Sommario SOMMARIO Presentazione... Nota sull'autore... XI XV Capitolo I Aspetti normativi sulla tutela dai Campi elettromagnetici e dalle radiazioni ottiche artificiali 1. Il decreto di riforma 81/2008... 1 2. Campo di applicazione della nuova disciplina... 2 3. La tutela del lavoratore dai rischi fisici... 3 4. La specifica tutela del lavoratore dai rischi da campi elettromagnetici... 6 4.1. Interazioni... 7 4.2. Frequenze e unità di misura... 7 4.3. Valori limite di esposizione... 9 4.4. Valori di azione... 12 4.5. Valutazione del rischio... 13 4.6. Misure di prevenzione e protezione... 15 4.7. Informazione e formazione... 16 4.8. Sorveglianza sanitaria... 17 5. La specifica tutela del lavoratore dai rischi da radiazioni ottiche artificiali... 18 5.1. Campo di applicazione, definizioni e valori limite... 18 5.2. Valutazione dei rischi... 19 5.3. Disposizioni per eliminare o ridurre i rischi... 20 5.4. Sorveglianza sanitaria... 21 6. Sanzioni specifiche... 22 7. Entrata in vigore... 22 Capitolo II - Concetti fisici di base 1. Introduzione... 25 2. Grandezze fisiche e misure... 26 3. Richiami di elettromagnetismo... 28 3.1. La carica elettrica... 28 3.2. Il campo elettrico... 28 3.3. Il potenziale elettrico... 29 3.4. Il campo magnetico... 30 3.5. I campi elettromagnetici... 34 3.6. Zone di campo vicino e di campo lontano... 35 4. Radiazioni elettromagnetiche ionizzanti (IR) e non ionizzanti (NIR)... 39 5. Lo spettro dei Campi elettromagnetici... 40 V
Il rischio da campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro 6. Caratteristiche della Radiazione ottica... 42 6.1. La prima scoperta di una radiazione invisibile... 43 6.2. Spettro della radiazione ottica... 45 6.3. Grandezze radiometriche... 46 6.4. Grandezze fotometriche... 47 6.5. Proprietà della radiazione ottica... 47 6.6. Trasparenza... 51 6.7. Assorbimento... 52 6.8. Diffusione... 53 Capitolo III - Sorgenti di esposizione ai campi elettromagnetici non ottici 1. Ambiente esterno e di vita... 55 1.1. Linee per il trasporto dell'energia elettrica... 55 1.2. Sorgenti indoor... 56 1.3. Sistemi radiotelevisivi... 56 1.4. Stazioni radio base per telefonia mobile... 57 1.5. Ponti radio... 57 1.6. Radiomobili... 58 1.7. Stazioni terrestri per trasmissione via satellite... 58 1.8. Sistemi radar... 59 1.9. Impianti di rilevamento di prossimità... 59 2. Ambienti di lavoro... 60 2.1. Campi elettrici e magnetici statici... 60 2.2. Campi elettrici e magnetici ELF negli ambienti industriali... 61 2.3. Riscaldatori industriali a radiofrequenza e microonde... 62 2.4. Apparecchi per riscaldamento a perdite dielettriche... 62 2.5. Apparecchi per riscaldamento a induzione... 63 2.6. Apparati per diatermia nei reparti di terapia fisica... 63 2.7. Apparati per telecomunicazioni... 65 2.8. Videoterminali... 65 2.9. Sistemi antitaccheggio e apparati simili... 66 Capitolo IV - Misura dei campi elettromagnetici non ottici 1. Introduzione... 69 2. Principi generali di valutazione dei rischi... 72 2.1. Modalità operative... 73 3. Caratteristiche dei sistemi di misura... 76 3.1. Misuratori in banda larga... 77 3.2. Misuratori di campo magnetico ELF... 81 3.3. Misuratori di campo elettrico ELF... 83 3.4. Misuratori in banda stretta... 83 VI
