante. La definizione riportata sopra è quella che comunemente viene data al grasso e vuole essere punto di partenza di questo libro, che cercherà di analizzare tutte, o quasi, le tematiche su quello che è stato definito nel titolo come LipoCardioFitnesss. Partiamo da questa definizione per capire quello che comunemente si intende per grasso e cercare di capire realmente come è utilizzato dall organismo, la sua utilità e infine come si può ridurre la parte superflua. Quello che chiamiamo grasso è in realtà meglio definito come tessuto adiposo, ovvero un accumulo a scopo preventivo della q di calorie eccedenti fornite dalla nostra dieta, anche se questa spiegazione non è completamente corretta; l acculo di sostanze avviene sotto forma di lipidi, sia ingeriti direttamente che sintetizzati attraverso processi biochimici. Esistono due modalità di immissione di grassi nell organismo; attraverso la dieta quotidiana ovvero l immissione diretta di grassi dagli alimenti o attraverso la trasformazione dai glucidi. Molti degli alimenti presenti nella dieta quotidiana sono ricchi di grassi, quando risultano in eccesso alle richieste energetiche 11

LIPOCARDIOFITNESS quotidiane vengono accumulati sotto forma di tessuto adiposo così da rispondere ad una delle loro funzioni principali, ovvero di deposito energetico. Questa funzione che nella vita moderna non risulta più necessaria, almeno per la maggior parte delle persone nelle società industrializzate, è causa del continuo accumulo di grasso corporeo dovuto ad un alimentazione sbagliata o eccessiva e che in alcuni casi può provocare malattie di diversa entità. La seconda modalità di immissione degli acidi grassi nell organismo è la loro trasformazione dai glucidi, questo meccanismo, presente i tutti gli animali, permette che un eccesso di glucidi rispetto alla richiesta energetica immediata venga immagazzinato sotto forma di lipidi per eventuali richieste future; tutto questo a causa del minor ingombro nel deposito. La trasformazione avviene con maggior intensità quando i glucidi introdotti dalla dieta quotidiana hanno saturato la capacità di accumulo dei tessuti (fegato e muscoli hanno capacità massima di 400-500 g), processo definito come lipogenesi. La lipogenesi viene regolata da due tipi di controllo; uno a lungo termine dove un eccesso di glucidi, o un aumento della loro utilizzazione, lo aumenta favorendo la conversione di glucidi in lipidi e uno a breve dove l adrenalina e altri ormoni inibiscono il processo. I lipidi sono delle strutture organiche scarsamente solubili in acqua che nell organismo svolgono diverse funzioni: - strutturali, poiché sono componenti delle membrane cellulari ed intracellulari; - energetica, vista la loro elevata resa energetica (9 Kcal) e gli ampi depositi normalmente presenti nell organismo possono essere considerati come una fonte di riserva per la produzione metabolica in attesa di essere utilizzata in particolare dal tessuto muscolare scheletrico e del miocardio; - di protezione termica e meccanica per difendere l organismo dall ambiente esterno, sia dal freddo che da urti meccanici (tessuto adiposo sottocutaneo e peri viscerale). I lipidi possono essere classificati in base alla loro formula chimica in cinque gruppi: 1. acidi grassi; 12

