La TUSCIA In origine il territorio della Tuscia viterbese oggi corrispondente alla provincia di Viterbo era compreso nell'etruria detta in latino Hetruria o Aetruria dai suoi abitanti Etruschi o Etrurii. Tuscia è la denominazione ufficiale dell'etruria stabilita nel riordinamento amministrativo dell'italia antica operato dall'imperatore Diocleziano 284-305). Tuscia Viterbese è dunque il nome letterario e turistico di questa provincia a nord di Roma nel cuore dell'italia tra l'umbria la Toscana e il mar Tirreno. La ricchezza delle antiche vestigia testimoni di un passato storico di rilievo riporta il visitatore di queste nostre terre indietro nel tempo centinaia migliaia di anni prima del nostro in un'appassionante riscoperta di rocche medievali rovine romane necropoli città etrusche aromi e ITINERIS. La via Francigena La via francigena è un fascio di vie un sistema viario con molte possibili alternative. La sua è una storia millenaria costruita un passo dopo l'altro sul ritmo dell'incedere dei pellegrini. Roma la città eterna è il punto di arrivo. Canterbury lontanissima è il luogo di inizio del viaggio dell'arcivescovo Sigerico. Era il 994 e il timore per lo scoccare del primo millennio dalla morte di Cristo spingeva migliaia di uomini e donne a lunghi pellegrinaggi in cerca di assoluzione. La Tuscia è parte integrante di questa storia. Proceno Acquapendente Bolsena Montefiascone Viterbo Ronciglione San Martino al Cimino Vetralla Capranica Monterosi e poi finalmente la trionfale e Roma. Chi passava da queste strade sapeva di essere vicino alla meta a poche ore di cammino dalla città eterna. La via Amerina Prima della costruzione della via Amerina nel territorio dove ora sorge Civita Castellana 1 / 9
vivevano i Falisci: un popolo antico ed orgoglioso che viveva tra gli Etruschi e i Latini. Era il 241 a.c. quando la loro resistenza terminò permettendo l'apertura della via nata per collegare tracciati ancora più antichi. Una nuova strada apre nuove possibilità. E la via Amerina ebbe un ruolo primario nella diffusione del Cristianesimo. Lo testimoniano le memorie dei Martiri ed i luoghi di culto dislocati lungo la via. Santi e Martiri di ogni ceto ed estrazione sociale: militari funzionari dello stato presbiteri vescovi e semplici fanciulle. La via Cimina Nel tempo questa via era considerata malsicura per i viandanti che da Viterbo scendevano verso Roma poiché l'itineris attraversava la foresta detta Selva Cimina che i Romani descrivevano come impenetrabile e oscura al pari di quelle germaniche i boschi offrivano rifugio ai briganti ed erano pericolose per chi vi si avvicinava. La via Cimina conserva intatti i profumi del passato custodendo nelle viscere delle sue foreste i segreti delle genti antiche. La via Flaminia Attorno all'anno 220 a.c. il console Caio Flaminio diede inizio alla costruzione di una via consolare che collegasse Roma con l' Italia settentrionale unificando e risistemando vari tratti preesistenti nei territori di Veio Capena e Falerii Civita Castellana ).La strada fu restaurata ed ampliata durante il governo degli imperatori Augusto Vespasiano Adriano. Nel Medioevo 2 / 9
veniva chiamata anche Via Ravegnana ed era adibita a ricollegare Roma con i domini della Chiesa che si trovavano nel Lazio Umbria Marche e Romagna.La strada iniziava il suo itinerario dalle Mura Serviane assieme alla Via Cassia attraverso la Porta Fontinalis che si trovava nei pressi del Campidoglio e poi proseguiva verso Ponte Milvio.Da qui risaliva la valle del Tevere a Civita Castellana ) Faleri Veteres entrava in Umbria a Ocriculum Otricoli ) quindi raggiungeva Narnia Narni ) dove c'erano due ramificazioni. Una - secondo la maggioranza degli storici è il percorso più antico via Flaminia vetus ) - piegava verso nord-ovest e passava per Carsulae San Gemini ) Vicus ad Martis Massa Martana 3 / 9
