WILLIAM T. WHITBY IL FUMO VI FA BENE RIZZOLI EDITORE MILANO 1983



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Transcript:

WILLIAM T. WHITBY IL FUMO VI FA BENE RIZZOLI EDITORE MILANO 1983

Proprietà letteraria riservata @ 1981 William T. Whitby. All rights reserved. Licensed by FFP Amsterdam. All rights reserved. O 1983 Rizzoli Editore, Milano Prima edizione: giugno 1983 Titolo originale: Smoking is good for you Traduzione di Varena Poli

"La teoria che il cancro al polmone è causato dal fumo verrà alla fine considerata un grandissimo, catastrofico errore." Sir Ronald Fisher, Università di Cambridge

PREFAZIONE Mi è stato chiesto perché mai un medico isolato abbia voluto scrivere un libro contro la campagna puritana antifumo scatenatasi in tutto il mondo. Posso rispondere con semplicità che non ne potevo più dell'incredibile assurdità e disonestà di tale campagna. Però io non sono un "medico isolato" dacché un numero sorprendente di colleghi, che rifiutano la grande paura, sono con me. L'allarmismo sul fumo è una delle più grosse mistificazioni di tutta la storia. Per dimostrare pubblicamente che non esistevano valide prove, tramite un giornale offrii una ricompensa di 10.000 dollari a chiunque fornisse una prova scientifica che il fumo aveva causato anche un solo caso di cancro polmonare, di disturbi cardiaci o altri tipi di malattie. Nonostante tutte le millanterie dei nemici del fumo, nessuno si presentò e a me questa sembra una prova dell'inesistenza di prove. La campagna contro il fumo è stata screditata e può dirsi definitivamente fallita, dal momento che dati governativi dimostrano che la gente fuma di più. Alcune fra le principali riviste mediche hanno attirato l'attenzione sulla malafede che la caratterizza. I ministri della sanità di molti paesi hanno pubblicamente ammesso il suo fallimento. Recentemente, un importante membro del governo, sostenitore della campagna, ha dichiarato pubblicamente che, dal momento che puntando sui pericoli per la salute non si è raggiunto lo scopo, si intendeva attirare l'attenzione sull'aspetto sociale, mirando a dare del fumatore l'immagine di uno "sporco cittadino di seconda classe" e "sessualmente impotente". E piuttosto ridicolo 'che venga tirato dentro proprio il sesso, quando milioni di persone in tutto il mondo sono convinte delle virtù afrodisiache del fumo e della sua capacità di aumentare la potenza sessuale. Io non so se sia così, ma d'altronde non sarebbe la prima volta che delle credenze popolari si rivelano veritiere. Da quando è uscita la prima edizione di questo libro, gli scienziati hanno continuato a ridimensionare il pericolo del fumo. Però i medici, ormai indottrinati, rimangono abbarbicati caparbiamente e sprezzantemente al loro beneamato credo, come avvenne a suo tempo per la connessione grassimalattie di cuore, parimenti ridimensionata. L' "American Heart Journal", probabilmente la più importante pubblicazione in campo cardiologico, ha dichiarato in un suo editoriale del settembre 1970 che smettere di fumare non riduce il rischio cardiaco. Poche settimane prima, il professor Sheldon Sommers, uno dei principali specialisti di patologia americani, membro della New York Academy of Medicine and Science, ha buttato acqua sul fuoco: "L'opinione che il fumo sia la causa del carcinoma polmonare non è più largamente diffusa tra gli studiosi" e "Il fumo è considerato causa di malattie cardiache solo da pochi fanatici". Il libro è stato accolto con favorevoli apprezzamenti in molti paesi e sono arrivate numerose lettere di questo tenore: "Sono cresciuto in una famiglia che credeva nel diavolo. Raggiunta l'età della ragione non credetti più in questo vecchio signore. Quando venne scatenata la grande paura nei confronti del fumo vi ho creduto fino al giorno in cui ho letto il suo libro, e ho rifiutato la grande menzogna. Per un certo periodo quando fumavo venivo preso dal timore che ci fosse un'ombra di verità nella propaganda antifumo, ma, come la paura delle fiamme infernali, anche questo scomparirà. Sono convinto che le affermazioni degli antifumo sono del tutto false". Il libro è stato tradotto in molte lingue 1 ed è in vendita in più di venti paesi e molti altri ne stanno acquistando i diritti. Fra non molto tutto il mondo verrà a sapere come è stato preso in giro. Cercare di convincere la classe medica a prestare ascolto agli scienziati mi è sembrata una perdita di tempo e ho preferito rivolgermi all'uomo della strada e dimostrargli che il tabacco è assolutamente innocuo e anzi benefico.

CAPITOLO PRIMO LA LOTTA CONTRO IL FUMO: UNA NUOVA RELIGIONE È nata la nuova religione della lotta contro il fumo. Una nuova religione con la sua rigida gerarchia, col suo potente Ufficio Propaganda Fede sostenuto dallo stato, coi suoi aggressivi, fanatici missionari; con i suoi discepoli, esseri annoiati avidi di sfuggire al tedio della loro vita abbracciando una nuova causa, che si muovono col paraocchi ed esibiscono uno zelo isterico e una intolleranza raramente conosciuti nella storia. E in verità è stato il governo a fondare questa nuova religione e l'ha fatto con un intento ben preciso: scaricare sull'uso del tabacco le responsabilità gravanti sulla radioattività. Con la decadenza delle religioni occidentali tradizionali, molta gente confusa si è rivolta a una molteplicità di culti, come gli Hare Krishna, i Moonies, i Bambini di Dio e ora, naturalmente, la religione della lotta contro il fumo. Simile alla maggior parte delle religioni per il bigottismo, lo spirito fanatico, il moralismo, essa è diventata più forte di quella fondata da Pietro e Paolo. Come tutte le religioni, non offre prove ma richiede soltanto fede. Atteggiandosi a pseudoscienza, rivaleggia con le sette più puritane della storia e persegue i suoi fini nel più completo disprezzo della verità e di qualsiasi scrupolo: "il fine giustifica i mezzi". Come nelle vecchie religioni la paura è la sua chiave di volta, ma in luogo del purgatorio e delle fiamme infernali abbiamo qui la fumofobia e la cancrofobia. Gli uomini fumano fin dagli albori della storia, apparentemente senza alcun danno e ora, improvvisamente, una campagna appoggiata dal governo e sostenuta da milioni e milioni di dollari condiziona la gente a pensare che il fumo sia la causa del cancro ai polmoni. Non sembra per niente logico e non esiste un brandello di prova che convalidi tale affermazione. Quando venni per la prima volta a conoscenza di questa teoria, il fatto che fosse sostenuta dai nomi più illustri della classe medica mi fece pensare che potesse esserci qualcosa di vero. Continuava, tuttavia, a sorprendermi che un'abitudine invalsa da così lungo tempo e innocua fosse diventata, di colpo, pericolosa. Ciò che mi fece nascere i primi dubbi fu la considerazione che, di tutti i miei pazienti e amici ammalatisi di cancro ai polmoni, nessuno fosse un fumatore. C'era chi mi diceva la stessa cosa ogni giorno e me la va ripetendo ancora oggi. Per quanto mi risulta, in quarant'anni di attività nessuno dei miei pazienti fumatori si è ammalato di cancro ai polmoni, mentre ciò è accaduto ad alcuni dei non fumatori. Di questo fatto ho avuto conferma da altri medici. Successivamente, mi colpì il fatto che l'incidenza del cancro polmonare è diventata così frequente solo dopo la scoperta della bomba atomica e l'enorme proliferazione di prodotti industriali cancerogeni. Quando un gran numero di eminenti studiosi denunciò la campagna contro il fumo per la sua pretestuosità e falsità, cominciai a sospettare che dietro tutto ciò vi fossero la longa manus del puritanesimo e la potente orchestrazione del Grande Fratello che, come dimostrerò, aveva l'imprescindibile necessità di convincere la gente che il fumo rapprèsentava un grosso pericolo. Se questa teoria ha un qualche valore, da dove nasce la necessità di abbassarsi alle frodi e agli inganni veramente vergognosi che caratterizzano la campagna contro il fumo (di cui fornirò in seguito i dettagli)? Essa è invece la Grande Menzogna del ventesimo secolo e sono sicuro che può essere facilmente provato a un lettore intelligente e imparziale. L'unico fatto, ammesso che così si possa definire, che gli antifumo hanno in mano sono dati statistici attualmente dimostrati inattendibili sulla base dei quali si ha la pretesa di sostenere che chi è affetto da cancro polmonare è un forte fumatore. Costoro, però, sembrano ignorare un elemento importante: molti di coloro che sono affetti da malattie polmonari fumano di più perché nel fumo trovano sollievo alla tosse. Non ci sono argomenti, per non parlare di prove vere e, proprie, a favore della teoria antifumo; viceversa, i dati di cui disponiamo potrebbero significare che il fumo può avere un ruolo nella prevenzione di malattie quali il carcinoma polmonare e le cardiopatie.