2. glicerolipidi; 3. sfingolipidi; 4. derivati steroidei; 5. terpeni. Nel loro insieme costituiscono più del 10% del peso corporeo totale. La gran parte della richiesta energetica dell organismo viene soddisfatta dagli acidi grassi e dai trigliceridi; la loro resa energetica deriva dal basso contenuto di ossigeno della molecola degli acidi grassi, per cui il suo potere calorico (9 Kcal/g) è circa il doppio di quello fornito dalle proteine (4 Kcal/g). Gli ampi depositi di trigliceridi nel tessuto adiposo sono una riserva di acidi grassi in attesa di essere utilizzati soprattutto dal tessuto muscolare miocardico e da quello scheletrico. Se prendiamo in considerazione un uomo di 70 kg, vi sono all incirca 90.000 Kcal che possono essere fornite dai triglicerid 25.000 dalle proteine (in maggior parte da quelle muscolari), 600 Kcal dal glicogeno e 40 Kcal dal glucosio. FIGURA 1 Formula chimica dell Acido Grasso 1.1 IL TESSUTO ADIPOSO I trigliceridi sono la principale forma di immaganizzamento di energia grazie ad alcune cellule specializzate, gli adipociti, la cui unica funzione è l accumulazione dei lipidi di riserva. Questa funzione è molto importante, visto che non esiste alcun modo di immagazzinare proteine e aminoacidi; quindi in caso di prolungato digiuno il fabbisogno di aminoacidi essen- 13

LIPOCARDIOFITNESS ziali e di glucosio viene soddisfatta dal catabolismo dei tessuti e in particolare modo da quello muscolare striato e dalle proteine p Un altra forma di energia importante per l organismo è il glucosio, ma data la sua quantità limitata presente nell organismo (di circa 500 g) in caso di una richiesta maggiore di energia questa verrà soddisfatta dalla mobilizzazione degli acidi grassi presenti e preventivamente accumulati nel tessuto adiposo. 1.2 TRASPORTO DEI LIPIDI I lipidi vengono trasportati da un tessuto ad un altro attraverso il plasma. Questo processo serve a tre scopi: 1 trasportare i trigliceridi, contenuti nella dieta, dall intestino ad altri tessuti dell organismo; 2 immagazzinare i trigliceridi nel tessuto adiposo; 3 trasportare verso altri tessuti gli acidi grassi (NEFA-FFA) depositati nel tessuto adiposo sotto forma di TG. Questi, per poter lasciare l adipocita grazie alla lipolisi ed essere messi in circolo, devono avere un legame con l albumina e così trasportati a tutti gli altri organi. Nota NEFA: sono tutti gli acidi grassi non esterificati FFA: sono gli Acidi Grassi Liberi Per il trasporto dei lipidi nel plasma sono adibite delle macromolecole, le lipoproteine plasmatiche, che sono così classificate: - Apoliproteine con una funzione principale di tipo strutturale; - Chilomicroni con funzione di trasporto principalmente sotto forma di trigliceridi e colesterolo; - Lipoproteine a bassissima densità (VLDL) con funzione di trasporto dei trigliceridi dal fegato ad altri tessuti, s a quel 14

lo adiposo; - Lipoproteine a bassa densità (LDL) che contengono la maggior parte del colesterolo presente nel plasma; - Lipoproteine a densità intermedia (IDL); - Lipoproteine ad alta densità (HDL) sintetizzate nel fegato con una funzione catalizzatrice che facilità il catabolismo delle VLDL e forniscono gli attivatori proteici per l azione della lipasi lipoproteica. 1.3 ASSORBIMENTO I trigliceridi costituiscono la categoria di grassi ad elevato valore nutritivo presente nella dieta, si accumulano nelle cellule della mucosa sotto forma di goccioline lipidiche che, attraverso i chilomicroni (cellule adibite al trasporto dei grassi), entrano nel sistema venoso. A questo punto grazie ad un enzima idrolitico, la lipasi lipoproteica, vengono scissi in acidi grassi che così liberati sono utilizzati per la produzione di energia, mentre la parte eccedente viene immagazzinata nel tessuto adiposo. Le principali sorgenti dei trigliceridi del tessuto adiposo sono tre: i TG ingeriti; i TG sintetizzati nel tessuto adiposo a partire dal glicoso e i TG sintetizzati nel fegato e trasportati, via sangue, al tessuto adiposo. Il meccanismo di assorbimento dei grasso non è ancora completamente risolto. La convinzione classica dice che essi vengono assorbiti soltanto dopo la completa idrolisi in acidi grassi e glicerolo. È stato inoltre trovato che esiste una percentuale che varia da il 50% e il 75% che può essere assorbita sia sotto forma di grassi neutri che di monogliceridi a condizione che essi siano emulsionati e che il loro diametro sia inferiore a 0,5 µ3 (Travia). Gli acidi grassi derivati dalla idrolisi enzimatica si combinerebbero con il colesterolo presente nella mucosa intestinale e quindi idrolizzati. Questi, una volta assorbiti, vengono coinvogliati attraverso le vie linfatiche negli organi. 1.4 VELOCITÀ DI ASSORBIMENTO 15

