QUALCUNO HA PER CASO DUE BOMBE?



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Transcript:

QUALCUNO HA PER CASO DUE BOMBE? Commedia in 2 atti di Giacomo Masseroni Chiaro Personaggi COLONNELLO SOTTOPOSTO DI DONATO RAGAZZO ADELE PRIMO NEMICO SECONDO NEMICO 1

ATTO I Ufficio militare. Un colonnello è seduto su una sedia davanti a un tavolo. Un sottoposto è in piedi dall altra parte della stanza. COLONNELLO: Sottoposto! SOTTOPOSTO: Signor si signor colonnello. COLONNELLO: Cosa c è da fare oggi? SOTTOPOSTO: Niente signore. COLONNELLO: Niente? SOTTOPOSTO: Signor si, niente. COLONNELLO: Ma non c era da fare niente neanche ieri. SOTTOPOSTO: Esatto signore. Pausa COLONNELLO: Sottoposto! SOTTOPOSTO: Si signore. COLONNELLO: E arrivato qualcosa oggi? SOTTOPOSTO: Niente signore. COLONNELLO: Ma non era arrivato niente neanche ieri. SOTTOPOSTO: Esatto signore. (Pausa) COLONNELLO: Sottoposto! SOTTOPOSTO: Si signore. COLONNELLO: Vammi a prendere un caffè. SOTTOPOSTO: Signor si. COLONNELLO: Sono troppo calmo. Non va bene. 2

Il sottoposto esce di scena COLONNELLO: Odio la pace. E così noiosa. Rientra il sottoposto con un bicchiere in una mano e un foglio nell altra. Posa il bicchiere sul tavolo SOTTOPOSTO: E arrivato un dispaccio signore. COLONNELLO: Da parte di chi? SOTTOPOSTO: Dall alto comando. COLONNELLO: Bene. Leggilo. SOTTOPOSTO: Signor si. (Apre il foglio e comincia a leggere) Notizia top secret. Stop. E richiesto nuovo personale. Stop. Aumentare approvvigionamenti. Stop. COLONNELLO: Finalmente si lavora. Bene, lo sapevo che ci voleva un caffè. Prendimi le mappe economiche del paese. SOTTOPOSTO: Le mappe economiche? COLONNELLO: Si, ci serve personale. SOTTOPOSTO: E lo cerchiamo con le mappe economiche? COLONNELLO: Certo. Ci servono quelli senza lavoro, quelli senza soldi. Insomma i poveracci. SOTTOPOSTO: Comunque è già arrivato. COLONNELLO: Chi? SOTTOPOSTO: Un candidato. COLONNELLO: Eh già qui? SOTTOPOSTO: Si, l ho incontrato quando sono andato a prendere il caffè. COLONNELLO: Ottimo. L eccellenza dell esercito. Bravo! SOTTOPOSTO: Non ho fatto niente. COLONNELLO: Bravo lo stesso. Siamo una famiglia, i meriti sono di tutti. Fallo entrare. 3

Il sottoposto esce e rientra con un ragazzo con un foglio in mano COLONNELLO: Vieni, siediti. Bravo! RAGAZZO: (Noncurante) Grazie. COLONNELLO: Cos hai portato? RAGAZZO: Il mio curriculum. COLONNELLO: Addirittura? Non serviva. Comunque ormai l hai portato. Bravo! (Prende il curriculum e legge) Mmhm diplomato. RAGAZZO: Già, non ho finito l università. Mi sono iscritto a Lettere e Filosofia ma ho lasciato. COLONNELLO: Perfetto. Bravo! RAGAZZO: Come perfetto. COLONNELLO: Sicuro, ci serve gente dal basso livello culturale. Tutti questi laureati, con queste strane idee in testa, che vogliono cambiare il mondo. Anacronistici. Il mondo va bene così com è. RAGAZZO: Se lo dice lei. COLONNELLO: Nessuna esperienza lavorativa, ottimo. RAGAZZO: Si?! COLONNELLO: Sicuro. L esercito è l unico campo dove non serve saper fare niente per essere arruolati. Pensiamo a tutto noi. SOTTOPOSTO: (Ironico) Ci sarebbe anche RAGAZZO: Certo. La politica. Il colonnello scatta sotto al tavolo terrorizzato. RAGAZZO: Che fa? COLONNELLO: Niente. (Si rialza circospetto) SOTTOPOSTO: Ha un po di paura. RAGAZZO: Della politica? 4