Sommario 4. Modalità di misura dei campi elettromagnetici... 86 4.1. Misure in banda larga... 88 4.2. Misure in banda stretta... 92 4.3. Procedure di misura... 92 4.4. Particolari tipi di misure... 95 4.5. Valutazione dei risultati... 99 Capitolo V - Basi biologiche di azione dei campi elettromagnetici non ottici 1. Introduzione... 101 2. Meccanismi di accoppiamento tra i campi ed il corpo... 102 2.1. Accoppiamento con i campi elettrici a bassa frequenza... 102 2.2. Accoppiamento con i campi magnetici a bassa frequenza... 103 2.3. Assorbimento di energia elettromagnetica... 103 3. Meccanismi di accoppiamento indiretto... 104 4. Effetti diretti dei campi elettrici e magnetici... 104 4.1. Effetti sulla riproduzione... 104 4.2. Studi su cancro ed esposizioni in ambiente residenziale... 105 4.3. Studi relativi a esposizioni professionali... 108 4.4. Studi su volontari... 109 4.5. Studi su sistemi cellulari e su animali... 111 4.6. Effetti indiretti dei campi elettrici e magnetici... 114 Capitolo VI - Campi magnetici statici 1. Definizione e unità di misura... 117 2. Valori limite di esposizione e valori di azione... 119 3. Sorgenti di campi magnetici statici... 121 3.1. Sorgenti naturali di campi magnetici... 121 3.2. Sorgenti artificiali di campi magnetici... 121 4. Effetti sull'uomo e limiti derivati... 123 4.1. Effetti biologici e sulla salute del campo magnetico statico... 123 4.2. Effetti sull'uomo... 124 4.3. Livelli di esposizione lavorativa... 126 4.4. Limiti derivati... 127 4.5. Prospettive future... 130 5. Linee guida protezionistiche e D.Lgs. n. 81/2008... 131 6. Risonanza Magnetica Nucleare (RM)... 132 6.1. Caratteristiche degli apparati RM... 132 6.2. Campo magnetico statico... 133 6.3. Campo magnetico variabile... 134 6.4. Campo a radiofrequenze... 134 6.5. Regolamentazione della risonanza magnetica nucleare in Italia... 134 VII
Il rischio da campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro 7. Strumentazione e metodi di misura... 148 7.1. Misure basate sull'effetto Hall... 148 7.2. Misure basate sulla legge dell'induzione di Faraday... 149 8. Obblighi previsti dal D.Lgs. n. 81/2008... 150 9. Visite mediche... 150 Capitolo VII - ELF - Extremely low frequency 1. Definizione e unità di misura... 153 1.1. Unità di misura... 154 2. Valori limite di esposizione e valori di azione... 155 3. Sorgenti di ELF... 157 3.1. Sorgenti "naturali" di radiazioni elettromagnetiche... 157 3.2. Sorgenti "artificiali" di radiazioni elettromagnetiche... 158 4. Effetti sull'uomo... 160 4.1. Effetti mutageni e carcinogenetici... 162 5. La Monografia EHC 238 dell'oms (2007)... 163 5.1. Patologie non tumorali... 164 5.2. Patologie tumorali... 165 5.3. Valutazione e gestione del rischio... 166 6. Limiti derivati... 167 6.1. Limiti derivati dalle conoscenze scientifiche... 167 7. Strumentazione, metodi di misura e di contenimento dell'esposizione.. 170 7.1. Metodi di misura... 170 7.2. Metodi per il contenimento dell'esposizione... 171 8. Obblighi previsti dal D.Lgs. n. 81/2008... 172 9. Visite mediche... 173 Capitolo VIII Radiofrequenze e microonde 1. Definizione e unità di misura... 177 2. Valori limite di esposizione e valori di azione... 179 3. Sorgenti di radiofrequenze e microonde... 184 3.1. Livelli di esposizione ai più comuni campi elettromagnetici nel campo delle telecomunicazioni... 185 3.2. Applicazioni di apparati a radiofrequenza e microonde... 189 4. Interazione con il corpo umano... 190 5. Effetti sull'uomo... 193 5.1. Esposizione a campi RF di alta intensità... 194 5.2. Esposizione a campi RF di bassa intensità... 196 5.3. Effetti mutageni e cancerogenesi... 197 6. Il Progetto Interphone... 201 7. Limiti derivati... 203 8. Strumentazione, metodi di misura e di bonifica... 207 VIII
