21 luglio 2012. Al sindaco di Ravenna e p.c.: Al Procuratore generale c/o Tribunale di Ravenna



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COMUNE DI RAVENNA GRUPPO CONSILIARE LISTA PER RAVENNA Piazza del Popolo n.1-48100 Ravenna tel. 0544 48 22 25 fax 0544 48 25 32 E mail: grulistara@comune.ravenna.it www.ancisi.org Difesa ambiente 21 luglio 2012 Al sindaco di Ravenna e p.c.: Al Procuratore generale c/o Tribunale di Ravenna Lettera aperta SULLE GRAVI INADEMPIENZE INTORNO AL PORTO TURISTICO MARINARA Egregio sindaco, con tre comunicati trasmessi e ampiamente pubblicati dagli organi di informazione, rispettivamente il 13, 14 e oggi stesso 20 luglio, Lei è intervenuto con parole forti sulla gestione del porto turistico Marinara di Marina di Ravenna, in sostanza - traggo dal comunicato più esplicito del 14 luglio - diffidando la società Seaser, titolare della concessione demaniale rilasciata per la costruzione e la gestione del porto stesso, a dare il via alle opere pubbliche più urgenti, che abbiamo definito in un incontro qualche settimana fa presenti le banche, entro il mese di luglio. Più precisamente, Ella ha scritto: Desidero ripetere pubblicamente quanto ho detto ai miei interlocutori qualche settimana fa. Il mese di luglio è il limite entro il quale avviare la soluzione di ogni inadempienza Le richieste che ho illustrato nell'incontro di qualche settimana fa non possono essere interpretate come un penultimatum: sono un vero e proprio 'ultimatum' Dopo avere riparato alle gravi inadempienze si potrà discutere in trasparenza e pubblicamente di eventuali varianti. Si ricava da quanto sopra che le opere pubbliche più urgenti rappresentano altrettante gravi inadempienze agli obblighi in virtù dei quali il 30 marzo 2005 l Autorità portuale ha concesso, per 50 anni, alla società Seaser, l uso, sulla spiaggia di Marina di Ravenna, di 103.800 metri quadrati di aree demaniali su cui costruire le opere a terra del porto turistico, e in particolare edificare 23.000 metri quadrati di edilizia residenziale (8.695), edilizia non residenziale (11.121) e edilizia artigianale (3.183). Ella, mancando per primo al dovere di trasparenza, non ha citato quali siano le inadempienze consistenti nella mancata realizzazione delle opere pubbliche necessarie per bilanciare e rendere sostenibili le opere a terra di interesse privato e commerciale del porto turistico: inadempienze che avrebbero obbligato l Autorità Portuale ad attivare tutti i meccanismi sanzionatori previsti nell atto di concessione, fino al ritiro della concessione stessa. Il Suo ultimatum ha pertanto il senso di legittimare il protrarsi delle inadempienze compiute dai soggetti sottoscrittori della convenzione, le quali, a tutti gli effetti, sono da intendersi come illegittimità, tutt altro che prive di aspetti valutabili sotto il profilo penale. In attesa di maggiori spiegazioni, Le ricordo la nota del 31 dicembre 2011 (allegata) trasmessa a Lei, al presidente dell Autorità portuale, al direttore generale dell AUSL di Ravenna e al comandante della Capitaneria di Porto, con cui segnalavo, come già fatto fin dal 22 marzo 2009 con un interrogazione a cui Ella - violando la legge - non ha mai dato risposta, una delle più gravi inadempienze di cui sopra riguardanti l impianto di ricambio delle acque del bacino portuale di Marinara, pagato dal Comune di Ravenna rimborsando a Marinara 381.661 euro di risorse pubbliche. La concessione demaniale del 30 marzo 2005 affermava che è stabilita il 31 gennaio 2006 la data entro la quale SEASER dovrà aver completato il sistema di ricambio acque di propria pertinenza. I collaudi portano la data del 27 gennaio 2009, ma, a parte l inadempienza temporale, l impianto, per difetti di progettazione e/o costruzione, non ha mai funzionato e non funziona tutt oggi, essendo addirittura esposto a rischio di incidenti alle persone per mancata attivazione al suo intorno di dispositivi di sicurezza. La conseguenza è che il bacino chiuso di un porto turistico che ospita oltre 1150 posti barca lo rende non agibile, dato che negli ultimi anni è stato in condizioni d igiene non accettabili, causa anche di un fetore permanente: La mancanza di ricambio delle acque causa uno stagnamento delle acque che in estate vanno in putrefazione. A peggiorare la situazione certamente contribuiscono gli scarichi delle imbarcazioni ormeggiate, scarichi sia organici e soprattutto di detersivi che aumentano la proliferazione di alghe che poi, con il caldo, vanno in putrefazione. Il famoso

