Associazione Sportiva Dilettantistica BIK00RAPTORS Ultracycling Team



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Transcript:

Che dire...ricordi a valanga tanto è che si mescolano tutte le emozioni; dalla paura di non arrivare alla gioia dell'aver battuto il primo record; dalla rabbia della pioggia alla soddisfazione di avere rivisto la frontiera di Ventimiglia. Proprio da lì bisogna partire. Siamo arrivati con il camper Massimo (mio fratello), Fabio, Giuseppe, Carletto ed Io, il lunedì 28 aprile dopo avere provato il giorno prima, tutta la Val Trebbia, l'unica salita vera del percorso del tentativo di record. Il percorso della Val trebbia parte da Podenzano (PC) circa da dove ci si immette nella SS45 che non si lascia più fino a Genova. La strada comincia subito a salire poco alla volta con dei mangia e bevi che se fatti in condizione perfetta sono divertenti per gli atleti con le mie caratteristiche fisiche, ma io già immagino cosa saranno al ritorno quegli strappi: delle lancinanti coltellate ai muscoli raffreddati e stanchi. Via per Rivergaro, Perino, Pradella, Piancasale e Bobbio. All'altezza di Bobbio verso le 21.00 il termostato segnava +5 gradi, pochini per me che non amo il freddo. Fino a lì cerco di non farmi influenzare dalla strada cerco di memorizzare in silenzio, non commento, mi isolo dall'aria gioviale che si stava creando all'interno del camper e continuo ad osservare, temperatura e strada. Arriviamo a Marsaglia, Ottone fino a Gorretto (GE) la prima frazione in provincia di Genova questo sarà un punto di riferimento per il ritorno. Ancora si sale Isola, Montebruno, finalmente Torriglia dove svalica il passo della Scoffera agli 800 m/slm. Da li una bella discesa fino a Genova da fare a tutta perchè probabilmente potrei essere in ritardo. Arriviamo alle 22.00 verso Arenzano dove conoscevo un posticino caratteristico per mangiare ma niente è tutto chiuso. Ne abbiamo girati alcuni ma tutti in chiusura o chiusi. Finalmente troviamo una pizzeria con ancora movimento disposta a darci qualcosa da mangiare. Siamo a Varazze, decidiamo di fermarci e dormire. L'indomani arriviamo a Ventimiglia in un batter d'occhi e dopo avere sistemato il camper aspettiamo il resto della Crew che nel frattempo ci aveva avvisato del loro arrivo verso le 13. Comincio a spiegare ai neofiti di queste manifestazioni tutto quello che mi può servire e come è diviso nelle varie scatole: Abbigliamento invernale, antipioggia ecc. ecc.. le scatole con tutto l'abbigliamento staranno sull'auto al seguito insieme alla meccanica ed alla specialissima ROWA di scorta che userò sicuramente nel tratto in salita. Nel frattempo arrivano gli altri cosicché possiamo riunirci e pranzare tutti insieme. Sembriamo una squadra vera, anche l'estetica vuole la sua parte. Nonostante manifesti una stentata tranquillità, dentro di me, comincio ad agitarmi, si alza un forte vento e si vedono arrivare molto velocemente dei nuvoloni neri che dalla parte di Menton arrivano verso l'italia, minacciosi di pioggia, tra l'altro prevista per il pomeriggio. Eccola non si fa attendere, sono le 15.00 circa mi sono coricato per cercare di riposare, visto che la partenza è prevista per le 22.00, comincio a sentire le prime gocce sugli oblo del camper per arrivare ad ascoltare un rumore assordante della danza dell'acqua che scendeva impetuosa da ogni dove, mi preoccupo delle biciclette che avevamo tirato fuori, loro come me, erano al coperto. Cominciano a destarsi le prime voci preoccupate dell'equipaggio che maledicono il tempo, la mia si unisce al coro delle lamentele anche se non serve a niente, ma così fa gruppo, ci unisce questo temporale ci dà ulteriore grinta ed adrenalina per