Sommario 9. Obblighi previsti dal D.Lgs. n. 81/2008... 209 10. Visite mediche... 210 Capitolo IX Radiazioni ottiche artificiali 1. Definizione, unità di misura e campo di applicazione... 213 2. Sorgenti di radiazione ottica... 214 3. Effetti sull'uomo e limiti di esposizione... 216 3.1. Effetti sull'uomo... 216 4. Radiazioni ultraviolette... 217 4.1. Effetti biologici dell'uv... 218 4.2. Effetti sulla cute... 218 4.3. Effetti sull'occhio... 220 4.4. Effetti tardivi... 221 4.5. Limiti di esposizione... 223 5. Radiazione infrarossa... 225 5.1. Patogenesi del danno al cristallino da IR... 227 5.2. I dispositivi di protezione individuali per IR... 228 5.3. Esposizione a IR e gravidanza... 229 6. Radiazione visibile... 229 6.1. Effetti biologici dell'esposizione a luce visibile... 230 7. Obblighi previsti dal D.Lgs. n. 81/2008... 233 7.1. Valutazione dei rischi... 235 7.2. Riduzione dei rischi... 236 7.3. Sorveglianza sanitaria... 238 8. Visite mediche... 238 Capitolo X - Laser 1. Definizione... 241 2. Caratteristiche e unità di misura della luce laser... 245 3. Sorgenti laser e principali applicazioni... 247 4. Effetti biologici della luce laser... 250 4.1. Esposizione dell'occhio alla luce laser... 251 4.2. Esposizione della pelle alle radiazioni laser... 251 5. Valori limite di esposizione e classi di rischio... 252 5.1. Le classi di rischio... 254 6. Sistemi di protezione... 257 7. Protettori oculari... 262 8. Rischi accessori... 265 Glossario... 267 Bibliografia... 277 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Titolo VIII, Capi I, IV, V, VI)... 287 IX
Presentazione PRESENTAZIONE Con la pubblicazione del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro", cosiddetto "Testo Unico della sicurezza", è stato notevolmente innovato il precedente sistema legislativo vigente nel nostro paese in materia di sicurezza e salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Tra le varie disposizioni che trovano spazio al suo interno, si ritrovano le norme riguardanti i campi elettromagnetici e le radiazioni ottiche artificiali, precisamente al Titolo VIII "Agenti fisici": Capo IV "Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici" e Capo V "Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali". Il primo è mutuato sulla base del Titolo V-ter del D.Lgs. n. 626/1994, a sua volta introdotto con il D.Lgs. n. 257/2007; il secondo invece, assente nel D.Lgs. n. 626/94, rappresenta il recepimento la direttiva 2006/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, concernente le "Prescrizioni minime di sicurezza e salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (radiazioni ottiche)". Soprattutto per quanto riguarda i campi elettromagnetici non ottici, è sempre presente un timore (il più delle volte immotivato) di possibili danni per la salute. Tant'è che per indicare la presenza indesiderata nell'ambiente di vita e di lavoro di campi elettromagnetici di origine antropica, si è anche giunti a coniare neologismi come inquinamento elettromagnetico o elettrosmog; è una terminologia assolutamente impropria se confrontata col significato corrente del termine "inquinamento". A quest'ultimo sono infatti associati almeno tre elementi distintivi che risultano del tutto assenti nel caso dei campi elettromagnetici: la dispersione nell'ambiente di sostanze inquinanti indipendenti dalla sorgente, l'imprevedibilità delle modalità di diffusione degli inquinanti stessi (influenzate anche da fattori meteorologici) ed infine l'esistenza di meccanismi di accumulo degli agenti indesiderati all'interno degli organismi. Invece, il campo elettromagnetico intorno ad una sorgente sussiste soltanto finché la sorgente stessa è accesa, la distribuzione della sua intensità nello spazio è in molti casi prevedibile per via teorica, non risente dei fenomeni meteorologici e non esiste, infine, alcun meccanismo noto di "accumulo di campi elettromagnetici" negli organismi biologici. Ciò nonostante, la presenza di campi elettromagnetici nell'ambiente di vita e di lavoro è un elemento indesiderato, per almeno tre ordini di motivi: in primo luogo, l'esposizione di organismi biologici, anche per brevi periodi, a campi molto intensi può provocare conseguenze sanitarie negative; la popolazione ed i lavoratori esposti sono tutelati da questa eventualità attra- XI