Il colonnello riscatta sotto al tavolo. SOTTOPOSTO: Diciamo terrore. COLONNELLO: (Si rialza) Li odio. RAGAZZO: Chi? SOTTOPOSTO: I politici. (Ride) Il colonnello scatta nuovamente sotto al tavolo. RAGAZZO: Perché? COLONNELLO: (Di nuovo seduto) Sono gli unici che non possiamo comandare. Pessima idea. Comunque, andiamo avanti. Qualche preferenza? RAGAZZO: Del tipo? COLONNELLO: Italia o all estero? RAGAZZO: In che senso? COLONNELLO: Preferisci essere impiegato in Italia o all estero? RAGAZZO: Beh, un ambiente di lavoro internazionale sarebbe stimolante. COLONELLO: Un bel teatro di guerra in terra straniera stimola. Bravo! RAGAZZO: Teatro di guerra? Io pensavo ad un lavoro di ufficio. COLONNELLO: Ufficio? Ahi ahi ahi ahi ahi, andiamo male. RAGAZZO: Perché? COLONNELLO: Che ci facciamo con personale di ufficio? Noi vogliamo soldati. RAGAZZO: Ma io non sono un soldato. Non mi piacciono le armi. COLONNELLO: Stai dicendo sul serio? RAGAZZO: Certo, a me non piace la guerra. COLONNELLO: Cosa, cosa, cosa?!? E dire che avevi cominciato così bene. Sembravi un giovane promettente. Puoi andare. 5

RAGAZZO: Abbiamo finito? COLONNELLO: Sicuro. Non abbiamo bisogno di gente come te. Noi vogliamo uomini. RAGAZZO: (Si alza) Neanche volevo venire. Mi hanno obbligato. Il ragazzo esce. COLONNELLO: Questi giovani. Ossigeno sprecato. Dicevamo delle mappe economiche. SOTTOPOSTO: Signor si. COLONNELLO: Devo averle al più presto. Squilla il telefono. Il sottoposto risponde. SOTTOPOSTO: Ufficio del colonnello Ribaldi. (Pausa) Subito. (Al colonnello) E per lei. COLONNELLO: Chi è? SOTTOPOSTO: E l onorevole Scarabarda. Il colonnello scatta sotto al tavolo. SOTTOPOSTO: (Al telefono) Non può rispondere. (Pausa) Perché ha paura. COLONNELLO: No!! SOTTOPOSTO: (Al telefono) No!! Cioè, si. Ha paura di non riuscire a finire l incarico che sta svolgendo in questo momento. (Il colonnello fa dei gesti al sottoposto) E molto urgente. Mi dica, riferirò subito. (Pausa) Va bene. Riferisco. (Il colonnello fa dei segni di numeri) Ah, onorevole. Non so se ha sentito la storia dei 90 aerei da caccia che abbiamo ordinato si può fare qualcosa? (Il colonnello fa il segno di ok) Perfetto, grazie. (Attacca il telefono) Signore, mi è stato detto di richiamare il ragazzo. COLONNELLO: Chi? SOTTOPOSTO: Quello a cui non piace la guerra. 6

