FRANCESCO DI PAOLO DA MONTEREALE Pittore (Montereale, doc. dal 1508 al 1549) la sua produzione domina in energia e quantità il panorama locale sino al 1549 (Leone de Castris). Note biografiche Le poche notizie che riguardano la vita di Francesco da Montereale provengono da alcune fonti documentarie, più precisamente dall epigrafe sepolcrale e da atti notarili. Sappiamo che era figlio d Arte, il padre Paolo era scultore ed il fratello Jacopo pittore, e che si dedicò anche alla miniatura, come testimoniano due fogli raffiguranti un Crocifisso ed un Aquila all interno degli Statuta Civitatis Aquilae, conservati presso l Archivio di Stato della città. Agiate erano sicuramente le sue condizioni economiche dal momento che nel 1538 risultava proprietario di un terreno in località Preturo, di una casa data in affitto e dell abitazione ove risiedeva. Un documento del 1508 ci informa delle prime opere, purtroppo disperse, riguardanti un dipinto per la Chiesa di San Leonardo ed un altro per la Basilica di Collemaggio. Fig. 1- F. da Montereale. Madonna con Bambino ed i Santi Sebastiano e Rocco, post 1509. Affresco. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dalla Chiesa di S. Silvestro. All anno 1509 risale l atto notarile relativo all esecuzione dell'affresco raffigurante la Madonna con Bambino ed i Santi Sebastiano e Rocco per la Chiesa di San Silvestro a L Aquila, oggi conservato nel Museo Nazionale d Abruzzo.
Fig. 2- F. da Montereale (attr.). Madonna con Bambino, San Giovannino e Santi, sec. XV fine/sec. XVI inizio. Tempera su tavola. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dal Museo Civico.
Reca la data del 1512 la promissio di dipingere una cappella dedicata all Assunzione della Beata Vergine nella Chiesa di San Quinziano a L Aquila, mentre risale al 1528 il testamento di Tancredi Scala di Sulmona, figliastro di Jacopo di Notar Nanni, in cui il pittore, ormai famoso e molto richiesto, riceveva l incarico dei disegni per la cappella di famiglia in San Bernardino. L'ultima notizia documentaria relativa alla sua attività è del 1541 e riguarda una tavola con la Resurrezione di Cristo nella Chiesa di San Pietro di Coppito, opera purtroppo dispersa. Sappiamo inoltre che nel 1549 risultava iscritto alla corporazione romana dei pittori e miniatori. Probabilmente deceduto nei primi mesi del 1550, fu sepolto nella Chiesa di San Francesco a L Aquila, come si leggeva in un epigrafe, ormai perduta, riferita alla sua tomba. Le Opere Ad una prima formazione aquilana, non aliena dall influenza del geniale Saturnino Gatti e partecipe della innovativa pittura della scuola umbra e di stampo peruginesco, seguì la fase dell adesione ai modi di Antoniazzo Romano e soprattutto del Pintoricchio, fino all incontro determinante con l arte ed con il gusto di Cola dell Amatrice. Proprio all inizio della sua vita artistica, corrispondente al periodo più conosciuto ed acclamato, si fece soprattutto interprete dei suggerimenti cromatici e del raffinato decorativismo degli affreschi delle Cappelle della Rovere in Santa Maria del Popolo (1490), commissionate al Pintoricchio dal Cardinale Domenico. La Madonna degli Angeli con i Santi Sebastiano e Rocco, e gli altri affreschi di San Silvestro a L Aquila, sebbene influenzati da artisti legati all area toscana come Saturnino Gatti, riflettono infatti più da vicino la lezione di Bernardo di Betto, ma anche quella di Antoniazzo Romano. Inoltre, alcuni stilemi presenti nella bella natura morta della Madonna e Santi del Museo aquilano, sono riconducibili alla pittura crivellesca.
Fig. 3- F. da Montereale. Assunzione della Vergine, sec. XVI, post 1512. Affresco. Museo Nazionale d Abruzzo, dalla Chiesa di San Quinziano a Pile.
Fig. 4- F. da Montereale (attr.). Sant Eusanio, sec. XVI, prima metà. Affresco. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dalla Chiesa di San Francesco.