Tutta la campagna antifumo si basa su "dati statistici" e favole di cani fumatori che hanno contratto un cancro al polmone. Io intendo dimostrare che i "dati statistici" sono privi di valore e che la storia dei cani fumatori è la più "pelosa" tra tutte le storie di cani pelosi. Per ogni asserzione degli antifumo gli scienziati hanno fornito una risposta completa e convincente, di cui però non si è saputo nulla, dal momento che costoro controllano in modo pressoché totale i mezzi di informazione. Fino a oggi non ho espresso pubblicamente la mia opinione perché penso che la stupidità sia la norma: tutti siamo stupidi in qualche modo alcuni più di altri. La gente crede a tutto: più una panzana è grossa, più è probabile che sia creduta. Si dice che l'uomo è un animale pensante, ma il suo modo di pensare è del tutto illogico. Se il cervello degli animali inferiori operasse nello stesso modo, giungerebbero rapidamente alla completa estinzione. Dopo essermi chiesto per tutta la vita come fanno gli uomini a credere alle proprie assurdità, sono giunto alla conclusione che la natura umana è così "perversa da rallegrarsi di essere tratta in inganno. Ma ora che la campagna contro il fumo è giunta a interferire con i diritti e la libertà dell'uomo, credo sia il momento di prendere posizione e smascherare queste ciarlatanerie per l'inganno che realmente sono. Certamente, quelli che si sono autonominati "esperti" si risentiranno che un modesto medico generico si metta a contestare affermazioni che hanno ormai lo status di Sacre Scritture, ma sono assai poco preoccupato del loro ben noto spirito vendicativo e di un eventuale linciaggio morale. Come mi aspettavo, mi hanno accusato di essere stato pagato dalle multinazionali del tabacco per scrivere questo libro: l'involontaria ironia risulterebbe chiaramente, se solo conoscessero i fatti! Avevo infatti suggerito ai dirigenti di alcune industrie che era possibile smascherare le fandonie contro il fumo semplicemente inserendo dei foglietti esplicativi in ogni pacchetto di sigarette. Avevo anche suggerito loro di offrire, senza rischio alcuno, una ricompensa di un milione di dollari a chi fosse in grado di provare che il fumo è dannoso. Dalla loro risposta capii che non volevano mettersi contro il governo. Allora decisi di fare da solo e di scrivere questo libro. La mia unica motivazione è che odio la stupidità e, avendo sperimentato i meravigliosi effetti del fumo sulla mia salute, voglio che la gente sappia quanto sia innocuo e realmente benefico. Voglio rendere serena la vita per i fumatori, liberandoli dalla paura e da tiranniche restrizioni. La cosa più stupefacente più stupefacente persino del fatto che questa assurda teoria sia stata accettata è l'acquiescenza con cui i fumatori subiscono i proclami e le chiassate degli antifumo. Così come è sorprendente la pervicacia di questi ultimi di fronte ai ripetuti smascheramenti della falsità delle loro asserzioni. L'affermazione che viene sostenuta con maggiore ostinazione è che una persona che fuma danneggia, col fumo che emette, le persone a lei vicine che non fumano. Si può ben capire, d'altra parte, che gli antifumo rifiutino di abbandonare questa posizione, nonostante le scoperte di moltissimi famosi scienziati abbiano dimostrato che il fumo non provoca danno a chi non fuma: infatti, è da essa che dipende l'appoggio dei non fumatori, timorosi degli effetti del fumo altrui. Se ammettessero che questo timore, che essi stessi hanno fatto nascere, è infondato, perderebbero quella che è la parte maggiore dei loro sostenitori. Sono stato accusato di essere emotivo e unilaterale. Se sono emotivo, penso di poter essere in una certa misura scusato, considerando il clima di isterico fanatismo che ci circonda. Quanto alla mia unilateralità, non pretendo davvero di stare dalla parte dei nemici del fumo: grazie alla massiccia propaganda che fanno loro i mass media, penso che non ci sia una sola persona sulla faccia della terra che non sia stata raggiunta dalla loro voce, mentre i fautori del fumo hanno avuto ben poco spazio sui mezzi di informazione, se pure l'hanno avuto. Sebbene il mio scopo principale sia di dimostrare che fumare è innocuo e produce effetti positivi, dovrò dedicarmi soprattutto a ridimensionare la paura del fumo. Quanto affermo non rappresenta solo la mia opinione personale, ma coincide con le conclusioni di molti scienziati di fama mondiale. Recenti scoperte hanno dimostrato che la maggior parte dei casi di cancro è provocata dalle condizioni di lavoro e da condizioni ambientali generali. Questi risultati, e il completo fallimento

