Scuola Media G.B.Cinà Campofelice di Roccella



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Istituto Comprensivo di Campofelice di Roccella e Lascari Scuola Media G.B.Cinà Campofelice di Roccella Laboratorio Storico - Geografico Classi I C e I D A.S. 2004-2005 Insegnanti Catanzaro Rosaria e Mogavero Rossella

Si ringrazia il Dirigente Scolastico Dott. Giuseppe Simplicio per aver creduto nel presente lavoro, rendendone possibile la pubblicazione.

Istituto Comprensivo di Campofelice di Roccella e Lascari Scuola Media G.B.Cinà Campofelice di Roccella Laboratorio Storico - Geografico Classi I C e I D A.S. 2004-2005 Campofelice di Roccella: uno sguardo al nostro paese tra passato e presente Insegnanti : Catanzaro Rosaria - Mogavero Rossella

PRESENTAZIONE Il presente lavoro, nato dalla volontà di approfondire la conoscenza del proprio paese e delle proprie radici storiche, è il frutto di un anno di ricerche, interviste, letture, effettuate dagli alunni delle classi I C e I D, nel corso del laboratorio storico - geografico. I ragazzi, infatti, guidati dagli insegnanti, si sono improvvisati giornalisti, hanno fotografato ogni angolo di Campofelice di Roccella e ricercato da testi o su internet quante più informazioni possibili. La metodologia utilizzata ha permesso loro di comprendere gli aspetti essenziali della ricerca storica, di imparare a distinguere e selezionare vari tipi di fonti storiche e di saper utilizzare in funzione di ricostruzione storiografica testi letterari, biografici, etc. Di particolare interesse è stato l incontro tra i nostri ragazzi e gli anziani, due generazioni che pur cronologicamente distanti, hanno instaurato un fitto dialogo basato sulla comune appartenenza e sull amore verso il proprio paese. Gli anziani, infatti, vero legame tra passato e presente, sono stati la fonte principale delle ultime due parti di questo libretto. Il materiale raccolto vuole essere una testimonianza della varietà storica e culturale di un comune di recente formazione quale è Campofelice di Roccella, nonché dell impegno prodigato dai nostri alunni. Il lavoro scaturito potrà essere premessa per ulteriori e più approfondite ricerche. L augurio più bello è che le nuove generazioni possano sempre conservare e valorizzare ciò che il passato ha saputo regalare al presente. Le insegnanti Si ringrazia il prof. Giuseppe Restivo per la preziosa e cortese collaborazione e tutti i campofelicesi che gentilmente hanno contribuito alla realizzazione di questo libretto. 3

PARTE I IL TERRITORIO 1. Campofelice di Roccella Campofelice di Roccella, comune della provincia di Palermo, si trova a circa 60 km a est del capoluogo, ed è situato su una piccola collina a 49 metri sul livello del mare. Il suo territorio, prevalentemente pianeggiante, ha una superficie di 1624 ettari; a nord è bagnato dal mar Tirreno, a sud confina con il comune di Collesano, a est con quello di Lascari e a ovest con quello di Termini Imerese. Il fiume Fiumegrande (Imera settentrionale), i torrenti Roccella- Lino e Piletto ne attraversano il territorio. Gli abitanti di Campofelice di Roccella, che attualmente sono circa 5800, si chiamano campofelicesi. 4

2. L economia L economia di Campofelice di Roccella, fino a qualche decennio fa si fondava essenzialmente sul settore primario, in particolare sull agricoltura. I prodotti maggiormente coltivati erano il frumento, l avena, l orzo, la vite, l ulivo, gli ortaggi, in particolare i carciofi, e successivamente i limoni, esportati anche all estero. Nella seconda metà degli anni sessanta vi fu un rapido sviluppo del settore secondario, grazie alle prime industrie sorte nel territorio (MA.TE.SI, Manifattura Tessile Siciliana, A.FE.M, Acciaierie Ferrerie Mediterranee, etc.). Alla fine degli anni ottanta entrambi questi settori hanno registrato un irrimediabile crisi che ha portato alla chiusura delle fabbriche e all abbandono di molte terre coltivate. Oggi l economia di Campofelice di Roccella è legata essenzialmente al settore terziario che ha avuto un rapido sviluppo grazie al turismo balneare. Numerose sono infatti le strutture turistiche, gli alberghi, i residence, i servizi di Curiosità I 10 cognomi più diffusi a Campofelice di Roccella: 1. Vaccaro 2. Dolce 3. Licciardi 4. Restivo 5. Battaglia 6. Catanese 7. Imburgia 8. Venturella 9. Zito 10. Fazio ristorazione, i camping, sorti negli ultimi anni per accogliere sempre più turisti che sono attratti dalle bellezze del mare e della lunga spiaggia sabbiosa di Campofelice di Roccella. Inoltre, grazie alla sua posizione geografica, al suo clima mite, alla facilità di collegamenti, alla vicinanza dal capoluogo a da cittadine quali Termini Imerese e Cefalù, molti hanno scelto e continuano a scegliere Campofelice di Roccella come luogo per la propria residen- 5

za, incrementando notevolmente il settore dell edilizia. Negli ultimi anni, nel nostro paese sono sorti interi quartieri e zone residenziali nei quali abitano persone provenienti da diverse province della Sicilia e soprattutto da quella di Palermo. Dal 1991 risiedono a Campofelice di Roccella circa dieci famiglie albanesi, ormai ben integrate nella nostra cittadina. Il notevole incremento demografico ha fatto registrare un aumento considerevole del numero di attività commerciali relative ad ogni genere di prodotti. L artigianato, invece, nelle sue forme tradizionali resiste con difficoltà e viene via via sostituito da piccole imprese, che pur avendo pochi addetti, rivestono un importanza notevole perché assicurano ogni tipo di sevizio ai cittadini. Negli ultimi anni si assiste anche ad una lenta ripresa dell'agricoltura, caratterizzata per lo più da nuovi sistemi e tecniche agricole, quali le serre di ortaggi, i vivai etc. Secondo i dati Istat del censimento del 2001, a Campofelice di Roccella erano presenti in quell anno: 2135 famiglie 5714 abitazioni. La densità demografica risultava di 388,8 ab. per kmq. 6