LIPOCARDIOFITNESS La velocità di assorbimento dei grassi sembra dipendere principalmente dalla struttura dei grassi; quelli di origine vegetale e animale (i più comunemente utilizzati), sono assorbiti ad una velocità media di 40-60 mg per 100 cm di superficie corporea e per ora. Ma la velocità dipende anche dai seguenti valori: punto di fusione (i grassi a più basso punto di fusione vengono assorbiti ad una velocità maggiore); quantità: è proporzionale alle dosi; aumentando la quantità dei grassi si aumenta la velocità di assorbimento e questo soprattutto durante le prime ore dopo l ingestione; età: i neonati assorbono con difficoltà i grassi; gli anziani metabolizzano più lentamente rispetto ai più giovani; digeribilità: il coefficiente di digeribilità (CDG) influenza l assorbimento, è specifico per ogni alimento e si ottiene attraverso la formula: Grassi ingeriti - Grassi escreti / grassi ingeriti il tutto moltiplicato per 100. 1.5 DEPOSITO I grassi tendono a depositarsi nel muscolo sotto forma di tessuto adiposo, e come precedentemente detto, sono una grande riserva di energia calorica. Prendendo come esempio un soggetto di 70 kg, sapendo che in media la quantità di grassi nell organismo è di circa il 13% e che 1 g di grasso neutro a completa combustione fornisce circa 9,3 chilocalorie, sarà facile calcolare la quantità di energia che questo potrebbe fornire, ovvero di 84.630 chilocalorie. È importante fare una distinzione tra il contenuto i grassi nel tessuto adiposo e il grasso dell organismo. Quest ultimo infatti è indispensabile all attività del sistema nervoso. 1.6 L IMPORTANZA DEL GRASSO COME FONTE DI ENER- GIA Come abbiamo visto le due grandi fonti di energia dell organismo sono i carboidrati e i lipidi con la differenza che i primi sono presenti in quantità limitata invece i secondi sono pratica- 16

mente illimitati. I carboidrati sono presenti nel corpo come glucosio nei muscoli e nel fegato. Il glicogeno muscolare è usato direttamente per tutti i processi contrattili. Il substrato Glucogenetico, presente sotto forma di lattato, glicerolo e alanina è trasformato in glicogeno nel fegato. Come abbiamo più volte detto la quantità di energia che possono fornire i lipidi presenti nel corpo è praticamente illimitata facendo un esempio una corsa tipo Jogging a 3/4 della potenza aerobica massima richiede un dispendio di energia dai 300 ai 500 Kcal/h. Questo significa che solamente 1Kg di tessuto adiposo è suffic per fornire, approssimativamente energia per 10-20 h; da questo possiamo capire quanto è importante il tessuto adiposo per chi pratica uno sport di resistenza. 1.7 L UTILIZZAZIONE DEL DEPOSITO DI GRASSO Il problema dell utilizzazione dei lipidi come fonte energetica primaria durante gli esercizi non è data della disponibilità del grasso, ma quella di portare nel muscolo i lipidi per l ossidazione e di renderli disponibili per la produzione di energia. L esercizio durante un periodo di bassa ingestione di carboidrati pone particolari problemi e sembra essere seguito da altri tipi di adattamenti. Apparentemente gli esercizi a bassa intensità protratti per un periodo sufficientemente lungo permettono degli adattamenti; durante queste condizioni, grazie anche alla chetosi, il lavoro può essere svolto con l impiego prevalente dei lipidi e permette una riduzione dell utilizzo dei carboidrati durante esercizi di intensità moderata ma protratti per un periodo sufficientemente lungo. Gli adattamenti che si devono verificare devono mirare al cambiamento del il substrato principale per la produzione di energia dai carboidrati ai lipidi. 1.8 GLI ADATTAMENTI ATTRAVERSO L ALLENAMENTO 17

