Giuseppe Favilli. Dal Capo Mastro Isidoro. alla. Ceramica Pera. nel sobborgo di San Michele degli Scalzi fuori della Barriera alle Piagge a Pisa



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Giuseppe Favilli Dal Capo Mastro Isidoro alla Ceramica Pera nel sobborgo di San Michele degli Scalzi fuori della Barriera alle Piagge a Pisa vai alla scheda del libro su www.edizioniets.com Edizioni ETS

www.edizioniets.com Copyright 2015 EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa info@edizioniets.com www.edizioniets.com Distribuzione PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze] ISBN 978-884674228-5

indice Presentazione di Gabriella Garzella 5 Introduzione 7 Parte prima LA STORIA 9 Isidoro Capo Mastro muratore 11 La Ceramica Pera 17 Parte seconda La PRODUZIONe 49 La produzione all inglese 51 Il Transferware 51 Il modello Willow 52 Il modello Colandine 63 Il modello Corella 68 Il modello Lasso 70 Modelli diversi 76 Lastre della Ceramica Pera 77 Produzioni per la casa 79 Per la tavola 80 Per la cucina 86 Per la camera 91 Per il giardino 93 Produzioni per i cimiteri 98 I marchi di fabbrica 99 Pera 100 Palme e Malloggi 102 Renzoni e Corradini 103 APPENDICe 105 Album fotografico 107

4 Caramica Pera La corrispondenza 115 Varie 120 Tavole cronologiche delle fabbriche di San Michele 121 Tavola genealogica 123 I Pera nella Ceramica Pera 124 Gli ultimi lavoranti 125 Fonti e bibliografia 127 Crediti fotografici 129

presentazione Una ricerca lunga e paziente condotta scavando in diversi archivi pisani, frugando nella memoria alla ricerca dei propri ricordi d infanzia e dei residui di una tradizione orale trasmessa in famiglia, ricercando manufatti sui banchi dei mercatini di mezza Toscana e nella cerchia dei parenti più conservatori : è con questi ingredienti che Giuseppe Favilli ha ricostruito l attività della «fabbrica di terraglie» fondata da Angelo Pera nel 1859 e attiva per quasi un secolo, fino al 1954. Un operazione resa particolarmente complessa dalla perdita di due fonti fondamentali: l archivio aziendale, disperso con la cessazione dell attività, e le strutture edilizie e produttive, cancellate dall espansione dell abitato che ha completamente modificato il volto della strada ove la fabbrica sorgeva (l ottocentesca «via traversa che va all Arno», odierna via Rainaldo) negli anni Sessanta del Novecento, quando l archeologia industriale che oggi in un complesso del genere troverebbe ampia materia di studio stava appena muovendo i primi passi in Inghilterra. E i motivi che hanno spinto l autore a intraprendere l impresa sono dichiarati nelle pagine introduttive: un atto d amore per la mamma Anna Pera, figlia di due degli ultimi proprietari, e la volontà di sottrarre all oblio «questa fabbrica pisana, quasi centenaria, che nel pieno del suo sviluppo ha occupato quasi 140 maestranze». Sotto il titolo La storia, la prima parte del volume offre al lettore una saga familiare che si dipana lungo quattro generazioni: dal capomastro Isidoro Pera (1797-1866), attivo nel settore dell edilizia, che con acquisti oculati di terreni pose le basi per l impianto della futura attività, a suo figlio Angelo (1819-1892), fondatore della fabbrica, poi passando attraverso i figli di costui Attilio (1843-1933) e Oreste (1845-1912) fino ad un altro Angelo (1883-1941) e a sua moglie Marianna (1886-1963), tra loro cugini e nonni dell autore nonché titolari, congiuntamente, di oltre il 50% della Società, e per ultimo al loro figlio Attilio (1914-2001). Ma La storia delinea anche uno spaccato della fervida attività di produzione ceramica, erede di una lunghissima tradizione risalente alla maiolica arcaica di età medievale, che tra la metà dell Ottocento e la metà del Novecento ha animato la periferia a Oriente di Pisa, concentrandosi nel sobborgo di San Michele degli Scalzi. Attraverso pagine dense di notizie vediamo alla nascita nella zona di diverse fabbriche, riepilogate in appendice nella tabella che ne segnala gli estremi cronologici: tra tutte queste è proprio la «Angelo Pera e figli» a collocarsi nelle prime posizioni, raggiungendo nel 1890 la produzione annua di 160.000 pezzi, con

