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Fondazione AVSI www.avsi.org 20158 Milano Via Legnone 4 Tel. +39.02.67.49.881 - milano@avsi.org 47521 Cesena (FC) - Via Padre Vicinio da Sarsina 216 Tel. +39.0547.36.08.11 - cesena@avsi.org

Se io fossi nei vostri panni quale sarebbe la cosa che più mi urgerebbe? Che cosa resta di tutti i vostri tentativi, di tutti i vostri sforzi?...abbiamo il coraggio di verificare quello che stiamo facendo o no? Per noi e per gli altri. Perché con tante energie che si sono poste a disposizione in tanti Paesi, il vostro è uno tra i tanti tentativi che si fanno, si è generato più sviluppo? O sono meno in grado di essere se stessi e hanno sempre più bisogno delle briciole che portiamo loro? (Assemblea AVSI dicembre 2011, Julian Carron, Presidente Fraternità Comunione e Liberazione) Questa sollecitazione di don Carron sta generando una serie di riflessioni sul lavoro che svolgiamo, progetti di sviluppo, e sulla sua utilità. Ci sembra decisivo affrontare queste domande anche rispetto al programma sostegno a distanza. Tanti anni di lavoro e di storie: distribuzione di briciole o cura di soggetti che oggi sono diventati giovani adulti presenti nelle loro comunità? Il pensiero va alle migliaia di bambini, ormai cresciuti, che sono stati sostenuti da famiglie italiane nel tempo. Oltre 65.000 hanno terminato il percorso, oltre 100.000 compresi gli attuali e i progetti speciali. Cosa ne è oggi di loro? Quale è stato l esito del rapporto con loro? Ogni tanto succedono cose sorprendenti che ci fanno scoprire che i semi gettati hanno dato frutto, e che ci sono storie di bambini, ormai adulti che evidenziano come il sostegno a distanza sia stato decisivo. Un aiuto con cifre contenute, ma costanti nel tempo, che ha cambiato la vita di molti, rendendola allora dignitosa e oggi incidente nella realtà di appartenenza. Come quel giovane ugandese che ci ha contattato, perché ora che ha un lavoro stabile e importante in una banca, desidera impegnarsi a sostenere un bambino del suo Paese per dargli la stessa opportunità che a lui ha dato una famiglia Italiana. O i giovani rumeni che in agosto 13 sono venuti in Italia, al Meeting di Rimini, a presentare le loro abilità nel produrre mosaici dopo una vita così difficile che hanno potuto affrontare con il sostegno di famiglie italiane. Oggi, loro che sembravano destinati alla sopravvivenza nella marginalità, lavorano in una impresa sociale. Per andare a fondo della domanda sull utilità del nostro lavoro e del sostegno a distanza, abbiamo pensato non di fare analisi, ma di cercare i ragazzi ormai cresciuti e raccontare le loro storie, e vedere insieme a voi se il nostro supporto ha lasciato un segno. 2

paese Kampala, Entebbe, Bombo, Masaka, Fort Portal, Hoima, Jinja, Tororo, Gulu, Kitgum, Lira titolo progetto 3