LIPOCARDIOFITNESS I principale cambiamento nell organismo durante un allenamen to di endurance è il graduale aumento della capacità di trasporto dell ossigeno che rende il lavoro muscolare più efficiente. Tutto questo accade solo dopo diversi adattamenti: 1 il sistema circolatorio diventa più efficiente nel trasporto dell ossigeno e dell emoglobina e il cuore viene abituato ad un migliore trasporto dell ossigeno; 2 la capacità enzimatica si adatta al nuovo carico di lavoro incrementando l attività ossidativa enzimatica dei lipidi; 3 la lipasi lipoproteica viene aumentata; 4 la muscolatura si adatta modificando l utilizzazione dell ossigeno disponibile riuscendo ad effettuare un lavoro submassim con un minore flusso sanguigno; inoltre cambia la morfo logia delle fibre: le rosse che utilizzano come mezzo principale per la loro contrazione l ossigeno aumentano di numero. Con l allenamento i processi lipolitici diventano più sensibili agli stimoli, il livello di insulina risulta più basso, la produzione di lattato è più bassa, infine per uno stesso livello di lavoro submassimale i segnali che arrivano dal SNS per la mobilizzazione dei lipidi sono meno pronunciati. In altre parole l intero sistema diventa più economico e più efficiente. Questo significa che durante un allenamento di lunga durata il substrato lipidico non è in grado di sostituire i carboidrati come benzina ossidativa, ma risulta possibile ossidarne una maggiore quantità alla stessa intensità di lavoro. In termini pratici questo si concretizza in un maggior utilizzo di tessuto adiposo (il più grande serbatoio di benzina biologica del corpo) durante la performance. 1.9 METABOLISMO DEI LIPIDI Come abbiamo visto precedentemente esistono due modalità di immissione del grasso nell organismo; una che possiamo considerare come diretta ovvero attraverso l immissione di lipidi con la dieta e la seconda indiretta per trasformazione dai glucidi. Quindi andremo ad analizzare brevemente sia il metabolismo dei lipidi che quello dei glucidi a causa della loro possibile trasformazione in acidi grassi. È il processo di beta ossidazione la reazione fondamentale che permette agli acidi 18

grassi di inserirsi nel ciclo di Krebs producendo energia. Infatti la possibilità di produzione massiccia di energia avviene grazie al ciclo di Krebs attraverso la trasformazione dell ATP. Il ciclo di Krebs può essere definito come la via metabolica terminale nella quale le sostanze c derivano dai carboidrati possono entrare per uscirne come lipidi, mentre altre che derivano dagli aminoacidi, entrare per essere convertite in carboidrati; solo una via metabolica sembra essere vietata e cioè quella che da molecole di origine lipidica porta alla sintesi degli zuccheri. Il ciclo comporta la conversione dell acido piruvico in anidride carbonica ed acqua in presenza di ossigeno molecolare producendo la sintesi di ATP. Tutto questo avviene FIGURA 2 Passaggi chimici del ciclo di Krebs per i glucidi. 19

