Cosa posso fare io? Una proposta



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CITTA DELL ALTRA ECONOMIA 14 Centro Studi e Documentazione Cosa posso fare io? Una proposta (a cura di Alberto Castagnola ) Serie Strumenti n. 1 1

Roma, agosto 2008 COME SI CAMBIANO LE COSE? COME SI CAMBIA LA POLITICA? COSA VUOL DIRE CAMBIAMENTO? "Non sono i più forti della specie a sopravvivere, né i più intelligenti, ma i più bravi a reagire ai cambiamenti". Charles Darwin Tutti noi vorremmo che "le cose cambiassero", ma se si chiede a qualunque persona, soprattutto se impegnata politicamente, COSA esattamente si dovrebbe cambiare e soprattutto CHI dovrebbe cominciare, c'è da scommettere che le risposte sarebbero molto simili a questa: si dovrebbe iniziare... da qualcun altro, da qualche altra parte, in qualche altro momento e via così, magari con dovizia di particolari. E' una tendenza universale, si cerca sempre di non pagare nessun prezzo personale, di prescrivere medicine che solo gli altri dovrebbero ingoiare. Infatti consideriamo eroi coloro che, invece, danno per scontato che un costo va pagato, e sono disposti a sborsarlo, subito, senza recriminare, senza aspettare che lo faccia prima qualcun altro, perché sanno che altrimenti niente cambia. Tutti noi altri allora cosa siamo, dei vigliacchi traditori? Ma no, il fatto è che non c'è niente di più complesso su questa terra della natura umana, quindi è il caso di guardare le contraddizioni in cui siamo immersi e prenderne atto, spezzando nel frattempo alcune lance a favore della comprensione per quello che ancora non riusciamo a ottenere con il nostro impegno politico, perché di questo si tratta: cambiare il mondo non è possibile, l'unico che posso cambiare realmente è me stesso, ma questa è un'impresa difficile e costosa. I costi da considerare non sono monetari, è una questione di consapevolezza, e questa è la parola più impegnativa che esista, perché solo così riusciamo a cambiare: diventando coscienti. Il fatto è che l'essere umano è abitudinario, quindi cambiare non è semplice, ci sono resistenze naturali al cambiamento in certe circostanze deviare dal conosciuto è rischioso per la sopravvivenza, ma altre ragioni sono più complesse, ad esempio è più facile imitare che controbattere, adeguarsi invece di obiettare, e inoltre oggi sembra che modificare il proprio stile di vita voglia dire soltanto "perdere": privilegi e ricchezze, comodità e apparenti vittorie sociali. Diventare consumatori consapevoli, quindi molto sobri, potrebbe plausibilmente modificare alcune ingiustizie, ma nessuno di noi è in grado di tornare magicamente al passato, a prima delle comodità: è veramente difficile rinunciare spontaneamente al frigorifero, alla doccia calda, alla lavatrice, che ormai consideriamo il minimo sindacale per vivere, per non parlare poi di tutto il corredo di accessori che sono diventati apparentemente indispensabili. In effetti, se provo a pensare di fare a meno del computer, come prima reazione mi dico che non servirebbe a salvare i bambini che muoiono di fame, quindi perché dovrei privarmene, è 2

comodissimo, mi permette di fare tante cose, ci sto scrivendo proprio ora, e poi le email sono una grande invenzione, uno strumento politico formidabile ecc. Tuttavia basta ragionarci cinque minuti di più e mi rendo conto che invece sono stata furbescamente indotta a considerare "ormai indispensabile" questa tecnologia, mentre so bene che la mia vita sarebbe molto più divertente se scendessi in piazza a chiacchierare con i miei vicini di quartiere. Eppure ho difficoltà a farlo, ed ecco che devo riconoscere che questo mio comportamento, sebbene io non sia una consumatrice sfrenata e incosciente, diventa un'altra tessera di un puzzle conforme alle esigenze del liberismo, della tecnocrazia, delle vendite miliardarie delle multinazionali dell'hardware e del software, mentre nel mio animo mi ritrovo a considerare ormai lussuosa una bella sfida a tressette, perché sembra che nessuno abbia più tempo, neanche per le cose necessarie, figuriamoci per il divertimento fine a se stesso! (Se ci si pensa bene, lussuoso è un termine associato a qualcosa di raro, di molto difficile da trovare, e cosa c'è di più raro, nel nostro isterico stile di vita del vero tempo libero, quello in cui non si fa nulla di "utile"?). L importante è il dubbio In questa altalena di considerazioni non si sta affatto comodi, a volte mi sento stupida, a volte fessa, a volte quasi brava, insomma una bella gatta da pelare per l'autostima, però non cerco più di spianare gli spigoli, li guardo e vado avanti per tentativi ed errori. Questo è uno dei prezzi da pagare per cambiare: accettare di essere imperfetti, scomposti, ma non smettere di tentare altre vie. Pur non volendo affatto autoflagellarmi per queste contraddizioni, ritengo tuttavia necessario rifletterci sopra, pensando che l'unica strada possibile sia quella di essere, almeno, molto consapevole, provando sempre e comunque a pensare prima di comprare qualsiasi cosa, e devo dire che da qualche anno a questa parte ho davvero eliminato almeno l'80% di quelli che prima consideravo acquisti "necessari". Queste scelte non sono state però il frutto di uno sforzo intellettuale, è successo nel tempo che la dignità dei miei comportamenti ha proficuamente sostituito, con successo e gioia, quei brevissimi e finti momenti di soddisfazione che seguivano all'acquisto, e che erano diventati sempre più brevi, e sempre meno eccitanti, nonostante a volte alzassi il tiro, in merito al livello di lusso (esempio: un viaggio all'estero, brivido durato in fin dei conti solo alcune ore). C'è ancora molto da scrostare, ma ho visto che la parte difficile è l'inizio, il resto si srotola come fosse ovvio, senza più alcun pensiero di "depaueperamento", senza alcun rimpianto, anzi... Per quello che vale una testimonianza personale, credo di poter affermare che l'unico modo per arrivare a non consumare passi attraverso una scelta individuale e libera, nel senso che se questo comportamento viene adottato soltanto come spinta "politicante", magari per l'appartenenza a un gruppo più o meno no global, potrebbe risultare posticcio, ideologico, quindi passibile di un senso di frustrazione, mentre può essere dirompente solo se si comprende fino in fondo quanta dignità ci viene tolta nel rispondere come schiavi e burattini agli "ordini" del mercato, un vero padrone con la frusta. Se ripercorro la mia vita mi accorgo di quanto sia stato profondo e progressivo il condizionamento a consumare senza fine: quando ero bambina era un lusso incredibile avere le pastarelle la domenica e un vestito nuovo da mettere a natale e pasqua. 3

