Corso di fotografia di base 2012



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Corso di fotografia di base 2012 Lezione 3 - Controllo nitidezza, bilanciamento cromatico 1 Controllo della nitidezza Una delle prime cose che si notano nella fotografia è la ricchezza di dettagli ben definiti e riconoscibili (almeno) del soggetto. Se una parte importante dell immagine non risulta nitida, l occhio immediatamente è veicolato in quella zona per cercare di ricostruirla mentalmente. Lo scopo principale del controllo della nitidezza è quello di far sì che le immagini siano nitide laddove necessario o desiderato. La nitidezza è un processo realizzato attraverso il contributo di più fattori: 1) Fuoco 2) Profondità di campo 3) Movimento della fotocamera 4) Movimento del soggetto 2 1

Controllo della nitidezza - Fuoco Se nell immagine non c è nessun punto nitido oppure ci sono parti nitide ma non lo è il soggetto principale, allora il fotogramma è stato focheggiato in maniera errata. http://www.digital-photography-school.com/ out-of-focus-photos http://www.juzaphoto.com/topic2. php?f= 23&t= 27323 3 Controllo della nitidezza Profondità di campo Se il soggetto principale è a fuoco ma alcune parti risultano poco definite sia davanti che dietro di esso, allora la zona di sufficiente nitidezza è poco estesa e quindi occorre dare maggiore profondità di campo. http://www.canonclubitalia.com/publi c/forum/foto -macro-poca -profondita-di -ca-t285 797.ht ml http://www.hwupgrade.it/forum/showthrea d.php?t=234 0863 &page =36 http://bareden.sytes.net/forum/photoshow -600 mm-t657 9.ht ml http://www.nikonclub.it/forum/lofiversion/index. php/t8905 8-45 1.ht ml 4 2

Controllo della nitidezza Movimento della fotocamera Se l immagine è confusa, offuscata, con forme indistinte su tutta l estensione allora la fotocamera è stata sicuramente spostata durante la fase di acquisizione (otturatore aperto). http://www.soulwomanphoto. com/bl og/tecnica -fotogra fica/te mpo-di-sicur ezza -e-mi cromosso/ http://www.fotoimmaginigratis.com/ 2010/ 07/scia-l umi nosa.html http://fotografia.deagostinipassion.com/gallery/image /amare na-mi cromossa -uff-il -vento 5 Controllo della nitidezza Movimento del soggetto Se alcune parti dell immagine sono ben definite ma il soggetto è spalmato sulla foto senza essere riconoscibile, allora è stato usato un tempo di scatto eccessivamente lungo. http://www.nital.it/corso-fotografia -nikon/lezi one2 -esposi zione.php http://www.provediemozioni.it/blog/i nde x. php/2009 /04/09 /la-tripla -il-diafra mma-l otturatore-la -se nsibilita/ http://www.fotografia-digitale.info/te cniche/ 1178/ panning-per -fotografare -in-movime nto/ http://gabrielebusi.blogspot.com/ http://www.flickr.com/photos/wvs/859 3342/ sizes/ o/i n/photostream/ 6 3

Controllo della nitidezza Scelta del tempo La principale causa di foto non nitide risiede nei movimenti involontari della fotocamera durante lo scatto. Se da un lato si possono ridurre gli effetti impugnando con maggior decisione la fotocamera dall altro, con l utilizzo di tempi lenti o con l uso di focali lunghe, è senza dubbio necessario l uso di un supporto. Una regola empirica che è universalmente accettata per evitare il mosso più fastidioso (micromosso) è quella di utilizzare un tempo di scatto non superiore all inverso della focale quando si fotografa a mano libera. Ad esempio utilizzando un obiettivo da 300 mm, per evitare che le naturali vibrazioni trasmesse dal fotografo si possano percepire rendendo l immagine non gradevole, è bene utilizzare un tempo di scatto non superiore ad 1/300. Per questo calcolo deve essere utilizzata la focale equivalente, cioè la focale reale dell ottica moltiplicata per il fattore di scala del sensore o della dimensione del fotogramma nel caso di pellicola. Una fotocamera APS-C (DX) ha un fattore di scala (fattore di crop) di 1.6 (1.5), per cui i 300 mm di focale reale devono essere considerati rispettivamente 480 mm (450 mm) ed il tempo minimo di scatto diviene 1/500 in entrambi i casi. 7 Controllo della nitidezza Scelta del tempo La regola dell inverso della focale è valida in generale senza tenere conto: Stabilità minore o maggiore del fotografo rispetto ai valori medi (anche trattenendo il respiro) Eventuale stabilizzazione ottica dell obiettivo (obiettivi IS, VR, OS) o stabilizzazione sul sensore (2, 3, 4 stop) Limite inferiore al mosso anche con focali molto corte (anche con un 24 mm è bene non scendere sotto 1/50) L utilizzo di un monopiede incrementa la stabilità almeno al pari di uno stabilizzatore ottico riducendo le vibrazioni verticali. L incremento della sensibilità ISO consente di ridurre il tempo di scatto. Ad ogni raddoppio della sensibilità corrisponde uno stop recuperabile sul tempo di scatto. 8 4

