PROVINCIA DI PADOVA COMUNE DI PADOVA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI PREFETTURA DI PADOVA DI PADOVA. Dialogo interreligioso.



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PROVINCIA DI PADOVA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA PREFETTURA DI PADOVA COMUNE DI PADOVA Dialogo interreligioso e Valori universali

PROVINCIA DI PADOVA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA PREFETTURA DI PADOVA COMUNE DI PADOVA DIALOGO INTERRELIGIOSO E VALORI UNIVERSALI

INDICE Presentazione pag. 7 Introduzione pag.11 Elenco delle religioni interlocutrici al dialogo * - Buddismo pag. 17 - Chiesa Avventista del 7 giorno 23 - Chiesa Cattolica 27 - Chiesa Cristiana Evangelica 30 - Chiesa Metodista 32 - Chiesa Ortodossa 35 - Ebraismo 39 - Fede Bahà í 42 - Islam 45 Riferimenti utili pag. 49 Libertà religiosa e diritti umani nella normativa. Dall Italia all ONU, dall Europa alle Città. Fonti giuridiche Estratti - Costituzione della Repubblica Italiana (1948) pag. 53 - Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) 55 - Patto Internazionale sui diritti civili e politici (1966) 56 * la pubblicazione segna l inizio di un percorso che potrà ampliarsi con il contributo di altre religioni.

- Patto internazionale sui diritti economici, sociali, culturali (1966) pag.57 - Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (1950) 58 - Convenzione internazionale sui diritti dell infanzia (1989) 59 - Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla eliminazione di ogni forma di intolleranza e di discriminazione basata sulla religione o sulla fede (1981) 60 - Carta Araba dei Diritti Umani (2004) 64 - Dichiarazione dei Diritti Umani nell Islam (1990) 65 - Carta Africana dei Diritti dell Uomo e dei Popoli (1981) 66 - Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, o etniche, religiose e linguistiche (1992) 67 - Costituzione UNESCO : Preambolo 69 - Convenzione UNESCO contro la discriminazione nell educazione (1960) 69 - Dichiarazione UNESCO sulle responsabilità delle generazioni presenti nei riguardi delle generazioni future (1977) 70 - Dichiarazione UNESCO dei principi sull intolleranza (1995) 71 - Dichiarazione UNESCO sul ruolo della religione per la promozione di una cultura di pace (Barcellona, 1994) 72 - Trattato che adotta una Costituzione per l Europa (2004) 74 - Carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea (2ª parte del trattato) 75 - Commissione Europea, Rapporto del Gruppo dei Saggi su il dialogo tra i popoli e tra le culture nello spazio euro-mediterraneo (ottobre 2003) 76 - Legge regionale del Veneto 16 dic. 1999, n. 55 Interventi regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura e la pace, la cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà 78

Statuti di alcuni Comuni estratti - Statuto della Provincia di Padova pag. 79 - Statuto del Comune di Padova 80 - Statuto del Comune di Abano Terme 81 - Statuto del Comune di Albignasego 82 - Statuto del Comune di Arzergrande 83 - Statuto del Comune di Brugine 84 - Statuto del Comune di Camposampiero 85 - Statuto del Comune di Conselve 86 - Statuto del Comune di Este 88 - Statuto del Comune di Fontaniva 89 - Statuto del Comune di Grantorto 90 - Statuto del Comune di Monselice 91 - Statuto del Comune di Ponte San Nicolò 93 - Statuto del Comune di Rubano 95 - Statuto del Comune di Saonara 96 - Statuto del Comune di Selvazzano Dentro 97 - Statuto del Comune di Vigonza 98 - Statuto del Comune di Villafranca Padovana 100

PRESENTAZIONE Nel corso del semestre di presidenza italiana dell Unione europea il Ministro dell Interno, On. Pisanu, ha posto all ordine del giorno delle riunioni dei venticinque Ministri europei il tema del dialogo interreligioso, inteso come fattore di coesione sociale nei paesi europei a forte immigrazione e come strumento per la costruzione della pace nell area del Mediterraneo. I Capi di Stato e di Governo dell U. E. hanno così approvato l iniziativa di creare la Carta europea del dialogo interreligioso, che può aiutare le nuove generazioni a privilegiare i valori della tolleranza, del pluralismo e della centralità della persona umana. Tolleranza e conoscenza reciproca, infatti, sono condizioni necessarie ma non sufficienti. Occorre anche la disponibilità ad accettarsi reciprocamente e, ancor di più, a riconoscersi in un minimo comune denominatore di valori e norme condivise: la sacralità della vita umana, le regole fondamentali dello stato di diritto, le regole della democrazia. Oltre all Unione Europea, anche il Consiglio d Europa, sotto la Presidenza Russa, ha recentemente (7-9 settembre 2006- Forum del Volga) affrontato il tema nel corso di una Conferenza internazionale dedicata al dialogo culturale e alla cooperazione interreligiosa. Prendendo spunto dalle priorità stabilite nella Convenzione europea dei diritti dell uomo e nella Convenzione culturale europea, il Consiglio ha stabilito che il dialogo interculturale e, in senso più lato, la cooperazione siano le impostazioni generali per comprendere il patrimonio storico delle civiltà e promuovere una responsabilità condivisa per un futuro comune. Gli Stati europei si sono impegnati perciò a promuovere le condizioni che favoriscano il dialogo, perché coloro che dialogano imparano a conoscersi e a rispettarsi. Il Ministro Pisanu nel 2005 aveva chiesto quindi ai Prefetti d interessare le autorità pubbliche operanti sul territorio per incoraggiare ed assecondare - 7 -

