4. 4 Il complemento di modo... 33 4.5 Il complemento di causa... 34 4.6 Il complemento di compagnia e di unione... 34 4.7 Il complemento di vantaggio

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Indice Modulo 1 - La Fonetica... 4 1 L alfabeto... 4 2 La pronuncia... 4 3 La quantità vocalica... 4 4 L accento... 5 Modulo 2 - La morfologia... 6 1 Declinazione dei nomi... 6 1.1 La prima declinazione... 6 1.2 La seconda declinazione... 8 1.3 La terza declinazione... 10 1.4 La quarta declinazione... 13 1.5 La quinta declinazione... 14 2 Declinazione dell aggettivo... 15 2.1 Gli aggettivi della prima classe... 15 2.2 Gli aggettivi della seconda classe... 16 2.3 I gradi dell aggettivo... 17 2.4 I gradi dell avverbio... 19 2.5 I numerali... 19 3 I pronomi... 20 3.1 Pronomi personali e riflessivi... 21 3.2 Pronomi dimostrativi... 23 3.3 Pronomi determinativi... 24 3.4 Pronomi relativi... 25 3.5 Pronomi e aggettivi interrogativi... 26 3.6 Pronomi indefiniti... 27 3.7 Aggettivi pronominali con genitivo in -īus... 29 3.8 Pronomi correlativi... 30 4 I Complementi... 31 4.1 I complementi di luogo... 31 4.2 I complementi di tempo... 32 4.3 Il complemento di mezzo... 33

4. 4 Il complemento di modo... 33 4.5 Il complemento di causa... 34 4.6 Il complemento di compagnia e di unione... 34 4.7 Il complemento di vantaggio e svantaggio... 35 4.8 Il complemento di argomento... 35 4.9 Il complemento di fine... 35 4.10 Il complemento di materia... 36 4.11 Il complemento di qualità... 36 4.12 Il complemento di stima... 36 4.13 Il complemento di prezzo... 37 4.14 Il complemento di abbondanza... 37 4.15 Il complemento di colpa... 37 4.16 Il complemento di pena... 37 4.17 Il complemento d agente e di causa efficiente... 38 4.18 Il complemento di limitazione... 38 4.19 Il complemento di età... 38 4.20 Il complemento di distanza... 39 4.21 Il complemento di estensione... 39 4.22 Il complemento di separazione... 39 4.23 Il dativo di possesso... 40 5 I verbi... 40 5.1 Il verbo sum... 41 5.2 I verbi regolari: le quattro coniugazioni... 44 5.3 I verbi sum ed eo... 64 5.4 I composti di sum e di eo... 67 Modulo 3 Primi elementi di sintassi... 70 1 Cum col congiuntivo... 70 2 Ablativo assoluto... 71 3 La coniugazione perifrastica attiva... 72 4 La coniugazione perifrastica passiva... 73

Modulo 1 - La Fonetica 1 L alfabeto Le lettere dell alfabeto latino sono in tutto 24: alle 21 dell alfabeto italiano si aggiungono k, x e y: A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T U V X Y Z 2 La pronuncia La pronuncia del latino è simile a quella dell italiano tranne che per alcune particolarità: 1. i dittonghi ae e oe vengono letti con e aperta, come nella parola italiana letto ; 2. la h non viene pronunciata, né in inizio né all interno di parola; 3. il gruppo ti + vocale si pronuncia zi, come nella parola italiana azione, tranne quando la i latina è accentata (totīus, pron. totìus ); 4. il gruppo ph si legge f, come nella parola italiana filosofia ; 5. y si pronuncia i. 3 La quantità vocalica Le vocali in latino possono essere lunghe, espresse con il segno ˉ, o brevi, espresse con il segno. La quantità vocalica indica il tempo che i parlanti impiegavano a pronunciare le vocali. La lingua italiana ha perso la percezione della quantità, in latino invece essa aveva una grande importanza e serviva a differenziare parole apparentemente uguali, come ad esempio: pŏpŭlŭs = popolo e pōpŭlŭs = pioppo. Anche le sillabe, come le vocali, possono essere lunghe o brevi, e questa differenza è importante perché determina la posizione dell accento in ogni parola latina. Per determinare la quantità di una sillaba è sufficiente ricordare che è: - sillaba breve: la sillaba aperta (che termina con vocale, o costituita solo da vocale) la cui vocale è breve; - sillaba lunga: tutti gli altri casi, ovvero la sillaba chiusa (che termina con consonante, indipendentemente se la vocale sia lunga o breve) e la sillaba aperta la cui vocale è lunga.

4 L accento Le regole per stabilire la posizione dell accento nella parola sono tre: 1. legge del trisillabismo: l accento non può cadere oltre la terzultima sillaba; 2. legge della penultima sillaba: - l accento cade sempre sulla penultima sillaba purché essa sia lunga. Esempio: imperātor (leggi: imperàtor) - se la penultima è breve, l accento si sposta sulla sillaba precedente, cioè la terzultima. Esempio:volŭcer, (leggi: vòlucer) 3. legge della baritonesi: non esistono in latino parole ossitone, cioè accentate sull ultima sillaba. Per un approfondimento degli argomenti relativi alla fonetica, consulta la sezione Appunti su Repetita!

Modulo 2 - La morfologia 1. Declinazione dei nomi Nella declinazione latina bisogna tener conto di tre elementi: il numero, il genere e il caso. 1. In latino, come in italiano, ci sono DUE NUMERI: il singolare e il plurale. 2. La lingua latina, diversamente da quella italiana, ha TRE GENERI: il maschile, il femminile e il neutro. 3. Il caso non esiste nella grammatica italiana, esso ha però nella declinazione latina una grandissima importanza. Il latino possiede SEI CASI: - Nominativo: è il caso in cui viene espresso il soggetto e il predicato nominale, es.: l amico arriva; - Genitivo: è il caso del complemento di specificazione, es.: l arrivo dell amico; - Dativo: è il caso del complemento di termine, es.: ha dato un dono all amico; - Accusativo: è il caso del complemento oggetto, es.: ha accompagnato l amico; - Vocativo: è il caso del complemento di vocazione, es.: oh, amico mio; - Ablativo: è il caso di molti complementi, d agente, di causa, di mezzo ecc. I casi si dicono diretti quando in italiano non richiedono preposizioni, e sono: nominativo, accusativo e vocativo. Casi obliqui o indiretti sono invece tutti gli altri: genitivo, dativo e ablativo. La desinenza del genitivo singolare è quella che ci consente di stabilire con certezza a quale declinazione appartenga un nome. In latino ci sono cinque declinazioni. 1.1 La prima declinazione La prima declinazione comprende molti nomi femminili e qualcuno maschile. Il nominativo è in -ă e il genitivo in -ae. Di seguito la declinazione completa di fabula, fabulae (f) = leggenda

