Suggestioni culturali e sopravvivenze iconografiche dell antico Egitto nella medaglistica italiana del XVII secolo: gli obelischi



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Suggestioni culturali e sopravvivenze iconografiche dell antico Egitto nella medaglistica italiana del XVII secolo: gli obelischi Ormai da alcuni anni ho avviato una ricerca volta a rintracciare quanto sopravviva dell antico Egitto nelle medaglie italiane, e questo a partire dagli esemplari conservati presso il Museo Civico Archeologico di Bologna 1. I risultati della prima fase d indagine, dedicata alla medaglistica italiana dei secoli XV e XVI, sono stati resi noti in una pubblicazione recente 2, alla quale si rimanda per gli approfondimenti del caso. Pur non volendo soffermarmi su un periodo già trattato, è comunque opportuno ricordare che, dalla seconda metà del XVI secolo, l Egitto simbolico e mitico concepito dal neoplatonismo di età rinascimentale ha un termine di paragone sempre più forte nell Egitto reale delle testimonianze archeologiche. Piccoli oggetti provenienti da aree sepolcrali, facili da trasportare e da rivendere sul mercato antiquario, iniziano a diffondersi per l Europa assieme alle mummie o alla polvere di mummia. Durante i lavori di riassetto urbanistico del tempo, inoltre, i monumenti egiziani presenti nelle città italiane sin dall antichità riemergono dal sottosuolo nella loro imponenza e originalità, suscitando un rinnovato interesse nei confronti del loro esotico paese d origine. Il confronto con il passato faraonico diventa un esigenza di lì a breve, quando la Riforma muove potenti accuse di risorto paganesimo al neoplatonismo e alla Chiesa Romana. La frequentazione del mondo pagano, inteso quale prefigurazione dell esperienza cristiana, deve essere riveduta e sostituita da una dichiarata ostilità nei suoi confronti. Il cambiamento è evidente anche nelle trasformazioni della Roma di Sisto V (1520-1590; papa dal 24 aprile 1585), che razionalizza urbanisticamente la capitale per renderla il centro del mondo cattolico 3. Alcuni dei monumenti più rappresentativi del culto antico per gli idoli pagani, e in particolare quattro obelischi egiziani, sono allora riscattati alla cristianità come simboli di una nuova fase culturale, che non riesce e non sempre vuole cancellare la tradizione neoplatonica e la sua grandiosa lettura del passato. Dopo l innalzamento del primo monolite in Piazza San Pietro nel 1586, sono eretti l obelisco Laterano, l Esquilino, il Flaminio; ogni volta, una o più medaglie papali celebrano la riuscita dell impresa, perché porre un obelisco davanti a una basilica significa innalzare la Croce a trofeo della guerra vinta sul paganesimo dalla religione trionfante 4. Il XVII secolo eredita questa particolare abitudine architettonica, ormai cara ai pontefici, arricchendo il significato simbolico attribuito agli obelischi da Sisto V di ulteriori sfaccettature. In primo luogo, cambiano la cura estetica e l attenzione architettonica con cui si erigono alcuni nuovi monoliti o si ridisegnano e si arricchiscono gli spazi cittadini dei quali essi costituiscono il fulcro ideale. Anche in questo modo l insorgere e il diffondersi del gusto barocco, il cui centro di fioritura è Roma, manifesta il mutato spirito della Chiesa Romana. Dopo l austerità fine-cinquecentesca di vita, di atteggiamenti e di pratiche, che doveva scagionarla dalle accuse di rilassatezza nei costumi e quasi di degenerazione pagana, infatti, la Chiesa stempera ora il proprio rigore recuperando l orgoglio dell essere e del voler essere caput mundi, nella vita come nell arte. 1. Le medaglie appartenenti al Museo utili all indagine sul XVII secolo sono 45 e, con poche eccezioni, esauriscono l intero ambito di ricerca. In merito al Medagliere di Bologna cfr. Morigi Govi, C.: Il medagliere del Museo Civico Archeologico di Bologna. Storia della sua formazione, Dep. di Storia Patria di Bologna, XXXVI, 1986, pp. 87-103; Giovetti, P.: La catalogazione elettronica delle collezioni numismatiche del Museo Civico Archeologico di Bologna, RIN, CI, 2000, pp. 309-318. 