della ricerca di prove della dannosità del fumo, hanno indotto alcuni scienziati a esprimere l'opinione che il fumo non può più neppure essere sospettato quale agente eziologico del cancro. LA PROVA DEL FUOCO Se i sostenitori della crociata antifumo avessero voluto deliberatamente dimostrare quanto sia innocuo fumare, non avrebbero potuto fare un lavoro migliore: decine di frenetici e costosissimi esperimenti di laboratorio non sono riusciti a produrre la prova che il fumo è dannoso. Per svelare di fronte all'opinione pubblica che si trattava di un inganno, feci uscire sul "Sidney Daily Telegraph" del 16 maggio 1979 il seguente annuncio: RICOMPENSA DI 10.000 DOLLARI Pagherò 10.000 dollari a chiunque potrà provare secondo criteri scientifici che il fumo ha causato anche un solo caso di cancro al polmone, cardiopatia o altra malattia. L'offerta, adeguatamente pubblicizzata sui mezzi d'informazione, rimase valida per un periodo di tempo più che sufficiente, i cui termini furono chiaramente resi noti. Ma invece di essere travolto da una valanga di medici e scienziati che reclamavano la ricompensa, non ricevetti neppure una richiesta. Dopo tutti gli anni di affermazioni disoneste sull'esistenza di prove, in realtà non ve ne sono: nulla di più ovvio. Molto tempo dopo che i termini per la ricompensa erano scaduti, un medico, uno dei più importanti sostenitori dei nemici del fumo, rilasciò una dichiarazione alla stampa in cui asseriva che esistevano prove scientifiche che fumare è dannoso. Lo sfidai immediatamente a dire il nome anche di un solo scienziato di fama che fosse d'accordo con lui. Alla fine, egli mi scrisse facendomi il nome di un professore di medicina che aveva bensì condannato il fumo, ma non aveva prodotto nessuna prova a sostegno delle proprie affermazioni. Abbastanza sorprendentemente, quel medico ora si vanta di aver vinto la sfida! Malgrado le loro pretese, l'ultima cosa che gli antifumo vogliono è di essere implicati nel problema delle prove: vogliono che la loro teoria venga accettata come un articolo di fede. Uno dei loro trucchi preferiti è scaricare la responsabilità sugli altri, sfidandoli a provare che il fumo non è dannoso. Visto che sono stati loro a venirsene fuori con la teoria contro il fumo, l'onore della prova spetta ovviamente a loro. Può destare meraviglia che venga portata avanti una campagna così enormemente costosa per combattere una malattia che, paragonata ad altre, non rappresenta certo il problema più grave per la salute. Ho saputo da fonti informate che la campagna contro il fumo venne promossa con la precisa intenzione di distrarre l'opinione pubblica dal problema della radioattività. Nonostante tutti i tentativi per tenerlo nascosto, è stato dimostrato da importanti scienziati che la radioattività è la causa principale di cancro ai polmoni. Chiunque ami la libertà non può non indignarsi per le minacce e le coercizioni del Grande Fratello e tanto più quando si renderà conto che tutta l'informazione contro il fumo è basata su fandonie e inganni vergognosi, di cui parlerò dettagliatamente in seguito. La politica degli antifumo è quella di fare affermazioni fantasiose pubblicizzandole sulla stampa con titoli di grande richiamo, ben sapendo che, anche se verranno criticate e sgonfiate dagli scienziati indipendenti, moltissima gente ricorderà soltanto quei titoli: prova ne sia la storia dei "cani fumatori" e quella delle donne giapponesi morte di cancro ai polmoni perché mogli di fumatori. Ciò che più mi sorprese, esaminando le accuse contro il fumo, è la facilità con cui possono essere demolite. Molti capi d'imputazione si fondano almeno su titoli di merito che richiedono un serio dibattito, ma questi poggiano sul vuoto di ripetizioni pappagallesche che il fumo è la causa di cancro ai polmoni o su menzogne piuttosto goffe che creano panico tra la gente. Che tutto ciò abbia

bisogno di essere confutato porta a tristi riflessioni sull'intelligenza degli uomini. Tuttavia, la pressione psicologica di questa assurda teoria è tale che dovrò ridimensionarla punto per punto. Nota dell'autore. Poiché mi sono ritirato dalla professione, le opinioni espresse in questo libro non sono offerte in veste professionale, ma se avessi avuto il minimo dubbio, non avrei consigliato di fumare alle persone che mi sono più vicine e care. Non è però mia intenzione consigliare il fumo a tutti. Con questo libro mi propongo soprattutto di mostrare l'assoluta mancanza di fondamento dell'affermazione che fumare fa male. Considerando la gravità dei pericoli per la salute propagandati dai nemici del fumo, nessuno dovrebbe prendere decisioni su una questione così importante senza aver prima attentamente soppesato i pro e i contro.

CAPITOLO SECONDO PERCHÉ LA GENTE FUMA? Perché la gente fuma? "Perché fumare è bello" è la risposta e potrebbe essere proprio questo il motivo profondo dell'opposizione al fumo, dal momento che tanta gente detesta chiunque provi piacere per qualcosa. Se non vi provasse piacere o non sentisse che fa bene, difficilmente la gente fumerebbe. Da tempo immemorabile gli uomini assaporano il piacere del tabacco. Nelle Americhe si fuma tabacco da un numero incalcolabile di anni; in Europa, prima dell'introduzione del tabacco, l'umanità ha fumato fin dalla preistoria erbe di varie specie. Molti poeti ne hanno cantato le lodi, uomini di talento ne hanno ricevuto aiuto per donare al mondo grandi opere letterarie e scoperte scientifiche. Erano fumatori uomini fama si come Einstein, Freud, Thackeray, Darwin, Robert Louis Stevenson, Zola, Churchill, Roosevelt, Edoardo VII, Edoardo VIII (più tardi duca di Windsor). Né mi pare indegno di nota il fatto che tutti hanno raggiunto un'età piuttosto avanzata. Thackeray ha scritto: "In fede mia dichiaro che il sigaro è stato uno dei più grandi piaceri della mia vita, un cortese compagno, un gentile eccitante e un amabile calmante, un consolidatore dell'amicizia". E ancora: "Quale cosa meravigliosa è mai la pipa, col suo dono di aprire la via a pensieri filosofici e chiudere la bocca agli sciocchi!". Moorhouse, vescovo di Manchester, ha affermato: "Fumo, e mentre fumo sono un cristiano migliore". Charles Kingsley 1 in Westward Ho scrive: "Il tabacco! compagno del solitario, amico dello scapolo, cibo per l'affamato, cordiale per l'uomo triste, riposo dell'insonne, fuoco per l'uomo infreddolito... non esiste erba ad esso paragonabile sotto la volta celeste". Per Molière, "Non esiste niente di paragonabile al tabacco. E la passione di ogni uomo fornito di decoro; un uomo che viva senza il tabacco non merita di vivere". Sherwin J. Feinhandler, specialista in psichiatria presso la Harvard Medical School, ha scritto: "Fumare è un rituale con cui si dà il benvenuto ai forestieri, fa compagnia nella solitudine, riempie il tempo vuoto, sottolinea l'importanza di certe situazioni ed esprime l'identità individuale e lo stile personale". "Fumare una sigaretta rappresenta il contatto più intimo che possiamo avere col fuoco senza scottarci. Il fumatore è la personificazione di Prometeo che ruba il fuoco agli dei per portarselo a casa. Fumiamo per catturare la potenza del sole, per placare l'inferno, per identificarci con la scintilla primordiale, per nutrirci con l'essenza del vulcano. Fumando eseguiamo una versione della danza del fuoco, un rituale antico quanto il tempo." (Tom Robbins sulla rivista "Esquire".) Una risposta veramente pertinente fu quella data da una donna alla quale era stato chiesto perché fumasse: "Cominciai a fumare perché mi piaceva la compagnia dei fumatori: erano decisamente più interessanti dei non fumatori". Dale B. Reed, americano, laureato in teologia 2, ha scritto: "Il tabacco: l'amico della tranquilla meditazione, dell'armonia e della pace. E un piacere esclusivamente umano. Non fa nascere né passioni né concupiscenza né pazzia. È contro la violenza: mai contadino ha picchiato la moglie sotto l'influsso del tabacco. Esso porta alla tolleranza e alla comprensione. Molte generazioni fa, gli indiani d'america si accorsero degli effetti calmanti del tabacco: ciò trovò espressione nel rituale del calumet della pace. Il tabacco porta al perdono: è dolce, gentile, mal dispone alle liti. E un dono benedetto per l'umanità. Dopo la maturità, l'uomo ha poche gioie e piaceri; poca gioia negli anni in cui può a malapena mangiare, bere, muoversi da solo e per queste cose dipende dai più giovani: ebbene, per chi arriva a questo periodo della vita, il tabacco può essere l'unica consolazione". Il generale Pershing, comandante del corpo di spedizione americano in Francia durante la prima guerra mondiale, telegrafò al ministro della guerra a Washington il seguente messaggio: "Mi chiede di cosa abbiamo bisogno per vincere questa guerra. Le rispondo: di tabacco, ancor più delle pallottole. Il tabacco è necessario come il cibo. Ce ne servono urgentemente mille tonnellate". Il ministro della guerra rispose: "Il tabacco occupa a buon diritto un posto riconosciuto nella vita del