questo processo non breve, non semplice, non agevole, con l obiettivo di promuovere a ogni livello la nascita di gruppi multietnici e multireligiosi per il dialogo. Anche il Ministro Amato ha recentemente ribadito tale necessità, e ha addirittura proposto la redazione di una Carta dei valori, basata sul riconoscimento della libertà di coscienza, della libertà di scegliere la religione anche da parte dei figli, l eguaglianza di genere, la conduzione paritaria della famiglia. Sulla base di questi presupposti nella nostra città e nella nostra provincia è stato costituito, presso la prefettura, un gruppo di lavoro - con la partecipazione dei rappresentanti della Provincia, del Comune, dell Università e delle varie comunità presenti nella nostra realtà territoriale che ha predisposto una pubblicazione sul dialogo interreligioso e interculturale, destinato a facilitare la conoscenza delle diverse culture e religioni, il dialogo e la comprensione reciproca. Tutte le componenti presenti hanno dimostrato, dopo una certa diffidenza iniziale dovuta essenzialmente alla novità e all originalità dell iniziativa, molta disponibilità alla collaborazione, nella consapevolezza di poter offrire un contributo fondamentale per lo sviluppo della nostra società. Nel corso degli incontri abbiamo dedicato grande attenzione ai temi della scuola e dell educazione, e abbiamo unanimemente individuato un ruolo decisivo delle giovani generazioni nei processi d inserimento degli immigrati nella società d accoglienza. Attraverso la scuola in particolare dobbiamo far sì che si migliori la conoscenza reciproca, il dialogo, l integrazione, l informazione sulle diverse culture e religioni. Per questo abbiamo realizzato un primo strumento semplice nel quale sono riportate le varie dichiarazioni internazionali, europee e nazionali, volte alla tutela dei diritti umani, primo fondamento della reciproca conoscenza e del reciproco riconoscimento. Ciascuna comunità ha poi predisposto una scheda conoscitiva, nella quale sono illustrati brevemente i principi fondamentali a cui essa fa riferimento. Sono comprese le schede redatte da Buddismo, Chiesa cristiana avventista del 7 giorno, Chiesa cattolica, - 8 -

Chiesa cristiana evangelica, Chiesa metodista, Chiesa ortodossa, Ebraismo, fede Bahà í, Islam. Conclude l opera la raccolta delle fonti normative dedicate alla tutela dei diritti umani, curata dal Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell Università di Padova, che è da sempre impegnato su questi temi fondamentali. Crediamo fermamente che la distribuzione e l illustrazione del contenuto dell opuscolo nelle scuole, con la collaborazione degli enti locali e delle Autorità scolastiche, sia il primo passo per diffondere sempre più i principi di comprensione e conoscenza reciproca e per migliorare la nostra società, destinata ad essere sempre più multietnica e multireligiosa. L impegno e la collaborazione concorde di tutte le Autorità, delle Associazioni, dei rappresentanti delle diverse comunità della città e della provincia costituiscono la migliore garanzia dei concreti e fruttuosi risultati dell iniziativa, unica nel suo genere non soltanto a livello nazionale, ma a livello europeo. Un ringraziamento per il lavoro svolto va al Centro di Studi e di Formazione sui diritti della persona e dei popoli dell Università di Padova, a tutti i partecipanti al gruppo di lavoro e in particolare all Amministrazione Provinciale e al Comune di Padova che hanno reso possibile la pubblicazione finanziando l iniziativa. Paolo Padoin Prefetto di Padova - 9 -

INTRODUZIONE Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell osservanza dei riti. E quanto proclama la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), fonte primaria del nuovo Diritto internazionale che ha radici nella Carta delle Nazioni Unite (1945) e che si è successivamente arricchito di numerose Dichiarazioni e Convenzioni giuridiche, tra le quali si segnalano la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini (1989) e la Dichiarazione sulla eliminazione di ogni forma di intolleranza religiosa (1993). L articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) recepisce e ulteriormente specifica l articolo 18 della Dichiarazione universale: 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di sua scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, e sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell osservanza dei riti, nelle pratiche e nell insegnamento. 2. Nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano menomare la sua libertà di avere o adottare una religione o un credo di sua scelta. 3. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere sottoposta unicamente alle restrizioni previste dalla legge e che siano necessarie per la tutela della sicurezza pubblica, dell ordine pubblico e della sanità pubblica, della morale pubblica o degli altrui diritti e libertà fondamentali. - 11 -

4. Gli Stati parti del presente Patto si impegnano a rispettare la libertà dei genitori e, ove del caso, dei tutori legali di curare l educazione religiosa e morale dei figli in conformità alle proprie convinzioni. L articolo 19 della Costituzione della Repubblica Italiana e l articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea (2000) sono in perfetta consonanza con la normativa internazionale. Il diritto alla libertà religiosa si colloca all interno di quel nucleo di diritti fondamentali della persona che concorrono a definire l essenza della dignità umana, della eguale dignità di tutti i membri della famiglia umana. Esso è infatti inscindibilmente collegato al diritto alla libertà di pensiero e al diritto alla libertà di coscienza che l articolo 1 della Dichiarazione universale assume come innati all essere umano: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. La stessa Dichiarazione proclama che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. Dunque, il valore della dignità umana è posto a fondamento dell ordine mondiale e di qualsiasi altro ordinamento. Il diritto alla libertà religiosa è inteso garantire la manifestazione sia privata sia pubblica della propria fede religiosa, nelle forme e con le modalità che sono proprie di quella fede, con il solo limite della salvaguardia del bene comune. Comune compito delle religioni è pertanto quello di contribuire, ciascuna coerentemente coi propri carismi identitari, a coltivare la consapevolezza delle persone dell altissimo valore della dignità umana e della necessità di rispettarla nel comune cammino verso la perfezione spirituale, morale e civile. Insieme con le istituzioni educative e formative, le religioni condividono la missione della promozione umana da perseguirsi in particolare attraverso il rispetto dei diritti della persona. Non a caso la Dichiarazione universale si - 12 -

