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Quinquennio 2014-2018: obiettivi e linee di programmazione 10. Obiettivi gestionali ed ipotesi di prelievo 10.1. Camoscio Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel precedente OGUR occorre valutare come gli stessi siano stati sostanzialmente raggiunti. Densità* 2008 Densità* obiettivo 2013 Sup. censita 1 9,5 10,5-11,0 8,1 10,9 2 9,7 10,5-11,0 6,7 10,3 3 5,8 6,5-7,0 4,6 6,5 4 6,7 7,5-8,0 3,2 5,9 5 6,0 7,0-8,0 12,5 11,9 Tab. 423. Camoscio. Densità obiettivo dello scorso OGUR. * Espressa in capi/km 2 La gestione della specie per il quinquennio a venire dovrà tendere verso gli obiettivi generali enunciati dalle Linee Guida e cioè: a) il raggiungimento e/o il mantenimento di densità di popolazione compatibili con le attività agrosilvo-pastorali ed antropiche in generale; b) il completamento dei piani di prelievo selettivi, con particolare attenzione a garantire un prelievo equilibrato in termini di classi di età; c) la crescita culturale dei cacciatori. Per quanto riguarda il primo punto va detto come il camoscio, specie tipicamente alpina, non interferisca in maniera pesante con le attività antropiche, siano esse legate alla produzione agricola od alla zootecnia. Localmente e stagionalmente (primavera) può verificarsi uno sfruttamento dei pascoli alpini utilizzati dai domestici in estate ma l'impatto, almeno per le Valli di Lanzo, è molto modesto. Di seguito vengono forniti i valori di densità obiettivo per ciascun distretto di gestione. Densità* obiettivo fine OGUR (2018) 1 8,1 10,9 11,5-12 10-15% del censito 2 6,7 10,3 10,5-11 10-15% del censito 3 4,6 6,5 7,0-8,0 10-15% del censito 4* 3,2 5,9 6,0-7,0 10-12% del censito 5 12,5 11,9 12,0-13,0 10-13% del censito Tab. 424. Camoscio. Densità obiettivo ed ipotesi percentuali di prelievo per il prossimo quinquennio. * Espressa in capi/km 2 Per il prossimo quinquennio è intenzione del Comitato di Gestione del CA TO4 avvalersi, nella gestione della specie camoscio, di un sempre più ampio utilizzo delle Aree a Caccia Specifica (ACS). A tal fine il Comprensorio ha proposto alla Provincia di Torino Servizio Tutela della Fauna e della Flora, nell ambito della definizione del nuovo Piano Faunistico Provinciale, le seguenti variazioni: 164

la trasformazione dell Oasi di Protezione n. 34 di 1.396,4 ha, denominata Cantoira- Monastero di L.zo-Coassolo sita a cavallo dei distretti 3 Val Grande e 4 Valli Tesso e Malone, in Area a Caccia Specifica, nella quale accordare protezione alla selvaggina minore (cacciabile con la munizione spezzata) e viceversa procedere ad un attenta gestione delle specie di ungulati presenti al suo interno (camoscio, capriolo e cinghiale); la trasformazione dell Oasi di protezione n. 33 di 1863,9 ha, denominata Groscavallo, sita sul territorio del distretto 3 Val Grande, in Area a Caccia Speficica con le stesse finalità gestionali esposte per l Oasi precedente. Relativamente a questo istituto si propone inoltre la modifica di una parte del confine occidentale con l eleminazione della fascia che da Groscavallo va a Forno Alpi Graie a alle Grange dei Gabi includendo le cosiddette Rocce di Forno. In pratica il nuovo confine seguirà un elemento di semplice identificazione come il torrente Gura; la superficie con il nuovo confine ammonterebbe a 1688 ha; la trasformazione dell Oasi di Protezione n. 29 di 619,6 ha, denominata Lemie-Portia in Area a Caccia Specifica con le stesse finalità gestionali esposte per le Oasi precedenti. La scelta proposta si base sulla forte convinzione che l istituto dell ACS sia uno strumento gestionale estremamente attuale ed efficace e possa dare un serio contributo alla gestione delle popolazioni di ungulati in una fase di forte espansione demografica e distributiva delle stesse ed anche alla luce delle metodiche cinegetiche in uso ormai da oltre quindici anni (prelievo selettivo con assegnazione nominativa del capo da abbattere). Tale convinzione è supportata anche dalla positiva esperienza realizzata nella gestione delle due ACS presenti sul territorio dei distretti Val Grande e Ceronda Casternone. Purtroppo, l empasse decisionale che ha colto l Ente provinciale in questa fase di grande incertezza (l Istituzione Provincia ha un futuro alquanto incerto) ha determinato uno slittamento del Piano Faunistico Provinciale con conseguenze anche sulle scelte del Comprensorio in fase di pianificazione gestionale. Qualora la Provincia dovesse emanare il nuovo piano faunistico recepente le variazioni sopra descritte potrebbe rendersi necessaria una parziale modifica di questo documento di programmazione, alla luce delle proposte relative alle nuove ACS. Per quanto riguarda il punto b) il Comitato di Gestione intende continuare sulla linea già tracciata nell ultimo decennio. In tal senso i piani di prelievo continueranno ad essere lievemente squilibrati a favore del genere femminile per compensare le percentuali realizzative di questo genere lievemente inferiori rispetto a quello maschile. 165