soldato: per uomini sottoposti a dure condizioni di vita, esso appaga bisogni che nient'altro può soddisfare". Douglas McArthur, generale nella seconda guerra mondiale, ha affermato: "Il denaro raccolto per lo sforzo bellico dovrebbe essere usato per l'acquisto di sigarette". Per secoli il tabacco ha giocato un ruolo importante nella vita sociale di parecchi paesi. Per la gente niente era più piacevole che sedere a chiacchierare nei bar e nelle osterie, fumando la pipa. Fumare significava compagnia e convivialità, armonia e pace; il tabacco era il grande cemento sociale. E assurdo sentire oggi i nemici del fumo condannarlo come fattore antisociale. Anche le donne fumano da centinaia di anni: fra i contadini di molti paesi era comune vedere, e lo è tuttora, le donne con le loro pipe di coccio. Nel diciassettesimo secolo, in Inghilterra, i maestri invitavano i bambini a portarsi a scuola pipa e tabacco. Oggi, in molti paesi dell'estremo Oriente le donne fumano sigari; anche i bambini fumano e tutti la considerano una cosa buona. Il dottor C. Y. Caldwell ha scritto sul "British Medical Journal" del 28 febbraio 1977 che presso i Semai, una popolazione della Malesia, i bambini incominciano a fumare all'età di due anni, subito dopo l'allattamento al seno. È una sorta di tecnica di svezzamento. Poi continuano a fumare per tutta la vita e non si ammalano di cancro ai polmoni! Uomini di tutte le epoche e di tutti i paesi hanno trovato che fumare dà gioia e fa bene: la saggezza di infinite generazioni deve essere gettata tra i rifiuti a un cenno dei militanti della campagna contro il fumo?

CAPITOLO TERZO PERCHÉ FUMARE DA BENE Dire che fumare fa bene rischierà certo di far venire un colpo apoplettico a qualcuno dei pezzi grossi della campagna contro il fumo: ma è inevitabile, perché è la pura verità. Durante la mia attività professionale, ho sentito spesso i miei pazienti affermare che fumare dava sollievo alla tosse. Poiché ciò era in contrasto con tutti i testi e la letteratura medica in proposito, dapprima pensai che fosse frutto d'immaginazione. Ma alla fine, continuando a sentirlo ripetere per anni, divenni curioso di appurare se vi fosse qualcosa di vero nell'osservazione fatta dai miei pazienti. Inoltre, feci io stesso un'esperienza che mi dimostrò quanto fosse giusta. Fin dall'infanzia avevo avuto un storia clinica di bronchiti con asma marcato. I medici mi avevano sempre messo in guardia contro il fumo. Verso la quarantina, attraversai un periodo in cui gli attacchi erano così frequenti e sovente complicati da polmonite che il mio lavoro ne era gravemente pregiudicato e la mia vita sottoposta a una tensione continua. Un giorno, un vecchio medico di campagna mi disse: "Ero nelle tue condizioni, finché. qualcuno mi diede un consiglio: fuma la pipa. Lo feci e non mi sono mai sentito meglio". Impressionato dagli avvertimenti degli "specialisti", io non avevo mai fumato, ma ora, ricordando anche le parole dei miei pazienti, decisi di seguire il consiglio del vecchio medico. Il cambiamento che si verificò nella mia salute ha del miracoloso: il primo anno in cui incominciai a fumare ebbi ben pochi problemi ai bronchi e sono passati anni dall'ultimo attacco d'asma. Sono sicuro che sarei morto già da tempo, se non avessi iniziato a fumare. Quando ascolto le conferenze di "specialisti" o leggo libri che condannano l'uso del fumo da parte di chi ha affezioni polmonari, sorrido tra me e me e penso che il loro sapere è ben misero. Queste esperienze confermano anche ciò che gli indiani del Nordamerica dissero ai primi esploratori sugli effetti benefici che il fumo aveva sulla tosse, frutto di osservazione diretta. Ma chi mai avrebbe prestato fede a dei "selvaggi"? Solo perché erano meno "civilizzati" dei conquistatori europei, le loro conoscenze pratiche furono tenute nel massimo disprezzo, eppure io stesso, proprio come loro, ho verificato che, quando ho la tosse, essa viene alleviata dal fumo. Avendo sperimentato personalmente il grande sollievo che fumare produce nelle bronchiti, ritenni mio dovere aiutare gli altri. Negli ultimi anni, ho consigliato ai miei pazienti affetti da bronchite e da asma, nei casi appropriati, di provare a fumare. Per vincere i loro timori, provocati dal lavaggio del cervello della campagna contro il fumo, ho consigliato di fumare la pipa, puntando sul fatto che essa è stata virtualmente prosciolta dall'accusa di causare danni alla salute perfino dai nemici del fumo (anche se io rimango del parere che il tabacco è assolutamente innocuo in qualsiasi modo venga fumato). In molti casi il successo è stato eccezionale e i malati mi sono stati molto grati. Poiché numerosi scienziati ritengono che la bronchite cronica sia una condizione che favorisce l'insorgenza di cancro polmonare, mi sembra ragionevole affermare che, dal momento che esplica un'azione protettiva nei confronti dei polmoni, il fumo può essere utile nella prevenzione del cancro ai polmoni. Negli ultimi anni, ho conosciuto non pochi medici che hanno scoperto, sia per esperienza personale che nella pratica clinica, che fumare giova alla tosse. Uno di loro mi ha detto di aver inviato una lettera su questo argomento a una rivista medica, ma, come d'altra parte si aspettava, non era stata pubblicata. Quando ero giovane, spesso i medici prescrivevano il fumo per dare sollievo all'asma, ma ai nostri giorni è un rimedio passato di moda. Sul "British Medical Journal" del 14 gennaio 1978, è stata pubblicata una interessante relazione del dottor F.E. de W. Cayley della Clinica pneumologica di Brighton (Inghilterra), in cui si afferma: "È stato rilevato che l'allergia di tipo 3 è comune tra i non fumatori: si pensa, pertanto, che un effetto del fumo sia quello di produrre una secrezione mucosa protettiva che impedisce agli allergeni di raggiungere la membrana bronchiale. Ho seguito il caso di due pazienti che, immediatamente dopo aver smesso di fumare, hanno sviluppato una allergia di tipo I. Dobbiamo dunque consigliare agli

