lenewsdienergiambiente Agenzia di informazione quotidiana su Energia e Ambiente di Enza Plotino. Numero del 27 settembre 2010. P.Iva 06318681001, tel.3471541463 news.energiambiente@gmail.com eplotino@libero.it IN QUESTO NUMERO: Piccoli Comuni rinnovabili. L Atlante di Anci Rinnovabili. Ue. L iniziativa NER 300 Energia. Incentivi indebitamente percepiti Energia. I 5 comuni vincitori del Klimaenergy Award Rifiuti. In Campania va cambiata strategia. Lo chiede il WWF
Piccoli Comuni rinnovabili. L Atlante di Anci 27 settembre 2010 - Nei piccoli Comuni si trova il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile: il 66% dei comuni sul cui territorio si trovano questa tipologia di impianti ha meno di 5.000 abitanti. E' quanto emerge dalla seconda edizione dell'atlante delle piccole realtà municipali realizzato da Anci-Cittalia. La fonte di energia rinnovabile maggiormente diffusa nei piccoli Comuni è il fotovoltaico: sono 2.833 i Comuni in cui è installato almeno un impianto (il 49,76% circa dei piccoli) su un totale di 5.000 amministrazioni comunali in cui è localizzata tale installazione (il 56,6%). Seguono il solare termico (1.593, il 28% circa dei piccoli, su un totale di 2.982 centri urbani) e, a grande distanza, il mini idroelettrico (468, su 656 comuni) e l'eolico (165, su 247 comuni). Sono diversi, inoltre, i piccoli Comuni nei quali sono presenti diverse tipologie di impianti da fonti rinnovabili: in 1.219 piccoli Comuni sono installati 2 impianti (oltre ad un impianto fotovoltaico, generalmente un solare termico), 137 gli enti con 3 impianti e solo 2 piccoli Comuni (Ploaghe in Sardegna e Specchia in Puglia) quelli con 4 impianti. Per quanto riguarda il fotovoltaico, il maggior numero di piccoli Comuni in cui è installato un impianto sono quelli lombardi (637, pari al 22,48% dei piccoli Comuni fotovoltaici), piemontesi (507, il 17,9%), trentino- atesini (219, il 7,73% del totale) e veneti (199, il 7,02%). Analoga distribuzione per il solare termico: ancora una volta sono i piccoli Comuni lombardi e piemontesi ad aver installato il maggior numero di impianti (rispettivamente, 465 e 207, il 29,19% e 12,99% del totale), seguiti da quelli veneti (224, il 14,06% del totale) e del Friuli Venezia Giulia (130, l'8,16%). Invece, i piccoli Comuni dell'eolico sono prevalentemente concentrati nelle regioni del sud, ed in particolare della Campania (28, il 17% circa del totale), della Puglia (23, il 14%), della Sicilia 17, il 10,3%), della Sardegna (16, il 9,78%), del Molise (15, il 9%) e dell'abruzzo e della Basilicata (12 piccoli Comuni in entrambe, il 7,27% del totale).
Rinnovabili. Ue. L iniziativa NER 300 27 settembre 2010 Gara europea per la selezione dei progetti nei campi della cattura e sequestro del carbonio (Ccs) e delle tecnologie innovative nel campo delle fonti rinnovabili nell ambito dell iniziativa NER 300. Le aziende italiane interessate avranno tempo fino all 11 ottobre per inviare una manifestazione di interesse. L iniziativa NER 300, prevista da una Direttiva comunitaria, destina 300 milioni di quote CO2, prelevate dalla riserva Nuovi Entranti del periodo 2013 2020, al finanziamento di progetti nel campo della cattura e stoccaggio del carbonio e delle tecnologie innovative nel campo delle fonti rinnovabili, selezionati sulla base di un apposito bando di gara, tra le iniziative individuate dagli Stati Membri dell Unione Europea. Immediatamente dopo l 11 ottobre, si procederà con l emanazione del bando vero e proprio, sulla base del quale le Autorità italiane sceglieranno i progetti nazionali da inviare alla Commissione europea per la selezione finale.
Energia. Incentivi indebitamente percepiti 27 settembre 2010-166 milioni di euro di incentivi sono stati indebitamente percepiti da impianti a fonti assimilate o rinnovabili. E' questo il bilancio che emerge dall'attività di controllo svolta negli ultimi cinque anni dall'autorità per l'energia con la collaborazione della Cassa conguaglio per il settore elettrico (Ccse). "A seguito di queste verifiche - ha detto Ortis, presidente dell'autorità - è stato possibile avviare azioni di recupero amministrativo di incentivi, indebitamente percepiti, per circa 166 milioni; di questi, più di 110 sono già stati versati. I recuperi vanno a vantaggio diretto dei consumatori, a contenimento delle bollette".