2. Picchi, D.: Suggestioni culturali e sopravvivenze iconografiche dell antico Egitto nella medaglistica italiana di XV e XVI secolo, Proceedings of the 3 RD International Numismatic Congress in Croatia (October 11 th -14 th, 2001), Pula, 2002, pp. 247-258. 3. Il pontefice, aiutato dall architetto Domenico Fontana, apre nuove strade che collegano luoghi preminenti del tessuto cittadino (piazze, chiese, monumenti), creando così un sistema centralizzato, esteso e in movimento a immagine dell universo copernicano. 4. Cfr. Mercati, M.: Gli obelischi di Roma (a cura di Cantelli, G.), Bologna, 1981, pp. 293-296. 1737

Un protagonista del conseguente risveglio artistico e architettonico, che la medaglistica documenta, è Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), personalità fondamentale nel determinare l aspetto di Piazza Navona, che viene contornata all epoca da nuovi edifici e arricchita da tre fontane dalle quali sgorga l Acqua Vergine 5. Per ordine di Innocenzo X (1574-1655; papa dal 6 agosto 1644) è innalzata al centro della piazza una fontana monumentale, detta dei Quattro Fiumi, che Bernini inizia nel 1648, completandola nel 1651. La fontana, una rappresentazione allegorica del ruolo pacificatore del papa sul mondo, i cui quattro continenti sono rappresentati dalle personificazioni di quattro grandi fiumi (Nilo, Gange, Danubio e Rio della Plata), ha come elemento centrale un obelisco di età domizianea (81-96 d.c.) 6, che il gesuita Athanasius Kircher (1602-1680) studia in un opera specifica dal titolo Athanasii Kircheri e Societate Iesu obeliscus Pamphilius (Roma, 1650). Per comprendere meglio cosa pensi Kircher dell obelisco in sé, opinione che influenzerà l interpretazione di tali antichità per tutto il XVII secolo, basti la lettura del seguente passo: Dicimus per pyramidem seu obeliscum Aegyptios rerum naturam repraesentare voluisse sicut enim pyramis a summo fastigio velut a puncto incipiens per lineas in superficies et corpus abiens paulatim in omnes partes dilatatur, sic rerum omnium natura ab unico principio et fonte qui dividi nequit, nempe a Deo summo opifice profecta, varia deinceps formas suscipit ac in varia genera atque species diffunditur omniaque apici illi et puncto a quo omnia manant et profluunt, coniungit, quo sane optime repraesentari videtur primigenia illa mundi origo 7. In aggiunta a queste valenze cinquecentesche che Kircher fa proprie, l obelisco della fontana acquisisce i significati impliciti nella colomba con il ramoscello d ulivo che ne domina la sommità come potente emblema della pace ma, soprattutto, del casato Pamphili 8. Le correzioni apportate dal papa a uno dei testi composti dal gesuita per il basamento dell obelisco lo dimostrano, dato che nella redazione definitiva dell iscrizione destinata al lato meridionale la innocens columba, solo allusiva alle insegne di Innocenzo X, è seguita su sua richiesta dall espressione ben più forte obeliscum pro tropheo sibi statuens / Romae triumphat 9. La grandiosità dell impresa architettonica, il prestigio della famiglia Pamphili, il cui palazzo si affaccia proprio sulla piazza, e la vocazione pubblica che l area riacquista dal XVII secolo 10, sono commemorate da alcune medaglie di Gaspare Morone (1603-1669). La prima, databile al quinto anno di Innocenzo X ed emessa in pochi esemplari per essere posta sotto l obelisco, ha al dritto il busto a destra del pontefice, a testa nuda e con piviale ornato da una processione, e la leggenda