e = la PARTICOLARITÀ Fabulă e = la Fabulă e = la 1. dei casi: a) GENITIVO SINGOLARE Il nome familia,-ae, in unione con i nomi mater, pater, filius, filia, presenta oltre all uscita in - ae anche una forma in -as. Mater familias, pater familias, ecc. b) GENITIVO PLURALE Alcuni nomi hanno l uscita in -um, anziché -arum, ad esempio i nomi di origine greca come amphora, anfora, (gen. pl. amphorum) e i composti con - cola e -gena, come caelicola, abitante del cielo, (gen. pl.: caelicolum) e Troiugena, nato a Troia, (gen. pl.: Troiugenum) c) DATIVO E ABLATIVO PLURALE alcuni nomi femminili come filia o dea per distinguersi dai corrispettivi nomi maschili, prendono l uscita -abus, anziché -is. Es.: deis et deabus = agli dei e alle dee 2. del numero: a) PLURALIA TANTUM Alcuni nomi comuni e di città hanno solo il plurale, ad esempio: divitiae,-arum = la ricchezza b) Alcuni nomi al plurale hanno significato diverso dal singolare, ad esempio: copia, ae = abbondanza copiae, arum = le truppe Per un approfondimento delle particolarità della prima declinazione, consulta la sezione Appunti su Repetita!

1.2 La seconda declinazione La seconda declinazione comprende nomi maschili, femminili e neutri. I maschili e i femminili hanno il nominativo in -us, i neutri in -um. Tutti indistintamente maschili, femminili e neutri escono al genitivo singolare in -i. Di seguito la declinazione completa di amicus, amici (m) = amico: E la declinazione completa del sostantivo neutro con uscita in -um, tormentum, tormenti = tormento e = la Amici tormentum = il tormento dell amico Esiste però anche un gruppo di nomi maschili, con il nominativo in -er. Di seguito la declinazione completa di puer, pueri = fanciullo

OSSERVAZIONI PARTICOLARITÀ Fabulă e = la 1. La declinazione dei nomi in -er si differenzia dai nomi in - us solo per il NOMINATIVO SINGOLARE e per il VOCATIVO SINGOLARE, quest ultimo nei nomi in -er è uguale al nominativo. 2. Molti nomi in -er perdono la -e- del nominativo nel resto della declinazione (tranne che al vocativo che ricalca il nominativo), ad es.: ager, agri = il campo 3. Hanno il nominativo in -ir, anziché in -er, il sostantivo vir, viri = uomo, e i suoi composti (triumvir = triumviro, decemvir = decemviro, ecc.). 1. dei casi: a) GENITIVO SINGOLARE I nomi propri o comuni in -ius o - ium possono avere sia l uscita in -ii che quella in -i. b) VOCATIVO SINGOLARE I nomi propri in -ius, come Vergilius, e i due nomi comuni filius e genius, hanno il vocativo singolare in -i, anziché -e: Vergili, fili, geni, ecc. c) GENITIVO PLURALE Alcuni nomi possono avere oltre alla forma -orum, anche la forma -um: - nomi che indicano misure o monete: nummus = moneta (nummum o nummumorum) - composti di vir: decemvir (decemvirum o decemvirorum) - alcuni nomi di popolo come Danai (Danaum o Danaorum) - alcuni sostantivi come liberi = i figli (liberum o liberorum) e deus = dio (deum o deorum) 2. del numero: a) PLURALIA TANTUM Alcuni nomi hanno solo il plurale, ad esempio: liberi, liberorum = i figli; altri, SINGULARIA TANTUM solo il singolare, come aurum, auri = oro b) Alcuni nomi al plurale hanno significato diverso dal singolare, ad esempio: castrum, i = castello castra, arum = accampamento

Per un approfondimento delle osservazioni e delle particolarità della seconda declinazione, consulta la sezione Appunti su Repetita! 1.3 La terza declinazione La terza declinazione è la più ricca di nomi e quindi anche la più complessa. Comprende nomi maschili, femminili e neutri. Il nominativo ha uscita varia, e non ci sono regole generali per stabilirla. Tutti i nomi però, indistintamente, hanno l uscita del genitivo singolare in -is. La terza declinazione presenta delle varianti non solo nel nominativo singolare ma anche in altri casi: l accusativo e l ablativo singolare, il genitivo plurale, i casi diretti del neutro. Esse derivano dall evoluzione della lingua nel corso della storia. Di seguito le possibili uscite del maschile e del femminile, singolare e plurale: E le uscite del neutro singolare e plurale:

Per declinarli correttamente, i nomi della terza declinazione sono distinti in parisillabi e imparisillabi, e convenzionalmente si individuano TRE GRUPPI: 1. Sostantivi imparisillabi (= con un diverso numero di sillabe tra nominativo e genitivo singolare) e con una sola consonante davanti all uscita -is del genitivo singolare. Es.: consul, consulis (m.) = console; corpus, corporis (n.) = corpo Questi nomi (maschili, femminili e neutri) hanno: - ABLATIVO SINGOLARE in -e, - GENITIVO PLURALE in um - NOM., ACC., VOC. del NEUTRO PLURALE in -a. 2. a - Sostantivi parisillabi (= con un uguale numero di sillabe tra nominativo e genitivo singolare). Es.: hostis, hostis (m.) = nemico; b - Sostantivi imparisillabi e con due consonanti dinanzi all uscita -is del genitivo singolare. Es.: urbs, urbis (f.) = città; os, ossis (n.)= osso Questi nomi (maschili, femminili e neutri) hanno: - ABLATIVO SINGOLARE in -e, - GENITIVO PLURALE in ium - NOM., ACC., VOC. del NEUTRO PLURALE in -a.

3. Sostantivi neutri che al nominativo singolare escono in -e, -al, -ar. Esempi: animal, animalis = animale; calcar, calcaris = sperone; mare, maris = mare Questi nomi (tutti neutri) hanno: - ABLATIVO SINGOLARE in -i, - GENITIVO PLURALE in ium - NOM., ACC., VOC. del NEUTRO PLURALE in -ia. PARTICOLARITÀ Fabulă e = la 1. dei casi: Indipendentemente dai tre gruppi di cui si è parlato vi sono alcuni nomi propri (come Tiberis, Tiberis = il Tevere) e comuni (come tussis, tussis = tosse) che presentano: a) ACCUSATIVO SINGOLARE in -im anziché -em b) ABLATIVO SINGOLARE In -i anziché -e 2. del numero: a) PLURALIA TANTUM Alcuni nomi hanno solo il plurale, ad esempio: moenia, moenium = le mura o Alpes, Alpium = le Alpi; altri, SINGULARIA TANTUM, solo il singolare, come plebs, plebis = la plebe, o senectus, senectutis = la vecchiaia. b) Alcuni nomi al plurale hanno significato diverso dal singolare, ad esempio: finis, is = fine fines, finium = confini Per un approfondimento delle particolarità della terza declinazione, consulta la sezione Appunti su Repetita!

