GAZZETTINO venerdì 17 gennaio 2014. Indice articoli



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GAZZETTINO venerdì 17 gennaio 2014 (Gli articoli di questa rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) Indice articoli REGIONE (pag. 2) Salasso-casa, obbligatorio scegliere l aliquota più alta Santoro: torna il fondo nazionale, in arrivo un milione per il Friuli Vg Quattro doppioni da tagliare: 3 sono a Udine Progetti europei per 430 milioni dal 2014 al 2020 Province, crepe nella maggioranza UDINE (pag. 5) "Friulana Bitumi" al capolinea Il Consorzio manifesta l interesse e il caso approda in Parlamento PORDENONE (pag. 6) L'ultima chiamata per salvare Electrolux (2 articoli) Bollette gonfiate, sono gli anziani le principali vittime Crisi alla Moro. Quaranta esuberi Ciriani alla Regione: «Paga gli incentivi per le assunzioni»

REGIONE Salasso-casa, obbligatorio scegliere l aliquota più alta Antonella Lanfrit UDINE - Con l'arrivo del nuovo tributo sulla casa, la Tasi, per i cittadini del Friuli Venezia Giulia sarà come se l'imu prima casa persistesse. Per i Comuni, poi, di fatto non vi sarà la possibilità di scegliere quale aliquota applicare, come invece previsto dalla legge. Dovranno adottare la percentuale massima (3,3-3,5%, non è ancora definitiva) abbassando contemporaneamente le detrazioni previste gli scorsi anni. È il quadro emerso l'altro giorno all'anci nell'illustrazione puntale svolta dal referente dei sindaci per le materie finanziarie Ivo Nassimbeni, ragioniere capo e vice segretario del Comune di San Vito al Tagliamento. Immediato la reazione di «forte preoccupazione» dell'anci per le «somme ingenti che i Comuni saranno costretti a versare allo Stato causa il rilevante extra-gettito che si registrerà in Friuli Venezia Giulia». Da qui la richiesta alla Regione di «sviluppare sull'argomento un confronto per attenuare le conseguenze dell'applicazione dei criteri contenuti nella legge di Stabilità nazionale», ha affermato il presidente Mario Pezzetta. Tasi uguale Imu. «La legge di Stabilità nazionale - spiega Nassivera - ha previsto che i Comuni Fvg dovranno continuare a versare l'extra-gettito. Ciò significa, se qualcosa non cambierà, che anche nel 2014 persisterà un meccanismo di sperequazione fra i Comuni, poiché lo Stato continua a tenere conto l'aliquota Imu fissata nel 2010 anziché l'aliquota base». Per versare l'extra gettito, secondo le proiezioni illustrate all'anci, «i Comuni dovranno in sostanza riscuotere la Tasi come se l'imu prima casa, all'aliquota base del 4 per mille, non fosse stata tolta». In pratica la Tasi «dovrà essere applicata al massimo e bisognerà limare le detrazioni». Per i 19 Comuni poi che avevano applicato un'imu maggiore al 4 per mille (quelli in cui ora i cittadini pagano la mini-imu) si prospettano due scenari: drastica se non eliminazione di detrazioni sulla Tasi o aumento dell'aliquota Imu sulla seconda casa e sugli altri fabbricati. Tavolo Regione. «La nuova Iuc non risolve né il problema dei cittadini né quello dei Comuni», afferma il sindaco di Farra d'isonzo e direttore Anci, Alessandro Fabbro. Da primo cittadino la reazione è decisa: «In materia di finanza locale la Regione autonoma può far tutto, fatto salvo il saldo del Patto di stabilità. Lo Stato può dirci quanto vuole, ma non come reperire il dovuto. Quindi - prosegue Del Fabbro -, è chiaro che la Tasi e l'imu dobbiamo pagarla, ma la Regione si applichi con noi per trovare nuove regole più semplici ed eque tra i Comuni». Il sindaco si dice «poco fiducioso» rispetto a richieste di sconti a Roma, ma «possiamo adottare regole che rendano giustizia al nostro interno. Bisogna solo trovare la forza politica per agire». Regolamenti. I Comuni quando avranno pronti i regolamenti sui nuovi tributi? «In teoria con l'approvazione del Bilancio, cioè entro il 29 giugno, posto che la Finanziaria regionale ha disposto che sia varato entro 60 giorni dal riparto degli spazi finanziari previsto entro il 30 aprile», sintetizza Nassivera.