Dickson Musoni Dickson Musoni è oggi un ragazzo di ventinove anni che lavora in Ruanda come tesoriere della Banca di Kigali. Qualche tempo fa Dickson ha preso contatto con l ufficio AVSI di Kampala con la speranza di rintracciare colui che per dodici anni lo ha sostenuto tramite il sostegno a distanza, permettendogli di raggiungere quella che era la sua aspirazione professionale. Questo gesto spontaneo ed improvviso riflette non solo la genuinitá, profonditá e veritá del rapporto che nasce tra bambino e sostenitore nell ambito del SAD, ma ne riflette anche tanto la gratuità incondizionata degli uni quanto la gratitudine degli altri, benchè non sempre questi riescano ad esprimerla come vorrebbero. Il gesto di Dickson dimostra inoltre la consapevolezza, anche a distanza di tempo, dell importanza dell aiuto ricevuto dal sostenitore in Italia. Dickson era un bambino di undici anni quando nel 1995 un sostenitore italiano ha deciso di aiutarlo nel suo percorso scolastico. All epoca viveva con sua madre, ostetrica malata di HIV/AIDS. Nel 1997 la malattia sconfigge la madre di Dickson lasciandolo solo. Dickson aveva anche un padre, il quale tuttavia non viveva con lui in quanto lavorava come poliziotto in un altra zona dell. Dopo la morte della madre, quindi, Dickson inizierá a frequentare una boarding school (collegio), tornando a casa dal padre nei periodi di vacanza. Giá dal primo anno di sostegno, stando alle pagelle ed allo storico tenuto dall assistente sociale che seguiva Dickson, si è visto un miglioramento nel suo rendimento scolastico. Anche nello scambio di letterine con il suo sostenitore, Dickson ha sempre Una foto di Dickson a 20 anni raccontato i suoi risultati scolastici, mostrandosi un ragazzo studioso e con delle ambizioni. Nel 2002 Dickson finisce la scuola secondaria. Lo stesso anno purtroppo le condizioni del padre, malato di HIV/AIDS, si aggravano. Questo preoccupa gli assistenti sociali che temono che Dickson e la sua determinazione ne risentano. Invece, il ragazzo, che giá da vari anni mostra il desiderio e la volontá di iscriversi all universitá, nonostante la preoccupazione per la salute del padre, trova un lavoro estivo presso una catena di fast food locale. Questo per poter integrare i costi universitari. Dopo l estate Dickson si iscrive al primo anno di Statistica presso la Makerere University, la più prestigiosa università dell est Africa, e conseguendo buoni risultati l anno successivo sceglie l indirizzo per diventare contabile. Sogno che ha realizzato essendo diventato oggi il tesoriere della Banca di Kigali. La storia di Dickson, che vede un bambino vulnerabile con un futuro precario realizzarsi e diventare un individuo maturo, lavoratore, indipendente e con fiducia in se stesso, è una delle tante a cui AVSI, grazie ai suoi sostenitori, puó fare da testimone essendo presente in questo processo di crescita dell individuo. 4

Dickson ha voluto riprendere contatto con il suo sostenitore per ringraziarlo ancora una volta, a distanza di anni, per quello che ha fatto per lui. Inoltre ci ha fatto sapere che con l inizio del 2014 inizerá un sostegno a favore di un un bambino che, come lui quasi 20 anni fa, ha bisogno di un aiuto per potersi realizzare e vivere una vita dignitosa. Il gesto di Dickson dimostra questo processo di crescita dell individuo, che diventa protagonista della sua vita nonostante la realtà che lo circonda, il cui seme viene gettato attraverso il sostegno a distanza. Dickson, in un intervista svolta dal personale AVSI: Cosa ha significato il sostegno a distanza quando eri ancora uno studente? E stato un grande aiuto che ha permesso ai miei genitori di farmi continuare a studiare. Dopo tutto questo tempo, che significato ha il sostegno a distanza nella tua vita? Sono commosso dal fatto che esistono persone che si preoccupano per gli altri e questo è stato per me motivo di ispirazione. Perché hai deciso di cercare l organizzazione e la famiglia che ha sostenuto i tuoi studi? Per esprimere la mia gratitudine e cercare un modo per aiutare altri bambini che hanno bisogno di aiuto. Cosa ti ha spinto a sostenere un bambino nello stesso modo in cui tu sei stato sostenuto negli studi? Cosa significa per te? Essere sostenuto da AVSI è stata per me una grande opportunità per realizzare le mie ambizioni, perciò desidero dare la stessa possibilità ad un altro bambino. Oloya Godman Oloya aveva solo tre anni quando nel 1992 ha conosciuto il Meeting Point Kitgum tramite le visite che Ketty, Rufina e John facevano a casa sua e delle quali non capiva il motivo. Un giorno, rispondendo alla sua domanda, la madre ha spiegato che venivano a fare visita a suo padre gravemente malato. Si ricorda che li vedeva pregare con i suoi genitori ed ogni qualvolta che lasciavano la casa, il padre era felice e rideva. Dopo le loro visite il padre raccomandava a lui, a suo fratello e alle sue otto sorelle di diventare brave persone. Oloya ricorda che nel novembre di quell anno queste persone sono tornate a casa sua, che sua madre ha preparato le valigie, e che sono partiti per il St. Joseph Hospital dove le visite di Ketty e Rufina continuavano regolarmente. Nel 1993 il padre di Oloya non riesce a sconfiggere la malattia, la madre rimasta sola piange spesso, così ricorda Oloya raccontandoci la sua storia. L anno successivo, in cui avrebbe dovuto 5

