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Transcript:

Ciao a tutti! Dopo un anno di silenzio il giornalino del CCR è ritornato E alla grande!!! Superate le prime difficoltà, noi consiglieri ci siamo divisi in gruppi e, grazie agli articoli di molti ragazzi delle scuole elementari e medie, abbiamo realizzato questo spazio nel quale poterci esprimere, protestare, ma, soprattutto, comunicare le nostre idee. Ah! Il titolo del giornalino è stato cambiato. Non che non ci piacesse quello precedente, ma le idee a questo proposito erano svariate e variegate. Così, dopo opportune votazioni, è stato proclamato vincitore Amici d inchiostro. NEWS DAL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI Quest anno quasi l intero Consiglio Comunale dei Ragazzi è stato coinvolto in un unico grande progetto dal titolo Cantiere di solidarietà. L idea del Cantiere ha cominciato a prendere forma nel corso dello scorso anno scolastico, a seguito di due incontri con i volontari di Emergency (sezione scuola) che si sono tenuti in occasione dell Anniversario della Convenzione Internazionale dell infanzia. Il progetto è partito nel mese di novembre e il 25 maggio ci sarà una grande manifestazione finale al Teatro Nuovo Giovanni da Udine in cui ogni classe potrà mostrare il proprio percorso. Le due quinte della scuola S.Domenico hanno, invece, aderito al progetto Moby-Doc (Mobilità sicura in città) e le classi prima e terza A/F della scuola media ex Fermi hanno proseguito i lavori della Mediateca IncontriAMOci. La Redazione del Giornalino Anche quest anno l Amministrazione Comunale, grazie ai suoi animatori, Claudia, Francesco e Claudia ha saputo proporre e realizzare un progetto di grande valenza educativa: il CANTIERE DI SOLIDARIETA, che ha coinvolto anche la 2^D della scuola media via Petrarca. Il percorso, come lascia intuire il titolo, ha consentito di realizzare un cantiere, ha permesso, cioè, di trasformare una parola (troppe volte) astratta in azioni concrete, da attivare insieme, in cui è fondamentale l impegno di ciascuno. In questo progetto ho individuato non solo un valido strumento per concretizzare il programma di Educazione alla Cittadinanza, con l acquisizione di conoscenze ad essa relative, ma anche un contributo per l apprendimento di competenze procedurali e relazionali: gli alunni della 2^D hanno mostrato, strada facendo, di riuscire ad ascoltare un po di più, ad esprimere il proprio punto di vista, a guardarsi intorno, a confrontarsi con altre realtà ed a partecipare ad un progetto di crescita personale e di gruppo. L augurio è che l esperienza del CCR continui riuscendo a coinvolgere sempre più giovani consiglieri. Continua all interno a pag. 11

SOMMARIO Pag. 1 MONDO ANIMALE Pag. 5 LA PAGINA DELLO SPORT Pag. 8 DIRITTI DELL INFANZIA Pag. 18 EDUCAZIONE ALLA PACE Pag. 22 SOLIDARIETA, ECOLOGIA E DINTORNI Pag. 23 CRONACA Pag. 24 SICUREZZA STRADALE Pag. 25 TURISTI PER CASO Pag. 27 L ANGOLO DELLA CULTURA Pag. 29 LIBRI E CINEMA Pag. 32 TEST, BARZELLETTE E SPIZZICHERIE Pag. 39 GIOCHIAMO? Pag. 40 ULTIMISSIME DAL CONSIGLIO INFORMAZIONI: CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI DIPARTIMENTO POLITICHE SOCIALI ED EDUCATIVE SERVIZIO SERVIZI EDUCATIVI E SPORTIVI UFFICIO ANIMAZIONE V.LE UNGHERIA, 25 tel. 0432 271744 fax 0432 271729 e mail animazione@comune.udine.it

PAGINA 1 MONDO ANIMALE NOME: lipote DIFFUSIONE: Cina HABITAT: fiumi con fondo melmoso TAGLIA: 2-2,4 m Questa specie è protetta dal 1975, ma sebbene non si conosca la cifra esatta, sembra che la consistenza numerica sia bassa. Il lipote ha rostro (la parte anteriore, il muso) allungato con punta leggermente rivolta all insù; possiede 130-140 denti. Ha vista scarsa o nulla, si serve quindi dell ecolocazione per scoprire le prede, soprattutto pesci; può anche sondare il fango con il rostro per cercare gamberetti. Quando cerca il cibo, il lipote si sposta in gruppi di 2-6 individui, talvolta anche in numero maggiore. D estate nella stagione delle piogge, risale i piccoli corsi d acqua per riprodursi; nulla ancora si sa sulla sua riproduzione. Molto importante è la capacità di ecolocazione che consente loro di "vedere" per mezzo del suono. L'organo di ecolocazione si trova all'interno della testa. L'animale emette rumori simili a schiocchi a bassa frequenza (localizzano oggetti che non si possono vedere) ed alta frequenza (localizzano oggetti a distanza ravvicinata).. Le vibrazioni degli schiocchi si trasmettono in acqua e rimbalzano contro gli oggetti in modo che un eco ritorni verso l'animale. Il grasso depositato nella mascella inferiore invia le vibrazioni dell'eco all'orecchio medio prima ed al cervello poi, così che l'animale possa orientarsi pur non utilizzando il senso della vista e muoversi di conseguenza al buio. NOME COMUNE: foca monaca NOME SCIENTIFICO: monachus monachus DIFFUSIONE: Atlantico occidentale, costa turca del Mar Nero HABITAT: si riproduce su isolette rocciose e falesie TAGLIA: 2,3-2,7 metri Questa foca è diventata sempre più rara da quando le rive che frequenta sono diventate accessibili all uomo sia con mezzi a motore, sia con attrezzature subacquee; spesso cadono anche nelle reti da pesca. La presenza dell uomo sconvolge questi teneri animali, soprattutto le femmine gravide che spesso hanno aborti spontanei. Le nascite hanno luogo da maggio a novembre. I piccoli sono allattati per 6 mesi. La lontra gigante è simile nell aspetto alla specie Luntra, ma è più grande e con la coda più appiattita, munita su entrambi i lati di un evidente carena che le conferisce la forma di una lama affilata. Diurna, si sposta generalmente in gruppo e si nutre di pesci, uova, mammiferi acquatici e uccelli. Si ripara in buche sulle sponde di un fiume o tra le radici di un albero e partorisce una volta all anno 1-2 piccoli. Specie minacciata, la lontra è ora protetta in alcuni paesi, ma l applicazione delle norme nelle vaste aree disabitate in cui vive l animale è estremamente difficile e il suo numero continua a diminuire. A cura di Davide Garzona scuola Valussi

