PROGETTO DI RICERCA FINANZIAMENTO «GIOVANI RICERCATORI»



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PROGETTO DI RICERCA FINANZIAMENTO «GIOVANI RICERCATORI» 1

Caterina Samà via Gregorio Aracri, 24, Squillace 88069 (CZ), 0961 912117 / 338 1791895 e-mail : caterinasama@libero.it Al Magnifico Rettore dell Università degli studi della Calabria, Area Ricerca Scientifica e Rapporti Comunitari via Pietro Bucci - 87036 Rende All attenzione del Direttore e prof. Giuseppe Roma, Dipartimento delle Archeologia e Storia della Arti. Roma, 01 marzo 2006 Progetto di Ricerca Il lavoro di ricerca del dottorato in Storia dell Arte Medievale, dal titolo : «La Calabria e gli Angiò : la scultura funeraria della nobiltà del Mezzogiorno (1266-1438)»), ha debuttato nel corso del DEA (diplôme d études approfondîtes), ed è stato il preludio d un progetto di tesi che ha come scopo principale di determinare la natura di un arte meridionale atipica nei linguaggi formali ed iconografici dal resto dell arte medievale italiana attraverso lo studio: - degli scambi reciproci - artistico-culturale se esistiti tra i grandi maestri italiani e stranieri nel Regno di Napoli - e più esattamente nel territorio della Calabria medievale - al tempo della dominazione degli Angiò; - e l affermazione di un arte indipendente alle influenze straniere ma derivata da una cultura e una tradizione molto più antica e ben radicata nel territorio calabrese. La scultura funeraria d epoca angioina e durazzesca (1266-1438) fa parte dell importante patrimonio artistico-figurativo del Mezzogiorno e, presente nel corso dei secoli, occupa nel campo della storia dell arte un ruolo determinante. Dal XIII al XV 2

secolo, questi avvenimenti storici si rivelano determinanti per Napoli e per il Mezzogiorno, che vive uno dei periodi artistici più belli della sua storia. Il gusto pronunciato dei committenti per la cultura transalpina, l importanza storica e simbolica attribuita alle arti figurative e alla preziosità dei materiali utilizzati testimoniano dell influenza che la Casa d Angiò ha avuto non solo nella capitale, Napoli, ma anche nel resto del Mezzogiorno. Le sepolture della nobiltà calabrese, d epoca angioina, testimoniano in modo significativo questa nuova visione artistica. La quantità considerevole di documenti custoditi a Napoli e nelle regioni vicine (archivi angioini, archivi diocesani, opere letterarie, atti notarili ) possono permetterci di ricostruire una parte importante della produzione artistica dell epoca angioina intorno a Napoli. Attraverso lo studio delle tombe è possibile ristabilire il percorso e la produzione d artisti dell epoca (realizzate da artisti come Tino di Camaino, Pacio e Giovanni Bertini), incontrando numerosi problemi di datazione e di attribuzione riguardante queste opere d arte. La produzione dei monumenti funebri di differenti tipologie è legata alla storia delle famiglie della nobiltà angioina nel territorio calabrese e non solo (Sanseverino, Sangineto, Ruffo ). Purtroppo, queste tombe manipolate, decomposte e disperse su tutto il territorio calabrese, attualmente non si presentano sotto il loro aspetto d origine. I punti fondamentali che verranno sviluppati e approfonditi nel corso della ricerca sono : La ricostituzione e l analisi storica della nascita e della diffusione delle nuove soluzioni artistiche negli eterogenei ambiti dell arte (e specialmente nella scultura) e gli scambi culturali - capitale-periferia - tra Napoli, considerata come centro di diffusione, e le regioni limitrofe, come la Calabria. La ricostruzione del percorso storico di alcune famiglie autoctone devenute fedeli agli angioini e il ruolo che occupano nel campo politico-culturale calabrese. La costituzione di un catalogo archeologico integrato alla tesi, documentato di foto, didiscalie e localizzazione (si ricorda che il corpus di foto interessate alla scultura 3