INNOCENTIVS.X.PON.MAX., completata sotto il busto da AN.V. e GM. ; al rovescio, reca una veduta prospettica di Piazza Navona con la fontana al centro, in primo piano, e la leggenda ABLVTO AQVA - VIRGINE, sopra, e AGONALIVM CRVORE., sotto (figg. 1-2) 11. All anno successivo appartiene una medaglia, di modulo identico e dallo stesso rovescio, che ha al dritto il busto del papa a destra, con tiara e piviale ornato dalla Vergine, e la leggenda INNOCEN..X.PON.MAX. A.VI., completata da.gm. sotto il taglio spalla 12. Seguono altre due medaglie dallo stesso rovescio, ma diverse per l immagine del dritto e per la circostanza di emissione: la prima, una coniazione non ufficiale, risale al settimo anno di Innocenzo X, ha il busto del papa a destra, con tiara e piviale ornato dall Arcangelo, e la leggenda INNOCEN.X - PONT.MAX.A.VII. con le iniziali dell incisore,.gm., sul taglio spalla 13 ; la seconda, invece, è la medaglia annuale dell ottavo anno, emessa per la fine lavori, recante il busto del papa a sinistra, con camauro e mozzetta, e la leggenda INNOCENTIVS. 5. L acquedotto dell Acqua Vergine, voluto da Agrippa per rifornire le sue terme nel Campo Marzio, alimenta ancora oggi la fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona. 6. L obelisco Agonale, alto più di 16 metri e recante un iscrizione in caratteri geroglifici in onore di Domiziano, ritorna così nel luogo dove era stato eretto in età imperiale romana, e cioè nell area occupata allora dal Circo Domizianeo. 7. Kircher, A.: Athanasii Kircheri e Societate Iesu obeliscus Pamphilius, II, Roma, 1650, pp. 169-178. Cfr. Donadoni, S.: L Egitto dell Età Barocca, L Egitto dal mito all Egittologia, Milano, 1990, pp. 61-73; Marrone, C.: I geroglifici fantastici di Athanasius Kircher, Viterbo, 2002, pp. 85-100. 8. Lo stemma Pamphili, infatti, reca la colomba con un ramoscello d ulivo nel becco. 9. Cfr. Cipriani, G.: Gli obelischi egizi. Politica e cultura nella Roma Barocca, Firenze, 1993, pp. 115-122. 10. All epoca di Cesare e di Augusto vi sorgeva un recinto per i Ludi Ginnici, mentre al tempo di Nerone un anfiteatro per i Ludi Quinquennali. La forma allungata della piazza, invece, deriva dallo Stadio di Domiziano che occupò la stessa area dall anno 86 d.c. L antica tradizione ludica del luogo riprende vigore nel 1652 grazie a Innocenzo X, quando diventa un abitudine allagare la piazza nel mese di agosto per svolgervi feste e manifestazioni varie. 11. MCAB, n. 7540, Salina, AE-coniazione, Ø 39. Cfr. MCAB, n. 1907, Incerta, AE-coniazione, Ø 39,5; n. 2128, Palagi (?), AEconiazione, Ø 40; n. 3438, Universitaria, AE-coniazione con appiccagnoli, Ø 39,5; n. 6210, Salina, AE-coniazione, Ø 40. Bartolotti, F.: La medaglia annuale dei romani pontefici da Paolo V a Paolo VI, 1605-1967, Roma, 1967, p. 53, nota; Miselli, W.: Il papato dal 1605 al 1669 attraverso le medaglie, Milano, 2003, n. 417. 12. Cfr. MCAB, n. 6214, Salina, AE-coniazione, Ø 39,5; n. 6215, Salina, AR-coniazione, Ø 38. Bartolotti, F.: op.cit., p. 53, la considera coniazione non ufficiale; Miselli, op.cit., n. 437 e var. n. 438 non attestata a Bologna. 13. Cfr. MCAB, n. 6224, Salina, Ø 39,5; n. 1400, Palagi o duplicati Univ., AE-coniazione, Ø 39. n. 3451, Università, AE-coniazione, Ø 39. Bartolotti, F.: op.cit., p. 53, nota; Miselli, op.cit., n. 465. 1738

