Il Cielo sulla Terra e la Terra sul Cielo



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Transcript:

Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici Circolare n 25 Dicembre 2015 Il Cielo sulla Terra e la Terra sul Cielo (Alcune riflessioni sul libro La Terra sul Cielo di E. Giordano) Sabato 12 dicembre 2015 alle ore 16, presso l Università Popolare Sestrese (in piazzetta dell Università Popolare, a Genova Sestri Ponente, sede dei nostri Seminari annuali), si è tenuta la presentazione del libro La Terra sul Cielo di Enrico Giordano, attuale direttore dell Osservatorio Astronomico di Genova. Sono estremamente onorato che l autore abbia pensato a due suoi predecessori nella conduzione dell Osservatorio Astronomico di Genova (cioè lo scrivente e Pietro Planezio), per presentare il suo libro. Al di là della mia stima per Enrico come persona oltre che per il suo operato, questa occasione mi dà modo di esprimere alcune considerazioni in merito alle informazioni da lui trattate. Mi concentrerò soprattutto sulla sua Introduzione che racchiude il succo ma anche il senso di questa pubblicazione e su alcune sue affermazioni riportate nei primi capitoli. Egli afferma delle verità sacrosante (mi si permetta il termine religioso) quando, riferito all uomo moderno, afferma quanto segue: Oggi noi guardiamo poco il cielo, e magari lo facciamo solo per vedere se prendere o meno l ombrello prima di uscire di casa. L inquinamento luminoso delle nostre città ci impedisce di osservare gli astri: è come un velo pietoso steso sulla nostra piccolezza. Certe volte, guardando o pensando alle miriadi di stelle e galassie esistenti, mi chiedo come si faccia a non essere consci di questa piccolezza, e con essa della piccolezza delle nostre faccende: penso che le uniche cose grandi che abbiamo noi uomini siano i nostri sentimenti e la nostra cultura. (pp. 11, 12) Quello espresso da Enrico è un pensiero che condivido appieno. Posso comunque rassicurare l autore che in questa visione così triste e penosa del mondo e della società in cui viviamo, c è anche un anelito di speranza. Pensieri così profondi sulla nostra esistenza e sull Universo in cui viviamo, così come della piccolezza e della meschinità umana di fronte alle grandiose forze che agiscono nell Universo, stupirono e fecero riflettere anche grandi pensatori del passato.

Come sosteneva Lucio Anneo Seneca (4 a.c. - 65 d.c.) lo scopo della conoscenza dei fenomeni naturali doveva essere primariamente volto a liberare l uomo dalle falsità e farlo ascendere ad una dimensione più nobile e divina. Egli disse: L anima raggiunge la perfezione e la pienezza del bene che è proprio della condizione umana allorquando, avendo calpestato ogni forma di male, si volge verso l alto e penetra profondamente nel seno della natura. Allora, quando si aggira libera là in mezzo agli astri, gioisce nel deridere i pavimenti dei ricchi e tutta quanta la terra con il suo oro per l avidità dei posteri (Naturales quaestiones, I, prefazione, 7). In questa condizione trascendentale, volgendo lo sguardo sulla minuscola Terra, l uomo potrà rendersi conto di quanto siano inutili tutti gli affanni ed ogni avidità tipica della vita materiale, considerazione che egli evidenzia con l eccelsa frase: Hoc est illud punctum quod inter tot gentes ferro et igne dividitur? O quam ridicoli sunt mortalium termini! ( È quel puntino [la Terra] che viene diviso col ferro e col fuoco fra tanti popoli? Oh quanto sono ridicoli i confini posti dagli uomini!, Naturales quaestiones, I, prefazione, 8, 9). Quasi un millennio prima di Seneca, questo punto di vista fu condiviso dal re Davide, il quale sul Dio e Creatore dell Universo, nel libro biblico dei Salmi, affermò: Quando vedo i tuoi cieli, le opere delle tue dita, la Luna e le stelle che tu hai preparato, che cos è l uomo mortale che tu ti ricordi di lui, e il figlio dell uomo terreno che tu ne abbia cura? (8:3, 4) All oscuro di tali sentimenti oggi molti si chiedono: Ma a cosa serve l astronomia? Molti considerano l astronomia come una scienza lontana e distaccata dalle vicende umane, che non serve alla sua sussistenza materiale, ma solo a soddisfare la sua insaziabile curiosità. Infatti molti si chiedono che senso abbia utilizzare grandi risorse economiche allo scopo di mandare sonde nello spazio per soddisfare una curiosità che non si ripercuoterà mai sulla nostra vita materiale. Eppure l astronomia è forse la scienza più antica, quella che nel corso della storia ha influito sia sulla sfera materiale dell uomo che su quella spirituale. Della sfera materiale fanno parte la cognizione del tempo e del ciclo delle stagioni, che permetteva alle antiche comunità, ad esempio durante le battute di caccia, di poter calcolare quante ore di luce rimanevano al giorno per non essere sorpresi dalle tenebre lontano dai villaggi, o per poter calcolare il periodo più appropriato per la semina o il raccolto di prodotti agricoli, essenziali, insieme alla caccia e alla pesca, per la loro sopravvivenza. Della sfera spirituale fanno parte, ad esempio, tutte le credenze del cielo come sede di vita, secondo quella che è definita la costellazione-generatrice. La paura della morte era combattuta con la speranza di una risurrezione, Il ritorno alla vita, nel senso etimologico del termine latino sùrgere, ha attinenza non solo col ravvivamento fisico materiale, ma soprattutto con il levarsi da Terra, caratteristica tipica degli astri che sorgono dall orizzonte per elevarsi ad una posizione più alta e più pura in cielo. In altre parole, un azione che gli permetteva di raggiungere la natura perfetta e divina che appartiene solo alle cose celesti. Come ricorda Enrico Giordano a pagina 12 del suo libro: Mi sembra plausibile che l uomo potesse allora intendere il cielo come qualcosa di incombente, popolato da entità (le costellazioni ed i pianeti) che sembravano osservare e tenere sotto controllo ciò che avveniva sulla Terra e che oltre ad essere durature (a differenza delle caduche esistenze terrestri), sembravano determinarne ogni evento.... Dal momento che come ricorda sempre Giordano l uomo non era in grado di influenzare la durata del giorno o lo spirare dei venti o il flusso delle acque, cominciò ad immaginare che le entità divine detentori di questi fenomeni potessero dialogare con l uomo 2