funeraria è minima e di pessima qualità). Attraverso la costituzione del catalogo fotografico è possibile sviluppare alcune problematiche quali : La ricostruzione degli avvenimenti che interessano i monumenti architettonici e scultorei che fanno parte di complessi di architettura religiosa e non nel territorio; Attraverso un analisi dettagliata dei reperti archeologici quali frammenti e complessi monumentali (foto, misure e posizione attuale delle opere all interno o esterno del sito in cui sono collocate) per costituire un corpus di schede dettagliate dell attuale patrimonio artistico; La ricostituzione attraverso lo studio approfondito degli archivi diocesani e di stato concernenti la Calabria degli avvenimenti che hanno contribuito alla creazione di monumenti funerari (come cappelle e tombe). Le asserzioni dateci da questa fase di lavoro sul territorio, ci permettono di ricostruire un immagine fedele di queste sepolture, nel corso dei secoli precedenti, e ci danno le prove formali della struttura delle tombe e della posizione che queste occupavano all interno degli edifici sacri ed eventuali spostamenti. Fino ad oggi, la documentazione d archivi che interessa la Calabria è stata raramente consultata e la stessa è stata considerata, da alcuni ricercatori, quasi inesistente. Tuttavia, i numerosi documenti esistenti non sono stati ancora oggetto di approfonditi studi. Eppure lo sfoglio di questi reperti cartacei dovrà rivelare dati interessanti sull origine dei committenti, oltre a quella delle famiglie devote agli Angiò, e chiarire le leggende che aleggiano in questi territori. I preliminari della ricerca, sopra enunciati, lasciano intravedere l esistenza di un arte indipendente e ricca nelle sue soluzioni artistiche tipiche di questa regione e che non hanno obbligatoriamente legami con l arte napoletana. Ciò permette di verificare l ipotesi d un linguaggio stilistico indipendente che esisterebbe oltre le mura della capitale, Napoli ; un confronto degno di attenzione può essere fatto tra la produzione scultorea e la produzione pittorica del mondo angioino. È quindi posssibile constatare come tale produzione artistica, specialmente nelle arti figurative sia stata ricca e atipica, 4

al punto che può essere considerata come un genere autonomo e rievocatore della vicina cultura transalpina. In effetti, i temi iconografici possono essere arricchiti per la presenza di dettagli singolari, per le caratteristiche tecniche proprie e infine per l intervento di materiali specifici. Lo sviluppo del soggetto preso in esame segue una metodologia ben precisa, di confronto, ove è indispensabile legare l opera d arte al suo contesto storico-geografico. I probabili risultati attesi da questa fase di ricerca sono diversi e comunque poco prevedibili. Naturalmente, la possibilità di sviluppare le sopra citate problematiche puo oscillare in due differenti tesi, come: l affermazione di un arte veramente atipica e indipendente alle forti correnti artistiche dell epoca medievale presenti nella capitale angioina, Napoli. E la conferma di quanto questa tesi vuole dimostrare che, la Calabria, in quanto terra di milis, non aveva bisogno di impossessarsi di linguaggi iconografici propri a Napoli o alla vicina Sicilia, in quanto possedeva un proprio linguaggio iconografico e una propria tradizione figurativa non per forza identificabile al resto del Mezzogiorno. la conferma dell esistenza delle influenze tinesche e, non soltanto, ma anche francesi nel territorio calabrese. Quindi verificare l esistenza di un flusso migratorio di artisti che si siano spostati da Napoli verso la Calabria o, addirittura, l esclusiva fattura di opere create nella capitale e poi fatte veicolare nei luoghi in cui oggi si trovano. Queste due tesi, completamente opposte, sono state centro di forti scontri tra gli storici dell arte e l inadeguatezza di uno studio approfondito ha lasciato tale querelle sospesa. Si vuole, quindi, in questo contesto cercare di provare l attendibilità di una delle due tesi e cercare, con i mezzi in nostra possessione, di valorizzare l arte medievale calabrese per la sua ricchezza e la singolarità. In fede Caterina Samà 5