Santoro: torna il fondo nazionale, in arrivo un milione per il Friuli Vg TRIESTE - Spetterà un milionee 50mila euro al Fvg dei 50 milioni che il Governo si appresta a ripartire sul Fondo nazionale per il sostegno alle locazioni. Lo ha annunciato l assessore regionale Mariagrazia Santoro all esito della Conferenza Stato-Regioni. «Lo scorso anno su questo capitolo non ci furono trasferimenti statali - spiega - e solo l'incessante pressing delle Regioni condotto negli ultimi mesi ha consentito di rifinanziare il Fondo, ridando centralità al tema urgente del sostegno alle esigenze abitative. Ricordo che nella nostra regione a fronte di 6 milioni di euro regionali disponibili sono arrivate domande per 28 milioni di euro». Mentre il Fvg si appresta a chiedere la revisione dei criteri per la definizione delle aree ad alta densità abitativa, Santoro aggiunge che la regione «si dimostra realtà virtuosa, posizionandosi al quarto posto nella classifica nazionale per l'entità degli stanziamenti: 16,77 milioni negli ultimi tre anni, con un incremento, deciso dalla giunta regionale nell'assestamento di bilancio dello scorso luglio, di 570mila euro nel 2013 rispetto ai due anni precedenti». Quattro doppioni da tagliare: 3 sono a Udine TRIESTE - Come individuare i 118 posti-letto da tagliare in Friuli Venezia Giulia in omaggio alla legge Balduzzi si vedrà, ma una cosa è certa: quattro doppioni sono già stati individuati dall assessore alla Salute della Regione, Maria Sandra Telesca, e sanno già scritti nero su bianco sui "compiti per casa" impartiti dalla Direzione centrale ai direttori delle Aziende ospedaliere sul territorio. Si tratta di 3 casi riguardanti l Azienda unica udinese e un altro caso che riguarda, invece, quella di Trieste. Sia nel capoluogo friulano che in quello giuliano i doppioni sono "figli" della fusione fra realtà ospedaliera e realtà universitaria, ma ora verranno senz altro eliminati. A Udine operano in "duplex" la chirurgia maxillo-facciale, l anatomia patologica e la chirurgia plastica, mentre a Trieste si trovano due ortopedie, una all ospedale di Cattinara e una al "Maggiore". M.B. Progetti europei per 430 milioni dal 2014 al 2020 UDINE - Dotazioni finanziarie «molto importanti», cioè 430,50 milioni, e «in netto incremento rispetto agli anni precedenti sette anni, cioè del 30 per cento. Sono queste le risorse disponibili per la programmazione europea 2014-2020 sui programmi trasfrontalieri cui parteciperà il Friuli Venezia Giulia. L'accordo sul riparto delle quote finanziarie è stato raggiunto ieri a Roma nella riunione della Conferenza dei presidenti delle Regioni. «Molto soddisfatta», la presidente Debora Serracchiani, per un «accordo unanime» che registra il Friuli Venezia Giulia come «tra i protagonisti territoriali della nuova fase di programmazione». Ai programmi Italia-Austria e Italia-Croazia sono stati assegnati rispettivamente 54,80 e 172,06 milioni di euro, a fronte dei 37,68 e 87,38 della precedente programmazione Ue 2007-2013. Sconta invece la più severa delimitazione territoriale, oggi ristretta a Friuli Venezia Giulia e alla Provincia di Venezia, la dotazione finanziaria per il programma Italia-Slovenia, scesa da 92,4 a 66,02 milioni. Un «utile risultato», ha detto Serracchiani, perché c'era il rischio di una limatura ancora più consistente. Rispetto al riparto presentato dal Governo, i correttivi approvati dalla Conferenza delle Regioni hanno attribuito maggiori fondi al programma transnazionale Adriatico-Ionico (complessivamente 57,11 milioni), «al quale la nostra Regione partecipa con il ruolo di coordinatore interregionale del settore Trasporti e energia», ha ricordato Serracchiani. Inoltre, sul programma Spazio alpino sono stati allocati 42 milioni e sul programma Central Europe 38,5 milioni, 6 in più della programmazione precedente. A.L.