tramite le vie più disparate: folgori, eclissi, comete, voli di uccelli, comportamento degli animali, ecc.. Queste sue affermazioni sostengono ciò che gli studi di archeoastronomia compiuti in questo ultimo secolo hanno ampiamente confermato: l uomo dell antichità, orientando le strutture funerarie, religiose e pubbliche, secondo criteri astronomici (come accade per esempio per il templum etrusco-romano) sembrava volersi sottomettere ad un più alto ordine cosmico e divino. Così facendo l uomo ha conformato il suo vivere e le sue credenze al volere divino, portando il Cielo sulla Terra. Ma questo scambio non è stato univoco, cioè solo in una direzione. L uomo ha portato anche la Terra sul Cielo, come ricorda il titolo del libro. I protagonisti delle antiche mitologie afferma Giordano trovarono dimora sulla volta celeste. Restringendo il campo alla mitologia classica vi trova dimora Ercole, prototipo di tutti i superuomini; Andromeda, prototipo di tutte le fanciulle da sposare; Perseo, prototipo di tutti gli eroi e principi azzurri; Cassiopea, prototipo di tutte le regine cattive (e vanagloriose aggiungo io), che col suo ruotare intorno al Polo Nord celeste sembra attaccata ad una eterna ruota, prototipo di tutte le punizioni celesti.... (Op. cit. p. 12) Cos è quindi, in altre parole, la Terra sul Cielo? Usando sempre le sue citazioni è il luogo oltre i luoghi irraggiungibile dai vivi, dove i personaggi che lo popolano hanno poteri sovrannaturali, e che tuttavia sono tanto umani nel loro comportamento. Se analizziamo le figure della mitologia greca e romana (ma anche delle altre mitologie), gli dèi avevano poteri inimmaginabili per un essere umano, ma in essi si incarnavano anche tutte le nefandezze umane: erano lussuriosi, violenti, arroganti, irascibili, vendicativi. Ben lontani quindi dallo stereotipo che voleva il cielo come sede di una natura perfetta. Da quanto fin qui detto, quello di Enrico Giordano sembrerebbe l ennesimo libro che parla di mitologia e astronomia, ma non è assolutamente così. La mitologia delle costellazioni è solo un punto di partenza per nuove personali interpretazioni, per nuovi viaggi dello spirito e della mente. È solo un occasione per una nuova chiave di lettura, per mezzo della quale contestualizzare idee e riflessioni personali. Nel caso della mitologia delle costellazioni le competenze e le argomentazioni trattate sono di tipo oggettivo, cioè implicano la descrizione e l interpretazione delle fonti storiche antiche. Sono idee che possono anche non appartenerci, dal momento che provengono da antiche culture, in molti casi con concezioni di vita e di pensiero estranee alla nostra. Nel caso di questo trattato le competenze sono invece di tipo soggettivo, nascono cioè dalle esperienze di vita e dalle dinamiche mentali dell autore, e come tali possono essere condivisibili o meno dal lettore. Chi non abbia avuto lo stesso curriculum vitae, nel senso più antico del termine, potrebbe non comprendere fino in fondo il perché di certe prese di posizione o di certe elaborazioni di idee. Come egli stesso afferma: Ecco allora che l astronomia, e soprattutto la mitologia associata alle costellazioni, inaspettatamente diventa per me anche una chiave di lettura per rivisitare quelle idee e riflessioni di cui parlavo prima, per contestualizzare all interno di un quadro già scritto da altri ed avente quindi un valore più universale.... Il libro è un distillato di me, almeno di come sono adesso: sono presenti i miei valori e disvalori, il mondo che non voglio e quello che vorrei, il mio lavoro, la mia scienza, la mia città.... Inevitabilmente ciò che scrivo fa trasparire le mie ideologie, ma va sempre inteso come un mio personale parere riguardo all argomento trattato.... (pagg. 4, 5). Molte elaborazioni e accostamenti rivelano acume e vero spirito di osservazione del mondo odierno, così come nell antichità molte costellazioni erano il risultato di quello che gli uomini vedevano nel mondo intorno a loro e nella società. Il Centauro richiama così alla mente dell autore la divulgazione, il Corvo le bugie, Cassiopea l inferno, la Vergine il compromesso, e così via. Ma la correlazione non è solo con elementi astratti. Anche personaggi della storia più o meno recente 3