asmatici di fumare? Molti bronchitici cronici trovano che la prima sigaretta della giornata ripulisce loro i polmoni dal catarro, lasciandoli liberi per alcune ore". Tabacco: un dono degli dei. La condanna del tabacco provocherà senza dubbio disorientamento tra i milioni di indios dell'america centrale e meridionale, che lo considerano un dono degli dei. Essi fumavano tabacco, apprezzandone le virtù salutari, da migliaia di anni, prima che venisse introdotto in Europa. Ugualmente disorientati resteranno i milioni di uomini e donne, giovani e vecchi, in Indonesia, in Birmania, nelle Filippine e nei paesi confinanti, che sono tra i più grossi fumatori del mondo. Per non parlare degli ultracentenari della Georgia e degli innumerevoli fumatori di narghilè del mondo arabo. Gli arabi hanno un proverbio: "Qadis, le vecchie e i fumatori vivono così a lungo, che hai dovuto ricorrere all'ascia". E forse perché fumano così tanto, che non si ammalano di cancro polmonare e di malattie cardiache? Causa o rimedio? Spetta ai ricercatori chiarire definitivamente in che modo il tabacco esplichi i suoi effetti benefici sulla salute. Probabilmente gioca un ruolo importante l'azione che esso esercita sulla struttura muscolare, riducendone la tensione. In base alle osservazioni effettuate sui miei pazienti, io non ho dubbi sul fatto che esso allevii le bronchiti. Questo effetto potrebbe essere il risultato dell'azione della nicotina sui muscoli lisci delle pareti bronchiali, che vengono riportati al giusto grado di tensione. Pertanto, affermare che il fumo è la causa della bronchite è proprio l'opposto della verità. L'espressione "tosse del fumatore" è senza dubbio impropria: è il fumo la causa della tosse o non è vero piuttosto che il paziente incomincia a fumare quando si accorge che il fumo allevia la tosse che ha già? Secondo il parere del professor Ronald Fisher è vera la seconda ipotesi: tutti i dati che mettono in evidenza che pazienti con tosse fumano molto, hanno fatto saltare i medici alla conclusione sbagliata. Per quanto risulta a me, di tutti i bronchitici che hanno smesso di fumare, non uno è guarito dalla tosse. Ho anche osservato che i fumatori sembrano _soffrire di ipertensione in misura inferiore ai non fumatori. Ricercatori di istituti indipendenti hanno scoperto che la nicotina riduce la tensione della muscolatura liscia della parete delle arterie, responsabile della dilatazione e costrizione dei vasi sanguigni. Questa diminuzione di tensione renderebbe meno facile l'insorgenza dell'arteriosclerosi. Intervenendo in questo senso, è possibile prevenire l'ipertensione e l'alto rischio di infarto che ne consegue. La nicotina può essere trasformata in acido nicotinico che, pur non essendo una sostanza identica alla nicotina, viene comunemente prescritto dai medici di tutto il mondo nella cura dei disturbi circolatori. Ma, per alcuni medici contrari al fumo, ne andrebbe abolito perfino il nome: infatti, dal momento che l'utilità dell'acido nicotinico è innegabile e non esiste a tutt'oggi un altro farmaco che lo possa adeguatamente sostituire, sono state esercitate pressioni perché ne venisse modificato il nome, in modo che i pazienti non fossero indotti a pensare di aver ricevuto benefici dalla nicotina. Recentemente è stata data notizia ("Medical Journal of Australia", 23 gennaio 1982) di una scoperta che confonderà i nemici del fumo. Una équipe guidata da Cooke ha studiato gli effetti dell'alcool su un campione di 13.000 uomini e 7.000 donne ed è risultato che tanto maggiore era l'assunzione di alcool tanto più elevati erano i valori della pressione sanguigna. E stato anche rilevato, all'interno dello stesso campione, che i fumatori presentavano livelli di ipertensione molto più bassi. FUMARE PREVIENE IL CANCRO? Il noto scienziato G.N. Schnauzer, professore all'università di San Diego (California) e presidente dell'international Association of Bioinorganic Chemists, ha dichiarato a un'udienza del Congresso del 1982 che è da tempo nota l'azione anticancerogena sugli animali da laboratorio di alcuni

componenti del tabacco: somministrati dopo il trattamento con sostanze note come cancerogene (cioè causa di cancro), ne contrastavano validamente gli effetti. Anche le ricerche del dottor Weiss, di cui parlerò più avanti, hanno registrato risultati simili. Il governo degli Stati Uniti ha stralciato dal famoso Framingham Study 1 i risultati indicanti che il fumo produce un notevole grado di immunizzazione alle fame tumorali del basso intestino. Dal 1981 numerosi medici, scrivendo sulle riviste della American Medical Association, misero in evidenza che da tale studio emergeva che questo tipo di tumori era quattro volte più frequente tra i non fumatori rispetto ai fumatori. La nicotina svolgerebbe un'azione protettiva sul cuore, prevenendo così l'arteriosclerosi, che è comunemente associata alle malattie delle coronarie. Il fumo produce anche l'effetto benefico di allentare lo stress. Nelle persone sottoposte a stress continuo si verifica una eccessiva secrezione di adrenalina che si associa a un'eccessiva produzione di colesterolo: secondo i biochimici, vi è una stretta correlazione tra colesterolo e malattie cardiache. Poiché lo stress è il principale responsabile delle affezioni cardiache, chi fuma, alleviando lo stress, evita il rischio di infarto. È innegabile che il fumo esercita un'azione benefica nel prevenire l'obesità, che si ritrova frequentemente nelle persone con ipertensione e malattie di cuore. Come dice un vecchio detto popolare, "Fianchi larghi, vita corta". Quanti sono quelli che sono morti e moriranno per gli effetti dell'obesità conseguente all'aver smesso di fumare? Paragonato al tasso delle morti causate da iperalimentazione, il numero delle morti per cancro ai polmoni è infinitamente più ridotto. Tutto questo porta a concludere che i fumatori godono generalmente di una salute migliore e tendono a vivere più a lungo. Il professor Sterling, famoso esperto di statistica, cita i dati forniti dal National center for health statistics, ente governativo americano, che dimostrano che gli ex fumatori sono affetti da un numero maggiore di malattie rispetto ai forti fumatori. Walter Menninger, noto psichiatra della Fondazione Menninger del Kansas che non è un fumatore, ha scritto: "Ci sono individui che possono vivere più a lungo proprio grazie al fumo, perché fumare attenua le loro tensioni". Oltre i benefici fisici, per secoli i fumatori hanno descritto come il tabacco inducesse un senso di benessere, allontanasse la malinconia e la depressione e in generale rendesse la vita degna di essere vissuta. Anche la commissione sul fumo del Surgeon General 2 statunitense concorda su questo, sia pure a malincuore. Autorità mondiali in campo farmacologico e psicologico hanno dichiarato che la nicotina: 1) riduce la tensione; 2) aumenta la capacità di concentrazione in periodi di stress, specialmente in caso di stress prolungato; 3) soddisfa una necessità in quelle persone che sono rese più suscettibili agli stimoli emozionali dal proprio temperamento. CREDENZE POPOLARI E/O SCIENZA? Una credenza popolare assai diffusa è quella secondo la quale fumare pregiudicherebbe "il fiato" agli atleti. Le scoperte del dottor F. Gyntelberg, danese, la contraddicono. Nel 1974, egli pubblicò dei dati che mostravano che le persone che fumavano più di dieci sigarette al giorno durante l'attività fisica assorbivano più ossigeno dei non fumatori. Nichel Jazy, detentore del nuovo record mondiale di corsa sul miglio, era un forte fumatore.) Nel 1970, uno studio del Swedish Medical Research Council fornì la prova che il fumo combatte la perdita di efficienza che si verifica nell'esecuzione di lavori monotoni e ripetitivi. Nel 1972, accertò che le persone che fumano ottengono migliori risultati nelle situazioni che richiedono rapidità di decisione. L'Associazione nazionale francese per la sicurezza sulle autostrade dimostra che, sui lunghi percorsi, i fumatori sono guidatori più attenti dei non fumatori. Questo dato venne confermato nel

