LA VERITA SUL CASO BARBARA AMPISTI La notizia della morte di Barbara Ampisti si diffuse in modo così rapido che prima della stampa del giornale di quella mattina che recava la notizia l aveva saputo tutta la città di Nevertown. Il marito di quella sventurata donna era rincasato verso le 23.30, dopo la solita bevuta al bar New Bridge. Quando aveva aperto la porta di casa, gli era quasi venuto un infarto alla vista della moglie supina per terra in una pozza di sangue. Fortunatamente riuscì a telefonare alla polizia e a farla arrivare, prima di crollare esanime tra le braccia di un poliziotto. Gli agenti frugarono disperatamente in tutta la casa in cerca di uno straccio di indizio, ma fu tutto inutile. Una volta confermato l alibi del marito, tornarono a casa scoraggiati. Qualche giorno dopo dall obitorio arrivò la notizia della causa della morte della vittima: un colpo di pistola. E la polizia continuò a frugare, scavando buche in giardino e mettendo a soqquadro tutta la casa, alla ricerca dell arma del delitto, ma invano. Tutto sembrava essere perduto: l assassino era ancora in libertà. Ma le cose cominciarono ad andare per il verso giusto quando a Nevertown arrivò Amanda Travers, una giovane investigatrice, ma già conosciuta dal mondo intero per la sua fama. Quando si recò sul luogo del delitto, scosse la testa e si rivolse al poliziotto più vicino, uno dei dieci che si erano offerti di accompagnarla: E piovuto il giorno del decesso della vittima? Lui parve vagamente stupito, ma annuì. Lei sospirò: Male, molto male! La pioggia potrebbe aver cancellato le impronte. Però voglio la lista dei nomi che la vittima ha incontrato durante il suo ultimo giorno di vita. Loro si affrettarono ad obbedire.
Amanda cominciò a girovagare per la stanza. Un oggetto la attirò in modo particolare. Era un portagioie verde smeraldo con delle perle di un argento lucido, contornato con delle piccole perline color rosso fuoco. Lo prese tra le mani e lo aprì. Al suo interno scorse una minuta ballerina che danzava un valzer a lei conosciuto: sul bel Danubio blu. Si mise a fare qualche passo di danza, seguendo il ritmo. Poi si bloccò di botto. Qualcosa non andava. La ballerina le aveva fatto l occhiolino. Incuriosita e sospettosa, avvicinò il portagioie all altezza degli occhi e ricambiò. Si udì un forte clack e la ballerina si ruppe in due. Al suo interno c era un biglietto, con sopra le seguenti parole: Cara Barbara, ciò che temi avverrà domani. Non puoi evitarlo per sempre, dovrai accettare questo e le sue conseguenze. Spero che tu stia bene, anche senza quei soldi. Sinceramente tua, Mellie Katesvalz. Un poliziotto le si avvicinò e le disse: Abbiamo la lista, signora. Lei, con voce cupa, gli chiese: C è anche una certa Mellie Katesvalz? Il poliziotto diede un occhiata veloce al foglio che aveva in mano e rispose: Sissignora. Lei fece un mezzo sorrisetto. Abbiamo una traccia da seguire. Chiama i tuoi uomini.
