ACQUE DI SUPERFICIE E MODELLI DI GESTIONE. Bologna, 13 MARZO 2009



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ACQUE DI SUPERFICIE E MODELLI DI GESTIONE Bologna, 13 MARZO 2009 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE di GIORGIO STUPAZZONI Ricordare un centenario può rischiare di fare emergere soltanto retorica, agiografia, autoreferenzialità: l incontro di oggi invece può essere considerato quasi un laboratorio di metodo : sono presenti infatti molteplici forze politiche ed istituzionali, rappresentanze di interessi, tecnici ed esperti di vari settori, protagonisti ed operatori di un vasto mondo di pensiero e di opere, che cercano - reciprocamente integrando valutazioni e proposte - le indicazioni più corrette per continuare a sviluppare processi economico/tecnici di salvaguardia territoriale e di attività produttive, senza i quali l intera società mancherebbe degli strumenti necessari al proprio continuato progresso. La prima indicazione che può venire da questi incontri è l incitamento e la proposta di lavorare insieme, superando i pur legittimi singoli patriottismi istituzionali, riconoscendo meriti ed esigenze di ciascuna forza in giuoco, integrando le esperienze già fatte per non ricominciare sempre da capo, utilizzando tutto il mondo cognitivo esistente per non determinare duplicazioni, sovrapposizioni, stupide concorrenze e superando così la pur ancora assai diffusa ignoranza sui problemi della bonifica, ignoranza che si manifesta continuamente anche a livelli che dovrebbero invece essere assai più responsabili. Poiché sicuramente c è spazio e lavoro per tutti, ognuno può contribuire - con opportune soluzioni per i problemi specifici - a quella salvaguardia complessiva della struttura societaria che è molto di più della sola difesa o salvaguardia territoriale o della difesa dalle alluvioni e così via. 1

Tale salvaguardia può consentire un amalgama complessivo dei fattori tecnici, economici, strutturali ed esecutivi che si influenzano a vicenda per una risposta il più possibile esaustiva alle molte esigenze della sempre mutevole realtà della società moderna. Quindi un costante impegno, quasi morale, a cui mi pare corrispondere anche l incontro di oggi, deve essere quello di conoscere per conoscere i fattori in discussione, i dati necessari per gli approfondimenti, gli elementi di soluzioni sempre più avanzate, in modo da utilizzare tutto (al di là di molti colpevoli e superficiali empirismi) a favore dell intero territorio. Poi bisogna conoscere per far conoscere, in modo che i messaggi ampiamente diffusi, consentano a tutti gli operatori, i produttori agricoli, i tecnici, le categorie ed i cittadini tutti, di essere a vario titolo coinvolti, nel molto e nel poco, con maggiore cognizione sia delle cose da fare, che dell uso delle risorse e dei tributi che indubbiamente, pesando sulle tasche dei contribuenti, danno loro il diritto di conoscerne l utilizzo e specialmente i risultati del loro impegno. Infine conoscere per applicare e fare (oggi che si parla tanto della politica del fare!), attraverso anche l organica attività propria dei Consorzi di bonifica, che vanno considerati come insostituibili ed intelligenti strumenti di gestione dei territori, capaci di esprimere anche il meglio delle proprie interne risorse umane, della cui esperienza e sapere è opportuno avvalersi e che sarebbe colpevole trascurare. Attivare strutture, migliorare gli addetti, razionalizzare i processi applicativi, innovarsi tecnologicamente, razionalizzare, finalizzare e riequilibrare le contribuzioni, sono i compiti che spettano alla componente privata, che rimane in diritto poi di ricevere i servizi ad essa necessari, quali la salvaguardia, difesa, correzione, tutela ambientale, territoriale e paesaggistica a favore di tutti, e, per la parte agricola, sgrondo delle acque eccedentarie, razionalizzazione dei percorsi idrici, della irrigazione e dei sistemi di distribuzione, ecc. Alla componente pubblica incombe il dovere e l obbligo di garantire proporzionate risorse finanziarie per l esecuzione delle opere, piccole e grandi, necessarie per i sistemi di intervento, considerando l onere a carico della mano pubblica non un negativo elemento di mera spesa, ma un investimento prospettico e produttivo di cui beneficia nel tempo, e per lungo tempo, l intera società civile. Con questi sintetici cenni a problemi non certo nuovi né originali, anche se calati nella realtà di oggi, potrebbe esaurirsi il mio modesto compito di moderatore dei lavori 2