Già dopo una decina d'anni, senza l'automobile di famiglia e almeno una gita al mese i vicini pensavano che fossimo pezzenti. Ancora un decennio e... seconda casa, almeno due macchine, orologi, abiti costosi e un numero indecente di altre cose hanno fondato l'epoca degli eterni scontenti, quelli che sono disposti a fare la fila per diverse ore pur di avere un pezzo di alta moda a saldo (sic!). Pochissimi sono disposti ad ammettere che questa compulsione è molto vicina ad una malattia fatale, anche se ci sono ormai cliniche specializzate nella sindrome da "compratori coatti", i drogati degli acquisti, intossicati come qualsiasi eroinomane. Chi sono i consumisti? Il fatto però è che neppure i più "impegnati" fra noi riescono facilmente a prendersi abbastanza in giro sulla reale necessità (?) dell'ultimo videofonino, e accampano cento spiegazioni apparentemente razionali, mentre i magnati della telefonia gongolano per la facilità con cui sono riusciti a convincere centinaia di milioni di persone a cambiare modello ogni tre mesi, dopo averli già convinti che senza il cellulare si viene radiati dalla società, in un bel circolo vizioso in cui la minaccia si auto avvera, nel senso che ormai se dici che non hai il cellulare ti guardano strano e diventi in un istante un barbone o un lunatico, comunque uno da scansare. Reggere a questi ostracismi non è affatto facile. E' un prezzo non banale da pagare se si vuole vivere sui propri valori, non su quelli statisticamente più diffusi. Ecco di nuovo il punto centrale: c'è un costo per cambiare, anche se non è in denaro, ma non per questo è meno oneroso, anzi, lo è molto di più, perché riguarda la capacità di sopportare il rischio di esclusione, un vero spauracchio per un essere umano: basta pensare che la peggiore punizione inventata per i cattivi non è il carcere, ma la cella di isolamento. Nulla di nuovo: tutto il meccanismo dell'induzione al consumo si fonda sulla paura di restare soli, sulla necessità umana di essere uguali agli altri per ottenere accettazione, o sull avidità di essere superiori, di guardare i meno ricchi dall alto in basso. Nelle ricerche sulla felicità viene fuori che non è importante in assoluto il proprio reddito, è importante averlo più alto del vicino. Tutte spinte che con la razionalità non hanno nulla a che vedere, e che tuttavia possono essere oggetto di riflessione personale, per diventare capaci di uscire dal mucchio, per ottenere una maturazione individuale, per "essere" politici, non solo parlare di politica. La grande illusione di poter cambiare il mondo delegando questo cambiamento ai politici di professione dovrebbe essere ormai parte delle favolette da raccontare ai nipotini: il potere è una droga talmente micidiale da modificare il dna, quindi ogni politico in realtà pensa solo a mantenere, non a cambiare, lo stato delle cose, ossia la propria posizione privilegiata. Eppure anche i migliori tra i movimentisti, quelli che questa illusione della delega l'hanno già buttata, non riescono con facilità a guardare se stessi per primi, ad affondare i denti affilati dell'autocritica dentro la loro propria carne, e difficilmente accettano di fermarsi a verificare ogni singolo comportamento alla luce di quanto hanno appreso dai pensatori antiliberisti: se restano teorie, per quanto ineccepibili, saranno solo un bell'esercizio di stile, mentre sarebbe bene accettare la grande sfida di monitorare minuto per minuto il proprio agire, non con lo scopo di farsi un processo infinito, ma per essere sempre più coscienti della complessità del cambiamento e dei suoi costi. Pochissimi accettano di fermarsi a pagare questi prezzi, pochissimi sono disponibili a 4

guardarsi dentro, a portare a galla le contraddizioni, e il meccanismo più diffuso è la negazione: no, io non c'entro, il problema è... Proprietà privata e storia personale Una lunga e sfibrante discussione può accendersi con facilità appena si tenti, come ho fatto personalmente qualche volta, di ragionare sul tema della "proprietà privata". Apriti cielo se viene rammentato che quest'ultima è assimilata da Marx al furto, e che la sinistra nacque proprio sulla dimostrazione di questo principio. Tutti uniti e pronti a scaldarsi, nel dire che i tempi sono cambiati, che è molto più razionale comprare una casa che non farlo e via di questo passo, passando all'automobile, alle tecnologie, al supermercato. Si dimentica con un colpo di spugna che siamo inseriti fino al collo negli effetti devastanti che, appunto, la proprietà privata ha prodotto, dal possesso delle terre al dogma della superiorità sociale (morale!?) di chi possiede più cose, più case, e tutto il mondo è in guerra per la religione della proprietà privata! Eppure facciamo finta che la cosa riguardi solo i capitalisti. Sebbene comprensibile umanamente, questo atteggiamento tuttavia fa parte del problema di cui stiamo parlando: sono gli altri a dover cambiare, non io, non adesso, non qui. Ma allora chi, quando, dove??? Come si vede continuo a fare l'altalena anche in queste righe, non solo con me stessa, ma con tutti, perché capisco certe contraddizioni, e nel frattempo non posso fare a meno di vedere che sono queste le note stonate dell'azione politica in cui i movimenti sono impegnati: vogliamo il cambiamento ma lo chiediamo al di fuori di noi stessi, critichiamo il "sistema dominante", ma non ci domandiamo quanto siamo anche noi impregnati di convinzioni pericolose. Mi è capitato di discutere su questo argomento scottante: la differenza tra valore e denaro. Ho chiesto a diversi movimentisti se fossero consapevoli che ormai attribuiamo un valore a qualunque cosa solo se quest'ultima ha un costo definibile in denaro, più alto è il prezzo e più la cosa è "di valore", mentre dovrebbe essere sempre possibile distinguere nettamente tra i due concetti. Perfino i più preparati hanno grandi difficoltà a valutare la preziosità di qualcosa, qualsiasi cosa, se non viene monetizzata in qualche modo. L'esempio è venuto fuori in occasione di alcuni corsi di formazione che ho condotto gratuitamente: diversi partecipanti si sentivano dispensati dall'essere puntuali, dal restare per tutto il tempo previsto, dal coinvolgersi pienamente nelle esercitazioni e via dicendo, e alla mia richiesta di spiegazioni raccontavano di impegni improrogabili, e altre priorità. Ma quando, non convinta delle scuse, ho fatto la domanda precisa: "Se avessi pagato diecimila euro per questo corso, verresti puntuale, rimarresti fino all'ultimo minuto, daresti il massimo?" Ebbene, anche i più reticenti hanno dovuto ammettere che in quel caso avrebbero attribuito all'evento un carattere di assoluta preziosità, a fronte di un alto costo in denaro. Conclusione? Al di fuori di qualsiasi giudizio morale, vale la pena di accorgersi che è difficile scrollarsi di dosso il dio denaro, è difficile pagare il prezzo del vero esame di se stessi, di un reale tentativo di valutare uomini e cose con altri metri, di ridisegnare relazioni genuine tra persone, non più fondate sulla mercificazione di qualsiasi elemento. Siamo imbevuti di equivoci, ben inseriti molto al di sotto della pelle, ed è il caso di farci i conti, non di negarli con argomentazioni intellettuali. 5