Porto Internazionale di Marinara in estate è un bacino inquinato e maleodorante. Il virgolettato è tratto dalla segnalazione trasmessa al Comune di Ravenna e all Autorità portuale il 25 novembre 2011 da Franco Nanni, esperto del settore e presidente dell associazione ravennate degli operatori nell offshore petrolifero, il quale mi ha appena confermato che tuttora nulla è stato fatto per diminuire l odore nauseabondo delle acque del Porticciolo Turistico di Marina di Ravenna Con l estate ed il caldo le alghe vanno in putrefazione, venendo in superficie, creando anossia nelle acque delle valli e nel porticciolo Marinara avrebbe dovuto fare funzionare le pompe per il ricambio delle acque. Ci sono ben tre prese d acqua per il riciclo, ma nessuna funzionante. Non posso dunque evitare di richiamarle l art. 331 del Codice di procedura penale il quale stabilisce che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito (denuncia) presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria. La invito pertanto, trasmettendo questo scritto per conoscenza al Procuratore generale presso il Tribunale di Ravenna, a valutare se non sia Suo obbligo denunciare, così come sopra, le gravi inadempienze di cui Ella ha affermato di essere a conoscenza nel comunicato alla stampa (allegato) del 14 luglio scorso. Allegati: comunicato del sindaco in data 14 luglio 2012; Alvaro Ancisi, capogruppo

Ancisi (LpRa): "Salace cartello sull'impianto di ricambio acque di Marinara" martedì 13 marzo 2012 Documentiamo la triste storia di un enorme finanziamento pubblico gettato in mare. Franco Nanni, presidente degli operatori nell'offshore petrolifero, già membro del consiglio direttivo del Consorzio MarinaRa titolare dei diritti di costruzione del porto turistico prima che fossero rilevati da SEASER, mi è venuto nuovamente in soccorso riguardo all'ormai famoso (o famigerato) impianto di ricambio delle acque nel porto turistico di Marinara. Mi ha girato la foto allegata, in cui si vede che, a seguito della denuncia da me inoltrata al Comando carabinieri tutela ambiente (C.C.T.A.), una mano ignota (vox populi) ha fissato sul cancello dell'impianto un cartello indicatore contenente la scritta seguente: "QUESTO È IL FAMOSO IMPIANTO DI RICAMBIO ACQUE DEL PORTO TURISTICO DI MARINARA. DOVEVA ESSERE FATTO A SPESE DI MARINARA INVECE È STATO FATTO A CURE E SPESE DEL COMUNE DI RAVENNA (grazie!!!). PECCATO CHE NON ABBIA MAI FUNZIONATO PERCHÉ SBAGLIATO. 380.000 DEI NOSTRI SOLDI ANCORA UNA VOLTA BUTTATI VIA, ANZI IN MARE!!! NON APPOGGIARSI AL CANCELLO, NON È FISSATO. POTRESTE CADERE IN ACQUA".