1.4 La quarta declinazione La quarta declinazione comprende nomi per lo più maschili, pochi femminili e pochissimi neutri. I maschili e i femminili hanno il nominativo in -us, i neutri in -u. Tutti indistintamente maschili, femminili e neutri escono al genitivo singolare in -us. Di seguito la declinazione completa di habitus, habitus (m.) = aspetto E del nome neutro cornu, cornus = corno PARTICOLARITÀ Fabulă e = la dei casi: 1. Alcuni nomi, come tribus, us = tribù, partus, us = parto, artus, us = membro, e i sostantivi che escono in -cus al nominativo singolare, hanno: - DATIVO e ABLATIVO PLURALE in -ubus, anziché -ibus 2. Il nome domus, us = casa, segue in parte la quarta e in parte la seconda declinazione. Per un approfondimento delle particolarità, consulta la sezione Appunti su Repetita!

1.5 La quinta declinazione I nomi della quinta declinazione sono pochi e quasi tutti femminili, tranne dies = giorno e il suo composto meridies = mezzogiorno che sono maschili. Tutti hanno il nominativo in -es e il genitivo in -ei. Di seguito la declinazione completa di dies, diei (m.) = giorno: E la declinazione di res, rei (f.) = cosa OSSERVAZIONI 1. Solo i nomi dies e res hanno la declinazione completa nel singolare e nel plurale. Altri sostantivi mancano totalmente del plurale o, come acies, ei = schiera, del plurale hanno mantenuto solo i casi diretti. 2. Il nome dies è considerato femminile quando: - Indica un giorno prestabilito, come per un appuntamento - Indica la data di una lettera - È usato nel senso generico di tempo

Per un approfondimento delle osservazioni e dell uso di res, consulta la sezione Appunti su Repetita! 2 Declinazione dell aggettivo Gli aggettivi declinabili in latino possono appartenere alla prima o alla seconda classe. Quelli che appartengono alla prima classe seguono la prima e la seconda declinazione; quelli della seconda classe seguono la terza declinazione. 2.1 Gli aggettivi della prima classe Gli aggettivi della prima classe hanno tre uscite: una per il maschile, una per il femminile, una per il neutro, è il caso di lepidus, lepida, lepidum = grazioso. Per il femminile, i nomi in -a, si segue la prima declinazione; per il maschile e per il neutro invece la seconda declinazione, rispettivamente dei nomi in -us o in -er, e dei nomi neutri in -um. Di seguito la declinazione completa, al singolare e al plurale dell aggettivo lepidus, a, um: OSSERVAZIONI Proprio come per i nomi maschili della seconda declinazione, anche per gli aggettivi maschili della prima classe esistono : aggettivi maschili in -us, come lepidus, a, um; aggettivi maschili in -er con conservazione della -e-, come liber, a um = libero, ed aggettivi maschili in -er con perdita della -e-, come pulcher, pulchra, pulchrum = bello. Per capire se la -e- si conserva o si perde è sufficiente guardare la terminazione del femminile.

Per un approfondimento delle osservazioni, consulta la sezione Appunti su Repetita! 2.2 Gli aggettivi della seconda classe Gli aggettivi della seconda classe possono essere: 1. a tre uscite, una per ogni genere; 2. a due uscite, una comune al maschile e al femminile, e una per il neutro; 3. ad una uscita comune a maschile, femminile e neutro. Indipendentemente che siano a tre, a due o ad una uscita, gli aggettivi della seconda classe hanno uguali caratteristiche, e (come i nomi neutri in -e, -al e -ar) hanno: - ABLATIVO SINGOLARE in -i - GENITIVO PLURALE in -ium - NOMINATIVO, ACCUSATIVO, VOCATIVO PLURALE in -ia Di seguito la declinazione completa dell aggettivo a tre uscite silvester, silvestris, silvestre = silvestre La declinazione completa dell aggettivo a due uscite dulcis, dulce = dolce

E la declinazione completa dell aggettivo ad una uscita audax, audacis = audace OSSERVAZIONI Negli aggettivi a una sola uscita le differenziazioni tra il maschile e il femminile da una parte, e il neutro, si ritrovano solo nell accusativo singolare, e nel nominativo, accusativo e vocativo plurali. Per un approfondimento delle osservazioni, consulta la sezione Appunti su Repetita! 2.3 I gradi dell aggettivo I gradi dell aggettivo sono tre: positivo, comparativo e superlativo. 1. L aggettivo di GRADO POSITIVO è quello che troviamo nel suo valore neutro, come nella frase: Paulus est eloquens. Eloquens è l aggettivo di grado positivo. 2. Il GRADO COMPARATIVO esprime invece un paragone tra due termini, e può essere: a) di minoranza: Paulus est minus eloquens quam Marius = Paolo è meno eloquente di Mario b) di uguaglianza: Paulus est tam eloquens quam Marius = Paolo è tanto eloquente quanto Mario c) di maggioranza: Paulus est eloquentior quam Marius = Paolo è più eloquente di Mario OSSERVAZIONI Come si può notare il comparativo di minoranza e quello di uguaglianza si formano in modo simile all italiano. II comparativo di maggioranza invece si forma aggiungendo alla radice dell aggettivo (sia di prima che di seconda classe): - il suffisso -ior per il maschile e femminile - il suffisso -ius per il neutro. Il comparativo di maggioranza segue la declinazione degli aggettivi di seconda classe.

Di seguito la declinazione completa dell aggettivo di seconda classe ferox, ferocis = feroce nel grado comparativo, al singolare e al plurale: 3. L aggettivo di GRADO SUPERLATIVO esprime il grado più alto di una qualità, come nella frase Paulus est eloquentissimus = Paolo è eloquentissimo OSSERVAZIONI Come si può notare il grado superlativo di un aggettivo (sia esso di prima o di seconda classe) si forma aggiungendo i suffissi - issimus, -a, -um alla radice. L aggettivo superlativo si declina come un aggettivo della prima classe. Di seguito la declinazione completa del grado superlativo dell aggettivo ferox, ferocis:

Per un approfondimento dei gradi dell aggettivo e delle particolarità, consulta la sezione Appunti su Repetita! 2.4 I gradi dell avverbio Molti avverbi si formano nel GRADO POSITIVO dagli aggettivi. In tre modi: 1. Se l aggettivo è della prima classe, come liber, a, um, si avrà l uscita in -ē, e quindi libĕrē = liberamente. 2. Se l aggettivo è della seconda classe, come celer, celeris, si avrà l uscita in -ĭter, e quindi celerĭter = velocemente. 3. Se l aggettivo termina in -ans, -antis o -ens, -entis, come constans, -antis, si sostituisce all -is del gen. sing. l uscita -er, e quindi si avrà constanter = costantemente. Per il GRADO COMPARATIVO dell avverbio si usa il comparativo neutro singolare dell aggettivo corrispondente. Es.: clarē = chiaramente clarius = più chiaramente Per il GRADO SUPERLATIVO si usa il superlativo dell aggettivo corrispondente, ma con l uscita in -e. Es.: clarē = chiaramente clarissime = chiarissimamente 2.5 I numerali In latino ci sono tre categorie di aggettivi numerali e una di avverbi numerali. Gli AVVERBI NUMERALI esprimono quante volte avviene una data azione, ad esempio bis = due volte.