In una situazione simile mi sono sentita addirittura rimproverare duramente della gratuità del corso: mi hanno detto che ero io a svalutare la mia "pur eccellente professionalità" (!?), e che in questo modo prestavo il fianco al dubbio che lo facessi per fini poco chiari (!). La confusione tra valore e denaro era completa. E' molto difficile constatare che i germi del capitalismo hanno attecchito comodamente dentro ciascuno di noi, perché sono stati inseriti con grande dispendio di risorse e tecniche sopraffine, per molti decenni, quindi per identificarli e poi sperimentare strategie efficaci per eliminarli occorre dedicare molta attenzione, tempo, energie, a questo compito specifico: un costo non indifferente. Proprio perché cambiare vuol dire cambiare se stessi, e questo è indubbiamente il prezzo più alto. Il costo del cambiamento è interiore Il punto centrale si ripresenta, come un ritornello: l'ostacolo maggiore al cambiamento sociale non sta nella difficoltà di convincere i cattivi capitalisti a rinunciare ai loro profitti (causa persa, tra l'altro, in partenza), ma proprio nel modificare quanto esiste al nostro interno di congeniale, connivente, allineato al capitalismo, non solo in quanto consumatori, ma proprio in quanto asserviti alla religione della proprietà privata. L'errore più ingenuo è quello di crederci immuni, magari perché abbiamo approfondito i temi alternativi, dall'equo e solidale al biologico, dai GAS alle MAG, dal disarmo alle malefatte dell'organizzazione mondiale del commercio, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, dagli appelli per la pace ai bilanci partecipati e via documentando. Il vero costo da pagare per il cambiamento non sta nel trascorrere tempo nei dibattiti, specie quelli belli, che spesso sono autoreferenziati, quindi gratificanti: è molto più costoso staccarci per qualche ora da tutto e da tutti, farci alcune domande vere, per esempio fare un elenco delle cose di cui siamo convinti di non poter fare a meno, valutare con onestà come mai ci siamo così attaccati, e chiederci se quando parliamo di economia solidale e alternativa questo riguardi anche le nostre proprietà private, o se invece troviamo mille e una motivazione per giustificare la nostra realtà come un'eccezione che merita la massima comprensione... Non si tratta di andare di colpo a vivere sotto i ponti e chiedere l'elemosina, tuttavia è il caso di renderci consapevoli che non siamo credibili per nessuno se al nostro interno non risolviamo alcune contraddizioni di fondo. Vale la pena di ricordare che le persone che prendiamo ad esempio nella storia sono proprio quelle che trasudavano coerenza da tutti i pori, perché i loro comportamenti visibili e invisibili, privati e pubblici, erano la conseguenza fattiva delle loro idee. Gandhi, fuori dalla retorica, era davvero convincente, perché agiva seguendo alcuni irrinunciabili principi, e viveva ogni minuto della sua giornata in modo conforme a quei principi, appunto: "Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo". Naturalmente viene facile affermare che di questi eroi ne nascono pochi, uno ogni miliardo, uno ogni dieci secoli, e che noi invece siamo solo dei piccoli esseri tartassati dal lavoro precario, dalla televisione, dalla pubblicità, dal mutuo. Ammesso e non concesso che sia vero, allora sarebbe almeno il caso di non chiedere più la luna, e smetterla di imprecare contro il sistema dominante, di prendersela con i capitalisti, che almeno sono chiari nella loro sete infinita di profitto, piantarla di pensare che il compromesso sia come il brodo di pollo contro l'influenza, facile e di sicuro effetto. 6

Magari questo significa, speriamo, che arriverà prima o poi un punto di saturazione, nel quale la consapevolezza del danno procurato dai consumi smodati diventerà più forte di tutto, e allora non si tratterà più di "rinuncia", ma di scelta libera nel modificare la nostra direttrice della vita. Ma per ora fare a meno delle cose sembra una sconfitta, sebbene sia il contrario, ossia una grande vittoria, la liberazione da una enorme schiavitù, perché sono le cose i nostri veri padroni, noi siamo convinti di possederle, ma sono loro ad avere il potere su di noi, ci fanno diventare schiavi, pupazzi invasati dall'isteria del possesso a tutti i costi. Vedere questa schiavitù non vuol dire automaticamente uscirne, ma di sicuro sarebbe già un bel passo avanti. Quanti di noi sono disposti a rinunciare domattina al telefonino? Tanto per dirne una sola... Vostro Onore, la difesa chiama a deporre... E' opportuno ribadire ancora una volta che il cambiamento è difficile, e può avvenire solo in certe condizioni. Per esempio un vero problema risiede nel fatto che per buttare via qualcosa senza rimpianti bisogna prima averla. Questa realtà è una "debolezza" della struttura umana, tanto è vero che tutti i paesi che escono da regimi imposti, per prima cosa vogliono possedere denaro per comprare qualunque cosa, essendo stati privati di questa possibilità. In questo senso non mi convince la spiegazione che sia soltanto la diabolica capacità (peraltro reale ed efficacissima) del capitalismo di affascinare le genti di ogni latitudine: esiste una caratteristica profonda dell'individuo umano, ossia la scorciatoia comoda e veloce dell'imitazione, che è una strada eccellente di apprendimento, una via che nella crescita del bambino è fondamentale: la maggior parte delle abilità si apprendono nei primi anni di vita imitando i genitori. Questa strategia è regolare e necessaria fino a quando l'individuo diventa adulto, fase nella quale dovrebbe invece pensare solo con la propria testa e non imitare più nessuno. Ma molto spesso, per non dire quasi sempre, la via dell'imitazione risulta molto comoda anche da adulti. Si arriva con facilità al conformismo, dettato dal desiderio di non creare conflitti tra se stessi e la propria comunità di appartenenza, in altre parole per farsi accettare è più facile seguire l'onda che andare contro corrente. Nel nostro mondo occidentale, che si è arricchito seguendo meccanismi di grande ingiustizia nell'uso delle risorse, andare contro corrente oggi significa scegliere deliberatamente di non consumare, di non comprare, di non uniformarsi ai valori correnti che mettono denaro e possesso al primo posto. Per fare questa scelta liberamente, tuttavia, bisogna comunque avere un certo grado di maturazione, di consapevole accettazione del costo che hanno queste scelte, del rischio di andare incontro a critiche, prese in giro, isolamento, giudizi forti, in altre parole: non consumare costa parecchio, e non si può pagare in moneta. Costa l'incomprensione di parenti e amici, l'incertezza della propria verità contro le facili certezze del pensiero uniformato, avendo come unica costante il dubbio delle proprie scelte, la lucida analisi, impietosa sebbene serena, della difficoltà di distinguere tra convinzione e ideologia, tra felicità nel 7

