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Il Sahara Occidentale è un territorio di circa 266000 Kmq che si affaccia sull Atlantico per un migliaio di chilometri, confina con il Marocco, l Algeria e la Mauritania. E' in gran parte desertico, ma ricchissimo di risorse minerarie (soprattutto fosfati). Le coste sono pescosissime. I suoi confini sono convenzionali, poiché seguono in parte l'andamento dei paralleli e dei meridiani, tracciati dalle diplomazie europee in seguito alle decisioni della Conferenza di Berlino del 1884/85.

CHI SONO I SAHARAWI I Saharawi sono la popolazione che abita il Sahara Occidentale, Stato che si trova a sud del Marocco sull'oceano Atlantico. Il Sahara Occidentale è stato colonia spagnola fino al 1975, quando, alla morte di Franco, la Spagna ha lasciato cadere le speranze dei Saharawi di un referendum di autodeterminazione, preferendo vendere il territorio a Marocco e Mauritania che lo hanno rispettivamente invaso da nord e da sud. Questa duplice invasione è stata tutt'altro che pacifica e i Saharawi che hanno potuto sono fuggiti verso l'unico confine praticabile, la piccola striscia che li unisce all'algeria. Nel deserto algerino, dove si sono rifugiate circa 400.000 persone, sono stati costruiti degli immensi campi profughi prevalentemente composti da tendopoli, in cui da allora vive una parte del Popolo Saharawi.

IL FRONTE POLISARIO Il Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione del Saguia al Hamra e Rio de Oro), già costituitosi per combattere il colonialismo spagnolo, si è trovato ad organizzare la popolazione in fuga mentre cercava di resistere all'invasione degli eserciti marocchino e mauritano. La Mauritania ha ben presto dovuto abbandonare l'impresa e nel 1979 il Marocco ha invaso interamente il Sahara Occidentale. Per difendere i ricchi territorio costieri dalle incursioni saharawi l'allora re del Marocco, Hassan II, ha fatto costruire una catena di muri di sabbia con filo spinato e mine che attualmente dividono il Sahara Occidentale da nord a sud.

IL REFERENDUM I Saharawi, pur continuando i combattimenti fino al cessate il fuoco del 1991, hanno sempre chiesto la celebrazione di un Referendum di Autodeterminazione in cui poter scegliere democraticamente se essere uno stato indipendente o rimanere sotto il controllo del Marocco. Nonostante le varie risoluzioni ONU che indicavano tale referendum e la presenza della Minurso (Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale) dal 1991 non si è ancora arrivati ad una soluzione del conflitto.

LA RASD Nel frattempo, nei campi profughi in Algeria, i Saharawi hanno costituito la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) che è stata riconosciuta da diversi paesi dell'africa, Asia e sud America. La RASD è quindi una repubblica in esilio che attualmente si compone di quattro grandi villaggi ognuno dei quali costituisce una provincia (wilaya) suddivisa in vari comuni (daira). In ogni provincia ci sono scuole, ospedali o dispensari, sedi delle strutture amministrative.

GLI AIUTI INTERNAZIONALI La popolazione vive quasi esclusivamente di aiuti internazionali, perché le attività produttive sono rese estremamente difficili dalle estreme condizioni della vita nel deserto. Esistono comunque alcuni esperimenti di coltivazione, allevamenti di capre e cammelli, piccole attività commerciali e di artigianato. In questi anni i Saharawi hanno posto una notevole attenzione all'infanzia dando la possibilità a tutti i bambini e le bambine di frequentare le scuole fino ai quattordici anni circa. Per quanto riguarda l'istruzione superiore i ragazzi e le ragazze sono purtroppo costretti a recarsi all'estero in paesi che si rendono disponibili ad ospitare studenti (soprattutto Cuba, Algeria, Libia). Attualmente la maggioranza del personale medico e infermieristico saharawi è composto da laureati a Cuba. Nei campi profughi è di notevole rilievo anche il ruolo delle donne che si sono trovate a gestire tutta l'organizzazione della vita nel deserto visto che la maggior parte degli uomini era impegnata nelle attività militari.

LA SITUAZIONE OGGI Dopo aver boicottato in tutti i modi lo svolgimento del referendum (grazie all'appoggio dei paesi europei, in particolare la Francia, ed all'assenza politica dell'onu) il Marocco ha scoperto le carte definitivamente proponendo la creazione della provincia "autonoma" del Sahara Occidentale all'interno del Regno del Marocco. L'avversione del Fronte Polisario è stata immediata mentre l'onu e i maggior paesi occidentali sembra vogliano appoggiare tale soluzione anche se per ora la decisione è sospesa e la MINURSO continua ad essere presente nel Sahara Occ.. Il movimento di sostegno al Popolo Saharawi ha preso posizione ribadendo la necessità di portare fino in fondo le risoluzioni dell'onu e quindi l'effettuazione del referendum; l'altro obbiettivo è la richiesta al governo Italiano di riconoscimento del Fronte Polisario quale rappresentante del popolo saharawi.