L'occasione mi è utile per tornare su questa triste vicenda, in particolare sui costi dell'opera addossati alle casse pubbliche. L'assessore all'urbanistica, Maraldi, ha dichiarato, il 4 gennaio scorso, che "il finanziamento delle opere da parte è avvenuto da parte del ministero dei Lavori Pubblici, e non del Comune". La precisazione è alquanto ambigua. I cittadini meritano che sia fornita loro la seguente più puntuale informazione. * L'8 ottobre 1998, il ministero lanciò un bando per finanziare Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST). * Il 3 agosto 1999, il consiglio comunale di Ravenna approvò la proposta PRUSST denominata "Sistema urbano e sistema portuale del Corridoio Adriatico", comprensiva di 23 interventi: 1. Riconversione Comparto Agip; 2. Collegamento diretto tra la statale n. 67 Tosco-Romagnola e la statale n. 309 Romea Dir; 3. Adeguamento della Via Baiona e collegamento diretto con la statale n. 309 Romea Dir; 4. Adeguamento del tratto di circonvallazione tra E45 ed E55; 5. Attuazione sub comparto Nuova Cementi nel PRU Darsena di città; 6. Nuovo cementificio Colacem; 7. Attuazione sub comparto CMC nel PRU Darsena di città; 8. Riconversione urbana delle banchine e opere di urbanizzazione in Darsena di città; 9. Riassetto leggero della stazione; 10. Terminale traghetti in sinistra Candiano a Largo Trattaroli; 11. Riqualificazione ambientale della pialassa Baiona 2 stralcio; 12. Riqualificazione ambientale della pialassa del Piombone; 13. Adeguamento e potenziamento della zona portuale Piombone; 14. Accesso stradale, sottoservizi e sistemazione banchine di largo Trattaroli in sn Candiano; 15. Completamento accesso stradale, sottoservizi e raccordo ferroviario; 16. Convogliamento al Canale Candiano delle acque di scarico dei depuratori; 17. Sistema fognario a servizio della zona portuale in destra canale Candiano; 18. Convogliamento acque nere Lido Adriano zona sud direttamente al depuratore; 19. Banchine per mezzi militari e di servizio a Porto Corsini; 20. Dispositivo di sicurezza Port Approach Control (PAC); 21. Delocalizzazione/potenziamento aree merci ferroviarie e dorsale sinistra Candiano; 22. Porto turistico a Marina di Ravenna; 23. Delocalizzazzione spazi operativi della Dogana. In sostanza, la proposta conteneva, insieme ad opere di carattere prettamente privato, il campionario delle opere pubbliche più importanti, strutturali e infrastrutturali, di cui Ravenna soffriva, e soffre tuttora largamente, la sofferta mancanza. * Il 10 luglio 2003, il ministero distribuisce 26.051.763 euro a 78 programmi PRUSST presentati da enti pubblici territoriali, tra cui quello del Comune di Ravenna, che introita sull'unghia nel suo bilancio 1.804.706 euro. Il decreto ministeriale stabilisce che sia il soggetto promotore del PRUSST, in questo caso il Comune di Ravenna, a decidere su quali interventi, tra quelli inseriti nel PRUSST stesso, impegnare il finanziamento erogato * Il 30 dicembre 2003, la giunta comunale, senza neppure informare il consiglio, delibera di finanziare i seguenti tre interventi: - riconversione urbana delle banchine su via D'Alaggio (n. 8 nell'elenco di cui sopra); - delocalizzazione spazi operativi della Dogana (n. 21); - impianto di ricircolo acque Porto Turistico (n. 22). In un secondo momento, la giunta definisce le quote: all'impianto di Marinara vanno 381.661 euro. Dunque, l'impianto è stato pagato dal Comune con fondi del proprio bilancio erogati dal ministero dei Lavori pubblici.

La scelta di finanziare questo impianto è stata del Comune di Ravenna, senza alcun coinvolgimento del consiglio comunale, e quindi dell'opposizione. Ognuno può verificare, dall'elenco degli interventi, se non ci fossero opere di interesse pubblico più meritevoli di finanziamenti. Si aggiunga che l'impianto avrebbe dovuto essere a carico della società Seaser, concessionaria del porto turistico, per obbligo imposto dall'autorità portuale nell'atto di concessione, con l'impegno che fosse "completato entro il 31 gennaio 2006"; che i collaudi dell'opera portano la data del 27 gennaio 2009; che l'autorità portuale non risulta aver neppure contestato l'inadempienza, per quanto esplicitamente sollecitata da Lista per Ravenna; che l'impianto non ha mai funzionato per difetto di costruzione, e non funziona tuttora; che neppure questo risulta essere stato contestato; che, naturalmente, il mancato ricambio delle acque ha ridotto un'area portuale da 1152 posti barca ad "un bacino inquinato e maleodorante in estate" (Franco Nanni, titolare di un posto barca). Sarà pur vero, come ha detto l'assessore Maraldi, che "il finanziamento pubblico è assolutamente legittimo", come hanno giustamente riportato i giornali nei loro titoli, ma l'intera vicenda resta un'enorme vergogna pubblica.