3. La Chiesa Madre La Chiesa Madre, che si trova in Piazza Garibaldi, fu costruita dal principe di Roccella, Don Gaspare La Grutta Guccio, nel 1700 e dedicata a Santa Rosalia. Nel corso degli anni, essa ha subito vari interventi di ristrutturazione, il primo dei quali risale al 1834, quando grazie al contributo di tutti i cittadini, fu restaurata e ingrandita. Un importante opera di ristrutturazione si ebbe a partire dal 1985, su sollecitazione dell allora parroco don Salvatore Genchi. Dal punto di vista architettonico la Chiesa non ha uno stile ben preciso. La facciata esterna è ben squadrata, racchiusa tra due torri con orologi e campane. I due ordini della facciata sono attraversate da otto lesene. Le quattro lesene adiacenti al portale sono di stile ionico. In corrispondenza della trabeazione si apre una finestra che dà luce all interno. Internamente la chiesa si presenta semplice, essendo costituita da un unica navata in fondo alla quale si trova il Crocifisso. Il percorso del fedele in direzione dell altare è scandito ai due lati da sei cappelle disadorne al cui centro sono poste delle statue in legno policromo raffiguranti: la Vergine Santissima, il Cristo, San Giuseppe col Bambino, Santa Rosalia, Santa Lucia e la Vergine Addolorata.. 7

A Chiazza di Campufilici di Ruccedda Na chiazza bedda larga, ottagonali, d aspettu veramenti augurali, c è nto paisi di Campufilici ca cu la viri maravigghi dici. E intitolata Piazza Garibaldi e, si capisci beni, p i riguardi d u Cunduttieru tantu decantatu ca Eroi di Dui Munni fu chiamatu. U jornu, a sira, a notti e in tutti l ura, c è sempri genti ed è di bonumuri. Si chiacchiarìa, si scherza e c è cu sgarra, parrannu assai e li pirsuni sparra. Di sporti si discurri, e si po diri, ma tantu, propriu tantu, a nun finiri. Politicanti certu nun ni mancanu, né chiddi ca a jucari a carti un stancanu. Di tantu in tantu ci su vuciati ca sempri, poi, finisciunu a risati. Si tratta di discursi accalurati P u sporti o di certi babbiati, ca vennu fatti in vena di scherzari, vulennu u tempu d accussì passari. Di machini c è un forti muvimentu, ni passanu daveru ogni mumentu. 8

Ci su du barri tipu di città, l Ambulatoriu di la Sanità, la farmacia, u tabbacchinu e un manca d a Cassa di Risparmiu la banca. La chiesa c è nto latu principali, ca du paisi a l epuca risali, e c è di Combattenti lu lucali, cu supra a Biblioteca Cumunali. Sta chiazza bedda di Campufilici salottu pari di li boni amici. Alletta veramenti la pirsuna, Ca ci trascurri u tempu e un si n adduna. Spiegari nun si sa chi cosa sia E pari ca sta chiazza ha na malìa. Li jorna si ci passanu e i nuttati, ccussì o modu di li sfacinnati. Ciccio Cirincione 9

1. Il Castrum Roccellae PARTE II CENNI STORICI Sulle origini di Campofelice di Roccella mancano notizie storiche precise, pertanto non risulta semplice ricostruirne le vicende in modo certo e documentabile. Le uniche notizie su questo territorio sono legate alla storia del Castrum Roccellae: Torre - Fortezza che si erge ormai a memoria storica di Campofelice e delle sue stesse radici. Proprio intorno alla Roccella si ebbe infatti il primo nucleo abitativo del futuro Comune di Campofelice di Roccella. Il castello, nato come fortezza per scopi militari, esisteva secondo l Amari in epoca anteriore all 861, anno in cui fu occupato dagli Arabi, guidati da Al Abbas che lo denominarono Sahrat-al Hadid: rupe della seta o del ferro. Intorno all anno Mille divenne possedimento normanno, mentre risale al 1387 la ristrutturazione della Torre ad opera dei Ventimiglia, che ne fecero la propria dimora (1384 Palatium Ventimiglia). 10