Controllo della nitidezza Scelta del tempo Se il soggetto ritratto è in movimento esso lascia un effetto scia (che occorre limitare) su uno sfondo immobile ed occorre pertanto scegliere un tempo di esposizione in grado di mantenere leggibile l immagine. Per questo scopo occorre usare il giusto tempo di scatto, sufficiente ad impressionare l effetto mosso mantenendo ancora perfettamente leggibile il soggetto, in modo che l otturatore si apra e si chiuda prima che esso, sul sensore o fotogramma, sia mosso di un ammontare significativo. La scelta del corretto tempo di scatto è subordinato a svariati fattori, richiedendo molta esperienza per capire in anticipo come ottenere l effetto desiderato. I principali fattori che condizionano la scelta del tempo sono: Velocità del soggetto Direzione del movimento Distanza dal soggetto e lunghezza focale delle lenti 9 Controllo della nitidezza Scelta del tempo Velocità del soggetto. Più velocemente si muove il soggetto, più breve deve essere il tempo di scatto per mantenere accettabile la percezione della forma dello stesso. Comunque non è la sola velocità del soggetto nel mondo reale che determina la confusione delle forme, ma dipende da quanto esso si muove velocemente sul sensore o sul fotogramma durante l esposizione. 10 5

Controllo della nitidezza Scelta del tempo Direzione del movimento. Quando l otturatore è aperto un soggetto che si muove parallelamente al sensore attraversa più elementi fotosensibili e risulta più indefinito di un soggetto che si muove verso il fotografo o che si allontana da esso. Un soggetto che si muove lungo tutto il fotogramma lascia una scia molto lunga e confusa richiedendo un tempo di scatto molto breve per bloccare con sufficiente margine l azione. Un soggetto che si muove in direzione della fotocamera evidenzia il movimento e le forme meno definite in un area molto più piccola, consentendo tempi più lenti per fermare l azione con 11 margine sufficiente. Controllo della nitidezza Scelta del tempo Distanza dal soggetto e lunghezza focale. Se il soggetto è vicino alla fotocamera, persino un movimento ridotto è sufficiente a generare delle forme confuse nell immagine. Se invece il soggetto è lontano dalla fotocamera allora può muoversi anche considerevolmente prima che sia evidente nella scena ripresa. Anche la lunghezza focale può influire sulla distanza apparente del soggetto. Per questa ragione con le focali più lunghe è necessario utilizzare tempi più brevi pur riprendendo le stesse scene. La parte più vicina alla fotocamera risulta più mossa della parte più lontana anche se il treno si muove alla stessa velocità in ogni punto. 12 6

Controllo della nitidezza Scelta del tempo Tabella riepilogativa. 13 Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Fuoco. La nitidezza di una scena ripresa con la fotocamera non corrisponde a quella vista dall occhio umano, che fornisce uno scenario in cui tutto è a fuoco. Le lenti (fotografiche) individuano una parte della scena nel fuoco più nitido e definito possibile. Questa parte della scena cade nel cosiddetto piano di fuoco. I soggetti che cadono nel piano di fuoco corrispondono alla parte più nitida dell immagine. Piano di fuoco (critico) Oggetto sul quale è stato scelto il fuoco Il piano di fuoco è da considerare una fetta estremamente sottile e piatta della scena ripresa dalla fotocamera. Gli oggetti che cadono esattamente su questo piano immaginario (tutti equidistanti dalla fotocamera) saranno contraddistinti dal maggior grado di dettaglio possibile. Puntando la fotocamera su oggetti a varie distanze il sensore AF sposterà in avanti ed indietro il piano focale. 14 7

Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Profondità di campo. Guardando le immagini si notano zone più o meno ampie della scena ripresa che appaiono nitide. Sebbene solo un piano (il piano di fuoco) possa essere considerato perfettamente nitido, altre parti della scena, sia di fronte che dietro di esso si possono ritenere sufficientemente nitide. Quest area nella quale tutto appare accettabilmente ben definito è detta profondità di campo (depth of field). Oggetto sul quale è stato scelto il fuoco Profondità di campo Gli oggetti entro la profondità di campo divengono progressivamente meno nitidi all allontanarsi dal piano di fuoco. Piano di fuoco (critico) Se si desidera avere a fuoco una zona Generalmente la maggiore occorre aumentare la profondità di campo profondità di campo, mentre se si cade per 1/3 di desidera una profondità di campo fronte al piano di minore (fuoco selettivo), occorre fuoco e per 2/3 diminuire la profondità di campo. dietro di esso. 15 Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Controllo della profondità di campo. La nitidezza o l assenza di nitidezza si notano immediatamente guardando le immagini. Quando viene eseguito un ritratto si desidera che solo quella persona sia nella zona di accettabile nitidezza, mentre si desidera che lo sfondo, che può distrarre, sia poco definito. Quando si riprende un paesaggio, invece, si desidera che tutto quanto sia a fuoco, dal primo piano alla linea dell orizzonte. Per ottenere l effetto desiderato (entro i limiti imposti dall attrezzatura fotografica) occorre controllare la profondità di campo. 16 8

Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Controllo della profondità di campo. Per controllare la profondità di campo occorre agire su tre fattori: 1. Apertura del diaframma Riducendo l apertura (f/x con X crescente) si estende la profondità di campo, mentre aumentando l apertura la profondità di campo decresce. 2. Distanza dal soggetto Allontanandosi dal soggetto che si intende ritrarre la profondità di campo aumenta, mentre avvicinandosi si riduce. 3. Lunghezza focale della lente L utilizzo di focali corte (che riprendono una scena più ampia) aumenta la profondità di campo, mentre l uso di focali lunghe la riduce. Nota. Gli effetti sulla pdc dati dalla distanza dal soggetto e dalla lunghezza focale della lente discendono da un concetto comune che è il rapporto di riproduzione. In effetti, fissato il valore di apertura del diaframma, non vi è alcuna differenza di profondità di campo se la stessa scena viene ripresa con un 50mm ad una certa distanza e con un 200 mm ad una distanza quadrupla. 17 Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Controllo della profondità di campo. Ciascuno dei tre fattori influisce sulla profondità di campo, e l effetto è ancora più pronunciato sfruttandoli in combinazione. Si ha la massima pdc (dof) quando si è lontani dal soggetto utilizzando un grandangolo con piccola apertura (F/X grande). Si ha la minima pdc quando si è prossimi al soggetto utilizzando un teleobiettivo alla sua massima apertura. 18 9

Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Facoltativo Relazione tra pdc e apertura del diaframma. La zona di accettabile nitidezza o pdc è stabilita dalla percezione dell occhio umano. Tale organo non è in grado distinguere, fissata una certa distanza di osservazione, dettagli di dimensione inferiori ad una certa grandezza. Osservando una stampa di 20x25 centimetri da una distanza di circa 30 centimetri, tutti i cerchietti di diametro pari o inferiore a 0.25 millimetri appaiono come puntiformi. Per osservare l influenza di questo valore minimo di dettaglio sul sensore o sulla pellicola occorre fare riferimento al suo formato perché quel dettaglio stampato si riduce proporzionalmente alla dimensione dell elemento di ripresa. Perciò ogni formato ha il suo cerchio di confusione. 19 Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Facoltativo Relazione tra pdc e apertura del diaframma. Per determinare il cerchio (o circolo) di confusione occorre calcolare il rapporto di ingrandimento lineare tra ciò che il sensore o la pellicola rileva e la stampa presa come riferimento (20x25 cm). Prima di tutto si calcola il rapporto di ingrandimento per le aree: 2 Areadistampa 250 200mm 50000 2 Areafotogramma L Hmm sensore L Hmm sensore RA 2 Nel caso di formati diversi si hanno i seguenti diversi rapporti di ingrandimento tra le aree: -Formato Full Frame (FF) 24x36mm: -Formato APS-C (Canon) 22.2x14.8mm: 2 50000mm 50000 57.87 24 36mm 864 2 50000mm 50000 RA 152.18 2 14.8 22.2mm 328.56 RA 2 Il rapporto di ingrandimento lineare si ottiene come radice quadrata: Nei due precedenti casi si ottiene un rapporto pari a 7.6 e 12.3 Il cerchio di confusione è pari al minimo dettaglio che si può scorgere impressionato sul sensore o sulla pellicola, cioè 0.25mm / R. Nei due casi esaminati il circolo di confusione vale rispettivamente 0.03 mm e 0.02mm. 20 R RA 10

Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Facoltativo Relazione tra pdc e apertura del diaframma. Il cerchio di confusione sul sensore o sulla pellicola rappresenta il minimo dettaglio distinguibile in stampa e quindi il limite per la zona di sufficiente nitidezza. Il limite della zona di sufficiente nitidezza varia con l apertura del diaframma: Piano di fuoco. P Sistema ottico (lenti dell obiettivo) Diaframma dell obiettivo Proiezione del piano di fuoco sul sensore Diametro cerchio di confusione Asse ottico. Tutto ciò che si estende di fronte e dietro al piano di fuoco è sufficientemente nitido se sul sensore ha una dimensione inferiore al circolo di confusione. Piano di fuoco. P Sistema ottico (lenti dell obiettivo) Diaframma dell obiettivo PdC Proiezione del piano di fuoco sul sensore Asse ottico. Il diametro del circolo di confusione dipende dalla dimensione del sensore (o della pellicola). Per questo motivo le compatte generano immagini con una pdc elevata anche alla massima apertura. PdC 21 Controllo della nitidezza Fuoco e profondità di campo Effetto della chiusura del diaframma sulla pdc. f/2 f/22 Anche lo sfondo, con la sua disomogeneità, è visibile. 22 11

Controllo della nitidezza Tecniche di messa a fuoco Ci sono essenzialmente due modi di focheggiare: 1) Utilizzando l autofocus 2) In modalità manuale L uso dell AF (Auto-Focus) per quanto sia estremamente pratico, in particolari occasioni può perdere di affidabilità e può non essere in grado di mettere a fuoco. Ciò può avvenire: - Soggetti dotati di scarso contrasto, come elementi dotati di colore uniforme - Soggetti illuminati da dietro o caratterizzati da superfici riflettenti - Soggetti posti in luoghi scarsamente illuminati - Soggetti che si sovrappongono a varie distanze o con motivi ripetitivi In tali circostanze si può procedere scegliendo un unico punto di messa a fuoco tra tutti quelli disponibili ed utilizzare solo quello (magari quello centrale in genere più preciso) oppure passare alla messa a fuoco manuale (se le circostanze lo consentono). Le modalità principali di utilizzo dell autofocus sono: a) One Shot (scatto singolo) b) AI Servo AF (con l uso di algoritmi di predizione del movimento riesce a scattare mettendo a fuoco continuamente il soggetto agganciato dal sensore AF). 23 I sensori (e le pellicole) sono progettati per riprodurre fedelmente i colori della scena. Ci sono comunque molte variabili che condizionano l immagine finale, ma sicuramente i risultati dipendono moltissimo dall accuratezza dell esposizione e dalla gestione del bilanciamento del bianco. Con le pellicole i fotografi erano costretti a provarne molte e a conoscerne in profondità i pregi ed i difetti prima di scegliere quelle preferite. Le caratteristiche di ciascuno di questi film sono fissate e la risposta ai colori è costante per tutto il rullino (ISO e risposta cromatica). La fotografia digitale, in questo senso, ha ampliato le possibilità, consentendo di scegliere per il singolo scatto il bilanciamento del bianco (e la sensibilità ISO). 24 12

