Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale)



Documenti analoghi
Consiglio regionale della Toscana

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE SETTORE SISTEMA INFORMATIVO E TECNOLOGIE INFORMATICHE CHIARUGI CECILIA

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

LEGGE REGIONALE N. 85 DEL REGIONE TOSCANA

La legge individua due diverse tipologie di autorizzazioni:

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 14/10/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N Supplemento n.

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO

Sommario. Preambolo Art. 1 - Inserimento della sezione I bis nel capo III del titolo VIII del d.p.g.r. 47/R/2003 Art. 2 - Entrata in vigore.

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:

La costituzione degli Istituti Tecnici Superiori e la riorganizzazione del sistema dell IFTS

Protocollo di intesa. tra. L Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) REGIONE LAZIO.

Protocollo di intesa. tra

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato SBROLLINI

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

REGOLAMENTO PROGETTO METANO

Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

REGIONE VENETO - Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo del lavoro

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

CONVENZIONE PER LO SVOLGIMENTO ASSOCIATO DI FUNZIONI COMUNALI

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

P R O V I N C I A D I NOVARA

ASSESSORATO DELLA SALUTE Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica Servizio 4 Programmazione ospedaliera

HEALTH MANAGEMENT ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO FIRENZE

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale AREA POLITICHE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE, DELLE PERSONE E DELLE PARI OPPORTUNITA

C.C.V. BS REGOLAMENTO

Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi

PIANO PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

L Assessorato alla Sanità della regione Marche ed il Coordinamento Regionale del Tribunale per la Tutela dei diritti del Malato CONVENGONO E STIPULANO

ATTO N di iniziativa dei Consiglieri BARBERINI e SMACCHI

COMUNE DI CASTENEDOLO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Ministero dell Interno

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

ALLEGATOB alla Dgr n. 179 del 27 febbraio 2014 pag. 1/6

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/ Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

Legge Regionale 23 Novembre 2006, n. 20. Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. (BUR N. 34 del 9 dicembre 2006)

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 18 febbraio 2002, n. 6, e successive modificazioni;

Il documento sulle competenze specialistiche degli infermieri

CAPITOLATO GENERALE adottato ai sensi dell art. 3 del Regolamento dei Contratti

U.O.C. Programmazione e Controllo di Gestione. Regolamento di Budget

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

A relazione del Presidente Chiamparino: Premesso che:

PIEMONTE. D.G.R. n del 1/8/2005

RACCOLTA DEGLI EMENDAMENTI D AULA. PROPOSTE DI LEGGE N <<Interventi per garantire l accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore>>

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

Art. 1 1 Educazione sanitaria motoria e sportiva e tutela sanitaria delle attività sportive

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Delibera n. 49/2015. VISTO il decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 e s.m.i. ;

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

REGIONE TOSCANA MONTOMOLI MARIA CHIARA. Il Dirigente Responsabile: Decreto non soggetto a controllo ai sensi della D.G.R. n. 548/ AD001170

Comitato di Coordinamento

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

ωεχϖβνµθωερτψυιοπ ασδφγηϕκτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθ ερτψυιοπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυι οπασδφγηϕκλζξχϖβνµθωερτψυιοπασδ

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005

Sistema statistico regionale e Ufficio statistico della Regione Puglia. Art. 1 Finalità.

CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DEL SERVIZIO SCOLASTICO RELATIVO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA TRA I COMUNI DI GARBAGNA NOVARESE NIBBIOLA

CAPITOLO 12 - SISTEMA DEGLI INCARICHI E DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

REGOLAMENTO PER IL RECLUTAMENTO DEL PERSONALE DIPENDENTE E PER IL CONFERIMENTO DI INCARICHI PROFESSIONALI E COLLABORAZIONI (adottato ai sensi

CONSIDERATO che il richiamato Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 regola ie attività formative realizzate all estero e quelle transfrontaliere;

Deliberazione N.: 259 del: 24/03/2015. Oggetto : ADOZIONE REGOLAMENTO AZIENDALE PER LA DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO.

4.5) ISTITUZIONE DEL CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA SULLE FIBROSI POLMONARI E MALATTIE RARE DEL POLMONE. ESPRIME

CAPO III PROFESSIONI SANITARIE NON CONVENZIONALI ESERCITATE DAI LAUREATI IN CHIROPRATICA E DAI LAUREATI IN OSTEOPATIA ART. 14.