2. La fondazione del paese e la questione del nome La fondazione di Campofelice di Roccella risale al 18 dicembre 1699, data in cui don Gaspare La Grutta Guccio, chiese e ottenne dal re Carlo II la Licentia Populandi, cioè la facoltà di fabbricare nel feudo della Roccella, dietro pagamento di onze duecento a favore della Regia Corte. La motivazione che portò il Principe a fondare un nuovo centro abitato sulla vicina collina è da ricercare nella diffusione della malaria nel territorio del Casale, per la presenza di terreni paludosi. I lavori iniziarono nel 1700. Il principe fece costruire una chiesa, una piazza ottagonale e una fontana a candelabro, 100 case, 14 botteghe e 2 abbeveratoi: uno all entrata del belvedere, l altro subito dopo l uscita dal centro abitato. Il paese, oltre che dagli abitanti del Casale, fu popolato da famiglie provenienti da Palermo e Bagheria. Molti dei nuovi arrivati avevano avuto un passato burrascoso, dovendo regolare conti con la giustizia, tuttavia, lavorando onestamente, riuscirono ad inserirsi nella comunità di Roccella e ad instaurare sereni rapporti anche con gli abitanti giunti successivamente da altri comuni madoniti. La diversa provenienza degli abitanti di Campofelice spiega la presenza della larga varietà di cognomi. Il nuovo centro abitato fu denominato Roccella di Cefalù (1700-1714) e successivamente Casale di Roccella ( 1714-1819). In alcuni documenti parrocchiali, infine viene denominato anche Roccella di Termini. Il luogo, da quanto afferma l avvocato P. Cipolla, prese il nome di Campofelice per la sua posizione favorevole e per la mitezza del suo clima, proprio in contrapposizione al vecchio centro abitato. Il 1 novembre 1919, l Amministrazione Comunale, timorosa che il nome di Roccella potesse essere completamente sostituito da quello di Campofelice, e al tempo stesso, per evitare che il nome fosse confuso con quello dell omonimo comune di Campofelice di Fitalia, stabilì di denominare il paese Campofelice di Roccella, decisione approvata dal R. D. n.359, il 13 marzo 1921. 11

Popolazione nel Castrum Roccellae e Tenimentum Roccellae anteriore al XVIII secolo ANNO ABITANTI 816 / 827.circa? 856 / 857 o 858 200 cristiani circa 861 ( assedio Arabi) Oltre 200 1100 circa 14 villani tra cristiani emusulmani 1135 1137 50 persone 1145 188 XIII - XVII secoli Non si hanno notizie ben precise Il borgo è popolato da decine di famiglie che praticavano gli antichi mestieri 1699 100 circa Roccella di Cefalù Popolazione dal 1700/1701 al 2005 Casale di Roccella ANNO ABITANTI 1700 / 1701 100 1714 137 Campofelice ANNO 1819 ANNO ABITANTI 1748 239 1792 373 1798 441 ABITANTI? 1831 396 1851 421 1861 1281 O 1287 1871 1437 1881 1827 1901 2546 12

Campofelice di Roccella ANNO ABITANTI 1921 2696 1951 3726 1960 3951 1961 3779 1962 3676 1963 3741 1964 3874 1965 4019 1966 4135 1967 4169 1968 4191 1969 4160 1970 4233 1971 4112 1972 4218 1973 4257 1980 4797 1981 5015 1982 5040 1983 5162 1984 5360 1985 5405 1987 5454 1991 5819 1997 5650 2001 5582 2002 5700 O 5707 2003 5750 2004 5790 2005 5800 ( 1) 1974 4395 1975 4502 1976 4525 1977 4601 1978 4664 1979 4706 (1) Dati demografici attinti da Amari, Archivio di Stato di Palermo, Tabulario della Chiesa di Cefalù, Nicotra, Cipolla, Corrao, Lo Bue, Sicilia Carta Automobilistica, Restivo. 13

3. Campofelice e alcuni Nomi Don Gaspare La Grutta Guccio Don Gaspare La Grutta fu il primo principe della Roccella e ricevette tale privilegio a Madrid, il 13 aprile del 1690 da Carlo II. Le scarse notizie giunte sul fondatore di Campofelice, dicono che egli fu cavaliere e senatore di Palermo nel 1692. Per quanto concerne la sua vita privata, sappiamo che sposò tale Antonia Giardina e Lucchese di Diego, dalla quale ebbe due figli. In seguito a gravi problemi economici, il principe decise di mettere all asta pubblica il Casale e da quanto viene riferito dalle fonti, la vendita fruttò un alta somma di denaro. Don Gaspare morì il 5 settembre 1728, la sua salma si trova a Palermo, nella Chiesa di San Francesco di Assisi. Salvatore Civello Salvatore Civello nacque il 27 agosto del 1814. Egli fu importante, perché difese il diritto degli usi civici dei cittadini di Campofelice di Roccella contro il principe Furnari e i suoi eredi, che li esercitavano in qualità di ex signori feudali. Nel 1854 egli fece abolire le risaie, principale causa della malaria. Nel 1856, fu arrestato a causa della sua partecipazione ai moti rivoluzionari. Nel 1860 divenne presidente del Comitato d insurrezione e spedì una squadra di picciotti all esercito di Garibaldi. Salvatore Civello, fu varie volte sindaco di Campofelice di Roccella e a lui oggi è intitolata una strada del nostro paese. Morì il 14 dicembre del 1880. 14

Cesare Civello Cesare Civello nacque il 14 febbraio del 1834. Egli rappresentò un alto esempio di patriottismo, infatti nel 1856 ricevette l incarico da parte del Comitato Rivoluzionario di Palermo di far insorgere Cefalù. In seguito al fallimento di tale rivolta, egli fu condannato a morte e dovette riparare ad Alessandria d Egitto dove rimase come esule fino al 1860, data in cui tornò in Sicilia e si mise al seguito di Garibaldi. Tornato definitivamente in Sicilia, divenne Pretore ma successivamente si ritirò a vita privata a Cefalù, dove morì nel dicembre del 1896. Pasquale Cipolla Pasquale Cipolla nacque a Caltavuturo il 3 marzo 1858 da Leonardo Cipolla e Battaglia Giuseppa. Trascorse gli anni della scuola elementare nel paese natio. Si dedicò agli studi giuridici e conseguita la laurea in giurisprudenza, si trasferì a Campofelice di Roccella, dove abitò quasi tutto il resto della sua vita, partecipando attivamente alla vita politica del paese e divenendone sindaco nel 1895. Nel 1883, ancora agli inizi della sua attività politica, si era sposato con Concetta Civello da cui ebbe quattro figli: Innocenza Casalis Venere, Francesco, Salvatore, Leonardo. La sua figura si ricorda oltre per il suo impegno politico, anche per le battaglie a difesa di tutti i contadini contro gli ex signori feudali. Morì a Campofelice di Roccella il 9 luglio del 1911. 15

