DATABASE. nozioni di base

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DATABASE nozioni di base

Un database è una raccolta di informazioni organizzata in modo da poter essere facilmente accessibile per consultazione, modifiche e aggiornamenti.

All'inizio della storia dei database, possiamo dire negli anni '60, esistevano vari metodi per organizzare le informazioni da archiviare ma erano lenti nell'accesso ai dati e facilmente portavano ad errori. In quegli anni E.C. Codd, ricercatore in IBM, lavorava sui sistemi di archiviazione ed era insoddisfatto dell'inefficienza dei metodi esistenti.

Codd si mise a studiare il problema ed, essendo un matematico, finì per formulare una teoria che rese nota nel 1970 con un articolo divenuto ormai famoso dal titolo: "A relational model of data for large shared databanks" (Un modello relazionale dei dati per banche dati di grandi dimensioni).

Un programmatore, Larry Ellison, lesse l'articolo e iniziò a lavorare ad un software che potesse mettere in pratica le teorie di Codd. Ellison commercializzò questo prodotto dando così i natali alla fortunata storia della società Oracle, la più grande azienda produttrice di database per grandi e grandissime organizzazioni. Ellison è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo, Codd è rimasto un matematico soddisfatto del suo lavoro...

le idee di Codd si sono realizzate in quella cosa che oggi si chiama database relazionale. In questo tipo di database le informazioni vengono strutturate in tabelle. Vediamo un semplice esempio per la gestione di una segreteria di studenti iscritta all'università.

Si potrebbe pensare di organizzare tutte queste informazioni in una tabella di questo tipo:

L'impiego di una tabella non è solo un modo ordinato di rappresentare le informazioni ma comporta una precisa strutturazione dei dati: la tabella nasce in seguito alla decisione di quale sia l'entità fondamentale da catalogare e dall'individuazione di tutti gli attributi che la determinano utilmente. Nel nostro caso, nome, cognome, dati anagrafici, esami sostenuti, date e crediti.

Una tabella sembra un buon modo di rappresentare le informazioni ma il problema non è di sola rappresentazione bensì anche di gestione dei dati. E possibile strutturare un database immaginando i dati organizzati come nella tabella precedente (come veniva fatto in passato). Per quanto riguarda la gestione, si tratta in sostanza di scrivere un software che sia in grado di manipolare una tabella simile.

Vediamo però alcuni problemi: dai dati memorizzati nella tabella appare che due dei tre studenti abbiano fatto un esame. Ma che succede quando faranno altri esami? Sarà necessario aggiungere delle celle alla riga di ogni studente che farà un esame in più, precisamente una terna di celle per ogni nuovo esame.

Avremo quindi una situazione nella quale ogni riga avrà, in generale, un numero di celle diverso in dipendenza del numero di esami superati da ciascuno studente. Non è impossibile scrivere un software che gestisca così i dati ma, operando su grandi quantità di dati, il recupero delle informazioni può essere molto lento e il rischio di errori elevato.

Altro esempio: Supponiamo che, ad un certo punto, il Consiglio del Corso di Laurea decida di attribuire un diverso numero di crediti ad un corso, per esempio che il corso di fisica passi da 3 a 4 crediti. Per aggiornare il database sarà necessario aggiornare tutte le celle della tabella dove appaiono i crediti relativi all'esame di fisica, quindi in tutti i casi nei quali uno studente abbia fatto l'esame di fisica.

Anche questo si può fare ma risulterebbe in procedure lente e esposte ad errori. Una semplice modifica del genere richiederebbe la modifica di migliaia di dati in un database reale.

la teoria dei database relazionali serve proprio ad ottimizzare problemi di questo tipo ottenendo grande velocità di accesso e minima probabilità di errore. L'esempio che abbiamo visto, alla luce della teoria dei database relazionali, verrebbe trasformato segmentando l'informazione in più tabelle, ciascuna legata ad un tipo di informazione distinto e ciascuna dotata di righe con un numero fisso di colonne

Per esempio avremmo una tabella con i dati anagrafici degli studenti: una relativa alle informazioni pertinenti ai comuni:

un'altra agli esami sostenuti una per gli esami disponibili:

Ci rendiamo subito conto che, in primo luogo non c'è più il problema di dover gestire righe di lunghezza variabile e, in secondo luogo, è molto più semplice fare delle modifiche. Per esempio se si deve cambiare il numero di crediti dell'esame di fisica basta farlo solamente nella cella appropriata della tabella degli esami.

Può sembrare che al fine di ridurre delle complicazioni se ne siano introdotte delle altre; prima avevamo una sola tabella ed ora ne abbiamo 4. Codd ha dimostrato che le nuove complicazioni sono molto più accettabili delle precedenti. Con i database relazionali è possibile archiviare strutture molto complesse riuscendo a gestirle con velocità e sicurezza.

Dal punto dell'utente, dove con il termine utente intendiamo chi consulta ed aggiorna regolarmente un database: l'impiegato delle ferrovie che fa le prenotazioni per i viaggiatori, la caposala di un reparto ospedaliero per gestire la disponibilità dei farmaci che servono in reparto, l'impiegato di un'agenzia di viaggi, di uno sportello bancario... la segreteria di una accademia di belle arti...

Per tutti questi diversi tipi di utenti, un DBMS (Data Base Menagement System) è composto sostanzialmente da maschere, query e report. La query è un'interrogazione fatta al database Il linguaggio più usato si chiama SQL (Structured Query Language)

i report sono la rappresentazione delle informazioni richieste. Possono essere sotto forma di semplici tabulati ma possono anche essere testi, immagini o qualsiasi altra cosa. Testo Le maschere servono per l'introduzione di nuovi dati nel database e per formulare delle query (le query servono per cercare dati e i report per mostrare i risultati delle ricerche)