Province, crepe nella maggioranza TRIESTE - Scricchiola la maggioranza di centrosinistra sul superamento delle Province che prevede, in via transitoria, la loro trasformazione in enti di secondo grado composti da sindaci e consiglieri comunali. Dopo le audizioni dei giorni scorsi con la netta contrarietà manifestata dall'upi Fvg, la riforma elaborata dall assessore alle autonomie locali Paolo Panontin (che dovrebbe approdare in Aula a fine mese) è entrata nel vivo in 5. Commissione consiliare, ma i distinguo non si sono fatti attendere. Contraria all abolizione delle Province è la Slovenska Skupnost, secondo Igor Gabrovec «la loro soppressione arrecherebbe un grave danno per la rappresentatività del territorio e lascerebbe soli a se stessi soprattutto i piccoli Comuni». Sulla questione dell applicazione dei diritti e della promozione delle comunità e lingue minoritarie in particolare «le Province si sono dimostrate necessarie, la loro abolizione comporterebbe un ulteriore decurtazione della partecipazione politica attiva nella gestione del proprio territorio in cui è storicamente insediata la comunità nazionale slovena». Eppure il superamento delle Province è contenuto nel programma elettorale della presidente Debora Serracchiani, «associandolo però ribatte il consigliere alla necessità di una rivisitazione completa dell ordinamento degli enti locali, dalla Regione ai consigli di quartiere». Da qui la decisione di non partecipare all approvazione dei due provvedimenti in esame, la Legge voto di modifica dello Statuto speciale della regione (che mira a costituire un ordinamento istituzionale fondato solo su Regioni e Comuni) che ieri ha ricevuto il via libera dalla Commissione (favorevole la maggioranza e il M5S, Pdl e Ar astenuti) mentre il disegno di legge che disciplina le elezioni provinciali verrà affrontato martedì prossimo. Approvato l emendamento del Movimento 5 Stelle che riduce ad un terzo (da 15mila a 5mila) il numero di firme necessarie per presentare leggi di iniziativa popolare. Perplessità sono state espresse anche dal capogruppo di Sel Giulio Lauri, «la riforma non garantisce la rappresentatività politica di ciascuna forza presente in ogni Provincia, fa saltare il principio della coalizione confondendo maggioranza ed opposizione e non è equilibrata dal punto di vista della rappresentanza territoriale, ma l assessore è disposto a rivedere i contenuti nella direzione che gli abbiamo segnalato». Ed è lo stesso capogruppo del Pd Cristiano Shaurli ad ammettere che rischi di incostituzionalità esistono sia che si segua la strada del commissariamento delle Province che quella della proroga dei termini di mandato. Ipotesi scartate dall assessore Panontin, che ribadisce: «Questa riforma non è un salto nel buio, i risparmi potrebbero essere di 20-25 milioni di euro all anno». Critico Rodolfo Ziberna (Fi): «Se non verrà modificata la Costituzione questa legge sarà cassata». Lunedì prossimo il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini e del Consiglio provinciale Fabrizio Pitton incontreranno consiglieri regionali e capigruppo provinciali per esprimere la propria contrarietà all abolizione delle Province.