Gli eroi delle due guerre Numerosi furono i figli di Campofelice di Roccella che si distinsero sui campi di battaglia durante la I e la II guerra mondiale. A molti di essi oggi è infatti intitolata una strada o un edificio pubblico. Tutti sono però ricordati per il loro sacrificio e per avere onorato la Patria e il loro paese, con un monumento fatto erigere all interno della villa comunale nel 1981 e completato nel 1983. Per esigenze di spazio ricordiamo qui di seguito soltanto due di essi: Salvatore Cipolla e G. B. Cinà e a cui sono state intitolate rispettivamente la scuola elementare e quella media. *** Salvatore Cipolla nacque a Palermo nel 1887. Allo scoppio della I guerra mondiale, fu mandato in Albania come ufficiale dell esercito; qui, appresa la notizia della morte del fratello Leonardo sulle Alpi Carniche, chiese e ottenne il comando del Reggimento Alpino, con il grado di tenente, e vi combatté valorosamente. Durante una battaglia sul monte Artigara, fu ferito gravemente e morì subito dopo all'ospedale di Milano. Non è certa la data della sua morte, poiché la lettera che il Comando mandò alla famiglia riporta la data del 19 giugno 1917, mentre il Giornale di Sicilia del 20 giugno 1917, sosteneva che egli fosse morto il 10 giugno 1917. *** Giovanni Battista Cinà nacque il 31 gennaio 1914 a Campofelice di Roccella e a 18 anni s arruolò in marina, raggiungendo presto il grado di secondo capo cannoniere. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, egli partecipò a molti combattimenti nel corso dei quali si distinse per le sue capacità e per il senso del dovere, ricevendo in seguito molte onorificenze. 16

Morì il 9 settembre del 1943, imbarcato sulla corazzata Roma, che si trovava nelle acque della Sardegna quando fu colpita da aerei nemici e affondata. G. B. Cinà non volle lasciare il suo posto di combattimento, affondando insieme alla sua nave e morendo pertanto da eroe. Ciccio Cirincione Francesco Cirincione nacque a Palermo il 4/03/1922 e morì a Campofelice di Roccella il 19/12/1987. Visse sempre a Campofelice, dove lavorò presso il Municipio. Dalle informazioni forniteci gentilmente dalla figlia, sappiamo che a scuola era un bravo alunno e amava particolarmente lo studio della matematica, tuttavia interruppe gli studi perché costretto a lavorare. Il suo amore per la musica, che coltivò anche avvalendosi di lezioni private, lo portò a costituire una piccola orchestra. Suonava vari strumenti musicali quali la cornetta, la fisarmonica, il mandolino. Le sue canzoni sono note a tutti, così come le poesie in dialetto siciliano che negli ultimi anni della sua vita si dilettava a scrivere. 17

4. La sosta di Garibaldi Nel 1860 Garibaldi sostò per due notti a Campofelice di Roccella, nella casa della famiglia D Anna Civello. Via Roma, dove si trova la casa, è stata denominata per molti anni Sosta dei garibaldini, in ricordo di quest episodio. 18

5. Il passaggio di Mussolini Mussolini, sbarcato a Palermo a bordo della nave Dante alle ore 9,30 del giorno 5 maggio del 1924, pur avendo un quadro complesso di impegni politici programmati dalle autorità fasciste, decise di visitare alcuni centri delle Madonie: Gangi, le Petralie, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano, Campofelice di Roccella. Il Duce, avendo saputo che qualche settimana prima, precisamente il 27 aprile, sulla strada che collega i suddetti comuni, si era svolta la Targa Florio che aveva visto la vittoria della Mercedes, guidata dal tedesco Werer, volle percorrere da solo quel tragitto, a bordo di un Alfa Romeo rossa. Tutte le caserme dei carabinieri erano state avvertite che la macchina guidata dal Capo del Governo avrebbe attraversato, nelle ore comprese fra le 13 e le 18 del 6 maggio 1924, i comuni di cui si è parlato. Entusiastiche accoglienze furono tributate al Presidente del Consiglio che, in alcuni casi, fu costretto a sostare per l enorme folla. Tuttavia, per mancanza di tempo egli non poté fermarsi a Castebuono, né a Collesano e neppure in altri Comuni che aspettavano da ore il suo arrivo. Dalla stazione di Castelbuono si diresse in tutta fretta a quella di Campofelice di Roccella, considerata come la più favorevole per la ripresa del viaggio, dove lo attendeva un treno speciale. La cittadinanza campofelicese, per aver avuto, a differenza di altri comuni, l onore di accogliere il Duce, accorse in massa alla stazione. Di questo passaggio di Benito Mussolini e della calorosa accoglienza attribuitagli, riferì il comandante della locale stazione dell Arma dei Carabinieri, Francesco Sucato. 19

PARTE III GLI ANZIANI RACCONTANO Le informazioni raccolte in questa terza parte ci sono state fornite dai nostri anziani che, durante tutto l arco dell anno scolastico, abbiamo più volte intervistato per le vie del paese o nelle loro case. Essi sono stati ben lieti di raccontarci i ricordi della loro infanzia, il modo in cui trascorrevano il tempo libero, le feste e le tradizioni, i piatti tipici, gli antichi mestieri, le preghiere di una volta, i proverbi, le canzoni e le poesie su Campofelice di Roccella. 1. I giochi di una volta I petri Numero dei giocatori illimitato. Si mettevano tante pietre a terra quanti erano i giocatori. Ognuno dei giocatori con il palmo della mano tirava alcune pietre in aria, poi se ne aggiungevano altre, fino a tirarle tutte senza fare cadere quelle precedenti. Vinceva chi non le faceva cadere per terra e doveva dare dieci manate all ultimo in classifica. A corda Il gioco della corda si poteva fare in due modi: -due ragazzi facevano muovere la corda e un altro doveva saltare a tempo; -colui che saltava doveva muoversi la corda contemporaneamente. Vinceva colui che faceva più salti senza cadere. A ciampa Si giocava per strada, tracciando a terra sei caselle con un pezzetto di gesso e numerandole da 1 a 6. 20