LIPOCARDIOFITNESS nei mitocondri. Questi sono degli organuli (dal greco Mitos = filamento e Chondros = granulo), di forma cilindrica con sede nella cellula con una struttura altamente organizzata. Possiamo definirli anche come la centrale elettrica della cellula infatti il 95% delle molecole di ATP sintetizzate dal glicoso e il 100% di quelle sintetizzate dagli acidi grassi avvengono in queste strutture grazie a quel processo chiamato fosforillazione ossidativa. La funzione fondamentale di questa via metabolica è la produzione di energia, diversa a seconda del materiale utilizzato. Di tutte le sostanze che possono fornire energia analizzeremo le reazioni fondamentali del metabolismo degli acidi grassi. I grassi neutri sono costituiti da una molecola formata da tre acidi grassi e tre atomi di carbonio del glicerolo e costituiscono la maggior parte dei lipidi presenti nell organismo. Di seguito verranno elencati i punti principali delle varie reazioni, evitando di addentrarci in formule biochimiche, ma cercando di far comprendere l utilità e il funzionamento generale (si rimanda il lettore per un approfondimento ad un buon testo di biochimica per analizzare tutti i passaggi e le rispettive formule). 1.10 FUNZIONE DELLA CARNITINA La carnitina svolge un ruolo fondamentale per il trasferimento degli acidi grassi nel mitocondrio dove dapprima subiscono il processo di beta-ossidazione per poi con l aiuto del coenzima acetil CoA entrano nel processo di Krebs per la produzione dell ATP. Infatti la loro attivazione ad acetil CoA avviene al di fuori alla membrana mitocondriale esterna, ed essendo l acetil CoA incapace di attraversare la membrana richiedono il loro trasferimento sulla carnitina per il passaggio e quindi la possibilità di procedere nel processo di metabolismo. 1.11 CATABOLISMO DEI LIPIDI E BETA OSSIDAZIONE Per metabolismo si intende l insieme di tutte le reazioni chimiche che hanno luogo nell organismo vivente (Siliprandi). Due sono le reazioni base che lo governano; il catabolismo general- 20

mente di natura ossidativa che produce energia e l anabolismo che la richiede; sono processi complementari che utilizzano i loro prodotti rispettivamente. La demolizione completa dei acidi grassi avviene in due fasi la prima attraverso la beta-ossidazione, preceduta da un processo di attivazione nel quale entra a far parte il coenzima acetil CoA e la seconda attraverso l immissione nel ciclo di Krebs. FIGURA 3 Passaggi chimici della beta ossidazione. Per beta ossidazione si intende la rottura ossidativa che viene a verificarsi fra i carboni alfa e beta dell acetil CoA con la concomitante ossidazione del carbonio in beta. La beta ossidazione permette di produrre ad ogni rivoluzione un ricavo di 3 molecole di ATP (5-2 per l attivazione dell acido grasso). 1.12 IL CICLO DI KREBS Questo processo risulta fondamentalmente come un produttore di energia, richiede necessariamente l utilizzo dell ossigeno, 21

LIPOCARDIOFITNESS FIGURA 4 Ciclo di Krebs può svolgersi in sincronia con altre forme di produzione di energia come la glicolisi che per gli organismi aerobici quale l uomo, costituisce la fase anaerobica citoplasmatica preliminare a quella aerobica mitocondriale. Facendo un esempio nel muscolo scheletrico le fibre rosse sono energizzate prevalen- 22

temente dal ciclo di Krebs, quelle bianche dalla glicolisi. Otto le reazioni che compongono il ciclo di Krebs riassunte nei seguenti passaggi: 1 formazione del citrato; 2 isomerizzazione del citrato in isocitrato; 3 decarbossilazione ossidativa dell isocitrato; 4 decarbossilazione ossidativa dell alfa-chetoglutarato; 5 trasformazione del succinil-coa in succinato; 6 ossidazione del succinato; 7 Idratazione del fumarato; 8 ossidazione del malato. Questi passaggi permettono la formazione di 12 molecole di ATP che sommate alle 3 formate nella decarbossilazione ossidativa in Acetil CoA formano 15 molecole di ATP, considerando inoltre che una molecola di glucosio produce due molecole di piruvato, la resa totale risulta di 30 molecole di ATP contro le 2 prodotte dalla fase anaerobica (glicolisi). Se invece prendiamo in esame un acido grasso a 18 C e sapendo che il ciclo di Krebs fornisce 12 ATP per ogni acetil CoA avremo la produzione di 40 molecole di ATP dovute alle otto beta-ossidazioni, 108 dall acetil CoA, meno 2 molecole utilizzate per l attivazione dell acido grasso, quindi con un risultato finale di 146 molecole di ATP. Questi calcoli vanno a confermare l importanza del metabolismo energetico derivante dai lipidi e la grande capacità di produzione di energia ricavata da questo substrato. 1.13 IL DIGIUNO A prima vista sembra stano trovare all interno di questa sezione uno spazio dedicato al digiuno, ma risulta importante visto le modificazioni che vengono indotte da questa situazione, risultando un chiaro esempio di regolazione metabolica. Una condizione di digiuno assoluto e prolungato non risulta frequente nelle società moderne, almeno non dovrebbe esserlo, questo può prolungarsi dalle 12 23