PAGINA 2 MONDO ANIMALE Le sue impronte sono stranissime: hanno una forma a tre dita, anche se le zampe anteriori ne posseggono quattro. Gli occhi sono obliqui e piccoli, ma particolarmente importanti per un animale che si muove di notte. Il buffo naso è la parte caratteristica del tapiro: con l estremità della corta proboscide, fornita di peli sensibilissimi, può perlustrare il terreno, afferrare rami, foglie e frutti. Non si avvicina quasi mai alle zone abitate e cerca sempre di stare in luoghi umidi o pieni di fanghiglia. Ha un carattere mansueto e pacifico. Abita in America meridionale, quasi solo in Brasile e Ecuador. Il tapiro è così tanto simpatico che è stato adottato dal programma Striscia la notizia per il suo muso lungo (il naso), che lo fa sembrare imbronciato. NOME COMUNE: Tapiro NOME SCIENTIFICO: Tapirus indicus CLASSE: Mammiferi FAMIGLIA: Tapiroidei PESO: tra i 225 e i 300 kg Ecco una tabella con le particolarità del tapiro: Come si procura il cibo in natura: i tapiri sono strettamente vegetariani, si nutrono di erba, piante acquatiche, foglie e frutti. Come nasce: dopo una gestazione di circa 13 mesi, nasce generalmente un solo cucciolo. I cuccioli presentano una colorazione striata che gli consente di mimetizzarsi meglio. Cucciolo di tapiro Principali habitat -foreste -pianure umide tropicali e subtropicali A cura di Davide Garzona & Antonio Pellino scuola Valussi ENCICLOPEDIA DELLA FAVOLA Fiabe di tutto il mondo per 365 giorni Raccolte da Vladislav Stanovsky e Jan Vladislav Edizione italiana a cura di Gianni Rodari La formica e il tapiro Il tapiro e la formica si incontrano nella foresta, in riva al fiume. -Dove te ne vai piccoletta?- domandò il tapiro -Perché mi chiami piccoletta? replicò la formica Io sono l animale più forte della foresta- -Ma sono io l animale più forte della foresta!- disse il tapiro. -Bene, allora vieni qui domani alla stessa ora e faremo la lotta, così vedremo chi è il più forte!- -Ma come potrei lottare con te? osservò il tapiro quasi non ti si vede!- -Non importa- disse la formica- faremo una gara di tiro alla fune- Poi la formica andò verso il fiume e disse al coccodrillo: - Coccodrillo ti ho preparato un pranzetto con i fiocchi. Vieni domattina a quest ora sulla riva del fiume e troverai un oca legata a una fune.- - E molto gentile da parte tua- disse il coccodrillo grazie mille davvero. Il mattino dopo la formica andò incontro al tapiro e gli porse un capo della corda. Legati questa fune alle zampe disse la formica- ed io mi legnerò all altro capo. Quando ti griderò che sono pronta, tira, e vedremo allora chi è più forte-. Il tapiro si legò ad un capo della fune e la formica corse via con l altro capo, verso la riva del fiume. Qui l attendeva il coccodrillo, dietro un rialzo. La formica gli legò la fune alla corda dicendogli:- Tira adesso, ma sta attento a non fare rumore, altrimenti l oca volerà via. Il coccodrillo e il tapiro cominciarono a tirare. Non avrei mai creduto che una formica avesse tanta forza, pensava il tapiro, e tirava quanto più poteva, ma senza riuscire a guadagnare neppure un centimetro. E incredibile ch io non riesca a tirare quest oca nel fiume borbottava intanto il coccodrillo e anche lui tirava invano con tutta la sua forza. Tutti e due davano potenti strattoni alla fune, e tiravano come dannati, ma inutilmente. In quel momento alcuni cacciatori passavano su una barca per il fiume, videro il tapiro e il coccodrillo legati uno all altro, si avvicinarono, tagliarono la coda al coccodrillo e si mangiarono il tapiro. Scuola Valussi

PAGINA 3 MONDO ANIMALE NOME COMUNE: Suricato Nome scientifico: suricata suricata Diffusione: Africa (dall Angola al Sudafrica) Habitat: zone aperte, savana e boscaglia Taglia: corpo 25x31 cm coda 19x24 cm Il suricato ha il corpo allungato e le zampe corte come la gran parte delle mangoste. Il mantello va dal grigio-bruno al grigio-chiaro, con bande trasversali scure. Scuri sono anche il naso e le orecchie, invece il capo e la coda sono chiari. La cosa straordinaria di questo animale, è che riesce a regolare la sua temperatura corporea grazie al pelo: per alzare la temperatura, si sdraia al sole o su di una roccia calda, per abbassarla, invece, si sdraia a pancia in giù in una cavità scura e fresca. I suricati vivono in gruppi, formati anche da 30 individui. Mangiano insetti, ragni, scorpioni, lumache, piccoli mammiferi, radici. insomma hanno una dieta molto varia. I suricati hanno un udito e un olfatto molto sviluppati, come la vista che serve per avvistare i loro principali nemici: gli uccelli. In caso di pericolo si nascondono immediatamente. A cura di Davide Marzona & Antonio Pellino Scuola Valussi Hakuna matata è una locuzione swahili, di uso estremamente comune in molte regioni dell'africa meridionale e orientale (in particolare nella zona di Kenya e Tanzania). Significa letteralmente "qui non ci sono problemi". Gli insetti stecco sono chiamati così perché si mimetizzano con gli stecchi. Per essere più simile alle foglie tra le quali vive, il camaleonte cambia colore e quando si sposta lo fa piano piano. Immobile come una spina, un emittero passa tutto il giorno sul gambo di una rosa. Quando i caribù si muovono tutti insieme, dal Canada all Alaska e viceversa, trema anche la terra. I pinguini maschi di Adélie dell Antartide per farsi notare costruiscono i nidi con dei sassolini. Il cane vede in bianco e nero e anche un po sfuocato. Il gatto, invece, vede in verdolino e blu, ma di notte vede molto meglio di noi. Ciò che finisce al centro dello sguardo dell aquila risulta più ampio, quasi raddoppia. Ogni anno 2 milioni di gnu percorrono 800 km in Africa alla ricerca di acqua ed erba. Ogni primavera le rondini ritrovano in Europa lo stesso nido lasciato l anno prima. Serena Callegari 4^A S.Domenico

PAGINA 4 MONDO ANIMALE Sono bella, ma velenosa. Chi sono? Sono una DENDROBATES LEUCOMELAS!!! Noi sì che non passiamo inosservate: andiamo in giro vestite di giallo, blu e verde Non siamo vanitose, è un segnale per i predatori: sono velenosa, non provare a mangiarmi!. Viviamo nelle foreste del Sud America: sudiamo veleno dalla pelle, gli indios ci usavano per avvelenare le punte delle frecce. La più velenosa è la PHYLLOBATES TERRIBILIS o rana dorata È terribile davvero: basta toccarla per farsi male! IO MI NASCONDO! Molte altre, più modeste, preferiscono invece non farsi notare e si mimetizzano: alcune assomigliano a foglie (come la rana cornuta asiatica, è marrone e dall alto pare una foglia secca), altre sembrano muschio, e ci sono perfino quelle trasparenti. Non ci credi? Eccomi qui, sono io, la rana con la pelle trasparente: se guardate la mia pancia vedrete il cuore, il fegato, l intestino per questo mi chiamano rana di vetro. Una ranocchia classe 4^ The Mills La tigre (Panthera tigris) è uno dei più grandi e affascinanti predatori terrestri. Dispone di alcune importantissime "armi" naturali. Il mantello, dotato di striature ben marcate, garantisce al felino ottime possibilità di mimetizzarsi in mezzo all'erba alta, soprattutto nell'ora del crepuscolo, quando il sole calante e le ombre lunghe lo rendono più difficile da scorgere. Gli occhi, che le consentono di osservare anche il più piccolo movimento della preda prescelta, sono strutturati secondo le esigenze di un predatore notturno; grazie alla loro particolare conformazione, la tigre è in condizione di sfruttare i più tenui raggi di luce e di muoversi con disinvoltura nelle tenebre notturne. La tigre ha compiuto probabilmente la sua evoluzione nelle fredde foreste settentrionali della Siberia e poi si è diffusa in Asia circa 2 milioni di anni fa, durante il Quaternario. La sua ascendenza può essere collegata a un animale lungo 2 metri, vissuto sulla Terra 40 milioni di anni fa, che è considerato l'antenato degli attuali felini, compresi i gatti domestici. Questo predatore, conosciuto come Dinictis, aveva un corpo lungo e affusolato e denti aguzzi classificabili come canini. La più grande fra le sottospecie di tigri è la siberiana, che è fortemente minacciata di estinzione; si ritiene che non ne sopravvivano più di 200 esemplari allo stato libero. La tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali sono estinte. La tigre reale o del Bengala o indiana sopravvive in poco più di 4000 esemplari ed è di gran lunga la sottospecie più consistente. Carlantonio Paparella 5^B Lea D Orlandi La tigre della Cina meridionale oggi è avvistabile soltanto nella provincia dell'hunan. Il numero dei suoi esemplari allo stato libero è stato valutato in non più di 80 unità. La tigre indocinese conta poco più di un migliaio di esemplari. Malgrado le misure di tutela, tutte le sottospecie della tigre sono oggi in pericolo di estinzione!

