MC n 68 I protagonisti LUCA SCOLARI UN AZIENDA E TRE FRATELLI: UN «MECCANISMO» PERFETTO di Simona Calvi Insieme a Fabio e Marco è alla guida della società creata dal padre negli anni Cinquanta, specializzata in riduttori e ingranaggi. Come a dire tutto quello che non si vede, ma se non ci fosse bisognerebbe inventarlo... 38
I protagonisti Questa è la storia di una famiglia. Perché se è vero che Fabio e Marco hanno scelto Luca per farsi rappresentare sulla copertina di Monza Club, quella della Scolari Spa più che un assolo, è un risultato corale. Tre fratelli alla guida di un azienda da 12mila metri quadrati di superficie e 60 anni di storia. Siamo a Cinisello Balsamo, esattamente al confine con Monza. È qui che Remo Scolari, il fondatore, scelse di installare la propria azienda. Quasi un avventura - siamo negli anni Sessanta con la ricostruzione - con la voglia di alcuni imprenditori di dar vita a realtà destinate a durare negli anni. Mio padre Remo - racconta Luca Scolari, monzese ed oggi direttore acquisti della Scolari Spa - decise nel 1951 di mettersi in proprio. Fino ad allora aveva lavorato come tecnico progettista all Alfa Romeo. Si era specializzato nel mondo degli organi di trasmissione e la prima, logica, applicazione fu quella degli argani per gli ascensori. Non bisogna dimenticare che c era una città da costruire e ricostruire e dunque le possibilità erano quasi infinite. Poco tempo fa - ricorda - mi è capitato di vedere una targhetta in un vecchio edificio di Milano che riportava il nome Scolari. È stato emozionante. Ma la Scolari era destinata a prendere un altra strada. Quella della meccanica per l industria pesante. Si parla di produzione di ingranaggi personalizzati in base alle specifiche dei clienti, un settore strategico e dalle molte applicazioni. E di produzione di riduttori speciali. Tanto è vero che a distanza di sessant anni la Scolari è ancora un punto di riferimento nazionale ed anche internazionale. Come spiega Fabio Scolari, presidente della società, le nuove frontiere si chiamano Brasile, Russia e persino Stati Uniti. Luca, anzitutto, possiamo spiegare in modo semplice di cosa si occupa la Scolari? Per chiarire diciamo impianti industriali. Poi, specificando, diciamo che noi costruiamo e realizziamo i cosiddetti meccanismi di trasmissione, ossia quelle parti di un macchinario indispensabili al suo movimento. Possiamo fare degli esempi? Certamente, anche se si rischia di elencare davvero qualunque cosa. Prendiamo le talpe per le trivellazioni petrolifere. Prima di estrarre il petrolio è necessario realizzare delle trivellazioni di chilometri per portare MC n 68 40
MC n 68 I protagonisti fuori la terra e azionare delle pompe per aspirarla. Ecco, ognuno dei macchinari impiegati per fare questo lavoro è azionato da un organismo di trasmissione. Ma se si vuole persino quelli per la lavorazione dello zucchero fine Vuol dire che se abbiamo lo zucchero fine lo si deve anche a voi? In un certo senso, sì (ride, ndr). Un applicazione abbastanza nuova, comunque, ed interessante è quella delle nuove energie. L eolico, ad esempio, necessita di un moltiplicatore di giri, che rientra tra gli organismi di trasmissione. Qual è la caratteristica principale della vostra produzione? Intendo dire, come riuscite a resistere alla crisi del mercato? È una domanda articolata. Direi, per due motivi. Il primo riguarda l alta specializzazione che siamo in grado di offrire. Nel 2000 la Scolari ha diversificato la propria produzione, da una parte gli ingranaggi e 41