Matteucci: "Marinara ha bisogno di una ripartenza e di una svolta. No alla speculazione" venerdì 13 luglio 2012 Dichiarazione del Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci sul porto turistico di Marinara. «Quando si va sul sito di Marinara, in apertura c'è scritto: Marinara è il porto turistico di Ravenna. E poi poco più sotto prosegue: la parte a terra di Marinara è la naturale prosecuzione del centro abitato di Marina di Ravenna. Voglio parlare chiaro: oggi queste due cose non sono vere. Marinara, per evidenti responsabilità gestionali, ha avuto una falsa partenza. Oggi Marinara è vissuta da Ravenna e da Marina come un corpo estraneo, una cattedrale nel deserto a troppo alta conflittualità interna. Oggi sono rimasti in pochi a difendere la scelta di realizzare Marinara. Molti di quelli che erano favorevoli si sono fatti di nebbia. E' uno stile che non mi piace e non mi appartiene. Io allora facevo tutt'altro, e non ho avuto nessuna responsabilità nel processo decisionale che portò alla scelta di realizzare questo intervento. Non c'ero, ma non faccio il furbo: a mio giudizio la scelta di realizzare un grande porto turistico con 1.100 posti barca fu una scelta giusta. Nessuno può ignorare che la sostenibilità economica di un grande porto turistico richiede per forza un motore immobiliare. Insomma non si può dire: bene le barchette ma no il cemento a terra. E' una posizione poco onesta perché senza casette non ci sarebbero 1.100 barche. Poi si può discutere come sempre della qualità architettonica. Ma è un altro discorso. Comunque allora non c'ero, ma oggi ci sono e voglio dire la mia in modo semplice e comprensibile. Piaccia, non piaccia (anche se allora piaceva) o non sia mai piaciuta, oggi Marinara c'è. Marinara ha bisogno di una ripartenza, di una svolta, di una scossa. Certo si è fatta una fama non fantastica, ma Ravenna non si può rassegnare. Provo a delineare quelle che, a mio giudizio, possono essere le tre linee di questa ripartenza. I curatori fallimentari che amministrano la società devono dare il via alle opere pubbliche più urgenti, che abbiamo definito in un incontro qualche settimana fa presenti le banche, entro il mese di luglio.

Se no si va verso una rottura e credo una messa in discussione della concessione da parte dell'autorità Portuale. Agli interlocutori a cui mi rivolgo è chiarissimo di cosa sto parlando e in questa circostanza non è necessario che io entri in troppi dettagli tecnici. Desidero ripetere pubblicamente quanto ho detto ai miei interlocutori qualche settimana fa. Il mese di luglio è il limite entro il quale avviare la soluzione di ogni inadempienza. Viste le travagliate vicende di questi anni, desidero che non ci siano equivoci e uso un linguaggio che non mi piace ma che rende l'idea. Le richieste che ho illustrato nell'incontro di qualche settimana fa non possono essere interpretate come un penultimatum: sono un vero e proprio 'ultimatum'. E' un modo di esprimersi che, come dicevo, non mi piace moltissimo, ma quando ci vuole ci vuole. Dopo avere riparato alle gravi inadempienze si potrà discutere in trasparenza e pubblicamente di eventuali varianti. Dopo, non prima. Dunque nessuno 'prenda paura', a partire dalle banche. In secondo luogo è indispensabile che entro quest'anno gli attuali amministratori della società e le banche definiscano il 'piano industriale' di rilancio di Marinara. E poi sono necessari come il pane uno o più nuovi investitori. In una situazione così critica quasi si sente l'affilar di armi da parte di interessi speculativi. Siccome parliamo di una concessione pubblica di grande rilevanza, concepita per fare da volano all'offerta turistica della nostra città, è particolarmente utile parlar chiaro su questo punto. L'Autorità portuale e il Comune sbarreranno la strada ad ogni appetito speculativo, perché viceversa siamo per lo sviluppo di Marinara lungo le linee del progetto originario. Il tempo c'è stato e altro, più che sufficiente, ce n'è ancora da qui a dicembre. Oltre non si può andare. Sia chiaro: il Comune e l' Autorità portuale saranno vigili, perché vogliamo la ripartenza di Marinara e contrasteremo ogni operazione speculativa. In terzo ed ultimo luogo c'è bisogno di una netta discontinuità nella gestione quotidiana di Marinara. Subito. Non funzionava la vecchia gestione e, fino ad ora, non funziona quella che è subentrata. Ma possibile che sia stato necessario l'intervento di un giudice per dirimere questioni condominiali.? Ma è possibile che ci sia un grado così alto di conflittualità interna a Marinara? Ma è possibile che quasi tutti ne parlano male? Sì, è possibile, succede tutti i giorni. Non ci dovrebbe essere bisogno che sia il Sindaco a segnalare esigenze così elementari. Queste sono a mio giudizio le tre cose da fare per la ripartenza di Marinara. In verità io non ho molti strumenti di intervento diretto perché Marinara prenda una direzione diversa. Ma li userò tutti, e userò anche quelli più indiretti di influenza istituzionale del Comune.