UDINE "Friulana Bitumi" al capolinea Paola Treppo Tra poche settimane 65 degli ex-dipendenti della Friulana Bitumi di Martignacco non saranno più coperti da alcun ammortizzatore sociale e finiranno in mobilità. Il licenziamento in blocco rientra nella fase "calda" della crisi 2014 ampiamente annunciata lo scorso anno dalle organizzazioni sindacali. Nei prossimi mesi scadrà un elevato numero di casse integrazioni e centinaia di persone, in provincia di Udine, resteranno non solo senza lavoro ma anche senza entrate mensili. Martignacco è uno dei paesi maggiormente colpiti, sia per l'esaurimento dell'ultima cig per i 500 ex-dipendenti Safilo, 300 dei quali erano attivi a Precenicco, che per i 65 della Friulana Bitumi. Per le maestranze friulane già in forza negli stabilimenti di occhialeria, il licenziamento è fissato per la fine di febbraio, con messa in mobilità il primo marzo; per gli esuberi legati all'impresa di costruzioni la data nera è quella del 15 aprile. Si tratta, in totale, di 565 persone, perlopiù donne, che difficilmente riusciranno a trovare un nuovo impiego, almeno in tempi brevi. In entrambe le realtà produttive, le organizzazioni sindacali di categoria, unitamente alla Regione, hanno cercato di attivare ogni tipo di ammortizzatore sociale: casse ordinarie, mobilità volontarie o incentivate, percorsi di avvicinamento alla pensione laddove possibile, casse straordinarie, casse in deroga e contratti di solidarietà. Adesso tutti gli strumenti sono esauriti e si passa alla fase peggiore, che indubbiamente avrà importanti riflessi anche in ambito sociale, in particolare nei territori di residenza delle persone che rimarranno senza entrate fisse mensili. La Friulana Bitumi, che ha operato con successo per mezzo secolo, con addetti "storici", alcuni dipendenti da 30 anni, è fallita a causa della congiuntura economica negativa e per grave carenza di liquidità; solo parte della produzione è stata "recuperata" dalla "Spiga" di Tolmezzo, grazie a un affitto di ramo d'azienda; ma il numero di ex-dipendenti riassorbito dalla realtà carnica, sull'ordine della dozzina, resta comunque molto esiguo. Il Consorzio manifesta l interesse e il caso approda in Parlamento CAMPOFORMIDO - (PT) Detto e fatto: dopo la recentissima approvazione della delibera che autorizzava il presidente del Consorzio Agrario, Dario Ermacora, a presentare a Latterie Friulane una formale manifestazione d'interesse, lo stesso documento è stato inviato, ieri, alla Regione, al Comune di Campoformido, alla Provincia e alle organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Una comunicazione veloce ma ufficiale, spedita con posta elettronica, perché i tempi sono stretti e le sorti di Latterie, per la produzione e l'occupazione, sono ancora avvolte nell'incertezza. L'incontro annunciato a inizio settimana dal vicepresidente della giunta regionale, Sergio Bolzonello, tra la stessa Regione, il presidente del Consorzio Latterie, Rossi, e il presidente di Granarolo, potrebbe tenersi nella giornata di oggi o slittare a lunedì. Nel frattempo il caso approda in Parlamento, con una proposta contenuta in una risoluzione presentata alla Camera dai portavoce del Movimento 5 Stelle Walter Rizzetto e Aris Prodani, e sottoscritta anche dai deputati Sandra Savino e Massimiliano Fedriga. «I vertici aziendali del Consorzio sono sempre più intenzionati a procedere alla fusione dell'azienda col Granarolo - dicono -, mettendo in mobilità più di 100 dipendenti; decisione scandalosa». Per il M5S, la politica deve dimostrare di essere in grado di tutelare la tipicità delle produzioni alimentari di Latterie e di salvaguardare l'intero settore agroalimentare del FriuliVg. «È necessaria, poi, un'indagine sulle problematiche che hanno determinato la crisi del Consorzio che, a oggi, non sono chiare e trasparenti, anche in considerazione del sostegno che, in passato, le Latterie Friulane hanno ottenuto attraverso le sovvenzioni della Regione».