propone come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le nazioni, al fine che ogni individuo e ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l insegnamento e l educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà. Qualsiasi disegno educativo, perché sia genuinamente tale, deve fondarsi su un paradigma di valori che vengano percepiti e interiorizzati quali obiettivi di bene personale e di bene comune nella vita sociale, in sede locale, nazionale e internazionale. Il Codice dei diritti umani, frutto del millenario apporto che le varie culture hanno dato alla promozione umana lungo i secoli, perseguendo vie talora misteriose ma sempre fertili nello sforzo di discernere il bene, si propone alla ragione, alla coscienza e al cuore di ciascuno - con l autorità propria della legge buona e giusta - quale insieme di valori la cui forza sta nella loro intrinseca universalità. Questa è resa sempre più concreta dalla estesa, crescente rivendicazione dei diritti fondamentali che si manifesta in ogni parte del mondo. Quando si dice valori sono chiamati in causa mente e cuore, ragione e passione, esercizio di virtù. Se i valori sono universali allora a mente e cuore, a ragione e passione, occorre aggiungere senso di responsabilità sociale quale grado superiore del senso di appartenenza alla comunità. Diritti fondamentali o diritti della persona o diritti umani sono il nome con cui il legislatore chiama i bisogni vitali, materiali e spirituali, dell essere umano allo scopo di renderne precettivo il soddisfacimento. In ossequio al principio dell integralità della persona, fatta di anima e di corpo, di spirito e di materia, i diritti fondamentali sono pertanto sia civili e politici sia economici, sociali, culturali, fra loro interdipendenti e indivisibili. Se si assume che le religioni sono naturalmente vocate a favorire l interiorizzazione dei valori universali, deve convenirsi che tanto più pervasivo ed efficace sarà questo loro contributo, quanto più esse saranno capaci di rispetto reciproco. E poiché il rispetto è frutto di conoscenza obiettiva, prima ancora che di apprezzamento soggettivo, il dialogo si rivela indispensabile. Lo scambio di conoscenze, portato avanti con retta intenzione e continuità, è premessa indispensabile per convergere sull individuazione di compiti - 13 -

comuni al servizio delle persone, delle famiglie, delle comunità. Attraverso il dialogo finalizzato al fare insieme per il bene comune si contribuisce alla costruzione della pace positiva, interna e internazionale, dunque all attuazione dell articolo 28 della Dichiarazione universale dei diritti umani che proclama: Ogni essere umano ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possono essere pienamente realizzati. Il dialogo fra religioni e fra culture diverse è pertanto un servizio alla vita, individuale e collettiva, dalla città al mondo. Assolvendo al loro compito di perfezionamento spirituale e morale delle persone e delle comunità nel segno dei valori universali, le religioni contribuiscono alla realizzazione di quei diritti di cittadinanza universale che sono riconosciuti dal vigente Diritto internazionale ad ogni persona umana senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione (art.1, comma 3, della Carta delle Nazioni Unite). Ne discende che il loro contributo educativo è essenziale alla costruzione della città inclusiva che è territorio, ma non confine, dunque spazio umano, civile e politico pienamente idoneo per l esercizio degli eguali diritti di cittadinanza di tutti coloro che vi abitano. Sotto questo profilo, il dialogo interreligioso è parte integrante del più ampio dialogo interculturale, al cui interno la buona volontà di ciascuno si rapporta allo stesso paradigma di valori universali per trovare ciò che unisce e perché questo prevalga su ciò che, a motivo delle diverse storie di provenienza, ha spesso diviso. Il tipo di unità di cui si vuole dare testimonianza non ha nulla a che fare con uniformità o con omologazione né, tanto meno, intende essere una facciata di comodo: piuttosto vuole essere il sincero contributo ad una stimolante e vitale unità nella diversità, che poggi sulle solide fondamenta, sulle quali si erge ogni religione rivelata, dell esistenza di un Dio unico e indivisibile e del servizio a tutti i membri della famiglia umana. Il tavolo del dialogo interreligioso, promosso dal Prefetto di Padova, con la collaborazione della Provincia, del Comune, dell Università di - 14 -

Padova e del suo Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli, e con la convinta, fattiva partecipazione dei rappresentanti delle Comunità religiose insediate nel territorio provinciale, testimonia di una volontà comune di costruire pace, coesione sociale, condivisione di responsabilità civili. Nel presente fascicolo, frutto di decisione unanime dei partecipanti al tavolo, le varie Comunità religiose si presentano, ciascuna nell esercizio dei diritti e delle libertà riconosciute dalla Costituzione della Repubblica Italiana e dal vigente Diritto internazionale dei diritti umani. L opuscolo si prefigge di fornire, in primo luogo agli studenti, alle loro famiglie e agli insegnanti e, auspicabilmente all intera cittadinanza, alcune informazioni essenziali per una prima conoscenza delle religioni presenti e operanti nella Provincia di Padova. Decisione unanime del tavolo è stata anche quella di corredare le varie presentazioni dei riferimenti normativi, nazionali e internazionali, che hanno per oggetto la libertà religiosa e i diritti fondamentali. Si attira l attenzione anche sulla pertinente normativa a livello comunale, provinciale e regionale. E, questo, un fatto nuovo per l Italia: il Codice universale dei diritti umani trova risonanza, oltre che nella Costituzione nazionale anche, a partire dal 1991, in numerosi nuovi Statuti di Comuni, Province e in Leggi di Regioni. E prova del radicamento dell universale nel tessuto civile e istituzionale delle comunità locali e del collocarsi di queste nel più ampio spazio mondiale aperto dal riconoscimento giuridico internazionale dei diritti umani. Lo spazio di operatività delle religioni è, per loro intrinseca natura, quello universale. Nel momento in cui anche l orizzonte giuridico e istituzionale delle comunità locali si apre allo spazio universale dei diritti della persona e dei popoli, l esperienza universalista delle religioni è della massima importanza per la costruzione della pace dalla città al mondo. La Costituzione dell Unesco afferma che poiché la guerra nasce nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace. Il grande scienziato Albert Einstein fa eco a questo ammonimento: Il - 15 -

problema reale è nella mente e nei cuori degli uomini. Non sono mai giunto alla conclusione che non vi sia salvezza per l umanità. Ritengo che il miglioramento delle condizioni del mondo intero non dipenda essenzialmente dalla conoscenza scientifica, ma dalla realizzazione degli ideali umani e che uomini come Confucio, Buddha, Gesù e Gandhi hanno fatto per l umanità, in relazione allo sviluppo del comportamento etico, più di quanto la scienza potrà mai realizzare. - 16 -