PAGINA 5 LA PAGINA DELLO SPORT Vorrei parlare dello sport che pratico: il Rugby. Non è uno sport molto popolare in Italia, ma per fortuna con i recenti successi della nazionale italiana proprio ieri l Italia ha riportato una vittoria storica sulla Scozia, ne ha persino parlato il telegiornale! si comincia a parlare anche di questo sport che per me è bellissimo. Quando si pensa al rugby, la prima immagine che viene in mente è quella di uomini grossi, muscolosi e rudi che si prendono a cazzotti rotolandosi nel fango, il tutto per la conquista di una palla ovale. In realtà, il rugby è sì uno sport duro, ma non violento o pericoloso e ha delle origini nobilissime. La leggenda, o forse è storia, dice che questo sport è nato nel 1823 quando uno studente, William Webb Ellis, nella cittadina di Rugby in Inghilterra, durante una partita di calcio, trasgredendo alle regole, prese la palla in mano e cominciò a correre fino ad appoggiarla nella linea di fondo avversaria. Venne così deciso di sperimentare un nuovo gioco che, piano piano, si modificò, fino ad arrivare al rugby moderno. Le regole principali del rugby sono semplici. L obiettivo è segnare la meta, cioè portare e alla fine schiacciare la palla nell area di meta avversaria. Quando un giocatore è a terra non può trattenere la palla e durante il gioco la palla può solo essere passata all indietro. Io gioco nella Leonorso Rugby Udine ormai da cinque anni e non cambierei questo sport con nessun altro. La società udinese è nata nel 1933. I colori delle maglie sono quelli tradizionali: bianco e nero. La squadra udinese Hafro rugby è attualmente in serie A, anche se la popolarità non è la stessa dell Udinese Calcio Il rugby giovanile (ma anche quello degli adulti) è uno sport di emozioni e collaborazione. Quello che conta e che viene ricordato non è chi ha raggiunto la meta, ma la squadra che l ha segnata e l intera azione che ha dato modo di realizzarla. In una squadra di rugby c è posto per tutti, secondo il loro fisico e le loro abilità. Il rugby è uno sport di contatto e un po di combattimento, ma non ci si fa male perché, fin da subito, a noi giocatori viene insegnata l importanza della lealtà, della disciplina e del rispetto delle regole. Mi pare che di questi tempi questi insegnamenti siano molto istruttivi per noi ragazzi! Potrei parlare ancora di questo sport per farvi capire quanto mi piace. Per esempio, quando piove, durante l allenamento, mi piace essere libero di sporcarmi e rotolarmi nel fango con i miei compagni Ma, davvero, non piace solo a me! Il rugby è lo sport giocato in paradiso (Proverbio gallese) Il rugby è uno sport per gentiluomini di tutte le classi sociali, ma non lo è per un cattivo sportivo, a qualsiasi classe sociale appartenga (motto del Barbarians) Nel rugby la vittoria passa sempre per le mani di un compagno Tutto ciò che la vita esige dall uomo lo trovi in una squadra di rugby (K.Haedens) Carlo Selan 5^B scuola S.Domenico

PAGINA 6 LA PAGINA DELLO SPORT Nelle scuole elementari non si fa abbastanza motoria. Secondo me, per esempio, nella scuola elementare P. Zorutti l ora di educazione fisica è un po trascurata dalle insegnanti, cioè è considerata di importanza minore rispetto alle altre materie. Le insegnanti, in un certo senso, hanno ragione perché le altre materie come italiano, matematica, inglese, sono effettivamente molto importanti, anche se per alcuni bambini l ora di motoria è l unica opportunità per fare un po di attività fisica e giocare insieme ai compagni. Durante le ore di insegnamento, per esempio, se la classe si comporta male e fa rumore, le maestre di solito minacciano di saltare l ora di ginnastica o la ricreazione, questo fatto vuol dire che l ora di ginnastica è importante come la ricreazione e non come le altre materie. A volte l ora di motoria si salta anche perché hanno programmato qualche gita oppure perché bisogna recuperare le ore di qualche materia saltata. Io penso che le ore di educazione fisica dovrebbero essere valorizzate di più, perché si impara a stare insieme facendo giochi di squadra, ma anche a praticare vari sport. Francesca Fiore 4^B P.Zorutti La ginnastica ritmica è lo sport che io pratico, non è molto conosciuto e non è per tutti facile. Questi sono gli attrezzi della ritmica: palla, nastro, cerchio, fune e clavette. Il maneggio degli attrezzi non è facile e richiede molto allenamento. Io lo pratico da 3 anni presso la società Artemide. I miei attrezzi preferiti sono cerchio e palla, la mia allenatrice si chiama Francesca che con me e con tutta la squadra ha molta pazienza, riesce infatti a correggerci tutti gli errori ed a darci coraggio se non riusciamo ad eseguire un esercizio. Consiglio a tutti i ragazzi di praticare uno sport perché ti aiuta a conoscere nuovi amici ed a crescere rispettando gli altri. Maria Laura della Rossa 4^A Lea D Orlandi Un po di tempo fa sono andata a fare un balletto al Palamostre. A casa ero molto agitata mentre mia madre mi pettinava. Il balletto iniziava di sera e durava circa 5 minuti. Appena arrivata al Palamostre mi misi il tutù rosso e le mie amiche mi aiutarono a truccarmi la faccia con i brillantini. Beatrice 5^A S.Domenico Sabato ho fatto una partita di basket a Cavalicco: prima di andare ero molto emozionato. Durante l allenamento, prima della partita, il mio allenatore non c era, allora è venuto un altro. Era incominciata la partita e non giocavo. Finì il primo quarto eravamo 9-7, infine la partita finì con la loro vittoria di 10 punti 23-33. Io ho fatto 8 punti, cioè 4 canestri. E stata una giornata molto bella, mi è dispiaciuto solo che abbiamo perso. Nicola 5^A San Domenico

