MAGAZINE. SANITA Posti letto e accreditamento. EUROPA Nuovo studio sulla sanità di 35 Paesi



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MAGAZINE SANITA Posti letto e accreditamento EUROPA Nuovo studio sulla sanità di 35 Paesi L INTERVISTA Carmela Grassotti ci parla di affidi famigliari ANNO 2 N. 9 Novembre - Dicembre 2012

DOVE SIAMO DOVE SIAMO Giomi r.s.a. ViaLE Carso 44 00195 roma tel.+39.06.3609651 fax.+39.06.360965620 info.giomirsa@giomi.it Casa Di CUra madonna DEL rosario s.r.l. residenza sanitaria assistenziale 60 PosTi LETTo Via BUoNarroTi, 81 00053 CiViTaVECCHia (rm) tel.+39.0766.25221 fax.+39.0766.25222 madonnadelrosario@giomirsa.com r.s.a. ViTErBo s.r.l residenza sanitaria assistenziale 60 PosTi LETTo strada ProViNCiaLE TEVEriNa,13/a 01100 ViTErBo tel.+39.0761.353900 fax.+39.0761.273070 rsaviterbo@giomirsa.com GirE s.p.a. Via BUoNarroTi, 81 00053 CiViTaVECCHia (rm) tel.+39.0766.25221 fax.+39.0766.25222 r.s.a. FLamiNia s.r.l. residenza sanitaria assistenziale 58 PosTi LETTo strada CamPaGNaNEsE snc LoCaLiTÀ VaLLE DELL olmo 00067 morlupo (rm) tel.+39.06.90192936 fax.+39.06.90192936 rsaflaminia@giomirsa.com Casa Di riposo residence FLamiNia 60 PosTi LETTo strada CamPaGNaNEsE snc LoCaLiTÀ VaLLE DELL olmo 00067 morlupo (rm) tel.+39.06.90192936 fax.+39.06.90192936 rsaflaminia@giomirsa.com residenza PoNTiNa s.r.l. residenza sanitaria assistenziale 80 PosTi LETTo Via FraNCo FaGGiaNa N1668 04100 LaTiNa tel.+39.0773.651911 fax.+39.0773.260513 residenzapontina@giomirsa.com GMagazine anno 2 n.9 Nov.Dic.2012 inserto del bimestrale Grillo Parlante Direttore Editoriale Prof. Fabio Miraglia Direttore Responsabile Benedetta Ferrari Collaboratori Fortunato Licandro Marco Montanari Paolo Dirienzo Filippo Leonardi Antonia Grisaro Propretario: GIRE S.P.A Via Buonarroti, 81 00053 Civitavecchia (RM) tel.+39.0766.25221 fax +39.0766.25222 Tipografia S.U.P.E.M.A. srl tel.06 9314578 www.supemasrl.it AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA N.11\10 residenza CimiNa s.r.l. residenza sanitaria assistenziale 68 PosTi LETTo Via DELL ospedale, 2 01037 ronciglione (VT) tel.+39.0761.650371 fax.+39 0761.650344 residenzacimina@giomirsa.com Casa Di riposo residenza La PaCE 24 PosTi LETTo PiaZZa PriNCiPE Di PiEmoNTE 01037 ronciglione (VT) tel.+39.0761.650055 fax.+39.0761.652619 residenzalapace@giomirsa.com Gio service s.r.l strada CamPaGNaNEsE snc 00067 morlupo tel.+39.06.9072667 fax+39.06.90199720 info@gioservice.it 2

S O M M A R I O M A G A Z I N E Pag. 4 EDITORIALE Un anno di ringraziamenti Pag. 14 L INTERVISTA Affido famigliare, un percorso insieme all Arlaf Pag. 6 GRUPPO GIOMI II incontro Pontino sulle cure palliative Pag. 16 EUROPA Uno squardo alla sanità europea, monitorati 35 paesi Pag. 8 GIOMI DEUTSCHLAND Le cure infermieristiche nella pratica quotidiana Pag. 18 DAL TERRITORIO Ripa accoglienza e sostegno nel cuore di Roma Pag. 10 SANITA La questione della soglia dei posti letto per l accreditamento Pag. 20 LAZIO EVENTI I presepi viventi animano i borghi viterbesi Pag. 22 SPORT Cristiano Militello, quando il genio fa la differenza 3

E d i t o r i a l e U N A N N O D I R I N G R A Z I A M E N T I Il direttore Benedetta Ferrari Salutiamo un altro anno, trascorso insieme attraverso le pagine della nostra rivista. Ripercorrendolo a ritroso mi sono accorta che molte delle mie interviste sono state (casualmente) rivolte a donne. Dal Premio Nobel Leymah Gbowee, all agronoma sociale Francesca Durastanti alle responsabili di diverse associazioni che offrono sostegno e aiuto ai più deboli. Tutte donne:forse perché in loro è più spiccato il senso del sociale e del soccorso, forse perché hanno una marcia in più, forse perché sopportano meglio i fardelli senza piangersi addosso Comunque sia è a tutte loro che rivolgo i miei più cari auguri: alla tenacia, alla forza e alla passione dimostrata quotidianamente nei progetti intrapresi. Grazie per le emozioni che avete regalato ai nostri lettori e per tutto quello che Siamo anche su ipad! Ci potete leggere scaricando App GMagazine 4 fate. Anche in questo numero vi emozionerete leggendo l intervista alla responsabile dell Associazione Romana laziale affidi famigliari, lei stessa ha cresciuto tredici bambini destinati allo sbando, e come lei, tante famiglie hanno accolto minori in stato di difficoltà, garantendo loro tanti sereni Natali. Grazie anche a voi. E ancora un ringraziamento a tutti i dottori, i terapisti occupazionali, gli infermieri e i volontari che giornalmente si occupano dei tanti anziani presenti nelle strutture del gruppo Giomi portando avanti il loro lavoro con serietà, umiltà e dedizione offrendo un servizio d eccellenza nel panorama italiano. Vi abbraccio tutti Benedetta Ferrari Diamo voce alla solidarietà La tua associazione si occupa di progetti per il sociale, per aiutare chi ne ha più bisogno e chi ha avuto poco dalla vita? Sarà un piacere pubblicare sulle nostre pagine una presentazione dell associazione e soprattutto tutto quello che state facendo per gli altri. Scrivete al direttore: benedetta.ferrari@alice.it