La sua produzione artistica, in buona parte realizzata su richiesta dei Francescani, è caratterizzata dalla ricerca costante dell'effetto devozionale, sapientemente raggiunto con una pittura calma e patetica, con una formula dolciastra, riproposta sia negli affreschi delle chiese aquilane di Santa Maria del Soccorso, della Beata Antonia, di San Bernardino (1511), di San Quinziano (1512), di San Marciano, di San Basilio, di Santa Maria degli Angeli, sia nei dipinti eseguiti nel circondario. Fig. 5- F. da Montereale (attr.). Pietà, 1510-1520. Affresco. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dalla Chiesa di San Basilio. Nel secondo decennio del secolo ancora più evidente appare la contiguità con la pittura umbra, come dimostra la Santa Elisabetta d Ungheria del Museo Nazionale, dipinta a tempera sullo scomparto di un polittico originariamente nel Convento di San Panfilo d Ocre, nonostante siano qui palesi anche le derivazioni da Cola dell'amatrice, come per esempio il largo drappeggio di carta (Bologna). Recentemente, tuttavia, sono stati sottolineati dei punti di contatto con alcuni pittori contemporanei dell area di confine tra Lazio ed Abruzzo, piccoli maestri locali, come Antonio del Massaro detto il Pastura, Monaldo Trofi, Costantino Zelli, attivi soprattutto in provincia, dai quali assimilò la salda impostazione icastica e varie soluzioni formali (Berardi). In particolare, alcune soluzioni adottate sono riscontrabili nel Pastura, autore di Santi e Madonne dai volumi plastici, dalla salda impostazione
spaziale e dalle figure statiche, dai colori densi e compatti, moduli passati poi al Monrealese forse proprio per il tramite di Cola dell Amatrice. Probabilmente il Santo Francescano del Museo Barbella, rimasto inedito fino al 1950, apparteneva allo stesso organismo pittorico della Santa Elisabetta e, secondo Maria Luigia Fobelli, entrambe le tavole sono da ritenere tra gli esempi più interessanti della pittura aquilana del primo 500. Pur ricordando la lezione di Cola dell Amatrice, esse rivelano al contempo un avvenuta maturazione artistica, acquisita dalla conoscenza dell ultimo Antoniazzo e dall inconfondibile cromatismo di Pintoricchio. La vicinanza stilistica e compositiva del Sant Eusanio aquilano, coperto da un panneggio cartaceo analogo a quello dei due Santi di Ocre, ha indotto gli studiosi a propendere per la sua Fig. 6- F. da Montereale (attr.). Resurrezione e Santa francescana, sec. XVI, prima metà. Tempera su tavola. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dal Convento di Sant Angelo in San Panfilo d Ocre. attribuzione sempre al Monrealese e non a Saturnino Gatti, di cui si ravvisano tuttavia alcuni riferimenti. A lungo dibattuta è stata l'attribuzione a Francesco da Montereale della tavola raffigurante la Natività della Vergine, confermata definitivamente da Moretti (1968) e ribadita da Cannatà (1981). Lo studioso ne ha inoltre fissato l esecuzione successivamente al 1531, anno in cui fu terminata la costruzione della Chiesa di Santa Maria della Misericordia, per cui la pala fu realizzata. Motivi riferibili alla tradizione pittorica quattrocentesca sono affiancati, nel dipinto, ad elementi stilistici del pieno Cinquecento, come i cangiantismi e la cromia delle vesti, particolari che ne confermano l'appartenenza all'ultimo periodo di attività del pittore.