La luce solare o delle lampade appare senza particolari colorazioni. Se la luce viene fatta passare attraverso un prisma si vedono invece le singole componenti. Ogni fonte luminosa, analizzata attraverso un prisma, mostra una diversa miscelazione delle componenti (ampiezza delle bande colorate). La luce del sole di mezzogiorno, ad esempio, ha una banda blu più ampia della luce presente al tramonto o di una lampada. Per riprodurre ciò che appare all occhio umano come un normale o accurato bilanciamento del bianco, l immagine catturata deve contenere i colori della scena originale. Questi colori sono condizionati dal colore della sorgente luminosa che li irradia. 25 Bilanciamento del bianco. Un modo per descrivere il colore di una sorgente luminosa è quello della sua temperatura colore, specificata in gradi Kelvin ( K). La scala dei colori della temperatura varia dalla luce rossa per arrivare alla luce blu. La luce diurna ha una temperatura di circa 5000-5500 K e non aggiunge dominanti alle immagini. Se non viene opportunamente aggiustato il bilanciamento del bianco, le sorgenti luminose con bassa temperatura colore aggiungono una giallo-rossa, mentre le sorgenti con elevata temperatura colore aggiungono dominanti blu. Per impostare i colori cosicché le foto siano senza dominanti (come quelle scattate all aperto a mezzogiorno) occorre usare il sistema del bilanciamento del bianco. 26 13

Bilanciamento del bianco. Con le fotocamere digitali (reflex e alcune bridge), scattando in formato RAW, è possibile impostare il bilanciamento del bianco persino durante la fase di post-produzione (al computer), ma anche scattando in formato jpeg è possibile impostare il bilanciamento del bianco durante la fase di scatto (ciò equivale ad avere una gamma completa di pellicole della fotografia analogica). Ci sono vari preset per il bilanciamento del bianco che influiscono sulle impostazioni di temperatura colore e di tinta (regolazione delle dominanti virando verso il verde o verso il rosso il bilanciamento dato dalla temperatura colore). 27 Bilanciamento del bianco. 28 14

Bilanciamento del bianco. E possibile utilizzare dei profili per la fotocamera da richiamare in funzione della sessione di scatto, per rendere (quasi) immediato e sistematico il bilanciamento del bianco almeno per il valore della tinta (aggiustamento delle dominanti). Ci sono vari modi di profilare la fotocamera, ma senza dubbio il sistema migliore è quello di usare il colorchecker, un cartoncino con una serie di colori dai pigmenti noti che, utilizzato assieme ad un apposito software, riesce a stabilire la polarizzazione cromatica della fotocamera e di conseguenza a proporre una correzione di tinta in grado di neutralizzare le dominanti. Funziona solo in modalità RAW. 29 Bilanciamento del bianco - Esempio. Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più bassa il sistema cerca di togliere una giallo-rossa che non c è e l immagine acquisisce una blu. 5000 K -> 2850 (Dominanti blu) 30 15

Bilanciamento del bianco - Esempio. 5000 K -> 3800 e correzione di tinta verso il rosso (Dominanti azzurro-viola) Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più bassa il sistema cerca di togliere una giallo-rossa che non c è e l immagine acquisisce una azzurra. 31 Bilanciamento del bianco - Esempio. 5000 K -> 5500 e correzione di tinta verso il rosso (dominanti giallo-arancio) Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più alta il sistema cerca di togliere una azzurra che non c è e l immagine acquisisce una gialla. 32 16

Bilanciamento del bianco - Esempio. 5000 K -> 5500 ( giallo-verde) Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più alta il sistema cerca di togliere una azzurra che non c è e l immagine acquisisce una gialla. 33 Bilanciamento del bianco - Esempio. 5000 K -> 6500 e correzione di tinta verso il rosso (dominanti giallo-magenta) Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più alta il sistema cerca di togliere una azzurra che non c è e l immagine acquisisce una gialla. 34 17

Bilanciamento del bianco - Esempio. Foto scattata in luce diurna (circa 5000 K). Applicando un bilanciamento del bianco adatto ad una sorgente luminosa con temperatura più alta il sistema cerca di togliere una azzurra che non c è e l immagine acquisisce una gialla. 5000 K -> 7500 e correzione di tinta verso il rosso (dominanti marcatamente giallo-magenta) 35 Bilanciamento del bianco - Esempio. Questa condizione è stata determinata automaticamente dal software di elaborazione RAW tramite il profilo fornito con il ColorChecker. Come si può notare il bianco non ha alcuna. 36 18

Controllo della nitidezza, della luce e del colore Bibliografia 1. A short Course in Canon EOS 40D Photography Dennis P. Curtin 2. Fotografia Teoria e pratica della Reflex Giulio Forti Editrice Reflex 3. La fotografia applicata alle scienze dei beni culturali Paolo Chistè - http://people.lett.unitn.it/fotografia/corsofoto.htm 4. DofMaster (http://www.dofmaster.com/dofjs.html) 37 19