BUDDISMO Breve storia del Buddismo: Il Buddha, il cui nome era Siddharta Gautama, visse nell'india del Nord nel VI sec. a.c. Il Buddha nacque, durante il viaggio che doveva portare la regina Maya, moglie del capo del clan degli Sakya, il nobile guerriero Suddhodana, a partorire il primo figlio nella casa paterna, secondo la tradizione del tempo. Ma la tradizione vuole che la giovane non raggiungesse mai la casa e partorisse in un boschetto, mettendo al mondo colui che diventerà il Buddha. Prima di intraprendere la sua ricerca spirituale, il Buddha viveva nell'agio presso il palazzo del padre, seguendo l'educazione necessaria a divenire, un giorno, re di una regione che corrisponde all'incirca all'attuale Nepal. Poco prima di compiere trent'anni il principe Siddarta incontrò delle persone che stavano vivendo l'esperienza della malattia, della vecchiaia e della morte, rimanendone molto impressionato e turbato. Allo stesso modo rimase profondamente ammirato dalla serenità mostrata da un saggio eremita. Maturando tali esperienze, il principe Siddarta realizzò la precarietà e la temporaneità del suo stato di agio ed abbandonò la sua casa e la sua famiglia, in cerca di una soluzione definitiva alle grandi sofferenze del mondo. Intraprese in tale ricerca diverse pratiche spirituali ed incontrò molti maestri, finché, insoddisfatto di quanto sperimentato, ricercò la sua via: una via di mezzo tra l estremo ascetismo e una vita legata ai piaceri dei sensi. Fu come risultato di questa ricerca che una sera, all'età di trentacinque anni, meditando sotto un albero, poi conosciuto come l albero della Bodhi o del Risveglio presso Bodhgaya (nell'attuale regione del Bihar, in India), il principe Siddarta raggiunse lo stato dell'illuminazione, lo stato di completa e profonda saggezza, al di là di ogni sofferenza. Da quel giorno fu noto come il Buddha, il Risvegliato. Dopo l'illuminazione il Buddha diede il suo primo insegnamento a Sarnath, noto come "Le Quattro Nobili Verità" che indicano la via per liberarsi dallo stato di sofferenza esistenziale propria dell uomo, senza il bisogno di intermediari sacerdotali come i brahmani, ma attraverso un lavoro su se stessi. Da quel momento passò la sua vita ad insegnare come raggiungere il suo stato di Illuminato ad innumerevoli persone. Fondò una comunità monastica a cui poterono accedere gli uomini e successivamente anche le - 17 -

donne, dato estremamente rivoluzionario nella società indiana dell epoca, che tradizionalmente non consentiva a queste ultime di uscire dalla tutela e dal controllo diretto della famiglia patriarcale. Il Buddha morì ad ottanta anni nel 480 a.c., a Kusinara, nell'attuale regione indiana dell'uttar Pradesh. Alla morte il Buddha non lasciò alcun successore e la comunità continuò ad operare insieme. All inizio mancava anche un Corpus Canonico codificato, e i discepoli diretti del Buddha si riunirono nel 473 durante il I Concilio indetto a Rajagriha per la durata di sette mesi per trasmettere ciò che avevano appreso direttamente dal Maestro. In tale consesso vennero esposti i sutra, ovvero i discorsi del Buddha così come ricordati dal discepolo a lui più vicino, Ananda, mentre la dottrina delle regole monastiche fu esposta da Upali, altro discepolo importante. Circa centodieci anni dopo, nel 363 a.c., si tenne un secondo Concilio a Vaisali, città in cui i monaci avevano da tempo adottato delle pratiche discutibili: questi furono messi a confronto con monaci provenienti da tutta l India, fatto che dimostra la diffusione già avvenuta del buddhismo, e alla fine venne deciso da tutti i presenti di darsi un codice di comportamento, il Pratimoksha, che tuttora viene seguito dalla comunità monastica. Altro momento fondamentale nella storia del buddhismo sarà il terzo Concilio indetto nel 245 a.c. a Pataliputra dall imperatore Asoka Maurya, che sarà uno dei principali protettori del buddhismo in India. In tale concilio si cercò di frenare le emergenti tendenze scismatiche, che cominciavano a differenziare l insegnamento e che un paio di secoli più tardi daranno origine a due scuole fondamentali: la scuola del cosiddetto Piccolo Veicolo o Hinayana e quella del grande Veicolo o Mahayana. Infine all incirca alla fine del primo secolo dopo Cristo, la comunità monastica che nei secoli precedenti si era formata e stabilizzata nello Sri-Lanka, redisse il Canone Buddhista in forma scritta Tale Canone in lingua pali, composto da tre parti o canestri (Tripitaka) ovvero quello dei discorsi (Suttapitaka), della disciplina monastica (Vinayapitaka) e della dottrina filosofica (Abhidharmapitaka) è rimasto integro fino ad oggi ed è accettato dalle scuole di tutto il sud-est asiatico ed è una base di comparazione per i resti del canone in sanscrito che nella sua interezza è andato perduto in seguito alle invasioni musulmane e alla distruzione dei monasteri e delle università monastiche buddiste come quella famosissima di Nalanda nel nord dell India. A seguito della morte del Buddha, il suo insegnamento si diffuse in varie - 18 -

parti dell'asia, mutuando ed assimilando gli usi e costumi locali e dando vita a varie tradizioni buddhiste, che si differenziarono tra loro per alcuni aspetti interpretativi dell'insegnamento. Delle originali diciotto scuole, che formavano il così detto "Piccolo Veicolo" (Hinayana), oggi rimane attiva solo la scuola Theravada, che si è prevalentemente diffusa in Sri Lanka, Tailandia, Birmania, Cambogia e Laos. All'incirca nel I secolo a.c. nacquero le tradizioni del "Grande Veicolo" (Mahayana), in cui vi è grande enfasi della figura del Bodhisattva, colui che dedica tutte le sue realizzazioni spirituali e le sue azioni alla liberazione della sofferenza di tutti gli esseri. Al "Grande Veicolo" appartengono le tradizioni Ch'an (pronuncia Cian) sviluppatesi in Cina, Vietnam e Corea, le altre scuole cinesi (Terra Pura, Tientai, ecc.), le scuole giapponesi (Zen, Nichiren, ecc.), nonché le scuole della tradizione Vajrayana (Via del Diamante, pronuncia vagiraiana) diffuse in Tibet, Mongolia ed alcune regioni dell'attuale Russia. La tradizione Vajrayana del Tibet è particolarmente nota anche a causa delle vicende politiche ed umanitarie legate all'invasione del Tibet da parte della Cina, avvenuta tra il 1950 ed il 1960. I principi buddhisti fondamentali Dopo aver raggiunto l'illuminazione il Buddha impartì numerosi insegnamenti, in accordo alle predisposizioni dei suoi vari discepoli, con l'unico scopo di individuare la via più adatta per ognuno per raggiungere l'illuminazione. Come risultato il Buddhismo oggi offre un insieme molto vasto di insegnamenti che costituiscono un versatile gruppo di metodi e tecniche per sviluppare qualità della propria mente fino a raggiungere l'illuminazione. L'enfasi maggiore nella dottrina buddhista è infatti rivolta alla comprensione ed al controllo della propria mente, e di conseguenza delle proprie azioni, ed allo sviluppo della saggezza. Per questo motivo la filosofia buddhista comprende un vero e proprio sistema psicologico che, combinato con le tecniche di meditazione, forma quello che spesso viene chiamato "La Scienza della Mente Buddista". L'intero corpus degli insegnamenti buddhisti è comunque compreso nel primo insegnamento che il Buddha impartì a Sarnath, nel parco delle Gazzelle (anche nell iconografia buddhista questo avvenimento è stato sin dalle origini ricordato con simboli che ancor oggi si ritrovano nei paesi buddhisti come le gazzelle accovacciate ai due lati della Ruota del Dharma che ricordano appunto il Parco di Jetavatana in cui la ruota iniziò a girare): - 19 -