iniziare la prima classe della scuola primaria, sua madre gli annuncia che non sarebbe stato possibile perchè non vi erano i mezzi economici e per di più le sue sorelle dovevano continuare a studiare. Oloya ha quindi fatto richiesta di sostegno a distanza presso il MPK (Meeting Point Kitgum). Questo lo rende felice poichè tutti i suoi amichetti erano giá a scuola e lui no. Il sostegno non è iniziato subito, peró sapendo che prima o poi sarebbe arrivato, sua madre ha fatto sacrifici per un anno pagando le sue rette scolastiche e materiale scolastico che per fortuna non erano eccessivamente cari poichè aveva bisogno di un solo libro di testo ed una matita. Oloya interrompe il suo racconto dicendo di ricordarsi ancora il nome del suo sostenitore ed il suo codice. Prosegue spiegando che dalla prima classe della scuola primaria alla sesta classe ha frequentato la scuola pubblica, per il settimo anno della scuola primaria è stato trasferito alla Giulio Pastore dopodiché ha frequentato il St. Joseph college di Gulu per seguire gli ultimi anni di scuola secondaria, dove ha studiato scienze, chimica, fisica e biologia; finito il corso si è iscritto all International College di Kampala dove si è diplomato in Salute medicopsichiatrica. In tutte queste tappe, in tutti questi 15 anni è sempre stato sostenuto da Gian Paolo, per lui una presenza costante, da cui però non ha mai ricevuto alcuna letterina o fotografia, come invece Oloya avrebbe desiderato. Avrebbe voluto associare un viso a questo nome che lo ha accompagnato nel suo cammino, aiutandolo a realizzarsi. Quest anno Oloya è diventato padre per la prima volta, e ci ha detto che avrebbe voluto un giorno, raccontando la sua storia ai suoi figli, poter mostrare una foto o un oggetto appartenuto al suo sostenitore. Oggi sono due anni che Oloya lavora al Meeting Point di Kitgum. Prima ha svolto un periodo di volontariato presso il Kitgum Governemental Hospital, ha anche lavorato come assistente presso il distretto per il monitoraggio di malattie quali febbre gialla, malaria e malnutrizione. Nel 2013, grazie alla sua esperienza, è stato promosso project officer nell ambito dell Sicurezza alimentare. Ora Olaya, con il suo lavoro, spera un giorno di poter frequentare un corso di laurea in Gestione dei Servizi sanitari. Oloya dice che la sua vita non è stata facile, ma mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe diventato la persona che è oggi, e poiché vuole restituire ad altri ciò che ha ricevuto, oggi sostiene sua madre, una sorella affetta da anemia falciforme e una sorella minore che frequenta ancora la scuola secondaria. Quando gli abbiamo chiesto cosa direbbe ad un sostenitore, ci ha risposto: iniziare un sostegno è una chiamata di Dio. Se sostieni qualcuno che ora può parlare come me, sarai ripagato da Dio. Dopo un tale sacrificio Dio non può non ricompensare una persona. Sono molto grato per il dono che ho ricevuto nella vita, grazie al buon cuore di un gruppo di amici: il Meeting Point Kitgum, il signor Gian Paolo e la sua famiglia, per il loro sostegno verso la mia istruzione. 6