Si partiva dalla casella 1 e si doveva saltare con un solo piede spingendo a ciampa cioè una pietra dalla forma piatta. Arrivati alla casella 4 era previsto qualche secondo di riposo. Il vincitore era colui che riusciva a saltare per tutte e sei le caselle senza cadere né appoggiare l altro piede. I carti Nel periodo natalizio, si era soliti giocare a carte, soprattutto con quelle siciliane. I giochi di carte più frequenti erano: sette e mezzo, piatto, briscola, scopa. I vincitori venivano premiati con delle noccioline. U teatrinu In un punto prestabilito, si costruiva un teatrino, utilizzando quattro pali di legno,che fungevano da pilastri e un lenzuolo che fungeva da tetto. All interno di esso si rappresentavano delle scenette. Di fronte alla costruzione vi si mettevano dei banchetti in modo che gli spettatori potessero vedere le scene quasi sempre comiche, comodamente seduti. I cunti La sera, in quasi tutte le famiglie ci si radunava in casa, attorno al braciere ( la cosiddetta cunculina ), gli anziani raccontavano, soprattutto ai più piccoli, delle storielle vere o di fantasia: i cunti. Essi avevano lo scopo di divertire e far trascorrere le serate allegramente. I bamboli Le bambine giocavano con delle bambole imbottite di paglia e rivestite di stoffa. 21

2. Le preghiere della sera Io mi curcu na stu lettu Cu Gesuzzu na lu pettu Io dormu, io vigghiu Si c è cosa m arruspigghiu Cu Gesù mi curcu E cu Gesù mi staiu E sempri cu Gesù Paura no naiu. Iu mi curcu sula, sula a Madonna m assicura, Idda mi copri cu so mantu, nel nome del Padre, du Figghiu e du Spiritu Santu. Signiruzzu fa ca rumani mi susu cu bonu umuri E ca rumani mancu un cristianu mori. Signiruzzu miu a to casa m arricriu A pregari e a cantari un regalu ti vogghiu fari. 3. Proverbi e modi di dire Occhiu ca un viri cori ca un doli Occhiu per occhiu denti pi denti Cu rormi un pigghia pisci Carnevali ogni scherzu vali Megghiu n ovu oggi ca na addina dumani Cu pratica cu zoppu all annu zuppichìa U lupu perdi u pilu e no u viziu Omu avvisatu è menzu salvatu Dopu i confetti, affaccianu i difetti Meglio suli ca mali accumpagnati Indovinello Cu a fa, a fa pi vinnilla, cu l accatta un à usa cu la usa u n avinni ( cassa funebre ) 22

4.Gli antichi mestieri Il calzolaio : intervista al sig. Giuseppe Di Marco D. Che tipo di scarpe realizzava? R. Soprattutto scarpe resistenti che dovevano essere usate dai contadini nelle campagne, ma anche scarpe da cerimonia. D. Che materiali usava? R. Pelle di vitello per le scarpe da cerimonia, pelle di vacchetta per le scarpe da campagna. D. Di quali attrezzi si serviva? R. Utilizzavo forme di legno, martello, tenaglia, pinza, lesina per fare i buchi, il trancetto per rifilare i bordi. D. Quale era il procedimento per realizzare un paio di scarpe? R. Per prima cosa si disegnava il modello, e si montava nella forma la tomaia, facendola aderire bene. Si realizzava prima la parte superiore, solo successivamente si applicava la suola in cuoio. Alla fine, si rifilavano i bordi con il trancetto. D. Quanto costava un paio di scarpe? R. Il prezzo di un paio di scarpe era di 100 Lire. I cugini Di Bianca ( Antonino, Francesco,Paolo) al centro il calzolaio G.Di Marco ( ottobre 1941) 23

Il fabbro: dall intervista realizzata alla moglie e alla figlia del sig. Castrofilippo. Il sig. Castrofilippo da piccolo lavorava insieme al padre costruendo ferri di cavalli, zoccoli, zappe e altro. Per produrre questi attrezzi si utilizzavano vecchi forni di pietreriflettori, e per accendere il fuoco si utilizzava il mantice, una sorta di pompa che funzionava a pedaliera e soffiava sul carbone producendo fuoco. Il ferro una volta scaldato, poteva essere modellato, battendo con il martello sull incudine. Gli attrezzi utilizzati erano la morsa, il tornio, lo scalpello, la sgorbia, la raspa, etc. Oltre al lavoro di fabbro vero e proprio, si occupava di ferrare i cavalli; qust ultima occupazione di maniscalco era particolarmente dura. 5. Piatti tipici Riassumendo le numerose interviste effettuate alle donne anziane del nostro paese, possiamo dire che l alimentazione fino a qualche decennio fa era particolarmente povera e basata essenzialmente sulle verdure, i cereali o i legumi. Dalla mescolanza di questi ingredienti nascevano vari piatti e soprattutto vari tipi di frittate, quali: la frittata di asparagi, quella di porri, quella di tadduzzzi etc. Alla sign. ra Luisa Bruscemi, invece, proprietaria della prima locanda di Campofelice di Roccella abbiamo chiesto quali erano i piatti che preparava più frequentemente: D. Ci faccia un esempio di un menu caratteristico preparato da lei. R. Antipasti: Carciofi sott olio Caponata di melanzane Olive bianche schiacciate 24