COLONNELLO: Mai. SOTTOPOSTO: E il figlio dell onorevole Scarabarda. Ha detto che se prendiamo il figlio abbiamo gli aerei. COLONNELLO: Dannazione. Io li odio. (Pausa) Vallo a richiamare. Il sottoposto esce di scena. COLONNELLO: L ho sempre detto. O l ho sempre pensato?! Mai lasciare il potere a chi non indossa la divisa. Il sottoposto rientra con il ragazzo. COLONNELLO: Vieni, siediti. Vuoi qualcosa da bere? Un caffè, un bicchiere d acqua? RAGAZZO: Un bicchiere d acqua. COLONNELLO: (Al sottoposto) Vai subito a prendere un bicchiere d acqua per questo giovane. (Al ragazzo) Allora, mi dicevi che non ti piace la guerra. Il sottoposto esce di scena RAGAZZO: La odio. COLONELLO: (Accondiscendente) Beh, non c è bisogno di usare un tono così forte. Perché non ti piace? RAGAZZO: Muoiono delle persone. COLONNELLO: Ma tutti i giorni muoiono delle persone. E un fatto naturale. RAGAZZO: In guerra non muoiono per cause naturali. COLONNELLO: La guerra è necessaria. RAGAZZO: Per chi? COLONNELLO: Per tutto il mondo. 7

RAGAZZO: La pace è necessaria. COLONNELLO: La pace si può ottenere solo con la guerra. RAGAZZO: Che razza di stronzata è questa? COLONNELLO: E la verità. Dobbiamo eliminare i cattivi per far vincere i buoni. RAGAZZO: E dopo che tutti i cattivi saranno stati eliminati? COLONNELLO: Impossibile. RAGAZZO: Perché? COLONNELLO: Perché le persone sono cattive. RAGAZZO: Forse sono cattive perché gli facciamo la guerra. COLONNELLO: Sarebbero cattive lo stesso. RAGAZZO: Sicuro? Proviamo a non fargli la guerra, e vediamo come sono. COLONNELLO: Ci attaccherebbero loro. RAGAZZO: Ma non lo sappiamo. COLONNELLO: (Contrariato) Quindi niente teatro di guerra. RAGAZZO: No. Il sottoposto rientra SOTTOPOSTO: (Al colonnello) Un nuovo dispaccio signore. COLONNELLO: Da parte di chi? SOTTOPOSTO: Dall alto comando. COLONNELLO: Bene. Leggilo. SOTTOPOSTO: Signor si. (Apre il foglio e comincia a leggere) Notizia top secret. Stop. (Il sottoposto guarda il colonnello e poi il ragazzo. Il colonnello fa un cenno di assenso al sottoposto) E stata dichiarata guerra alla nazione (si ferma) COLONNELLO: A quale nazione? SOTTOPOSTO: Non c è scritto. 8

COLONNELLO: Come non c è scritto. SOTTOPOSTO: No, il nome è stato cancellato con il bianchetto. COLONNELLO: Bene, non ci interessa. SOTTOPOSTO: Il dispaccio? COLONNELLO: No, la nazione. Una guerra è una guerra. Continua a leggere. SOTTOPOSTO: Signor si. (Riprende) E richiesto nuovo personale. Stop. Richiesta urgentissima. Stop. Si ordina di effettuare i colloqui previsti. Stop. COLONNELLO: Ho fatto bene a richiedere quegli aerei. (A se stesso) Bravo! Allora, ragazzo RAGAZZO: Visto? COLONNELLO: Visto cosa? RAGAZZO: Che la guerra è inutile. Non c è scritto neanche a chi dichiariamo guerra. COLONNELLO: Che ci importa? E sempre un cattivo da eliminare. RAGAZZO: Voi militari siete peggio dei politici. COLONNELLO: (Terrorizzato e arrabbiato) Non lo dire neanche per scherzo. RAGAZZO: Mi fate schifo tutti e due. COLONNELLO: Non ci confondere con quelli la. Soldato! RAGAZZO: Io non sono un soldato. COLONNELLO: Non ancora. RAGAZZO: Non so neanche perché sono qui. COLONNELLO: Perché hai l anima del soldato. Ancora non lo sai. RAGAZZO: Mi hanno obbligato. COLONNELLO: Ma hai comunque l anima del soldato. Lo vedo. Bravo! RAGAZZO: Io me ne vado (si alza). COLONNELLO: (Fa un cenno al sottoposto che lo ferma gentilmente) No, aspetta. Persone come te sono molto utili. Parliamone ancora. Vedrai che apprezzerai anche tu i nostri ideali. RAGAZZO: Che ideali avete? COLONNELLO: Vogliamo un mondo più sicuro, dove le persone possono vivere senza paura. RAGAZZO: Tutti vogliamo un mondo così. COLONNELLO: I cattivi non lo vogliono. 9