10.2. Capriolo Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel precedente OGUR occorre valutare come gli stessi siano stati sostanzialmente raggiunti. La specie sta conoscendo un momento di forte espansione demografica, soprattutto nei distretti di media e bassa montagna, proprio laddove, pur in presenza di una forte vocazionalità, la sovrapposizione gestionale con il cinghiale aveva in passato condizionato le dinamiche di popolazione del cervide. Si spiegano così gli sforamenti dei valori di densità previsti nello scorso documento di programmazione gestionale relativi alla maggior parte dei distretti del Comprensorio. Densità* 2008 sup. censita Densità* obiettivo fine OGUR 2013 1 4,6 6,0-7,0 8,9 2 10,3 12,0 14,2 3 10,2 12,0 10,0 4 4,2 6,0 8,9 5 20 capi in battuta 5,0 per osservazione da punti di vantaggio 7,7 Tab. 425. Capriolo. Densità obiettivo dello scorso OGUR. * Espressa in capi/km 2. Ad oggi esiste una profonda differenza tra quello che la popolazione sarebbe in grado di sostenere (piani di prelievo prossimi a 800-900 capi) e quella che è la domanda da parte del mondo venatorio locale. Ciò non deve apparire come un segno di arretratezza dal momento che poter contare su circa 150 soci appassionati della caccia al piccolo cervide è in realtà una base davvero importante su cui lavorare. Oltretutto ciò sarebbe stato impensabile solo venti o trent anni fa, quando il capriolo, ai suoi primi tentativi di affermazione in quest area, era considerato solo una fonte di disturbo nella caccia con il segugio e, come tale, un problema da eliminare. L obiettivo gestionale che si intende perseguire nel prossimo quinquennio sarà quello di cercare, in presenza di riscontri positivi anche nella fase di attuazione del piano, di raggiungere il massimo prelievo sostenibile dalla popolazione e di procedere ad un riequilibrio del prelievo relativamente alla sex-ratio complessiva e alle classi d età nel maschio. In questi ultimi anni infatti la gestione della specie capriolo ha visto un intenso prelievo sulle classi calve, femmina ad. Cl. I-III e piccolo Cl. 0, a cui non sempre è corrisposta analoga intensità di prelievo sul maschio ad. Cl. I-III. Oltre a ciò nella classe maschile il prelievo ha spesso inciso in maniera modesta sulla classe I yearling, maschio di 1 anno d età, determinando un secondo problema (di tipo qualitativo) che si va ad aggiungere al primo (di tipo quantitativo). Ovviamente queste problematiche sono emerse con intensità differenti a seconda dei vari distretti di gestione e di tali differenze si terrà conto in futuro nella pianificazione del prelievo in ciascuno dei 5 distretti che compongono il CA. Yearlings maschi prelevati % sul totale dei maschi % sul totale del prelevato 1 Viù 17 (su 112) 15,2 4,7 2 Ala 12 (su 59) 20,3 5,1 3 Grande 20 (su 72) 27,8 8,7 4 Tesso e Malone 19 (su 67) 28,3 9,4 5 Ceronda e Casternone 7 (su 39) 17,9 5,6 TOTALE COMPRENSORIO 75 (349) 21,5 6,5 Tab. 426. Capriolo. Prelievo della classe I maschile. In particolare i distretti 1 e 5 presentano una percentuale di maschi Cl. I molto modesta (circa la metà di quanto sarebbe lecito attendersi), il distretto 2 presenta una percentuale media mentre i distretti 3 e 4 presentano una percentuale sostanzialmente accettabile. Tutti i distretti presentano però una percentuale di maschi Cl. I sul totale del prelevato insufficiente, segno che nel complesso il prelievo ha inciso in maniera più consistente sul genere femminile. La bassa percentuale di maschi Cl. I è parzialmente compensata dalla percentuale di maschi Cl. 0 nel tableaux ma un 166