Primi piatti: Secondi: Dolci: Pasta n casciata con i broccoli. Maccheroni con melanzane, salsa di pomodoro e basilico abbondante.. Involtini di carne di vitello, con prosciutto e pecorino. Sarde a beccafico Cassatele di ceci, condite con scorze di arance o mandarini e cannella Dolce di datteri con pasta reale. 6. Le tradizioni Il culto e la leggenda di santa Rosalia Il culto di Santa Rosalia, patrona di Campofelice di Roccella, è legato alle origini stesse del nostro paese. Il principe La Grutta infatti, dopo aver fondato il nuovo centro abitato sulla collina, lo volle porre sotto la protezione delle santa protettrice di Palermo, città dalla quale egli proveniva. Secondo la leggenda, Rosalia figlia di una famiglia nobile normanna, era stata chiesta in moglie da un conte, ma un giorno guardandosi allo specchio avrebbe visto il volto di Gesù sofferente e pertanto avrebbe deciso di vivere da eremita,ignorata da tutti, in una grotta del monte Pellegrino. Nel 1624, allo scoppio della peste che infierì su tutta la Sicilia, Rosalia apparve ad un cacciatore indicandogli la grotta in cui si trovavano le sue ossa. Il 4 settembre 1624, queste ultime vennero 25

portate in processione a Palermo e dopo il loro passaggio il male cessò. Il ringraziamento alla Santuzza (così è chiamata Santa Rosalia dai palermitani), per aver liberato la città dalla peste, è all origine del Festino che il 15 luglio di ogni anno, si festeggia a Palermo con grande devozione. La festa di San Giuseppe Il 19 marzo ricorre la festa di San Giuseppe, che ancora oggi è particolarmente sentita. I festeggiamenti iniziano la notte tra il 18 e il 19, con le cosiddette Vampe di San Giuseppe, quando vengono bruciate, in molti punti del paese, intere cataste di legna. Quest usanza, che sembrerebbe richiamarne una pagana in cui i pastori romani saltavano tre volte sopra il fuoco allo scopo di purificarsi, oggi è vissuta solo come un momento di divertimento e un occasione per stare insieme. L indomani la festa religiosa prevede la Santa Messa e la Solenne Processione. Una tradizione che ancora resiste in molti paesi delle Madonie e che invece a Campofelice di Roccella si è ormai affievolita è quella dei Virgineddi. Si trattava di veri e propri banchetti per i poveri del paese (San Giuseppe è considerato infatti, il protettore dei poveri e degli orfani) che alcune famiglie offrivano e preparavano in segno di ringraziamento per una grazia ricevuta. Originariamente si invitavano 12 bambini e si offrivano loro tredici diverse pietanze. La tavola ben imbandita, in cui prendevano posto anche un uomo, una donna e un bambino che rappresentavano la Sacra Famiglia, veniva benedetta dal prete. Alla fine del pranzo, durante il quale veniva lodato più volte il nome di San Giuseppe, ciascun bambino portava con sé ciò che rimaneva delle varie pietanze per mangiarlo a casa con i suoi familiari. 26

La Maggiolata La Maggiolata è un antica usanza di Campofelice di Roccella, che resiste oggi solo nel centro storico mentre è inesistente nei nuovi quartieri. Essa consiste nell adornare, nel primo giorno del mese di maggio, l uscio di casa e i marciapiedi, con fiori di vario tipo, in particolar modo con margherite gialle e papaveri rossi o petali di rose. E una tradizione che esprime sentimenti di augurio e di amore, infatti fino a qualche decennio fa, in questa occasione i fidanzati usavano disegnare, davanti alla porta della loro amata, un cuore di fiori con al centro una rosa rossa. Questa usanza potrebbe derivare dalle antiche Floralia romane, feste in onore della dea Flora, dea della primavera e della riproduzione, che avvenivano proprio dal 28 aprile al 3 maggio, nelle quali le donne adornavano le porte con ghirlande di fiori. Tale coincidenza lascia supporre un origine pagana dell attuale Maggiolata che ancora oggi, come allora, mantiene questa sua natura, ponendosi semplicemente come un inno alla vita e alla gioia di vivere. C era una volta a Campofelice Una bellissima tradizione; Questo paese ognuno lo dice; il 1 Maggio tutt era in fiore. Gialli tappeti di margherite Erano stesi innanzi alle soglie Stavano lontani il pianto e la lite Se rilucevano tutte le soglie Con un bel salto giunto il mattino Si evitava di calpestarle E proprio ognuno vecchio o bambino Si limitava a contemplarle. 27 ( Clelia Cirincione)