affrontare la prova. Cerco di continuare a riposare. Si fanno le 19.00 devo mangiare, quello che avevo ordinato è già pronto appena scolato: due etti di pasta con tanto formaggio grana e olio poi di secondo: fettine di tacchino alla griglia e tanto pane il più possibile. Mi rimetto sdraiato, visto che fuori diluvia e nella mente mi scorrono tante immagini, la strada che ho fatto la mattina, i miei a casa che saranno infinitamente preoccupati. Mio padre a 80 anni si è fatto insegnare da dove poter guardare per seguire la mia prestazione, consultare il sito del meteo per vedere le previsioni, un mito! Ora manca veramente poco all'ora della partenza, Giuseppe inizia a farmi dei massaggi alle gambe intanto fuori la pioggia cala di intensità nel cielo buio sembra vedere le nubi che si aprono bene sono contento, iniziano i pensieri positivi. Sono vestito con la divisa invernale lunga e le bande rifrangenti. Luci montante e funzionanti. Franz mi dice che è ora di portarmi alla linea di confine da dove partirò. Gli equipaggi sono pronti, Max segna l'orario, non riesco a stare fermo e parto. Via Via!!!!! con 7 minuti d'anticipo. La strada inizia a scorrere veloce, senza strafare tengo una buona andatura. Tutto scorre liscio fino a Finale Ligure dove inizia a sentirsi il vento che sempre in maniera più forte comincia a rallentare l'andatura. In alcuni tratti mi devo alzare per rilanciare in pianura!!!!!! Spero di arrivare a Genova all'imbocco della salita al più presto infatti in poco meno di 6 ore avevo percorso 177 km. Inizio la salita mantenendo un passo costante e ai 220 scollino il passo della Scoffera. Gli ottanta chilometri che mi separano da Piacenza sono tutti saliscendi. Arrivati a Piacenza verso le 08 del mattino con 10 ore passate e 290 km. Mangio del riso e della pasta mi cambio e ricomincio a pedalare di buona lena purtroppo arriva la pioggia che mi accompagna fino oltre Cremona. Nonostante ciò mantengo una buona andatura e ai 400 km (Mantova) arrivo a mezzogiorno, qui la sorpresa, un amico di Verona, Giorgio Murari, mi viene incontro per salutarmi, si sta allenando per fare la Trans Am una gara che attraverserà tutta gli Stati Uniti da Ovest ad Est nello stesso periodo della Race Across America, ma assolutamente in autonomia, sarà solo con la propria bici e la strada, tanta strada. Coraggio da vendere. La mia corsa contro il tempo continua verso Venezia dove arrivo verso le ore 18.30 con 620 km. Comincio ad accusare stanchezza, continuo a mangiare ma non riesco a pedalare con lo stesso ritmo si alza un vento fastidioso e comincia a scendere ancora pioggia. Mi mancano un centinaio di km e dalla proiezione dei tempi sono in netto vantaggio rispetto al precedente record, questo vantaggio mi allenta la tensione nervosa ed ho un calo netto tanto che per arrivare a Muggia (TS) ci impiego oltre 6 ore. Mi sono dovuto fermare a riposare una mezzora perchè ho accusato dei colpi di sonno che mi hanno fatto sbandare pericolosamente durante il traggitto. Ore 00,58 stop al cronometro. 27 ore 5 minuti 726 km. Abbraccio a tutta la Crew, un po' deluso per gli ultimi cento km, ma non posso farmi buttare giù di morale, ho il ritorno da affrontare ed un altro record da provare a superare. Doccia calda che mi rimette al mondo, pasta in bianco, e mi infilo dentro il mio sacco a pelo. Non ricordo di essermi addormentato sono proprio caduto in catalessi. L'accordo era sveglia alle 05,00 per partire alle 06,00 dopo una abbondante colazione e massaggi. Tabella rispettata. Ore 06,10 partenza verso Trieste. Il

tempo non promette niente di buono anche se le nuvole nere sembrano lontane le previsioni indicano che ci sarà pioggia lungo il percorso. Pazienza anche questo è Ultracycling d'altronde attraversare una nazione e pensare di non incontrare una perturbazione è quasi impossibile. Alle 12.30 avevo percorso 180 km asciutto stavo bene, mi ero riposato e riacquistato forza ed energie nervose che servono a fare girare bene la mente. Arriviamo a Marghera (VE), qui dobbiamo prendere la SS 11 che dovremo tenere per parecchio tempo. IL camper è all'inizio della statale lo abbiamo avvisato che voglio mangiare ancora pasta e loro diligentemente me la preparano mancano solo una decina di km al ricongiungimento, poco meno di venti minuti, qui un errore di percorso ci fa perdere orientamento e strada da seguire ci troviamo all'interno di Marghera senza sapere dove andare e giriamo a vuoto per 40 minuti, ho cercato di mantenere il più possibile la concentrazione e la calma perché può succedere e mancava ancora tanta strada da fare,alla fine abbiamo trovato il camper ed ho mangiato finalmente la pasta. La sosta