Il rischio da campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro verso norme di sicurezza, che specificano i livelli massimi ammissibili nell'ambiente o nei luoghi di lavoro. esiste inoltre la possibilità che campi elettromagnetici, anche di modesta intensità, possano disturbare il funzionamento di apparecchiature elettroniche con possibili disagi, rischi, o addirittura danni; anche in questo caso, specifiche normative mirano a scongiurare per quanto possibile il verificarsi di eventi del genere. infine, da alcune fonti viene sollevato il sospetto che esposizioni assai prolungate di individui a campi elettromagnetici, anche di livelli inferiori a quelli ammessi dalle normative, possano costituire un fattore di rischio per alcune gravi patologie. Il sospetto è un po' più radicato scientificamente nella regione delle frequenze industriali (50/60 Hz), dove un grande numero di studi epidemiologici (in parte controversi) sembra evidenziare l'esistenza di una debole associazione tra esposizione cronica al campo magnetico e insorgenza di leucemie infantili. I provvedimenti di tutela nei confronti di rischi ipotetici di questo tipo passano normalmente attraverso le cosiddetto politiche cautelative. È consuetudine far risalire la questione della possibile pericolosità dei campi elettromagnetici non ionizzanti agli anni del secondo dopoguerra, come conseguenza delle prime applicazioni di grande potenza in ambito militare, ai RA- DAR ed alle telecomunicazioni. Sul piano sanitario, i primi effetti dannosi imputabili all'esposizione ad intensi campi elettromagnetici erano di tipo indiscutibilmente termico, essendo provocati dal surriscaldamento di alcuni organi bersaglio particolarmente vulnerabili, come il cristallino (con rischio di cataratta) o le gonadi maschili (con rischio di sterilità). Le prime disposizioni di sicurezza furono pertanto adottate dalle autorità militari. La diffusione delle applicazioni civili dei campi elettromagnetici fece ben presto sorgere l'esigenza di prevedere adeguate protezioni anche per la popolazione. La scuola di pensiero che si affermò nei Paesi occidentali, vedeva negli effetti termici l'unico meccanismo di azione dei campi a radiofrequenza e microonde e portava quindi a normative miranti a difendere gli esposti da eccessivo riscaldamento. Si stabilì di limitare l'esposizione umana a livelli di densità di potenza non superiori ai 100 W/m 2, un valore in grado di prevenire con un buon margine di sicurezza il manifestarsi di effetti come la cataratta o la sterilità, le cui soglie (situate oltre 1000 W/m 2 ) furono individuate mediante sperimentazione su animali. Nei Paesi dell'est europeo fu dato credito, per qualche tempo, all'esistenza di una multiforme casistica di effetti soggettivi non termici o "di basso livello" delle radiofrequenze e delle microonde con conseguente proposta di soglie di XII