RAGAZZO: Chi lo dice? Per loro siamo noi i cattivi. COLONNELLO: Impossibile. RAGAZZO: Perché? COLONNELLO: Perché noi siamo i buoni. RAGAZZO: Così è facile. COLONNELLO: Ma è così. Sono loro i terroristi. RAGAZZO: Abbiamo creato noi la definizione attuale di terrorista. Quello che noi chiamiamo terrorista, per loro è un soldato. COLONNELLO: I soldati non uccidono i civili. RAGAZZO: E vero, i soldati lanciano le bombe atomiche. COLONNELLO: Sono servite per vincere una guerra. Contro dei terribili cattivi. RAGAZZO: (Ironico) Se lo dice lei. Il ragazzo riceve un sms, prende il cellulare e lo legge COLONNELLO: (Stizzito) Però, il cellulare RAGAZZO: E la mia ragazza. E qui fuori. Vuole entrare. COLONNELLO: Non sono mai stato a favore delle donne nell esercito. RAGAZZO: E molto cocciuta. COLONNELLO: (Indeciso) Se ti può aiutare, falla entrare. Il sottoposto esce e rientra con una ragazza. La faccia del sottoposto è nera. COLONNELLO: (Sorpreso) Adele??! ADELE: (Arrabbiata) Ciao papà. RAGAZZO: (A bocca aperta) Papà??!??!? ADELE: Si, è mio padre. Che ci fai qui? RAGAZZO: Mi ha obbligato mio padre. 10

COLONNELLO: (Ad Adele) E il tuo ragazzo? ADELE: Si. E lascialo stare. Non entrerà mai nell esercito. COLONNELLO: Questo lo vedremo. Ha lo spirito del soldato il ragazzo. Bravo! ADELE: No. COLONNELLO: Fallo decidere a lui. ADELE: No. SOTTOPOSTO: Eccola che inizia. COLONNELLO: Sottoposto nessuno ti ha dato il permesso di parlare. ADELE: Lascia stare anche lui. L hai già rovinato. COLONNELLO: Conosci anche lui? SOTTOPOSTO: (Arrabbiato) Purtroppo si. ADELE: E il mio ex ragazzo. RAGAZZO: Cosa?! ADELE: Si. RAGAZZO: Non me l hai mai detto. ADELE: Cosa? Che ho avuto altri ragazzi? Ho che il mio ex-ragazzo lavora con mio padre e l ho lasciato per questo? SOTTOPOSTO: Cosa?! COLONNELLO: Cosa? ADELE: (Al colonnello) Non sono cose che ti riguardano. COLONNELLO: Certo che mi riguardano. ADELE: (Fredda) No. SOTTOPOSTO: Non la contraddica signore. COLONNELLO: Come ti permetti di parlarmi così, sottoposto! ADELE: Sta zitto un attimo. SOTTOPOSTO: Perché non me l hai detto. ADELE: Sarebbe cambiato qualcosa? SOTTOPOSTO: Certo. 11