6 Caramica Pera 136 addetti complessivi e un corredo tecnico che ne fa la seconda realtà pisana nel settore dopo la Richard. Sarà poi quest ultima, all avanguardia sul piano della tecnologia dopo la fusione, qualche anno dopo, con la Manifattura dei marchesi Ginori, a spazzare via le altre realtà divenute ormai minori. Esemplare è ancora una volta la vicenda della fabbrica Pera, le cui difficoltà le medesime tra le quali si dibatteva già da qualche decennio l intero settore, soprattutto per i rincari delle tariffe di trasporto e dei prezzi delle materie prime oltre che per lo scoppio della guerra risultano aggravate dalla forte concorrenza e dalla potenza produttiva della principale ditta di ceramiche del panorama nazionale: impossibilitati a far fronte agli ingenti investimenti necessari per adeguare gli impianti produttivi alle nuove tecniche, negli anni Quaranta i soci dell ultima generazione vanno tristemente avviandosi verso la resa. Nella seconda parte del volume, dedicata a La produzione, l attività della fabbrica diventa immagine, con un catalogo di oltre 60 fotografie ripartite per tipologia di manufatti dalla più ricercata produzione all inglese, realizzata fino circa al 1930, alle stoviglie per uso domestico (piatti, vassoi, tazze, bricchi, zuppiere, insalatiere, brocche, catinelle, canteri), dai vasi per fiori da giardino a quelli da cimitero corredato dai rispettivi marchi di fabbrica. È un percorso ricco di suggestioni, che ricostruisce un interessante capitolo di storia del gusto e, conferendo valore a oggetti nati per l uso quotidiano e prima o poi scartati, risveglia nel lettore un certo senso di nostalgia. In appendice un album di disegni e di foto di famiglia, la riproduzione di stralci di corrispondenza, la genealogia dei Pera con una tavola cronologica dei personaggi citati concludono questa ricostruzione, che arricchisce di un importante capitolo il quadro dell artigianato pisano e restituisce la vicenda della Ceramica Pera alla storia economica e sociale della città. Per tutto questo, un grazie di cuore a Giuseppe: anche personale, nel ricordo della dolcissima nonna Alfonsa Pera. Gabriella Garzella

introduzione Perché questo libro? Per amore: la mia Mamma, Anna Pera, era figlia di due degli ultimi proprietari, Angelo e Marianna Pera. Ma anche per il dispiacere che sia poco ricordata la storia di questa fabbrica che in qualche modo ha contribuito all economia pisana, essendo rimasta attiva, nel quartiere di San Michele degli Scalzi, per ben 95 anni, contro gli 87 della ben più ricca e famosa Richard-Ginori, ed avendo occupato, nel pieno del suo sviluppo, circa 140 maestranze. La fabbrica si trovava nella via traversa che va all Arno, oggi via Rainaldo ancora conosciuta dai più anziani come la via del Pera. Perché questo silenzio? A parte libri specialistici sull economia della provincia pisana, quali Origini e primo sviluppo dell Industria a Pisa e Provincia di L. Gestri (in Immagini 1940: Anna con i genitori Marianna e Angelo Pera. di una Provincia di Giuseppe Menichetti), o qualche sporadica citazione in pubblicazioni di quartiere, giusto come menzione, niente di approfondito è mai stato scritto. Almeno fino al 2005 quando Paolo Di Sacco, appassionato ricercatore della storia e della produzione della Fabbrica in cui lui stesso ha lavorato, ha scritto La Fabbrica della Ceramica. La Richard-Ginori in San Michele degli Scalzi. In questo volume il Di Sacco parla prevalentemente della Società descritta nel titolo, ma non trascura una breve descrizione delle altre realtà ceramistiche della zona: proprio la parte relativa alla Ceramica Pera ha visto il mio contributo per quanto riguarda una breve storia, alcune immagini fotografiche ed un mio disegno. Da quella data altre pubblicazioni hanno iniziato a ricordare la Ceramica Pera

8 Caramica Pera riportando dalla suddetta fonte qualche foto e qualche informazione più o meno approssimativa ma, come detto, giusto a livello di menzione. Le mie ricerche sono partite moltissimi anni fa nell Archivio Storico della Camera di Commercio e proseguite nella Conservatoria dei Registri Immobiliari, nell Archivio di Stato, in varie Biblioteche istituzionali, in alcuni siti web, ma anche nei vari mercatini dell antiquariato, per poter ritrovare manufatti che andassero ad integrare quei pochi già in mio possesso. Ho cercato poi di ripescare nella memoria alcuni racconti fatti dalla mia Mamma. Sarebbe stato certo più facile risalire alla fonte, a quel preziosissimo archivio conservato nella soffitta di casa dei miei nonni Angelo e Marianna Pera; in quell archivio in cui io da bambino, collezionista di francobolli, andavo cercando esemplari tra la corrispondenza. Purtroppo però, e non solo per me, tutto questo archivio è andato perduto. Così, per i motivi sopra descritti, ho pensato di realizzare queste poche pagine arricchendole quanto più possibile di immagini che ricordassero almeno i manufatti prodotti dalla Ceramica Pera dal 1859 al 1954. Non potevo naturalmente non ricordare il faticoso percorso fatto dal quadrisavolo Isidoro che ha costruito le premesse di questa storia. Tengo inoltre a precisare che, nonostante Angiolo sia il nome anagrafico e societario del figlio di Isidoro e del figlio di Attilio, qui di seguito parleremo sempre per entrambi di Angelo Pera in quanto, dalle carte intestate delle fabbrica, dalle cartoline postali, dai biglietti da visita e dalle firme, è chiara la volontà di preferire questo all effettivo nome di battesimo. Devo infine ringraziare mia moglie Paola Nassi che, con entusiasmo ed amorevole dedizione, mi ha sempre supportato ed a volte sopportato, in questi lunghi anni di ricerche.