Gli inizi della tutela dei beni culturali in Istria, giornata di studio sul patrimonio culturale istriano, Capodistria, 10 giugno 2011



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434 Histria, 2, 2012. Grupa autora izgleda kuća kroz povijest, uvjeta stanovanja i kvalitete života, do međuobiteljskih odnosa u kući. Izlaganja su bila popraćena raspravama u kojima su sudionici mogli razmijeniti podatke, provesti komparativne analize ili doći do novih saznanja, što je umnogome oplodilo rad skupa. Sudionici su drugoga dana održavanja skupa imali prilike upoznati se s novih otkrićima u Eufrazijevoj bazilici uz stručno vodstvo Ivana Matejčića. Prigodom zaključenja skupa organizator je najavio temu sljedećega bijenala (životinje), a poslijepodne su sudionici, uz vodstvo Gaetana Benčića, razgledali ostatke benediktinskoga samostana sv. Mihovila na Limu i Sveti Lovreč Pazenatički. Elena Poropat Gli inizi della tutela dei beni culturali in Istria, giornata di studio sul patrimonio culturale istriano, Capodistria, 10 giugno 2011 Capodistria, città ricca di storia con un importante retaggio architettonico, artistico e culturale, ha ospitato a palazzo Gravisi, sede della Comunità degli Italiani Santorio Santorio, il convegno scientifico internazionale Gli inizi della tutela dei beni culturali in Istria ideato e promosso dalla Società umanistica Histria di Capodistria in collaborazione con la succitata Comunità degli Italiani e con la partecipazione dell Archivio regionale con sede nella città di San Nazario. L iniziativa aveva il patrocinio scientifico dell Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia (Zavod za varstvo kulturne dediščine Slovenije), della Facoltà di filosofia di Fiume (Filozofski fakultet u Rijeci) e della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia. Si è trattato di un incontro di rilievo giacché ha permesso, grazie al concorso di studiosi di varia formazione e interesse, provenienti dalla Slovenia, dall Austria, dall Italia e dalla Croazia, di affrontare la realtà della tutela del patrimonio culturale in senso lato, dalle prime concrete manifestazioni nel corso del XIX secolo ai giorni nostri. Accanto all analisi storica, gli organizzatori hanno pensato di estendere le considerazioni anche alla situazione attuale, per evidenziare il grado di sensibilità verso quanto ereditato dai predecessori, presentando alcuni esempi concreti di recupero degli antichi monumenti. Gli interventi si sono soffermati sugli albori e sullo stato attuale per l appunto, in modo

221-486 Ocjene, prikazi, izvje ća 435 da poter fare dei bilanci delle diverse stagioni, la cui sensibilità per l antico coincide anche con le differenti norme legislative delle realtà statuali che si alternarono ad amministrare il territorio in questione. I promotori si proponevano, come si legge nella brossura contenente il programma e le sintesi degli interventi, di sensibilizzare gli operatori del settore, come pure la più vasta opinione pubblica, sulla valorizzazione del patrimonio culturale. La giornata di studio è stata concepita in occasione del 130esimo anniversario della nomina della Civica Commissione Archeologica di Capodistria, istituita dal Municipio, sulla scia del rinnovato interesse per le pratiche di tutela, registrato in tutto l Impero austro-ungarico, con lo scopo precipuo di studiare, raccogliere e valorizzare i beni storico-artistici presenti entro il centro urbano. Essa era organizzata sull esempio delle società storiche coeve e la sua istituzione rappresenta una sorta d inizio della tutela organizzata e istituzionalizzata dei beni culturali in quella località ma anche nella penisola. Dagli anni Sessanta dell Ottocento quel tipo di interventi era una prerogativa della Dieta provinciale dell Istria e della sua Giunta, che sarebbe proseguita anche in seguito ma con minore impegno. In primo luogo perché a Parenzo, nel 1884, sorse la Società istriana di archeologia e storia patria la quale diede un contributo determinante nello studio del passato della penisola, avviando scavi archeologici nonché impegnandosi a favore della tutela del retaggio più diverso dei tempi andati. Il convegno era strutturato in due sessioni; quella mattutina, Gli inizi della conservazione del patrimonio culturale, coordinata da Ivan Marković, bibliotecario specialista e direttore della Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria, ha proposto non pochi elementi relativi al contesto storico, ai primi passi ed ai successivi sviluppi delle iniziative di studio e della valorizzazione dell eredità culturale. Brigitta Mader (Vienna) ha esordito con La tutela del patrimonio culturale nell Impero asburgico con riferimento all Istria: da Francesco I a Francesco Ferdinando. Ha sintetizzato le iniziative promosse nel corso di un secolo circa (1816-1918) dall amministrazione asburgica nel Litorale austriaco in tema di tutela dei beni culturali. La relatrice ha proposto il quadro delle iniziative e degli interventi a favore dei monumenti storici, artistici ed archeologici da parte dell i.r. Commissione centrale per la ricerca e la tutela dei beni culturali (k.k. Zentralkommission für Denkmalplege).