dell odierno convegno: sento però il bisogno personale di tentare di dare un più largo respiro ad alcuni temi da affrontare e perciò vi chiedo qualche minuto di ulteriore pazienza. Penso che bisogna chiedere ed ottenere dal potere legislativo e normativo, nazionale e ai vari livelli locali, una maggiore coerente e continuativa attenzione ai problemi emersi anche nell incontro di oggi: ascoltare i vari protagonisti, valutare le proposte tecniche e non, e trasformare poi in disposizioni applicative le soluzioni più giuste e possibili, provvedendo ad agire politicamente, cioè non soltanto con la possibile efficacia dell intervento immediato e non solo con l intento pragmatico di fronteggiare le emergenze, ma con la più vasta intuizione strategica che la politica (che paura oggi di usare questa parola!) consente di antivedere e che le disposizioni attuative permettono di applicare. Ma ritengo altrettanto importante e urgente un rinnovato impegno, almeno coordinato se non unitario, delle grandi Organizzazioni sindacali del mondo agricolo, che hanno sicuramente perduto parte del loro vigore propositivo ed operativo. In un momento in cui finalmente paiono ricomparire precisi segnali di riconoscimento dello straordinario ruolo, diretto ed indotto, della agricoltura del nostro Paese; in un momento in cui l imponente trasformazione strutturale della componente imprenditoriale agricola per dimensione, forme di gestione dei tenimenti agrari e forza economica, consente un nuovo e preciso confronto di efficienza con ogni altro settore produttivo nazionale; in un momento in cui la presenza del mondo organizzato dei produttori agricoli può condurre a misurarsi con forza con le altre componenti economiche e politiche della società italiana (mondo dei consumi compreso!); in un momento in cui il territorio precipuamente rurale si integra sempre di più con le componenti urbane della società civile e diventa progressivamente sempre più indispensabile come strumento di tutela, difesa, salvaguardia e miglioramento dell ambiente, del paesaggio e del territorio; in un momento nel quale i vari problemi collegati ai processi di globalizzazione normativa e dei mercati debbono trovare soluzioni rapide, duttili e compatibili anche con la cultura, la storia, la crescita ed il progresso del mondo rurale; in momenti come questi bisogna che le Organizzazioni sindacali agricole a vocazione generale, le Organizzazioni dei produttori, il mondo cooperativo agricolo, le attività interprofessionali delle varie filiere dalla produzione al consumo, le forme comunque organizzate - quale anche proprio quelle dei Consorzi di Bonifica - ricomincino a fare, a proporre, ad esigere e ad imporre una vera politica del settore agricolo, che pur 3

senza ovviamente trascurare pragmaticamente tutto ciò che di necessario e contingente emerge dalla società intera, consenta anche alla componente agricola il ruolo di interlocutore paritetico di tutte le componenti istituzionali dello Stato, per affrontare orizzonti più ampi, strategie più complesse, lungimiranze fondate sulle nuove conoscenze e sulla innovazione, per costruire, insieme con tutti e con uguale livello di dignità sociale, un avvenire comune alla società italiana, nella quale la parte agricola ha visto progressivamente invece misconoscere il proprio peso politico, frantumarsi in mille componenti inefficaci le proprie strutture, sottovalutare sempre la propria insostituibile funzione organizzativa ed economica e che specialmente ancora oggi non vede valorizzata la grande componente etica della civiltà agricola, in cui si radicano in modo irreversibile ed incancellabile tutti gli sviluppi dell intera società. Sembrerà retorica agiografica, ho detto all inizio, ma deve essere ricordato che proprio i Consorzi di Bonifica - al di là ed al di sopra della già ricordata ignoranza sul loro ruolo e sulla importanza delle loro funzioni che purtroppo accompagna ancora oggi il loro cammino - sono un esempio di questo concorde modo di operare in termini pubblico/privati, fra categorie diverse di utenti, con sacrifici contributivi diretti ed indiretti delle stesse, per la realizzazione di una politica complessiva dei territori che non ha uguale riscontro in nessuna altra struttura istituzionale. La terra c è e produce perché è stata riscattata, strutturata, evoluta e difesa anche dalla presenza consortile; la terra c è ed è un bene solido, di garanzia, di continuità e di valori con cui si misurano le fondamenta dell intera struttura societaria; la terra c è e la sua salvaguardia e la sua difesa attuate nei tempi dell azione consortile hanno consentito, in uno stato di ampia sicurezza lo sviluppo delle realtà urbane ed i relativi grandi riflessi economici che da esso sono derivate o derivano; la terra c è e fornisce il servizio assolutamente primario ed insostituibile della disponibilità alimentare a tutte le componenti economiche del Paese, molte delle quali (industrie, commerci, trasporti, terziario, posti di lavoro, ecc.) non esisterebbero senza l agricoltura; questa terra c è e pretende una giusta considerazione dei propri rischi, delle proprie difficoltà, dei propri successi, della propria cultura, dei propri valori e delle proprie correlate esigenze. Tale considerazione peraltro non avverrà, se non si affermerà con più vigore una nuova stagione politica, che consenta di valutare - nel contesto complessivo italiano e in quello dei nuovi orizzonti europei - la diretta ed autonoma capacità di protagonismo delle 4

categorie agricole, il loro impegno a produrre i progetti per il loro avvenire e la convinzione profonda che è oggettivamente possibile credere nella positiva evoluzione delle cose. Ho detto cose conosciute e forse condivisibili; ho sintetizzato pensieri che forse sono nella convinzione di molti; spero che ognuno possa trovare nei fatti futuri più significative speranze, entro cui convogliare in particolare la passione e la bravura dei più giovani, cui è necessariamente affidato l avvenire di tutti. Grazie. 5