PAGINA 7 LA PAGINA DELLO SPORT Il calcio è uno sport meraviglioso, consente di incontrare facilmente altri ragazzi, puoi giocarlo ovunque, a qualunque età ed è sicuramente uno degli argomenti più discussi da tutti. Questo sport, così come è conosciuto oggi, ha una storia abbastanza recente. Nacque infatti intorno al 1930 e nel 1934, diventato uno sport popolare, si pensò di proporre un torneo mondiale e, pur con tutti i problemi logistici, la turbolenta situazione militare e la mancanza di soldi, grazie alla spettacolarità di questo sport, il torneo mondiale divenne una attesissima manifestazione. Dopo il 1950 si affermò il professionismo, nacquero i grandi team, Brasile, Italia e Germania divennero le squadre da battere e Pelé, Garrinchia e Di Stefano i funamboli che le facevano vincere. Nel 1970 arriva anche l Argentina e finalmente nel 1982 l Italia vince un altro mondiale. Del calcio si possono dire molte cose, potrei forse anche parlare delle regole, ma credo che con tutte le trasmissioni, le moviole, i giornali se ne sappia abbastanza. Vorrei invece focalizzare l attenzione su altri aspetti che riguardano l educazione allo sport e la violenza negli stadi. Io sono innamorata del calcio e giocarlo è meraviglioso. Faccio parte di una squadra femminile e, come per quasi tutti gli sportivi italiani, anche la mia società è gestita principalmente da volontari, che devono arrovellarsi per far quadrare i conti, mentre in serie A di soldi se ne sprecano tantissimi. Peccato che anche in Italia non si affidi alla scuola lo sviluppo dello sport e ci si debba rivolgere forzatamente alle associazioni sportive. Infatti lo sport è educazione alla vita sociale ed il calcio forse più di altri proprio perché mette insieme tante persone in poco tempo e con pochi mezzi: quattro scarpe per segnare le porte, un pallone e tanta voglia di correre. Gli interessi economici che ruotano intorno al calcio lo rendono sempre meno bello. Basta guardare una trasmissione: si parla di tutto, meno che della partita. Bisogna però riconoscere che, grazie a questi capitali, ci sono stadi bellissimi, dove gli appassionati possono gustare il meglio di questa atletica giocata anche se, a volte, si scatenano violenze che non hanno niente a che vedere con lo sport. Difficile commentare gli eventi in cui muore qualcuno, come il poliziotto Raciti. Penso, però, che la nostra società ci educhi in modo strano. Non gioco da molto, così passo abbastanza tempo in panchina e ascolto quello che grida il pubblico, i nostri genitori: Passagli sopra!, Bastardo!, Ci vediamo fuori. Ma, a fare che? A mangiare un gelato? Così pensi che il successo sia essere duri, che per avere qualcosa dalla vita devi essere violento o furbo. Molti genitori insultano duramente anche i loro figli, perché si sono fatti passare da un avversario: Ma noi siamo esordienti, mica in serie A!!!. Ti cresce la rabbia, perché invece di essere lì a divertirti devi sempre dimostrare qualcosa a qualcuno. A me è piaciuto molto quello che ha detto Totti al Ministero della Pubblica Istruzione: Gli stadi a porte chiuse? Una sconfitta per tutti, sia per i giocatori che per il pubblico. Ora vogliamo solo riportare le famiglie sugli spalti e vedere bambini e ragazzi felici che si divertono guardandoci. In quella stessa occasione, i ragazzi invitati avevano una maglietta con scritto: Raciti, sei sempre con noi. I commenti sugli stadi più sicuri, sull influenza psicologica, ecc., li lascio ai grandi, ma mi chiedo perché sia così difficile divertirsi e basta. Allegra Palù 2^H Manzoni Il 13 e il 14 gennaio si sono disputate le eliminatorie di nuoto della categoria esordienti a S.Vito al Tagliamento e a Pordenone dove hanno partecipato le squadre agonistiche del Friuli. Come sempre, l Unione Nuoto Friuli di Udine non ha deluso le aspettative dell allenatore, ma non sono mancati anche superamenti o imprevisti. ESORDIENTI A2: tra le femmine a vincere tutte le gare in cui ha partecipato è stata Panero Sabrina. Hanno dimostrato di essere all altezza di Sabrina anche Amato Silvia, Gobitto Chiara e Pegoraro Martina che, pur non avendo gareggiato in prima batteria, hanno migliorato il loro record personale Tra i maschi si è distinto Turello Massimiliano. Lo hanno seguito Restivo Matteo, Sguazzero Andrea e Gallina Gianalberto. ESORDIENTI A1: non hanno deluso nel settore femminile Mannarà Sara e Donati Chiara, Montich Benedetta e Terrin Sara. Tra i maschi si è distinto Muschittiello Davide, Lesa Federico e Tuttino Leonardo. Da non dimenticare Morandini Nicola, Ferrari Nazareno, D Odorico Marco, Anello Cristian che si sono classificati dalla seconda batteria in poi. Sara Mannarà 5^A S.Domenico

PAGINA 8 DIRITTI DELL INFANZIA Francesca 5^B Quest anno il Comune di Udine ha promosso un importante progetto, il Cantiere di Solidarietà. Abbiamo riflettuto sui bisogni e sui diritti dei bambini di tutto il mondo. Tutto questo era legato alla storia di Dimen, una bambina di 11 anni che viveva in Kurdistan e che ha raccontato ai volontari di Emergency la sua vita in Kurdistan e la fuga dalla guerra. Poi il 9 febbraio, nella sala più grande del cinema Visionario, le quinte elementari hanno visto il film La ragazza delle balene e ne hanno discusso assieme a Giulia e a Claudia. Per finire, in maggio, tutte le classi che hanno partecipato a Ippolito Nievo questo progetto andranno al teatro Giovanni da Udine per vedere e mostrare ciò che è stato realizzato durante questi incontri. IL VIAGGIO DI DIMEN, PROFUGA DI GUERRA Avevamo provato a cercare papà per un anno intero insieme agli zii, ma non eravamo riuscite a trovarlo. Il nonno pensava che presto sarebbero venuti a prendere anche noi e che forse ci avrebbero ucciso; vedevo che la mamma aveva paura che facessero del male a me e a Dilan e Geilan. Siamo partite che era notte fonda. Un amico ci ha accompagnato con la macchina fino al confine con la Turchia; da qui abbiamo dovuto proseguire a piedi per attraversare le montagne che separano l Iraq dalla Turchia. Abbiamo camminato per quattro giorni e quattro notti su quelle montagne che avevo visto tante volte dalla finestra della mia camera. Come previsto, non avevamo portato niente con noi, solo i soldi e i vestiti che avevamo addosso. Non c era una vera strada e dovevamo camminare tra gli alberi e spesso i miei vestiti si impigliavano tra i rami... faceva freddo e, di notte, non si vedeva quasi niente. Non c era un letto per dormire e così, quando eravamo stanchi, ci sedevamo per terra e provavamo a riposare... non avevamo portato molto da mangiare e quel poco che avevamo è bastato solo per il primo giorno, ma io per fortuna non avevo tanta fame come mia sorella Dilan. Io ero solo stanca, ero stanca e soprattutto avevo davvero molta sete... pensavo: Quando arrivo in Turchia, mi bevo tutta l acqua del mare!. Passate le montagne, abbiamo trovato ospitalità da alcuni conoscenti che però ci hanno detto che non potevamo restare a lungo perché anche lì era molto pericoloso. Per i curdi che vivono in Turchia, la vita è ancora più difficile che in Iraq: per esempio in Iraq non è proibito parlare il curdo, ne stampare libri in questa lingua, anche se gli scrittori subiscono spesso la censura; invece in Turchia non esistono scuole curde ed è proibito sia parlare che insegnare il curdo... Così abbiamo pagato un signore che ci ha fatto salire tutti su un camion per il trasporto di arance e noi ci siamo dovute nascondere tra le cassette non c era molto spazio, giusto l aria per respirare, e appena sono state chiuse le porte siamo rimaste avvolte nell oscurità. Dopo questo bellissimo film le strade delle varie scuole si sono divise: Infatti le insegnanti potevano scegliere tra tre possibilità: Modidi, Teatro e Cinema. Le insegnanti delle due quinte della Nievo hanno scelto il cinema. Così, per tre mercoledì ci recheremo nella sala adatta alle proiezioni del Deganutti dove un tecnico del CEC ci mostrerà dei film sui diritti dei bambini, su cosa piace loro fare, Il rumore del motore conciliava il sonno e io devo aver dormito un bel po di tempo, non so quanto poi si sono aperte le porte, siamo uscite all aria aperta e Dilan e Geilan hanno cominciato a correre e a saltare dopo tanto tempo passato da ferme, non ci sembrava vero di poter muovere le gambe. Eravamo arrivati al porto e qui la mamma è andata a comprare i biglietti e siamo saliti su una grande nave; era una nave comoda e spaziosa. Sulla nave non faceva freddo perché c era il riscaldamento e comunque anche sul letto c erano tante coperte... se avevamo fame potevamo andare nella sala da pranzo dove c era sempre un tavolo imbandito con il pane, i succhi di frutta e tante verdure. Ripensando alla fame e alla sete che avevo avuto sulle montagne, non mi sembrava vero di avere lo stomaco pieno e anche Dilan non sembrava mai sazia. Questa nave era davvero bellissima! Sarebbe stato bello se le cose fossero davvero andate in questo modo. Abbiamo davvero attraversato le montagne e ci siamo davvero nascosti sopra un camion di arance, ma la verità è che da quel camion non siamo mai scesi ed è stato il camion stesso ad essere imbarcato sulla nave, con noi dentro... sempre nascosti. Alla stazione di Roma, gli altri hanno proseguito per la Germania, ma noi non avevamo più soldi e nessuno ad attenderci là e così siamo rimaste in Italia, anche se non sapevamo nemmeno dove fosse l Italia. Non capivamo niente di quello che la gente diceva, ma per fortuna abbiamo incontrato altri curdi, profughi come noi, che ci hanno indicato un posto dove potevamo chiedere aiuto. La notte abbiamo dormito in un posto che somigliava a una chiesa e la mattina dopo la mamma è andata in questura e ha fatto domanda di asilo. Siamo rimaste lì per sei mesi e poi ci hanno detto che c era un posto per noi a Monticello di Brianza e così abbiamo raccolto le nostre cose e siamo partite un altra volta.