I protagonisti dall altra i riduttori. Dopodichè abbiamo completato un parco macchine in grado di produrre materiale di grandi dimensioni, cosa non facile e che ancora oggi non è intaccata dalla concorrenza dei Paesi in via di sviluppo. Tanto è vero che i nostri diretti concorrenti sono per lo più tedeschi. Inoltre, proprio puntando sulla specializzazione, disponiamo di un ufficio tecnico interno in grado di curare un singolo progetto da cima a fondo sulla base della richiesta pervenutaci. In pratica il cliente ci dice di cosa ha bisogno e noi provvediamo al progetto e alla realizzazione. E il secondo motivo? Questo è più legato ai tempi della nostra produzione, che sono molto più lunghi rispetto ad altri settori. Per cui l onda della crisi per la nostra azienda è arrivata un anno dopo, nel 2010, quando abbiamo percepito una lieve diminuzione degli ordini rispetto a 2008 e 2009. Com è lavorare in famiglia? Lo considera un valore aggiunto? Assolutamente sì. Nostro padre aveva visto giusto, ci ha ben istruito e soprattutto ci ha lasciato in eredità, nel Dna si potrebbe dire, la passione per il lavoro collegiale e famigliare. Siamo tre fratelli, io, Fabio e Marco, con tre caratteri diversi che si compensano. E questo credo sia davvero la nostra forza. Come definirebbe i suoi fratelli? Marco, che è il responsabile dei sistemi qualità e della sicurezza, metodico, mentre Fabio senza alcun dubbio un uomo capace di trainare e guardare avanti. La maggior parte delle aziende della Brianza si rivolge ai mercati esteri. È così anche per voi? Sì, senza dubbio. Almeno il 60% della produzione è verso l estero. La nostra clientela è ancora per lo più europea, ma installiamo macchinari anche nel resto del mondo. Una cosa buffa: ogni tanto ci arrivano inviti alle inaugurazioni di cantieri e impianti da posti lontanissimi, come ad esempio Birmania ed Ecuador MC n 68 42
MC n 68 I protagonisti E lei come si definisce? Direi preciso e abbastanza puntiglioso, fin troppo a volte l esistente, di rimettere in piedi delle realtà e i nostri partner sono specializzati proprio nel revamping aziendale. E suo padre? Era un uomo molto presente, anche in azienda, una figura di imprenditore come non se ne vedono più tante oggi. Il ricordo che ho è soprattutto quello del rispetto che lo circondava e che lo circonda ancora oggi nella memoria dei suoi ex dipendenti. Mi fa piacere perché significa che ha lasciato un segno. Con Fabio Scolari parliamo invece di prospettive future. Quali sono gli obiettivi e le strategie che metterete in campo? La strategia sarà geografica e aziendale. Stiamo guardando ancora ai mercati europei, ma anche a quelli in via di sviluppo, dal nostro punto di vista, come Russia, India e Brasile. E anche se la cosa potrebbe sorprendere nell elenco ci sono anche gli Usa. E il Brasile? Qui, invece, le trattative sono ancora in corso, ma hanno investito soprattutto in impianti nuovi da utilizzare nel minerario e petrolchimico. Per quanto riguarda la Russia, invece, sarà soprattutto una partnership commerciale. Come ve la state cavando, invece, sul fronte Orientale? Direi bene, soprattutto con l India. Abbiamo stretto una joint venture commerciale che si articolerà in due step, il primo prettamente commerciale e di promozione dei prodotti, mentre entro il 2012 si opererà con una partnership industriale. Il cuore resterà in Italia, le tecnologie, i progetti e la produzione di ingranaggi, mentre il montaggio sarà eseguito sul posto. Gli Stati Uniti? Sì, stiamo preparando con un partner locale di pari dimensioni una joint venture a Pittsburgh che è sempre stata la capitale dell acciaio statunitense. Vede, gli americani si sono accorti che la concorrenza cinese si sta facendo pericolosa e dunque stanno tornando alla produzione diretta. Qui si tratta di riqualificare Ottimisti, dunque, nonostante le difficoltà? È lo spirito dell impresa, il futuro delle Pmi, come ho avuto già modo di dire, si basa su poche linee: la capacità di far squadra e una gestione efficiente. Bisogna sacrificare l individualità a vantaggio dei gruppi che sono in grado di condividere i progetti e le competenze. u 43