D.M. 5669 12.07.2011 e LINEE GUIDA per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Conferenza di servizio



Documenti analoghi
La Legge n. 170/2010 e il Decreto attuativo. Quali ricadute nella scuola? Tamara Zappaterra, Università di Firenze

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

FOCUS DSA. Costantina Sabella Luciana Ventriglia PISTOIA 30 MAGGIO 2012

PIANO ANNUALE DELL INCLUSIONE

STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE ALUNNI DSA ISI FERMI-GIORGI

LEGGE 8 ottobre 2010 n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.

DSA CARATTERISTICHE E

Disturbi Specifici di Apprendimento. A cura del D.T. SABRINA BOARELLI U.S.R. per l Umbria

Disturbi Specifici dell Apprendimento

Disturbi Specifici di Apprendimento. A cura del D.T. SABRINA BOARELLI U.S.R. per l Umbrial

VADEMECUM PER ESAMI DI STATO ALUNNI DSA

Legge n. 170 del LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n.

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

BES (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI) TRA SCUOLA-FAMIGLIA-SANITA. Paola Damiani Referente BES-USR per il Piemonte Ufficio VI- Dirigente Stefano Suraniti

A livello generale, in base alla Normativa di riferimento, la valutazione degli alunni BES deve:

Corso di Formazione sui Disturbi Specifici dell Apprendimento

ISTITUTO COMPRENSIVO SAN GIOVANNI TRIESTE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI CON DSA. (Anno scolastico 2011/2012)

REPUBBLICA DI SAN MARINO

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: QUALI INTERVENTI? Maria Grazia Redaelli 4 novembre 2014

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI

I.C. Paolo Stefanelli

DSA: NOVITA LEGISLATIVE

Bisogni Educativi Speciali

LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI CON DSA

PROGETTO A SCUOLA DI DISLESSIA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

DSA Come costruire un Piano Didattico Personalizzato efficace. Grazia Mazzocchi

Piazza Palio, 63 Lecce Tel.0832/ fax 0832/ sit o

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

Normativa Scolastica e DSA

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico

Accordo su Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)

C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura:

I BISOGNI DEL BAMBINO CON DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO.

PROTOCOLLO PER L INCLUSIONE

ACCORDO DI PROGRAMMA. Dott.ssa Alessandra Martini

N.B. A CORREDO DEL MODELLO NELLA CARTE VIENE RIPORTATA LA DOCUMENTAZIONE UTILE PER LA PREDISPOSIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE

Piano Annuale per l Inclusione A.S. 2012/13 - PARTE I - ANALISI DEI PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l Istruzione Direzione Generale per lo Studente Ufficio VI

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE/INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ

I.C. Paolo Stefanelli. Protocollo di Accoglienza per alunni che presentano. Disturbi Specifici dell Apprendimento (DSA) anno scolastico 2014/15

Master Universitario di I livello- Corso di perfezionamento e aggiornamento professionale

ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO VALTREBBIA Via al Municipio 7, TORRIGLIA (GE)

Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015 Linee guida DOCUMENTO DI CERTIFICAZIONE DI COMPETENZE

HANDICAP E INTEGRAZIONE

siano inseriti nel fascicolo personale dell'alunno sia la diagnosi sia il PDP.

PROCEDURA DEL SISTEMA QUALITA GESTIONE DELL ATTIVITA DI SOSTEGNO (PER STUDENTI IN SITUAZIONE DI HANDICAP)

UNA PROPOSTA CONCRETA PER GLI INSEGNANTI. B.E.S. e D.S.A. aspetti didattico pedagogici tra normativa e pratiche operative

BES tra normativa e. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. 29/09/13 dott. V.Gullotta 1

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico

PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI DSA

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

Linee d'indirizzo del POF

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DIAGNOSI DSA/BES

Anno scolastico 2013/2014

Prot. n. Polignano a Mare,li 14/10/2013. Ai docenti coordinatori SEDE

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

Progetto Comes, sostegno all handicap

dai D.S.A. ai B.E.S

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1

Integrazione scolastica degli alunni stranieri: dalle norme al progetto di scuola. I temi. Alunni stranieri a scuola:

Il Piano Didattico Personalizzato

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

*** NORMATTIVA - Stampa ***

PROTOCOLLO PER L INDIVIDUAZIONE PRECOCE DELLE DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO E LA PREVENZIONE DEL DISAGIO

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

ISTRUZIONE DEGLI ADULTI (D.P.R 263/2012) LINEE GUIDA PER IL PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTO

DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Indicazioni nazionali per il curricolo