SUGGESTIONI CULTURALI E SOPRAVVIVENZE ICONOGRAFICHE DELL ANTICO EGITTO NELLA MEDAGLISTICA ITALIANA DEL XVII SECOLO X.PONT.MAX., seguita da.an.viii.gm. sotto il taglio del busto (figg. 3-4) 14. Sempre a Bernini e a Morone si legano alcune medaglie che, celebrando la costruzione del colonnato di San Pietro voluto da Alessandro VII (1599-1667; papa dal 7 aprile 1655), esaltano indirettamente il ruolo dell obelisco vaticano quale fulcro spaziale e simbolico della Chiesa Romana. Nel 1656 il papa incarica Bernini della progettazione di un porticato per arricchire, circoscrivendolo, il piazzale antistante la basilica del Santo. Il progetto, al quale collabora lo stesso pontefice, è modificato più volte prima di essere finito nel marzo 1657. Bernini, attento agli effetti di percezione visiva e in grado di dominare le leggi della prospettiva ottica, concepisce un colonnato quasi ellittico, che abbraccia la piazza senza chiuderla e senza sovrapporsi agli edifici esistenti. La scelta strategica di unire questo spazio alla facciata della chiesa tramite due ulteriori ali di colonnato, avvicina apparentemente ancora di più la basilica alla piazza e all obelisco, che funge da asse prospettico. Il 28 agosto 1657 sono deposte a fondazione della struttura alcuni esemplari di una medaglia disegnata e modellata in cera da Bernini, e poi fusa da Morone. La medaglia (figg. 5-6) 15, datata 1657, ha al dritto il busto a destra di Alessandro VII, con camauro e mozzetta, e la leggenda VATICANI.TEMPLI.AREA.PORTICIBVS.ORNATA., completata da ALEX.VII.P.M. in un cartiglio sotto il taglio del busto; sul rovescio sono invece raffigurati, in visione prospettica e dall alto, piazza San Pietro con il nuovo colonnato, un unica fontana in asse centrale con l obelisco, e, sullo sfondo, la basilica 16. La leggenda FVNDAMENTA.EIVS. / IN.MONTIBVS.SANCTIS (Vulgata, Salmo 86, 1), inserita in un cartiglio a rotolo di pergamena che prosegue idealmente l andamento del colonnato, è attribuibile al latinista Lukas Holsten (1596-1661), bibliotecario vaticano dal 1636. Un autografo di Alessandro VII, con allegato un suo schizzo del colonnato, infatti, attesta l affidamento d incarico al canonico, oltre a descrivere le successive fasi di lavoro a cura di Bernini 17. Mentre la fusione di questa medaglia è attribuibile a Morone, le cui iniziali compaiono al dritto, sul taglio del busto dopo la data 18, non è certo a chi debba essere attribuita un altra medaglia senza firma e senza contorno perlinato, che ha un rovescio identico a questa, ma un dritto diverso nella scritta e nella forma del cartiglio, così come nel busto del papa, un poco più grande e stilisticamente migliore (figg. 7-8) 19 ; un ipotesi allettante potrebbe essere quella di attribuirla proprio a Bernini 20. Dieci anni dopo, conclusi i lavori, nuove medaglie celebrano la grandiosa trasformazione architettonica che ha modificato l approccio visivo con la chiesa più importante della Cristianità 21. Due medaglie, attribuibili a Gaspare Morone e datate al 1667, hanno al dritto il busto di Alessandro VII a sinistra, con tiara e piviale ornato dalle insegne Chigi, e la leggenda ALEXAN.VII.PONT - MAX.A.XII.. Al rovescio sono identiche nella raffigurazione prospettica e dall alto della basilica vaticana con il colonnato, l obelisco e le due fontane del progetto finale, mentre si differenziano per le leggende, che sono comunque le stesse delle medaglie di fondazione: in un caso FVNDAMENTA EIVS / IN MONTIBVS / SANCTIS è all esergo (figg. 9-10) 22 ; nell altro, FVNDA- MENTA EIVS IN MONTIBVS SANCTIS è disposta in circolo nel campo, mentre in esergo compare VATICANI TEMPLI / AREA PORTICIBVS / ORNATA (fig. 11) 23. 14. MCAB, n. 6238, Salina, AR-coniazione, Ø 38,5. Cfr. MCAB, n. 6237, Salina, AR-coniazione, Ø 37,5. Bartolotti, F.: op. cit., E 652; Miselli, op.cit., n. 469 e il riconio anacronistico n. 481, non attestato a Bologna, come la medaglia fusa dell ottavo anno che reca al dritto il papa a destra, con tiara e piviale, e la sola fontana al rovescio (n. 470). È inoltre opportuno citare un altra medaglia non esistente a Bologna, dell undicesimo anno dello stesso pontefice, che celebra l innalzamento dell obelisco di Piazza della Minerva sopra l elefantino ispirato a un immagine dell Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (n. 629). 