Gruppo Giomi II INCONTRO PONTINO SULLE CURE PALLIATIVE Il trattamento del paziente terminale con dolore cronico, come ha espresso il Ministero della Salute, è un obbligo morale di tutti gli operatori sanitari. Chiunque si occupi del trattamento delle malattie che generano sindromi dolorose deve essere a conoscenza dell intera gamma dei problemi fisio e psicopatologici di comune riscontro e deve conoscere un adeguato numero di soluzioni per il controllo del dolore e dei sintomi che consentano una migliore qualità di vita per il paziente, per i familiari e per coloro che lo assistono. Il corso in oggetto si propone di trattare in modo approfondito gli aspetti relativi ai sintomi propri della fase terminale dando spazio anche agli aspetti organizzativi ed umani tipici di questa tipologia di assistenza e attraverso differenti sessioni vuole descrivere con gran sensibilità l impegno globale di coloro che quotidianamente sono impegnati nell'assistenza del malato terminale. Con il supporto di questi incontri ormai a scadenza annuale ci si pone l obiettivo di formare ed aggiornare chi si occupa quotidianamente del paziente oncologico e non, in fase terminale offrendo un occasione in più per definire tutti i punti chiave e le linee guida da valutare e tenere presente nell approccio terapeutico del paziente in fase avanzata. Fausto Petricola Medico Responsabile Hospice ICOT Le Rose 6

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Giomi Deutschland Le cure infermieristiche nella pratica quotidiana Il processo di erogazione di cure infermieristiche, come metodo orientato al raggiungimento di obiettivi, è lo strumento attraverso il quale noi della Valere mettiamo in pratica ogni giorno il nostro lavoro. Tale processo inizia dalla presa in carico dell ospite fino alle sue dimissioni. Abbiamo optato per il circolo descritto da Fiechter e Meier, declinato in sei momenti fondamentali: Ole-Christoph Hampel Responsabile Infermieri Haus St. Georg Raccolta di informazioni Circoscrizione del problema e delle risorse Definizione dell'obiettivo Pianificazione delle misure Attuazione delle cure infermieristiche Verifica e miglioramento del processo La documentazione dell intero processo viene archiviata elettronicamente da un software apposito, strutturato secondo il modello indicato da Monika Krohwinkel. 1. Raccolta di informazioni La raccolta di informazioni rappresenta il primo, fondamentale mattone nel rapporto tra l ospite e il fornitore di cure. Viene effettuata non solo grazie al dialogo tra i due principali soggetti coinvolti, ma anche grazie all intervento della famiglia e del medico di base. Rappresentazione grafica del Processo secondo Fiechter/Meier 8

2. Circoscrizione del problema e delle risorse Le domande centrali che ci poniamo sono sempre: > Quali attività può affrontare il paziente in modo ancora indipendente? > Quando ha bisogno di essere istruito? > In quali ambiti necessita di sostegno? Per ogni singolo ospite strutturiamo un programma in cui gli vengono destinate risorse e competenze specifiche. Per far sì che ciò avvenga, ci avvaliamo di diversi strumenti di Assessment che servono da supporto analitico al nostro team infermieristico. I problemi maggiori si affrontano quando l ospite non può compensare con la propria forza (intellettuale o fisica) situazioni in cui, a causa di patologie legate all invecchiamento, egli sperimenti una limitazione della propria indipendenza. In questi casi deve intervenire oltre all intera rete infermieristica assistenziale, anche quella dei familiari. Una delle fondamentali risorse per il benessere dei nostri pazienti è quindi la buona collaborazione tra il fornitore ufficiale di cure e il suo bacino di affetti. 3. Definizione dell obiettivo Attraverso la definizione degli obiettivi di una cura si può misurare il successo o meno della stessa. Per questo è molto importante che gli obiettivi siano realisticamente attuabili e raggiungibili. Obiettivi irraggiungibili minano la motivazione sia dell ospite, che dell infermiere. La definizione di un obiettivo prevede sempre che esso sia raggiunto in un limite di tempo predeterminato. 4. Pianificazione delle misure Trovano attuazione solo quelle misure orientate al raggiungimento concreto dell obiettivo di cura. Le misure pianificate devono essere realizzate grazie alla collaborazione e all impegno di tutti gli attori delle cure. Nel caso in cui si volessero adottare misure anomale o non standard, esse devono essere giustificate e condivise da tutti. 5. Attuazione delle cure infermieristiche La cura viene somministrata al paziente solo dopo la definizione degli obiettivi e la pianificazione delle adeguate misure per raggiungerli. Anche la somministrazione delle cure è diligentemente riportata nella documentazione elettronica relativa ad ogni paziente. Va da sé che l attuazione della cura dipende sempre dalle condizioni fisiche dell ospite, le quali non possono essere rigidamente fissate. La programmazione va quindi rimodulata ogni volta che le condizioni del paziente cambiano. In ogni caso, ogni deviazione dalla norma deve essere documentata e fondata razionalmente. Così facendo, tale processo è accessibile in modo trasparente a tutti gli attori facenti parte del processo curativo. 6. Verifica e miglioramento del processo Al fine di verificare la bontà delle cure somministrate, si effettua una valutazione della documentazione e degli strumenti adottati. La valutazione rappresenta la base per un ulteriore sviluppo delle cure infermieristiche orientato ai bisogni dell ospite. Per questo non parliamo meramente di successo o insuccesso delle cure, bensì delle conseguenze che da esse possono scaturire, ovvero: > Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati? > In caso negativo, dobbiamo ripensare o cambiare gli obiettivi? > Dobbiamo, conseguentemente, riadattare per intero il nostro programma curativo? La frequenza di tali verifiche si modula, inoltre, secondo le necessità individuali dell ospite ed è sempre regolamentata dalle linee guida della Valere, raccolte nel nostro Libro sulla Qualità. 9