mettere in pratica i propri valori e masochismo nel mettersi contro quasi tutti quelli che ci conoscono. Questi comportamenti non sono automatici, sono frutto di grande impegno nel togliersi da dentro tutte le appiccicose false convinzioni su noi stessi e sulle nostre motivazioni ad agire. Se nella famiglia tutti, genitori, fratelli, nipoti ecc si sono appena comprati l ultimo modello della tv al plasma, non è facile sentirsi dire Ma perché tu no? come se avessimo la peste C è da riflettere, perché per ora solo le catastrofi naturali impongono all'improvviso un ritorno ai (pochi) bisogni fondamentali, ma non ci sembra opportuno dover essere svegliati dalla catastrofe, forse sarebbe più intelligente svegliarsi autonomamente. Duecento anni fa (che sembrano tanti, ma nella storia umana sono un battito di ciglia), non esistevano il telefono, il treno, l'aereo, il frigo, la lavatrice, gli abiti confezionati, gli orologi al quarzo, il computer e il cellulare, la macchina, gli scooter, internet, le penne a sfera e i blue jeans, gli antibiotici e la plastica, la tv e i dvd... l'elenco sarebbe enorme (magari può diventare un gioco..), ma una cosa è certa: l'umanità si trova in una fase di cambiamento accelerato a cui non è abituata. Qualcuno ha calcolato che solo 50 fa in un negozio c'erano di media 500 cose, adesso in un supermercato anche piccolo si sta intorno alle 15.000, per arrivare al megastore, che è come una città, dove ci sono alcuni milioni di oggetti: di fronte a un tale bombardamento i nostri sensi si confondono, si perde la lucidità, perché l iper stimolazione è uno sconquasso per la mente, quindi occorre una grande padronanza di sé per smascherare i falsi bisogni, per non farsi attirare dalle mille sirene, come fece Ulisse facendosi legare, e allora ecco che il cambiamento che occorre sta proprio nella coscienza di quello che facciamo, di ogni gesto, di ogni singolo comportamento, in tempo reale, velocemente. Nel passato ci volevano millenni perché qualcosa, anche minima, cambiasse, mentre adesso, se penso alla vita che conducevano i miei nonni, non trovo neanche una vaga somiglianza. Questa velocità di cambiamento è una nuova facoltà da assimilare, anche in politica, dove nuove forme e regole di governo dovranno necessariamente prendere il posto delle vecchie, modalità che ancora non riusciamo neanche ad immaginare, anche se credo che sarà possibile solo quando finiranno le illusioni, quelle del boom economico e delle false certezze dell Avere, che tanti guai hanno procurato al pianeta, ma anche alla psiche delle persone, che mai come in questo periodo consumano psicofarmaci in quantità industriali, perché il grande equivoco che ci si possa realizzare attraverso le cose, le proprietà, il denaro, sta portando ad una vera epidemia di malattie mentali. Per scongiurare questo flagello generale è il caso di mettere mano al proprio cambiamento, perché è l unico in grado di rendermi cosciente e responsabile delle mie azioni, sia personalmente che collettivamente, di ogni singolo gesto, per velocizzare la reale introduzione di altri modi di vivere. Dunque ci sono diversi argomenti da portare come avvocati difensori di tutti quelli che hanno tante difficoltà a cambiare, a vivere secondo criteri di sobrietà, a valutare se stessi non più in base a quanto si possiede, ma a come si è dentro tuttavia, sebbene non si tratti di emettere alcuna sentenza, quanto piuttosto di renderci consapevoli degli ostacoli, forse vale la pena di guardare più dentro che fuori, più ai nostri comportamenti che agli avversari politici, anche perché delle forti incoerenze tra idee e azioni proprio quegli stessi avversari ne fanno abbondante abuso. 8

Cambiare se stessi è difficile, eppure è forse l unica via per rendere vive le migliori idee che conosciamo e amiamo. Accettare le proprie contraddizioni è il primo passo, serve ad osservare i comportamenti senza dover ricorrere al brutto espediente dei due pesi e due misure, tipo che il capitalismo è brutto solo quando lo esercitano gli altri, mentre quando io obbedisco alla proprietà privata sono scusabile. Non si tratta di auto flagellarsi, ché già è uno sport fin troppo praticato, ma dopo le recenti e implacabili vicende elettorali magari converrebbe ricominciare da qualche parte in modo sistematico e profondo, per esempio ricordando un fatto ultimamente un po trascurato, ossia che il personale è politico. Franca Angi Roma 2008 Vi presentiamo una proposta E ormai una sensazione piuttosto diffusa che i danni all ambiente siano sempre più gravi e che le politiche di intervento degli organismi internazionali e degli Stati più industrializzati stentino a decollare o sono addirittura inesistenti, malgrado l urgenza di intervenire, ribadita da una serie di rapporti scientifici che si susseguono con una cadenza impressionante. In assenza di un radicale cambiamento del sistema economico dominante, sarebbero assolutamente necessari una decisa pressione dal basso, una seria e continuativa azione di denuncia, la elaborazione di proposte concrete di cui intere popolazioni si facessero portatrici. Purtroppo siamo ancora lontani da una situazione di questo tipo, ma non possiamo assistere senza reagire a fenomeni sempre più gravi come le modifiche del clima o la perdita di foreste primarie che ancora per poco preservano il patrimonio genetico originale dell umanità. La ipotesi che stiamo perseguendo da alcuni anni si basa su una presa di coscienza e una assunzione di responsabilità da parte di singole persone o di famiglie che vogliono realmente preoccuparsi del loro futuro. Alla domanda che tante volte ci viene rivolta, ma io cosa posso fare di fronte a fenomeni di questa portata, vorremmo che si rispondesse con piccole azioni concrete di modifica delle nostre abitudini di consumo (ognuna delle quali contribuisce ai peggiori danni ambientali), in modo da sperimentare concretamente un modello di consumo ben diverso da quello che ci viene continuamente imposto. Siamo convinti che se l esperienza viene attuata seriamente e soprattutto tende a coinvolgere fin dall inizio altre persone, può diventare una forma di pressione non trascurabile, in quanto contiene in se la negazione delle logiche più distruttive del modello nel quale siamo immersi e dal quale ci sembra così difficile uscire. Il percorso che vi proponiamo prevede diversi livelli, che ciascuno può realizzare in base a sue libere scelte; nessuna azione richiede impegni gravosi o tempi irrealistici, mentre i risultati sono 9