RAGAZZO: Ci sono anch io. SOTTOPOSTO: Sta zitto un attimo. ADELE: Comunque adesso non è più importante. SOTTOPOSTO: Dicevi che ti stavi innamorando di me. ADELE: Era vero. SOTTOPOSTO: Non mi hai dato spiegazioni, sei solo scappata. ADELE: Non potevo fare altrimenti. SOTTOPOSTO: Potevamo parlarne. ADELE: Era inutile. SOTTOPOSTO: Come fai a dirlo? ADELE: (Indicando il colonnello) Guardalo. Ci si può parlare con persone così? COLONNELLO: Signorina, sono sempre tuo padre. RAGAZZO: (Al colonnello) Sta zitto un attimo. SOTTOPOSTO: Io non sono come lui. ADELE: Lavori per lui. SOTTOPOSTO: E per questo sono come lui? ADELE: Non potevo correre il rischio di scoprirlo troppo tardi. SOTTOPOSTO: Hai preferito andartene. ADELE: Sono abituata a cambiare vita. SOTTOPOSTO: Io no. RAGAZZO: Nemmeno io. ADELE: Sta zitto un attimo. SOTTOPOSTO: Odio la guerra. COLONNELLO: Cosa? ADELE: Davvero? SOTTOPOSTO: Certo. COLONNELLO: Cosa sta dicendo sottoposto. ADELE: Non me l hai mai detto. 12

SOTTOPOSTO: Non ne abbiamo mai parlato. Non mi hai mai detto di tuo padre. Come potevo saperlo? ADELE: Non voglio parlarne. SOTTOPOSTO: Preferisci scappare. ADELE: (Indecisa) Si. COLONNELLO: Basta con queste sciocchezze. C è una guerra da preparare. ADELE / RAGAZZO / SOTTOPOSTO: Sta zitto un attimo! Squilla il telefono. Nessuno risponde. Il colonnello guarda il telefono terrorizzato. Fa un cenno al sottoposto che è costretto a rispondere. Adele guarda il sottoposto con sdegno. SOTTOPOSTO: (Al telefono) Ufficio del colonnello Ribaldi. (Pausa) Va bene, riferisco. (Attacca la cornetta. Al colonnello) C è un altro dispaccio urgente. COLONNELLO: Cosa aspetti. Vai a prenderlo. Il sottoposto di malavoglia esce di scena. RAGAZZO: (Ad Adele) Cos è questa storia? ADELE: Niente di cui tu debba preoccuparti. RAGAZZO: A me non sembra. ADELE: Stanne fuori. RAGAZZO: Stai scherzando? ADELE: No. RAGAZZO: Come puoi dire sul serio? Stiamo insieme. ADELE: E non ti basta? RAGAZZO: Dipende. ADELE: Da cosa. RAGAZZO: A me non sembra una storia finita. ADELE: Lo è. RAGAZZO: Non sono sicuro. 13

ADELE: Non devi essere sicuro tu, devo essere sicura io. (Pausa) Comunque perché sei qui? RAGAZZO: Te l ho detto, mi hanno obbligato a venire. ADELE: Perché? RAGAZZO: Perché non è facile contraddire mio padre. ADELE: Non è facile neanche contraddire il mio, ma lo faccio. RAGAZZO: Io a volte non ci riesco. ADELE: Non penserai di entrare nell esercito? COLONNELLO: Ha la stoffa del soldato il ragazzo. Adele guarda il colonnello come per dirgli Sta zitto, ma non è necessario perché il colonnello capisce RAGAZZO: Non voglio certo andare in guerra. Ma un lavoro in ufficio perché no? ADELE: Perché sono tutti uguali. In ufficio o in guerra sono sempre militari. E io odio la loro mentalità. RAGAZZO: Anche io. ADELE: Allora non ha senso lavorare con loro. RAGAZZO: E un lavoro. ADELE: Non sai quello che dici. E un mondo a parte. O hai la loro mentalità, o non ce l hai. E se non ce l hai, te la cambiano loro. Rientra il sottoposto con un foglio COLONNELLO: (Al sottoposto) Leggilo. SOTTOPOSTO: (Apre il foglio e comincia a leggere) Notizia top secret. Stop. Dichiarazione di guerra annullata. Stop. Ripeto. Dichiarazione di guerra annullata. Stop. COLONNELLO: Dannazione. Questi polit (non riesce a finire la parola politici ). Sono delle mammolette. Non riescono a mantenere una posizione. Li odio. SOTTOPOSTO: (Al colonnello) Ottimo, così non ha più bisogno di quegli aerei. COLONNELLO: Non scherzi sottoposto. Gli aerei da guerra ci servono, in periodo di pace. ADELE: (Al ragazzo) Hai sentito? Non è importante se si stia in pace o in guerra. 14