LIPOCARDIOFITNESS ore dopo l ultimo pasto fino a 24-30 giorni fino alla morte, quindi con delle modificazioni notevoli dovute alla diversa durata. Per queste ragioni viene suddiviso in 4 fasi: 1 periodo post-assorbimento: inizia qualche ora dopo l assunzione dell ultimo pasto è caratterizzato da un aumento progressivo della glicogenolisi epatica che tende a rifornire di glucosio i tessuti extraepatici; 2 digiuno di breve durata: fino a circa 21 ore dall ultimo pasto, causa un sempre minore rifornimento di glucosio ai tessuti, tranne al cervello e ai processi anaerobici, accentuando l utilizzazione degli acidi grassi da parte di altri tessuti quali cuore, muscolo, reni; 3 digiuno di media durata: da 24 ore a 24 giorni, durante i primi giorni avremo un intensa gluconeogenesi (processo che permette la sintetizzazione di glucosio da materiale non glucidico) superiore alla norma ma con il perdurare del digiuno non riesce più a soddisfare le esigenze di glucosio del cervello (100g al giorno), avremo così un utilizzo maggiore dei corpi chetonici prodotti dalla Chetogenesi (processo che favorisce l utilizzazione del substrato energetico lipidico); 4 digiuno prolungato e morte, oltre il 24 giorno. Gli studi effettuati su questa condizione hanno reso noti alcuni aspetti essenziali sul metabolismo così riassunti: 1 progressiva diminuzione di peso corporeo in media 14/20% dopo 4 settimane; 2 il soggetto copre i suoi bisogni calorici utilizzando per il 79% i lipidi, per il 15% i protidi e per il 6% i glucidi; 3 diminuzione del metabolismo basale in media dopo 30 giorni del 24% rispetto a quello iniziale; 4 diminuzione dell azoto urinario e aumento relativo dell acido urico, della carnitina, della creatina, degli aminoacidi; 5 aumento della lipidemia e della chetonemia con eliminazione urinaria di corpi chetonici; 6 variazioni del ricambio minerale. 1.14 MOBILIZZAZIONE DEL TESSUTO ADIPOSO 24

Con un semplice calcolo possiamo renderci conto che i 180 g di glicoso prodotto dal fegato non sono sufficienti per l intero fabbisogno energetico del corpo, di conseguenza l organismo deve attingere energia da altre fonti soprattutto durante lo stato di transizione dallo stato di assorbimento a quello di post-assorbimento. Il sistema nervoso continua ad utilizzare glicoso come fonte di energia, ma gli altri organi e tessuti traggono energia soprattutto dal grasso e risparmiando il glicoso necessario dalle insopprimibili necessità del sistema nervoso. Il passaggio essenziale risulta quindi essere il catabolismo dei TG del tessuto adiposo che porta alla liberazione degli acidi grassi nel sangue. Ciò avviene nel ciclo di Krebs, dove questi sono ossidati ad anidride carbonica ed acqua fornendo energia. 1.15 IL PESO TEORICO Su questo argomento molto si è parlato e molto si è scritto, periodicamente vengono proposte tabelle per il calcolo del peso teorico da rispettare che, molte volte, invece di creare chiarezza ottengono l inverso. La determinazione del peso corporeo innanzitutto esula dal solo fatto estetico, ma assume un significato importante per stabilire lo stato di nutrizione, l efficienza fisica e di prevenzione salutistica. Il mezzo più semplice e forse veritiero è quello della prova specchio; mettetevi nudi davanti ad uno specchio, guardatevi e da questo nemico avrete la risposta siete in sovrappeso, ma anche questo test ha un limite il buon senso infatti tutti gli stereotipi che quotidianamente ci vengono proposti dalla televisione e dai mass media ci possono influenzare e quindi vediamo nelle palestre sempre più signorine (perchè sono principalmente loro che soffrono della sindrome grissino ) magrissime che non sono soddisfatte del loro aspetto e che cercano di calare ulteriormente di peso, anche 25