Gli AGGETTIVI NUMERALI, distinti in tre categorie, sono: 1. cardinali: quando esprimono un numero, ad esempio septem = sette Dei cardinali sono declinabili unus,a, um = uno; duo, duae, duo = due; tres, tria = tre; i numeri delle centinaia e milia, milium = migliaia Di seguito la declinazione di unus, duo e tres: 2. ordinali: quando indicano il posto in un dato ordine, ad esempio septimus, a, um = settimo. Sono declinabili. 3. distributivi: quando rispondono alla domanda «quanti per volta?» o «quanti per ciascuno?», ad esempio binus, a, um = due per volta / per ciascuno. Sono declinabili. Per un approfondimento degli aggettivi e degli avverbi numerali, consulta la sezione Appunti su Repetita! 3. I pronomi I pronomi latini, come in italiano, si distinguono in cinque categorie: 1. personali (io, tu..) e possessivi (mio, tuo ), di senso riflessivo e non; 2. dimostrativi (questo, codesto, quello) e determinativi (quello, stesso, medesimo);

3. relativi (che, il quale, chiunque); 4. interrogativi (chi? che cosa?); 5. indefiniti (qualcuno, qualcosa, qualche, un altro, nessuno, niente) Si dicono aggettivi pronominali quei pronomi che hanno duplice funzione: in unione con un sostantivo, sono usati come aggettivi; senza un sostantivo accanto sono usati come pronomi. 3.1 Pronomi personali e riflessivi Di seguito la declinazione completa al singolare e al plurale dei pronomi personali: I e = la (Ego) provideo tibi = Io provvedo a te Tu provĭdes mihi = Tu provvedi a me Nos provĭdemus vobis = Noi provvediamo a voi OSSERVAZIONI 1. Il pronome personale soggetto di TERZA PERSONA, «egli» e «essi», in latino manca. Al suo posto si usa il pronome determinativo is, ea, id = quegli, quello. 2. Il GENITIVO PLURALE di prima e di seconda persona presenta la doppia forma nostri/nostrum e vostri/vestrum. Nostrum e vestrum si usano quando l espressione «di noi» o «di voi», ha valore partitivo, ovvero significa «fra noi» o «fra voi», come nell espressione italiana «uno di noi».

Il senso riflessivo del pronome personale si rende in maniera analoga a quanto avviene in italiano: e = la (Ego) provideo mihi Tu provĭdes tibi Soror provĭdet sibi = Io provvedo a me = Tu provvedi a te = La sorella provvede a sé OSSERVAZIONI Il pronome di terza persona sui, sibi, se, se: - vale per il singolare e per il plurale - ha solo senso riflessivo, si usa pertanto esclusivamente se riferito al soggetto; in caso contrario si usa il pronome determinativo is, ea id Dai pronomi personali derivano i pronomi possessivi, che corrispondono all italiano mio, tuo, suo, ecc., e seguono la flessione degli aggettivi di prima classe. Di seguito la declinazione completa di meus, mea, meum = mio OSSERVAZIONI 1. Il pronome possessivo è un aggettivo pronominale, può essere usato anche in funzione di aggettivo quando accompagna un nome: in tal caso si parla di aggettivo possessivo 2. Suus, sua, suum si usa sia al singolare che al plurale ma solo con senso riflessivo; in caso contrario ci si serve di: -eius per il singolare (sia maschile che femminile) = «di lui», «di lei» -eorum, earum per il plurale (forme distinte per il m. e per il f.) = «loro» (comune per m. e f.)

Per un approfondimento dei pronomi personali, consulta la sezione Appunti su Repetita! 3.2 Pronomi dimostrativi I pronomi dimostrativi sono: 1. Hic, haec, hoc = questo 2. Iste, ista, istud = codesto 3. IIle, illa, illud = quello Di seguito la declinazione completa dei tre generi, il singolare: E il plurale: OSSERVAZIONI I pronomi dimostrativi neutri hoc = questa cosa; istud = codesta cosa; illud = quella cosa, nei casi obliqui hanno il sostantivo res espresso. Es.: hac re = di questa cosa. Per un approfondimento dei pronomi dimostrativi, consulta la sezione Appunti su Repetita!

3.3 Pronomi determinativi I pronomi determinativi sono: 1. is, eă, ĭd = quello, egli 2. idem, eădem, idem = medesimo 3. ipse, ipsa, ipsum = stesso Segue la declinazione completa dei tre generi, il singolare: E il plurale: OSSERVAZIONI Idem e ipse sono due forme di is, ea, id, composte rispettivamente con le particelle indeclinabili -dem e -pse: - idem = medesimo, fa riferimento a qualcuno o qualcosa di cui si è già parlato - ipse = stesso, vuol dire «in persona», «proprio lui» Per un approfondimento dei pronomi determinativi, consulta la sezione Appunti su Repetita!

3.4 Pronomi relativi Il pronome relativo si chiama così perché è sempre in relazione ad un termine che si trova nella proposizione che lo precede. Occorre tener presente che: a - introduce la proposizione che da esso viene detta «relativa» b - concorda sempre in genere e numero con il nome a cui si riferisce, ma il suo caso dipende dalla funzione che ha nella proposizione relativa. I pronomi relativi sono: definiti: indefiniti: 1. qui, quae, quod = che, il quale, la quale, la qual cosa 2. quicumque, quaecumque, quodcumque = chiunque, qualunque cosa 3. quisquis, quidquid o quicquid = chiunque, qualunque cosa Segue la declinazione completa del pronome relativo definito qui, quae, quod: e = la Laudo virum qui iustitiam colit = lodo l uomo che coltiva la giustizia Epistula, quam mihi misisti = la lettera che mi hai spedito Epistulae, quas mihi misisti = le lettere che mi hai spedito OSSERVAZIONI - Quicumque, quaecumque, quodcumque = chiunque, qualunque cosa è composto dal pronome relativo qui e dal suffisso invariabile -cumque - Quisquis,quidquid deriva anch esso dal pronome relativo qui ma nella sua forma più antica quis, che è stata raddoppiata. Nominativo e accusativo sono le uniche forme usate di questo pronome, insieme all ablativo singolare quoquo che però è usato solo come aggettivo, es.: quoquo modo = in qualunque modo. Per un approfondimento dei pronomi relativi, consulta la sezione Appunti su Repetita!

