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Transcript:

Parlamento europeo 2014-2019 Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare 11.1.2019 2018/2974(RSP) PROGETTO DI PROPOSTA DI RISOLUZIONE presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B8-0000/2019 e B8-0000/2019 a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, del regolamento sulla strategia per la riduzione a lungo termine delle emissioni di gas a effetto serra dell'ue conformemente all'accordo di Parigi (2018/2974(RSP)) Peter Liese, Jytte Guteland, Nils Torvalds, Bas Eickhout, Lynn Boylan, Eleonora Evi a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare RE\1173148.docx PE632.778v01-00 Unita nella diversità

B8-0000/2019 Risoluzione del Parlamento europeo sulla strategia per la riduzione a lungo termine delle emissioni di gas a effetto serra dell'ue conformemente all'accordo di Parigi (2018/2974(RSP)) Il Parlamento europeo, vista la comunicazione della Commissione "Un pianeta pulito per tutti, Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra" (COM(2018)773) 1, visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e il relativo protocollo di Kyoto, visti l'accordo di Parigi e la decisione 1/CP.21 nonché la ventunesima conferenza delle parti (COP21) dell'unfccc e l'undicesima conferenza delle parti che funge da riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP11), tenutesi a Parigi (Francia) dal 30 novembre all'11 dicembre 2015, viste la ventiquattresima conferenza delle Parti (COP24) nell'ambito dell'unfccc, la quattordicesima sessione della riunione delle Parti al protocollo di Kyoto (CMP14), nonché la terza parte della prima sessione della Conferenza delle Parti che funge da riunione delle Parti all'accordo di Parigi (CMA1.3) tenutesi a Katowice, Polonia, dal 2 dicembre al 14 dicembre 2018, visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2018 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Katowice, Polonia (COP24) 2, viste le conclusioni del Consiglio europeo del 22 marzo 2018, vista la relazione speciale del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) dal titolo "Riscaldamento globale di 1,5ºC", la sua quinta relazione di valutazione (AR5) e la relativa relazione di sintesi, vista la nona edizione della relazione sul divario delle emissioni a cura del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, adottata il 27 novembre 2018, viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sulla strategia per la riduzione a lungo termine delle emissioni di gas a effetto serra dell'ue conformemente all'accordo di Parigi (O-000000/2019 B8-0000/2019 e O-000000/2019 B8-0000/2019), 1 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti, "Un pianeta pulito per tutti, Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra", adottata il 28 novembre 2018, COM(2018)773. 2 Testi approvati, P8_TA-PROV(2018)0430. PE632.778v01-00 2/7 RE\1173148.docx

vista la proposta di risoluzione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento, 1. evidenzia che i cittadini europei affrontano già l'impatto diretto dei cambiamenti climatici; sottolinea che, secondo l'agenzia europea dell'ambiente, le perdite medie annuali nell'unione dovute a condizioni meteorologiche e climatiche estreme si attestavano a circa 12,8 miliardi di EUR tra il 2010 e il 2016, e che, se non si intraprendono ulteriori azioni, i danni climatici nell'ue potrebbero ammontare ad almeno 190 miliardi di EUR entro il 2080, pari a una perdita netta di benessere dell'1,8 % dell'attuale PIL dell'unione; 2. pone l'accento sul fatto che la relazione speciale dell'ipcc riguardante il riscaldamento globale di 1,5 C rappresenta la valutazione più completa e aggiornata sui percorsi di mitigazione in linea con l'accordo di Parigi; 3. evidenzia che, secondo la relazione speciale dell'ipcc sul riscaldamento di 1,5 C, la limitazione di tale riscaldamento globale a 1,5 C senza alcun superamento, o con un superamento limitato, implica l'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra a livello globale entro, al più tardi, il 2060 e la limitazione delle emissioni di gas a effetto serra globali a circa 25-30 gigatonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq) all'anno entro il 2030; 4. ricorda la sua richiesta, formulata nella risoluzione sulla COP23, riguardante la preparazione da parte della Commissione, entro la COP24, di una strategia a zero emissioni per l'unione entro la metà del secolo; accoglie con favore in tal senso la pubblicazione della comunicazione della Commissione "Un pianeta pulito per tutti, Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra"; chiede agli Stati membri di concordare una strategia a zero emissioni nette entro il 2050, in quanto parte del dibattito sul futuro dell'europa, in occasione del vertice speciale dell'ue che si terrà a Sibiu nel maggio 2019; Percorsi per una strategia europea per l'azzeramento delle emissioni entro la metà del secolo 5. osserva che la strategia presenta otto percorsi di trasformazione economica, tecnologica e sociale necessari affinché l'unione sia in linea con l'obiettivo a lungo termine in materia di temperature previsto dall'accordo di Parigi; sottolinea che esistono molti modi per giungere all'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 al più tardi, ciò richiede tuttavia azioni rapide a partire dai livelli locale e regionale fino al livello nazionale; chiede agli Stati membri di definire obiettivi e politiche chiari e fornire sostegno agli investimenti in materia di percorsi a zero emissioni nette nonché adottare strategie a lungo termine, così come previsto dal regolamento sulla governance; 6. sottolinea che la prima categoria di percorsi mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra solo di circa l'80 % entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990; osserva con preoccupazione che tale ambizione rappresenta il livello minimo necessario al mantenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2 C e non è pertanto in linea con RE\1173148.docx 3/7 PE632.778v01-00