che doveva essere di mezzora è stata invece giusto il tempo necessario per mangiare ed in quel lasso di tempo si è scatenato un temporale fortissimo con una pioggia battente e copiosa che in poco più di 5 minuti a fatto allagare le strade. Ho approfittato della sosta per vestirmi da pioggia per poi ripartire sotto l'acqua meno intensa ma sempre molto insistente. La pioggia è stata il mio compagno di viaggio fino a Cremona 250 km circa senza mai che smettesse un minuto, la differenza era data dagli scroscioni temporaleschi estivi con l'acqua che faceva male a la pioggia fine ma battente. Nella zona dei Colli Euganei la strada stretta ed i semafori hanno fatto il resto, nonostante le segnalazioni della macchina che mi seguiva i camion e le autovetture quando mi superavano alzavano ondate di acqua da spruzzarmi fino alla testa. C'è stato un momento che la strada sembrava un corso d'acqua ed ho cominciato a preoccuparmi quando ho visto fuori le autopompe dei vigili del fuoco e la Protezione Civile. La situazione era grave. Dal Camper confermano che i telegiornali parlano di alluvione nella zona Veneta ed Emilia del nord. L'ho presa tutta!!!!!. Arrivo a Piacenza con un carico di stanchezza superiore a quello preventivato ed il morale a terra, mi aspettava tutta la salita e sentivo di avere poche forze per affrontarla al meglio. Erano le 02,00 ed ero a Bobbio (PC) con 470 km fatti. Le energie nervose stavano lasciandomi e la strada che iniziava a salire non mi aiutava di certo. Mi fermo per mangiare ma non riesco lo stomaco rifiuta il cibo. Provo a riposare, dormo venti minuti ancora ci sono possibilità per battere il tempo di chi mi aveva preceduto. Arriva la professionalità di chi mi ha seguito che nel svegliarmi mi sprona a concludere la prova, mi obbligano a mangiare almeno una barretta ed un panino me lo infilo nelle tasche per mangiarlo dopo qualche chilometro alla fine della salita. Il mio QUALCHE CHILOMETRO erano ancora almeno 40. La strada sembrava non finire mai cominciavo a sentire quelle sensazioni che avevo provato durante un ritiro alla RATA. Inappetenza, una esagerata stanchezza, demoralizzazione. Qui è stato provvidenziale l'intervento di Max che con poche parole, ben assestate, mi ha rimesso in carreggiata. SE VOLEVI FERMARTI ANDAVAMO A FARE UN GIRO A PONTE USO NON VENIVAMO TUTTI QUA.

Detto, fatto, comincio a vedere la luce del giorno mi ricarico e pedalo fino a concludere la salita ed arrivare a Torriglia. Giusto il tempo di cambiarmi per togliermi l'umidità del sudore e della notte da addosso e mi butto in discesa alle 06,40 sono a Genova con 566 km fatti. Poco più di 24 ore impiegate, mi mancano circa 160 km a Ventimiglia da percorrere in 6 ore. Calcoliamo la media da tenere per arrivare sotto il tempo delle 30 ore di Valerio Zamboni, un Guru dell'ultracycling; e ci proviamo. Imbocco della Via Aurelia, mare a sinistra, arriva una ventata che mi respinge e le gambe mi fanno notare che quella velocità, 26,6 di media, non sarebbe stata così facile da tenere. Arenzano, Celle Ligure si traducono in 35 km in un'ora e venti minuti, che a loro volta mi rispondono ad una media di 27 km orari. Mi sembrava di essere andato fortissimo, di essermi superato, ma la realtà mi ha fatto appoggiare i piedi a terra, mi sono reso conto che non sarei riuscito a mantenere quel ritmo per i km mancanti così mi sono consultato con tutto l'equipaggio ed ho preferito portare a termine l'andata e ritorno piuttosto che rischiare di compromettere tutto per ingordigia. Avevo dato il meglio di me, ne ero consapevole e ne erano consapevoli tutti gli uomini della Crew. Questo mi bastava. Mancavano una ventina di chilometri a Ventimiglia ed a aumentare il nodo alla gola che si stava formando per l'emozione di avere concluso una prova per me e per il mio fisico molto importante, vedo una figura all'interno del furgone al mio seguito che non assomigliava a nessuno della Crew: era mia moglie che, viaggiando tutta la notte con Cinzia e le mie figlie Angelica e Margherita, non ha voluto perdersi il momento del mio arrivo, che dire emozione su emozione. Qui mi fermo e mi cambio la maglia per indossarne una fatta fare apposta intitolata