PORDENONE L'ultima chiamata per salvare Electrolux Davide Lisetto Electrolux, suona un po come l ultima chiamata quella lanciata ieri dal sindaco Claudio Pedrotti per avviare finalmente la trattativa (dopo promesse, rinvii e incontri mancati) che potrebbe salvare gli stabilimenti Electrolux. O il confronto - con un unico tavolo alla presidenza del Consiglio che veda insieme governo, Regioni e sindacati - con la multinazionale parte subito rischio è di perdere la sfida. Tre mesi sono già passati e aprile si avvicina molto velocemente. Il rischio è che Electrolux concluda "indisturbata" l investigazione e alla fine dei sei mesi presenti il conto con la chiusura delle fabbriche. A cominciare da quella di Porcia che è stata più a rischio fin dall inizio. La richiesta del sindaco assume i toni di un appello ultimativo. Anche rispetto alla Regione: «Non vorremmo che Serracchiani si dimenticasse, anche se si trova di fronte un muro di gomma da parte del governo. Per pensare troppo a organigrammi di ministri, magari si trascurano i temi urgenti del lavoro». Il primo cittadino, ex manager della multinazionale svedese, cerca di alzare il tono della vertenza che sembra essere a un punto morto. E lo fa attraverso un documento-proposta stilato insieme a Giannino Padovan (ex sindacalista Fiom di lunga esperienza che seguì la storica acquisizione della Zanussi), l ingegner Mario Grillo (ex manager di punta del gruppo e profondo conoscitore del mercato europeo dell elettrodomestico) e Walter Zoccolan (delegato sindacale Fiom di Porcia). «È un contributo - ha precisato Pedrotti - che mettiamo a disposizione di tutti coloro che faranno la trattativa». Il documento sarà spedito alla Regione, alla Presidenza del Consiglio, ai sindacati nazionali. Ma intenzione del sindaco è recapitarlo anche a Stoccolma, sia ai vertici della società ma anche ai giornali svedesi. «In ogni caso - aggiunge Pedrotti - prima di procedere con qualsiasi trattativa, Electrolux deve bloccare immediatamente il processo, già in corso, mirato all espulsione degli impiegati di Porcia e Pordenone che sta proseguendo anche in queste settimane con l obiettivo di smantellare alcuni settori come quello della rete commerciale diretta a Milano». Come dire: si tratta a bocce ferme. Il documento è anche un analisi spietata degli errori commessi nell ultimo decennio da Electrolux. «Che ha adottato strategie finanziarie depauperando il patrimonio tecnologico e dimezzando il mercato italiano». Come uscirne? Secondo Padovan «è necessario che ci sia un unico tavolo con una personalità di spicco che affianchi il governo nella trattativa». Fa il nome di Corrado Passera. Per Grillo: «La partita non può essere giocata solo sul costo del lavoro. Serve un progetto di innovazione del prodotto, riduzione del costo dell energia e riduzione dei costi della logistica». E se Electrolux non ci starà? Bisognerà cominciare a pensare a una alternativa basata su un polo italiano dell elettrodomestico, ipotesi certo non facile da costruire. In Comune solo la Fiom. Lo scivolone irrita Cisl e Uil PORDENONE - (d.l.) La presenza all incontro convocato dal sindaco della sola Fiom-Cgil (per altro firmataria del documento) ha molto irritato le altre sigle di Cisl e Uil. «Potrebbe essere una ingenuità - ha fatto sapere Gabriele Santarossa della Uilm, sigla più rappresentativa a Porcia - ma l aver privilegiato una sola organizzazione lo riteniamo un errore che rischia di dividere il sindacato su una cosa così importante». «Al di là di chi fosse il progetto - gli fa eco Gianni Piccinini, segretario provinciale Fim - all inocntro in Comune andava preservata l unità sindacale senza esclusioni. Uno scivolone del sindaco che fino a oggi sulla vicenda era stato impeccabile». Intanto in fabbrica a Porcia è stata smantellata la linea Promoteo, 80 mila pezzi annui trasferiti in Polonia e senza essere rimpiazzati da modelli nuovi. Sul fronte degli impiegati sta continuando il trasferimento della rete commerciale a Milano («sbagliatissima e senza alcun senso», secondo Pedrotti) che ha preso la strada di Milano e del settore ricerca in Svezia con l azienda che propone ai "colletti bianchi" incentivi per autolicenziarsi. Anche per questo la proposta Pedrotti chiede il blocco delle iniziative. Proposta che anche il sindacato - all incontro con la stampa è intervenuto telefonicamente Walter Zoccolan, mentre erano presenti i delegati Pietro Mancino e Flavia Valerio, tutti Fiom -