3.5 Pronomi e aggettivi interrogativi I pronomi e aggettivi interrogativi più importanti sono: 1. quis? quid? = chi? che cosa? 2. qui? quae? quod? = quale? che? 3. uter? utra? utrum?= chi (tra due)? Di seguito la declinazione completa del pronome interrogativo quis? quid? = chi? che cosa? e = la Quis es? = chi sei? Quid illa dixit? = Che cosa (ella) ha detto? Segue la declinazione dell aggettivo interrogativo qui? quae? quod? = che? quale? e = la Qui vir est? = che uomo è? Quod animal hoc umquam fecit? = quale animale ha mai fatto questo?

OSSERVAZIONI - Quis? Quid? (= Chi? Che cosa?) ha valore di sostantivo, pertanto è un pronome interrogativo - Qui? Quae? Quod? (= Quale? Che?) è invece l aggettivo di quis?, pertanto accompagna sempre un nome a cui si riferisce Per un approfondimento dei pronomi interrogativi, consulta la sezione Appunti su Repetita! Quella che segue è invece la declinazione completa di uter? utra? utrum? = chi dei due? quale dei due? e = la OSSERVAZIONI Uter est melior? = chi dei due è migliore? Utrum premium tibi datum est = quale dei (due) premi ti fu dato? Uter? Utra? Utrum? Può avere sia valore di pronome (come nel primo esempio uter est melior?), sia la funzione di aggettivo (come nel secondo esempio dove accompagna il sostantivo premium) Per un approfondimento dei pronomi interrogativi, consulta la sezione Appunti su Repetita! 3.6 Pronomi indefiniti In latino ci sono diversi pronomi per tradurre il pronome indefinito «qualcuno», «qualcuna», «qualche cosa» o «qualche». I principali sono: FRASI POSITIVE: 1. aliquis, aliquid (pronome) = qualcuno, qualche cosa aliqui, aliqua, aliquod (aggettivo) = qualche 2. quidam, quaedam, quiddam (pronome) = un certo, un tale,

FRASI NEGATIVE O DI SENSO NEGAT.: quidam, quaedam, quoddam (aggettivo) = un certo, un tale, 3. quisquam, (ulla), quidquam (pronome) = alcuno ullus, ulla, ullum (aggettivo) = alcuno Qui di seguito la flessione completa del pronome indefinito aliquis, aliquid = qualcuno, qualche cosa, qualche: Quella che segue è la declinazione dell aggettivo alĭqui, alĭqua, alĭquod = qualche

Altri pronomi indefiniti sono: 1. Quisque, quidque (pronome) = ognuno, ciascuno Quisque quaeque, quodque (aggettivo) = ogni 2. Uterque, utraque, utrumque (pronome e aggettivo) = l uno e l altro, entrambi, ciascuno dei due 3. Neuter, neutra, neutrum = né l uno né l altro, nessuno dei due 4. Alius alia aliud = un altro, altro 5. Alter, altĕra, altĕrum = l altro tra due persone o due gruppi di cose o persone 6. Nemo, nihil (pronome) = nessuno, nessuna cosa, niente Nullus, nulla, nullum (aggettivo)= nessuno Per un approfondimento dei pronomi indefiniti, consulta la sezione Appunti su Repetita! 3.7 Aggettivi pronominali con genitivo in -īus Alcuni aggettivi pronominali hanno una declinazione particolare: pur seguendo infatti la prima declinazione presentano il genitivo singolare in -īus e il dativo singolare in -ī. Di seguito la declinazione completa di totus, tota, totum = tutto

OSSERVAZIONI Hanno il genitivo singolare in -īus e il dativo singolare in -ī : 1. unus, -a, -um = uno 2. solus, -a, -um = solo 3. totus, -a, -um = tutto 4. nullus, -a, -um = nessuno 5. alius, -a, -ud = un altro (fra molti) 6. ullus, -a, -um = alcuno 7. alter, -era, -erum = l altro (fra due) 8. uter, -tra, -um? = quale dei due? Per un approfondimento degli aggettivi pronominali in -īus, consulta la sezione Appunti su Repetita! 3.8 Pronomi correlativi Si dicono correlativi quegli aggettivi o pronomi che, in coppia, esprimono relazioni tra di loro, in termini di quantità, di grandezza o di qualità. I più importanti sono: - talis, -e qualis, -e = tale quale talis e qualis hanno funzione sia di pronome che di aggettivo, e seguono la declinazione degli aggettivi della seconda classe a due uscite; - tantus, -a, -um quantus, -a, -um = tanto grande quanto

tantus e quantus hanno funzione sia di pronome che di aggettivo e seguono la declinazione degli aggettivi della prima classe; - tantulus, -a, -um quantulus, -a, -um = tanto piccolo quanto tantulus e quantulus seguono la declinazione degli aggettivi della prima classe; - tot quot = tanti quanti tot e quot sono indeclinabili. Per un approfondimento dei pronomi correlativi, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4 I Complementi 4.1 I complementi di luogo Il complemento di luogo ha quattro determinazioni: 1. Stato in luogo: ubi? = dove? 2. Moto a luogo: quo? = verso dove? 3. Moto da luogo: unde? = da dove? 4. Moto per luogo: quā? = per dove? 4.1.1 Stato in luogo Il complemento di stato in luogo risponde alla domanda «dove?» Il nome del luogo in questo caso si esprime con in + l ablativo e = la In templo sum = Sono nel tempio 4.1.2 Moto a luogo Il complemento di moto a luogo risponde alla domanda «verso dove?» Il nome del luogo in questo caso si esprime con: - in + accusativo (ingresso in un luogo) - ad + accusativo (avvicinamento ad un luogo) e = la In templum ineo = Entro nel tempio Ad templum eo = vado verso il tempio

4.1.3 Moto da luogo Il complemento di moto da luogo risponde alla domanda «da dove?» Il nome del luogo in questo caso si esprime con e, ex, a, ab, de + ablativo e = la Ex templo exeo = Esco dal tempio 4.1.4 Moto per luogo Il complemento di moto per luogo risponde alla domanda «per dove?» Il nome del luogo in questo caso si esprime con per + accusativo e = la Per silvam transeo = Passo attraverso il bosco Per un approfondimento dei complementi di luogo, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4.2 I complementi di tempo Il complemento di luogo ha due determinazioni: 1. Complemento di tempo determinato: quando? = quando? 2. Complemento di tempo continuato: quamdiu? = per quanto tempo? 4.2.1 I complementi di tempo determinato Il complemento di tempo determinato risponde alla domanda «quando?». Il nome che indica in quale determinato momento si verifica un fatto si mette in ablativo semplice. e = la Neronis tempore incendium fuit = Al tempo di Nerone ci fu un incendio