Di notevoli dimensioni e di buon livello è la Crocifissione, nella Chiesa della Beata Antonia a l Aquila, affresco che decora la parete divisoria tra navata e coro. La scena è conclusa in basso dal Cristo benedicente affiancato dalle figure dei Santi francescani, Giovanni da Capestrano, Bernardino da Siena, Antonio da Padova, Francesco e Chiara, inseriti all interno di scomparti dipinti, alla stregua di una predella di polittico, mentre l immagine dell estrema sinistra è stata successivamente sostituita con quella della Beata Antonia da Firenze. Nelle opere dell ultimo periodo, per esempio nell Andata al Calvario della Collezione Volterra di Firenze, nella Madonna e Santi in San Francesco di Tagliacozzo, negli affreschi di Carapelle Calvisio (1530), nella Natività della Vergine, del Museo Fig. 7- F. da Montereale (attr.). Natività della Vergine., 1531 post. Tempera su tavola. L Aquila, Museo Nazionale d Abruzzo, dalla Chiesa di Santa Maria della Misericordia. Nazionale d Abruzzo (post 1531), egli mostra dunque di essere un buon interprete, sebbene dai toni provinciali, della pittura colta e raffinata del Pintoricchio, ma traspare anche il tentativo di aggiornarsi sui pittori attivi a Roma e sui raffaelleschi, la volontà di rinnovarsi, stimolata dalla lezione combinata di Raffaello e Cola dell Amatrice. Questo tentativo di ammodernamento purtroppo non gli riuscì, nonostante sin dal 1520 fosse presente a L Aquila il quadro di Raffaello conosciuto come Visitazione Branconio, e nonostante Cola dell Amatrice avesse lasciato in San Flaviano la Disputa dei Dottori, oggi conservata nella Cattedrale. Enrichetta Santilli (Funzionario Soprintendenza BSAE Abruzzo)
Fig. 8- F. da Montereale (attr.). Santo Francescano, sec. XVI prima metà. Tempera su tavola. Chieti, Museo Barbella, dal Convento di Sant Angelo in S. Panfilo d Ocre. Fig. 9- F. da Montereale (attr.). Santa Elisabetta d Ungheria, sec. XVI, prima metà. Tempera su tavola. Museo Nazionale d Abruzzo, dal Convento di Sant Angelo in S. Panfilo d Ocre.
Fig. 10- F. da Montereale. Crocifissione. Cristo Benedicente e Santi francescani. Sec. XVI prima metà. Affresco. l Aquila, Chiesa della Beata Antonia. Fig. 11- F. da Montereale. Crocifissione ed episodi della Passione. Affresco. L Aquila Chiesa della Beata Antonia.
Fig. 12- F. da Montereale. Matrimonio mistico di Santa Caterina. Sec. XVI prima metà. Pala d altare affrescata. Fossa Fig. 13- F. da Montereale. Crocifissione. Cristo Redentore e Santi francescani (partic. con il Redentore). Affresco. l Aquila Chiesa della Beata Antonia. Fig. 14- F. da Montereale. Matrimonio mistico di Santa Caterina (partic.). Sec. XVI prima metà. Pala d altare affrescata. Fossa (Aq), Parrocchiale di Santa Maria Assunta.
BIBLIOGRAFIA AA. VV., Il Museo d Arte Costantino Barbella, S. Atto (TE), Edigrafital Spa, 1999², pagg. 36 e 38, fig. I.12. P. BERARDI, G. GUARNIERI, Francesco di Paolo da Montereale nella terra di confine tra cultura abruzzese e cultura laziale, in «Fidelis Amatrix», V, 2007, n. 24, pagg. 16-22. M.CHINI, Pittori aquilani del '400, in «Rivista d'arte abruzzese e molisana», I (1912), pagg. 53-60; II e IV, (1913), pagg. 75-97; IV (1915), p. 90. R. CANNATÀ, Francesco da Montereale e la pittura a L'Aquila dalla fine del '400 alla prima metà del '500. Una proposta per il recupero e la conservazione, in Storia dell Arte, pp. 51-75, 1981. R. CANNATÀ, Francesco di Paolo da Montereale, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma,1997, vol. 49, pagg. 817-819. P.L. LEONE DE CASTRIS, La Pittura del Cinquecento nell Italia Meridionale, in La Pittura in Italia. Il Cinquecento, Venezia, Electa spa, 1987², p. 510, fig. 781, p. 720. G. MAGNANIMI, Ritrovamenti e restauri, Roma 1972. M. MORETTI, Museo Nazionale d Abruzzo nel Castello Cinquecentesco dell Aquila, L Aquila, Japadre, 1968. E. DI CARLO, a c. di, Gente d Abruzzo. Dizionario Biografico, Castelli, Andromeda Editrice, 2006, vol. V, s. v. Francesco di Paolo da Montereale. Siti Web : www.museonazionaleabruzzo.beniculturali.it www.crbc.it (scheda Museo Nazionale d Abruzzo)