Sanità LA QUESTIONE DELLA SOGLIA DEI POSTI LETTO PER L ACCREDITAMENTO Dott. Filippo Leonardi Associazione Nazionale Ospedalità Privata - AIOP Bisognava essere proprio ottimisti per credere alle parole del Presidente del Consiglio Mario Monti quando, a settembre-ottobre 2012, dichiarava che il peggio era passato. Gli operatori della sanità stavano ancora facendo i calcoli degli effetti finanziari delle manovre degli ultimi 2 anni, da Tremonti alla spending review e alla legge di stabilità 2013, qualcosa come 14 miliardi euro tagliati al settore, quando il Presidente Monti dichiarava (26 novembre 2012) che il Servizio Sanitario Nazionale è a rischio sostenibilità. Il Professore, insomma, scopriva che se vengono ripetutamente tolti soldi dal fondo sanitario, questo rischia di non essere più sufficiente. Un genio! Che pure non si era accorto di nulla fino al mese di settembre, quando intitolava un suo decreto legge (il n.158/2012, cd. decreto Balduzzi) Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute. Il 12 novembre, quindi, si accorge che i suoi provvedimenti, invece di portare ad un più alto livello di tutela della salute, o di mantenere almeno questo livello, portavano al rischio di perdere completamente questa tutela, peraltro sancita dall art.32 della Costituzione quale compito primario dello Stato. Ma in tema di sanità i prodigi geniali del Governo non erano finiti, e a novembre 2012 viene diffusa una bozza di regolamento riguardante la Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all assistenza ospedaliera,, previsto nella legge della spending review. Tra le varie norme, ce n è una che scatena il finimondo, secondo la quale le strutture ospedaliere private sono accreditate ( ) prevedendo una soglia per l accreditamento e la sottoscrivibilità degli accordi contrattuali annuali, non inferiore a 80 posti letto per acuti (punto 2.5 dello schema). C è da precisare che al momen- 10

to della redazione del presente articolo, una Commissione tecnica ha già cambiato il testo, precisando che la soglia prevista per l accreditamento e la sottoscrizione degli accordi contrattuali annuali per i privati deve essere ridotta a 60 posti letto per acuti raggiungibile anche attraverso la realizzazione di forme associative e consortili (testo 5 dicembre 2012). E opportuno, quindi, fare una riflessione su questa soglia rispondendo in pratica alla domanda che tutti si sono fatti: perché 80 posti letto, o 60, o non 90 o 40? E proviamo a dare una risposta sul piano economico e una sul piano medico, della qualità e sicurezza delle prestazioni. 1. La risposta sul piano economico Tra gli obiettivi dichiarati della bozza di regolamento c è sicuramente quello economico, del rispetto delle risorse programmate (1.1), della necessità di garantire l erogazione delle cure ( ) in un contesto di risorse limitate (4.1), del rispetto di criteri costi-efficacia (4.5). Insomma, l obiettivo sarebbe quello di risparmiare. Secondo questo provvedimento non sarebbe consentito quindi l accreditamento di una struttura privata di 50 posti letto, ad esempio, mentre se fossero in due, associate o consorziate, di 50 posti letto ciascuna, ciò sarebbe possibile. E dov è il risparmio? Ricordiamo infatti che mentre una struttura ospedaliera pubblica di 50 posti letto viene retta dai soldi pubblici indipendentemente dalla sua attività e con costi fissi insopprimibili, una struttura ospedaliera privata di 50 posti letto viene remunerata solo per le prestazioni effettivamente prestate e pertanto la struttura ha lo stesso costo per lo Stato, sia singolarmente che associata ad un altra. Quale sarebbe dunque l effetto economico finale del provvedimento così partorito? Nessuno. 2. La risposta sul piano medico, della qualità e sicurezza delle prestazioni L altro obiettivo del provvedimento - apparentemente quello principale - è il sostanziale ammodernamento del SSN ( ) secondo il principio della efficacia, qualità e sicurezza delle cure, dell efficienza, della centralità del paziente e dell umanizzazione, nel rispetto della dignità della persona (1.1). In parole povere, si tratta del tema della qualità delle prestazioni sanitarie. A questo proposito, sappiamo che esistono 3 tipologie di misurazione della qualità: quella riferita ai requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi; quella relativa alla certificazione di qualità (ISO 9000, Join Commission o altro); quella relativa agli esiti dell attività medica. a. Sul primo aspetto c è ben poco da dire. Le strutture private che operano per conto del SSN sono accreditate in quanto posseggono tutti i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi richiesti dalle leggi regionali per l accreditamento. Requisiti non solo dichiarati, ma verificati quasi quotidianamente da Asl e altri organismi di controllo (che si guardano bene dal fare altrettanto con le strutture pubbliche, dalla messa a norma dell impianto elettrico, alle norme antisismiche, ecc.). Su questo piano, quindi, la soglia dei 60-80 posti letto è certamente arbitraria. b. Sul secondo aspetto della qualità, relativo al controllo da parte di organismi terzi di certificazione, il 4 Rapporto Ospedali & Salute (ed. F.Angeli, 2006, pag. 28) aveva evidenziato che ai primi posti nella certificazione di qualità ci sono proprio gli ospedali privati e per l intera struttura, mentre i rari ospedali pubblici presenti nell elenco non vanno al di là della certificazione dell ufficio amministrativo o del laboratorio di analisi. Anche per questo aspetto, quindi, la soglia dei 60-80 posti letto conferma la sua improprietà. c. Il terzo aspetto è quello apparentemente utilizzato dagli estensori della bozza di regolamento, che fa riferimento ai volumi di attività e alla valutazione degli esiti (4.1). E la questione ciclicamente ricorrente del rapporto esiti-volumi di attività, per la quale la bozza di provvedimento rimanda a prove, documentate dalla revisione sistematica della letteratura scientifica, di associazione tra volumi di attività e migliori esiti delle cure (4.2). Su questi aspetti si fa anche riferimento alle competenze scientifiche dell Agenas, l agenzia di supporto del Ministero della Salute e delle Regioni (4.3). Sarebbe interessante oltre che corretto scientificamente sapere qual è la documentazione e le prove cui si fa riferimento. Di certo non le ha prodotte Agenas, che appena qualche mese fa ha pubblicato la sua rivista scientifica 11