4.2.2 I complementi di tempo continuato Il complemento di tempo continuato risponde alla domanda «per quanto tempo?». Il nome che indica per quanto tempo dura o si svolge un azione si esprime con per + accusativo o con l accusativo semplice e = la Per totum regnum Neronis christiani persecuti = Per tutto il regno di Nerone i cristiani furono perseguitati Per un approfondimento dei complementi di tempo, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4.3 Il complemento di mezzo Il complemento di mezzo risponde alle domande «come?», «con che mezzo?», si esprime con: - ablativo semplice, se rappresentato da animale o cosa - per + accusativo, se rappresentato da persona e = la Oculis videmus = vediamo con gli occhi Per legatos pacem petunt = chiedono la pace per mezzo di ambasciatori 4. 4 Il complemento di modo Il complemento di modo risponde alle domande «come?», «in che modo?», si esprime con: - cum + ablativo, se il termine è costituito dal solo sostantivo

- l ablativo semplice/ o ablativo con cum spesso frapposto, se il termine è costituito dal sostantivo accompagnato dall aggettivo e = la Librum lego cum voluptate = leggo il libro con piacere Librum lego magna cum voluptate = leggo il libro con grande piacere 4.5 Il complemento di causa Il complemento di causa indica il motivo o la ragione per cui si agisce, si esprime con: - ablativo semplice, se la causa è interna, dell animo - ob/propter + accusativo, se la causa è esterna - prae + ablativo, in espressioni negative quando la causa è impediente, ovvero impedisce l azione e = la Hoc facio animi mollitia = Faccio questo per debolezza d animo Aegrotus propter morbum periit = Il malato morì a causa della malattia Prae lacrimis scribere non possum = per le lacrime non riesco a scrivere 4.6 Il complemento di compagnia e di unione Il complemento di compagnia e di unione indica la persona o la cosa insieme alla quale si compie un azione, e si esprime con cum + ablativo e = la Dux cum equitibus properat = Il comandante si avvicina con la cavalleria Per un approfondimento dei complementi di mezzo, modo, causa, compagnia e unione, consulta la sezione Appunti su Repetita!

4.7 Il complemento di vantaggio e svantaggio I complementi di vantaggio e di svantaggio sono espressi nel seguente modo: Vantaggio: pro + ablativo Svantaggio: contra + accusativo e = la Pro libertate pugno = Combatto per la libertà (vantaggio) Contra inimicos pugno = Combatto contro i nemici (svantaggio) 4.8 Il complemento di argomento Il complemento di argomento risponde alla domanda «di cosa parla / tratta?», si esprime in latino con de + ablativo e = la De senectute tracto = Parlo della vecchiaia 4.9 Il complemento di fine Il complemento di fine risponde alla domanda «a quale scopo?», può essere espresso in due modi: 1. ad + accusativo 2. causā / gratiā + genitivo e = la Caesar militias instituit ad custodiam = Cesare istituì a guardia i soldati Caesar militias instituit custodiae gratiā = Cesare istituì a guardia i soldati

4.10 Il complemento di materia Il complemento di materia risponde alla domanda «di che cosa è fatto?», si esprime con e / ex / de + ablativo e = la Statua ex marmore = Statua di marmo Per un approfondimento dei complementi di vantaggio, svantaggio, fine, argomento e materia, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4.11 Il complemento di qualità Il complemento di qualità risponde alla domanda «con quali caratteristiche?», si esprime con - Ablativo, se le qualità sono fisiche - Genitivo, se le qualità sono morali e = la Puer nec minimo naso = ragazzo dal naso non piccolissimo (qualità fisiche) Domina summae sapientiae = donna di grandissima sapienza (qualità morali) 4.12 Il complemento di stima Il complemento di stima risponde alla domanda «quanto?», si esprime con - Ablativo, se la stima è determinata - Genitivo, se la stima è indeterminata e = la Domum centum talentis aestimo = Valuto la casa cento talenti (stima determinata) Parvi id aestimo = Valuto poco quella cosa (stima indeterminata)

4.13 Il complemento di prezzo Il complemento di prezzo risponde alla domanda «quanto costa?», si esprime con l ablativo e = la Centum talentis domum vendo = Vendo la casa per cento talenti 4.14 Il complemento di abbondanza Il complemento di abbondanza risponde alla domanda «ricco o abbondante di cosa?», si esprime con l ablativo e = la Amphora vino referta = Anfora piena di vino 4.15 Il complemento di colpa Il complemento di colpa risponde alla domanda «di quale colpa?», si esprime con il genitivo (che può essere preceduto da crimine o scelere) e = la Accusavit eum (crimine) furti = Accusò quello di furto 4.16 Il complemento di pena Il complemento di pena risponde alla domanda «a quale pena?», si esprime con l ablativo e = la Multavit eum exilio = Condannò quello all esilio Per un approfondimento dei complementi di qualità, stima, prezzo, abbondanza, colpa e pena, consulta la sezione Appunti su Repetita!

4.17 Il complemento d agente e di causa efficiente I complementi d agente e di causa efficiente rispondono rispettivamente alle domande «da chi?» «da che cosa?», e indicano da chi è compiuta (d agente) o da che cosa è causata (di causa efficiente). Tali complementi presuppongono una frase di forma passiva, e si esprimono con: - a / ab + ablativo, se il termine è costituito da persona (compl. d agente) - ablativo semplice, se il termine è costituito da cosa (compl. di causa efficiente) e = la Aliquis vorabatur a Sphinge = un tale veniva divorato dalla sfinge (agente) Bonus iudex non corrumpitur pecunia = un buon giudice non viene corrotto dal denaro (causa efficiente) Per un approfondimento dei complementi d agente e di causa efficiente, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4.18 Il complemento di limitazione Il complemento di limitazione risponde alla domanda «limitatamente a chi? / a che cosa?», si esprime con l ablativo e = la Erras longe meā quidem sententiā = sbagli molto a mio parere 4.19 Il complemento di età Il complemento di età risponde alla domanda «a quale età?», si può esprimere con: - accusativo del numerale cardinale + natus, -a, -um - accusativo del numerale ordinale (aumentato di un unità) + agens, -entis e = la

Quindecim annos natus = a quindici anni Annum agens sextum decimum = a quindici anni (avviandosi al sedicesimo anno) 4.20 Il complemento di distanza Il complemento di distanza risponde alla domanda «quanto lontano?», si esprime con: - genitivo (se retto da spatio / intervallo) - accusativo e = la Roma secentorum passuum spatio abest = Roma dista seicento passi Roma secentos passus abest = Roma dista seicento passi 4.21 Il complemento di estensione Il complemento di estensione risponde alla domanda «Quanto è lungo / largo / alto?», si esprime con: - genitivo, se retto da un nome - accusativo, se retto da un aggettivo e = la Iter quattuor dies longum = un viaggio lungo quattro giorni Iter quattuor dierum = un viaggio di quattro giorni 4.22 Il complemento di separazione Il complemento di separazione risponde alle domande «da chi?» «da cosa?», si esprime con l a, ab, de, e, ex + ablativo e = la