l'obiettivo di Parigi di limitare l'aumento globale delle temperature ben al di sotto dei 2 C, con l'ulteriore obiettivo di mantenerlo inferiore ai 1,5 C; 7. sottolinea che il PIL dell'ue dovrebbe aumentare maggiormente in uno scenario a emissioni zero rispetto a scenari che presentano riduzioni inferiori delle emissioni, tale effetto potrebbe tuttavia interessare l'ue in modo disomogeneo; ritiene che la mancanza di interventi rappresenterebbe in assoluto lo scenario più oneroso e non solo comporterebbe una massiccia perdita in termini di PIL in Europa, ma aumenterebbe anche le disuguaglianze economiche tra gli Stati membri, in quanto alcuni di essi risentirebbero maggiormente rispetto ad altri delle conseguenze di una tale mancanza di azione; 8. plaude all'inclusione dei due percorsi il cui obiettivo è l'azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 e ritiene che tale obiettivo entro la metà del secolo sia l'unico compatibile con gli impegni assunti dall'unione nel quadro dell'accordo di Parigi; 9. osserva tuttavia che tali percorsi dipendono, in larga misura, dalle tecnologie di assorbimento del carbonio, comprese le tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio e le tecniche DAC (cattura direttamente dall'atmosfera), la cui fattibilità è ancora da dimostrare; ritiene che la strategia a zero emissioni nette dell'ue non dovrebbe fondarsi eccessivamente su tali tecnologie, le quali dovrebbero integrare le riduzioni dirette di emissioni; è dell'avviso che sia necessario intraprendere ulteriori azioni entro il 2030 affinché l'unione eviti di affidarsi a tecnologie di assorbimento del carbonio che comporterebbero considerevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare, come confermato dalla relazione dell'ipcc sul riscaldamento di 1,5 C; Aspetti sociali dei cambiamenti climatici e della transizione giusta 10. accoglie con favore il fatto che la Commissione affermi con chiarezza che esiste la possibilità di uno scenario a zero emissioni nette senza perdite nette di posti di lavoro e che si ponga particolare enfasi sulla transizione nell'ambito dell'industria ad alta intensità energetica; sottolinea che una transizione giusta verso uno scenario di azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra può portare alla creazione netta di più di 1 milione di posti di lavoro aggiuntivi nell'unione; 11. ritiene che la transizione climatica dell'europa debba essere sostenibile da un punto di vista ecologico, economico e sociale; evidenzia che dovranno essere elaborate strategie su misura e sufficientemente finanziate in stretta collaborazione con le autorità pubbliche a livello locale e regionale, i sindacati, gli istituti di istruzione, le organizzazioni della società civile e il settore privato al fine di garantire che tutti i cittadini europei possano beneficiare di pari opportunità nel quadro di tale transizione; 12. insiste sul fatto che la rilocalizzazione delle emissioni di CO2 deve e può essere evitata grazie a quadri strategici intelligenti; Obiettivi per il 2030 13. ritiene che sia necessario un obiettivo a medio termine solido e stabile al fine di realizzare una stabilità di mercato sufficiente per gli investimenti e di sfruttare appieno PE632.778v01-00 4/7 RE\1173148.docx