12 (Monitor, n.30, giugno 2012, http://www.agenas.it/monitor2012.htm) dedicata esclusivamente alla valutazione delle prestazioni sanitarie. Si parla di tutto e a farlo sono tra i migliori studiosi italiani del settore. Ma in nessuna delle sue 99 pagine si fa riferimento a questo metro di valutazione. Eppure la questione non è nuova. Già nel 2008, l Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio aveva posto la questione del rapporto qualità-posti letto (prot. 7051/ASP/DG del 17/10/2008, che aveva posto le premesse dei decreti 25 e 43/2008 per la riconversione delle Case di cura). E furono diversi gli studiosi che fecero presente le lacune di quel ragionamento e le possiamo indicare in 3 punti: c1. Le economie di apprendimento possono essere ottenute anche operando in più strutture sanitarie, come fonte di qualità (Dario Velo, professore di Economia Sanitaria all Università di Pavia, 2008). Inoltre, non si può ritenere che tutte le strutture sanitarie siano omogenee, senza bisogno di considerare le specificità che caratterizzano ciascuna di esse. c2. Questa associazione (qualità-posti letto della struttura) dall analisi della letteratura degli ultimi 30 anni ( ) sembra essere ragionevolmente forte per la chirurgia complessa (ad es. la chirurgia oncologica per i tumori di pancreas ed esofago, o la chirurgia dell aneurisma dell aorta addominale), riducendosi negli interventi più comunemente eseguiti ( Il numero delle procedure chirurgiche come indicatore di qualità degli ospedali e dei chirurghi, di D.Costamagna, M.Bobbio e P.Pinna Pintor, in Epidemiologia & Prevenzione, gen-feb. 2008). Inoltre occorre considerare altre variabili, ad esempio il volume di procedure del singolo chirurgo e la sua iperspecializzazione, per cui vengono descritti buoni risultati per quei chirurghi con alti volumi di procedure che operano anche in centri a basso volume, oppure il fatto che nei grandi centri l alto volume di una famiglia di interventi (ad es. cardiovascolari) non garantisce la buona qualità di altri interventi (es. gastroenterologici). Infine, il suddetto studio evidenzia il rapporto tra tipologia di intervento, organizzazione dei servizi di trasporto e distanze tra aree urbane (ad esempio, è meglio operare un aneurisma dell aorta addominale in rottura in un piccolo centro, piuttosto che effettuare l intervento dopo diverse ore perse per il trasferimento). c3. Ad ogni modo, anche nel suddetto secondo aspetto lo studio da noi citato mette in luce che tutta la letteratura scientifica disponibile non è italiana e non fa riferimento a studi italiani. L unico studio credibile in questo senso è quello appena iniziato da Agenas con il PNE (Programma Nazionale Esiti, di cui abbiamo già parlato in GMagazine n.4 gen-feb 2012). Gli esiti, rilevati dalle schede di dimissione ospedaliera, potrebbero essere degli strumenti validi per sostenere il rapporto qualità-numero di posti letto e magari azzardare la fissazione di una soglia minima. Nei fatti, però, l esperienza del PNE in Italia è ancora agli inizi, non sono ancora trascorsi nemmeno tre anni di andamento a regime dell indagine e moltissimi dati come sostengono i responsabili sono inutilizzabili. In definitiva, anche questo terzo aspetto sul piano medico, della qualità e sicurezza delle prestazioni, evidenzia tutte le lacune scientifiche della fissazione della soglia di 60-80 posti letto per l accreditamento delle strutture ospedaliere private. In conclusione possiamo dire che il nostro Servizio Sanitario Nazionale, riconosciuto come uno dei migliori al mondo e di cui la maggior parte degli italiani sono soddisfatti, ha bisogno certamente di una manutenzione, soprattutto in direzione di riduzione degli sprechi. Ma è altrettanto evidente che, in quanto tali, gli sprechi vanno individuati con attenzione e rimossi con il bisturi e non con la falce, che in modo lineare taglia grano e gramigna. La sanità italiana non si può permettere questi errori così grossolani.