1967 da ricerche compiute all'università del South Dakota: un test di guida continuativa di sei ore dimostrò che i non fumatori diventavano più aggressivi dei fumatori. Hutchison ed Emly, Michigan, nel 1972 riferirono di esperimenti comprovanti che la nicotina riduce l'aggressività, l'ostilità e l'irritabilità nelle scimmie e negli esseri umani e attenua la paura e l'ansietà in topi e scimmie. Il rapporto del 1953 del Surgeon Generai statunitense ammette che evidenze sperimentali e cliniche confermano l'opinione popolare che il fumo fa diminuire l'appetito. Quindi, fumare riduce l'obesità e la mortalità ad essa associata. Il dottor Ray Fuller del Trinity College di Dublino nel 1973 riferì che la nicotina diminuisce la sensibilità agli shock elettrici e che con alti livelli di nicotina possono essere tollerati anche i più alti livelli di shock, suggerendo che essa aumenta la capacità di resistere al dolore. Ricerche compiute al King's College Hospital di Londra sul morbo di Parkinson misero in luce che sorprendentemente tale malattia aveva una incidenza maggiore tra i non fumatori rispetto ai fumatori. Evidentemente, nel tabacco c'è qualcosa che previene anche questa f n troppo comune malattia dell'età avanzata. Il professor J.H. Burn di Oxford ha scritto sul "New Scientist" dell'aprile 1967: "La nicotina produce sul cervello effetti altamente desiderabili". Riferiva poi i risultati di esperimenti intesi a valutare la capacità di apprendimento dei ratti: dopo l'iniezione di dosi di nicotina, era stato registrato un aumento del livello di capacità. Tale effetto era paragonato a quello che fumare una sigaretta produce nell'uomo, in cui viene stimolata la capacità di concentrazione, sia mentale che fisica, in lavori che richiedono un'attenzione o un'applicazione prolungata. Il professor Burn affermava anche che, da vari esperimenti su animali, aveva tratto la convinzione che la nicotina accresce il desiderio di riuscita in situazioni in cui è necessario eseguire un compito impegnativo. Concludeva dicendo: "C'è una quantità sempre crescente di dati sperimentali a sostegno dell'ipotesi che il fumo possa avere un effetto tranquillante o rendere più efficienti, a seconda delle circostanze". Il professor Norman W. Heimstra, direttore del Research department e del Human factor's laboratory dell'università del South Dakota, afferma: "Ricerche da noi compiute hanno indicato che, in operazioni psicomotorie relativamente complesse, in cui il carico di lavoro di ogni operatore è piuttosto pesante, se si vieta di fumare agli operatori che fumano abitualmente, la loro efficienza durante operazioni prolungate risulta minore sia rispetto a quella degli operatori cui è permesso fumare sia rispetto a quella dei non fumatori. L'effetto complessivo del divieto di fumare sul posto di lavoro può essere considerevole". I datori di lavoro dovrebbero tenerne conto. Il professor Ulf von Euler, premio Nobel, afferma: "É impossibile credere che tanta gente fumerebbe se non facesse bene". Inoltre deplora la mancanza di ricerche sugli effetti benefici del tabacco. Su questo punto, il dottor Hans Selye, una delle maggiori autorità mondiali sullo stress, si è così espresso: "È spaventoso che nessuno parli degli effetti salutari del tacco". Io ho potuto constatare che i fumatori sono generalmente persone felici e soddisfatte; penso anche che siano meno propensi al suicidio dei non fumatori. Sempre dalla mia esperienza personale deriva una delle migliori dimostrazioni che potrei offrire circa le benefiche virtù del tabacco. Alcuni anni fa decisi, per il grande interesse che avevo nello studio della giurisprudenza, di iscrivermi alla facoltà di legge e diventare avvocato. Rimasi stupito dalla sorprendente differenza che il fatto di fumare produceva sui miei studi: quando ero iscritto alla facoltà di medicina non fumavo, perché gli specialisti di malattie polmonari me lo avevano proibito. Ora invece ero un fumatore e trovavo tanto più facile studiare, concentrarmi, ricordare, al punto che, nonostante svolgessi contemporaneamente allo studio una intensa attività lavorativa, superai gli esami con alte votazioni e in un tempo eccezionalmente breve. Avrei voluto aver incominciato a fumare già ai tempi dei miei studi di medicina, sono sicuro che li avrei trovati molto più facili. Questo io lo considero un esperimento che dimostra l'utilità del fumo. Il pregio maggiore del tabacco nei confronti di altri tipi di tranquillanti è che esso è innocuo e, anche se fosse dannoso (e io sono sicuro che non lo è), a confronto dell'alcool lo sarebbe certamente in misura minore. Quante persone sono state investite da guidatori sotto l'influenza del fumo?

Quante case o vite umane sono andate distrutte per causa sua? Quanta gente è stata tratta in arresto perché in preda ai "fumi" del tabacco? Quanta, sempre a causa del tabacco, è stata ricoverata nei reparti psichiatrici? Eppure non ci sono state serie richieste di messa al bando per gli alcoolici e neppure appelli televisivi: perché dunque prendersela tanto col povero, vecchio tabacco? Io non sono contro l'alcool, anche se detesto gli ubriaconi. Uno scienziato dell'illinois, Stephen Hall, ha condotto una ricerca sui lavoratori dell'amianto, nei confronti dei quali i nemici del fumo avevano lanciato una campagna per convincerli a smettere di fumare. Ebbene, egli afferma che, smettendo di fumare, essi farebbero più male che bene ai loro polmoni. FUMARE ALLUNGA LA VITA? La longevità di popolazioni quali quelle della Georgia in Unione Sovietica e di Vilcabamba nell'america meridionale è ben nota. Altrettanto noto è il fatto che queste popolazioni fanno un uso di tabacco che molti definirebbero eccessivo: è forse per questo che vivono così incredibilmente a lungo? Fra i paesi industrializzati, il Giappone è quello con la vita media più alta: forse non è senza significato che i giapponesi siano fra i maggiori fumatori del mondo. Presso molte popolazioni, è assai radicata la credenza che fumare produca effetti afrodisiaci e accresca la potenza sessuale. Non ho opinioni personali su questa credenza popolare così diffusa, ma è risaputo che è stato dimostrato che alcune erano basate su fatti reali. Potrebbe essere questa la causa dell'odio puritano per il fumo? E degno di nota che l'opposizione al fumo è più forte nei paesi dove tale credenza è più radicata. Per i puritani il sesso è detestabile, per molti di loro dovrebbe essere consentito solo ai fini della riproduzione: quindi, qualunque cosa sia sospettabile di accrescere le capacità sessuali deve essere condannata. Il British safety council ha compiuto delle ricerche sugli effetti che smettere di fumare produce: sulla base dei risultati ottenuti, lo stress da abbandono del fumo è stato definito una causa importante di incidenti e malattie. Paragonando i benefici conosciuti del fumo e i danni indefiniti e immaginari che gli vengono attribuiti, non ho nessun dubbio su quale sarebbe la mia scelta. Io credo che milioni di uomini oggi non sarebbero vivi se non avessero fumato. Fumare protegge dai disturbi cardiaci; se la gente fumasse di più, sarebbe più sana e felice e vivrebbe più a lungo. Non ho esitazioni a raccomandare il fumo come misura salutifera. In netto contrasto con le pretese dei nemici del fumo, io non intendo sostenere che le mie opinioni sono convalidate da prove scientifiche, e tuttavia esse si fondano sulle scoperte di scienziati di fama mondiale. COLITE ULCEROSA Un mio paziente, che aveva smesso di fumare, nel giro di pochi giorni cominciò ad avere sanguinamento intestinale e in breve manifestò tutti i sintomi della malattia conosciuta come colite ulcerosa. Dietro mio consiglio ricominciò a fumare e i sintomi scomparvero. Dopo qualche tempo abbandonò di nuovo il fumo e di nuovo comparvero i sintomi. Da allora ha ripreso a fumare e si è liberato della malattia. E evidente che nel tabacco c'è qualcosa che agisce favorevolmente sull'intestino. Ne fu discusso per la prima volta nel 1982 sul "British Medical Journal", in seguito alla pubblicazione dello studio di due medici del Freeman Hospital inglese dal quale risultava che la colite ulcerosa è più frequente nei non fumatori. Erano stati esaminati numerosi pazienti che, poco tempo dopo aver smesso di fumare, avevano sviluppato la malattia e che ne erano guariti dopo aver ripreso a fumare. Sembrerebbe ragionevole dedurne che il fumo dovrebbe occupare un posto di rilievo nel trattamento della colite ulcerosa.