PAGINA 9 DIRITTI DELL INFANZIA Avere una casa Avere cibo, acqua, vestiario Avere assistenza sanitaria Avere i documenti in regola Avere un lavoro per la mamma Andare a scuola Imparare la lingua italiana Praticare le proprie tradizioni e religione Essere accolta con amore Farsi degli amici Giocare STARE BENE! Offrire una prima ospitalità nei centri di accoglienza Aiutare la mamma a trovare un lavoro e una casa Offrire assistenza sanitaria gratuita Aiutare la mamma nelle pratiche Iscrivere Dimen a scuola e offrirle un insegnante di supporto per imparare la lingua italiana Permetterle di praticare la propria religione le proprie tradizioni Fare raccolte di cibo e vestiario Accoglienza 5^C Ada Negri La storia di Dimen, anche se ha avuto un lieto fine, è molto triste perché spiega il dolore di un popolo perseguitato e costretto a rinunciare alla propria terra pur di salvare la vita. 5^A Ippolito Nievo Disegno 5^A Ippolito NIevo Sto finendo di leggere il diario di Anna Frank. Mi fa riflettere sugli orrori della shoah e, contemporaneamente, penso che ancora oggi nel mondo ci sono troppi paesi in guerra. Il pensiero corre lontano e Mi vedo adulto, a dire il vero già grande, con la barba e sono a pranzo da mio figlio. Sto sentendo al telegiornale che la guerra è finita e che i capi di Stato hanno fatto pace. Tutto va bene nel mondo! Allora mio figlio mi domanda: Com era il mondo quando eri bambino? Io gli rispondo che era un mondo incivile dove i ragazzi a scuola si picchiavano e accadevano altre cose che io non voglio neppure spiegare, perché mi sembrano troppo difficili da capire. Ma oggi la cosa è totalmente cambiata! Le città non sono inquinate perché le macchine funzionano a elettricità; in ogni luogo c è tantissimo verde e anche per questo l aria è pulita. I bambini non muoiono più per la fame; i ricchi condividono con i poveri i loro beni. In questo mondo regna la serenità: questo è un mondo adatto a mio figlio! Qui il sogno finisce e mi ritrovo a casa con la mamma, contento per il sogno che spero si avveri. Oscar Degano 5^C Ada Negri

PAGINA 10 DIRITTI DELL INFANZIA IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 gennaio: un giorno da ricordare, un giorno importante per tutti, un giorno per provare a immaginare quello che capitò agli ebrei nei campi di concentramento o nei campi di sterminio. Bambini, genitori, signori, signore e anziani venivano portati lì con treni blindati, senza finestre e senza via di fuga, rinchiusi in quei treni, immaginandosi già quello che sarebbe loro capitato. Soprattutto i bambini si immaginavano il loro futuro e la loro vita cambiata, come se un tornado avesse loro portato via il passato riservandogli una vita diversa da quella che si aspettavano. Con grande fede ringraziavano il Signore di essere vivi il giorno dopo, e quello seguente! Era Hitler il capo ingegnere di tutto questo, chiamato anche il furher. Era una persona che non ragionava, senza cuore e senza scrupoli per aver fatto quello che ha fatto. Questi campi erano stati creati per mantenere la razza pura, chiamata da lui razza ariana (cioè le persone che avevano i capelli biondi e gli occhi azzurri), e tutti gli altri venivano sterminati. Anche chi si opponeva a Hitler faceva la stessa fine: morivano nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori. Una fine orribile, crudele e allo stesso tempo spaventosa. Secondo me è importante ricordare questi avvenimenti che sono successi e che non dovevano succedere. Perché non succedano più e non li sogniamo nemmeno per caso. Chiara scuola media Valussi La canna e il vento Non era mai accaduto. Nel boschetto gli alberi erano tutti innamorati di una canna una cannuccia sottile che amava invece il vento il vento che porta la pioggia. Così il boschetto l aveva ripudiata. La canna innamorata rispose: Per me, questo va bene. voi, state pure tutti da una parte, chè dall altra c è il vento della pioggia. Così vuole il mio cuore. Il boschetto, offeso, sentenziò la morte per quell innamorata dagli occhi di rugiada. Chiamò il picchio dal becco forte, e il picchio colpì nel cuore tre, quattro, cinque volte nel cuore della piccola canna. Da quel giorno la canna innamorata divenne un flauto e da quel giorno le ferite degli amanti parlano con le dita del vento e cantano, ovunque nel mondo, da quel giorno. da Canti d amore e di libertà del popolo curdo Si sente spesso parlare di solidarietà, ma ci siamo mai chiesti cosa significhi veramente? A mio parere, questo termine viene utilizzato banalmente, con tono scontato, senza essere stato soppesato attentamente prima di essere pronunciato. Viviamo in una società dove tutti sembrano buoni, disponibili e sempre pronti a mettere da parte l'interesse personale a vantaggio della comunità. Viviamo in una società dove tutti, se venisse loro posta la domanda: "Se potessi rivoluzionare il mondo, che cosa cambieresti?", risponderebbero: "Be'.. senza dubbio sospenderei tutte le guerre in atto e tenterei di risolvere i problemi della fame e della povertà nel mondo." Ma io, in realtà, penso che siano solo parole e che, in questi casi, il detto: "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" sia veramente appropriato. Nel mondo persistono tutt'ora centinaia e centinaia di guerre e, nel XXI secolo, c'è chi ancora muore di fame. Sono state condotte delle indagini, ed è risultato che, per permettere agli abitanti dei Paesi più poveri di condurre una vita dignitosa e per assicurare loro l'alimentazione quotidiana, sarebbe sufficiente la cifra che la popolazione statunitense e quella europea spendono annualmente in.. PROFUMI!! Sono cose che fanno veramente pensare, soprattutto quando i leader degli Stati più ricchi al mondo annunciano pubblicamente di aver intrapreso numerose iniziative umanitarie e di beneficienza. Certo, non voglio assolutamente inglobare in questa mia riflessione tutte le forme di solidarietà: ci sono migliaia e migliaia di Associazioni umanitarie senza scopo di lucro, che operano solidamente e portano aiuti concreti ai più bisognosi.. Sono le piccole fondazioni, alle quali interessa la "self-publicity" solamente a scopo benefico, e certamente non per prestigio personale. Sia chiaro: io sono tra le prime che affermano che, se potessero, cambierebbero il mondo, ma sono solo un'adolescente che sogna un futuro migliore e più umano. Da adolescente, da "nuova generazione", spero solo che l'ipocrisia dei vertici mondiali abbia termine, che i Capi di Stato promettano obiettivi più realizzabili e meno utopici, e non illudano la gente con la prospettiva di un "mondo migliore", quando non si è certamente disposti a sacrificarsi per il prossimo e per coloro che necessitano di assoluta assistenza economica. Elena Cavucli 3^C Valussi