La Sagra del Carciofo Fino a qualche anno fa a Campofelice di Roccella si svolgeva la sagra del carciofo. Si trattava di una manifestazione molto bella e divertente, organizzata per valorizzare questo prodotto. Durante la giornata alcune ragazze, in antichi costumi siciliani, distribuivano carciofi ai turisti presenti; nel primo pomeriggio si svolgeva la sfilata dei carri allegorici aventi per tema i carciofi. Il tutto si concludeva in serata con spettacoli di vario tipo e con la premiazione da parte di un apposita Giuria del carro più bello e meglio allestito. In occasione della sagra del carciofo veniva indetto, per gli alunni della scuola media, un concorso per il migliore disegno sul carciofo. La Vecchia Targa Florio La vecchia Targa Florio era una gara automobilistica, tra le più importanti competizioni sportive europee, che si svolgeva ogni anno, la prima domenica di maggio, sul circuito delle Madonie. Questa manifestazione richiamava molti appassionati e rappresentava un occasione per trascorrere un giorno di festa, preferibilmente nelle campagne che fiancheggiavano le strade del circuito. Campofelice di Roccella era particolarmente coinvolto, in quanto il tracciato del circuito attraversava l abitato in tutta la sua lunghezza. Per motivi di sicurezza e a causa di un grave incidente mortale, la gara è stata sospesa per essere più tardi ripristinata con la partecipazione di auto d epoca. Il fascino della vecchia Targa Florio, secondo i nostri anziani, non è tuttavia paragonabile alle attuali gare automobilistiche, sia per le modalità di svolgimento che per la passione con la quale era seguita da tutti. 28

7. Poesie dedicate a Campofelice di Roccella Campufilici di Ruccedda Tra Termini Imerese e Cifalù, ci sta Campufilici di Ruccedda ca cu la viri un si la scorda chiù, pirchì na cittadina veru bedda. Su na cullina, dirrimpettu o mari, subitu all occhiu appari augurali; la genti attrai e si fa ammirari, pi li biddizzi so naturali. Puru d invernu u suli nun ci manca e u celu moltu spissu è sirenu; la luna d affacciarisi un si stanca, bedda si specchia nto Mari Tirrenu. Ci su tramunti, poi, si po diri, Ma realmenti, senza esagerari, ca chi cuntempla si senti rapiri e in estasi davveru traspurtari. Spittaculu su li campangni ntornu, fragranti li jardina di limuna, ai villeggianti allegra lu soggiornu la pruspittiva ca natura duna. Di stu paisi puru si po diri. e l abitanti u ponnu cunfirmari, ca cu ci veni un si ni voli iri, pirchì cuntenti lassa e si fa amari. (F.Cirincione) 29

A Campofelice Campufilici gioi n avi tanti gioi di l occhi, gioi di sapura lu sannu beni tutti l abitanti ca vi trovanu eu sonnu e la pastura. Lu suli l aggiria ntunnu ntunnu, profumanu li ciura nta li campi, la zaghira arricria li purmuna e cantinu l aceddi milli canti. Aranci e lumiuna culurati dipinciunu la terra i massaruna, cacocciuli spinusi ci n è tanti d alivi e di furmentu casirmuna. Si movi quattru passi tu t affacci unni natura mostra lu surrisu, s allonghi l occhi pari ca t affacci su la gran porta di lu paradisu. ( G. Spinosa) 8. Canzoni su Campofelice di Roccella Campufilici Tricentu anni fa nascia un paisi di nomi si chiamò Campufilici. La genti ca passava s innamurava di stu paisi, tra lu mari e la montagna quanta genti ci veni a stari. Ogni annu chi va passannu 30

Campufilici va aumintannu di cristiani di tanti paisi ca s innamuranu di Campufilici. Rit. Campufilici, Campufilici oggi è la festa di stu paisi Campufilici, Campufilici chi piaceri ca mi fa. Tricentu anni oggi festeggia lu paisi affacciannu du belvedere chi panorama putemu ammirari. Quanti varchi viremu a mare ca ogni gghiornu vannu a piscari, Si viri puru a Ruccedda turri antica ma sempri chiù bedda. Scumpareru li jardina di beddi limiuna e di bastarduna. Quanti casi nta stà chianura ca fannu appariri sulu li mura Rit: Campufilici,Campufilici tricent anni festeggia ù paisi. Campufilici,Campufilici tanti auguri a stu beddu paisi (I.Dolce) 31

Campufilici Nuatri riscinnemu du Casali, c avia fama granni e granni ali. Si cunta nca ni tempi assai luntani vinevinu cc à puru Amiricani. C era na festa granni e putenti, ca richiamava tutta la genti; si ni parrava nte matrimoni, era la festa d ascinsioni. Rit: Campufilici,Campufilici, u sulu nomu tuttu vi dici. Campufilici,Campufilici, ricca di suli, ricca d amici. Campufilici, Campufilici, nun c è tristizza e si campa filici. Viniti a visitari la Ruccedda, antica è, mpurtanti e sempri bedda. lu mari e li jardina di limuna u jornu i vasa u suli e a notti a luna. S allegri sempri vuliti stari, Campufilici v avi ospitari; tutti i pinseri vi fa scurdari e sempri boni vi fa campari. Rit. Biddizi n avi assai stu paisi e p alligria nun canusci spisi. Li sciuri e lu cantu di l aceddi li cosi fannu pariri chiù beddi. Ci su tramunti: tanti culura, 32

parunu fatti di li pittura. Chi meravigghia, chi gran maestria: pari ca fussi vera maggia. Rit: Campufilici,Campufilici, u sulu nomu tuttu vi dici. Campufilici, Campufilici, ricca di suli, ricca d amici. Campufilici, Campufilici, nun si travagghia e si campa filici. ( F. Cirincione) 33