50mila rifugiati a causa delle alluvioni Sarebbero oltre 50mila i rifugiati Saharawi rimasti senza tetto nella regione di Tindouf, in Algeria occidentale, a causa delle piogge torrenziali che alla fine della scorsa settimana hanno causato forti inondazioni. I cinque campi nell'area di Tindouf ospitano i rifugiati fuggiti dal Sahara Occidentale nel 1975, anno in cui la Spagna cede definitivamente il Sahara Occidentale a Marocco e Mauritania che invadono il territorio saharawi costringendo una parte della popolazione civile a rifugiarsi nel deserto algerino, appunto in prossimità di Tindouf. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che ha già avviato le operazioni di emergenza, organizzando un ponte aereo per trasportare sul luogo tende leggere, coperte, taniche per l'acqua, materassi e teli di plastica, provenienti dal proprio deposito regionale in Giordania. L'Agenzia ha anche annunciato l'invio nella regione di Tindouf di un team d'emergenza che si unirà agli operatori Unhcr già presenti sul terreno. A partire da giovedì scorso le ininterrotte piogge torrenziali, fenomeno inusuale nella regione, hanno distrutto fino al 50 per cento delle abitazioni in mattoni di fango nei campi di Awserd, Smara e Laayoune. L'inondazione avrebbe anche causato la morte di una donna e il ferimento di molte altre persone. Tutte le scuole sono state distrutte

Intanto anche la comunità internazionale si mobilita. Dalla Commissione europea è arrivato l'annuncio di uno stanziamento d'emergenza di 900mila euro in favore delle popolazioni colpite. I Ds lanciano un appello a sostegno delle popolazioni colpite: «una terribile alluvione ha duramente colpito le popolazioni saharawi, profughe da trent'anni nel deserto del Sahara occidentale, essendo stato loro negato il diritto ad una propria Patria indipendente. Da allora i Saharawi vivono in condizioni già normalmente precarie», sottolinea Luciano Vecchi, responsabile Esteri dei Democratici di sinistra. «L'alluvione prosegue ha ora distrutto oltre metà delle tende, il 70% delle scorte alimentari e sanitarie, attrezzature da cucina, taniche per acqua potabile, 60.000 coperte e tutto quanto necessario ad una vita almeno accettabile». «L'Alto Commissariato dell'onu per i rifugiati e la Croce Rossa Internazionale hanno chiesto a tutti coloro che possono di mobilitarsi e inviare aiuti». «I Ds hanno già chiesto al Governo italiano un immediato invio di materiali e generi di prima necessità, e fanno appello ai loro aderenti e simpatizzanti affinché conclude Luciano Vecchi contribuiscano urgentemente con aiuti o contributi».

IL MOVIMENTO ITALIANO PRO-SAHARAWI Le iniziative di solidarietà con i Saharawi in Italia iniziano quasi subito dopo l'invasione del Sahara Occidentale da parte del Marocco, ma si cominciano a strutturare con la presenza dei primi gruppi di bambini saharawi che vengono in estate in Toscana, agli inizi degli anni '80. Attraverso l'ospitalità dei bambini e i viaggi di conoscenza, in questi anni sono sorti numerosi comitati e associazioni di solidarietà e si sono moltiplicati i gemellaggi. Nella nostra provincia esistono comitati nella Piana, in Valle del Serchio e Versilia e sono gemellati la Provincia,le Comunità Montane della Garfagnana e della Valle del Serchio e dodici Comuni (compreso quello di Lucca) La Toscana continua a fare la parte del leone nel movimento (sono 130 i comuni gemellati), ma si sono piano piano sviluppate delle iniziative in quasi tutte le regioni d'italia. L'attività dell'associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi che coordina tutto il movimento si sostanzia prevalentemente in tre punti: 1. Attività di sostegno politico alla causa saharawi attraverso la mobilitazione degli enti locali e la pressione sul governo italiano e sull'unione Europea 2. Invio di aiuti alle tendopoli saharawi, sostegno a progetti di intervento e all'ospitalità di saharawi per motivi di studio o di salute 3. Ospitalità di gruppi di bambini saharawi in estate

