Regioni Arte: a Castel S. Angelo lo splendore delle icone russe



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Edicola Digitale Sabato 18/02/2012 Regioni Arte: a Castel S. Angelo lo splendore delle icone russe Cultura Roma, 18 set. - (Adnkronos) - Quaranta icone russe realizzate tra il XV e il XX secolo saranno esposte a Castel Sant'Angelo dal 27 settembre al 12 febbraio in occasione della mostra 'Icone Russe (XV-XX XX secolo)'. La rassegna e' organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Roma, diretta da Rossella Vodret, e dal Cigno GG Edizioni, casa editrice diretta da Lorenzo Zichichi e Norberto G. Kuri. La mostra, che verra' inaugurata dal Cardinale Raffaele Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa e da Francesco Giro, sottosegretario per i Beni Culturali, e' curata da Nikolaj Zadorozhnyj, direttore del Museo delle Icone Russe di Mosca, da Irina?alina vice direttore scientifico del Museo delle Icone Russe e Giorgio Leone, storico dell'arte della Soprintendenza per il Polo Museale di Roma. L'esposizione, rientra nel contesto delle manifestazioni i dell'anno della Cultura e della Lingua Russa in Italia e della Cultura e della Lingua Italiana in Russia. All'interno delle Sale di Castel Sant'Angelo sede del Museo Nazionale, saranno visibili le quaranta icone provenienti dal Museo delle Icone Russe di Mosca. (segue) Copyright by EDITORIALE LIBERO s.r.l 2006 - P.IVA 06823221004 - REA Milano n. 992150 - Capitale sociale 7.000.000 i.v. - Tutti i diritti riservati Powered by

Archivio Storico Icone russe A Castel Sant' Angelo i quadripreghiera Un destino di esilio Per molti anni proibite come oggetti di culto, considerate senza alcun valore artistico o culturale, presero la via dei mercati antiquari internazionali Lo stile Caratteristico di queste opere con i fondi in oro zecchino, le figure di santi e taumaturghi dipinte con lacche preziose Una ricerca recente Solo verso la fine degli anni Novanta i russi hanno cominciato a cercare queste testimonianze perdute Il collezionista Michail Abramov ha raccolto in pochi anni oltre quattromila pezzi e inaugurato a Mosca il suo Museo dell' Icona Russa Per circa una settantina d' anni, dalla Rivoluzione del 1917 alla caduta del muro di Berlino, collezionare icone era considerata in Russia un' attività sostanzialmente illecita. Alcuni piccoli musei domestici di icone sono sempre esistiti, ma i loro proprietari si guardavano bene dal far sapere in giro che possedevano queste opere. «Siamo a conoscenza di diversi episodi di folle vandalismo. Molte icone furono impiegate per fare pavimenti o gradini, o addirittura tura usate come mangiatoie per gli animali», racconta Viktor Petrakov, che dirige l' ufficio per la tutela dei beni culturali russi e ha lavorato spesso con i carabinieri italiani, i quali gli hanno restituito di recente 250 icone tra quelle che avevano sequestrato sul mercato clandestino. La maggior parte delle tavole a soggetto religioso, dipinte dai monaci con un processo codificato che equivale a una forma di preghiera, furono infatti svendute all' estero per pochi rubli. Oppure rubate. Proibite come oggetti getti di culto, considerate senza alcun valore artistico o culturale, presero la via dei mercati antiquari internazionali dove venivano invece scambiate a peso d' oro. Soltanto verso la fine degli anni Novanta i russi hanno cominciato a cercare queste testimonianze perdute della loro identità. E dopo che il governo ha abolito, nel 2004, le tasse di importazione su oggetti di interesse culturale, gli imprenditori più illuminati hanno iniziato ad acquistare all' estero le icone e a riportarle in patria. Tra questi, il

più appassionato, è un certo Michail Abramov. Cinquant' anni, una fortuna accumulata con società di assicurazioni e uffici turistici, Abramov ha raccolto in pochi anni oltre quattromila pezzi e pochi mesi fa ha inaugurato nel centro di Mosca il suo Museo dell' Icona Russa. Da qui provengono le quaranta opere esposte nella mostra a Castel Sant' Angelo, aperta fino al 12 febbraio. Datate in un periodo compreso tra il XV e il XX secolo, le tavole vengono presentate per la prima volta in una esposizione fuori dalla Russia e documentano l' evoluzione di questa singolare produzione pittorica, caratterizzata da diverse scuole e arricchita da celebri maestri come Andrej Rublev, Daniil Cernyj, Dionisij. Si tratta di opere straordinarie che coprono un territorio vastissimo: da Mosca a Rostov, dal bacino del Volga a Novgorod, da Pskov alle più remote regioni settentrionali della Russia. Anche se il loro profondo significato spirituale, che consiste nel contemplare attraverso di esse l' ordine e l' armonia divini, è arduo da comprendere per lo spettatore occidentale, queste icone affascinano tuttavia con i loro fondi in oro zecchino, le figure di santi e taumaturghi dipinte con lacche preziose, i profili di città e santuari cesellati in argento. A Roma, una notevole collezione di icone è conservata nei Musei Vaticani. Altre se ne possono trovare nelle chiese: da Santa Maria del Popolo a Sant' Agostino, dalla Chiesa del Gesù al Convento di Santa Maria sopra Minerva. Lauretta Colonnelli lcolonnelli@corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA Colonnelli Lauretta Pagina 15 (14 ottobre 2011) - Corriere della Sera