La scuola e la valutazione degli alunni con DSA: come interpretare la legge 170/2010. Prof.ssa Maria Christina Young Vicenza

N. ore per attività individuali fuori dalla. insegnanti) gestite per gruppi nello stesso gruppo classe): 30

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA. PER ALUNNI DISABILI e REGOLAMENTO GLH. dell'i.c.di Belgioioso

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi

REGOLAMENTO del Centro Territoriale di Supporto Istituto Comprensivo Calcedonia

Protocollo accoglienza alunni BES-DSA

Bisogni Educativi Speciali

ISTITUTO COMPRENSIVO DI BELGIOIOSO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI CON DSA

Scuola : LICEO CLASSICO STATALE "C. BECCARIA" - MILANO - a.s Piano Annuale per l Inclusione

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE PIEMONTE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PER ALUNNI DI MADRELINGUA NON ITALIANA ANNO SCOLASTICO 2014/2015

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI CON DSA

Scuola: I.P.S.S.S. E. DE AMICIS ROMA a.s. 2013/2014. Piano Annuale per l Inclusione

Parte 1 : Analisi dei punti di forza e di criticità a.s

COME SI RICONOSCONO I DSA? Per poter parlare di DSA è necessaria una diagnosi.

La segnalazione scolastica per D.S.A.

Transcript:

D.M. 5669 12.07.2011 e LINEE GUIDA per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA Conferenza di servizio USR PUGLIA DIREZIONE GENERALE Ufficio VI Annalisa Rossi Ottobre 20111 1

D.M. 5669 12.07.2011 1. modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici; 2. le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell infanzia; 3. nonché le forme di verifica e di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento 2

D.M. 5669 12.07.2011, art. 2 Soggetti e compiti 1. le istituzioni scolastiche provvedono a segnalare alle famiglie le eventuali evidenze, riscontrate nelle prestazioni quotidiane in classe e persistenti nonostante l applicazione di adeguate attività di recupero didattico mirato, di un possibile disturbo specifico di apprendimento, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell art. 3 della Legge 170/2010modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici; 2. Uffici Scolastici Regionali attivano tutte le necessarie iniziative e procedure per favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata e tempestiva da parte delle strutture preposte 3. La famiglia (o lo studente maggiorenne) consegnano la certificazione di DSA alla scuola o all università 3

D.M. 5669 12.07.2011, artt. 4 e 5 Misure educative e didattiche 1. Obiettivo: successo formativo degli alunni con DSA 2. Strumenti: - Didattica individualizzata e personalizzata «GARANTITA ED ESPLICITATA» nel quadro e nel rispetto di: 1. Indicazioni curricolari nazionali I e II ciclo 2. Modalità di apprendimento specifiche dell alunno con DSA 3. Aree di funzionamento e, quindi, abilità potenziabili 4. Indicazioni metodologiche coerenti con le Linee Guida - Misure compensative (dopo aver reso gli alunni competenti all utilizzo) e dispensative (per ridurre affaticamento e disagio conseguentemente a compiti direttamente connessi con il disturbo) 4

D.M. 5669 12.07.2011, art. 6, c. 2-3 La valutazione 1. Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all abilità deficitaria. 2. Le Commissioni degli Esami di Stato valutano coerentemente con le modalità stabilite nei PDP e adottano adeguate misure compensative 5

D.M. 5669 12.07.2011, art. 6, c. 4-5 Lingue «straniere» e dispensa 1. Le Istituzioni scolastiche valorizzano le modalità attraverso cui il discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA. 6

D.M. 5669 12.07.2011, art. 6, c. 4-5 Lingue «straniere» e dispensa Si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni : 1.certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte; 2.richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia/allievo maggiorenne; 3.approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di studio in cui l insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico, istituto tecnico per il turismo, ecc.). 7

D.M. 5669 12.07.2011, art. 6, c. 5-6 Esami di stato e percorsi differenziati 1. In sede di esami di Stato, conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, modalità e contenuti delle prove orali sostitutive delle prove scritte sono stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe. 2. Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l alunno o lo studente possono su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe - essere esonerati dall insegnamento delle lingue straniere e seguire un percorso didattico differenziato. In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe in coerenza con esso, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del D.P.R. n.323/1998. 8