PRINCIPI FONDAMENTALI...

FORUM P.A. SANITA' 2001

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

ARTICOLO 100, DPR 917/1986

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI

DECRETI PRESIDENZIALI

DELIBERAZIONE N. 52/16 DEL

LEGGE REGIONALE N. 28 del 16 Settembre 1996 REGIONE LOMBARDIA Promozione, riconoscimento e sviluppo dell' associazionismo

Art. 3 Indicatori per la verifica dell attività svolta e dei risultati raggiunti

COLLEGI TECNICI REGOLAMENTO PER LA

vista la Legge Regionale del , n. 15 Riforma della Formazione Professionale, pubblicata sul BURP n. 104 del 09/08/2002; PARTE SECONDA

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Regolamento per la formazione professionale continua del Consiglio Nazionale

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE

Transcript:

Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale) Sommario Preambolo Art. 1 Modifiche all articolo 71 della l.r. 40/2005 Art. 2 Inserimento del capo II bis nel titolo VI della l.r. 40/2005 Art. 3 Inserimento dell articolo 76 bis nella l.r. 40/2005 Art. 4 Inserimento dell articolo 76 ter nella l.r. 40/2005 Art. 5 Inserimento dell articolo 76 quater nella l.r. 40/2005 Art. 6 Inserimento dell articolo 76 quinquies nella l.r. 40/2005 Art. 7 Inserimento dell articolo 76 sexies nella l.r. 40/2005 Art. 8 Inserimento dell articolo 76 septies nella l.r. 40/2005 Art. 9 Inserimento dell articolo 76 octies nella l.r. 40/2005 Art. 10 Inserimento dell articolo 76 nonies nella l.r. 40/2005 Art. 11 Modifiche all articolo 142 bis della l.r. 40/2005 Preambolo Visto l articolo 117, comma 3 della Costituzione; vista la sentenza della Corte di Giustizia europea 29 novembre 2007, causa C-119/06; visto l articolo 4, comma 1, lettera q) dello Statuto regionale; vista la legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale). Considerato quanto segue: 1. la Commissione europea ha presentato un ricorso alla Corte di Giustizia europea contro la Repubblica italiana in relazione all accordo quadro regionale per lo svolgimento di attività di trasporto sanitario stipulato tra Regione Toscana, aziende sanitarie, Confederazione nazionale delle Misericordie, Associazione nazionale pubbliche assistenze, comitato regionale toscano e la Croce Rossa Italiana (CRI), sezione toscana, per la violazione degli obblighi di cui alla direttiva

92/50/CEE, oggi direttiva 2008/18/CEE che coordina la procedura di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi; 2. la Corte di Giustizia europea con sentenza del 29 novembre 2007 (causa C-119/06) ha respinto il suddetto ricorso per motivi di ordine procedurale, ma ha evidenziato che molte delle contestazioni avanzate dalla Commissione sono condivisibili, in particolare quella secondo cui l accordo quadro regionale di cui al punto 1 ha le caratteristiche di un contratto a titolo oneroso, rientrante pienamente nella nozione di appalto pubblico, e quella secondo cui il metodo di pagamento previsto, preventivo e forfetario, non configura un mero rimborso delle spese sostenute dalle associazioni di volontariato per lo svolgimento delle attività in questione; 3. a seguito della pronuncia della Corte di giustizia la Regione Toscana ritiene opportuno procedere ad un riordino dell organizzazione del sistema del trasporto sanitario regionale ed a una definizione del ruolo delle associazioni di volontariato e della CRI quali parti integranti del sistema regionale di emergenza urgenza territoriale in considerazione della loro capillare diffusione territoriale, del fondamentale valore che le stesse rivestono sul piano della promozione e della crescita della coesione sociale, nonché del loro radicamento nel tessuto socio-sanitario toscano, che ha consentito di consolidare esperienze vive di sussidiarietà che rappresentano una peculiarità del modello toscano ; 4. la Regione Toscana valuta pertanto imprescindibile il rapporto instauratosi da circa trent anni con le associazioni toscane per lo svolgimento dell attività trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale che ha permesso al sistema di raggiungere gli attuali alti livelli di efficacia e di efficienza nel settore dell emergenza urgenza; 5. il nuovo modello di organizzazione prevede che le aziende unità sanitarie locali, le associazioni di volontariato e i comitati della CRI gestiscano l attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale e che tale attività comprenda i servizi di trasporto di emergenza urgenza primari e secondari gestiti dalla centrale operativa territoriale, i servizi previsti nei livelli essenziali di assistenza, i servizi di trasporto per i quali è richiesto l utilizzo di un ambulanza, la necessità dell assistenza in itinere con personale adeguatamente formato, nonché l esigenza di garantire la continuità delle cure al fine di non interrompere il percorso assistenziale già intrapreso; 6. per assicurare la continuità e la qualità del servizio la Regione Toscana istituisce un elenco in cui iscrive le associazioni di volontariato, autorizzate ai sensi della legge regionale 22 maggio 2001, n. 25 (Disciplina delle autorizzazioni e della vigilanza sull attività di trasporto sanitario) e in possesso dei requisiti che saranno definiti dal regolamento di attuazione della presente legge; 7. in considerazione del ruolo riconosciuto alle associazioni di volontariato nell ambito dell attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza, il nuovo modello di organizzazione prevede inoltre il passaggio ad un sistema budgetario strutturato sulla base dei diversi livelli di attività e del relativo fabbisogno sanitario, tenuto conto delle caratteristiche della popolazione assistita e dell ambito territoriale di riferimento; 8. è infine prevista l adozione di un regolamento regionale di attuazione della presente legge in cui saranno definiti i requisiti strutturali, organizzativi e professionali necessari ai fini dell iscrizione nell elenco regionale, le modalità di aggiornamento dell elenco, nonché le modalità e le procedure per lo svolgimento della verifica periodica finalizzata all accertamento della permanenza dei requisiti;