il potenziale dell'innovazione tecnologica nonché rafforzare le possibilità delle imprese europee di diventare leader sul mercato globale in termini di produzione a basse emissioni; 14. sottolinea che per azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050 nel modo economicamente più efficiente, è necessario innalzare il livello di ambizione per il 2030 e allinearlo agli scenari a zero emissioni nette entro il 2050; ritiene che sia essenziale che l'unione affermi in modo chiaro, al più tardi in occasione del vertice delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a New York nel settembre 2019, di essere pronta a rivedere il suo contributo nel quadro dell'accordo di Parigi; 15. è favorevole a un aggiornamento del contributo determinato a livello nazionale (NDC) dell'unione; invita pertanto i leader dell'ue a valutare la possibilità di innalzare il livello di ambizione dell'ndc dell'unione in occasione del vertice speciale dell'ue che si terrà a Sibiu nel maggio 2019, in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima del settembre 2019; 16. ritiene pertanto che la Commissione dovrebbe, al più tardi, avvalersi dei suoi riesami 2022-2024 del pacchetto clima 2030 e di altre normative pertinenti, al fine di innalzare di conseguenza il livello di ambizione; ritiene che la scarsa ambizione per il 2030 limiterebbe le opzioni future, con il rischio di ridurre la disponibilità di alcune opzioni per una decarbonizzazione efficace sotto il profilo dei costi; reputa che tali riesami siano un passo importante verso il rispetto degli impegni dell'ue in materia di clima; 17. ritiene che, al fine di continuare a garantire una maggiore stabilità dei mercati, l'ue dovrebbe anche definire un ulteriore obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni entro il 2040, in grado di garantire ulteriore stabilità nonché il conseguimento dell'obiettivo a lungo termine per il 2050; Contributo settoriale 18. sottolinea che le emissioni dovranno essere ridotte quasi a zero in tutti i settori dell'economia, i quali dovrebbero contribuire, senza eccezioni, agli sforzi congiunti di riduzione delle emissioni; evidenzia l'importanza, a tale proposito, del principio "chi inquina paga"; 19. ritiene che gli sviluppi e le soluzioni tecnologiche, l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile sostenibile nei settori dei trasporti e dell'energia svolgeranno un ruolo fondamentale; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza di strategie specifiche per alcune tecnologie, ad esempio l'idrogeno o il metano; 20. pone l'accento sul ruolo centrale di un settore dell'energia ottenuta da fonti rinnovabili e invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie a tale proposito, poiché avrà effetti di ricaduta su tutti i settori economici; sottolinea che tutti i percorsi implicano una piena decarbonizzazione del settore energetico entro il 2050, una drastica riduzione dei combustibili fossili e un forte aumento delle energie rinnovabili; 21. evidenzia la necessità di attuare l'unione dell'energia e di garantire un'ulteriore integrazione del mercato europeo dell'energia, al fine di decarbonizzare il settore energetico nel modo più efficace possibile e di agevolare gli investimenti nei settori in RE\1173148.docx 5/7 PE632.778v01-00