15. MCAB, n. 6263, Salina, Ø 76,5. Cfr. MCAB, n. 175, Crescimbeni, AE-fusione, Ø 74. Parise, R.: L ideologia della Controriforma nelle medaglie del 600 e 700, Se non v è denar, l Arcadia è presto terminata. Simbolismo nelle monete e nelle medaglie tra Controriforma e Secolo dei Lumi, Padova, 1997, n. 148; Miselli, op.cit., nn. 549-450 e cfr. anche n. 657. 16. Esiste un altra medaglia detta di fondazione, che reca al dritto il busto del papa a sinistra e una diversa forma del cartiglio, mentre al rovescio la veduta prospettica e dall alto della piazza, con al centro l obelisco e di lato le due fontane del progetto finale. Varriano, J.: Alexander VII, Bernini and the Baroque Papal Medal, Italian Medals, Washington, 1987, p. 256, fig. 14; Vannel, F. e Toderi, G.: Medaglie e placchette del Museo Bardini di Firenze, Firenze, 1998, n. 92; Miselli, op.cit., n. 658. 17. Biblioteca Apostolica Vaticana, Chigi R VIII c, fig.11; Morello, G.: Documenti berniniani nella Biblioteca Apostolica Vaticana, Bernini in Vaticano, Roma, 1981, p. 318. 18. Sul taglio del busto, quindi, compare:.1657.g M.. 19. MCAB, n. 3538, Università, Ø 71,5. Cfr. MCAB, n. 2142, Palagi (?), Ø 70,5; Miselli, op.cit., n. 551. 20. Vannel, F. e Toderi, G.: La medaglia barocca in Toscana, Firenze, pp. 17-18; Idem (1998), op. cit., n. 79. 21. Va menzionata anche una medaglia annuale del settimo anno di Alessandro VII, mancante nelle collezioni bolognesi, che, prima di queste, celebra la fase più viva dei lavori. Bartolotti, F.: op. cit., E. 661a; Vannel, F. e Toderi, G.: op. cit. (1998), n. 81; Miselli, op. cit., n. 590. 22. MCAB, n. 1438, Palagi o duplicati Univ., AE-coniazione, ø 42. Cfr. MCAB, n. 3529, Università, AE-coniazione, ø 42; n. 6317, Salina, AEconiazione, ø 42,5; n. 6318, Salina, AE-coniazione, ø 40. Va segnalato un ibrido (MCAB, n. 6325, Salina, AE dorato-coniazione, ø 41,5), costituito dai rovesci di questa medaglia e di quella per la costruzione della cattedra di San Pietro; cfr. Vannel, F. e Toderi, G.: op. cit. (1998), n. 82; Miselli, op.cit., n. 635. 23. MCAB, n. 2141, Palagi (?), AE-coniazione, ø 41. Cfr. MCAB, n. 1439, Palagi o duplicati Univ., AE-coniazione, ø 40; n. 2140, Palagi (?), AE-coniazione, ø 41; n. 3530, Università, AE-coniazione, ø 40,5; n. 6315, Salina, AE-fusione, ø 40,5; n. 6316, Salina, AE-coniazione, ø 40,5; Miselli, op.cit., n. 636 e cfr. anche n. 659. 1739

Sempre durante il pontificato di Alessandro VII, un secondo obelisco di quelli innalzati da Sisto V, il Flaminio, diventa punto focale e prospettico privilegiato nella riconsiderazione spaziale e architettonica di un altra importante piazza romana. Nel 1658 il papa incarica Carlo Rainaldi (1611-1691) di costruire due chiese in Piazza del Popolo, Santa Maria di Montesanto e Santa Maria dei Miracoli. La fabbrica della prima inizia nel 1662 e, per l occasione, è creata una medaglia (figg. 12-13) 24 che ha al dritto il busto del papa a sinistra, con tiara e piviale, e la leggenda ALEX.VII.PONT.-MAX.A.VIII ; al rovescio, in primo piano e al centro, l obelisco Flaminio funge da asse simmetrico per le due chiese gemelle. La leggenda nel campo, SAPIENTIA IN PLATEIS DAT VOCEM SVAM (Proverbi, I, 20), rimarca il significato religioso che si attribuisce all impresa, mentre la data in esergo, MDCLXII., ripete in caratteri romani l anno espresso in cifre arabe al dritto, sotto il busto di Alessandro VII. A questa medaglia, attribuita a Gioacchino Francesco Travani, ma caratterizzata da un pittoricismo berniniano, ne va associata una seconda, di modulo poco inferiore e con la leggenda in esergo EQ:CAROLVS RAINALDVS / INVENTOR, che celebra la fondazione di Santa Maria di Montesanto tramandando il nome del suo primo architetto (fig. 14) 