Energia. I 5 comuni vincitori del Klimaenergy Award 27 settembre 2010 - La terza edizione di Klimaenergy, fiera internazionale delle energie rinnovabili che si è svolta nei giorni scorsi a Bolzano, ha ospitato la premiazione dei comuni virtuosi vincitori della terza edizione del Klimaenergy Award. I sei progetti che si sono aggiudicati il premio sono: Dobiacco (BZ) (Comuni con meno di 20.000 abitanti) che è riuscito a garantire la copertura del fabbisogno di calore e di energia elettrica dei suoi abitanti con le fonti rinnovabili, grazie ad un impegno costante negli anni. Per la produzione di energia elettrica a Dobbiaco si fa fronte con tre centrali idroelettriche e sono in crescita gli impianti fotovoltaici. Inoltre il comune si è dotato di una centrale a biomassa per coprire il fabbisogno di calore. Tale centrale è stata in un secondo momento ampliata per rifornire anche l'adiacente comune di San Candido e dotata di un modulo ORC per la produzione di energia elettrica. Il comune ha realizzato nel 2010 un centro polifunzionale in classe CasaClima A; Santa Luce (PI), comune che è riuscito a sviluppare un approccio multidisciplinare, con l utilizzo di diverse tecnologie e l'intento di produrre localmente biocombustibile. Un parco eolico, costituito da 13 macchine di classe megawatt, per la realizzazione del quale è stato effettuato anche uno studio approfondito sull'avifauna e sulla chirottero fauna, verrà situato in un'area demaniale regionale, consentendo il rispetto delle richieste della popolazione locale e un guadagno per l'amministrazione pubblica. Per l'utilizzo delle biomasse locali è prevista la realizzazione di una centrale a cogenerazione, che includerà anche una produzione di pellet, destinato all'uso nelle caldaie domestiche. È prevista poi l'installazione di impianti fotovoltaici; Pisa (Comuni dai 20.000 ai 150.000 abitanti) con un piano energetico di alto valore che abbina interventi energetici, ad aspetti produttivi ed incentiva l'ambito di "ricerca e sviluppo". Gli interventi in ambito energetico spaziano dal "Regolamento per l'edilizia Sostenibile", quale allegato energetico - ambientale del Regolamento edilizio, alla realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici, toccando anche l'incremento del trasporto pubblico. Di particolare rilievo è in ambito produttivo la riqualificazione di un area di 700.000 mq come Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) che include impianti fotovoltaici ed eolici; Sassuolo, dove le attività toccano la ristrutturazione di edifici, la riqualificazione dell'illuminazione pubblica, l'installazione di impianti solari termici e fotovoltaici e la mobilità, grazie alla realizzazione di piste ciclabili e l'aumento del trasposto pubblico. Per il futuro Sassuolo ha scelto di voler continuare questo percorso impegnandosi con l'adesione al "Patto dei Sindaci"; Torino (Comuni con più di 150.000 abitanti e Province) che ha risposto al problema delle emissioni di gas serra, con la conversione della gran parte dei sistemi di riscaldamento individuali all'interno del comune in un sistema di teleriscaldamento con centrali di cogenerazione a gas metano. Il sistema di teleriscaldamento è stato ampliato costantemente negli ultimi anni arrivando a servire nel 2010 oltre 400.000 utenti. Un ulteriore ampliamento previsto per il 2011 permetterà di aumentare questo numero a 550.000 con un conseguente risparmio annuo di emissioni di CO2 pari ad oltre 750.000 tonnellate. Questo intervento dimostra in modo esemplare come anche in ambito urbano sia possibile puntare ad un uso efficiente dell'energia. A parte a questa attività importante si possono nominare la realizzazione di impianti fotovoltaici ed attività di risanamento energetico di interi quartieri, come il quartiere Arquata, progetto supportato dall'unione Europea attraverso il programma Concerto.
Rifiuti. In Campania va cambiata strategia. Lo chiede il WWF 27 settembre 2010 - Passare dal mito dell incenerimento ad un sistema di gestione sostenibile. E quanto chiede il WWF della Campania per fermare la china inarrestabile verso una nuova crisi. Da tanti, troppi anni, in Campania, quando si parla di rifiuti, si discute solo dello stadio finale dello smaltimento. Cioè quando i rifiuti sono accumulati per strada e si deve provvedere alla raccolta ed al trasferimento degli stessi per toglierli, giustamente, dagli ambienti urbani. Si tratta di un modo di ragionare assurdo, improduttivo e fuorviante - dice Alessandro Gatto presidente del WWF Campania - che ha generato finora le tante emergenze catastrofiche di questi ultimi anni, senza mai risolvere seriamente l emergenza che dura ormai dal febbraio 1994. La nostra società ha pensato di sbarazzarsi dei rifiuti stipandoli nelle discariche e sotterrandoli. Oggi si insegue il mito dell incenerimento, sperando che i rifiuti possano sparire d incanto. Ma in realtà, come spiega Gatto l unica soluzione realmente efficace è: attuare una seria e sistemica politica dei materiali, fondata sulla riduzione della produzione di rifiuti e sul recupero di materia attraverso la selezione alla fonte. Solo dopo aver definito ed attuato una raccolta differenziata spinta si potrà discutere dello smaltimento della quota residuale dei rifiuti: e si scoprirà che un inceneritore crea più problemi di quanti ne risolva: irrisoria produzione di energia, inquinamento di acqua, aria e suolo, contributo all aumento dei gas climalteranti. Il WWF - sottolinea il presidente del WWF Campania - ha denunciato da molti anni l inefficacia delle politiche commissariali e sollecitato il passaggio delle competenze alla Regione, Province e Comuni. Inoltre si deve realizzare ancora un anello importantissimo del cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti, rappresentato dagli impianti per il trattamento della frazione umida dei nostri rifiuti. Si parla di impianti di compostaggio, se la biofermentazione avviene sempre in presenza di ossigeno; di impianti biodigestori anaerobi se la fermentazione avviene sempre in assenza di ossigeno e di forme miste (compogas) se le linee di trasformazione sono integrate dalle due tipologie di bioprocesso suddette. Solo con questi impianti si potrà affrontare seriamente e serenamente il futuro dello smaltimento dei rifiuti.