cui è possibile produrre la maggior parte delle energie rinnovabili; 22. rileva che la strategia conferma che le emissioni di gas a effetto serra del settore dei trasporti continuano ad aumentare e che il pacchetto sulla mobilità pulita non sarà sufficiente a decarbonizzare tale settore entro il 2050; 23. ribadisce il suo invito alla Commissione a esaminare quanto prima opzioni politiche volte ad affrontare rapidamente le emissioni di metano, nel quadro di un piano strategico dell'unione per il metano, e a presentare, a tal fine, proposte legislative al Parlamento europeo e al Consiglio; sottolinea che, nel 2050, l'agricoltura diventerà una delle principali fonti di emissioni di gas a effetto serra rimaste nell'ue, in particolare a causa delle emissioni di metano e protossido di azoto; Massimizzare il potenziale climatico delle foreste 24. sostiene una gestione attiva e sostenibile delle foreste a livello nazionale, unitamente a strumenti concreti volti a incentivare il potenziale della bioeconomia dell'ue, tenuto conto dell'ampio potenziale delle foreste di contribuire a rafforzare gli sforzi europei in materia di clima (attraverso gli effetti di cattura, stoccaggio e sostituzione) e a raggiungere l'obiettivo di un livello di emissioni zero entro il 2050; riconosce la necessità di arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici nell'ue entro il 2020; 25. riconosce il potenziale positivo ma, in ultima analisi, limitato dell'imboschimento in Europa; ritiene pertanto che le iniziative di imboschimento debbano essere integrate con iniziative concrete e incentivi volti a massimizzare il potenziale di cattura, garantendo e rafforzando nel contempo la salute dei terreni forestali esistenti attraverso il ripristino delle foreste, a beneficio sia del clima che della biodiversità; Finanziamento 26. chiede la rapida attuazione del Fondo per l'innovazione del sistema di scambio di quote di emissione dell'ue (UE ETS) e il lancio del primo invito a presentare proposte nel 2019; invita a includere nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027 risorse finanziarie sufficienti a sostenere gli investimenti nella dimostrazione di tecnologie industriali innovative a basse emissioni di carbonio; 27. ritiene che, per consentire all'unione di raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, sia necessario mobilitare ingenti investimenti privati; è del parere che ciò richieda una pianificazione a lungo termine e una regolamentazione stabile e prevedibile per gli investitori e che la legislazione dell'ue dovrà tenerne conto in futuro, in particolare per il periodo precedente e successivo al 2030; sottolinea pertanto che dovrebbe essere attribuita priorità all'attuazione del piano d'azione sulla finanza sostenibile, adottato nel marzo 2018; 28. ritiene che l'ue debba immediatamente procedere a una soppressione graduale di tutte le sovvenzioni europee e nazionali ai combustibili fossili; 29. sottolinea l'importanza di creare un fondo di transizione giusto, soprattutto per le regioni più colpite, con una razionalizzazione orizzontale generale degli aspetti sociali negli PE632.778v01-00 6/7 RE\1173148.docx

attuali finanziamenti per il clima; Il ruolo dei consumatori e l'economia circolare 30. pone l'accento sull'impatto significativo del cambiamento comportamentale nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, anche nel settore dei trasporti e, in particolare, nel settore dell'aviazione; invita la Commissione a valutare quanto prima possibili opzioni politiche al fine di incoraggiare un cambiamento comportamentale; 31. sottolinea l'efficienza sotto il profilo dei costi delle misure in materia di economia circolare; ritiene che una migliore progettazione circolare dei prodotti contribuirà a determinare un cambiamento nell'uso dei materiali industriali nonché una produzione di minore quantità ma di migliore qualità; 32. sottolinea l'importanza di appalti pubblici verdi, della progettazione ecocompatibile, della riduzione dell'impronta di carbonio dei prodotti, allineandoli al contempo alla strategia per l'economia circolare; 33. ritiene che l'ue debba iniziare a sviluppare un modello affidabile volto a misurare le incidenze climatiche del consumo europeo nei paesi terzi, quale primo passo verso la riduzione delle stesse; L'UE e l'azione globale per il clima 34. sottolinea l'importanza di maggiori iniziative e di un dialogo costante nei pertinenti consessi internazionali, al fine di promuovere decisioni politiche analoghe che accrescano le ambizioni climatiche in altre regioni e nei paesi terzi; ritiene che l'ue debba, tra l'altro, aumentare i propri finanziamenti per il clima e adoperarsi attivamente per incoraggiare gli Stati membri ad aumentare i propri aiuti climatici (aiuti allo sviluppo piuttosto che prestiti) nei paesi terzi; 35. sottolinea i vantaggi di una maggiore interoperabilità tra gli strumenti politici dell'ue e gli equivalenti dei paesi terzi, segnatamente i mercati del carbonio; 36. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri. RE\1173148.docx 7/7 PE632.778v01-00