l'insegnamento delle Quattro Nobili Verità, le realtà esperienziali sperimentate dal Buddha stesso. La Nobile Verità della Sofferenza. Nel primo punto del suo insegnamento il Buddha espose con chiarezza la situazione di sofferenza caratteristica del nostro stato di esistenza, che comprende la sofferenza della malattia, dell'invecchiamento, della povertà, della morte e molte altre. Va compreso correttamente il motivo per cui il Buddhismo pone come stadio fondamentale al proprio sviluppo spirituale la consapevolezza del proprio stato di sofferenza. L'obiettivo del sentiero spirituale buddhista è quello di raggiungere la completa liberazione dalla sofferenza. Tale liberazione, però, avviene tramite lo sforzo personale di seguire i metodi proposti dal Buddha, per cui è necessario avere una decisa motivazione a raggiungere tale liberazione. Una forte motivazione, infine, si ottiene solo sulla base di una chiara consapevolezza dello stato che si vuole abbandonare. Per questo è necessario riconoscere il proprio stato di sofferenza, senza farsi cogliere da atteggiamenti nichilisti o pessimisti, ma rimanendo però realisti riguardo la propria situazione. La Nobile Verità delle causa della sofferenza. Una volta compresa la propria situazione di sofferenza è necessario indagare sull'origine di quest'ultima. In tale contesto la filosofia buddhista individua l'origine della sofferenza sulla base della legge di causa ed effetto, per la quale qualsiasi fenomeno o qualsiasi situazione ci si trovi a sperimentare dipende da azioni intraprese in precedenza. Sulla base del principio filosofico fondamentale della legge di causa ed effetto il buddismo deriva gran parte della sua dottrina utilizzando una disquisizione logica rigorosa ed elaborata, in modo del tutto simile all'approccio tipico della scienza occidentale. Il risultato di tale analisi è che l'origine principale delle nostre sofferenze risiede nei cosiddetti veleni mentali, tra i quali il principale è l'ignoranza, cioè la non conoscenza del reale modo di esistenza di tutti i fenomeni. Da questo tipo di ignoranza discendono gli altri veleni mentali, che possono essere raggruppati in: odio, attaccamento, invidia, orgoglio e dubbio. Sulla base di queste predisposizioni mentali negative vengono poi compiute le azioni negative di corpo e parola, come ad esempio rubare, uccidere, avere una condotta sessuale scorretta, mentire, calunniare o usare parole che provocano sofferenza o portano a conflitti. Dato che risalendo a ritroso nella nostra vita, fino al momento della nascita, tutte le situazioni che sperimentiamo dipendono, oltre che - 20 -

dalle condizioni contingenti, anche da una causa fondamentale posta in precedenza, è necessario asserire l'esistenza di vite precedenti alla nostra nascita, per non cadere in una contraddizione logica. Il Buddhismo pertanto sostiene, sulla base della legge fondamentale di causa ed effetto, che ogni individuo è costretto in un ciclo continuo di morte e rinascita (in sanscrito Samsara), dove sperimenta un grado di sofferenza dipendente dalle azioni da lui compiute in precedenza. Tale principio è indicato con il termine Karma, che significa azione. La Nobile Verità della cessazione della sofferenza. La realizzazione della seconda Nobile Verità, che individua per ogni sofferenza una causa, è di fondamentale importanza nel processo verso la liberazione dalla sofferenza: infatti dal momento che la sofferenza ha una causa, consegue che rimuovendo tale causa si estinguerà anche la sofferenza corrispondente. Su questo principio si basa quindi la giustificazione dell'intero sentiero spirituale buddhista, che si focalizza sulla rimozione di tutte le cause della sofferenza per ottenere la liberazione. La Nobile Verità del Sentiero per liberazione dalla sofferenza. Nell'ultima parte del suo insegnamento il Buddha espose il metodo vero e proprio per raggiungere la liberazione dalla sofferenza. Tale sentiero, anche noto come "La Via di Mezzo", evita i due estremi: l'estremo della ricerca della felicità attraverso la mera soddisfazione dei piaceri sensoriali e l'estremo dell'automortificazione delle diverse forme di ascetismo. In estrema sintesi l'intero percorso spirituale buddhista, suddiviso in otto aspetti fondamentali (Retta Comprensione, Retto Pensiero, Retta Parola, Retta Azione, Retta Condotta di vita, Retto Sforzo, Retta Consapevolezza e Retta Concentrazione), indirizza il praticante verso l'abbandono di tutte le azioni negative di corpo, parola e mente, eliminando tutti i veleni della mente e coltivandone tutti gli aspetti positivi. Come già accennato in precedenza, nell'ambito delle scuole buddhiste del "Grande Veicolo" vi è grande enfasi nella motivazione altruistica di raggiungere l'illuminazione, esclusivamente per il beneficio degli altri esseri. Tale tipo di motivazione pone le sue basi sullo sviluppo dell'equanimità, della compassione e dell'amore. Equanimità significa stemperare la nostra visione distorta che distingue tra amici e nemici, simpatici e antipatici e così via, comprendendo che tutti gli esseri viventi sono uguali tra loro, avendo lo stesso desiderio di felicità e la stessa repulsione per la sofferenza. Essi sono - 21 -