PARTE IV UN ESPERIENZA SIGNIFICATIVA L incontro a scuola con il sig. Di Francesca Il 2 marzo 2005, abbiamo accolto a scuola il sig. Di Francesca, uno dei nostri cari anziani, a cui abbiamo rivolto numerose domande. Il sig. Di Francesca, con grande entusiasmo, ha cercato di esaudire ogni nostra curiosità, intercalando delle barzellette e delle lunghissime e divertenti filastrocche e allietandoci con il suo violino. Ci ha raccontato che una volta il paese si estendeva fino all attuale Arena, che le strade, lungo le quali ci si spostava con carri, carrozze o muli, erano in terra battuta, buie o illuminate solo da lumi a petrolio o ad olio. Le case spesso avevano al loro interno la stalla e inoltre erano prive di acqua e di servizi igienici, per cui le donne andavano ad attingere l acqua nelle varie fontanelle presenti nel paese. La vita era piena di stenti e sacrifici, ma secondo il sig. Di Francesca ci si voleva più bene, si trascorreva più tempo insieme, so- 34

prattutto la sera, quando le famiglie si riunivano e gli anziani raccontavano i cunti. Nelle feste principali come il Natale e la Pasqua, la tavola si arricchiva di piatti prelibati e anche nelle famiglie più povere, era presente la carne, cosa che difficilmente accadeva durante il resto dell anno. I ricordi del sig. Di Francesca erano particolarmente vivi a proposito del periodo fascista, così ci ha spiegato come era suddivisa la società durante il regime fascista, come si viveva in quel periodo, cosa si studiava a scuola, (a tal proposito ci ha mostrato le pagelle scolastiche della moglie, risalenti proprio agli anni del fascismo), e infine ci ha sorpresi con una delle sue filastrocche, che riportiamo qui di seguito, sulle motivazioni che, secondo lui, avrebbe dato Mussolini agli italiani, per convincerli del fatto che l Italia sarebbe dovuta entrare in guerra accanto alla Germania. 35

IL Duce si rivolse a tutti gli italiani e disse: L Italia deve entrare in guerra, siamo alleati con la Germania, abbiamo fatto l Asse Roma Berlino e vi dirò di più, Se s ammisca a Francia, l Italia cu un corpu di lancia subitu sa mancia, si poi s ammisca l Inghilterra l Italia s impossessa da so terra, e va finisci ca l Italia crisci, l Inghilterra diminuisci e nutri ni manciamu i pisci! Al sig. Di Francesca abbiamo posto alcune domande sul matrimonio e sul fidanzamento. Egli ci ha detto che ai suoi tempi, i matrimoni erano spesso combinati dalle famiglie e che si chiedeva la mano della sposa con una serenata. A tal proposito ci ha suonato e cantato una delle canzoni tipiche delle serenate di allora che riportiamo qui di seguito: E vui dormiti ancora Lu suli è già spuntatu di lu mari e vui, bidduzza mia, durmiti ancora, l acceddi sunnu stanchi di cantari e affriddati v aspettanu cca fora, supra ssu balcuneddu su pusati li ciuri senza vui non ponnu stari, su tutti cu li testi a pinnuluni, ognunu d iddi non voli sbocciari, dintra li buttuneddi su ammucchiati e aspettanu quann è ca v affacciati! Lassati stari, non dormiti chiui, c ammenzu ad iddi, dintra ssa vanedda, 36

ci sugnu puri iu, c aspettu a vui, pi vìdiri ssa facci accussì bedda; passu cca fora tutti li nuttati e aspettu puru quannu v affacciati. Dopo averci parlato della sua vita, della sua famiglia, dei sette anni trascorsi in Svizzera, il sig. Di Francesca si è divertito con noi sfidandoci con divertenti giochi di logica e indovinelli. Infine ci ha salutati suonando alcune delle numerose canzoni del suo repertorio. Quest incontro è stato particolarmente significativo, sia perché abbiamo avuto modo di imparare tante cose sulla storia del nostro paese e sulle sue tradizioni, sia soprattutto perché abbiamo avuto la conferma di quanto possa essere bello e di quanto ci possa arricchire il dialogo e il confronto con le persone anziane, che rappresentano la nostra memoria storica. In questo caso l incontro si è rivelato particolarmente piacevole data la simpatia di questo personaggio che prima di andarsene ci ha promesso che sarebbe venuto a trovarci nuovamente e ci ha invitati tutti ad andarlo a trovare a casa sua. 37

Andando via il sig. Di Francesca ci ha lasciato numerosi documenti e ricordi della sua infanzia e giovinezza, tra essi abbiamo trovato quest antica poesia che riportiamo qui di seguito: Mi alzo al mattino Mi alzo al mattino prego il Signore,di mantenermi buono il mio cuore. Bacio la mamma, fo colazione quindi ripasso la mia lezione. Poi lieto e vispo come un uccello alla mia scuola vado bel bello, il mio maestro saluto tosto e vado al mio posto. Libri e quaderni tengo puliti e e non mi insudicio d inchiostro i diti. Con i miei compagni non parlo mai ma sempre attento tu mi vedrai. E quando a casa mi tocca andare vo senza correre né schiamazzare. (Questa poesia risale al 1887 ed è stata insegnata alla signora Vaccaro Annetta, moglie del sig. Di Francesca, dal proprio padre). 38

INDICE PRESENTAZIONE 3 PARTE I: IL TERRITORIO 1. Campofelice di Roccella 4 2. L economia 5 3. La Chiesa Madre 7 A Chiazza di Campufilici 8 PARTE II : CENNI STORICI 1. Il Castrum Roccellae 10 2. La fondazione del paese e la questione del nome 11 Dati demografici 12 3. Campofelice e... alcuni Nomi 14 4. La sosta di Garibaldi 18 5. Il passaggio di Mussolini 19 PARTE III : GLI ANZIANI RACCONTANO 1. I giochi di una volta 20 2. Le preghiere della sera 22 3. Proverbi e modi di dire 22 4. Gli antichi mestieri: interviste 23 5. Piatti tipici 24 6. Le tradizioni 25 7. Poesie dedicate a Campofelice di Roccella 29 8. Canzoni su Campofelice di Roccella 30 PARTE IV : UN ESPERIENZA SIGNIFICATIVA 1. L incontro a scuola con il sig. Di Francesca 34 39