D.M. 5669 12.07.2011, artt. 7-9 Formazione, CTS, Gruppo di lavoro 1. Contenuti dei Piani di formazione attivabili ex art. 4, l. 170/2010: a) caratteristiche delle diverse tipologie di DSA; c) principali strumenti per l individuazione precoce del rischio di DSA; d) strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo; e) gestione della classe in presenza di alunni con DSA; f) forme adeguate di verifica e di valutazione; g) indicazioni ed esercitazioni concernenti le misure educative e didattiche di cui all art. 4; h) forme di orientamento e di accompagnamento per il prosieguo degli studi in ambito universitario, dell alta formazione e dell istruzione tecnica superiore; i) esperienze di studi di caso di alunni con DSA, per implementare buone pratiche didattiche. 9

D.M. 5669 12.07.2011, art. 7 Formazione, CTS, Gruppo di lavoro 1. Gli Uffici Scolastici Regionali, fatte salve le convenzioni e le intese già in atto, possono stipulare appositi accordi con le facoltà di Scienze della Formazione, nell ambito dell Accordo quadro sottoscritto tra il MIUR e la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, per l attivazione presso le stesse di corsi di perfezionamento o master in didattica e psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento, rivolti a docenti e dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado. 2. In conformità alle norme sull autonomia delle istituzioni scolastiche, le medesime possono attivare, in base alle necessità ed alle risorse, interventi formativi in materia. 10

Linee Guida - SOMMARIO 1. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO 2. L OSSERVAZIONE IN CLASSE 3. DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA STRUMENTI COMPENSATIVI, MISURE DISPENSATIVE: la documentazione dei percorsi didattici 4. UNA DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA 5. LA DIMENSIONE RELAZIONALE 6. CHI FA CHE COSA: il Dirigente Scolastico 11

I nodi fondamentali CURA e PERSONA Le Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico sollecitano la scuola - nel contesto di flessibilità e di autonomia avviato dalla legge 59/99 a porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona, sulla base dei principi sanciti dalla legge 53/2003 e dai successivi decreti applicativi: «La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione». (dalla Premessa alle Linee Guida) 12

L etica della CURA Epimeleia in Socrate (Platone, Apologia di Socrate): arte dell esistenza : Cari Ateniesi, il problema grosso è che i nostri giovani si curano solo degli onori, della gloria e della ricchezza. Io voglio insegnare loro a prendersi cura (epimeleia) della virtù della verità (aletheia) e della saggezza (phronesis: capacità deliberativa nei problemi grandi ( voglio educarli a prendersi cura dell anima ) Merimna in Matteo 13,22: lavoro del vivere La cura in Cicerone La cura in Anna Arendt: educare è coltivare, non solo trasmettere i linguaggi fondamentali della nostra cultura, ma educare a pensare da sé. 13

La cura declinata La CURA come ricettività (E. Noddings - USA docente universitaria di matematica, teorica della cura ) La CURA come responsività : educatore ricettivo non iperattivo. Non più la scuola che dà risposte precotte a domande mai poste (K. Popper) La CURA come empatia (Edith Stein, allieva di Husserl, è la capacità di aprire la propria anima fino a far risuonare dentro di noi l esperienza dell altro ) 14

Per una cura autentica Heidegger, Logica e verità - cura espropriante: farsi carico della responsabilità dell altro - cura autentica: insegnare all altro a farsi carico della propria responsabilità 15

I nodi fondamentali 1. L OSSERVAZIONE come DIMENSIONE DELLA CURA Ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace. Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei primi segmenti dell istruzione - scuola dell infanzia e scuola primaria - per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo - NEURODIVERSITA - SPECIALE NORMALITA Un dato: circa il 20% degli alunni soprattutto nel primo biennio della scuola primaria), manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di Apprendimento. Di questi solo il tre o quattro per cento presenteranno un DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni 16 casi implica un disturbo.

I nodi fondamentali LA DIDATTICA AL CENTRO INDIVIDUALIZZAZIONE e PERSONALIZZAZIONE STRUMENTI FONDAMENTALI PER LA GARANZIA DEL SUCCESSO E DEL DIRITTO DI APPRENDIMENTO LE MISURE COMPENSATIVE E DISPENSATIVE sono STRUMENTI OPERATIVI NEL CONTESTO DI UN IMPIANTO DIDATTICO REALMENTE CURVATO SULLA CURA DELLA PERSONA 17

I nodi fondamentali ALUNNO CON DSA UNO STRANIERO IN CLASSE CON UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA? NO, SE IL VIAGGIO COMINCIA BENE DALLA SCUOLA DELL INFANZIA 18