UN CONCENTRATO DI SOLUZIONI GioService nasce dalla profonda conoscenza delle problematiche alberghiere che affliggono le strutture sanitarie italiane, a partire dalle case di riposo fino ai grandi ospedali pubblici e privati. La Nostra Azienda, prende vita direttamente dalla cinquantennale esperienza della Giomi spa società Leader nel settore sanitario con più di 30 strutture sanitarie in gestione e proprietà. La società dispone delle certificazioni di sistema e di progettazione e si avvale solo di personale altamente qualificato e specializzato nella gestione e realizzazione dei servizi specifici per le strutture sanitarie (ospedali accreditati, centri polispecialistici, case di cura, case di riposo, centri di riabilitazione, R.S.A.). GIO SERVICE S.R.L STRADA CAMPAGNANESE SNC 00067 MORLUPO tel.+39.06.9072667 fax+39.06.90199720 info@gioservice.it 8 0 0 9 7 4 2 7 Societa Certificata Iso 9001 e Iso 14001.

L Inter vista Affido famigliare, un percorso insieme all Arlaf Abbiamo incontrato Carmela Grassotti, responsabile provinciale dell Associazione romana laziale affido famigliare (Arlaf) di Viterbo. L associazione nasce a Roma e nelle altre province laziali nel 1989, ma attualmente a livello provinciale è l unica rimasta attiva. L associazione si occupa di minori in stato di bisogno che devono essere allontanati (a volte momentaneamente), dalle famiglie di origine quando queste si trovano in situazioni di disagio e precarietà economica, psicologica o giudiziaria che non gli permette di potersi prendere cura dei figli. Più di cento gli affidi andati a buon fine e più di settanta le famiglie coinvolte nel progetto. Ci può spiegare cos è l affido familiare? E la disponibilità di una famiglia o di un single di prendersi cura per un determinato periodo di un minore che ne ha bisogno. Un minore può andare in affido quando, tramite l intervento dei servizi sociali viene allontanato dalla famiglia naturale per gravi problemi di indigenza economica, di tossicodipendenza, con la giustizia o per disagi psichici, e in tutti quei casi dove c è una riscontrata incapacità genitoriale. I minori vengono segnalati alla nostra associazione dai servizi sociali del Comune, poi tramite l elenco di famiglie iscritte all associazione, dopo un accurata valutazione si procede all affido. L affido non prevede discriminazioni sessuali o di età non è un adozione, non serve a soddisfare il bisogno di maternità o paternità non realizzato, ma è una relazione, una condivisione e un percorso che pur terminando (secondo la legge dopo due anni, con proroga), in realtà non ha mai fine, perché si rimane in contatto per sempre. Durante il periodo di permanenza nella famiglia affidataria il minore continua a vedere una volta a settimana o ogni quindici giorni i genitori naturali, ed è perfettamente cosciente della situazione. Alcuni affidi possono diventare adozioni speciali in questo caso il bambino prende il doppio cognome e continua a mantenere rapporti con la fami- 14

glia naturale. Qual è la tipologia di famiglie che si rivolge a voi? Di tutti i tipi: dai professionisti alle casalinghe, già con figli propri o senza. Ma non solo famiglie, anche i single (come previsto dalla legge), possono fare richiesta. Di solito, e di questo mi rammarico, si prediligono le donne sigle. A riguardo, una volta è stata presentata la richiesta di un uomo, un ottima persona, ma i servizi sociali non hanno preso in considerazione la domanda. Sì, devo dire che gli uomini sono discriminati. Qual è l iter per giungere ad avere un affido? Le famiglie vengono in associazione e svolgono una serie di incontri formativi con personale specializzato, dove vengono affrontate tematiche che vanno dalla legislazione alla psicologia, solo dopo che hanno acquisito il loro bagaglio su quello che andranno ad affrontare possono essere presentate ai servizi sociali e messe in lista d attesa. Dalla formazione iniziale al raggiungimento dell obiettivo possono passare dai quattro mesi ai tre anni. Perché si sceglie di avere un figlio in affido? Chi sceglie questo percorso lo fa perché è disponibile all accoglienza e ad aiutare chi ne ha più bisogno. Non è solo un desiderio di maternità o paternità, perché è chiaro fin dall inizio, che i bambini, una volta che ci sono le condizioni, rientrano nelle loro famiglie naturali. Io personalmente ho avuto 13 bambini in affido, il primo nel 1975, fino all ultimo che è ancora con me, mio marito e i miei figli, che sono due ragazzi splendidi, hanno condiviso per tutta la vita con me questa esperienza. L ultima è Caterina, una ragazza con problemi di disabilità mentale e fisica, quando è arrivata da me aveva pochi mesi di vita, oggi ha diciotto anni e ringraziando Dio ancora è con me. La sua famiglia, ormai è diventata anche la nostra, viene ogni settimana a trovarla ed è molto presente. Una volta ho avuto il figlio di un tossicodipendente e devo ammettere che avevo un po di paura, e pregiudizi, invece è stata un esperienza bellissima. Per i tossicodipendenti i figli sono il bene più prezioso e non farebbero mai del male a chi si prende cura di loro. Avere un figlio in affido è una grandissima sfida per questi genitori, in cui mi includo anche io, una prova molto faticosa dove vengono abbracciati e portati all ennesima potenza tutti i sentimenti dello scibile umano: rabbia, amore, gioia, dolore, incomunicabilità. A volte ti senti un alieno, incompreso dal mondo che ti circonda, in compenso l amore che provi è fortissimo ed unico. Per me con Caterina è così, con lei ho provato tutte le sfaccettature di sentimenti, emozioni sicuramente diverse da quelle provate con i miei figli. L esperienza più brutta? Le situazioni più spiacevoli si realizzano quando i bambini vengono tolti alla famiglia affidataria, o perché queste non rispecchiano le aspettative previste, o perché hanno un ripensamento, o quando tornano nelle case famiglia perché dopo essere rientrati nella famiglia d origine si ripresentano situazioni di disagio che sembravano superate. I bambini come reagiscono? Questi bambini stanno bene nelle famiglie che li hanno accolti, anche se per loro il padre e la madre comunque essi siano, alcolisti o prostitute, rimangono insostituibili. L A.R.L.A.F. Associazione Romana e Laziale per l Affidamento Familiare è un'associazione di volontariato che collabora con gli operatori dei Servizi Sociali e degli enti territoriali (comune, provincia, Asl), per promuovere l affido familiare e aiutare i minori in difficoltà.. L attività sicuramente più utile è il sostegno alle famiglie affidatarie per le quali l affido è una palestra dei sentimenti. La rete di solidarietà che l A.R.L.A.F. offre è un aiuto importante per gli affidatari, per le famiglie d origine dei minori in affido e per quest ultimi e si realizza anche attraverso consulenze psicologiche e/o giuridiche. L associazione organizza incontri mensili per gli affidatari, e per le persone interessate all affido, dove sono presenti un neuropsichiatria infantile e una psicologa, al fine di garantire un supporto costante durante tutta la durata dell'affidamento e oltre. Il nostro logo: La Goccia Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio e tutti gli animali scapparono. A un tratto un leone, che è il re della foresta, vide che volava un piccolo colibrì proprio in direzione dell incendio. Allora il leone, preoccupato, fermò l uccellino per fargli cambiare direzione, ma, con somma meraviglia, il colibrì rispose che stava andando a spegnere l incendio.il leone sempre più meravigliato, gli rispose che era impossibile spegnere l incendio con la goccia d acqua che aveva nel becco. Allora il colibrì, sempre più deciso, disse al re della foresta: Io faccio la mia parte. 15

