4- PIANTA DELL OLIVO



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4- PIANTA DELL OLIVO CICLO BIOLOGICO: L'olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae. La pianta comincia a fruttificare verso il 3º-4º anno, inizia la piena produttività verso il 9º-10º anno; la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un olivo può vivere anche mille anni. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono molto superficiali ed espanse, in genere non si spingono mai oltre i 60 100 cm di profondità. La malattia si sviluppa dall'autunno sino alla primavera e va soggetta ad una lunga stasi estiva negli ambienti ad inverno meno rigido, mentre presenta una più netta stasi invernale nelle zone a clima freddo. L'inoculo (conidi) per le infezioni primarie proviene principalmente dalle foglie infette che rimangono attaccate su rami durante l'inverno o l'estate. CONIDI: I conidi, preso contatto con l'ospite, se le condizioni ambientali sono favorevoli, germinano ed emettono un pro-micelio che perfora attivamente la cuticola e poi si diffonde e si sviluppa negli spazi dello spessore sottocuticolare. Questi patogeni vengono chiamati parassiti sub-cuticolari.

La particolare localizzazione del micelio, sub-cuticolare, è dovuta alle particolari condizioni favorevoli incontrate quali: il nutrimento necessario alla sua crescita che ricava dalla degradazione della parete cellulare (cutina, cere, lipidi, cellulosa, pectina) e la protezione da parte della grossa cuticola che lo protegge dalla disidratazione e dalle radiazioni. Il fungo non riesce a penetrare nel sottostante mesofillo in quanto è ostacolato dalla reazione di difesa antifungina della pianta con accumulo di composti fenolici. A completamento del suo sviluppo sub-cuticolare, il fungo differenzia rami miceliali che fuoriescono dalla cuticola e danno luogo ai nuovi conidiofori che portano conidi bicellulari. L'aspetto vellutato delle macchie fogliari è dovuto,appunto, alle fruttificazioni del patogeno. La durata del periodo di incubazione, dalla penetrazione alla comparsa dei sintomi, è piuttosto variabile: da circa due settimane, se le condizioni sono favorevoli ad alcuni mesi, se dopo l'infezione sopravviene un periodo caldo asciutto (stasi estiva), o freddo (stasi invernale). I conidi che distaccano dalle ife conidiofori perdono la loro capacità di germinare in pochi giorni. Ma il fungo continua a produrre facilmente nuovi conidi dalle macchie fogliari soprattutto dopo una pioggia che può corrispondere a un'infezione. L'acqua di pioggia favorisce il distacco e la disseminazione dei conidi, che riescono poi a germinare purché la superficie fogliare si mantenga bagnata per diverse ore o che l'umidità sia prossima alla saturazione e i livelli termici siano compresi tra 2 e 30 C con un ottimo fra 18 e 20 C. I propaguli del fungo vengono normalmente trasportati dal vento inglobati in goccioline d'acqua, ma anche semplicemente dal vento, oppure disseminati da insetti (Ectopsocusbriggsi). Le infezioni in atto possono essere evidenziate anche prima della comparsa dei sintomi mediante l'immersione delle foglie in soluzione acquosa al 5% di idrato di sodio o potassico per 2-3 minuti a temperatura ambiente per le foglie giovani, a 50 C per le foglie adulte. FUSTO: Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro, il legno è molto duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, dette ovoli, da cui sono emessi ogni anno numerosi polloni basali. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere pendule o patenti (disposte orizzontalmente rispetto al fusto) secondo la varietà.

È una piantasempreverde, la cui attività è pressoché continua con attenuazione nel periodo invernale. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto. La pagina inferiore è di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. Le gemme sono per lo più di tipo ascellare. FIORE: Il fiore è ermafrodito, piccolo, con calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. I fiori sono raggruppati in numero di 10-15 in infiorescenze a grappolo, chiamate mignole, emesse all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. La mignolatura ha inizio verso marzo-aprile. La fioritura vera e propria avviene, secondo le cultivar e le zone, da maggio alla prima metà di giugno. FRUTTO: Il frutto è una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica, del peso di 1-6 grammi secondo la varietà, la tecnica colturale adottata e l'andamento climatico. L albero alto fino 10 m, con chioma densa molto espansa. Il tronco, inizialmente cilindrico e diritto, diviene con l età possente, contorto e nodoso. Le foglie persistenti, opposte e brevemente picciolate lunga fino a 8 cm. I fiori di colore bianco riunite in piccole pannocchie ascellari. L impollinazione è anemofila. Il frutto è una drupa tondeggiante verde da acerba, nera e lucida a maturazione. La longevità dell olivo è sottolineata dalle contorsioni e delle rugosità del tronco. Domesticato nell area mediterranea da non meno di 5000 anni, ne è divenuto uno dei simboli più maestosi.

La macchia mediterranea in cui è diffusa la pianta dell olivo: DANNI: La malattia si manifesta con la caduta delle foglie che, oltre a ridurre la capacità fotosintetica della pianta, condiziona la sua successiva evoluzione delle gemme ascellari, impedendo così la produzione di rami a frutto con conseguente riduzione della produzione dell'anno successivo. Inoltre, in conseguenza di ripetuti attacchi di S. oleaginea, la defogliazione porta ad un generale indebolimento della pianta e ad un progressivo disseccamento di una parte dei rami e delle branche. In generale, i danni provocati dalla malattia dipendono dalle condizioni climatiche e dallo stato di suscettibilità delle piante. La suscettibilità delle piante è varia per le diverse cultivar di olivo ed è maggiore nei soggetti già debilitati per altre cause (marciumi radicali, olivi potati male o non potati). LOTTA AGRONOMICA: La lotta agronomica si avvale di misure preventive come: evitare un eccesso di concimazione azotata; effettuare adeguate potature in modo da alleggerirne le chiome e permettere il passaggio dell'aria e della luce. LOTTA CHIMICA:

Si effettuano trattamenti preventivi con fungicidi da fare specialmente dopo periodi di bagnatura prolungata delle foglie. I prodotti da utilizzare sono: Rameici: ossicloruri di rame e poltiglia bordolese. Dodina I trattamenti a base di rame sono consigliabili nelle annate di scarica, in quanto provocano una intensa caduta delle foglie infette con riduzione dell'inoculo a causa dell'azione tossica svolta dal rame che entra nel mesofillo attraverso le numerose aperture provocate dal fungo. Nelle annate di carica, invece, è consigliabile ricorrere alla Dodina oppure a nuovi formulati in quanto i prodotti cuprici interferiscono negativamente sulla differenziazione delle gemme a fiore. Fra i diversi formulati rameici si darà la preferenza a quelli con un minore indice di fitotossicità e maggiore efficacia come gli ossicloruri. In generale, si possono consigliare due trattamenti annuali eseguiti rispettivamente in primavera (prima del risveglio vegetativo) ed in autunno (Italia Centro-Settentrionale) oppure tre trattamenti: uno verso la fine di febbraio, un altro all'inizio di ottobre e il terzo nel tardo autunno, cioè in dicembre (Meridione). I FRUTTI

LE FOGLIE I FIORI