LIPOCARDIOFITNESS rischiando di rovinare la loro salute. Per questo motivo che la determinazione del giusto peso corporeo deve essere fatta in modo corretto e veritiero, considerando tutte le variabili e con il fine principale dello star bene, di sentirsi in forma e quindi anche di piacersi. La massa muscolare (definita molte volte anche come massa magra) e la massa grassa sono le componenti più variabili per la determinazione del peso corporeo. Il mezzo più utilizzato per la determinazione della massa grassa è la plicometria; sia per la facilità di determinazione che per la relativa precisione dei dati ricavati; poche sono le precauzioni da tenere presente per avere dati veritieri, per primo è bene utilizzare gli stessi protocolli durante le diverse valutazioni visto la quantità di formule per la determinazione dell indice di massa grassa. Un altra precauzione è quella di far effettuare la misurazione sempre dallo stesso esaminatore per evitare che le pliche vengano prese in posizioni diverse, così invalidare i risultati. La plicometria è la misura dello spessore della plica cutanea effettuata mediante un compasso di precisione a pressione costante; diverse sono le metodiche e le pliche utilizzate. Una di queste, secondo Keyes, è quella di utilizzare lo spessore cutaneo nel punto medio della faccia posteriore del braccio, sul torace, sulla linea mediana al di sopra della cresta iliaca e al dorso al di sotto dell angolo scapolare. Le formule più utilizzate per la stima della densità corporea D (ovvero il peso specifico) sono: D=1,10938-(0,0008267 X SP) +(0.0000016 X SP)2 - (0,0002574 X età) per i soggetti maschi, dove SP è la somma delle pliche pettorale, addominale ed anteriore della coscia, con l età espressa in anni; D=1,0994921-(0,00009929 XSP) + (0,0000023 XSP)2 per i soggetti femmine. Una volta calcolata la densità corporea si può calcolare la percentuale del tessuto adiposo applicando la formula di SIRI: % grasso = (495 / D) - 450. 1.16 PESO CORPOREO E ALTEZZA 26

Il peso teorico calcolato attraverso la statura è il mezzo più comune e più conosciuto, anche se, come ovvio, non tiene conto di altri importanti fattori come il sesso, età, sviluppo muscolare, e la reale costituzione del soggetto. Fu Bronca che per primo indicò un equazione per determinare il peso attraverso la statura Statura (in cm) -100 Questa formula fu ripresa da Van der Vael e riproposta P=50 + [(T - 150) X0,75] con T che indica la statura in cm; poi da Bertheam P= [0,8 X (T - 100)] + (A/2) con T che indicava la statura sempre in cm e A l età in anni. Infine si arriva a Bergami, che introduce come variabile l indice scelico, ovvero il rapporto fra lunghezza totale e lunghezza vertico-ischiatica. Ma altre metodiche che possono dare importanti informazioni utilizzate in antropometria sono l indice di massa corporea (Body Mass Index = BMI) con la seguente formula. BMI = kg/(m 2 ) o il calcolo della percentuale di grasso attraverso l impedenza corporea (BIA) o metodologie che utilizzano ultrasuoni o ancora altre metodiche più o meno complesse. 27