PAGINA 11 DIRITTI DELL INFANZIA Anche quest anno l Amministrazione Comunale, grazie ai suoi animatori, Claudia, Francesco e Claudia ha saputo proporre e realizzare un progetto di grande valenza educativa: il CANTIERE DI SOLIDARIETA, che ha coinvolto anche la 2^D della scuola media via Petrarca. Il percorso, come lascia intuire il titolo, ha consentito di realizzare un cantiere, ha permesso, cioè, di trasformare una parola (troppe volte) astratta in azioni concrete, da attivare insieme, in cui è fondamentale l impegno di ciascuno. Il primo grande impatto emotivo è stato suscitato dall incontro del CCR con Emergency, avvenuto il 20 novembre 2006, durante il quale i ragazzi hanno da subito mostrato curiosità e crescente interesse di fronte alle STORIE DI BAMBINI, vittime più numerose delle guerre. A scuola, l esperienza è continuata: la 2^D, con l aiuto di Claudia e Claudia, attraverso le tecniche di brain-storming e di role-play hanno individuato i diritti fondamentali ed hanno condiviso la conclusione che il diritto imprescindibile è quello alla vita. Nell auditorium della scuola, inoltre, sono state portate da Teresa Sarti, presidentessa di Emergency, ulteriori testimonianze, ascoltate con grande interesse dai giovani spettatori. Alla fine, la classe ha accolto le proposte di riflessione sui conflitti, con le terribili conseguenze sulla popolazione civile ed in particolare sui bambini, sui diritti violati, sull importanza dell educazione alla pace, ma ha anche manifestato la voglia di conoscere i Paesi, le culture, il vissuto quotidiano di chi è diverso, lontano o vicino, per imparare a capirlo e a dargli una mano. La problematica è stata approfondita anche attraverso il linguaggio cinematografico, a cura degli esperti del CEC, Giulia Cane e Benedetto Parise, con proiezioni di filmati e di film, tra cui: La ragazza delle balene, L isola in via degli uccelli e Machuca, la cui visione ha coinvolto tutti. L attività di cineforum, sapientemente condotta dagli esperti, ha suscitato commenti, riflessioni, dubbi, emozioni, che sono state registrate con l obiettivo di farne la colonna sonora del documentario sull attività. In questo progetto ho individuato non solo un valido strumento per concretizzare il programma di Educazione alla Cittadinanza, con l acquisizione di conoscenze ad essa relative, ma anche un contributo per l apprendimento di competenze procedurali (metodo di studio) e relazionali: gli alunni della 2^D hanno mostrato, strada facendo, di riuscire ad ascoltare un po di più, ad esprimere il proprio punto di vista, a guardarsi intorno, a confrontarsi con altre realtà ed a partecipare ad un progetto di crescita personale e di gruppo. L augurio è che l esperienza del CCR continui riuscendo a coinvolgere sempre più giovani consiglieri. Gabriella Sartor

PAGINA 12 DIRITTI DELL INFANZIA Nel film La ragazza delle balene viene evidenziata una certa discriminazione tra maschi e femmine che poi, alla fine della vicenda, verrà risolta. Per questo motivo il film mi ha molto incuriosito. La storia parla di una tribù Maori che crede in usanze e tradizioni molto antiche e diverse dalle nostre. Tutto cominciò con la nascita di Paikea. La sua mamma, dopo il parto gemellare morì ed anche uno dei neonati: il figlio maschio. Il padre, sconvolto per la perdita subita, scappò e Paikea fu affidata ai nonni. Paikea era il nome del primo capo Maori, colui che, secondo la leggenda, aveva condotto questo popolo nell isola cavalcando una balena. Il nonno avrebbe voluto che lei fosse morta al posto del fratello, perché questi, in qualità di primogenito maschio, avrebbe potuto diventare il capo che da tempo i Maori stavano aspettando. Appena furono partiti, Pai diede un ultima occhiata allo splendido mare che si estendeva davanti a lei, ma sentì o forse credette di sentire, la voce delle balene, il simbolo della sua civiltà. Così comprese che lei apparteneva alla sua terra, alla sua gente e al suo oceano e che quindi doveva ritornare a casa. Scese di corsa dalla macchina e andò dal nonno il quale non la accolse con gioia, anzi le rispose male e la ignorò. Un bel giorno il nonno decise di aprire una scuola per i soli primogeniti maschi del villaggio: li avrebbe istruiti e uno di loro sarebbe sicuramente diventato il nuovo capo. Anche Pai voleva partecipare a questa scuola, perché era capace e intelligente, ma il nonno era contrario perché solo i maschi potevano praticare le arti sacre. Il nonno fece fare loro diverse prove e l ultima, la più importante, consisteva nel riuscire a recuperare dal fondo del mare la collana con il dente di balena. Nessun bambino riuscì nell impresa, ma Pai sì. Il giorno dopo sulla spiaggia si arenarono diverse balene. Gli isolani cercarono con un trattore di spostare in acqua la balena più grande, cosicchè le altre potessero seguirla, ma non ce la fecero. Quando gli isolani, scoraggiati, se ne andarono, arrivò Pai che salì in groppa alla Disegno 5^B Ippolito Nievo balena e, dandole un piccolo calcio, la portò al largo, salvando così tutte le balene e dimostrando di avere le qualità di un vero capo per il rispetto che aveva verso la natura e verso le tradizioni della sua gente. Passarono gli anni e il nonno si affezionò sempre più a Pai, accompagnandola e andandola a prendere a scuola. Quando il padre di Pai ritornò a casa le chiese di partire con lui per l Europa e lei decise con malinconia di seguirlo. Il significato del film è raccontare il difficile cammino di crescita di un ragazzo o di una ragazza che devono superare le difficoltà, le diffidenze, le preoccupazioni ed imparare a superare i problemi attraverso l impegno e la costanza senza mai scoraggiarsi per diventare adulti, amati e stimati dalla propria famiglia e dalla società. Disegno 5^B Ippolito Nievo Dario Costantini, Lara Bergamasco 2^D Valussi e Luca Gasparotto, 5^A S.Domenico