436 Histria, 2, 2012. Grupa autora Savin Jogan (Università del Litorale, Facoltà di studi umanistici, Capodistria) con Lo stato e la tutela del patrimonio culturale nell Impero asburgico ed il loro influsso sulla situazione nelle varie provincie: il caso della Slovenia centrale ha ricordato le soluzioni giuridiche adottate a livello statale nel primo periodo considerato, cioè fino al 1850, e la successiva fondazione dell i.r. Commissione centrale per lo studio e la tutela dei monumenti, avvenuta nel dicembre del 1850 nonché alcuni raggiri e dilemmi nell organizzazione e nell attività pratica del modello austriaco per la tutela del patrimonio culturale: il mancato rispetto del principio territoriale, l affermazione degli interessi imperiali sul patrimonio culturale dei singoli popoli e delle singole comunità che si manifestò nell organizzazione concreta e nelle misure di tutela, fino alle trattative di pace e nel lungo e ancora non ultimato processo di attuazione del trattato di pace. Kristjan Knez (Società di studi storici e geografici, Pirano) si è soffermato su Lo studio del passato, le fonti e la valorizzazione del patrimonio culturale regionale: il ruolo della rivista La Provincia dell Istria (1867-1894). Il quindicinale fondato da Antonio Madonizza con l intento di affrontare le questioni civili ed economiche di Capodistria e dell intera provincia mostrò particolare sensibilità per il retaggio del passato, per gli archivi e per i resti archeologici dedicando di conseguenza ampio spazio alla cultura e al patrimonio storico-culturale. Il foglio ebbe parecchi collaboratori (Pietro Kandler, Tomaso Luciani, Carlo De Franceschi, Angelo Marsich, Andrea Tommasich, Paolo Tedeschi ed altri). Esso propose soluzioni per la salvaguardia del patrimonio culturale anche attraverso il coinvolgimento della Giunta e della Dieta provinciale dell Istria, le cui proposte abbozzate, avanzate e divulgate furono in larga parte accolte e messe in atto dalla Società istriana di archeologia e storia patria. Deborah Rogoznica (Società umanistica Histria) ha incentrato il suo intervento su La Civica Commissione Archeologica di Capodistria ed il suo ruolo nello sviluppo delle istituzioni conservative. Sulla base delle carte conservate all Archivio regionale di Capodistria, è stata ricostruita l origine e l attività di quella realtà, formatasi in una città in cui l attenzione per la storia municipale e per l archeologia annoveravano radici profonde. La mutata consapevolezza civica nei confronti del patrimonio culturale in loco si manifestò anche in quella località; il fine era di organizzare delle vere e proprie strutture conservative, intese come strumenti contro la perdita e