allentamento su questi ultimi e/o un intensificazione del prelievo sui maschi di Cl. I rappresenterebbe un ulteriore miglioramento nella gestione cinegetica della specie capriolo. Maschi Cl. 0 prelevati % sul totale dei maschi % sul totale del prelevato 1 Viù 58 (su 110) 34,1 16,1 2 Ala 39 (su 85) 39,8 16,7 3 Grande 24 (su 64) 25,0 10,4 4 Tesso e Malone 32 (su 62) 32,2 15,8 5 Ceronda e Casternone 20 (su 32) 33,9 16,0 TOTALE COMPRENSORIO 173 (su 353) 33,1 15,0 Tab. 427. Capriolo. Prelievo della classe 0 maschile. Per migliorare la gestione della specie, a partire dalla stagione venatoria 2014-2015 verrà quindi pianificato il prelievo del maschio di capriolo da metà giugno a metà luglio, intervento gestionale ampiamente diffuso in tutti i Paesi d Europa e riconosciuto da tutti gli studiosi di questa specie come biologicamente sostenibile. Al fine di raggiungere l obiettivo gestionale prefissato verranno assegnati, ai cacciatori che ne facciano richiesta, maschi Cl. I-III prevedendo la sottoclasse Cl. I, come contemplato dalle Linee Guida regionali. Verrà assegnata una percentuale del totale dei maschi presenti nel piano di prelievo e non la totalità di essi, pena lo spostamento del valore della sex-ratio verso il genere maschile (si invertirebbe l ordine del problema oggi presente nella gestione della specie). Nella tabella che segue vengono sintetizzate le scelte gestionali per il prossimo quinquennio. Le densità rilevate nel 2013 e quelle prefissate come obiettivo al termine del quinquennio sotto riportate vanno lette alla luce della metodica di censimento impiegata (per tutti i distretti l osservazione diretta da punti di vantaggio). Densità 2013 Densità 2013 Densità obiettivo fine OGUR (2018) 1 5,7 8,9 9,5-10,0 2 5,9 14,2 15,0-16,0 3 4,2 10,0 11,0-12,0 4 5,1 8,9 9,5-10,0 5 4,3 7,7 8,0-9,0 Fino al 35% del censito Tab. 428. Capriolo. Densità obiettivo ed ipotesi percentuali di prelievo per il prossimo quinquennio.* Espressa in capi/km 2 167

10.3. Muflone Gli obiettivi prefissati nello scorso OGUR, che possono essere sintetizzati nel mantenimento delle consistenze, ovvero in una loro lieve riduzione, sono stati sostanzialmente raggiunti. Di seguito vengono schematicamente riportati gli obiettivi gestionali che si intendono perseguire nel prossimo quinquennio: mantenimento, come peraltro imposto dalla normativa regionale, delle consistenze attuali, ovvero lieve riduzione delle stesse; continuare nel perseguimento di prelievi equilibrati tra le varie classi di sesso ed età prevedendo in fase di programmazione piani fortemente squilibrati sulla femmina adulta. Le differenti percentuali di realizzazione dei piani nei due generi dovrebbero assicurare, come avvenuto nello scorso quinquennio, carnieri sostanzialmente equilibrati, ovvero a favore del genere femminile (nell ottica di un contenimento numerico ciò è da considerarsi positivamente); definizione di piani di prelievo tra il 20 ed il 40% del censito per osservazione diretta. Questa è la percentuale massima d incremento di una popolazione di muflone variabile in funzione dell ambiente. Nella tabella che segue vengono sintetizzate le scelte gestionali per il prossimo quinquennio. Densità* obiettivo fine OGUR (2018) 3 3,2 5,8 5,8 20-40% del censito 5 2,6 4,0 4,0 20-40% del censito Tab. 429. Muflone. Densità obiettivo e ipotesi di prelievo per il prossimo quinquennio. * Espressa in capi/km 2 168

10.4. Cervo La gestione della specie avrà come presupposti e come obiettivi quelli sotto riportati: la prosecuzione delle operazioni di censimento. In proposito Occorrerà sempre di più integrare tutti i dati disponibili perché, come visto, nella realtà del CA TO4, le difficoltà nel contattare la specie sono forse più elevate che altrove. In particolare potrebbe essere utile cercare di rinforzare il dato primaverile con un censimento autunnale (nel periodo del bramito). Il Comprensorio in tal senso intende pianificare una ricerca tesa all applicazione di questa metodica: per la raccolta dei dati di struttura di popolazione attraverso i quali giungere ad una stima della consistenza, oltre al censimento per osservazione diretta da punti di vantaggio ed al censimento notturno con fonte luminosa, si valuterà il ricorso all utilizzo del fototrappolaggio; qualora dovessero emergere rilevanti problematiche relative a danni alle colture il CA intende intervenire con prontezza coinvolgendo tutti gli organismi preposti alla gestione faunistica e del territorio. Nella tabella che segue vengono sintetizzate le scelte gestionali per il prossimo quinquennio. Settore Densità obiettivo fine OGUR (2018) sup. censita Est 0,81 1,0 Sud 0,26 0,5 Nord 0,67 0,8 15-25% del censito Tab. 430. Cervo. Densità obiettivo e ipotesi di prelievo per il prossimo quinquennio. * Espressa in capi/km 2 169