pertanto ugualmente degni del nostro aiuto e della nostra attenzione. Compassione significa aspirare alla completa liberazione di tutti gli esseri dalla sofferenza, mentre amore significa desiderare la felicità per tutti gli esseri. Coltivando l'aspirazione di essere noi in prima persona a liberare tutti gli esseri dalla sofferenza ed a donare loro la felicità e comprendendo che saremo in grado di fare questo solo una volta Illuminati, sorge la motivazione di raggiungere la completa Illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri. Tale motivazione è indicata con il termine sanscrito di Bodhicitta, che significa mente dell'illuminazione. La motivazione di Bodhicitta è sostenuta e coltivata dalla pratica delle sei perfezioni (Paramita): generosità, moralità, pazienza, sforzo entusiastico, concentrazione e saggezza. Una descrizione dettagliata del sentiero buddhista richiederebbe una trattazione molto più elaborata, ma come dice spesso S.S. il Dalai Lama, la sua essenza consiste nell'essere il più possibile di beneficio per tutti gli esseri viventi o almeno, se non si può essere loro di beneficio, di non danneggiarli. - 22 -

CHIESA CRISTIANA AVVENTISTA DEL 7 GIORNO - Origini e credenze La Chiesa Cristiana Avventista del 7 Giorno è sorta negli Stati Uniti verso la metà del secolo scorso in seguito ad un movimento di risveglio religioso interconfessionale intorno al tema del ritorno di Cristo e le profezie di Daniele. Ufficialmente è stata costituita nel 1863, con la dicitura: Seventyday Adventist Church. La Chiesa Avventista si situa nel grande mondo del protestantesimo, con i quali condivide la credenza in Cristo come unico Salvatore e la Bibbia, Parola di Dio ritenuta l unica regola di fede. Le credenze fondamentali della Chiesa Avventista sono contenute ed espresse nel nome datosi: - Cristiani: La figura, l opera e il messaggio del Cristo sono il centro della fede e della predicazione Avventista. La via della salvezza ci è aperta solo ed esclusivamente per grazia mediante la fede nel suo sacrificio. - Avventisti: Il termine indica colui o colei che attende il ritorno di Cristo. A più riprese il Nuovo Testamento insegna che Gesù ritornerà in gloria per mettere fine al problema del male e della morte, e per inaugurare un mondo nuovo. Al ritorno di Gesù avverrà la resurrezione dei morti, i quali, fino a quel momento sono tutti in uno stato d attesa incosciente. Pur non dimenticando l importanza del presente storico, nel quale la Chiesa è fortemente impegnata, tutta la spiritualità e il messaggio della Chiesa Avventista è permeato da questa attesa-certezza, quale soluzione definitiva ai problemi dell umanità. - del Settimo Giorno: Gli Avventisti ritengono valido il comandamento del Signore che ordina il riposo sabbatico settimanale (7 giorno). Questo giorno dato da Dio all uomo alla creazione ci ricorda che Lui è il nostro creatore e che tutti gli altri sono nostri fratelli. Il sabato quindi appartiene all uomo e non ad un popolo o ad una razza in particolare. Il sabato è carico di significati teologici ed esistenziali intrasmissibili ad altri giorni. Gli Avventisti lo rispettano perché Dio ha scelto questo giorno. Gesù lo ha rispettato e gli apostoli come i primi cristiani, anche dopo la sua - 23 -

morte, continuavano a rispettarlo. Il giorno di Sabato per gli Avventisti è vissuto come un interruzione dalle nostre attività lucrative per rendere il culto a Dio, e per essere vicini e impegnati verso chi si trova nella sofferenza e nel bisogno. L osservanza di questo giorno contempla dunque sia un aspetto religioso che sociale. Altre credenze riguardano le concezioni del battesimo e della Chiesa. Con il battesimo, noi testimoniamo della nostra morte al peccato e della nostra decisione di iniziare una nuova vita in Cristo. Viene amministrato quando l individuo in tutta libertà e convinzione può capire e scegliere personalmente. Si celebra per immersione nell acqua, simbolo di purificazione. Con il battesimo si diventa membri della Chiesa, intesa non solo come luogo fisico, ma luogo di scambio, sostegno e crescita reciproca ad ogni livello. Il capo della Chiesa sulla terra, secondo le Sacre Scritture, è solo Gesù Cristo. - Attività e servizi Nel campo religioso la Chiesa Avventista promuove ed incoraggia tutti allo studio delle Sacre Scritture, tramite studi biblici, corsi biblici per corrispondenza, conferenze pubbliche, seminari, programmi radio che si svolgono nelle nostre comunità e diffuse anche via satellite e internet. La Chiesa Avventista attualmente è presente in 210 paesi del mondo con un numero di membri battezzati di 15 milioni di persone, ma nella sua totalità la Chiesa conta una popolazione di oltre 40 milioni di persone. Secondo recenti statistiche la Chiesa Avventista ha un tasso di crescita media annua (mondiale) di 2.600 battesimi al giorno. La Chiesa Avventista è presente nel campo dell educazione con delle Università, Istituti vari e scuole di ogni genere e grado. Nel campo sanitario con ospedali, cliniche, sanatori, case di riposo, orfanotrofi, aerei e battelli medici. Nel campo industriale e commerciale con Industrie alimentari e case editrici. La Chiesa Avventista è li dove esistono carestie, terremoti, guerre, disaggi sociali ed ambientali, tramite ADRA (Adventist Development Relief Agency), organizzazione non governativa di volontariato. In Italia, ADRA è presente tramite una sua filiale in ogni comunità. In Italia, dal 1996 la Chiesa Avventista organizza e gestisce la Fondazione Adventum, la quale lotta e previene il problema dell usura. - 24 -