25, poi sostituito nel prosieguo dei lavori da Bernini e da Carlo Fontana. Per completare questo filone tematico, è opportuno menzionare una medaglia fusa (fig. 15) 26, emessa nel secondo anno di Innocenzo XII (1615-1700; papa dal 12 luglio 1691), quando il Palazzo di San Giovanni in Laterano è trasformato in ospizio per i poveri. La medaglia ha al dritto il busto del papa a destra, con camauro, mozzetta e stola, e la leggenda INNOCENTIVS.XII.PONT. OPTIM.MAXIM, completata da.an:ii., sotto il taglio del busto. Il suo rovescio reca ancora una volta un obelisco, il Laterano, che spicca nell insieme compositivo per la posizione centrale e il forte rilievo, elementi utili a ricucire la prospettiva delle due strutture architettoniche raffigurate sullo sfondo della piazza, il palazzo e la chiesa di San Giovanni, molto diverse e asimmetriche tra loro. La leggenda EGENOS.VAGOSQVE. INDVC. / IN.DOMVM.TVAM (Isaia, 58.7), inserita in un cartiglio a nastro in alto, ricorda l iscrizione apposta sul palazzo per volontà di Sisto V al tempo della sua costruzione. Se in tutte le medaglie esaminate sino a ora l iconografia dell obelisco occupa una posizione centrale o assiale da un punto di vista compositivo, in due opere successive, la prima di Gaspare Morone e la seconda di Giovanni Hamerani (1646-1701), perde tale collocazione per spostarsi lateralmente e mostrarsi solo in parte. Questo nuovo tipo di visione non sminuisce certo il suo significato simbolico, ormai tanto forte e intellegibile da essere sufficiente anche un solo accenno del monolite. La medaglia annuale di Morone (figg. 16-17) 27, che risale al secondo anno di Clemente IX (1600-1669; papa dal 20 giugno 1667) e commemora il successo ottenuto dal papa quale pacificatore di Francia e Spagna e quale promotore della Pace di Aquisgrana (2 maggio 1668), ne è un bell esempio. Al dritto compare il busto del pontefice a sinistra con camauro, mozzetta e stola, e la leggenda CLEM.IX.PONT -.MAX.AN.II, mentre il rovescio, che ha in esergo PACE POPVLIS SVIS / A DOMINO / CONCESSA., è caratterizzato da un notevole senso del movimento e non è privo di originali simmetrie. Il punto di vista dal quale si osserva la processione con il papa in primo piano a sinistra, i vescovi, il clero e gli armati, diretti in doppia fila verso San Pietro, si trova all interno dell ala destra del colonnato vaticano. Benché la basilica sia quasi completamente celata, non esistono dubbi sulla sua identità grazie alla raffigurazione della parte sinistra del portico e dell obelisco che ne sono diventati potenti segni identificativi. La prospettiva ardita e la necessità, per coloro che avanzano in processione, di superare a destra il monolite consentono di ribadire il senso di solidità, di fermezza e di affidabilità della Chiesa Romana, riassunte iconicamente dall obelisco, creando allo stesso tempo un duplice colonnato umano, speculare nell andamento a quello architettonico. Anche Giovanni Hamerani affida a un obelisco appena visibile sul rovescio della prima medaglia annuale di Clemente XI (1649-1721; papa dal 29 novembre 24. MCAB, n. 3518, Università, AE-fusione, ø 65,5. In Museo esiste una medaglia uniface dallo stesso rovescio (MCAB, n. 6303, Salina, AE-fusione, ø 65,5); Varriano, J.: Alexander VII, Bernini and the Baroque Papal Medal, Italian Medals, Washington, 1987, p. 259 e fig. 21; Miselli, op.cit., nn. 601 e var. 602. 25. MCAB, n. 3519, Università, AE-fusione, ø 63,5; Miselli, op.cit., n. 603. 26. MCAB, n. 3731, Università, AE dorato-fusione, ø 102,5. Cfr. MCAB, n. 6560, Salina, zinco-fusione, ø 103,5; n. 6561, Salina, AE-fusione, ø 101,5; n. 6562, Salina, AE dorato-fusione, ø 102,5. Vannel, F. e Toderi, G.: La medaglia barocca in Toscana, Firenze, 1987, p. 23, fig. 14; Miselli, W.: Il papato dal 1669 al 1700 attraverso le medaglie, Pavia, 2001, n. 307. 27. MCAB, n. 1918, Incerta, AE-coniazione, ø 33. Cfr. MCAB, n. 1453, Palagi o duplicati Univ., AE-coniazione, ø 34; n. 3560, Università, AE-coniazione, ø 33; n. 6343, Salina, AE-coniazione, ø 33,5; n. 6344, Salina, AR-coniazione, ø 33,5. Bartolotti, F.: op. cit., E 668 (la medaglia è datata al 1668). 1740