Presentazione sicurezza fino a 1000 volte più basse di quelle termiche, peraltro assolutamente inattuabili. Questa impostazione, assolutamente antiscientifica è stata di fatto accantonata dalla comunità scientifica internazionale. Al momento attuale, sebbene l'ipotesi di cancerogenicità dei campi elettromagnetici sia stata sottoposta ad una indagine scientifica serrata, non sono stati finora evidenziati elementi di consistenza tale da suggerire una revisione dei limiti di sicurezza. In definitiva, le norme di sicurezza emanate negli ultimi decenni dalle più autorevoli istituzioni internazionali si riferiscono unicamente agli effetti acuti scientificamente accertati. La conoscenza su tali effetti si è alquanto approfondita e, di conseguenza, l'impostazione delle normative ha subito una notevole evoluzione. In una prima fase, grazie alla sperimentazione su volontari ed animali, è stata dimostrata l'esistenza di effetti comportamentali conseguenti ad un riscaldamento moderato, ma prolungato nel tempo ed in grado di interessare l'intero organismo; questa scoperta ha portato ad una revisione verso il basso dei limiti. Nel frattempo, sono stati indagati anche gli effetti acuti non termici causati dalle esposizioni ad intensi campi elettrici e magnetici di frequenza inferiore a un centinaio di chilohertz circa. I risultati di questa ricerca hanno permesso di estendere verso il basso l'intervallo di frequenze coperto dalle normative. Nella maggior parte dei Paesi industrializzati, la preoccupazione nei confronti delle esposizioni ai campi elettromagnetici ha portato all'attivazione di i- stituzioni espressamente incaricate di tenere sotto controllo questo agente fisico. Una uguale, anche se più tardiva, attenzione è sta rivolta nei confronti della banda ottica dello spettro elettromagnetico. I dati scientifici in continua evoluzione hanno permesso di confermare i rischi connessi all'esposizione dell'uomo alla radiazione ottica in tutte le sue componenti (infrarosso, visibile, ultravioletto) con particolare riguardo alla ormai accertata cancerogenicità della radiazione ultravioletta. Si indica con sorveglianza fisica l'insieme delle tecniche che permettono agli operatori specializzati di valutare i livelli di campo presenti in un determinato ambiente o intorno ad una data sorgente, avvalendosi di misure o di metodologie di previsione teorica. Sebbene le misure costituiscano senza dubbio l'approccio più oneroso, tuttavia vi sono situazioni oggettive dove esse risultano insostituibili, poiché l'applicazione di metodi teorici non permette di caratterizzare l'esposizione con sufficiente accuratezza. In modo analogo, è stata ritenuta necessaria l'istituzione di una sorveglianza medica che, come per tutti gli altri rischi lavorativi, provveda alla tutela della salute del lavoratore sia attraverso controlli medici mirati, sia e soprattutto valutando, preventivamente e periodicamente, l'idoneità del lavoratore stesso a sopportare il rischio. XIII
Il rischio da campi elettromagnetici negli ambienti di lavoro Nel complesso, le modifiche e le considerazioni di merito relative alla tutela dei lavoratori esposti ai campi elettromagnetici derivanti dal nuovo decreto sono molte è molto complesse. Si è pertanto ritenuto utile, con questa pubblicazione, offrire un'ampia dissertazione su tutti gli aspetti connessi all'esposizione al rischio: normativi, fisici, tecnici, protezionistici, preventivi, diagnostici e medici. Ovviamente lo studio è stato affrontato tenendo conto non solo del nuovo D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, ma anche delle più recenti conoscenze scientifiche e tecniche. Fabrica di Roma, 24 agosto 2008 Gabriele Campurra "La scienza mantiene giovani. Non capisco il sapiente che ingiallisce e si incurva nel suo laboratorio. A me piace stare all'aperto e guardare l'universo, fargli delle domande, e lasciare che il suo mistero penetri nella mia mente, ammirandone la bellezza, per poi cercare la mia strada verso la verità delle cose". GUGLIELMO MARCONI XIV