Europa Uno sguardo alla sanità europea, monitorati 35 paesi Lo scorso novembre la Dg Salute e consumatori della Commissione europea e l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) hanno pubblicato la seconda edizione della relazione "Uno sguardo alla sanità: Europa". La relazione offre, in un formato di facile consultazione, una serie di indicatori che illustrano la situazione sanitaria, i fattori di rischio, le risorse e attività disponibili, la qualità dell'assistenza, la spesa sanitaria e l'andamento dei finanziamenti in 35 paesi europei, tra cui i 27 Stati membri dell'unione europea, 5 paesi candidati e 3 paesi Efta. Dalla relazione emerge in particolare che: nei paesi dell'ue la speranza di vita alla nascita è aumentata, le malattie croniche, come il diabete, l'asma e la demenza sono sempre più diffuse, la maggior parte dei paesi europei sono riusciti a ridurre il consumo di tabacco mediante campagne di sensibilizzazione, divieti di pubblicità e più tasse, nel 2010 la spesa sanitaria pro capite è rallentata o calata in termini reali nella maggior parte dei paesi europei, invertendo una tendenza di crescita costante. Negli ultimi decenni i paesi europei hanno raggiunto importanti risultati per quanto concerne la salute della popolazione. Negli Stati membri dell'unione europea la vita si è allungata di più di sei anni dal 1980, raggiungendo i 79 anni nel 2010, mentre la mortalità prematura si è ridotta sensibilmente. L'aumento della speranza di vita può essere spiegato con le migliorate condizioni di vita e di lavoro e con determinati comportamenti che influiscono sulla salute, ma va anche indicato il ruolo di un migliore accesso all'assistenza sanitaria e della qualità dell'assistenza come si vede ad esempio nel caso della notevole riduzione della mortalità in seguito a un infarto o a un ictus. In media gli anni di vita in buona salute (HLY healthy life years) alla nascita, definiti quale numero di anni di vita esenti da limitazioni d'attività, era nel periodo 2008-10 di 62,2 anni per le donne e di 61,0 anni per gli uomini.. Emerge inoltre che un più elevato reddito nazionale è generalmente associato a una speranza di vita (sana) più lunga, malattie croniche come il diabete, l'asma e la demenza 16 senile sono sempre più diffuse, il che è dovuto a migliori capacità diagnostiche o ad altre patologie di fondo. Più del 6% delle persone tra i 20 e i 79 anni nell'unione europea, vale a dire 30 milioni di persone, aveva il diabete nel 2011. I fattori di rischio per la salute stanno cambiando:nell'unione europea il 52% della popolazione adulta è ora sovrappeso e, in questo gruppo, il 17% è obeso. Molti di questi miglioramenti sul piano della salute sono stati ottenuti con notevoli costi finanziari. Fino al 2009 la spesa della sanità nei paesi europei è aumentata a un ritmo più veloce del resto dell'economia e il settore della sanità ha assorbito una quota crescente del prodotto interno lordo (PIL). Con l'inizio della crisi economica e finanziaria nel 2008 molti paesi europei hanno ridotto la spesa sanitaria nel contesto degli sforzi generali per il contenimento dei deficit di bilancio e del crescente indebitamento pubblico. Sebbene questi tagli fossero in certa misura inevitabili, alcune delle misure adottate possono avere un impatto sugli obiettivi fondamentali dei sistemi sanitari. È quindi importante il monitoraggio continuativo dei dati e degli indicatori sulla sanità e sui sistemi sanitari: esso fornisce indicazioni sull'impatto potenziale di breve e lungo periodo delle mutate condizioni economiche e delle politiche sanitarie per quanto concerne l'accesso alle cure, la loro qualità e i risultati terapeutici. Questi indicatori dimostrano che le variazioni possono essere altrettanto pronunciate all'interno di un paese a seconda delle regioni, dei gruppi socioeconomici o dei gruppi etnico/razziali come lo sono tra diversi paesi.... Assicurare un accesso adeguato all'assistenza sanitaria è un obiettivo strategico fondamentale per tutti gli Stati membri dell'ue, pur essendo migliorata notevolmente la situazione sanitaria continuano a persistere grandi disparità tra i Paesi, in molti paesi europei si avvertono preoccupazioni sulle carenze di medici e infermieri Nell'ultimo decennio il numero di infermieri pro capite è aumentato in quasi tutti gli Stati membri dell'ue, di recente però, si è registrata una contrazione del numero di infermieri occupati in alcuni dei paesi più dura-