condivide e ha contribuito a stilare. L obiettivo è di costituire un fronte unico istituzioni-sindacato per impedire la fuga della multinazionale. Così come è stato fatto in Francia: la fabbrica Electrolux di Revin non è ancora stata chiusa poiché il governo ha condizionato la trattativa obbligando gli svedesi a trovare una alternativa prima di andarsene. «Anche noi - ha detto Zoccolan - auspichiamo una operazione del genere. Ma fino a oggi, purtroppo, le istituzioni dalla Regione al Governo hanno solo fatto passerella e nessuna azione concreta». Domani oltre 300 lavoratori saranno in sciopero a Trieste proprio per incontrare la presidente Debora Serracchiani. Bollette gonfiate, sono gli anziani le principali vittime Antonella Santarelli Sono gli anziani le principali "vittime" delle compagnie telefoniche. Sono tanti infatti i nonni - il 10% di chi si rivolge allo sportello della Federconsumatori per problemi con la telefonia - che pagano da anni Adsl e servizi internet anche se non hanno mai avuto un computer, o vengono sottoposti a doppia o tripla fatturazione, poichè la disdetta del precedente gestore non è stata fatta correttamente. I problemi con le compagnie telefoniche, con il 15% dei casi affontati complessivamente in un anno, si collocano al secondo posto quanto a impegno dei volontari, preceduti solo da quelli derivanti dall erogazione di gas ed energia con il 30%. Al terzo posto, aggiunge Gianfranco Tamburini, presidente provinciale della Federconsumatori, «si trova un altra utenza domestica primaria: l energia elettrica, con il 7% dei casi. Ma affrontiamo anche un sacco di altri problemi, che nulla hanno a che fare con il consumismo di un tempo (viaggi, multiproprità, acquisti di coperte e computer di ultima generazione, eccetera). Infatti si rivolgono a noi non solo le persone che vogliono capire le bollette e liberarsi di contratti capestro, chi è stato truffato con il fotovoltaico, ma anche chi ha problemi con le Poste, chi vuole chiarimenti sui mutui e sulle rate che non riesce a onorare, sui contratti di locazione. Insomma - considera - la Federconsumatori è diventata un punto di riferimento, per chiedere assistenza e soluzioni, perchè di solito gli utenti si trovano a rapportarsi con un call center. I NUMERI - Nel 2013, la Federconsumatori ha tesserato 256 persone, si è fatta carico di oltre 400 casi, e dato un centinaio di consulenze. «In media poi - precisa Tamburini - riceviamo almeno 10 telefonate in ogni giornata di apertura della nuova sede in via San Valentino (tel. 0434. 247175)». TELEFONIA E UTENZE - Il 15% dei casi affrontati dai volontari riguarda i contratti telefonici. «E a fronte di disservizi durati anche due settimane o un mese, a causa di un cambio di gestore - racconta la volontaria conciliatrice Assunta Romor - ci rivolgiamo sempre più spesso al Corecom, per far riconoscere il danno patito agli utenti. Nel 95% dei casi si trova una soluzione tra le parti evitando l epilogo davanti al giudice. Ogni settimama in media le conciliazioni sono 2 o 3. Il risarcimento previsto dall Agcom è di 5 euro il giorno più il disagio patito (lavorativo, familiare, relazionale). In certi casi l utente ottiene anche 500 o 1000 euro. La liquidazione avviene dopo 90 giorni». PROBLEMI ECONOMICI - Sono sempre di più le persone che non ce la fanno a pagare le rate del mutui o dei prestiti, anche a causa della perdita del lavoro. «In questo caso le banche sono disponibili a cambiare il piano di ammortamento - dice Tamburini - ma le finanziarie spesso non sentono ragioni e solo saltando una rata si finisce nel registro dei cattivi pagatori, pregiudicando l apertura di nuovi prestiti. In questi casi prima consigliamo al consumatore di fare un reclamo scritto e se non si ottiene riscontro ci si rivolge all Arbitro bancario, il qualea sua volta richiede la dicumentazione del caso alla finanziaria o alla banca e poi emette la sentenza».