Agnes Kampire Sono cresciuta in una famiglia con sei bambini e una madre single. Dopo aver completato la quarta classe primaria nel 1994, mia madre ha avuto difficoltà a sostenere gli studi di tutti i 6 figli dato che alcuni frequentavano già la scuola secondaria. Fortunatamente tramite il progetto di sostegno a distanza di AVSI di cui ho beneficiato dalla quinta classe primaria nel 1995, ho potuto completare i miei studi. Dopo aver finito l università, ho sempre voluto potermi sdebitare per il supporto che mi è stato dato dal mio sostenitore tramite AVSI, lavorando un giorno a favore dei bambini vulnerabili. Nel 2008 ho avuto la fortuna di essere impiegata presso AVSI nel dipartimento delle Risorse Umane come contabile. Sono stata molto entusiasta di poter finalmente contribuire al progetto di Sostegno a Distanza anche se indirettamente, dal momento che il mio ruolo non mi permetteva di entrare in contatto diretto con i bambini. Il mio desiderio rimaneva comunque quello di poter lavorare insieme a quelli che mi hanno donato la cosa più preziosa nella vita: un istruzione. Il mio sogno si è avverato a settembre 2011, quando mi è stato offerto un impiego nel progetto SCORE, un nuovo progetto di AVSI. Tramite SCORE alcuni beneficiari del SAD sono stati selezionati anche come beneficiari di questo nuovo progetto. Il mio nuovo ruolo mi ha dato l opportunità per la prima volta di lavorare a fianco di colleghi che a loro volta hanno beneficiato di Sostegno a Distanza. L esperienza di aver ricevuto sostegno tramite il SAD e aver raggiunto il livello a cui sono ora, ha cambiato totalmente il mio modo di lavorare con i bambini vulnerabili: li guardo non più come poveri orfani, che aiuto per via del mio lavoro, ma fanno parte della mia famiglia, della famiglia del SAD. Pertanto mi assumo la piena responsabilità nell assicurarmi che abbiano successo e diventino indipendenti nello stesso modo in cui lo sono diventata io. Come Agnes, altri ragazzi accompagnati tramite il sostegno a distanza hanno avuto la possibilità di iniziare a lavorare con AVSI in diversi dipartimenti: nella foto a lato, Emmanuel Kintu, Agnes Ikuret, Vanita Yvonne, Oliver Nangira, John Paul Nyeko, Agnes Kampire, Franco Oguttu. 7

Cosa ne è oggi dei bambini, ormai cresciuti, che sono stati sostenuti da famiglie italiane nel tempo? Qual è stato l esito del rapporto con loro? Dalle tante storie che quotidianamente raccogliamo riguardanti i ragazzi che avevano beneficiato del sostegno a distanza, sicuramente emerge che questa esperienza ha lasciato un segno indelebile nella loro vita. Al di là dei successi accademici e lavorativi raggiunti, l incontro con una persona lontana, che pur senza conoscerti decide di prendersi cura di te, accompagnandoti nel percorso di crescita, è una prova d amore gratuito che non lascia indifferenti, ma che provoca il cuore dell uomo. Da tutto lo staff del sostegno a distanza in, ringraziamo le persone che dall Italia continuano ad accompagnare i nostri bambini di valore. Agnes Ikuret, Marco Trevisan, Sandra Mukiibi, Fausta Di Lauro, Oliver Nangira, Sylvia Namubiro, Flavia Anyango, Jennifer Kushaba, Emanuela Salandini, Barbara Achan, Agnes Mutesi, Giulia De Bernardi. Per info: sostegno.distanza@avsi.org 0547 360811 8