immediatamente verificabili e permettono un uso molto più intelligente delle risorse a propria disposizione. Le spese più onerose si evidenzieranno solo nella fase finale del percorso e saranno comunque chiari i tempi di recupero delle cifre impegnate e i vantaggi anche monetari che possono derivarne. Nelle prime fasi potrete cominciare a sottrarvi ad alcuni dei meccanismi più gravi e pesanti che vi vengono imposti dall esterno, riducendo alcuni dei danni al pianeta e alla vostra salute che derivano dai consumi inutili e senza limiti ai quali siete stati abituati dalle pubblicità e dai sistemi di distribuzione. Successivamente comincerete ad intravedere una modalità di consumo delle risorse naturali molto più razionale e piacevole, e potrete cominciare a costruire un modello significativo per voi e che avrete molta voglia di condividere con altri. Nel testo troverete delle indicazioni e dei suggerimenti, ordinati secondo livelli successivi, e per ognuno di essi potrete acquisire altre fonti e strumenti di informazione e di guida. Tutto il percorso però deve essere libero e adatto alle proprie esigenze e priorità, mentre naturalmente non siete obbligati a seguire la progressione dei livelli, il cui scopo è solo di essere un aiuto e un modo di facilitare l accesso ai materiali di documentazione. Questi ultimi saranno spesso utili non per voi, ma se decidete di convincere qualche altra persona, sono cioè degli strumenti didattici adatti alla diffusione dell esperienza che avete deciso di intraprendere. Analogamente, non esitate a ritornare ai livelli precedenti se vi rendete conto che una vecchia abitudine ha ripreso il sopravvento sulle modalità di consumo e di comportamento che avete deciso di acquisire per rispettare il pianeta. Vi segnaliamo inoltre che la Città dell Altra Economia comprende al suo interno, e accoglie spesso per incontri e convegni, esperti di problemi ambientali e tecnici, che saranno felici di mettere le loro conoscenze a vostra disposizione; una economia alternativa e solidale prevede come funzioni essenziali lo scambio di esperienze e il dono di conoscenze, fermo restando che tutte le persone coinvolte stanno anch esse vivendo esperienze analoghe e possono non fornirvi verità assolute, ma solo indicazioni derivanti dai lavori di costruzione e sperimentazione in corso. Primo livello Piccole azioni, individuali o familiari, per sottrarsi ai meccanismi di danno ambientale e acquistare coscienza del proprio ruolo di consumatore; in genere non comportano spese e danno luogo a dei risparmi che possono essere quantificati e aumentati nel tempo. Richiedono la revisione delle vecchie abitudini, spesso diventate degli obblighi non eliminabili, e la adozione duratura di nuove abitudini che permettono di vivere rispettando il pianeta e la natura e ponendo le basi per la costruzione di una economia e di un mondo completamento diverso. L attuazione di un certo numero di suggerimenti porta anche ad immaginare una società alternativa dove la solidarietà vissuta permette di instaurare relazioni e rapporti interamente nuovi. Il risparmio energetico in casa 1. Spegnere la luce uscendo da una stanza vuota 2. Man mano che si fulmina una lampadina normale (a incandescenza), sostituirla con una fluorescente a basso consumo. Pur essendo più costosa, dura otto volte di più e consuma quattro volte di meno. 10

3. Nei luoghi meno frequentati (scale, cantine, soffitte, ecc.) si può applicare un interruttore a tempo, mentre nei vialetti di accesso alla casa si possono installare delle luci a cellula fotoelettrica 4. Tenere pulite le lampadine: la polvere riduce la loro efficienza luminosa (fino al 15% in meno) 5. L illuminazione con lampade da terra o da parete è migliore perché non crea zone d ombra e fornisce una luce diffusa 6. Non lasciare computer ed elettrodomestici connessi alla fonte di elettricità (stand by, accesi ma non in funzione), staccare i carica batterie o telefonini 7. Non accostare la lavatrice al frigorifero (i motori consumano meno se intorno l aria è a temperatura ambiente) 8. Usare la lavatrice a temperature basse (30 60 ) e solo a pieno carico 9. Pulire frequentemente filtri e vaschette dei detersivi 10. Se non abitate in una città con molto smog e molto piovosa, stendere i panni al sole è gratis e non spreca energia 11. Mettere sempre i coperchi sulle pentole che devono bollire o cuocere, si eliminano le perdite di calore 12. Se i piatti sporchi sono normalmente pochi, si possono lavare a mano con alcuni accorgimenti (lasciare in ammollo la sera, sperimentare i detersivi più efficaci e meno inquinanti, usare l acqua calda dove si è bollita la pasta, ecc.) 13. Nella lavastoviglie, potete rinunciare all asciugatura dei piatti ad aria calda: aprire lo sportello e lasciare che i piatti si asciughino da soli permette di risparmiare il 45% di energia su un ciclo completo 14. Mettere sempre il sale nell apposito contenitore, affinché l impianto di decalcificazione rimanga efficiente 15. Preferire l uso di lavapiatti e lavatrice nelle ore serali e notturne (se non disturba i vicini) quando le centrali vengono impiegate di meno e possono erogare elettricità senza sovraccarichi di potenza 16. Aprite il frigorifero meno volte al giorno per il tempo più breve possibile 17. Regolare il termostato a seconda della temperatura dell ambiente: una temperatura troppo bassa (meno di 3 gradi centigradi) fa aumentare i consumi anche del 10 15% senza migliorare la conservazione del cibo 11

18. Non introdurre alimenti caldi o liquidi scoperti che contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti 19. La zona più fredda è quella in basso 20. Spegnere il forno un po prima della fine della cottura lasciando i cibi all interno 21. Non usare i termosifoni per asciugare i vestiti 22. Non usare il condizionatore tenendo aperte porte e finestre 23. Limitare l immagazzinamento di calore durante le ore più calde, ad esempio abbassando le tapparelle 24. Non cambiare aria alla casa con il riscaldamento acceso 25. Rinfrescare la casa durante le ore notturne e favorire la circolazione dell aria tenendo aperte le finestre Avete scoperto qualche altra semplice forma di risparmio energetico casalingo? Il risparmio dell acqua 1. L acqua del rubinetto di regola è buona e molto controllata fino al termine della locale rete di distribuzione 2. Se avete dubbi sulle tubature (o sui cassoni) del vostro palazzo, l amministratore deve fare effettuare le analisi e provvedere alle eventuali riparazioni 3. In caso di presenza percepibile di cloro e derivati, versare l acqua in una brocca larga e metterla in frigo per farlo evaporare 4. La presenza di calcare nell acqua non è un fattore pericoloso per la salute e anzi è un elemento di prevenzione per alcune malattie cardiovascolari 5. L acqua del rubinetto può essere usata per lattanti e dopo lo svezzamento, poiché è tarata a valori medi validi per tutte le età 6. I riduttori di flusso, reperibili presso negozi di idraulica e di ferramenta, si applicano a tutti i rubinetti e alla doccia e mescolando acqua e ossigeno riducono dal 30 al 50% il consumo di acqua, conservandone il potere detergente 7. Far riparare subito le perdite di acqua dai rubinetti e dalle tubature 12