221-486 Ocjene, prikazi, izvje ća 437 il deperimento dei materiali della storia. Si trattava di un iniziativa ambiziosa: l obiettivo era la raccolta e la presentazione al pubblico del patrimonio cittadino. La Civica Commissione Archeologica fu istituzionalizzata tra il 1880 e il 1881; tra le prime iniziative si ricorda il riordino dell antico archivio comunale e dei fondi librari cittadini, la formazione di un unico lapidario cittadino e l istituzione di un gabinetto numismatico in cui far confluire tutti gli oggetti antichi e le opere d arte di proprietà del Comune. Salvator Žitko (Società storica del Litorale, Capodistria) ha proseguito ad affrontare l argomento surricordato con La Civica Commissione Archeologica e il suo contributo alla conoscenza della storia locale di Capodistria. Lo storico, archeologo ed erudito Pietro Kandler alcuni decenni prima aveva coinvolto nei suoi studi e nelle sue raccolte di fonti numerosi studiosi e/o amanti delle antichità locali, tra i quali rammentiamo Andrea Tommasich e Angelo Marsich. Successivamente, particolare impegno profusero Giuseppe Vatova e Domenico Venturini. Gli sforzi scientifici e culturali degli intellettuali italiani, oltre a rappresentare un atto di patriottismo, s inserivano nelle aspirazioni politiche e nazionali atte a dimostrare l italianità dell Istria. Questi ed altri personaggi coinvolti negli studi operavano sia nell ambito della Civica Commissione Archeologica sia della Società di abbellimento che si occupava soprattutto della forma esteriore dei singoli monumenti e delle antichità della città. Grazia Bravar (Società istriana di archeologia e storia patria, Trieste) ha parlato di uno dei più importanti sodalizi nati in Istria nell ultimo quindicennio del XIX secolo e tuttora attivo nel capoluogo giuliano. Con Progetti e attività per la salvaguardia del patrimonio culturale istriano agli inizi della costituzione della Società istriana di archeologia e storia patria la relatrice ha evidenziato che fin dalla sua origine essa si è impegnata nell investigazione di tutto ciò che apparteneva al campo storico della provincia e alla pubblicazione delle notizie relative nella sua rivista sociale, gli Atti e Memorie. La Società, malgrado non disponesse di mezzi finanziari propri, grazie alla benemerita opera di volontariato da parte dei suoi soci e dirigenti, che uscivano dalla fascia più preparata e sensibile della società civile di allora, si era fatta promotrice di importanti iniziative. È sufficiente ricordare le indagini sui castellieri, specie quelli del Parentino, le ricerche e i restauri attorno alla basilica Eufrasiana, la costituzione di piccoli lapidari nei centri minori della penisola nonché il maggiore intervento, quello

438 Histria, 2, 2012. Grupa autora a Nesazio, i cui scavi portarono alla luce e valorizzarono il sito dell antica capitale degli Histri prima e successivamente importante centro romano e cristiano. La discussione relativa al primo blocco delle relazioni è stata moderata da Robert Matijašić, professore ordinario di Storia antica all Università Juraj Dobrila di Pola (Dipartimento di scienze umanistiche-sezione di Storia) e rettore dello stesso Ateneo. La sessione pomeridiana, L evoluzione della teoria e della pratica conservativa: casi di studio, è stata coordinata da Gaetano Benčić, storico medievista e docente di storia e geografia presso la Scuola Media Superiore Italiana Leonardo da Vinci di Buie. Kristina Mihovilić (Museo archeologico dell Istria, Pola), ha ripreso i lavori con la Tutela e presentazione dei monumenti preistorici in Istria. Tra le strutture più caratteristiche del periodo preistorico presenti nella penisola figurano i castellieri, i villaggi fortificati dell età del bronzo e del ferro. L interesse per queste forme abitative si registrò in concomitanza con lo sviluppo delle scienze naturali nella seconda metà del XIX secolo. Le ricerche all interno dei siti preromani furono intraprese dapprima da un gruppo di appassionati, mentre lo studio analitico ebbe inizio tra Otto e Novecento. Nonostante l interesse manifestato, ci volle un secolo e mezzo circa per passare dalle iniziali annotazioni, limitate a descrizioni e schizzi delle imponenti rovine in pietra, a lavori di maggiore portata come gli scavi e la presentazione con parziali ricostruzioni di un abitato. Ivan Matejčić (Università di Fiume, l Accademia di Arti applicate) ha proposto una ricostruzione Dei passati interventi nell Eufrasiana. Dal 1997 la struttura parentina è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell UNESCO; il comitato internazionale ha valutato sia l autenticità sia la conservazione della struttura originaria dei monumenti. Va ricordato che questo notevole complesso fu oggetto d importanti interventi di restauro, soprattutto nel XIX secolo e ad occuparsene fu il servizio pubblico austriaco di protezione. I lavori, seppure programmati ed eseguiti secondo principi oggi non accettabili, furono razionali e di portata limitata, perciò non intaccarono la matrice documentaria del monumento. Diverso è il discorso della costruzione, avvenuta nel 1900, del portale storicizzato situato all entrata, modificato radicalmente, come si evince dalla documentazione fotografica.