a Romā = da Roma Per un approfondimento dei complementi di limitazione, età distanza, estensione, separazione, consulta la sezione Appunti su Repetita! 4.23 Il dativo di possesso Il dativo di possesso è la particolare costruzione latina con cui si esprime l idea del possesso. Diversamente dall italiano, la lingua latina dà più importanza alla cosa posseduta che al possessore, infatti: - la cosa posseduta è soggetto, e quindi è in nominativo. - chi la possiede, è in dativo e = la Tibi amplissimae fortunae sunt = tu hai moltissime ricchezze (letteralmente: a te sono moltissime ricchezze) La traduzione in italiano prevede pertanto una trasformazione, per cui: a. la persona in dativo diventa soggetto (tibi = «tu») b. al posto del verbo «essere» si usa il verbo «avere», concordato con il nuovo soggetto («hai») c. l oggetto posseduto (moltissime ricchezze) che in latino è al nominativo, diviene complemento oggetto della frase italiana Per un approfondimento del dativo di possesso, consulta la sezione Appunti su Repetita! 5. I verbi Il verbo latino ha generalmente due forme: attiva e passiva. - Un verbo attivo può farsi passivo solo se è transitivo, ovvero quando l azione del soggetto passa al complemento oggetto senza una preposizione - Esiste una categoria di verbi, chiamati deponenti, che hanno forma passiva ma significato attivo Il verbo latino ha otto modi, - di cui tre finiti o personali (= con le persone espresse): 1. Indicativo (esprime realtà) 2. Congiuntivo (esprime possibilità, desiderio) 3. Imperativo (esprime ordine o comando)

- e cinque infiniti o impersonali (le persone non sono espresse): 4. Infinito 5. Gerundio nomi verbali 6. Supino 7. Participio aggettivi verbali 8. Gerundivo I verbi in latino si formano da tre temi «originari» che rappresentano l opposizione di due aspetti (incompiuto e compiuto): - il tema del presente, che indica un azione incompiuta - il tema del perfetto, che indica un azione compiuta - il tema del supino (azione compiuta), che si aggiunse al tema del perfetto in un secondo momento 5.1 Il verbo sum = sono La coniugazione di sum presenta due temi: 1. es- il tema del presente 2. fu- il tema del perfetto 5.1.1 Indicativo di sum Di seguito la coniugazione dei tempi dell indicativo, derivati dal tema del presente es-: PRESENTE IMPERFETTO FUTURO SEMPLICE sum eram ero es (< es-s) est (< es-t) eras erat eris erit sumus erāmus erĭmus estis (< es-tis) erātis erĭtis

sunt erant erunt OSSERVAZIONI Il tema es- del verbo sum: - perde la e- iniziale quando viene a trovarsi davanti alla u (sum < es-um, sunt < es-unt) oppure alla i (sim < es-im, sint < es-int); - cambia la -s- in -r- quando si trova tra due vocali, come nell imperfetto eram < es-am. Di sum mancano: il supino, il participio presente e passato, il gerundio e il gerundivo. Solo nei composti absum (= sono lontano) e praesum (= sono presente) si hanno i participi: absens, -entis e praesens, -entis. Segue la coniugazione completa dei tempi dell indicativo derivati dal tema del perfetto fu-: PERFETTO PIUCCHEPERFETTO FUTURO ANTERIORE fui fuĕram fuĕro fuisti fuĕras fuĕris fuit fuĕrat fuĕrit fuĭmus fuerāmus fuerĭmus fuistis fuerātis fuerĭtis

PERFETTO PRESENTE FUTURO fuērunt fuĕrant fuĕrint 5.1.2 Congiuntivo di sum Di seguito la coniugazione completa del congiuntivo di sum: PRESENTE IMPERFETTO PERFETTO PIUCCHEPERFETTO sim essem fuĕrim fuissem sis esses fuĕris fuisses sit esset fuĕrit fuisset sīmus essēmus fuerĭmus fuissēmus sītis essētis fuerĭtis fuissētis sint essent fuĕrint fuissent 5.1.3 Infinito di sum

fuisse esse futurum, -am, -um esse futuros, -as, -a esse fore 5.1.4 Imperativo di sum SUM IMPERATIVO PRESENTE 2ª sing. es 2ª pl. este SUM IMPERATIVO FUTURO 2ª sing. esto 3ª sing. esto 2ª pl. estote 3ª pl. sunto 5.1.5 Participio di sum Nel verbo sum mancano il participio presente e il participio passato. Il participio futuro è: futūrus, -a, -um = che sarà 5.2 I verbi regolari: le quattro coniugazioni I verbi latini sono raggruppati in 4 coniugazioni che si distinguono l una dall altra per l uscita dell infinito presente: - 1^ coniugazione: -āre - 2^ coniugazione: -ēre - 3^ coniugazione: -ĕre

- 4^ coniugazione: -īre Il tema del presente si ottiene togliendo dall infinito presente la desinenza -re per la 1ª, la 2ª e la 4ª coniugazione; -ĕre per la terza. La vocale che precede «-re» è detta vocale tematica: è presente in tutti i verbi tranne in un gruppo, a cui appartiene anche il verbo sum (= sono), detti «verbi atematici». Al tema del presente si aggiungono le desinenze di forma attiva: -o/m -s -t -mus -tis -nt amo amas amat amāmus amātis amant o di forma passiva: -r -āris/-re -ātur -āmur -amĭni -antur laudor laudāris laudātur laudāmur laudamĭni laudantur 5.2.1 Indicativo presente L indicativo presente latino corrisponde all analogo verbo italiano.

Di seguito l intera flessione, nella forma attiva, del presente dei verbi delle 4 coniugazioni: amo = amo; moneo = ammonisco; lego = leggo; audio = sento 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amo moneo lego amas mones legis amat monet legit amāmus monēmus legĭmus amātis monētis legĭtis amant monent legunt audĭo audis audit audīmus audītis audiunt Segue l intera flessione, nella forma passiva: laudor = sono lodato; moneor = sono ammonito; mittor = sono mandato; audior = sono sentito 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE laudor monĕor mittor laudāris monēris mittĕris laudātur monētur mittĭtur laudāmur monēmur mittĭmur laudamĭni monemĭni mittimĭni laudantur monentur mittuntur audĭor audīris audītur audīmur audimĭni audiuntur Per un approfondimento dell indicativo presente, consulta la sezione Appunti su Repetita!