8. Inserendo un mattone o delle pietre nello sciacquone del wc si può ridurre notevolmente l acqua utilizzata 9. Si può raccogliere la pioggia installando una cisterna in terrazza e usarla per innaffiare fiori e ortaggi coltivati in casa o all aperto 10. Non aprire l acqua a scroscio e usare delle bacinelle di raccolta per un secondo uso (quella del lavaggio della verdura servirà per i fiori, quella dei lavaggi personali per il wc e così via) 11. Una doccia di 4 minuti consuma 50 litri di acqua, ma ne serve molto meno se si chiude il flusso mentre ci si insapona o ci si strofina 12. Il lavaggio a mano del vasellame non grasso può richiedere poca acqua se effettuato in un catino, mentre per il risciacquo basta un filo di acqua 13. Basta un bicchiere pieno per sciacquare i denti e un filo di acqua corrente per lavare lo spazzolino. Per fare la barba, basta un catino di acqua per inumidire e sciacquare rasoio e pennello. Rubinetto chiuso anche mentre si insaponano capelli, viso,mani e così via. 14. Le verdure biologiche si lasciano immerse in poca acqua e si apre il rubinetto solo per il risciacquo. Quelle non biologiche possono essere immerse in acqua e bicarbonato 15. L acqua dove si è bollita la pasta è ottima per sgrassare piatti e pentole 16. Innaffiare i fiori sempre verso sera: l acqua evapora più lentamente e viene in maggior misura assorbita dalla terra. 17. Utilizzare detersivi ed igienizzanti ecologici, dopo aver verificato la loro efficacia rispetto al prezzo. 18. Non usare acque minerali: spesso provengono dalle stesse sorgenti che alimentano i rubinetti delle case, sono meno controllate e più esposte a inquinamenti improvvisi delle falde, possono avere una concentrazione di varie sostanze in misura superiore a quella permessa agli acquedotti comunali, sono conservate in bottiglie di plastica che aumentano i rifiuti e inquinano l ambiente per i lunghi trasporti su camion. E inoltre incidono moltissimo sul peso durante il trasporto della spesa dal supermercato a casa. 19. Se per motivi di salute si devono proprio acquistare particolari acque minerali, leggere sempre sull etichetta la scadenza di conservazione; scegliere un acqua della zona e non una che proviene da lontano; scegliere quelle in bottiglia di vetro e con il vuoto a rendere; tenere l eventuale acqua in bottiglia di plastica lontano da fonti di calore e al riparo dai raggi solari Quando siete al bar o al ristorante, vi vergognate a chiedere l acqua di brocca o del sindaco o di San Rubinetto? 13

Ridurre i rifiuti 1. Iniziate a non comprare prodotti inseriti in imballaggi eccessivi, a partire dal pane nella plastica, dai salumi in busta, dai prodotti da forno in scatole rigide di cartone piene per due terzi, e così via. Chiedetevi se siano realmente necessari scatole che all interno hanno vaschette di plastica e poi incarti e ancora sacchetti di plastica, ecc. e preferire i prodotti analoghi contenuti in un singolo pacco. 2. Scegliete il formato famiglia, invece di tanti vasetti o pacchetti monodose 3. Se consumate il latte crudo (non pastorizzato) potete averlo in bottiglie di vetro a rendere, invece che di plastica da gettare. Eliminate gradualmente i vostri contenitori di plastica, favorendo quelli in vetro 4. E possibile trovare detersivi per lavatrici in forma di ricarica, cioè contenuti in buste da vuotare nel contenitore più grande iniziale, che così può essere usato a lungo; molti supermercati hanno ormai dei distributori di detersivi alla spina, dove cioè si riempie il vostro contenitore che si usa così più e più volte. 5. Per frutta e verdura, carne e formaggi, evitare le buste in plastica preconfezionate e farsi servire al banco 6. Evitate i contenitori in tetrapak (cartoni a molti strati) perché difficili da riciclare per la difficoltà di separare lo strato di carta da quelli in alluminio o plastica 7. Evitate i prodotti usa e getta, forse fanno risparmiare il tempo di lavaggio ma danneggiano gravemente e per lungo tempo l ambiente. 8. Scegli prodotti, durevoli, riparabili, intercambiabili: dobbiamo rifiutare i prodotti progettati per essere usati per un tempo ridotto e predefinito 9. Al supermercato e alle botteghe usate le vostre borse (specie se in iuta o in tela lavabile) rifiutando le buste in plastica 10. Riducete il volume dei vostri rifiuti, comprimendo ad esempio le bottiglie di plastica e le lattine in alluminio 11. Raccogliete a parte la carta (giornali e riviste, testi scritti e posta, ecc.) e portatela una volta alla settimana nei contenitori stradali (cassonetti bianchi) ad essa destinati. Ricordate che le buste con le finestrelle trasparenti non devono andare con il resto della carta e che molti testi al computer possono essere stampati dai due lati, mentre le pagine scritte possono essere utilizzate sull altro lato per appunti o brutte copie. 12. Raccogliete a parte la plastica e il vetro (bottiglie, contenitori di liquidi e detersivi, barattoli per yogurt e conserve, bicchieri rotti, ecc.) e portateli nei contenitori stradali ad essi destinati. Fate attenzione che il vetro piano e i cristalli non vanno con bottiglie e vasetti, perché contengono sostanze particolari. 14

13. Non gettate nei cassonetti il materiale elettronico che scartate e verificate, prima di comprare i nuovi apparecchi, se il venditore ritira quelli vecchi. 14. Prima di gettare un oggetto, verificate se è possibile ripararlo: esistono ancora artigiani specializzati, oltre a risparmiare e a ridurre i rifiuti contribuiamo a non farli sparire. 15. Prima di gettare dei beni durevoli (mobili, vestiti, elettrodomestici, ecc.) cercate di venderli o donarli alle numerose organizzazioni che ne riciclano e recuperano una gran parte Resterete sorpresi del ridotto volume di tutto ciò che resta ( e ancora molto potrebbe essere recuperato e riciclato, qualora fosse organizzata la Raccolta Differenziata Porta a Porta!) Cambiare mobilità per salvaguardare il clima 1. Se siete costretti ad usare un auto, mantenete una velocità moderata in autostrada e sulle strade esterne e urbane: andare a 125 chilometri all ora invece che a 110 comporta un aumento del consumo del 20% 2. Uno stile di guida tranquillo permette di risparmiare dal 5 al 25% di carburante 3. Spegnere il motore durante soste lunghe (ai passaggi a livello, ai semafori lunghi, sotto i tunnel, per parcheggi temporanei) 4. Spegnere tutti i dispositivi elettrici quando non sono realmente necessari (condizionatore, sbrinatore, fari, fari antinebbia) 5. Evitate di riscaldare il motore a veicolo fermo 6. Usate al minimo il condizionatore 7. Controllate spesso la pressione dei pneumatici 8. Non utilizzate accessori che aumentano la resistenza all aria e non caricate eccessivamente la vettura: viaggiare con i finestrini aperti e con portapacchi inutili comporta aumenti di consumo del 2% in città e fino al 20% su percorsi extraurbani 9. Usate l auto ogni settimana un po meno e usate un motorino di piccola cilindrata 10. Provate ad arrivare ad un mezzo pubblico con la vostra auto, lasciandola in sosta fino al momento del viaggio di ritorno, 15