PAGINA 13 DIRITTI DELL INFANZIA Pai è molto alta e magra, con la pelle un po scura come tutti i Maori. Ha il viso affilato, con due grandi occhi neri e vivaci, ma qualche volta un po tristi. I capelli sono ondulati e neri. Nella vita quotidiana indossa abiti sportivi e moderni, mentre, durante gli spettacoli scolastici, veste costumi tradizionali Maori e anche si trucca. Jacopo Frizzi 5^B S.Domenico Pai è molto sensibile, ad esempio, quando recita a scuola la storia dei Maori e si commuove. Vuole imparare tutte le attività tradizionali, cambiando però alcune idee maschiliste. Perciò ha un comportamento ribelle verso il nonno. E testarda e lo dimostra quando si oppone agli ordini del nonno che le vieta di fare cose che, secondo la tradizione, sono riservate ai maschi. Ha un carattere molto coraggioso e lo dimostra quando, sapendo che nel mare aperto ci sono onde pericolse ed alte, cavalca il dorso di una balena guidandola al largo. I Maori sono un popolo polinesiano, diffuso principalmente nel nord della Nuova Zelanca. Sono generalmente alti, con la pelle di color bruno chiaro. SI ritiene che oggi la popolazione dei Maori si aggiri intorno alle 200.000 unità. Benchè essi parlino tutti inglese, la loro lingua originale è detta Maori. I primi villaggi dei Maori erano abitazioni in legno decorate e intagliate. La pratica del tatuaggio del volto e del corpo rappresenta una delle tradizioni più importanti e resistenti di questo popolo. Tipica è anche la danza della Haka, resa celebre in occidente dagli All Blacks, la nazionale di rugby neozelandese, che prima di ogni match intona la Ka Mate, una delle due versioni di Haka (l altra, la meno famosa, è la Peruperu, una danza di guerra). I Maori furono storicamente in forte opposizione rispetto ai coloni inglesi, che non riuscendo a sottometterli, stipularono con loro un trattato (il Trattato di Waitangi). Anche dopo la nascita dello stato indipendente della Nuova Zelanda, i Maori non hanno mai cercato l integrazione con le etnie del paese, pur essendo da tempo convertiti al cristianesimo. IL governo neozelandese, negli ultimi anni, ha dato inizio a un programma per facilitare l integrazione dei Maori nella società, proteggendone, al tempo stesso, il bagaglio culturale. Classe 5^B Ippolito Nievo Classe 5^A Ippolito Nievo Un bambino ebreo di 11 anni vive nel ghetto di Varsavia, durante la 2^ guerra mondiale, in piena persecuzione nazista. Alex riesce a sfuggire alla cattura dei soldati tedeschi nascondendosi tra le macerie del ghetto. Vive lì, da solo, per 60 giorni in fiduciosa attesa del ritorno del padre. Gli fanno compagnia un topolino bianco e il libro di Robinson Crusoe che gli suggerisce come sopravvivere. Alla fine, la guerra ha termine e il padre ritorna in tempo per salvare Ale che è allo stremo delle forze. Il film tratta i diritti alla libertà, allo studio, al gioco, alle cure mediche, alla pace e, specialmente, alla protezione da ogni forma di razzismo.

PAGINA 14 DIRITTI DELL INFANZIA ADULTI A proposito della Convenzione Internazionale dei diritti dell infanzia, e nell ambito del progetto Cantiere di solidarietà, un signore molto simpatico [Benedetto Parisi del Cec, NdR] ci ha mostrato alcuni spezzoni tratti dal film I 400 colpi, ambientato nel 1959, in cui si narra di un ragazzino che vive con i genitori, ma che è del tutto abbandonato a sé stesso. Un giorno va a rubare & RAGAZZI Disegno classe 5^B scuola Nievo una macchina da scrivere nell ufficio del padre, ma poi la riporta indietro perché non è riuscito a venderla. E qui che viene scoperto e suo padre lo porta alla polizia affinchè venga affidato ad un istituto di correzione. Il ragazzino scoprirà che non è veramente figlio dell uomo che ha sempre ritenuto suo padre e sarà odiato dai suoi genitori. Alla fine riesce a scappare e, con una lunghissima, interminabile corsa, raggiunge il mare che non aveva mai visto prima e che rappresenta per lui la libertà. E stato abbastanza triste vedere i genitori che portano il ragazzo alla polizia come un vero delinquente, invece di discutere con lui e spiegargli il reato che ha commesso. Fatima Badaoui, 2^D Valussi ti scrivo per raccontarti dell esperienza vissuta il 6 dicembre, una giornata alquanto emozionante! In classe abbiamo parlato della Convenzione Internazionale dei diritti dell infanzia che fu approvata nel 1989 dall ONU; in essa vi sono molte riflessioni sulle condizioni di vita di tutti i bambini del mondo. Abbiamo analizzato, parola per parola, il titolo di questo documento. Venne chiarita, innanzi tutto, la parola infanzia che indica un bambino, un ragazzo o un adolescente di età compresa tra 0 e 18 anni; poi la parola diritti che significa bisogni fondamentali il cui mancato soddisfacimento non permette a nessun bambino, ragazzo o adolescente di vivere bene; infine la parola convenzione che significa documento approvato da tutti i partecipanti all assemblea e internazionale che significa con la partecipazione dei rappresentanti di molti stati del mondo. Poi, ci è stato spiegato chi è il tutore dei minori: un garante dei diritti dei bambini a livello regionale; questa persona controlla che i minori abbiano diritti, cioè possano vivere sereni, sicuri e rispettati dagli adulti e dalla società. Abbiamo scritto su dei bigliettini gialli quali sono per noi i bisogni fondamentali, dai quali, poi, ricavare il diritto corrispondente. Io ho scritto: il bisogno di mangiare, di dormire, di studiare e di giocare. Uno dei diritti che più emerge dalla visione di questo film è il diritto ad avere una famiglia e ad essere protetti. Ogni bambino, infatti, ha bisogno di amore e comprensione. Sono proprio queste le cose che mancano ad Antoine che, pur avendo una famiglia, non si sente abbastanza amato e ciò lo spinge a commettere diversi reati. Un altro diritto che emerge dal film è quello di non essere emarginati dalla società. Antoine è recluso a casa, già a partire dalla stanza in cui dorme ricavata dall ingresso dell appartamento; a scuola, perché è messo dietro la lavagna; in carcere, quando all amico René è impedito di entrare per andare a fargli visita. Come la famiglia, anche la scuola e il riformatorio assumono il ruolo di istituzioni che non sono in grado di aiutare Antoine, perché scelgono di punire invece di comprendere e piuttosto che integrare, determinano ancora di più emarginazione. Classe 5^B Ippolito Nievo

PAGINA 15 DIRITTI DELL INFANZIA NON UNO DI MENO E un film ambientato in Cina in un paesino di campagna nella provincia di Helei non lontanissimo dalla città di Pechino. Il film parla di una ragazzina di nome Wei Minzih di 13 anni che, nella storia, fa la supplente per ricevere un compenso di 50 yuan. Il film ha alcune parti poetiche come quando Wei si reca in città in cerca dell alunno Zhang andato in cerca di lavoro per pagare i debiti della propria famiglia; oppure quando la ragazza cerca in tutti i modi di ritrovarlo fino a lanciare un appello in TV. Quest ultima è una delle scene più commoventi e belle del film. Il film mostra anche l amore che provano i compagni per il ragazzo che è scappato, tanto che in una scena si vede che aiutano Wei a spostare i mattoni in una fabbrica per guadagnare dei soldi. Il film è un elogio a una ragazza cocciuta e impertinente che, con queste caratteristiche, riesce a conquistare milioni di cuori attraverso la TV. Il regista Zhang Yimou, per rendere più verosimile il film, ha voluto attori non professionisti a interpretare loro stessi. Sean Filipin 1^media The Mills LA GUERRA DEI FIORI ROSSI Il film è ambientato in Giappone nel dopoguerra (1949) in un collegio per bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Il protagonista è un bambino che piangeva spesso perché voleva tornare a casa. Di lui si occupava principalmente la direttrice, una persona che trattava i bambini come fossero un mucchio di insetti. Lo scopo di queste maestre era educare nel minor tempo possibile i bambini. Per fare ciò utilizzavano dei fiorellini : il fiorellino veniva dato al bambino quando si comportava bene e tolto quando non sapeva vestirsi o faceva la pipì a letto o altre cose che, secondo loro, non avrebbero dovuto fare. I bambini non erano contenti perché venivano spesso sgridati in modi molto bruschi. La struttura era vecchia e i muri freddi e la sera i bambini andavano a dormire nudi. Il protagonista, essendo evitato ed escluso dai compagni, pensa che, diventando più manesco e arrogante, gli altri avrebbero iniziato ad amarlo di più. (Come capita a qualcuno di noi!). Niente da fare! L unica persona che gli dava retta era una bambina. Un pomeriggio, mentre stavano facendo il gioco del mimo, la direttrice provò a fare l imitazione dell ippopotamo, ma gli alunni si spaventarono. Da quel momento tutti i piccoli allievi cominciarono a pensare che la direttrice fosse, in realtà, un mostro con la coda e una sera cercarono di legarla, ma, nel momento in cui stavano per agire, lei si svegliò e si arrabbiò molto con tutti. Il protagonista tenta diverse volte di scappare e il film termina proprio con l immagine di lui che fugge e, in sottofondo, le urla della maestra che lo richiamava. Francesca Marzinotto 2^D Valussi