9. per assicurare il passaggio al nuovo sistema e per garantire la continuità del servizio, è stata introdotta una norma transitoria che consente alle associazioni di volontariato e ai comitati della CRI, che già esercitano l attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza sul territorio regionale, di poter continuare a svolgere tale attività fino alla data in cui è attivato l elenco regionale; si approva la presente legge Art. 1 Modifiche all articolo 71 della l.r. 40/2005 1. Dopo il comma 8 dell articolo 71 della legge regionale 24 febbraio 2005, n. 40 (Disciplina del servizio sanitario regionale) è inserito il seguente: 8 bis. Il piano sanitario e sociale integrato regionale formula gli indirizzi per la riorganizzazione dell assetto delle centrali operative territoriali per bacini di area vasta al fine di pervenire ad una gestione unica tramite l unificazione dei sistemi informativi e di comunicazione nel rispetto della legge regionale 5 ottobre 2009, n. 54 (Istituzione del sistema informativo e del sistema statistico regionale. Misure per il coordinamento delle infrastrutture e dei servizi per lo sviluppo della società dell informazione e della conoscenza), nonché dei protocolli operativi. Art. 2 Inserimento del capo II bis nel titolo VI della l.r. 40/2005 1. Dopo il capo II del titolo VI della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Capo II bis Sistema sanitario di emergenza urgenza Art. 3 Inserimento dell articolo 76 bis nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 bis Sistema sanitario di emergenza urgenza 1. Il sistema sanitario di emergenza urgenza è il sistema, complesso ed unitario, costituito da: a) un sistema di allarme sanitario; b) un sistema territoriale di soccorso; c) un sistema ospedaliero di emergenza. 2. Sono soggetti del sistema di allarme sanitario le aziende unità sanitarie locali attraverso le centrali operative territoriali alle quali affluiscono le richieste di intervento sanitario di emergenza tramite il numero unico nazionale. Le centrali operative svolgono le seguenti funzioni: a) ricezione della richiesta di intervento;