COLONNELLO: Stiamo sempre in guerra, signorina. C è sempre un nemico da combattere. ADELE: Il vostro cervello è il vostro nemico. COLONNELLO: Portami un po di rispetto, signorina! ADELE: Non te lo meriti. COLONNELLO: Sono tuo padre. ADELE: Non l ho scelto io. Ma ho scelto di non rispettarti da tanto tempo. COLONNELLO: Non ti ho fatto mai mancare niente. ADELE: Non è possibile che non ci arrivi. Come hai fatto a diventare colonnello? Non voglio immaginare il quoziente intellettivo dei tuoi sottoposti. SOTTOPOSTO: Sono qui. ADELE: Sta zitto un attimo. Sai cosa intendevo. (Pausa) Non mi è mancato niente, è vero. Tranne un padre. COLONNELLO: E questa la mia vita. ADELE: Non biasimarmi allora se non ti rispetto. Io disprezzo tutto ciò che rappresenti. COLONNELLO: Il mio lavoro è necessario. ADELE: Per chi? Per quelli come te. COLONNELLO: Per rendere il mondo un posto più sicuro. La guerra è necessaria per mantenere la pace. ADELE: Ma ti senti quando parli? La guerra necessaria per la pace. E un controsenso. COLONNELLO: Lo so. Ma è la verità. ADELE: E la tua verità. COLONNELLO: E la verità del mondo. ADELE: Non del mondo che voglio io. COLONNELLO: Abbiamo solo un mondo a disposizione. Ed è questo. ADELE: Per questo vorrei che cambiasse. COLONNELLO: Non è possibile. ADELE: Perché c è gente come te. COLONNELLO: No, perché c è gente come te. RAGAZZO: Il mondo non cambia perché c è gente che vuole cambiarlo? COLONNELLO: Il mondo non cambia perché siamo essere umani. 15

RAGAZZO: C è qualcosa che non capisco. COLONNELLO: Solo gli ingenui o gli stupidi pensano che il mondo possa cambiare. E questo mondo è pieno di entrambe le categorie, in egual misura. Mia figlia so che è ingenua, tu cosa sei? RAGAZZO: Non sono uno stupido. COLONNELLO: Allora mi sa che non abbiamo bisogno di te. RAGAZZO: Non avete bisogno di persone ingenue? COLONNELLO: Abbiamo bisogno di persone stupide. RAGAZZO: Perché? COLONNELLO: Per convincerle che il mondo si può cambiare. ADELE: Mi fate schifo. COLONNELLO: Il fatto che il mondo non si possa cambiare non vuol dire che non possiamo renderlo più sicuro. ADELE: Con la guerra. COLONNELLO: Si. ADELE: Incutendo paura. COLONNELLO: Ai cattivi, si. ADELE: Uccidendo innocenti. COLONNELLO: Nessuno è innocente in questo mondo. ADELE: E quello che vi insegnano alla scuola ufficiali? COLONNELLO: Non serve. Lo capisci se non sei ne uno stupido ne un ingenuo. ADELE: Preferisco essere ingenua che essere come te. COLONNELLO: Lo so. (Pausa) E sono contento. ADELE: Cosa? COLONNELLO: Le persone ingenue possono vivere nell innocenza. Io no. ADELE: Tu vivi nella menzogna. COLONNELLO: Se necessario. Si sente il rumore di un tuono molto forte. 16