CAPITOLO QUARTO PERCHÉ LA GENTE È CONTRO IL FUMO I fumatori non se la prendono con quelli che non fumano, ma non si può dire sia vero il contrario. A molti che non fumano non importa che altri lo facciano, ma ai più sfortunatamente sì. Il campo dei nemici del fumo può essere suddiviso in diversi settori. C'è gente che, pur non amando il fumo, non agisce attivamente contro di esso, poiché rispetta gli altrui diritti. Invece, altra gente lo avversa attivamente e fa di tutto per impedire che chiunque fumi. Tra costoro, alcuni sono veri e propri puritani, con pregiudizi di tipo religioso; in altri casi, si tratta di persone condizionate psicologicamente (o psicoticamente) all'odio, che sarebbero contro il fumo anche se l'intero mondo scientifico si pronunciasse domani per la sua assoluta innocuità. Abbiamo poi il vasto settore di coloro che hanno subito il lavaggio del cervello della Grande Menzogna che fumare fa male alla salute e che, come tutti i convertiti, sono i peggiori. In gran parte sono militanti attivi, molti infrangono la legge scrivendo slogan su proprietà private o aggredendo i fumatori; i più odiosi sono quelli che vengono pagati per fare queste cose. Eppure, non è infrequente trovare tra loro persone istruite, spesso con un bagaglio di conoscenze scientifiche: mi è difficile credere che non si rendano conto che tutta la faccenda è una colossale menzogna o che almeno non nutrano seri dubbi. Da quando l'uso del tabacco fu introdotto nel mondo occidentale, vi è sempre stata gente che lo ha avversato. Perché? Forse per una specie di paura atavica la paura del fuoco rubato agli dei, il cui ricordo sprofonda nelle nebbie del passato, ma che ha lasciato una sorta di imprinting nella memoria dell'umanità? Oppure perché sollecita una associazione con l'immagine del diavolo che abita l'inferno tra fiamme e fumo? In alcuni casi, l'opposizione al fumo ha la sua origine in dogmi religiosi che ne vietano l'uso. Nella religione cristiana non ve ne sono, a differenza di molte altre religioni, nondimeno molte delle sue sette sono rabbiosamente contrarie al tabacco. Questo tipo di opposizione nasce probabilmente dalla ben nota antica pratica di ingraziarsi il favore della divinità per mezzo di sacrifici: del figlio primogenito, del suo prepuzio, oppure di una capra o di una pecora. Il sacrificio potrebbe anche consistere nell'astenersi da qualcosa che procura piacere, come il pesce, l'alcool o il tabacco. OLTRE LA RAGIONE L'odore del tabacco, non diversamente da quello di molte altre cose, può riuscire sgradevole; da alcuni anni, questo fatto ha ottenuto pieno riconoscimento e, per ovviare, sono stati istituiti scompartimenti separati per fumatori, sui treni e altrove. Finora questo sistema ha funzionato, ma adesso ai fanatici non basta più. Ma com'è possibile sostenere che il fumo disturba i non fumatori, se si trovano in luoghi separati? La disonestà di certe persone non ha veramente limiti! Secondo il parere di molti, gli esseri umani spesso emanano odori molto meno gradevoli di quello del tabacco: talvolta è una vera sofferenza sedere vicino a persone dall'alito cattivo o con forte odore di sudore o di corpo mal lavato. Molti uomini mi hanno detto di aver cominciato a fumare per non essere infastiditi, sui treni o sugli autobus, dai profumi che usano le donne. Se si pensa che i profumi hanno come componente principale l'estratto di ghiandole sessuali di animali, non sorprende che molte persone li trovino nauseabondi. E come se non bastasse, spesso le donne si lamentano del puzzo del tabacco! Ma è proprio vero che il fumo disturba tanta gente? Reuben Cohen, presidente della Response analysis corporation, condusse un'indagine statistica sui fattori che causano fastidio e irritazione nella vita quotidiana degli americani adulti: su oltre 4000 fattori individuati, solo il 2% era collegabile al fumo. Evidentemente, i fautori della lotta contro il fumo stanno facendo di un sassolino una montagna. Bisogna rendersi conto che l'attuale campagna contro il fumo, con tutte le sue trappole pseudoscientifiche, è solo una delle tante esplosioni epidemiche con cui la peste antifumo si è