b) valutazione del grado di complessità dell intervento da attivare; c) attivazione e coordinamento dell intervento stesso. 3. Sono soggetti del sistema territoriale di soccorso le aziende unità sanitarie locali, i comitati della Croce Rossa Italiana (CRI) e le associazioni di volontariato iscritte nell elenco di cui all articolo 76 quater. 4. Il sistema territoriale di soccorso, costituito dalle postazioni di emergenza territoriale distribuite sul territorio regionale, dai mezzi di soccorso e dal personale, sanitario e non sanitario, adibito a tale servizio, svolge le seguenti funzioni: a) intervento sul luogo ove si verifichino eventi di gravità rilevante per la salute di uno o più soggetti; b) ripristino e/o stabilizzazione delle funzioni vitali compromesse; c) trasporto del paziente presso il presidio ospedaliero più idoneo in relazione alle condizioni cliniche del soggetto stesso. 5. Sono soggetti del sistema ospedaliero di emergenza le aziende sanitarie. Il sistema ospedaliero di emergenza svolge le seguenti funzioni: a) pronto soccorso, come intervento diagnostico-terapeutico di urgenza, accertamento diagnostico, clinico, strumentale e di laboratorio, stabilizzazione del paziente ed eventuale trasporto protetto; b) intervento diagnostico-terapeutico specialistico, medico, chirurgico, ortopedico, ostetrico e pediatrico; c) osservazione breve. Art. 4 Inserimento dell articolo 76 ter nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 bis della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art.76 ter Attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale 1. L attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale è quella riferita: a) ai servizi di trasporto di emergenza urgenza, primari e secondari, gestiti dalla centrale operativa territoriale; b) ai servizi previsti nei livelli essenziali di assistenza (LEA), effettuati tramite ambulanza; c) ai servizi di trasporto nei quali le condizioni cliniche del paziente richiedono esclusivamente l utilizzo di un ambulanza, la necessità dell assistenza in itinere con personale adeguatamente formato, nonché l esigenza di garantire la continuità delle cure al fine di non interrompere il percorso assistenziale già intrapreso. 2. Qualora l attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale non possa essere assicurata dai soggetti di cui all articolo 76 bis, comma 3, le aziende unità sanitarie locali, dopo aver esperito ogni utile tentativo per garantire l attività di trasporto sanitario da parte delle medesime o da parte delle associazioni di volontariato e dei comitati della CRI, possono affidare tale attività a soggetti terzi, a seguito di procedure di evidenza pubblica. 3. Al fine di realizzare una maggiore integrazione dell attività di trasporto sanitario nel sistema di emergenza urgenza territoriale, la Regione promuove la costituzione di un organismo di

livello regionale, composto dai rappresentanti di tutti i soggetti iscritti nell elenco regionale di cui all articolo 76 quater. Art. 5 Inserimento dell articolo 76 quater nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 ter della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 quater Elenco regionale 1. La Giunta regionale effettua la ricognizione delle associazioni di volontariato autorizzate ai sensi della legge regionale 22 maggio 2001, n. 25 (Disciplina delle autorizzazioni e della vigilanza sull attività di trasporto sanitario) che svolgono l attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza sul territorio regionale e le inserisce in un apposito elenco, previo assenso delle associazioni stesse e previa verifica del possesso dei requisiti indicati dal regolamento di cui all articolo 76 nonies. 2. I comitati della CRI sono inseriti nell elenco a seguito di specifico accordo con il comitato regionale toscano del medesimo ente. 3. Le associazioni di volontariato e i comitati della CRI iscritti nell elenco regionale sono soggetti a periodiche verifiche da parte della Giunta regionale, finalizzate ad accertare la permanenza dei requisiti. 4. L elenco regionale è aggiornato con periodicità almeno triennale secondo modalità definite dal regolamento di cui all articolo 76 nonies. Art. 6 Inserimento dell articolo 76 quinquies nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 quater della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 quinquies Programmazione ed organizzazione dei servizi 1. La programmazione dell attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale è effettuata dalle aziende unità sanitarie locali, previo confronto a livello di area vasta, sulla base delle linee di indirizzo definite dalla conferenza regionale permanente di cui all articolo 76 septies. 2. Lo svolgimento dell attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale è effettuato, in conformità alle linee di indirizzo definite dalla conferenza regionale permanente e nel rispetto della programmazione aziendale, sulla base di modalità operative definite con le aziende sanitarie, le singole associazioni e di comitati della CRI in protocolli di natura organizzativa.