Crisi alla Moro. Quaranta esuberi Davide Lisetto Alla Moro di Fiume Veneto il calo di ordinativi e di produzioni viene ormai considerato "strutturale". Per questo l impresa - l azienda di Fiume Veneto fa parte del gruppo multinazionale Farid con sede a Torino - ritiene necessario ridurre una parte del personale per "ritarare" l organico sull attuale e futuro assetto produttivo e di mercato. La società ieri ha rifiutato un nuovo ricorso ai contratti di solidarietà e ha annunciato una quarantina di esuberi. L avvio della procedura di mobilità scatterà a breve e oltre quaranta addetti, tra operai e impiegati, saranno licenziati. A meno che l impresa non faccia dietrofront e apra un nuovo confronto: situazione che però nell incontro di ieri con le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici è stata esclusa. È per questo che i sindacati Fim-Cisl e Fiom-Cgil hanno convocato un assemblea con tutti i lavoratori. Dopo che i rappresentati delle sigle delle tute blu (Denis Dalla Libera, Fim e Bruno Bazzo, Fiom) hanno illustrato ai lavoratori l esito dell incontro, l assemblea ha deciso di dichiarare immediatamente un ora di sciopero. Questa mattina, dalle 7,30 alle 8,30, ci sarà un presidio davanti allo stabilimento di Fiume Veneto e i lavoratori incroceranno le braccia. «Una prima iniziativa di protesta - spiega il sindacato - che ha l obiettivo di fare cambiare idea al gruppo. I contratti di solidarietà utilizzati negli ultimi due anni hanno consentito di gestire il calo produttivo. Non si capisce perché non si voglia procedere su questa strada visto che vi sarebbe la possibilità di utilizzare gli accordi di solidarietà anche per i prossimi due anni». Il nuovo fronte di crisi occupazionale che coinvolge un altra delle storiche e importanti aziende del sistema manifatturiero del territorio pordenonese preoccupa molto i dipendenti. L annuncio dei licenziamenti, infatti, non sarebbe ancora stato accompagnato da una prospettiva industriale per i prossimi anni. «È proprio - aggiunge il sindacato - questa mancanza di prospettiva che getta parecchie ombre sul futuro di un azienda che comunque, seppure con dei rallentamenti, negli ultimi due anni ha continuato ad avere commesse e a produrre, soprattutto per mercati esteri». Il confronto azienda-sindacato era cominciato alla fine del 2013 e sembrava che ci fossero le condizioni per poter arrivare al rinnovo dei contratti di solidarietà per i prossimi due anni. Il timore è che in futuro non siano da escludere accentramenti di funzioni impiegatizie o di produzioni a Torino. Il sindacato vuole perciò evitare che l annuncio della quarantina di esuberi possa essere solo il primo passo di altre pericolose operazioni.

Ciriani alla Regione: «Paga gli incentivi per le assunzioni» PORDENONE - Un attacco durissimo quello che il presidente Alessandro Ciriani muove nei confronti della Regione e nello specifico della presidente Serrachiani. «È una autentica vergogna che la Regione non ci abbia ancora dato i soldi che avanziamo per pagare gli incentivi alle aziende per le assunzioni del 2013 e di una parte del 2012. È una presa per i fondelli nei confronti delle imprese e della Provincia che gestisce gli incentivi mettendoci l'impegno e la faccia». È un affondo duro quello del presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, riferendosi ai fondi che la Regione deve ancora alla Provincia (e che questa gira alle imprese) per finanziare e effettuare gli inserimenti di disoccupati e precari nelle aziende. «Un lavoro che la Provincia conduce da anni spiega Ciriani - ricercando in modo capillare e certosino le imprese disposte alle assunzioni e provvedendo con i propri operatori agli inserimenti». Gli uffici provinciali hanno calcolato che la Regione deve ancora sborsare 5,3 milioni di incentivi a circa 1000 imprese: 971 per assunzioni effettuate nel 2013 e una trentina per assunzioni riferite a una piccola parte del 2012. «Quello della Regione è un comportamento gravissimo attacca Ciriani - perchè danneggia le aziende e mina la credibilità delle istituzioni. Da mesi in tutte le sedi chiediamo invano di adempiere. O il lavoro è una priorità o non lo è». Poi l attacco di Ciriani diventa politico e si indirizza direttamente sulla presidente della Regione. «O si preferisce andare a Ballarò a parlare di aria fritta continua riferendosi a Debora Serracchiani - o si preferisce occuparsi dei problemi concreti dei nostri cittadini». Va precisato - spiegano ancora dalla Provincia - che a rimanere scoperto è il pregresso mentre per il 2014 i soldi per finanziare le assunzioni ci sono, «ma con quale credibilità ci presentiamo alle aziende proponendo i contributi osserva Ciriani - se non possiamo onorare i patti precedenti? Gli incentivi non risolveranno il problema occupazione, ma grazie a Dio hanno consentito di assorbire una quota di lavoratori che altrimenti sarebbero rimasti a piedi. Basti pensare che dal 2010 al 2013 la Provincia ha reinserito nelle aziende oltre 4100 disoccupati con questo sistema».