11. Provate a organizzare sul vostro posto di lavoro o con dei vicini dei trasporti in comune, magari non tutti i giorni, usando a turno una sola auto (car pooling): aumentano anche le relazioni, praticamente impossibili sui mezzi pubblici 12. Se in città esistono dei servizi efficienti di car sharing (condivisione di un parco auto comune), provate a vedere se vi conviene; all inizio può sembrare un cambiamento complesso, ma ci si fa presto l abitudine 13. E in fase sperimentale un sistema Roadsharing, una specie di autostop informatizzato. Chi offre un passaggio si registra sul sito indicando luogo di partenza e di arrivo, e resta in attesa di chi sta cercando un passaggio in quella direzione; analogamente chi cerca un passaggio precisa le sue esigenze. Il contatto tra domanda e offerta è stabilito dal sito. 14. L aereo inquina anche 10 volte di più di un auto: su percorsi di 500 2000 chilometri conviene il treno, specie se tenete conto dei tempi che si aggiungono a quelli del volo (andare e tornare dall aeroporto, controlli, scali tecnici, voli cancellati, ecc.) e della fatica di guidare 15. Fate diventare biciclette e bici elettriche il vostro mezzo di spostamento, magari aggiungendo un cesto e un portapacchi per la spesa 16. Aumentate il tempo delle vostre camminate, in particolare di quelle senza uno scopo preciso Da quanto tempo non girate per una città d arte senza meta, guardandovi in giro e curiosando tra la gente e i monumenti? Per una alimentazione corretta e gustosa 1. Iniziare e finire la giornata con un bicchiere di acqua 2. Sul lavoro, avere a portata di mano una caraffa di acqua da bere a intervalli; se si è in giro portare con se una bottiglia di acqua e un bicchiere di alluminio a telescopio 3. Aumentare la quantità di frutta e vegetali, che oltre a contenere acqua, sono ricchi di sali minerali e altre sostanze importanti per la salute dell organismo 4. Acquistare frutta e verdura durante la rispettiva stagione (anche se le abbiamo dimenticate e siamo confusi dalla contemporanea presenza di piante e frutti che maturavano in periodi diversi) e diamo la preferenza a cibi che sono prodotti nelle vicinanze e di cui conosciamo la reale provenienza: potete risparmiare più del 30% dei pesticidi che assumiamo giornalmente 5. Acquistare prodotti biologici (controllando che non abbiano prezzi eccessivi), provenienti da produttori certificati o autocertificati 16

6. Evitare gli alimenti cosiddetti freschi in buste di plastica e confezioni sottovuoto, macedonie pronte, minestre pronte, polenta cotta, piatti precotti, ecc.. I surgelati non si sa quando e dove sono stati cotti o pescati, e comunque la loro lavorazione richiede molta energia 7. Frequentare mercatini periodici dove sono presenti produttori diretti, che siano in grado di garantire la qualità dei prodotti (anche se non ufficialmente biologici) e che permettono di evitare i ricarichi di negozi e supermercati 8. Cereali, legumi, ortaggi e frutta devono costituire la base della dieta giornaliera, nella quale inserire altri alimenti in quantità moderate 9. Tra i cereali troviamo riso, granturco, frumento, avena, ma anche orzo, miglio, segale. Tra gli altri alimenti (amilacei) si colloca la patata. Questi alimenti apportano carboidrati, cioè energia, all organismo e sono anche una fonte di proteine ma in bassa misura (5 10%). Questi alimenti devono sempre essere abbinati a fonti importanti di proteine, come carne, pesce, legumi. 10. Carne, pesce, uova, latte, formaggi, sono alimenti ricchi di proteine animali, di ferro, e di vitamine del gruppo B e PP. Però vanno consumati con moderazione per il contenuto di grassi saturi e perché contengono anche sostanze conservanti, residui di antibiotici e di pesticidi e spesso anche sostanze ormonali sintetiche (usate per ingrassare gli animali, negli alimenti per pesci di allevamento, ecc.). 11. Le proteine vegetali si trovano soprattutto nei legumi (piselli, fagioli, soia, lenticchie, ceci, fave, ecc.), fonti minori sono le noci, i semi e i cereali. Una dieta che combina cereali e legumi può fornire la gamma degli aminoacidi essenziali 12. Sia i grassi saturi (formaggi, latte intero, panna, burro, carni grasse e loro derivati che insaturi (oli vegetali, di semi e di oliva) vanno consumati in quantità molto ridotte a causa del loro alto livello energetico 13. Le sostanze grasse tendono a ossidarsi (diventano rancide e vanno conservate fuori del contatto con l aria. I grassi solidi (burro, strutto, ecc.) vanno conservati in frigo. L olio di oliva spremuto a freddo è la qualità da preferire, poiché questa lavorazione permette la conservazione di preziose sostanze nutritive che difendono l organismo dai radicali liberi (ritenuti causa di invecchiamento, di disfunzioni delle funzioni cellulari e di tumori) 14. Il consumo di adeguate quantità di frutta e di ortaggi assicura il fondamentale apporto vitamine, minerali, e acidi organici, consente di ridurre la densità energetica delle diete e riduce la sensazione di fame dato il potere saziante di questi alimenti. 15. Mangiare la frutta lontano dai pasti, dopo averla lavata bene e sbucciata se non proviene da agricoltura biologica 16. Meglio stufare o cuocere i cibi nella pentola a vapore, che conserva al massimo i valori nutritivi 17. Comprare i cibi freschi permette di eliminare l olio di conservazione dei cibi in scatola 17

18. Per l alimentazione dei bimbi piccoli meglio ricavare in casa purè filtrati di verdure e frutta e cuocere biscotti casalinghi, evitando così di introdurre nella loro dieta i primi additivi chimici 19. Le intolleranze e le allergie verso gli alimenti sono sempre più diffuse in quanto legate all uso di alimenti di produzione industriale; è opportuno ricorrere a medici e analisi specializzate, ma anche ridurre drasticamente l uso familiare di alimenti sottoposti a processi industriali e che contengono residui di pesticidi, conservanti, coloranti, potenziatori di sapore, additivi e altri prodotti chimici 20. Gli organismi transgenici (detti OGM) sono piante e animali nel cui DNA sono stati inseriti dei geni estranei al suo patrimonio genetico originale. Si sarebbe dovuto rispettare il principio dell affinità tra le specie, cioè non si sarebbero dovute incrociare specie troppo diverso tra loro oppure un appartenente al mondo animale con uno del mondo vegetale. Le specie transgeniche finora diffuse per scopi alimentari sono 5: mais, soia, colza, cotone e le colture di lieviti. Attualmente in Europa possono essere commercializzati prodotti alimentari che derivano da 16 organismi transgenici: una varietà di soia, una di mais, i derivati di sette varietà di colza e di quattro varietà di mais, gli oli derivati da due varietà di cotone e i cibi o i mangimi che contengono vitamina B2 (ottenute da colture del Bacillus Subtilis, batterio transgenico). Non si conoscono gli effetti che tali alimenti possono avere con l uso prolungato sull organismo umano e quindi sono da evitare. 21. Pur essendo in gran parte destinati all alimentazione del bestiame, sono sicuramente in circolazione alimenti transgenici; è obbligatoria la segnalazione in etichetta, ma in Italia non è ancora rispettata la direttiva europea. Marche e Puglia hanno vietato la coltivazione di alimenti OGM. Sono inoltre disponibili liste di prodotti e di case produttrici sicuramente da evitare 22. Se si vuole ridurre i danni ambientali e alla salute derivanti dall allevamento di bestiame e dalla pesca industriale, si possono ridurre o eliminare i consumi di carne, aumentando gli altri alimenti che contengono le stesse sostanze garantite dalla carne; manca solo la vitamina B12 che dovrà essere assunta a parte con un integratore 23. Sostituire i pasti al ristorante (tranne quelli biologici e vegetariani) con cene tra amici con alimenti biologici, locali, di stagione e appena colti e con ricette che salvaguardano i valori nutritivi e i sapori originari 24. Fare la pasta e il pane in casa, fare lo yoghourt e preparare le marmellate più semplici devono rientrare a far parte della normale cucina quotidiana 25. Masticare trenta volte un boccone fa digerire meglio e mangiare meno Parlate con orgoglio delle vostre conquiste in cucina? RIQUADRO 18