RAGAZZO: Cos è stato? COLONNELLO: Non lo so. Sottoposto? Vai a controllare. Altro rumore molto forte. ADELE: (Allarmata) Cosa può essere. COLONNELLO: State tranquilli soldati! Adele lo fulmina con lo sguardo. Altro rumore. Adele si avvicina al colonnello. Rientra il sottoposto con un foglio. SOTTOPOSTO: Un altro dispaccio signore. COLONNELLO: Leggilo. SOTTOPOSTO: Notizia top secret. Stop. Siamo stati attaccati. Stop. Ripeto. Siamo stati attaccati. Stop. Tenere duro. Stop. COLONNELLO: Visto? Il mondo è pieno di cattivi. ADELE: Li stavate attaccando voi mezz ora fa. COLONNELLO: E avremmo fatto bene. Maledetti polit (non riesce a finire la parola). Li odio. ADELE: Cosa facciamo ora? COLONNELLO: Cosa possiamo fare? Aspettiamo altre notizie. ADELE: E questo che ti hanno insegnato alla scuola ufficiali? COLONNELLO: Certo. A rispettare gli ordini. ADELE: Ma sei un colonnello. COLONNELLO: C è gente più in alto di me che sta prendendo delle decisioni che ci farà conoscere. ADELE: Quando sarà troppo tardi? COLONNELLO: Un po di fiducia, signorina. SOTTOPOSTO: Signore? COLONNELLO: Si, sottoposto? SOTTOPOSTO: Non abbiamo una procedura d emergenza in casi di questo tipo? 17

COLONNELLO: Per attacchi al nostro edificio? No. SOTTOPOSTO: Perché? COLONNELLO: Non sono previsti attacchi. ADELE: Bell esercito che siete. COLONNELLO: La miglior difesa è l attacco. Altro rumore, più forte del precedente SOTTOPOSTO: Sembrava più vicino questo. RAGAZZO: Molto vicino. COLONNELLO: Non vi preoccupate, siamo molto efficienti. Risponderemo al fuoco e sconfiggeremo i cattivi. ADELE: Sei ottuso. COLONNELLO: Sono un militare. ADELE: E la stessa cosa. COLONNELLO: Non ci possiamo permettere di non essere ottusi. ADELE: Perché? COLONNELLO: Perché gli ordini vanno rispettati senza discutere. ADELE: E ti sembra giusto? COLONNELLO: Non mi interessa se sia giusto o sbagliato. Mi basta sapere che altrimenti non funzionerebbe. ADELE: Avete mai provato? COLONNELLO: Non serve. Basta guardare i polit (non riesce a finire la parola). Guarda che succede quando non c è una persona sola che comanda. ADELE: C è la democrazia. COLONNELLO: Bisogna meritarsi la democrazia. Sei sicura che ce la meritiamo? ADELE: Tutti meritano la democrazia. COLONNELLO: Parli così da ingenua. ADELE: Non mi trattare come un idiota! O come una bambina! COLONNELLO: Non lo sto facendo. 18