I nodi fondamentali ALUNNO CON DSA UNO STRANIERO IN CLASSE CON UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA? NO, SE IL VIAGGIO CONTINUA BENe CON LA SCUOLA PRIMARIA - Metodo fono-sillabico (con associazioni mentali) - Concentrazione sulla scrittura bilineare 19

I nodi fondamentali ALUNNO CON DSA UNO STRANIERO IN CLASSE CON UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA? NO, SE IL VIAGGIO CONTINUA BENe CON LA SCUOLA SECONDARIA - STRUMENTI COMPENSATIVI, DISPENSATIVI (esonero dalla disciplina / dispensa da alcune prestazioni) - L Orientamento (es. lingue ad alta trasparenza) 20

I nodi fondamentali ALUNNO CON DSA UNO STRANIERO IN CLASSE CON UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA? UN DESTINATO AL DROP-OUT? LA DIMENSIONE RELAZIONALE (classe inclusiva e collaborativa) 21

I nodi fondamentali CHI FA CHE COSA 1. IL DIRIGENTE SCOLASTICO Il Dirigente scolastico è il garante delle opportunità formative offerte e dei servizi erogati A. PROMUOVE E CURA iniziative da attuarsi di concerto con le varie componenti scolastiche, atte a favorire il coordinamento dei vari Interventi; B. Sulla base dell autonoma responsabilità nella gestione delle risorse umane della scuola, il Dirigente scolastico potrà valutare l opportunità di assegnare docenti curricolari con competenza nei DSA in classi ove sono presenti alunni con tale tipologia di disturbi. C. Garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali 22

I nodi fondamentali CHI FA CHE COSA 1. IL DIRIGENTE SCOLASTICO D. stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie, e precisamente: - attiva interventi preventivi; trasmette alla famiglia apposita comunicazione; riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo docente; promuove attività di Formazione / aggiornamento per il conseguimento di competenze specifiche diffuse; promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti); definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di alunni e studenti con DSA e ne coordina l elaborazione e le modalità di revisione; gestisce le risorse umane e strumentali; promuove l intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e studenti con DSA, favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di riconoscimento dell impegno dei docenti,; attiva il monitoraggio relativo a tutte 23 le azioni messe in atto

I nodi fondamentali CHI FA CHE COSA 1. IL DOCENTE REFERENTE/FUNZIONE STRUMENTALE 2. LA FAMIGLIA 3. LO STUDENTE 4. I DOCENTI 24

1. La scuola assume la responsabilità della lettura dei reali bisogni di inclusione valutazione bio-psico-sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (special educational needs) su base antropologica ICF (OMS, 2002) o certificazione sanitaria ICD-10? 25

IANES, 2005 26

Applicare la classificazione I.C.F. a tutti gli alunni Il concetto di fondo è che per attivare competenze devono essere attivate alcune funzioni della persona, siano esse cognitive, fisiche, emotive, relazionali Il concetto di FUNZIONE ha un indubbio valore pedagogico ed educativo se si pensa che I SAPERI RESTANO VUOTI SE NON VENGONO AGITI DALLA PERSONA (trasformare i saperi in condotte sapienti) Le NEUROSCIENZE studiano proprio le funzioni cognitive e le specifiche modalità attraverso le quali il cervello elabora le condotte emotive, cognitive, relazionali 27

4. La scuola elabora modelli di inclusione e fa cultura Costruzione di Buone Prassi e non di Buone azioni (Stabilità istituzionale, strutturale) su cui negoziare le risorse aggiuntive Documentare e diffondere i benefici dell APPROCCIO INCLUSIVO Sviluppare una cultura della Qualità dell inclusione 28

Quaderno bianco sulla scuola Una scuola di qualità per tutti Mettere la qualità della scuola al centro dell azione pubblica Valorizzare i punti di forza e superare i ritardi Gli indicatori di qualità dell inclusione 29

RELAZIONALITA ATTENZIONE AI BISOGNI COINVOLGIMENTO DELLE PERSONE APPROCCIO SISTEMICO ALLA GESTIONE PARTNERSHIP VALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE APPRENDIMENTO INNOVAZIONE MIGLIORAMENTO CONTINUO ATTENZIONE AI PROCESSI PIU CHE AI RISULTATI RESPONSABILITA PUBBLICA 30 30

Necessità di RICERCA e DOCUMENTAZIONE Al di là delle indagini descrittive: Ricerca teorica Ricerca empirica Ricerca applicativa 31

dal surrealismo alla realtà! GRAZIE 32