Pensate che qualche lettura possa sostenere i vostri sforzi? Sapere che altri sono passati attraverso la vostra esperienza vi aiuta a superare le difficoltà e vi permette di affrontare con il sorriso sulle labbra le inevitabili ricadute, gli eccessi di serietà, le prese in giro degli amici? Vi segnaliamo alcune fonti di intelligenza, ironia e divertimento, per tenere desta la vostra attenzione contro le lusinghe del sistema economico e il peso delle piccole abitudini accumulate negli anni. In primo luogo due libri che raccontano le esperienze di giornalisti o esperti che hanno sperimentato per molti mesi cosa accade se si cerca di uscire dal mondo del consumismo illimitato e di creare una sfera di vita da consumatore critico e responsabile, sono un aiuto ironico e sincero per superare difficoltà e debolezze: Judith Levine, Io non compro, un anno senza acquisti,un esperienza per riflettere sul potere del mercato, Ponte alle Grazie, Milano 2006 Leo Hickman, La vita ridotta all osso, Ponte alle Grazie, Milano 2007 Poi una pubblicazione periodica, La rivista Internazionale ha una rubrica settimanale di consigli per comportamenti e acquisti Infine, se proprio non volete leggere, almeno un film divertente: Morgan Spurlock, Super Size Me, un film di epiche porzioni, cosa potrebbe accaderti se per un mese intero mangiassi solo al fast food?, Fandango Libri, www.fandango.it Attenzione! a) Siete sicuri che le scelte risparmiose da voi effettuate sono diventate delle nuove buone abitudini? Qualche ricaduta nei vizi consumistici precedenti è normale e non deve creare sensi di colpa, poiché non dovete dimenticare che siete stati esposti per decenni alle tentazioni e alle imposizioni delle pubblicità e dei sistemi di distribuzione e quindi non è certo facile sottrarsi completamente e adottare comportamenti ben diversi (continuando a rimanere esposti alle suggestioni esterne, talvolta molto sottili e ben nascoste) b) Siete rimasto solo nelle vostre scelte oppure familiari e amici le rispettano o addirittura le invidiano? Avete coinvolto (senza imposizioni, si spera!) il resto del vostro nucleo familiare? c) Avete già pensato di esaminare le bollette di luce e acqua per verificare l entità dei risparmi acquisiti? Se volete essere accurati dovete analizzare due o tre di quelle precedenti per evidenziare la spesa media di ogni voce e poi fare il confronto con le bollette successive, tenendo conto di eventi che possono aver influito sui risparmi (molte cene con tanti amici, una o due feste, ecc.) d) Avete già cercato di coinvolgere i vostri amici o colleghi nella vostra esperienza? Che tattica avete seguito? e) Cominciate a cercare di spegnere le luci quando siete in casa di altri o al lavoro, oppure guardate con dolore una fontanella senza rubinetto che spreca un liquido prezioso? Siete sulla buona strada, pronti per affrontare gli impegni del livello successivo 19

Secondo livello I suggerimenti talvolta comportano dei piccoli lavori o alcune spese, oppure possono essere accolti solo al momento di fare dei lavori in casa o di pensare a mezzi di trasporto diversi, quindi è necessario valutare bene i risparmi possibili e quanto tempo occorre per rientrare delle spese affrontate. E opportuno che tutto il nucleo familiare condivida l impostazione dei rapporti con la natura e il mondo esterno, le iniziative da prendere sono molto più piacevoli se condivisi con parenti ed amici ugualmente motivati. Occorre anche pensare in anticipo ai modi in cui presentare le proprie scelte all esterno, in particolare i vicini o i gruppi di incontro ai quali si partecipa, in particolare i gruppi di acquisto solidale. Il risparmio energetico e la casa 1. Se comprate dei nuovi elettrodomestici (dopo aver valutato attentamente se ne vale la pena), chiedete quelli di categoria A (A+, A++, ecc.) che consumano meno energia 2. Quanti sono i piccoli elettrodomestici di cui potete fare tranquillamente a meno? 3. Termosifoni, scaldabagni, forni che usano l energia elettrica hanno un rendimento molto basso e quindi devono essere usati il meno possibile 4. Collegare la lavatrice al tubo dell acqua calda (e ai pannelli solari termici se già installati) permette di risparmiare il 20% di energia assorbito dal boiler interno 5. Il risparmio di energia può aumentare montando all ingresso dell acqua della lavatrice un decalcificatore magnetico che permette di lavare a temperature inferiori e di risparmiare metà dei detersivi 6. Scegliere lavapiatti di categoria A, non superare i 50 gradi, pulire periodicamente le pale per evitare che i fori si otturino, nonché i filtri e gli ugelli. Evitare prelavaggio e asciugatura automatica 7. Invece delle pile usa e getta (la cui produzione richiede molta più energia di quanta non ne eroghino), utilizzare quelle ricaricabili con un caricabatteria da collegare alle spine di casa. La soluzione più ecologica sarebbe una ricarica da pannello solare o a manovella 8. Un misuratore di carica può verificare quanta energia rimane in una pila. Quelle mezze scariche possono essere utilizzate per apparecchi a basso consumo (sveglie, telecomandi) 9. Una accurata coibentazione della casa può far risparmiare fino al 25% di energia. Si possono applicare pannelli isolanti di fibre naturali sulla pareti che danno verso l esterno, isolare il pavimento del sottotetto, applicare strisce di gomma o guarnizioni sui bordi degli infissi, foderare il cassonetto delle tapparelle avvolgibili, apporre dei rotoli di stoffa alla parte inferiore delle portefinestre, ecc. 10. Applicare dove possibile i doppi vetri alle finestre 20