Politica Economia Societá Sicurezza Attualita' Le icone russe a Castel Sant Angelo Dal soggetto: 2011 - anno delle 2 culture (321 materiale) Tags: Servizi, 2011 - anno delle 2 culture, Cultura, Russia - Italia Marina Tantushyan ed Elena Kovalenko 3.10.2011, 14:07 Tesori veri e propri e nel contempo un segno importantissimo della civilta` russa sono arrivati a Roma nel contesto delle manifestazioni dell Anno della cultura russa in Italia e della cultura italiana in Russia. Nel Museo Nazionale di Castel Sant Angelo, e` aperta al pubblico l esposizione di Icone Russe (XV-XX secoli) provenienti dalla collezione privata del Museo dell Icona Russa. I 40 pezzi dell`esposizione non avevano mai lasciato il territorio russo. Lorenzo Zichichi, l organizzatore principale della mostra Le icone russe, Direttore di Cigno Edizioni e Membro onorario dell Accademia Russa di Belle Arti racconta la storia della mostra alla corrispondente a Roma della Voce della Russia Marina Tantushyan: Corrispondente: Dottor Zichichi, come e nata l idea di presentare la mostra delle antiche icone russe a Roma e quale e il suo obiettivo? Perche avete scelto il Castel Sant Angelo? Zichichi: La mostra sulle icone russe era un idea che il Museo Russo dell Icona aveva presa in esame qualche anno fa. Si doveva fare inizialmente a Palazzo Venezia, poi l idea naufragò per una seria di difficoltà burocratiche. E, quindi, abbiamo organizzato una seria di viaggi in Russia, sono rimasto molto colpito dalla collezione messa in piedi. E abbiamo fatto in modo di poter portare e riportare l idea in Italia scegliendo poi una sede diversa che ci sembrava tutto sommato anche piu` adatta. Perchè Castel Sant Angelo rappresenta un luogo che mostra la stratificazione culturale della città di Roma: dal Mausoleo di Adriano al luogo Rocca di Papi e poi legatissima alla storia d Italia e un po allo stesso modo che in cui lo sono le icone russe. Perchè in fondo le icone russe sono un po come le piramide per gli egiziani e per templi per i greci, cioè e proprio il segno della vostra civiltà. Corrispondente: Questa mostra e stata valutata dalla stampa italiana come unica e mai vista in Italia. A Sua avviso, quali sono i gioielli principali dell esposizione?

Zichichi: E che sempre molto difficile far uscire dalla Russia dei tesori cosi importanti che appartengono al patrimonio artistico nazionale. E, quindi, essere riusciti a raggruppare oltre quaranta e portarli tutti quanti in una sedia di esposizione italiana e sicuramente una operazione unica nel suo genere. L altro motivo e che in realtà ognuna di queste icone potrebbe fare una mostra a se stante perchè sono veramente notevoli le opere esposte e alcune di essi appunto portebbero creare, a mio avviso, aspettative nel pubblico che le va a vedere. Quindi, e` sempre difficile dare un indicazione singola però senz altro la Madre di Dio di Odigitria (fino del XV secolo di Novgorod) la trovo straordinario. Poi abbiamo queste sei tavole che sono le Deesis della fine del XV inizio del XVI secolo di Rostov, in qui abbiamo l Archangelo Michaele e Giovanni Battista e i vari altri personaggi dell iconografia che messi insieme sono interessantissimi. E poi abbiamo scelto appunto l Archangelo Michaele come simbolo della mostra perchè e` un Angelo e la mostra e a Castel Sant Angelo. Corrispondente: A Suo avviso, la mostra dell`arte antica russa potrebbe interessare il pubblico italiano? Zichichi: Avere all interno di Castel Sant Angelo la possibilità di vedere dei capolavori russi cosi importanti sicuramente aumenta la possibiltà di andar a vedere Roma e il Castel Sant Angelo. A mio avviso, devono andarla a vedere sia turisti, sia i romani stessi che molto spesso non soltanto non conoscono le opere russe ma molto spesso magari non hanno visto neanche il Castel Sant Angelo anche se ce l hanno davanti. E la prima volta che la Citta Eterna accoglie una mostra di icone di tale portata e spessore. Si tratta di 46 icone che vanno dal XV al XX secolo facenti parte di un museo che conta circa quattro mila opere di grande valore. La Mostra a Castel San t Angelo sara aperta al pubblico fino al 12 febbraio del 2012. Avete ascoltato una corrispondenza di Marina Tantushyan ed Elena Kovalenko.