Cleo Toms le #piccolecose che amo di te Romanzo
Proprietà letteraria riservata 2016 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-17-08605-9 Prima edizione: febbraio 2016 Illustrazioni: Damiano Groppi Questo libro è frutto dell immaginazione dell autore. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio.
Le #piccolecose che amo di te
A tutte le mermaids che credono in me e che continuano a sostenermi
Cara lettrice, caro lettore, sono molto felice di poter condividere con te questo romanzo che sognavo di scrivere da tempo, e volevo avvisarti di una cosa: forse leggendo la storia di Luna ti chiederai se ho raccontato le stesse vicende o le stesse emozioni che ho vissuto anch io. La risposta è: in parte sì, ma in parte ho voluto lasciare libera la fantasia e raccontare questo personaggio e i suoi amici così come li immaginavo. Qua e là troverai alcune parole segnate così*, corrispondono a delle note alla fine del libro dove spiego proprio le differenze tra la mia esperienza e quella di Luna. Buona lettura! Cleo 9
1 1 settembre, martedì «Luna!» Ho sonno Ma dove mi trovo? Strizzo gli occhi e ci vuole qualche minuto per rendermi conto che non sono a Berlino, nella mia stanza al college dove ho dormito nelle ultime tre settimane. Sollevo la faccia dal cuscino e vedo una vecchia scrivania di legno, delle mensole cariche di libri e cd con attaccate le lucine di Natale, due piante verdi, un armadio di legno bianco e una parete piena di poster. Che ci faccio a casa? Mi metto a sedere sul letto. Fa caldissimo! Eh sì, siamo in Italia, qui ad agosto non serve la felpa Vorrei essere a Berlino, ci sono ancora tantissime cose che avrei voglia di fare lì, ma piano piano mi vengono in mente i ricordi di ieri, rivedo il viaggio in aereo in cui come sempre al momento del 11
decollo temevo che le persone vicino a me potessero sentire il mio cuore battere come un tamburo. Stavo morendo di terrore, come sempre quando devo volare, ma ancora una volta ce l ho fatta ad affrontare il viaggio e la paura di volare per avere un esperienza bella. Alla fine siamo arrivati in ritardo, ero stanchissima, mi sono addormentata in macchina come facevo sempre quando ero piccola e poi non mi ricordo più niente. Sono un po triste di essere già tornata, Berlino mi è piaciuta tantissimo, ho adorato girare per la città! Era bellissima, soprattutto i quartieri più artistici, con tante cose vintage. Qui tra poco ricomincerà la scuola e io invece voglio tornare a passeggiare in quelle strade, voglio essere ancora a Berlino! Quando mancano pochi giorni all inizio della scuola ti rendi conto che l estate è passata in un attimo, chissà come mai i mesi di scuola sono sempre più lenti di quelli estivi, di divertimento! Metto di nuovo la testa sotto il cuscino e la tiro fuori solo perché penso che c è qualcuno che ancora non è venuto a salutarmi stamattina. «Ehi, sei qui? Fatti vedere!» Niente, silenzio, giro la testa e non si vede. Mi sa che non ha nemmeno 12
dormito qui con me stanotte. «Dove sei? Non è che mi stai tenendo il muso?» Il pensiero di andarlo a cercare mi dà la spinta per stiracchiarmi e scendere dal letto: «Allora, dove ti sei nascosto questa volta?». No, qui non c è. Ma la mamma ha lasciato qualcosa dietro la mia porta, cosa sono, scatole di cartone? Ma se gliel ho detto mille volte di non entrare quando non ci sono! Scendo le scale per andare in cucina e sono già nera. «Oh, buongiorno Luna, ce l hai fatta! È un ora che ti chiamo!» Preferirei mille volte il mio gatto che mi si sdraia addosso e mi sveglia, piuttosto che le urla di mia mamma da un altra stanza, e le sue parole mi fanno tornare in mente la routine invernale nonostante sia ancora estate. Già mi vedo ricominciare la scuola, preparare lo zaino la mattina tutta veloce per non arrivare tardi «Buongiorno mamma.» Mia madre: quarantacinque anni, separata da quando io ne avevo cinque, oggi è già vestita di tutto punto con uno dei suoi tailleur scuri, top di seta senza maniche, capelli corti appena tagliati, mèches 13
perfette, tacco dodici, telefonino perennemente in mano per i suoi affari. È sempre indaffarata, impossibile vederla ferma, anche adesso mentre sta cercando le chiavi della macchina in borsa ne approfitta per mettere a posto il mobiletto all ingresso, aggiustarsi i capelli allo specchio, guardare le notizie in tv. Io: sedici anni, capelli biondi lunghi e arruffati, ancora mezza addormentata, a piedi nudi, camicia da notte Grifondoro di Primark*, occhi verdi cerchiati di nero perché ieri sera ero talmente stanca che mi sono scordata di struccarmi! «Allora Luna è avanzato un po di caffè, io devo scappare al lavoro, tu cosa fai oggi? Vuoi invitare Diana a pranzo? In frigo c è qualcosa, noi ci vediamo stasera, dai dammi un bacio.» «Diana non c è, è ancora al mare. Ma cos è che hai lasciato in camera mia? Ti avevo detto di non entrare» le dico senza nemmeno guardarla, puntando già all armadietto dei biscotti. E qui succede una cosa incredibile: mia mamma si ferma. Si ferma e mi guarda con una faccia strana. «Eh dai Luna poi ne parliamo.» «Parliamo di cosa, scusa?» 14