scatenata nel corso della storia. I suoi promotori sono dello stesso stampo di quelli che portarono al proibizionismo. Vogliono la completa abolizione dell'uso del tabacco, così, invece della corsa agli alcoolici, ci sarebbe la corsa al tabacco, con i gangsters a controllare il tutto: non hanno proprio imparato niente dal fallimento dei loro predecessori! La pretesa di abolire anche gli scompartimenti per fumatori sui treni, meglio di qualsiasi altro argomento fa capire che razza di gente siano questi puritani: hanno aria "pulita" in abbondanza negli scompartimenti per non fumatori, ma no, loro la vogliono tutta! Quando studiavo medicina, fra gli studenti ve n'era la percentuale consueta con atteggiamenti puritani: è interessante notare che molti di questi sono ora in prima fila fra i medici nemici del fumo. Devono aver visto come la manna dal cielo il panico creatosi attorno al fumo indicato come causa di cancro ai polmoni e, a mio parere, non certo perché sono veramente interessati alla salute del loro prossimo. Ciò che gli sta a cuore davvero è impedire alla gente di indulgere alla benefica abitudine di fumare che, data la loro mentalità, essi detestano. Io penso si possa dire che molti di coloro che odiano il fumo soffrono di un tipo particolare di malattia mentale: il disgusto da fumo. Che cosa è peggio: privare i fumatori del piacere del fumo o i puritani del piacere di perseguitare i fumatori? È ben noto agli psicologi che esistono persone che trovano il loro maggior piacere nell'impedire agli altri di fare ciò che gli piace. Sembra essere questa la loro unica ragione di vita: godono del senso di potere che ne ricavano, oltre che della soddisfazione di aver impedito un piacere a qualcuno. In realtà, sono persone malate che soffrono, secondo gli psichiatri, di disturbi a livello sessuale. MOTIVI PSICOLOGICI È stato riferito che Samuel V. Dunkell, uno psichiatra di New York, ha definito tutta la faccenda come una lotta tra simboli macho e simboli puritani; egli ha anche affermato: "Convincere a smettere di fumare fa parte di un'operazione intesa alla modificazione della personalità, che viene vissuta come una riforma in senso religioso e fa sentire il dovere di convertire altre persone". Un acuto psicologo osservò saggiamente: "Non è il fumo che dà fastidio, ma la gente che fuma". La vista del fumo sembra irritare ancor più del suo odore: se fosse invisibile probabilmente non susciterebbe obiezioni. I fabbricanti di sigarette potrebbero trarne profitto, lanciando sul mercato sigarette dal fumo invisibile. Che cosa succederà quando diventeranno popolari le nuove sigarette senza tabacco? I nemici del fumo le combatteranno? Se lo faranno, sarà chiaro che non ce l'hanno col tabacco, ma col fatto di fumare. Henry Mencken, famoso giornalista americano, ha scritto: "Un puritano è un uomo che di tanto in tanto viene colto dal timore ossessivo che qualcuno, dove che sia, possa essere felice". Le bizzarrie dei nemici del fumo forniscono ampia materia di studio a psichiatri e psicologi, e soggetti per centinaia di tesi di laurea. Uno dei maggiori oppositori del fumo, forse il più infame che la storia ricordi, fu Adolf Hitler, che lo avversò rabbiosamente fin dalla giovinezza. Divenuto dittatore, cercò di abolirlo in Germania: fumare fu considerata un'offesa al Reich e una specie di tradimento. Come tutti gli altri pazzi fanatici nemici del fumo anche Hitler fallì e la sua sconfitta fu dovuta principalmente a quel grande fumatore che fu Winston Churchill. I produttori di sigarette vengono spesso accusati di presentare disonestamente i fumatori come tipi atletici sprizzanti salute: ma non è forse vero? E certo più facile veder fumare un soldato che un omosessuale. Riuscite a immaginare un futuro in cui, durante una guerra, ai soldati venisse proibito di fumare? Sarebbe la rovina del Grande Fratello. Quelli che sono stati convinti a non fumare, come tutti i convertiti, sono i più fanatici. Bigottamente, come peccatori pentiti in una adunata revivalista, essi ripetono: "Io ho smesso, perché tu non puoi?", intendendo, in realtà: "Io ho rinunciato al mio piacere, perché tu dovresti

goderne?". In una certa misura, possiamo capire la loro irritabilità, perché, costringendosi a resistere al desiderio di fumare, sono sottoposti a una continua tensione. Ho avuto l'opportunità di osservare questi attivisti fanatici in un ambiente chiuso e ne ho riportato la certezza che alcuni di loro presentano segni di squilibrio mentale: non avrei esitazioni a scrivere per qualcuno di loro un certificato di. ricovero in una clinica per malattie nervose. Il tipo maniacodepressivo è quello che può esplodere in accessi di violenza maniacale, come è successo recentemente: un tale ha cercato di sfondare i cancelli della Casa Bianca per mettere in guardia il Presidente sul "veleno" costituito dalle sigarette. A Los Angeles, un giovane ha preso in ostaggio una persona e l'ha tenuta in cima a un grattacielo per due ore e mezzo sotto la minaccia di una pistola "per ammonire sui pericoli del tabacco". Se incontrate un attivista della lotta contro il fumo, chiedetevi se la sua opposizione è basata su motivazioni religiose, oppure se è un malato che soffre di una nevrosi o psicosi radicata profondamente in qualche angoscia sessuale. Meglio ancora, chiedetelo a lui.

CAPITOLO QUINTO LA PERSECUZIONE DEI FUMATORI NELLA STORIA Fin dal momento in cui il tabacco è stato introdotto nel mondo antico, ci sono state sporadicamente campagne contro di esso, che sono continuate fino ai nostri giorni. Molte furono promosse da gruppi religiosi, che nelle Scritture avevano "scoperto" divieti contro il fumo. Nel 1634, la Chiesa Cattolica Romana proibì ai suoi fedeli di usare il tabacco in qualsiasi modo e forma; numerose bolle papali furono emanate nel corso degli anni. La Chiesa Ortodossa promulgò una dottrina secondo la quale era stato il tabacco a intossicare Noè e a provocare la sua scandalosa condotta (Genesi 9, 21). Nel 1661, a Berna passò una legge contro il tabacco motivata con i dettami del nono comandamento ("non desiderare la donna d'altri")! Furono fatte affermazioni fantastiche di ogni tipo. Un precedente antico di quelle che circolano attualmente si ritrova nell'inserzione pubblicata nel 1660 da un inglese di nome Colb, in cui si diceva: "Quattro persone sono morte in una settimana per causa del tabacco. Una di loro vomitò uno staio [circa 36 litri] di fuliggine". Ma anche allora i fumatori ci fumavano sopra con calma, ignorando i parti della fantasia degli avversari. Molti sovrani hanno scagliato tuoni e minacce contro il tabacco, ma altrettanti sono stati suoi estimatori. Giacomo I d'inghilterra, che la storia sospetta di perversioni, nutrì un odio particolare per il tabacco, al punto che scrisse un libro sui mali causati dal fumo, cui risposero í Gesuiti affermando che fumare era cosa buona per la salute del corpo e dell'anima. Giacomo I cercò di limitare la vendita del tabacco riservandola solo ai medici, che gli furono ben grati di un così lucroso privilegio. Per ordine di questo re abietto venne decapitato sir Walter Raleigh, il più famoso fumatore della storia: il motivo profondo di tale ordine non potrebbe essere stato il suo fanatismo contro il fumo? Sir Walter Raleigh, o grande nome, dolce per te sarà sapere come Giacomo il re che mai ha fumato in terra adesso fuma infine sottoterra. Avrei voluto rendere omaggio all'autore di questa strofa, ma non sono riuscito a rintracciarne il nome. Nei paesi orientali molti regnanti misero fuori legge il tabacco e inflissero le più barbare punizioni ai trasgressori, che prima venivano torturati e poi decapitati o arsi vivi. Nel 1615, lo scià di Persia Abbàs fece bruciare vivo un venditore di tabacco su una pira costruita con la sua stessa mercanzia. Più tardi, in un momento di oziosa curiosità, assaggiò una pipa di tabacco: gli piacque talmente che ritirò subito tutte le leggi contro il fumo. Un ben noto nemico del tabacco fu il sultano Murad IV. Egli proibì il fumo sotto pena di morte immediata; per garantirsi che nessuno fumasse fece chiudere i caffè: lui non si poneva certo il problema di creare zone separate per segregare i fumatori! Uno dei suoi divertimenti preferiti.era girare di notte per le strade, travestito e accompagnato da un gigantesco schiavo, El Abdel Kebir. Chiunque fosse sorpreso a fumare veniva fatto sedere a forza su un palo appuntito e spinto giù finché il palo gli usciva dallo stomaco; se non si trovavano pali adatti alla bisogna, il colpevole veniva impiccato nel luogo più vicino che facesse al caso. Per buona sorte dei fumatori, il sultano scese precocemente nella tomba a causa del bere. L'imperatore mongolo Jehangir, che era dedito all'oppio, ordinò che fosse inflitta la pena di morte per le varie forme di fumo; naturalmente nulla fu fatto contro l'uso dell'oppio. Il Mahdi, che governava un impero maomettano in Sudan nel secolo scorso, perseguitò con grande vigore i fumatori. Fumare veniva considerato un peccato grave quanto bere alcoolici e veniva punito con cento colpi di bastone, laddove per la fornicazione se ne infliggevano ottanta. Ci si può