ad una mia carissima amica venuta a mancare il 16 ottobre dell'anno scorso, suo marito fa parte della Crew Sanremo, Ospidaletti, Bordighera, Ventimiglia. Ora i Km che mi separano dal successo di questa impresa sono veramente pochi. Mi si affianca uno scooter con a bordo un uomo ed una donna, lui mi chiede dove stavo andando incuriosito dalle scritte presenti sulla macchina al seguito, gli rispondo che non sto andando, ma sto tornando da Trieste, dopo essere partito due giorni prima da Ventimiglia. Il suo sguardo credo che non lo dimenticherò mai. Mi fa i complimenti e si accoda alla Crew. Lo rivedrò al confine dopo alcune decine di minuti dove trovo una nutrita folla di amici e moltissimi curiosi che mi stringono la mano complimentandosi con me. Abbraccio tutti chiunque mi si avvicini sono entusiasta, felicissimo di avere portato a termine quanto mi ero riproposto di fare. L'abbraccio più forte lo scambio con Carlo perché sappiamo entrambi che Lei è stata con me tutto il viaggio. Ciao Belva ciao Guerriero hai lottato fino alla fine. Risultato che non sarebbe stato possibile senza la complicità e l'aiuto di tutti i componenti della Crew. E' nato un qualcosa, un legame forte che, ne sono certo, ci farà raccontare altre storie. Infine il risultato West-East-West Italy 64 h 23 m. Grazie Mille! Alfiero Tassinari e Francesco Magnani (Giudici UMCA)

(in ordine alfabetico), Carlo Conti, Fabio Ciaramitaro,, Giuseppe Chiarello, Marino Balzani, Massimiliano Dall'Ara, Massimo Piselli. (CREW) Un sincero ringraziamento anche a Luca Sarti che non è potuto essere presente durante la prestazione, ma lo è stato durante tutto il periodo della preparazione, grazie a lui ho raggiunto lo stato di forma giusto per affrontare questa prova; a tutti gli sponsor che hanno contribuito ed hanno reso possibile la realizzazione di questo evento: Ora è il tempo di analizzare cosa ti lascia una esperienza di questo genere perché non può essere fine a se stessa deve avere una sua morale: tra tutti i messaggi e telefonate di complimenti che ho ricevuto ne cito una che ha un valore, per me, enorme perché è il segnale che bisogna dare attraverso queste prestazioni. Io ho fatto questa attraversata ed ho vinto questa sfida, non sicuramente contro qualcuno o qualcosa, tantomeno contro il detentore del record (Valerio Zamboni) che tra l'altro conosco appena, ma stimo tantissimo per tutto quello che porta di sano al movimento Ultracycling italiano visto che grazie a persone come lui, sta crescendo a dismisura, ma per dire a me stesso che se si lavora sodo per raggiungere gli obbiettivi che ci si è prefissati, i risultati arrivano; non importa la tua età, cosa hai passato prima di praticare questo sport, questa o quell'altra scusa, le parole chiave sono IMPEGNO, DEDIZIONE e DETERMINAZIONE. Ebbene la telefonata che ho ricevuto è stata un ringraziamento da parte di due genitori, miei amici, che portandomi come esempio, hanno stimolato la loro ragazza a continuare nella fiorente carriera tennistica che le si sta proponendo davanti. Io non so se questa ragazza diventerà una stella nel suo sport oppure una apprezzata agonista o semplicemente un amatore, ma sono certo che metterà tutto il suo impegno per dare il massimo a quello sport. Non si curerà dei sacrifici che ora sta facendo perché sa, che senza, non sarebbe possibile niente di ciò che sta vivendo. In molti mi chiedono cosa penso durante queste ore in sella, durante la competizione. Voglio citare la risposta che ha dato un grande campione di questa disciplina sportiva, Christoph Strasser: la mia risposta è deludente perché non è niente di speciale, è invece molto importante considerare cosa si pensa per sei ore al giorno sei volte alla settimana quando ti trovi da solo sulla tua bicicletta. Durante la gara godi dei paesaggi, vivi momenti emotivamente perfetti durante l'alba, i tramonti la tua mente si nutre di queste sensazioni hai la tua preziosa squadra di amici che ti accudisce, ti coccola e non ti fa mancare niente ed è questa la cosa più importante la tua Crew perché senza loro non so quante corse avrei finito con i risultati che ho ottenuto. VERITA' SACROSANTA! Alla prossima Angelo Piselli.