) e attraverso Mevania Bevagna ) raggiungeva Forum Flaminii San Giovanni Profiamma ) a nord-est di Fulginium chiamato così dal nome della via Flaminia stessa. Un altro ramo via Flaminia nova ) da Narnia Narni ) giungeva a Interamna Terni ) e attraverso Spoletium Spoleto ) e Fulginium Foligno ) si ricongiungeva a Forum Flaminii con il tracciato proveniente da Mevania. Passato Forum Flaminii e attraversato il Ponte Centesimo così chiamato perché a 100 miglia da Roma) raggiungeva Nuceria Camellaria Nocera Umbra ) Tadinum Gualdo Tadino ) Helvillum Fossato di Vico 4 / 9
) ad Ensem Scheggia ) attraversava gli Appennini grazie al passo della Scheggia m. 632) alle gole del Burano e alla galleria forulum ) scavata nella gola del Furlo. Discendeva sul versante Adriatico lungo la valle del Metauro passando per Luceolis Cantiano ) il vicus Cale Cagli ) la mutatio ad Intercisa Forum Sempronii Fossombrone ) la mutatio ad Octavo presso Calcinelli ) fino a Fanum Fortunae Fano ).Da qui proseguiva per Pisaurum l'odierna Pesaro ) e in seguito nel 187 a.c. 5 / 9
fu prolungata fino ad Ariminum Rimini ) dove terminava il suo corso presso l' Arco d'augusto.di notevole importanza dal punto di vista tecnico è la Galleria del Furlo fatta scavare nel 76 d.c. dall'imperatore Vespasiano nella omonima gola del Furlo ed il Ponte di Augusto presso Narni.Con la costruzione delle mura aureliane diede nome alla Porta Flaminia poi Porta del Popolo. Il tratto urbano prese quindi il nome di Via Lata prima e Via del Corso ancora oggi. La via Cassia Le origini della via Cassia sono incerte come piuttosto incerta parrebbe l'identificazione del personaggio pubblico Curator o Console) che le diede il nome.i due "Cassio" più accreditati come personaggio a cui è dedicata la strada potrebbero essere allora il censore Cassio Longino del 15 4 a.c. ed il console Cassio Longino del 127 a.c. anche se il più accreditato rimane il primo.la strada correva e corre) in un territorio intermedio tra le più importanti via Aurelia 6 / 9
lungo la costa tirrenica e la via Flaminia con la quale si poteva raggiungere senza particolari difficoltà la via Emilia adariminum Rimini) e quindi il nord d'italia.la strada nel suo percorso originale partendo da Roma prendeva origine come tutte le consolari dal miliarium aureum nel Foro) fu realizzata collegando e riunendo vari percorsi etruschi preesistenti come ad esempio la Via Veientana.Uscendo dalle Mura Serviane da Porta Fontanalis la prima parte era comune con la via Flaminia. Si separavano dopo Ponte Milvio. Dalla via Clodia si separava invece al IX miglio all'altezza dall'attuale "La Storta".Subito all'inizio della via verso il decimo chilometro nella parte ora all'interno della città si trova la cosiddetta Tomba di Nerone che dà anche il nome alla zona benché il sarcofago sul ciglio della strada poco prima del km 10 contenga in realtà i resti di Publio Vibio Mariano funzionario imperiale nativo di Tortona) e di sua moglie Regina Maxima.Uscita da Roma la Cassia attraversava quindi il territorio di Veio e quello di Sutri e Forum Cassi l'odierna Vetralla.Proseguendo nell'etruria meridionale Tuscia) toccava il Castrum Viterbii Viterbo) il lago di Bolsena e Volsinii Novi Bolsena) Clusium Chiusi) Cortona e si dirigeva verso Arretium Arezzo).Verso la fine del II secolo a.c. forse ad opera del censore L. Cassio Longino Ravilla fu prolungata verso Florentia Firenze) la cui fondazione risale appunto all'inizio del II secolo a.c.da qui il percorso fu poi allungato passando per Pistoria Pistoia) e Luca Lucca). Da qui proseguiva verso nord parallela al mare valicando il Monte Magno per raggiungere prima Campus Maior Camaiore) poi Pietrasanta). Da Pietrasanta fondata insieme a Camaiore nel XIII secolo sul 7 / 9
modello del campus romano aveva come decumano proprio il tracciato della Cassia) proseguiva con andamento pedecollinare fino alla città di Luni dove la Cassia si ricongiungeva con l'aurelia.il percorso descritto non così diretto verso Florentia ma piuttosto allungato a toccare varie cittadine etrusco-romane talune aggirate confermerebbe la Cassia come una strada concepita per lo spostamento delle truppe verso nord da dove si poteva valicare poi gli Appennini scegliendo vari passi senza dover necessariamente utilizzare l'aurelia o la Flaminia. 8 / 9
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