Sempre in Italia troviamo la Lega Vita e Salute che si occupa di promuovere attività finalizzate all informazione ed alla prevenzione sanitaria. La lega organizza corsi sull alimentazione, seminari per combattere il problema del tabagismo, dell alcolismo, dello stress. La Chiesa Avventista in questo modo si preoccupa di essere vicina ai problemi delle persone e di offrire il proprio contributo finalizzato al benessere globale dell individuo. La famiglia e i valori ad essa correlati sono anche oggetto d estrema attenzione dell Avventismo tramite seminari e corsi prematrimoniali, nonché sostegno tramite terapie specialistiche per le coppie in difficoltà. A sostegno dei giovani nelle loro varie fasi evolutive la Chiesa Avventista costituisce l AISA (Associazione Italiana Scout Avventista). Anche questa ha una sua sezione in ogni comunità locale. Un altra associazione della Chiesa Avventista è Fondazione per la difesa della libertà religiosa (FILR). Anche in questo ambito la Chiesa offre il proprio contributo per tutelare la libertà d espressione religiosa d ogni individuo, senza distinzione alcuna. La Chiesa Avventista partecipa alla ripartizione della quota dell 8x1000 e 5x1000 dell irpef. Questi vengono utilizzati dalla Chiesa solo ed esclusivamente per opere e finalità sociali, educative, culturali ed umanitarie. Per le proprie attività ecclesiali la Chiesa Avventista si autosostiene tramite le decime e le offerte volontarie dei suoi membri. Nel nostro Paese la Chiesa Avventista è presente fin dal 1864. La sede nazionale è a Roma e prende il nome di Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7 Giorno (UICCA). Nel 1986 la Chiesa Avventista firma un intesa con il nostro governo che diventa poi la legge del 22.11.88 n 516. Attualmente la Chiesa Avventista è presente sul territorio nazionale con una presenza di oltre 8.000 membri battezzati in 130 comunità, dispone di una Casa di Riposo a Forlì, due centri giovanili, a Poppi (AR), e a Vallegrande (Sicilia), un centro di benessere (programma New Start), di una casa editrice a Firenze (ADV) e di 10 stazioni radio. A Firenze, a sede il Campus Universitario Avventista, nel quale vi è un Istituto di lingua, cultura ed arte Italiana e una Facoltà di Teologia (www.villaurora.it). Questa, rilascia a riconoscimento statale, lauree di primo e secondo livello. In collaborazione con altre università Avventiste nel mondo (esempio: Andrews University e Loma Linda University, è possibile seguire corsi e programmi di specializzazione a livello di Master. - 25 -

La Chiesa Avventista mondiale è aperta al dialogo interreligioso con la convinzione che nel confronto sereno e nella conoscenza reciproca è possibile trovare elementi di crescita ad ogni livello e porre le basi del vero rispetto abbattendo possibili barriere di pregiudizi. Avere la possibilità, tramite l altro, di rimettersi in discussione orienta verso una comprensione più completa della verità biblica e allo stesso tempo permette di trovare un linguaggio sempre migliore per esprimere gli insegnamenti della Parola di Dio. - A Padova. Nella nostra città l Avventismo venne introdotto dal Signor Bertrando Parolin che conobbe la Chiesa Avventista a Montpellier (Francia) dove era emigrato per lavoro. Grazie alla sua predicazione nel 1958 ci fu la prima Avventista padovana: la signora Lady Cansella. La Chiesa Avventista di Padova nacque nel 1973 con sede in via Bonporti. Negli anni si è sempre di più ingrandita sul territorio cittadino, sia per il suo messaggio spirituale che per le numerose attività di servizio offerte tra cui, forse il più conosciuto, il Piano dei 5 Giorni per smettere di fumare. Dal 1979 al 2002 ha cambiato sede è fu in via Marchetto da Padova. Attualmente la nuova sede della Chiesa è in via Mestre, 1 (zona Mandria, alle porte di Padova Sud). La comunità Avventista padovana è multietnica, oltre a quella italiana : rumeni, moldavi, ucraini, russi e latinoamericani. A livello numerico conta circa 150 membri battezzati e una cinquantina tra giovani e frequentanti. - 26 -

CHIESA CATTOLICA I termini cattolicesimo cattolico derivano dal greco kathòlon: significano secondo il tutto, l intero. Questa espressione venne usata in reazione ad uno spirito settario, per indicare una caratteristica della Chiesa, quale la capacità di tener sempre presente l intero piano della salvezza, tutte le verità rivelate. Oggi con cattolicesimo si intende designare la comunione delle Chiese che riconoscono il primato del Vescovo di Roma, il successore di San Pietro. Il Cattolicesimo, rispetto all Ortodossia, al Protestantesimo e alla Comunione Anglicana, è una delle forme tipiche la maggioritaria del Cristianesimo. Il centro della fede cristiana è dato dalla Rivelazione del Volto di Dio che è amore. Il cristiano è colui che riconosce e crede all amore di Dio, facendone scelta fondamentale della vita. All inizio dell essere cristiano non c è una decisione etica o una grande idea, bensì l incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva (Benedetto XVI). Fin dalle origini i primi cristiani, i discepoli, dopo l Ascensione, si formarono come comunità, come Chiesa, che nel corso dei secoli si organizzò secondo i dettami del Signore e l illuminazione del suo Santo Spirito. La Chiesa è il popolo di Dio in cammino, è il Corpo mistico di Cristo, è Sacramento universale di Salvezza. Nella Chiesa il cattolico trova il suo Signore nell ascolto della Parola, nella celebrazione dell Eucaristia e dei Sacramenti, nell incontro con i fratelli di fede. La Chiesa è il luogo perciò dell esperienza del Signore. Ad essa, nel suo magistero e nella gerarchia, è dato il compito del retto annuncio della fede, della celebrazione dei Sacramenti, nonché della comunione di tutti i battezzati. La dottrina della Chiesa nasce e dipende dalla Sacra Scrittura, costituita dai 46 libri dell Antico Testamento e dai 27 del Nuovo Testamento. Nel corso dei secoli la Chiesa ha espresso delle verità che sono diventate dogma, capisaldi della fede del battezzato. Nel primo Millennio questi dogmi hanno dato vita al Credo Apostolico e Niceno-Costantinopolitano, Credo condiviso anche dai fratelli delle altre Chiese. Nel secondo Millennio la Chiesa cattolica ha affermato quali verità dogmatiche il primato e l infallibilità del papa, l Immacolata Concezione e l Assunzione di Maria Santissima. Queste - 27 -