PAGINA 16 DIRITTI DELL INFANZIA ti racconto di un esperienza di drammatizzazione che ho fatto a scuola per riflettere su che cosa significhi ascoltare e partecipare. Ci siamo divisi in due gruppi: il primo doveva interpretare una scena e l altro gruppo aveva il compito di osservare ogni interprete per scoprirne il ruolo. La cosa sembrava interessante! Gli attori sono entrati in scena, Anna ha detto: Ragazzi, dobbiamo fissare il giorno per la gita! ; Francesca poi ha ribattuto che andava in gita perché le interessava imparare cose nuove, ma Corrado l ha interrotta, dicendo che gli interessava andare in gita solo per divertirsi e non fare scuola. Francesca ha fissato una data, ma Lara non era d accordo perché, in quel giorno, c erano i tornei sportivi; Francesca non sembrava, però, ascoltare l obiezione di Laura e continuava ad insistere sulla data scelta. James l ha interrotta nuovamente, ripetendo Francesca ha chiesto il parere di Maria, che non le ha risposto Daniele Zarbo e a Daniele Casco stavano facendo i fatti loro Noi osservatori abbiamo visto nella rappresentazione molte interruzioni, molta confusione e, soprattutto, molta incapacità a dialogare. Ho capito che molte persone non ascoltano il parere dell altro e parlano quasi solo a se stesse: secondo me, questo è il motivo della confusione. Spesso è difficile creare un dialogo tra persone, nella vita quotidiana; troppe volte la capacità di dialogare, cioè parlare, ascoltare, comprendere e mettere insieme le idee non è facile e, il più delle volte, nemmeno io ci riesco; a volte anche io interrompo e non ascolto. E stata veramente importante e divertente questa esperienza; per me, l unico con cui sono capace di dialogare sei tu, caro diario, che mi ascolti in qualsiasi circostanza, non mi interrompi, ma forse con te è un po troppo facile: tu sei Me! Dario 2^D Valussi Ciao! Mi chiamo Camilla Chiarandini e voglio raccontarvi alcuni nostri diritti. Tanti bambini dicono di no agli schiaffi, no ai genitori che ci prendono in giro, no ai genitori che ci proibiscono di giocare, no ai genitori che decidono come mi devo vestire! Adesso vi dirò delle cose che hanno scritto i bambini: Ho il diritto di sposarmi? Sì, mi piacciono le bionde! Possono leggere il mio diario? No, ci sono dei segreti segretissimi. Ho il diritto di cambiare religione? No, mio cugino mi strozza, è un prete! Possono darmi uno schiaffo? No, capisco anche con le parole.

PAGINA 17 DIRITTI DELL INFANZIA Oggi cercheremo di individuare quali possono essere le cause del bullismo, cioè i motivi che producono i comportamenti da bulli. Secondo noi le cause di questo fenomeno sono tante. Una di queste è la TV che trasmette film, cartoni animati, pubblicità e spettacoli violenti. Per noi bambini che trascorriamo parecchie ore davanti alla televisione, le cose che trasmettono diventano spesso esempi di modi di vivere. Ogni bambino può rimanere facilmente impressionato da alcuni atteggiamenti e personaggi che li manifestano e, qualche volta, cercherà di imitarli e di diventare come loro. Un altra causa è l uso ormai molto diffuso dei videogiochi. Abbiamo considerato i vari tipi di videogiochi che conosciamo e, descrivendoli, ci siamo resi conto che la maggior parte propone azioni violente come rubare, picchiare, uccidere, andare contro le regole del mondo civile. Perciò riteniamo che trascorrere molto tempo in compagnia di videogiochi violenti, educhi i bambini ad assumere atteggiamenti altrettanto violenti. Anche alcuni genitori possono, con i loro comportamenti, essere causa del bullismo dei propri figli. Nelle cronache dei telegiornali si sente che ci sono genitori che picchiano, che dicono parolacce, che litigano in modo esagerato e per questo possono diventare per i figli un modello da imitare. Anche quando i nostri genitori discutono, a noi dà molto fastidio, ma ci tranquillizziamo subito, quando fanno la pace. I papà sono più furbi: fanno i regali alle mamme per farsi perdonare 4^A e 4^B S.Domenico

PAGINA 18 EDUCAZIONE ALLA PACE oggi a scuola abbiamo incontrato Teresa Sarti, la presidentessa di Emergency, un Associazione creata nel 1994 da Gino Strada, un medico di Milano. Emergency interviene nei Paesi in guerra erigendo ospedali per curare i feriti e promuovere una cultura della pace, cioè creare pace nello Stato. Teresa Sarti ci ha spiegato che nelle guerre moderne muoiono più civili che soldati e che questo fenomeno accade, purtroppo, anche in Europa, per esempio, nella guerra che ha portato la ex Jugoslavia alla creazione di Stati indipendenti. Dopo il fascismo, in Italia, venne promulgata la Costituzione la quale, all articolo 11, afferma che occorre ripudiare la guerra e non usarla per devastare i territori degli altri Stati, nè per risolvere questioni tra le nazioni. Molte persone nei paesi più poveri sono profughe, molte sono vedove o orfani, ma non sono solo le persone che ci rimettono, bensì anche l ambiente perché il flagello della guerra depreda l ambiente privandolo di alcune sue risorse fondamentali. Inoltre l America, la Russia e la Cina sono i produttori di mine posizionate negli Stati più poveri: esse sono causa di mutilazioni. Per Emergency sono importanti la NEUTRALITA, la PROFESSIONALITA e la GRATUITA delle cure mediche. Questa associazione provvede anche alle cure sanitarie e alla diffusione di una cultura della pace nelle carceri. Secondo me, la guerra non garantisce a tutte le persone il diritto alla vita e alla salute. Caro diario, come dice Einstein, sono convinto che la guerra non può essere umanizzata, può solo essere abolita. SECONDO NOI, I MOTIVI CHE FANNO SCATENARE LE GUERRE SONO: Appropriarsi delle ricchezze altrui Alimentare il mercato delle armi Conquistare altri territori su cui affermare la propria supremazia Motivi economici Tentare di fermare altre guerre Diversità di religione e cultura Cattiveria, odio, ricatto, vendetta Motivi politici SECONDO NOI, DEI RIMEDI PER EVITARLE SONO: Dividere equamente i beni attraverso gli accordi Sospendere la produzione e il mercato delle armi Fare una legge internazionale per proteggere gli Stati esistenti Pagare i debiti sotto altra forma Aiutare a risolvere le guerre in modo pacifico; perdonare Insegnare il rispetto reciproco, la pace, la tolleranza Spingere verso accordi politici 5^C Ada Negri