INDUSTRIE TECNICHE NEL SEGNO DELLA TELEVISIONE Intervista a Giulio Mezzanotte Segretario Generale UNITEC (Unione Nazionale Industrie Tecniche Cinematografiche ed Audiovisive) Come si è articolata in questi anni l offerta degli stabilimenti cinetelevisivi romani e quali sono le ultime tendenze legate all industria dei teatri di posa nella Capitale? La realtà romana è caratterizzata dalla presenza del gruppo di Cinecittà (che, insieme agli stabilimenti sulla Tuscolana, dispone anche degli studi ex Dinocittà sulla Pontina), la Studios, secondo polo della Capitale, Titanus e Dear. A fianco di queste grandi strutture, ci sono poi una serie di piccoli studi dalla Filmhouse a Formello all Amapola Group a Saxa Rubra, per citarne solo qualcuno che lavorano con i set televisivi e pubblicitari. Qualche anno fa, quando il cinema non viveva una stagione particolarmente felice e la fiction italiana non era ancora decollata, gli stabilimenti più strutturati avevano assorbito la televisione per riempire i teatri. Poi, poco a poco - un po con le fiction, un po con le commesse arrivate dall estero alcune di queste strutture, come ad esempio Cinecittà, sono tornate alla loro antica vocazione. Oggi, a distanza di anni, il fenomeno che domina il comparto è uno spostamento sempre più vistoso verso il segmento televisivo. La tendenza a trasformare i teatri di posa in studi televisivi, infatti, è ormai abbastanza diffusa. Il che significa che oggi si fa meno cinema in teatro di posa in Italia? Direi di sì, è possibile. Soprattutto per un fatto di costi. Anche i produttori italiani li utilizzano in misura molto più ridotta rispetto al passato. Spesso si preferisce girare all estero, soprattutto nell Est Europa, dove i prezzi sono più competitivi. La vera forza del teatro di posa italiano è sempre stata fondata sulle capacità delle maestranze e sulla loro convenienza, ma - in assenza di grandi costruzioni scenografiche - questo valore aggiunto viene a mancare. 70
Capitolo 2 - L industria cinematografica In che termini sta incidendo il decremento dei volumi della produzione domestica sull industria del settore? La produzione cinematografica italiana sta vivendo una stagione molto particolare, caratterizzata da un calo di pellicole prodotte. Una flessione cui sembra però corrispondere una tenuta del fatturato complessivo e questo probabilmente perché ciò che viene proposto al pubblico è più visibile e fruibile. Tuttavia, un tale decremento ha comportato una riduzione delle lavorazioni per tutta l industria tecnica italiana, cui è venuta a mancare una voce fissa - sebbene non ampissima - del fatturato annuale. A soffrire in modo particolare di questa congiuntura, gli stabilimenti di più piccole dimensioni. La presenza di un fatturato complessivo del comparto sostanzialmente invariato, è da ricondurre al parallelo incremento delle lavorazioni televisive che hanno soppiantato, per quel che riguarda i teatri di posa, le mancate lavorazioni cinematografiche. Parallelamente a questo fenomeno, si è verificata una certa flessione degli investimenti sulla fiction domestica, provocando come effetto a cascata l utilizzo di ex capannoni industriali romani dismessi e ripristinati come studi. La fiction di qualità, quella che raggiunge una certa audience, continua ad investire sul teatro di posa, mentre la grossa mole di lavoro viene invece realizzata in queste strutture improvvisate, dove gli standard della sicurezza sono assolutamente insufficienti. Nell ultimo biennio, la televisione ha rappresentato insomma la voce principale del fatturato dei teatri di posa, elemento da ricondurre sostanzialmente al calo dell investimento pubblico sul cinema italiano ed alla flessione dei budget delle emittenti nella fiction domestica. Da qui la tendenza generale a riconvertire i teatri di posa in studi televisivi. Come si compone il tessuto industriale del comparto romano legato al noleggio dei mezzi tecnici e trasporti? La compagine delle aziende locali del settore è costituita da rari gruppi, che coprono un servizio a 360 gradi, e dalle piccole e medie imprese. È necessario infatti distinguere tra le strutture che hanno allargato il proprio raggio d intervento, quelle che operano nel ramo dei trasporti e dei mezzi tecnici e quelle che si limitano alla sola attività connessa ai trasporti, l anello più debole della catena, che probabilmente a lungo andare rimarrà tagliato fuori dal mercato in quanto gradualmente soppiantato dalle imprese che offrono un servizio più diversificato. In termini economici, l ultimo biennio non ha visto particolari variazioni nel fatturato del settore, legato alla produzione audiovisiva in genere e non strettamente a quella cinematografica. Tuttavia, all interno del mercato, c è stato qualcuno un po più lungi- 71