5.2.2 L indicativo imperfetto L indicativo imperfetto latino corrisponde all analogo verbo italiano, di seguito l intera flessione, nella forma attiva, dell imperfetto delle 4 coniugazioni: amabam = amavo, monebam = ammonivo, legebam = leggevo, audiebam = sentivo 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amabam monebam legēbam audiēbam amabas monebas legēbas audiēbas amabat monebat legēbat audiēbat amabāmus monebāmus legebāmus audiebāmus amabātis monebātis legebātis audiebātis amabant monebant legēbant audiēbant Di seguito l intera flessione, nella forma passiva, dell imperfetto dei verbi delle 4 coniugazioni: laudabar = ero lodato, monebar = ero ammonito, mittebar = ero mandato, audiebar = ero sentito 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE laudābar monēbar mittēbar audiēbar laudabāris monebāris mittebāris audiebāris laudabātur monebātur mittebātur audiebātur laudabāmur monebāmur mittebāmur audiebāmur laudabamĭni monebamĭni mittebamĭni audiebamĭni laudabantur monebantur mittebantur audiebantur

OSSERVAZIONI L imperfetto si ottiene aggiungendo al tema verbale del presente il suffisso temporale -ba- che caratterizza l imperfetto. Al suffisso dunque si uniscono le desinenze già note: -o/m -r -s -ris -t -tur -mus -mur -tis -mĭni -nt -ntur Per un approfondimento dell imperfetto, consulta la sezione Appunti su Repetita! 5.2.3 L indicativo futuro semplice L indicativo futuro semplice latino corrisponde all analogo verbo italiano, di seguito l intera flessione delle 4 coniugazioni: amabo = amerò, monebo = ammonirò, legam = leggerò; audiam = sentirò 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amabo monebo legam audiam amabis monebis leges audies amabit monebit leget audiet amabĭmus monebĭmus legēmus audiēmus amabĭtis monebĭtis legētis audiētis amabunt monebunt legent audient

Di seguito l intera flessione, nella forma passiva, del futuro semplice dei verbi delle 4 coniugazioni: laudabor = sarò lodato; monebor = sarò ammonito; mittar = sarò mandato; audiar = sarò sentito 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE laudābor monēbor mittar audiar laudabĕris monebĕris mittēris audiēris laudabĭtur monebĭtur mittētur audiētur laudabĭmur monebĭmur mittēmur audiēmur laudabimĭni monebimĭni mittemĭni audiemĭni laudabuntur monebuntur mittentur audientur OSSERVAZIONI a) Nella 1ª e 2ª coniugazione il futuro semplice si ottiene aggiungendo al tema verbale il suffisso temporale -bi- che caratterizza il futuro, seguito dalle desinenze; b) Nella 3ª e 4ª coniugazione si aggiunge al tema verbale la vocale -a- per la 1ª persona sing. ed -ē- per tutte le altre persone, seguite dalle desinenze. Per un approfondimento del futuro semplice, consulta la sezione Appunti su Repetita! 5.2.4 L indicativo perfetto L indicativo perfetto latino corrisponde al passato remoto e al passato prossimo italiani. Di seguito l intera flessione delle 4 coniugazioni: amavi = amai / ho amato, monui = ammonii / ho ammonito, legi = lessi / ho letto; audivi = sentii / ho sentito.

1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amavi monui legi audivi amavisti monuisti legisti audivisti amavit monuit legit audivit amavĭmus monuĭmus legĭmus audivĭmus amavistis monuistis legistis audivistis amavērunt monuērunt legērunt audivērunt Segue il perfetto passivo: laudātus sum = fui/sono stato lodato; monĭtus sum = fui/ sono stato rimproverato, ecc. 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ªCONIUGAZIONE laudātus sum monĭtus sum missus sum audītus sum OSSERVAZIONI Il perfetto si forma dal tema del perfetto, aggiungendo le desinenze: -i, -sti, -t, -mus, -stis, -ērunt/-ēre Nella coniugazione regolare passiva si presentano delle differenze nella formazione dei tempi semplici e dei tempi composti: - tempi semplici: nel presente e nei tempi che da esso derivano le forme semplici passive differiscono dalle corrispondenti attive per le sole desinenze personali. - tempi composti: nel perfetto e nei tempi da esso derivati (il perfetto, il piuccheperfetto e il futuro anteriore) il passivo si forma con il participio passato (coniugato in genere e numero al nome cui si riferisce) in unione con una voce del verbo sum, esempio del perfetto: laudātus, -a, -um sum; laudati, -ae, -a sumus). Per un approfondimento del perfetto, consulta la sezione Appunti su Repetita!

5.2.5 L indicativo piuccheperfetto L indicativo piuccheperfetto latino corrisponde al trapassato remoto italiano. Di seguito l intera flessione delle 4 coniugazioni: amavĕram = avevo amato; monuĕram = avevo ammonito, legĕram = avevo letto; audivĕram = avevo sentito. 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amavĕram monuĕram legĕram audivĕram amavĕras monuĕras legĕras audivĕras amavĕrat monuĕrat legĕrat audivĕrat amaveramus monueramus legeramus audiveramus amaveratis monueratis legeratis audiveratis amavĕrant monuĕrant legĕrant audivĕrant Segue il piuccheperfetto passivo: laudātus eram = ero stato lodato; monĭtus eram = ero stato rimproverato, ecc. 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE laudātus eram monĭtus eram missus eram audītus eram OSSERVAZIONI Il piuccheperfetto attivo si forma dal tema del perfetto (si ottiene togliendo la -i dalla prima persona) aggiungendo le desinenze -ĕram -ĕras -ĕrat -ĕrāmus -erātis -ĕrant il piuccheperfetto passivo si forma con il participio passato (coniugato in genere e numero al nome cui si riferisce) in unione con l imperfetto del verbo sum, esempio del piuccheperfetto: laudātus, -a, -um eram; laudati, -ae, -a erāmus). Per un approfondimento del piuccheperfetto, consulta la sezione Appunti su Repetita!

5.2.6 L indicativo Futuro anteriore L indicativo futuro anteriore latino corrisponde al futuro anteriore italiano. Di seguito l intera flessione delle 4 coniugazioni: amavĕro = avrò amato; monuĕro = avrò ammonito, legĕro = avrò letto; audivĕro = avrò sentito. 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE amavĕro monuĕro legĕro audivĕro amavĕris monuĕris legĕris audivĕris amavĕrit monuĕrit legĕrit audivĕrit amaverĭmus monuerĭmus legerĭmus audiverĭmus amaverĭtis monuerĭtis legerĭtis audiverĭtis amavĕrint monuĕrint legĕrint audivĕrint Segue il futuro anteriore passivo: laudātus ero = sarò stato lodato; monĭtus ero = sarò stato rimproverato, ecc. 1ª CONIUGAZIONE 2ª CONIUGAZIONE 3ª CONIUGAZIONE 4ª CONIUGAZIONE laudātus ero monĭtus ero missus ero audītus ero OSSERVAZIONI Il futuro anteriore attivo si forma dal tema del perfetto (si ottiene togliendo la -i dalla prima persona) aggiungendo le desinenze -ĕro -ĕris -ĕrit -ĕrĭmus -erĭtis -ĕrint Il futuro anteriore passivo si forma con il participio passato (coniugato in genere e numero al nome cui si riferisce) in unione con il futuro del verbo sum, esempio del futuro anteriore: laudātus, -a, -um ero; laudati, -ae, -a erĭmus). Per un approfondimento del futuro anteriore, consulta la sezione Appunti su Repetita!