mente colpiti dalla crisi economica. Problematica che può aggravarsi in futuro con l aumento della domanda di infermieri e con l'invecchiamento della generazione del baby-boom e la conseguente ondata di pensionamenti tra gli infermieri. La qualità dell'assistenza è migliorata nella maggior parte dei paesi europei, anche se tutti i paesi potrebbero far meglio, soprattutto per evitare i ricoveri ospedalieri dei malati cronici Si sono registrati progressi nel trattamento dei pazienti affetti da patologie potenzialmente letali come infarti, ictus e cancro in tutti i paesi europei che hanno comunicato i loro dati. I tassi di sopravvivenza relativi a diversi tipi di cancro hanno registrato anch'essi un miglioramento nella maggior parte dei paesi grazie alla diagnosi più precoce e a una maggiore efficacia delle terapie. La crescita della spesa sanitaria pro capite è rallentata o si è ridotta in termini reali nel 2010 in quasi tutti i paesi europei registrando un'inversione di tendenza rispetto ai costanti aumenti del periodo precedente. La spesa aveva già iniziato a ridursi nel 2009 nei paesi più duramente colpiti dalla crisi economica (ad esempio Estonia e Islanda) ma a ciò hanno fatto seguito tagli di maggiore entità nel 2010 in risposta alle crescenti pressioni finanziarie e all'aumento dell'indebitamento pubblico In alcuni paesi la crisi economica ha influenzato il mix di finanziamento pubblico e privato della sanità. La spesa pubblica è stata ridotta per certi beni e servizi, e a ciò ha spesso corrisposto l'aumento del ticket a carico delle persone. Per saperne di più: http://ec.europa.eu/health/reports/docs/health_ glance_2012_en.pdf 17 Nell'Unione europea la speranza di vita alla nascita per il triennio 2008-10 era mediamente di 75,3 anni per gli uomini e di 81,7 anni per le donne. La Francia presentava la maggiore speranza di vita per le donne (85,0 anni) e la Svezia per gli uomini (79,4 anni). La speranza di vita alla nascita nell'ue risultava più bassa in Bulgaria e in Romania per le donne (77,3 anni) e in Lituania per gli uomini (67,3 anni La percentuale di adulti che fumano quotidianamente è inferiore al 15% in Svezia e in Islanda, rispetto a più del 30% nel 1980. All'altra estremità della graduatoria, più del 30% degli adulti in Grecia fuma quotidianamente. Il tabagismo continua ad essere diffuso in Bulgaria, Irlanda e Lettonia. La prevalenza dell'obesità va dall'8% in Romania e Svizzera a più del 25% in Ungheria e nel Regno Unito Dal 1990 il tasso di obesità è raddoppiato in molti paesi europei. I tradizionali paesi vinicoli come la Francia, l'italia e la Spagna hanno visto ridurre sostanzialmente il consumo di alcool pro capite a partire dal 1980. È però aumentato in modo significativo a Cipro, in Finlandia e in Irlanda. I tassi di mortalità in seguito a ricovero ospedaliero per i casi d'infarto (infarto acuto del miocardio) hanno registrato una contrazione di quasi 50% tra il 2000 e il 2009 mentre per l'ictus la riduzione supera il 20%.Questi miglioramenti rispecchiano i progressi della terapia intensiva e un migliore accesso a unità specializzate nella terapia degli infartuati in paesi come la Danimarca e la Svezia. Nel 2010 i Paesi Bassi stanziavano la maggior quota del PIL alla salute (12%) seguiti da Francia e Germania (entrambi con l'11,6%). In termini di spesa sanitaria pro capite i Paesi Bassi (EUR 3 890), il Lussemburgo (EUR 3 607) e la Danimarca (EUR 3 439) avevano la spesa maggiore tra gli Stati membri dell'ue, seguiti da Austria, Francia e Germania con più di EUR 3 000 pro capite. La Bulgaria e la Romania erano i paesi con la spesa più bassa, pari a circa EUR 700. Il settore pubblico è la principale fonte di finanziamento della sanità in tutti i paesi europei, tranne Cipro Nel 2010 quasi tre quarti (73%) di tutta la spesa sanitaria pubblica era finanziata dal bilancio pubblico negli Stati membri dell'ue. I finanziamenti pubblici coprivano più dell'80% della spesa sanitaria nei Paesi Bassi, nei paesi nordici (tranne la Finlandia), nel Lussemburgo, nella Repubblica ceca, nel Regno Unito e in Romania. Tale percentuale era più bassa a Cipro (43%) e in Bulgaria, Grecia e Lettonia (55-60%). Nel 2010 la percentuale dei pagamenti in forma di ticket era più elevata a Cipro (49%), Bulgaria (43%) e Grecia (38%). Gli esborsi sanitari che i pazienti fanno di tasca propria sono risultati più contenuti nei Paesi Bassi (6%), in Francia (7%) e nel Regno Unito (9%). Il ricorso al sistema del ticket è aumentato nell'ultimo decennio in quasi la metà degli Stati membri dell'ue, in particolare in Bulgaria, a Cipro, a Malta e nella Repubblica slovacca.

