LA CHIESA DI SAN ROCCO IN PORTIS VECCHIO
Da LE CHIESETTE VOTIVE FRIULI del 1972 di Giuseppe Marchetti Foto del 1913 Centro regionale dei beni culturali In prima copertina : SAN ROCCO in un acquerello del 1918 di GIOVANNI BELLINA (FRANZ). Esposto nella Nationalbibliothek Wien.
L idea di un gruppo di amici, che memori della loro fanciullezza trascorsa a Portis hanno voluto far rinascere la chiesetta di San Rocco, si è concretizzata. Grazie al lavoro di molti volontari che hanno dedicato il loro tempo, al supporto di don Roberto, di quanti ci hanno finanziato e di chi ci ha anche solamente detto Bravi, oggi siamo qui a celebrare questa festa e a ricordare alle nuove generazioni quello che i nostri avi ci hanno tramandato. Molti di noi Portolani ricorderanno le messe feriali, i rosari del mese di maggio e la messa il primo giorno di scuola celebrati a S. Rocco. Dopo i terremoti del 1976, la chiesa fu demolita assieme alle abitazioni e non ci fu un recupero delle opere marmoree; buona parte delle pietre furono disperse, altre finirono come riempimento della Strete dal âghe, la scalinata che conduce al Tagliamento. In fase di lavoro sono state recuperate e utilizzate per il ripristino del sito. Ripristino parziale in quanto la vicinanza con la ferrovia impone regole rigide sul dimensionamento degli edifici limitrofi. I muri perimetrali sono stati ricostruiti sulle fondamenta della vecchia chiesa, la porta d ingresso ricalca le dimensioni della precedente, per la soglia si è ricorso ad un elemento marmoreo della chiesa di San Bartolomeo e l acquasantiera è l originale, recuperata alcuni anni fa e recentemente restaurata. Vogliamo ricordare gli elementi fondamentali di questo lavoro: - Il pavimento in stile Terrazzo Veneziano nel quale spicca uno splendido mosaico raffigurante S. Rocco - La grande croce aquileiense alla quale sono volutamente date dimensioni imponenti per farci percepire le dimensioni della vecchia chiesa. - Il campanile posto all esterno sta ad evidenziare la furia sismica con il completamento solo parziale della base muraria, unendo il muro al nuovo impianto in tralicci, tramite le inferriate originali recuperate durante gli scavi (originali sono anche le inferriate poste alle due finestre dell abside)
La colonna centrale del vecchio campanile a vela con bifora campanaria posto sopra la porta d ingresso, è stata recuperata e collocata nel prato perimetrale assieme ad alcune parti del vecchio pavimento. Il cancello in ferro posizionato all ingresso vuole indicare il dovuto senso di rispetto per il sito sacro. L impianto d illuminazione vuole significare che anche questo angolo di Portis può rivivere dopo il trasferimento delle persone e delle case nel nuovo paese ricostruito. Portis, 16 Agosto 2015
Chiesa di San Rocco dopo i bombardamenti del 1944 Chiesa di San Rocco dopo il sisma del 1976
Antica mappa di Portis antecedente la ferrovia (1800 circa) Catasto austriaco
CENNI SU PORTIS E LA CHIESA DI SAN ROCCO (ricostruzione di Mario Gollino) I Portolans sono gli abitanti dell unico paese distrutto dal terremoto e che non è stato ricostruito lì dove era stato per secoli. Portis era un piccolo paese, situato fra le pendici della montagna ed il greto del fiume, con case senza particolari pregi architettonici, la maggior parte vecchie, tutte addossate le une alle altre, con spazi ristretti e poche comodità. Ma il fatto di vivere a stretto contatto ha cementato un fondo di socialità ed uno spirito di corpo fra la gente che ha fatto sì che i Portolans fossero sempre presenti nelle iniziative a carattere sociale all interno del comune. È questo spirito che vuole impedire che la vegetazione cancelli, con le case, anche tutta la secolare storia del paese. È questo spirito che ha partorito l idea di far rivivere l antica chiesa di San Rocco. Portis in una foto del 1950 circa
La chiesa sorgeva su un promontorio roccioso che si spingeva arditamente verso le acque del Tagliamento e che ha permesso, al suo riparo, la nascita del paese. A quei tempi le ferrovie, vecchia e nuova, non c erano. Ai lati c era una ripida scarpata che finiva sul fiume e che i Portolans di una certa età si ricordano benissimo. Le acque, sbattendo sul lato nord del promontorio venivano ributtate verso Pioverno e quindi, sul lato sud, si formava una risacca che permetteva alle zattere, che portavano il legname all arsenale di Venezia, di sostare, ed ai zatterai čatârs di rifocillarsi, riassettare il carico e ringraziare il Signore per lo scampato pericolo, visto che il proseguo era meno impegnativo. In Carnia, nei luoghi di partenza delle zattere, ho sentito parlare di una chiesetta dei čatârs; era con molta probabilità la chiesa di San Rocco. Non credo fosse la chiesa di Santa Lucia, che si trova 500 metri a sud, alla chiusura dell ansa del Tagliamento e che era il posto dei naufragi, di chi cioè, durante le piene, mancava l ingresso nel porto e finiva contro il clapon de cengle (cintura di sassi), il grande masso che, se urtato, provocava la rottura della zattera ed il naufragio dei čatârs sul sasso. Tutti noi ci ricordiamo dei racconti dei nostri avi che si riunivano con il prete di fronte al clapon, a pregare che le acque si ritirassero e che la vita dei naufraghi fosse salva, ma alle volte salivano e finiva in tragedia.
L avanzare della rete viaria dal sud ha fatto si che, fin dalla metà dell ottocento, il percorso delle zattere finisse a Portis, dove veniva caricato sui carri per proseguire per Venezia. La cjase dai Lensos e quella di Toni dal Moro erano ben attrezzate a questo scopo con ampi sottoportici per il ricovero dei carri e stanze per il riposo delle persone. L arrivo della ferrovia, nella seconda metà dell ottocento, oltre ad accorciare la chiesa ha posto fine alla fluitazione, il trasporto del legname sul fiume ed ha cambiato totalmente il paese di Portis visto che la ferrovia faceva da rosta di protezione. Il grande fosso che si era creato fra la ferrovia ed il paese è stato riempito dalle macerie delle case e della chiesa distrutte dal terremoto del 1976. Con le macerie è stata riempita anche la grande scalinata strete dal âghe, ora completamente ripristinata, che a fianco alla chiesa porta al fiume. Planimetria originale della chiesa e progetto di modifica per permettere
Raccogliere l eredità storica e non disperdere quanto nei secoli è stato fatto. Dare a questo vecchio paese ancora un piccolo segnale di vita. Unire l ingegno delle persone con l obbiettivo di un lavoro comune nel rispetto dei valori. Queste le motivazioni che ci hanno mossi GRASIE DI CÛR A DUCJ Chiesa di San Rocco ad oggi
Anno Domini MMXV mons. roberto bertossi luca valent albano di bernardo luciano gollino alberto gollino luciano nassimbeni alessio tomat luigino badini amelio bellina luigino di vora alverio savoia luigino pusca bruno gollino luisa jesse dante brosolo manuel madrassi dario dal col marcello di bernardo davide zamolo mario gollino ezio gollino mario valent orlando fadi fabio valent pre maurizio ridolfi franco valent renato pascolo gianandrea zamolo renzo bellina gianni cum roberto frogiarini gianni tondo sergio di bernardo gioacchino valent Sancti Rochi sacellum aedificaverunt
I AMÎS DI SANT ROC FESTA DI SAN ROCCO 2015