Nella stanza degli interrogatori, Mellie Katesvalz stava per essere raggiunta da Amanda, che voleva chiederle informazioni su quel biglietto e sul suo significato. Amanda entrò, si sedette e si mise a osservarla. Era una ragazza sui trent anni, con i capelli lunghi fino alla vita e di un color caramellato, accompagnato da due enormi occhi, che sembravano cioccolato fondente e una bocca piccola e sottile. Sedeva dritta sulla sedia, era evidente che era nervosa. Tutto stava se lo era perché temeva di essere scoperta o era semplicemente dispiaciuta. Ma aveva qualcosa che Amanda non riusciva a capire. Aveva attorno a sé un alone di mistero, che odorava di sinistro. C era qualcosa, che si celava dietro a quella faccia da innocente ragazzina. Indurì lo sguardo e si concentrò. Quella chiacchierata era di fondamentale importanza: poteva svelarle molte cose. Allora, Mellie, immagino che tu sappia perché ti trovi qui. Iniziò Amanda. Sì, ma non ho ucciso io Barbara. Rispose lei, in tono lacrimoso. Quindi se sei innocente non avrai nulla in contrario nel dirmi cosa significa quel biglietto e neanche che cosa ci faceva lì dentro. La stuzzicò Amanda. Ce l ho messo io. E volevo avvisarla che Mattia le aveva preso i trentamila euro che le doveva. Chi è Mattia? Il mio ex-ragazzo. L ho lasciato perché era un tipo violento e molto geloso. Probabilmente è stato lui ad ucciderla, perché non voleva dargli i soldi. Grazie di tutto, Mellie. Rispose Amanda Ma devo chiederti di restare qui ancora per un po ; ci servi per testimoniare al processo. Mentì lei.
Dopo aver avvisato la polizia di cercare Mattia, Amanda si concesse una breve pausa e si fermò a prendere una cioccolata al bar di fianco al suo ufficio. Mentre mescolava lo zucchero con il cucchiaino, si mise a pensare. Quella ragazza, Mellie, la stava per imbrogliare, ma alla fine aveva capito il trucco. Durante l interrogatorio, infatti, tamburellava ininterrottamente con le dita sul tavolo. Dapprima pensava che fosse una sua caratteristica, ma poi si rese conto che faceva sempre lo stesso ritmo. E dopo un po capì. Era il linguaggio Morse! Aveva captato solo un paio di parole, ma riuscì a intuire tutto. S-C-U-S-A-B-A-R-B-A-R-A-E -U-N-I-N-C-I-D-E-N-T-E (Scusa, Barbara, è stato un incidente). Ma ora doveva vedere Mattia, perché doveva capire se era un suo complice o se Mellie mentiva anche su questo. Si mise a raschiare il fondo con il cucchiaino, poi pagò il conto e uscì. Mattia, nella sala degli interrogatori, sembrava un cucciolo smarrito. Era stato messo nella stessa stanza di Mellie. Quando entrò Amanda si fece piccolo piccolo, -forse per la paura?- e iniziò a parlare. Aveva una voce profonda ma dolce, con un tocco di paura nel sottofondo. Secondo Amanda aveva all incirca l età di Mellie. Senta, Miss Amanda, io stavo litigando con Barbara, è vero, ma poi... Esitò, ma Amanda notò che gettava un occhiata terrorizzata a Mellie....Poi me ne sono andato. Amanda fece un sorrisetto. La smetta di dire fesserie, Mattia. Non ha nulla da temere, se non è Lei l assassino. E una promessa? Ha la mia parola.
E stata Mellie. Io stavo litigando con Barbara, ma poi è arrivata lei. Indicò Mellie, che era rossa in volto. Ha sentito le urla. Si è spaventata. Barbara aveva una collezione di armi, come avrete visto. Così Mellie ha afferrato una pistola carica e ha sparato al primo che ha visto. Era Barbara. Perché non l ha detto subito, Mattia? Lui non rispose, così Amanda insistette, ironica. L ha fatto per amore? Sì. La bugia non resse. Amanda tirò fuori dalla borsa che aveva in grembo due paia di manette e disse: Mellie, sei in arresto per l omicidio di Barbara Ampisti. Mattia, sei in arresto per complicità e per aver mentito alla qui presente investigatrice, cioè me stessa. Fece un cenno ai poliziotti, che entrarono e li portarono via. Amanda uscì e salutò con un cenno gli agenti che le sorridevano, riconoscenti per averli aiutati a risolvere il caso. Prima di imboccare la porta per l uscita, sorrise e disse: Caso risolto, signori. Null a è impossibile finché tu ci credi