RAGAZZO: Vi sembra il momento di discutere di queste cose? Siamo sotto attacco. ADELE: Sta zitto un attimo! SOTTOPOSTO: E ripartita. ADELE: Sta zitto anche tu. SOTTOPOSTO: Non puoi più permetterti di trattarmi in questo modo. Non sei più la mia ragazza. ADELE: Non per colpa mia. SOTTOPOSTO: La colpa sarebbe mia? Dimmi che colpe avrei? (Adele non risponde) Ti sembra normale sparire senza dire una parola? ADELE: Ti ho detto perché l ho fatto. SOTTOPOSTO: E ti sembra una spiegazione ragionevole? ADELE: Più che ragionevole. SOTTOPOSTO: E ti permetti di criticare tuo padre. ADELE: (Arrabbiata) Non parlare di cose che non conosci. SOTTOPOSTO: Lo faccio eccome. Almeno lui segue un codice, crede in qualcosa. Tu in cosa credi? Nella fuga? ADELE: Non ti azzardare a continuare. SOTTOPOSTO: Invece io continuo. Appena incontri delle difficoltà scappi, è così che vuoi cambiare il mondo? ADELE: Sta zitto! SOTTOPOSTO: Questi sono i tuoi ideali, i tuoi principi? Far innamorare una persona e abbandonarla? ADELE: (Quasi piangendo) Tu non puoi sapere. SOTTOPOSTO: Sapere cosa? ADELE: Cosa significa vivere una vita come la mia. SOTTOPOSTO: Me ne hai mai parlato? (Silenzio) Rispondi, me ne hai mai parlato? ADELE: No. SOTTOPOSTO: Perché? ADELE: Non voglio. SOTTOPOSTO: Non vuoi? ADELE: (Sussurrando) Non ci riesco. 19

SOTTOPOSTO: E ancora credi che la colpa sia mia? ADELE: Perché non mi hai detto dove lavoravi? SOTTOPOSTO: Non è una cosa per cui vado fiero. Mi piacerebbe fare qualcos altro. Qualsiasi altra cosa. Ma non è possibile in questo momento. ADELE: Questo no. SOTTOPOSTO: Solo qui c era una possibilità. ADELE: Questo no. SOTTOPOSTO: Non tutti i militari sono come tuo padre. ADELE: Invece si. SOTTOPOSTO: No che non è vero! ADELE: Hai torto. SOTTOPOSTO: No. ADELE: (Incerta) Si. Altro rumore forte. RAGAZZO: (Agitato) Quando arrivano questi ordini? COLONNELLO: Calma soldato, non possiamo fare niente se non aspettare. RAGAZZO: Aspettare di morire? Non possiamo uscire? COLONNELLO: All aperto durante un bombardamento? E ancora più pericoloso soldato. (Si avvicina ad Adele) Sta tranquilla, andrà tutto bene. ADELE: (Si discosta) Stammi lontano. SOTTOPOSTO: Adele COLONNELLO: Sta tranquilla, andrà tutto bene. Altro rumore, Adele si impaurisce e il colonna la abbraccia cercando di proteggerla ADELE: Non puoi iniziare ora a fare il padre. COLONNELLO: Non essere così ingenua da pensare che non mi dispiaccia. 20

ADELE: Non è vero. COLONNELLO: Certo che lo è, e lo sai. ADELE: Ora è troppo tardi (Si allontana). COLONNELLO: Lo so. Ma non posso farci niente. ADELE: Fa qualcosa! COLONNELLO: Sarebbe inutile. Sanno che stiamo qui, dobbiamo aspettare e fidarci. ADELE: Io non mi fiderò mai dei militari. COLONNELLO: Fidati di me. RAGAZZO: (Agitato) Io non ci volevo neanche venire! Mi hanno obbligato! SOTTOPOSTO: E mi hai lasciato per questo qui? ADELE: E un bravo ragazzo. SOTTOPOSTO: Lo ami? (Adele non risponde) Lo ami? ADELE: Che t importa? SOTTOPOSTO: Non mi hai risposto. ADELE: (Titubante) La nostra storia è finita. SOTTOPOSTO: Lo so, voglio solo sapere se lo ami. Rumori più vicini, poi entrano 2 persone con le armi e il viso coperto. Uno dei due porta anche uno zaino. Puntano le armi verso i 4 nell ufficio. Parlano una lingua incomprensibile, un misto delle varie lingue straniere. PRIMO NEMICO: (In una lingua incomprensibile) Fermi tutti!! Non vi muovete! SECONDO NEMICO: (In una lingue incomprensibile) Se provate a muovervi vi spariamo. BUIO 21