Art. 7 Inserimento dell articolo 76 sexies nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 quinquies della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 sexies Sistema budgetario delle attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale 1. La Giunta regionale approva, con propria delibera, linee guida per la formulazione di un sistema budgetario relativo alle attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale, volto a definire gli obiettivi da perseguire e le risorse disponibili ed a verificare i risultati conseguiti. 2. Il sistema budgetario è strutturato sulla base dei diversi livelli di attività e del relativo fabbisogno sanitario e tiene conto delle caratteristiche della popolazione assistita e dell ambito territoriale di riferimento. In particolare, sono previsti specifici indici di correzione riferiti ai comuni montani ed ai comuni disagiati di cui alla legge regionale 27 luglio 2004, n.39 (Norme a favore dei comuni montani e dei piccoli comuni in situazione di disagio. Modifiche alla legge regionale 7 maggio 1985, n. 57 Finanziamenti per la redazione e l attuazione di piani di recupero del patrimonio edilizio esistente. Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1999, n. 58 Norme sulla tutela dell artigianato artistico e tradizionale toscano e disposizioni in materia di oneri contributivi per gli apprendisti artigiani ). 3. Le aziende unità sanitarie locali definiscono, nel rispetto della delibera di cui al comma 1, le procedure, le competenze ed i criteri per la formulazione del budget ed i relativi strumenti di controllo e di verifica sulla sua attuazione. 4. I soggetti del sistema inoltrano all azienda sanitaria unità sanitarie locali di riferimento, attraverso report periodici, le necessarie informazioni sull attuazione del budget assegnato, relativamente ai risultati raggiunti ed alle risorse utilizzate. Art. 8 Inserimento dell articolo 76 septies nella l.r.40/2005 1. Dopo l articolo 76 sexies della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 septies Conferenza regionale permanente 1. E istituita una conferenza regionale permanente con compiti di programmazione, indirizzo, coordinamento e verifica del sistema di emergenza urgenza territoriale, costituita da: a) l assessore regionale competente o suo delegato; b) i coordinatori dei comitati di area vasta di cui all articolo 9, comma 4 o loro delegati; c) i legali rappresentanti della conferenza regionale delle misericordie della Toscana, del comitato regionale toscano dell associazione nazionale pubbliche assistenze e del comitato regionale della CRI o loro delegati.

2. Le modalità di funzionamento della conferenza regionale permanente sono disciplinate da apposito regolamento adottato dalla conferenza medesima, a maggioranza dei suoi componenti. 3. Ai componenti della conferenza regionale permanente non competono indennità di presenza o di carica. Art. 9 Inserimento dell articolo 76 octies nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 septies della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 octies Monitoraggio e valutazione 1. La Giunta regionale effettua la valutazione ed il monitoraggio dell attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza all interno del rapporto annuale e della relazione sanitaria aziendale di cui all articolo 20, comma 1, lettere a) e b). Art. 10 Inserimento dell articolo 76 nonies nella l.r. 40/2005 1. Dopo l articolo 76 octies della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: Art. 76 nonies Regolamento di attuazione 1. La Giunta regionale, sentito il parere della conferenza regionale permanente, definisce con regolamento di attuazione: a) i requisiti strutturali, organizzativi e professionali, volti a garantire la continuità e la qualità del servizio, necessari ai fini dell iscrizione nell elenco regionale di cui all articolo 76 quater; b) le modalità di aggiornamento dell elenco regionale, per quanto concerne l iscrizione, la modifica e la cancellazione; c) le modalità e le procedure per lo svolgimento della verifica periodica di cui all articolo 76 quater, comma 3. Art. 11 Modifiche all articolo 142 bis della l.r. 40/2005 1. Dopo il comma 11 dell articolo 142 bis della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: 11 bis. Le associazioni di volontariato autorizzate ai sensi della l.r 25/2001 e i comitati della CRI che già esercitano l attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza sul territorio regionale proseguono nell esercizio di tale attività fino alla data definita dal regolamento di cui all articolo 76 nonies per l attivazione dell elenco regionale. 2. Dopo il comma 11 bis dell articolo 142 bis della l.r. 40/2005 è inserito il seguente:

11 ter. Entro il 31 maggio 2010 le aziende unità sanitarie locali, nel rispetto di quanto previsto dal piano sanitario regionale, provvedono alla riorganizzazione del dipartimento dell emergenza urgenza allo scopo di realizzare l integrazione funzionale fra il personale sanitario operante nel sistema territoriale di emergenza urgenza e quello operante nel servizio di pronto soccorso. 3. Dopo il comma 11 ter dell articolo 142 bis della l.r. 40/2005 è inserito il seguente: 11 quater. Entro il 31 maggio 2010 la Giunta regionale adotta il regolamento di attuazione di cui all articolo 76 nonies.