Ravenna non si deve rassegnare al sostanziale fallimento del progetto di Marinara: 28 ettari, 1100 posti barca. Marinara è ancora una grande opportunità. Ma il cambio di direzione deve esser netto, coerente e rapido. La ripartenza è indispensabile. La ripartenza è possibile. Il Comune farà la sua parte: la farà, e questo è molto importante, in intesa totale con l'autorità Portuale".

COMUNE DI RAVENNA GRUPPO CONSILIARE LISTA PER RAVENNA Piazza del Popolo n.1-48100 Ravenna tel. 0544 48 22 25 fax 0544 48 25 32 E mail: grulistara@comune.ravenna.it www.ancisi.org; www.comune.ra.it Al sindaco di Ravenna Al presidente dell Autorità portuale di Ravenna Al direttore di ARPA Ravenna Al direttore generale dell AUSL di Ravenna Al comandante della Capitaneria di Porto di Ravenna SUL BACINO MALSANO E MALODORANTE DEL PORTO TURISTICO MARINARA Il 22 marzo 2009 presentai al sindaco di Ravenna un interrogazione sull impianto di ricircolo di Marinara, che non ebbe risposta, in violazione dell art. 43, comma 2, del Testo unico sull ordinamento degli enti locali (risposta entro 30 giorni alle interrogazioni dei consiglieri comunali). Lamentai, in sintesi, quanto segue. Il Comune di Ravenna aveva deciso di finanziare, prioritariamente, coi fondi PRUSST ( Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile nel Territorio ), erogati dal ministero dei Lavori Pubblici a favore del progetto proposto dal Comune stesso, denominato: Sistema urbano e sistema portuale nella prospettiva del Corridoio Adriatico, l intervento, indicato col n. 2.7, riguardante Il porto turistico di Marina di Ravenna (progetto Marinara), così indicandolo nella relazione illustrativa datata luglio 2009: È un intervento strategico, tutto di carattere privato per la realizzazione di una struttura di portualità turistica su un bacino di oltre 27 ettari, con parti a terra di oltre 12, una capienza di 1.500 posti barca, con attività commerciali, ricettive, di servizio e di rimessaggio a terra. Sono stati così spesi 381 mila e 661 euro di risorse pubbliche per rimborsare alla società SEASER, titolare di Marinara, il costo dell impianto di ricircolo delle acque interne del porto turistico, rivolto ad assicurare una qualità delle acque nel bacino idonee all ambiente urbano (Marina di Ravenna) nel cui contesto è inserito (così è scritto in tutte le relazioni ufficiali). Apparve per lo meno inappropriato l utilizzo o la distrazione di fondi pubblici per un impianto imposto a SEASER dall atto di concessione demaniale rilasciatole dall Autorità portuale di Ravenna già nel 1998, e comunque perché la pulizia delle acque del porto turistico è un obbligo facente capo direttamente al privato che il porto gestisce. La concessione demaniale marittima del 30 marzo 2005 affermava che è stabilita il 31 gennaio 2006 la data entro la quale SEASER dovrà aver completato il sistema di ricambio acque di propria pertinenza. L opera è stata terminata almeno due anni dopo, dato che i relativi collaudi portano la data del 27 gennaio 2009. Il ritardo, causa di danno ambientale per il mancato ricircolo delle acque interne al porto, non risulta essere stato neppure contestato da nessuna autorità pubblica, mentre il Comune ha assunto senza obiezioni l impegno di rimborsare a piè di lista i costi dell opera. L impianto è costituito da un manufatto in cemento armato, che accoglie al proprio interno due pompe, le quali, ad intervalli programmati, aspirando acqua dal mare aperto a lato del molo foraneo sud, consentono il ricambio delle acque interne al porto turistico. In teoria. Il 25 novembre 2011, Franco Nanni, autorevole presidente della ROCA, associazione ravennate degli operatori nell offshore petrolifero, a suo tempo membro del consiglio direttivo del Consorzio MarinaRa titolare dei diritti di costruzione del porto turistico prima che fossero rilevati da SEASER, ha scritto una lettera al Comune di Ravenna e all Autorità portuale, avente per oggetto: Darsena Imbarcazioni da diporto. Vi espone, in sintesi, quanto segue: La darsena delle imbarcazioni da diporto nei mesi estivi si trasforma in un bacino inquinato e maleodorante. Infatti dopo la chiusura con il molo frangiflutti di Marinara l area non ha un riciclo delle acque. La Società SEASER si era impegnata di completare un sistema di ricambio acque In seguito, nel 2004 è stato appaltato un sistema di riciclo delle acque installando una pompa nella base della diga foranea sud... non so per quale motivo il Comune di Ravenna si sia fatto carico delle spese di tale opera che doveva