mirante che ha cominciato ad investire anche altrove. Si tratta di un fenomeno abbastanza recente, connesso alle società più solide del comparto, che in questi ultimi anni hanno iniziato ad avviare una serie di attività nei Paesi dell Est Europa o in Africa, secondo la direzione intrapresa dalla produzione domestica ed internazionale. Categoria limitrofa ai mezzi tecnici, è quella dei service televisivi, l industria che fornisce i mezzi mobili di riprese alle emittenti (EFP). In questo caso il discorso è in parte diverso, perché accanto a poche grandi realtà romane l imprenditoria tecnica del settore si è sviluppata lungo l intero territorio nazionale, al fine di agevolare l offerta dei servizi in tutta Italia. Quanto al segmento della post-produzione e degli effetti speciali, è possibile parlare di centralismo romano? Per quel che riguarda il cinema direi proprio di sì, in quanto la maggior parte della domanda domestica legata al comparto cinematografico è soddisfatta da pochissime imprese situate nella Capitale. Quindi, se parliamo di cinema, esiste una grossa concentrazione del mercato nell area romana. Lo stesso non può dirsi per il segmento televisivo ed audiovisivo, che è molto sviluppato nel Nord Italia. A Roma, fatta eccezione per alcune aziende di medie dimensioni, il settore è per lo più costituito da una polverizzazione estrema dell industria, composta da piccole imprese che operano prevalentemente nella pubblicità e nella televisione, impegnando un numero molto ridotto di dipendenti e lavorando in massima parte con free-lance. È un sistema che corrisponde a quello dell industria produttiva domestica, con un proliferare di piccole aziende che nascono e muoiono dietro al singolo progetto? Direi di no, perché questo comparto è caratterizzato da una maggiore continuità del lavoro, anche per le imprese di dimensioni molto ridotte. A certi livelli, poi, il confine tra l attività legata alla post-produzione e quella connessa alla grafica e servizi affini è davvero molto sottile. Si tratta di aziende difficilmente definibili come industrie tecniche, che operano comunque periodicamente nel ramo della post-produzione di prodotti per la tv. È molto complesso monitorarle, direi quasi impossibile. Questa è una delle ragioni per cui il settore della post-produzione audiovisiva appare così difficilmente delimitabile. A livello nazionale esistono pochi gruppi, ma si tratta in massima parte di holding che hanno al proprio interno diverse società operative. La parcellizzazione è insomma la caratteristica essenziale di questo comparto, che a Roma assume sostanzialmente gli stessi connotati dell intera realtà nazionale. 72
Capitolo 2 - L industria cinematografica Superata una certa soglia, le tecnologie e le professionalità italiane non mancano, quindi in assenza di un mercato interno particolarmente ricco le imprese più sviluppate tendono a rivolgersi al mercato estero. Industria di solide tradizioni, quella del doppiaggio ha da sempre la sua sede nella Capitale: un panorama che ha subito negli anni una qualche variazione? L industria tecnica del doppiaggio è legata a grandi professionisti e stabilimenti storici della Capitale. Una tradizione eminentemente cinematografica, laddove il mercato prevalente della pubblicità e la televisione è localizzato in Lombardia. Questa tradizionale spartizione di lavorazioni tra Roma e Milano, tratto comune a diversi segmenti dell industria tecnica, è stata però in parte mitigata dal posizionamento recente di alcune società committenti nella Capitale, che ha comportato una certa ridistribuzione delle lavorazioni televisive, producendo dei segnali di crescita nel mercato romano del doppiaggio. Tuttavia, questo settore soffre - più di qualsiasi altro ramo tecnico - di una frammentazione imprenditoriale molto evidente, che ha un effetto disastroso sull intera industria del comparto. La proliferazione di microimprese che caratterizzano il mercato, è da ricondurre all estrema facilità di mettere in piedi aziende a bassissimi costi industriali. Si è dunque ingenerato questo meccanismo di concorrenza al ribasso per l immissione nel mercato di imprese che sono nate dal niente e che realizzano al massimo una lavorazione l anno. Tra i differenti segmenti che compongono l articolata compagine dell industria tecnica italiana, quello dello sviluppo e stampa della pellicola cinematografica è il settore a cui è oggi particolarmente legato il nome della città di Roma: a cosa ricondurre, a suo giudizio, il notevole sviluppo del comparto nella Capitale? Da un punto di vista strutturale, a Roma sono presenti i tre grandi stabilimenti italiani le multinazionali Technicolor e Deluxe ed il polo di Cinecittà ed una serie di medio-piccole realtà che oggi hanno esteso le loro competenze - anche per effetto dei tagli recentemente operati sul Fus e del conseguente calo della produzione di cinema italiano - ad altre tipologie di lavorazione, come il telecinema o il dvd. Questo tipo di orientamento è un ulteriore conferma della generale tendenza della televisione ad occupare tutti i rami dell industria tecnica, un fenomeno costante in ogni comparto, che ormai rappresenta la realtà dell intero settore. La televisione in ogni sua 73
forma come spettacolo di intrattenimento, fiction o reality - è oggi sempre più preponderante, a scapito del cinema. Cosa ha portato la presenza di due grandi competitor mondiali dello sviluppo e stampa - che servono il mercato europeo ed internazionale a Roma? In termini di volumi, ha portato alla produzione del 70% delle copie dell intero mercato europeo, con tutto l indotto che ne consegue. Sul fronte occupazionale, ha dato quasi 500 posti di lavoro a tempo indeterminato, che nel nostro settore è davvero molto raro. Quello dello sviluppo e stampa è sicuramente il comparto più industriale delle imprese tecniche, i cui parametri economici sono in costante aumento. Negli ultimi anni, con l ingresso della Deluxe, c è stato un nuovo, importante sviluppo. E questo nonostante l incognita del definitivo passaggio dalla pellicola al digitale. 74