Dal Ter ritorio Ripa :accoglienza e sostegno nel cuore di Roma Un servizio nuovo eppure antichissimo ha preso piede a Roma, il progetto si chiama RIPA, cioè Rinascere Insieme Per Amore ed è localizzato nel cuore pulsante di Trastevere, dove i Frati Minori di San Francesco a Ripa, insieme a una giovane rete di volontari, hanno aperto da giugno 2012 un centro di accoglienza per contrastare povertà e marginalità sociale dei senza tetto. Da settembre, si è cominciato ad organizzare la cena comunitaria, un servizio di ri-orientamento al lavoro, laboratori artigiani... Non si tratta in effetti della semplice offerta di un piatto caldo, una doccia e un posto letto: gli ospiti sono inseriti in un percorso - inizialmente della durata di due mesi di fraternità, collaborano alla preparazione della cena, mangiano insieme ai volontari e ai frati, con loro conversano dopo cena, svolgono le piccole mansioni di manutenzione della struttura (pulizie, lavatrici, etc.), vengono seguiti su come riprendere una strada di autonomia lavorativa, o indirizzati ad altre strutture in grado di risolvere i loro problemi specifici. Come spiega fra Roberto, il coordinatore dell'iniziativa insieme a Padre Domenico, " viene offerto a uomini che hanno perso il lavoro e non hanno più famiglia o amici, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche, religiose e dalla cittadinanza di origine. Abbiamo creato uno spazio di gratuità nella fraternità francescana, un luogo dove poter ricominciare a prendere un cammino di speranza e di reinserimento lavorativo." Dal giugno 2012 è sorta intorno a questo centro una rete di giovani volontari che collaborano alle varie attività e ne progettano un ampliamento; si sta lavorando infatti per affiancare al progetto RIPA altre iniziative collegate, tra le quali: I laboratori di restauro ed artigianato, finalizzati a far riacquistare agli ospiti fiducia nelle proprie capacità e permettere loro di avere delle piccole entrate attraverso la vendita dei prodotti realizzati/restaurati. Il progetto SPQR - Servizio Problema Quotidiano Risolto, che ha l'obiettivo di mettere gli ospiti della struttura in grado di svolgere dei piccoli lavori saltuari manuali (traslochi, riparazioni domestiche, piccoli lavori di falegnameria, tinteggiature, pulizie di ambienti, giardinaggio, dog-sitting, etc.), mettendo in rete i prestatori di lavoro con la possibile domanda proveniente dalla società civile, contribuendo a costruire un clima di solidarietà e maggiore fiducia. Il Pub di RIPA dei Sette Soli, ricavato nei locali facilmente accessibili dell'adiacente convento di San Francesco a Ripa, gestito dai volontari insieme agli ospiti della struttura e basato sulla formula "pay as you wish", ovvero sulla libera offerta, all'insegna dello scambio gratuito e della relazione. La struttura di accoglienza di medio-lungo periodo di Villa Adriana - Tivoli, ovvero una struttura dove alcuni ospiti di Ripa dei Sette Soli possono restare più a lungo e ricominciare a lavorare stabilmente. web: www.ripadeisettesoli.org La struttura in cui nasce RIPA dei Sette Soli è storica e conserva un elevato valore simbolico: nel 1200, apparteneva alla nobile romana Jacopa dei Sette Soli, donna di carità che ospitava nell'edificio i poveri di passaggio a Roma; questo era anche il luogo che il Santo Francesco predilesse per soggiornare nei suoi viaggi nella città eterna: una dimora umile ma per lui accogliente, un ostello per poveri in una parte degradata e poco salubre di Roma, perché troppo vicina alla riva del Tevere (da cui "a ripa"). Per questo motivo RIPA dei Sette Soli è un servizio nuovo... eppure antichissimo. 18

Lazio eventi I p r e s e p i v i v e n t i a n i m a n o i b o r g h i v i t e r b e s i Il territorio della Tuscia è da sempre famoso per il suo ricco patrimonio storico, artistico, archeologico, religioso e naturale: i castelli medievali, le necropoli, le chiese, i palazzi nobiliari sono tutti incorniciati dai boschi e dai laghi dei monti che circondano la zona. Proprio nel mezzo di questi paesaggi suggestivi, durante il periodo delle festività natalizie, la Tuscia si trasforma nella location ideale per le rappresentazioni della natività.ogni anno moltissimi visitatori arrivano per vedere i numerosi Presepi viventi rievocati in tutto l alto Lazio e nei suoi piccoli borghi antichi e ben conservati, spesso scavati nella roccia e per questo simili a dei veri presepi. Quasi ogni paese della Tuscia vanta una sua tradizione e sarebbe impossibile elogiare tutte le rievocazioni, ma eccone alcudi Fortunato Licandro ni tra i più particolari: CHIA - SORIANO NEL CIMINO Il Presepe nel bosco Date: 26 dicembre e 1-6 gennaio dalle ore 17 alle 20 I ruderi della chiesa medievale di San Giovenale fanno da ambientazione ad uno dei presepi viventi più suggestivi dove, partendo dal sito archeologico di origine etrusca, il percorso prosegue fin dentro al cuore del bosco, tra le grotte ed un percorso campestre, dove tutti gli abitanti del paese danno vita a una riproduzione dell epoca, ricreando antiche botteghe artigiane e taverne. Durante l itinerario, inoltre, è anche possibile degustare prodotti tipici locali offerti ai visitatori. CIVITA DI BAGNOREGIO Il Presepe sulla rupe Date: 26-29-30 dicembre e 1-5-6 gennaio dalle ore 17 alle 19.30 Nella piazza centrale della Città che muore si trovano i classici personaggi del Presepe, tutti in adorazione intorno alla capanna dove trova posto la Sacra Famiglia.Il resto del borgo risuona e si illumina prendendo le sembianze di un mercato medio orientale: tra commercianti 20