Il Sahara Occidentale è un territorio di circa 266000 Kmq che si affaccia sull Atlantico per un migliaio di chilometri, confina con il Marocco, l Algeria e la Mauritania. E' in gran parte desertico, ma ricchissimo di risorse minerarie (soprattutto fosfati). Le coste sono pescosissime. I suoi confini sono convenzionali, poiché seguono in parte l'andamento dei paralleli e dei meridiani, tracciati dalle diplomazie europee in seguito alle decisioni della Conferenza di Berlino del 1884/85. Per molto tempo le popolazioni che nomadizzavano nel territorio ignorarono questi confini artificiali ma, a partire dagli inizi di questo secolo, sono diventati oggetto di un'attenta sorveglianza da parte della polizia coloniale. Le frontiere divennero allora ben reali per quelle popolazioni ma ancora oggi, sono oggetto di contenzioso, per le particolare vicende legate alla decolonizzazione della regione. La popolazione appartiene al complesso delle tribù Saharawi. Organizzate da secoli in modo autonomo, con forme proprie di lingua, cultura e organizzazione sociale, nomadi fino a tempi recenti. Prima dell'arrivo degli spagnoli le tribù erano numerose, 40 secondo la tradizione riunite in una confederazione.

Verso la fine del periodo coloniale, il popolo Saharawi appariva già largamente sedentarizzato e urbanizzato, ma sempre attaccato alle proprie tradizioni. L origine delle tribù Saharawi si può ricondurre all immigrazione degli arabi Maquil, provenienti dallo Yemen. Un lento processo di fusioni ha dato origine alle tribù di cui ancora oggi i Saharawi conservano la memoria e a cui fanno risalire la propria origine. L'arabizzazione, molto intensa in alcune tribù, ha lasciato una traccia profonda nella lingua hassaniya, comune a tutte, molto vicina all arabo classico. La religione è l'islam sunnita, come nella maggior parte del Maghreb. L'organizzazione sociale era basata su un consiglio (Consiglio dei quaranta)che riuniva periodicamente i capi delle tribù per prendere collegialmente decisioni che riguardavano gli interessi della comunità. Tale struttura ugualitaria è stata spesso indicata come riferimento tradizionale della democrazia Saharawi.

Le spartizioni coloniali del Sahara La Spagna era apparsa sulla costa atlantica del Sahara alla fine del 400, prima che la conquista dell'america spostasse 1'interesse delle potenze europee verso questo continente. La conferenza di Berlino nel 1885 riconobbe la sovranità spagnola sul Rio de Oro, ma gli spagnoli cominciarono ad occuparsi del Sahara Occidentale solo agli inizi del nostro secolo, sollecitati dall avanzata francese in Algeria, Mauritania e in Marocco. Solo con le convenzioni di Parigi del 1900 e 1904 e di Madrid del 19 12 si arrivò alla definitiva delimitazione dei confini del possedimento spagnolo. In assenza di autorità spagnole, erano i francesi che si incaricavano di far rispettare i confini. Nel 1934 l amministrazione spagnola attribuì alla popolazione uno stato civile e un documento di identità con I introduzione di un visto obbligatorio per la transumanza in territori francesi. Si consolida così nel tempo l autoidentificazione della popolazione autoctona ed il sentimento dell appartenenza territoriale al Sahara spagnolo, che termina con i confini al di là dei quali occorre il " visto". Contemporaneamente inizia la formazione di una resistenza Saharawi contro lo sfruttamento e i soprusi coloniali. Dopo la seconda guerra mondiale, la resistenza Saharawi guarda con speranza in direzione del Marocco che sta rivendicando l'indipendenza. Tra il 1956 e il 1958, molti Saharawi si arruolano nell Armée de la Liberation che opera nel sud marocchino. La Francia decide di lanciare un'operazione di pulizia nel deserto per contrastare le rivendicazioni marocchine: coinvolge anche i comandi spagnoli del Sahara Occidentale e riescono per il momento a soffocare le rivendicazioni marocchine e a porre sotto controllo la resistenza Saharawi.

Il risveglio della coscienza Saharawi Il primo nucleo nazionalista si crea intorno a Mohamed Bassiri. Nel 1967 diventa un punto di riferimento di quello che prenderà il nome di Movimento di Liberazione del Sahara (MLS). Nel 1970, usciti dalla clandestinità, diventano oggetto di una durissima repressione con morti e centinaia di arresti tra cui lo stesso Bassiri. Nel maggio del 1973 un piccolo nucleo di nazionalisti Saharawi costituisce il Fronte Polisario (Fronte di Liberazione di Saguiat - Al - Hamra e Rio de Oro). Il nome di Fronte vuole solo esprimere una opposizione, un far fronte appunto, al colonialismo scegliendo le armi come strumento di lotta. Solo nell'agosto del 1974 il Polisario individua l indipendenza come obiettivo fondamentale, mentre la lotta armata, insieme al lavoro politico tra le masse, rimane lo strumento principale