verità dogmatiche sono proprie della Chiesa cattolica e tendono ad affermare una Chiesa gerarchicamente costituita, distinta in pastori e laici. Scopo della Chiesa è la salvezza dell uomo cui si partecipa per grazia con l adesione della fede: l impegno della vita santa e delle opere è verifica e conferma della efficacia della salvezza. Con l adesione alla Parola e al Magistero della Chiesa il cattolico incontra il Signore nella celebrazione dei Sacri Misteri (Sacramenti). Per il Cattolicesimo i sette Sacramenti, espressione e frutto del Mistero Pasquale Passione, Morte e Risurrezione sono luoghi di grazia, incontri con il Signore Risorto, segni dell Alleanza con Dio e con la Chiesa. Il Battesimo cancella il peccato originale, introduce nella vita trinitaria, rende figli di Dio e membra della Chiesa. La Confermazione dona in pienezza lo Spirito Santo e abilita ad una testimonianza profetica e coraggiosa. L Eucaristia è l attualizzazione dell Ultima Cena e dell unico Sacrificio della Croce: il Signore si fa cibo di vita eterna e compie la salvezza. La Riconciliazione rende partecipi della misericordia del Signore, impegnando a una vita rinnovata secondo il Vangelo. Il Matrimonio benedice l amore umano, uomo-donna, e lo abilita quale segno dell Alleanza perenne tra Dio e l umanità, tra Cristo e la Chiesa. L Ordine Sacro imprime il carattere spirituale indelebile per cui il consacrato è configurato a Cristo sacerdote per essere ministro della Chiesa. L Ordine Sacro si esplicita in tre gradi: Episcopato, Presbiterato e Diaconato. L Unzione degli infermi abilita l ammalato a vivere il dolore con l aiuto di Dio e nella forza del Cristo, a lui configurandosi. L Eucaristia è la celebrazione del mistero pasquale. In essa il popolo cristiano, presieduto dal ministro ordinato, esercita l ufficio sacerdotale di Gesù nell ascolto della Parola e nella celebrazione del sacro convito, nonché del sacrificio della croce. Il Cattolicesimo valorizza la pietà mariana Maria Madre di Dio, Serva del Signore, vera discepola e le devozioni per i Santi, quali esempi di autentica vita cristiana e intercessori nel cammino di fede. Il centro della morale cattolica è l amore, quale viene espresso nel Vangelo, nella vita e negli insegnamenti di Gesù. I Dieci Comandamenti e le Beatitudini sono il manifesto del comportamento del cristiano. La Chiesa, - 28 -

con i suoi insegnamenti, è impegnata a formare le coscienze dei credenti, in modo che possano fare scelte coerenti al Vangelo, in comunione con la Chiesa e non soggettivistiche. La Chiesa cattolica esprime e realizza la sua universalità nelle Chiese locali, le Diocesi, guidate da un Vescovo che, in comunione con Roma, garantisce l unità e l ortodossia. La Diocesi si struttura in Parrocchie ove i battezzati fanno esperienza piena del Dio di Gesù Cristo. Anche la parrocchia ha il dono dell annuncio, della celebrazione e del servizio; grazie ad essa i cristiani incontrano il Signore nel volto dei fratelli e nel bisogno degli ultimi. Oggi la parrocchia cattolica cerca di vivere con impegno e coerenza secondo i valori e i criteri che la Chiesa conciliare ha espresso: l impegno di comunione interna con apertura al mondo, il dialogo ecumenico con le Chiese cristiane, il dialogo interreligioso con franchezza e senza minimalismi; infine coltiva la passione per la pace e il bene di ogni uomo. Certamente la parrocchia cattolica vuole essere luogo di rispetto, di dialogo e di servizio e non di proselitismo o ostentazione. - 29 -

CHIESA CRISTIANA EVANGELICA Presentazione: Dicendo chiesa, si vuole indicare una comunità di uomini e donne che per fede sono entrati nell'alleanza con Dio e si sono impegnati a seguire la Sua volontà in ogni sfera dell'esistenza. Dicendo cristiana, si vuole indicare una comunità che, in continuità coi credenti di tutti i tempi ed il relativo patrimonio dottrinale classico, crede che l'unico adeguato rimedio al peccato dell'uomo sia Gesù Cristo. L'impegno per il mantenimento e il costante rinnovamento del messaggio biblico, implica l'idea di chiesa riformata. La salvezza di Dio per sola grazia (sola grafia), la giustificazione solo per fede (sola fide), il sacrificio unico per la salvezza dei peccatori solo per Cristo (solus Christus), la Bibbia come unica base per la vita dei credenti e per la sua stessa comprensione (sola Scriptura), la vita spesa in riconoscenza a Dio per glorificarlo ovunque (soli Dea gloria), sono alcuni dei tratti peculiari della fede riformata. L'uomo è infatti ritenuto totalmente depravato, l'elezione da parte di Dio è stata incondizionata, la sua morte espiatoria alla croce ha riguardato persone definite, la sua chiamata è sempre efficace e lui preserva chi ha creduto, affinché possa perseverare fino alla fine. Dicendo evangelica, si vuole indicare una comunità che fonda la propria fede sull'autorità della Scrittura ricevendo la come Parola di Dio e unica nonna per il pensiero e la condotta. Ne consegue l'accento sulla necessità della conversione, sul sacerdozio universale dei credenti e sulla necessità d'una vita cristiana ripiena dello Spirito Santo. L'impegno per una confessione personale della fede, suggerisce l'idea d'un collegamento con le chiese battiste, quelle cioè che sono formate da confessanti. Una breve storia: La Chiesa cristiana evangelica è presente a Padova dal 1975, mentre comunità simili sono presenti in molte altre regioni e nazioni. La sua concezione di chiesa non è comunque nuova, perché affonda le sue radici nella storia più antica. Non solo nel popolo di Dio di cui parla l'antico ed il Nuovo Testamento, ma anche in tutti coloro che in ogni tempo si sono impegnati per un ritorno all'evangelo, alla sua purezza ed alla sua sufficienza. Il - 30 -