essere a carico di Seaser o comunque a carico dei proprietari delle imbarcazioni che usufruiscono del bacino del Porto turistico (premetto che io ne usufruisco) l opera è completamente inutile poiché non ha mai funzionato essendo la presa e la pompa insabbiate per un ingenuo difetto di progettazione inoltre vorrei fare notare che l impianto di riciclo acque, costruito nella diga sud, oltre che essere risultato inutile, è anche pericoloso. Infatti era dotato di una ringhiera con cancello di protezione, ringhiera che attualmente è danneggiata ed abbandonata costituendo così un pericolo per chi si dovesse appoggiare. Nanni evidenzia anche l esistenza di un il tubo di collegamento sotto il molo frangiflutti (angolo molo sud), da diversi anni ostruito essendo completamente insabbiato. Per liberarlo basterebbe un semplice escavatore che dal molo sud portasse via qualche autocarro di detriti. Sottolinea pure che nei lavori di allargamento del molo foraneo sud è stata costruito un sistema di riciclo delle acque, che purtroppo non è ancora andato in funzione : riguarda i lavori in carico all Autorità portuale sulla storica palizzata sud del canale Candiano. In definitiva, non esistendo il benché minimo ricambio di acqua all interno di un bacino chiuso che ospita 1152 posti barca, il porto turistico non è, afferma Nanni, agibile, dato che negli ultimi anni è stato in condizioni d igiene non accettabili, causa anche di un fetore permanente. Rispondendo ad una mia richiesta, ha aggiunto: La mancanza di ricambio delle acque causa uno stagnamento delle acque che in estate vanno in putrefazione. A peggiorare la situazione certamente contribuiscono gli scarichi delle imbarcazioni ormeggiate, scarichi sia organici e soprattutto di detersivi che aumentano la proliferazione di alghe che poi, con il caldo, vanno in putrefazione. Il famoso Porto Internazionale di Marinara in estate è un bacino inquinato e maleodorante. Esposto quanto sopra, si chiede alle autorità in indirizzo di attivare al riguardo le rispettive competenze in materia. Ai fini dell'accertamento degli eventuali illeciti in violazione delle norme di tutela delle acque dall'inquinamento, si invia, a parte, formale richiesta di intervento al Comando carabinieri tutela ambiente (C.C.T.A.), competente ai sensi dell art. 135, comma 2, del Codice dell Ambiente. Allegati: lettera di Franco Nanni citata cinque diapositive in power point Alvaro Ancisi, capogruppo

Sulle gravi inadempienze intorno al porto turistico Marinara/st/int/fmam