La prima risoluzione dell'o.n.u Nel l960 1 Assemblea Generale dell'onu riconosce il diritto dei popoli all autodeterminazione. A partire dal 1963, anche il Sahara Spagnolo viene incluso nella lista dei territori cui tale principio deve essere applicato. Sotto gli auspici delle Nazioni Unite, la risoluzione del l972 include per la prima volta anche il diritto all indipendenza. Nell agosto 1974, il governo di Madrid informa il Segretario generale dell'onu dell intenzione di tenere un referendum, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, entro i primi sei mesi dell anno successivo, e nell autunno del 1974 procede al primo censimento della popolazione. Violenta è la reazione del re del Marocco Hassan II, che all annuncio del referendum vede vanificati i suoi disegni di estensione della sua sovranità anche sul Sahara. Il re, per bloccare iniziative di indipendenza del popolo Saharawi, annuncia una marcia popolare di occupazione pacifica di 350000 persone. I marciatori reclutati in tutto il paese, ricevono la consegna di una copia del Corano e bandierine verdi, il colore dell Islam: da qui l'appellativo di marcia verde dato all operazione. In realtà si tratta di una vera invasione nel territorio Saharawi con forze di polizia e militari. La Spagna in cambio di una sostanziosa buona uscita si ritira, cedendo i territori a Marocco e Mauritania. (Accordo di Madrid l975).

La preoccupazione principale del Polisario diventa la protezione della popolazione civile dagli attacchi dell esercito marocchino. Migliaia di persone si danno alla fuga attraverso il deserto fino al confine algerino, dove, nei pressi di Tindouf, viene allestita una prima tendopoli di accoglienza. L esodo di massa avviene sotto i bombardamenti dell aviazione marocchina. Nel l976 il Fronte Polisario decide di proclamare l'indipendenza e la nascita della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). La Mauritania ratifica con il Fronte Polisario nel l979 un accordo di pace. Il Marocco invece, raddoppia lo sforzo bellico per occupare tutto il territorio

Guerra di liberazione non terrorismo Il Fronte intende la sua lotta armata come una guerra popolare di liberazione- pertanto non ha mai utilizzato metodi di terroristici, né in Marocco né altrove. Nei primi anni ottanta il Polisario bussa a tutte le sedi internazionali all inizio gli si aprono le porte dell Organizzazione dell Unità Africana (OUA), poi dell ONU; solo più tardi quelle del Parlamento Europeo. Il successo più clamoroso è l ammissione della RASD all OUA come stato membro nell'1982.

L'offensiva diplomatica e politica nei confronti dell'europa Pur essendo il referendum accettato dalle parti, la situazione si congela: né l ONU né l OUA sono in grado di imporre una soluzione congiunta. E soprattutto il disimpegno dell Europa, verso la quale si indirizza una grande manovra diplomatica del Marocco che aspira all entrata nella CEE. Il Polisario presenta il referendum come 1'unico strumento che possa risolvere la controversia sotto gli auspici delle Nazioni Unite, aggira l indifferenza o le dichiarazioni di impotenza dei governi svolgendo un lavoro capillare a tutti i livelli della società civile, illustrando la situazione dei profughi e chiedendo solidarietà sul piano dell informazione e dell'aiuto materiale. Nel dicembre 1986, la questione Saharawi approda al Parlamento Europeo.

I circa 200000 Saharawi, dei campi profughi di Tindourf (Algeria) hanno realizzato una delle esperienze politiche e sociali più interessanti del nostro secolo: la costruzione di uno «Stato in esilio». I rifugiati vengono distribuiti in 40 distinte tendopoli, ciascuna delle quali assume ai fini amministrativi il nome e le funzioni di un distretto regionale (Wilaya): El Ayoun, Smara, Dakhla Ausserd. Ogni wilaya è divisa in 6 o 7 province, anch'esse con il nome di una provincia saharawi (daira). In questo modo, attraverso l'organizzazione spaziale dei campi, si ricrea l identificazione ed il legame con la patria di origine. I Saharawi hanno voluto costruire un organizzazione sociale dove tutti sono chiamati a ruolo attivo, dove sono valorizzati gli anziani e soprattutto dove le donne condividono responsabilità a tutti i livelli. La priorità spetta all educazione ed alla sanità, dove il ruolo delle donne è particolarmente importante. Tutti i giovani sono scolarizzati a livello elementare e ora anche medio ed esiste malgrado lo scarso materiale sanitario, una diffusa medicina di base. In questo modo si, evitata l instaurazione di quei meccanismi di attesa passiva, di fatalismo, smobilitazione, corruzione, così comuni nei campi profughi africani. Gran parte dei mezzi materiali provengono dalla solidarietà internazionale. Il largo margine di autonomia e di iniziativa lasciato ai Comitati di base, ha stimolato l ingegnosità e la creatività saharawi, che si esplica in attività come il recupero e il riciclaggio di qualunque tipo di materiale e nella creazione di esperimenti agricoli.