221-486 Ocjene, prikazi, izvje ća 439 Marino Baldini (Commissione della Diocesi di Parenzo e Pola per l edilizia e l arte sacra) ha ragionato su L antichità nel medioevo istriano. Esempi urbani, artistici e del territorio. Nell età di mezzo l Istria visse importanti trasformazioni sociali che dettero vita ad uno specifico modello di approccio all ambiente urbano e naturale. L unico vero modello seguito in quel periodo nella ragione era rappresentato dall antichità romana e dalla prima età bizantina. Di conseguenza si cercò di conservare o di far rivivere gli elementi ereditati risalenti a quelle stagioni: dall acquisizione del sistema legislativo al sistema di controllo del territorio alle opere artistiche ivi presenti. Esempi di questo tipo si trovano nella scultura e nella pittura nonché in diverse forme di architettura, come la cattedrale medievale di Capodistria o la posteriore chiesa della SS Trinità di Cristoglie. Sunčica Mustač (Soprintendenza per i beni culturali di Pola del Ministero della cultura), impossibilitata ad intervenire per sopraggiunti impegni è stata sostituita dalla collega Martina Barada che ha proposto i Problemi di presentazione dei siti archeologici all aperto sull esempio dell Istria meridionale. Come è stato ricordato, la parte più complessa di ogni intervento di restauro conservativo è, indubbiamente, quella del modo di presentare il bene culturale studiato. La presentazione ultima è poi il risultato d innumerevoli fattori: gli attuali orientamenti presenti nella prassi conservativa, le caratteristiche dei resti delle costruzioni, il loro stato e la loro conservazione, la stratificazione dell architettura, le loro funzioni e il luogo di ritrovamento. Le condizioni poi mutano se i ritrovamenti avvengono in uno spazio con copertura o all aperto, oppure entro o fuori da un centro abitato. La relatrice si è quindi soffermata su alcuni esempi concreti dei dintorni di Pola e Rovigno concernenti i resti di alcune costruzioni restaurate nell ultimo decennio. Marijan Bradanović (Università di Fiume, Facoltà di Filosofia, Dipartimento di Storia dell Arte) ha posto l accento sulle Analisi dettagliate per la conservazione degli abitati istriani un tempo e oggi. È stata presentata una panoramica sui modi di analisi degli abitati, cioè dei centri storici, per scopi di conservazione nella seconda metà del XX e all inizio del XXI secolo in alcune parti dell Istria. Già nel 1947 vi fu un precoce e inedito intervento di Branko Fučić riguardante una tipica analisi di conservazione del patrimonio culturale di Bogliuno. Più tardi la pionieristica opera di Milan Prelog, grazie ai propri approcci teorici e il lavoro sul campo, con la collaborazione

440 Histria, 2, 2012. Grupa autora diretta con la Soprintendenza per i beni culturali, dette un contributo fondamentale allo sviluppo della metodologia di ricerca, della documentazione e della tutela dei centri storici urbani. Negli anni Sessanta e Settanta del XX secolo vanno ricordati invece gli interventi eseguiti dalla Soprintendenza di Fiume a Portole, a Grisignana, a Piemonte, ecc. L autore ha concluso il contributo con una presentazione degli interventi di conservazione eseguiti nel centro storico di Fianona nel 2003, una delle prime iniziative della Soprintendenza per i beni culturali di Pola costituita nel 2000. La discussione finale è stata moderata da Daniela Tomšič, architetto e consigliere per la conservazione presso la Soprintendenza per i beni culturali della Slovenia. Tra i vari interventi si è parlato della necessità di tutelare i centri storici delle località costiere e al tempo stesso dei problemi riscontrati in passato allorché si procedeva con i lavori di ristrutturazione e/o di recupero dei singoli edifici. Mario Steffè, presidente dell ospitante Comunità degli Italiani, ha spostato l attenzione sulla necessità di tutelare la parte antica del camposanto di San Canziano di Capodistria (nel 2011 ricorreva, tra l altro, il bicentenario della sua fondazione) sull esempio di quanto era successo a Isola, in cui un decreto comunale del 2010 dichiarava quel cimitero monumento di interesse locale. Nel tardo pomeriggio i relatori e gli altri partecipanti al convegno hanno visitato i resti della villa romana rinvenuta all interno del Convento dei Serviti, nel centro storico capodistriano. Grazie alla guida esperta e competente di Katharina Zanier, archeologa all Istituto per il patrimonio del Mediterraneo del Centro di ricerche scientifiche dell Università del Litorale di Capodistria nonché di Neža Čebron Lipovec, storica dell arte presso l Istituto medesimo e assistente in Patrimonio architettonico presso la Facoltà di studi umanistici di Capodistria, ai presenti è stata illustrata la recente scoperta portata alla luce ed è stato possibile visitare anche la struttura, già ospedale e poi reparto di maternità fino alla seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso, ora fatiscente e in pieno degrado ma per la quale è previsto un intervento di recupero che destinerà quegli spazi alle attività della locale Università. Kristjan Knez