SUGGESTIONI CULTURALI E SOPRAVVIVENZE ICONOGRAFICHE DELL ANTICO EGITTO NELLA MEDAGLISTICA ITALIANA DEL XVII SECOLO 1700) (figg. 18-19) 28 lo stesso significato di fermezza, che in questo caso lo Stato della Chiesa e il suo pontefice devono avere nei confronti della turbolenta situazione politica europea, prefiggendosi il difficile obbiettivo di tutelare una pace a rischio per la successione sul trono di Spagna di Filippo d Angiò a Carlo II. La medaglia, che ha al dritto il busto di Clemente XI a sinistra, con tiara e piviale ornato da San Paolo, e la leggenda CLEMENS.XI -.PONT.MAX.ANNO.I., reca al rovescio la Chiesa genuflessa a sinistra, con lo sguardo volto al triangolo dello Spirito Santo e la mano sinistra sulla tiara; subito dietro, una tripla croce è appoggiata al basamento, con stemma Albani, di un obelisco appena visibile. Nonostante gli sforzi di Clemente XI, testimoniati dalla leggenda bene augurante.fiat.pax.svper ISRAEL (Salmo 125, 5), la guerra dilaga molto presto, dal 1701 al 1724, portando devastazione in tutta Europa. Per comprendere appieno questa medaglia, è utile menzionarne un altra, databile al diciottesimo anno di Clemente XI e a firma di Ferdinand de Saint Urbain (1658-1738) 29, che ribadisce lo stesso concetto. Infatti, al suo rovescio compaiono tre figure femminili, sedute attorno a un obelisco, di nuovo centrale: a sinistra la Religione o la Fede con la croce e il calice; al centro, la Fermezza con la destra appoggiata all obelisco; a destra, la Giustizia con scettro e bilancia. È la leggenda sopra di loro, ÆTERNA.FIRMITAS - ORBIS.ROMANI., a sottolineare la valenza semantica assunta dal monolite che, nello specifico, sembra riferirsi a una controversia tra il papa e Filippo V di Spagna per la nomina dell arcivescovo di Siviglia 30 ma che, più in generale, evoca le gravi preoccupazioni e le difficoltà affrontate proprio da Clemente XI dopo lo scoppio della guerra in Europa. L incidenza numerica degli obelischi nelle medaglie italiane diminuisce in maniera drastica durante il secolo successivo, in particolare nella seconda metà del XVIII secolo. Obelischi di vario tipo continueranno a essere utilizzati anche in età neoclassica per decorare fontane, giardini, scalinate, portali d ingresso e recinti, in molti casi privati, a Roma e altrove, ma saranno rappresentati su stampe, incisioni e pitture, solo di rado sulle medaglie, perché si attenua la loro importanza simbolica a favore di più generici significati decorativi e architettonici. Saranno altri i soggetti di ispirazione antico-egiziana prediletti dalla medaglistica, ma a questi si dedicherà un ulteriore capitolo della ricerca in corso. 28 MCAB, n. 3757, Università, AE dorato-coniazione, ø 31,5. Cfr. MCAB, n. 1545, Palagi o duplicati Univ., AE-coniazione, ø 32; n. 2554, Verzaglia-Rusconi, AE-coniazione, ø 32; n. 6608, Salina, AE dorato-coniazione, ø 31,5; n. 6609, Salina, AR-coniazione, ø 31,5. Bartolotti, F.: op. cit., E 701; Miselli, W.: Il Papato dal 1700 al 1730 attraverso le medaglie, Torino, 1997, n. 23. 29. La medaglia non è conservata nel Medagliere di Bologna, che possiede invece quella per l abate Jean Paul Bignon (1662-1743), sempre a firma di Ferdinand de Saint Urbain e dallo stesso rovescio (MCAB, n. 9643, Salina, AE-coniazione, ø 56). 30. Miselli, W.: Il Papato dal 1700 al 1730 attraverso le medaglie, Torino, 1997, n. 115 e n. 33. 1741

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