richiamano in qualche modo le storie mitologiche delle costellazioni: il Drago diventa così Galileo Galilei, Pegaso diventa Sandro Pertini, il Sagittario Dante Alighieri, e così via. Le motivazioni di queste scelte vengono spiegate di volta in volta dall autore, svelandone così i più intimi pensieri e ricordi. Concludo questa mia recensione riportando una delle considerazioni dell autore di questo volumetto che più mi hanno colpito, perché esprimono un sentimento condiviso. È riportata a pagina 14 sotto il paragrafo 1.3, dal titolo Cuore e cervello - il pensiero, dal quale estrapolo le idee più salienti: Molto spesso le parti anatomiche vengono evocate per rappresentare i vari modi di pensare: per raffigurare il pensiero di una persona sentimentale si evoca il cuore, per raffigurare il pensiero di una persona emotiva si evoca la pancia, per raffigurare il pensiero il pensiero di una persona scriteriata si evocano gli organi genitali. Sull altro fronte, il pensiero razionale e pragmatico è quello proprio del cervello.... sembra quasi che il pensiero razionale e pragmatico debba essere per forza arido, cinico, asettico e privo di fantasia. Non mi riconosco in questa lottizzazione del pensiero. Per me esiste un solo modo di pensare, in cui logica e sentimento non sono in conflitto, ma in armonia: il cuore e il cervello parlano insieme e si incontrano per arrivare ad un risultato equilibrato. L astronomia è uno dei campi in cui per me si esprime questa fusione di inclinazioni, in cui si realizza l indissociabilità del cuore dal cervello. Quando guardo la prima falce di Luna, con la sua forma perfetta e la sua luce limpida, ed il resto del disco che si intravvede cinereo e opaco, allora non posso fare a meno di pensare allo schieramento geometrico dei tre astri (Luna, Terra e Sole) che causa di questi giochi di luce; e tuttavia la scientificità di questo pensiero non toglie nulla al mio stupore e alla mia gioia nel contemplare questo spettacolo. Quando mi sono avvicinato per la prima volta all archeoastronomia, intorno al 1990, la mia più profonda curiosità è stata quella di voler sondare e comprendere il pensiero e le percezioni dell uomo dell antichità sul mondo che lo circondava, il suo rapporto con i fenomeni naturali e con il cosmo, la sua religiosità. Non possiamo neanche lontanamente immaginare cosa potesse pensare colui che anticamente osservava il sorgere e il silenzioso declino del Sole senza il rombante rumore dei motori a scoppio, o quali sentimenti attraversassero il suo animo (speranza? paura? estasi?) quando guardava le splendide gemme incastonate nella nera eppure tersa volta celeste priva di quell inquinamento luminoso ormai tipico della nostra civiltà cosiddetta moderna. Osservando e studiando questa arcaica forma di scienza, forse guardiamo con un po di rimpianto a ciò che noi stiamo lentamente ma progressivamente perdendo, anche se rimane comunque parte della natura umana. L archeoastronomia non parla semplicemente di cose ormai estinte, bensì di cose ancora vive nelle più remote profondità del nostro animo. Riscoprire quelle antiche opere di architettura astronomica, i miti e i pensieri dei loro costruttori, significa riscoprire una parte di noi stessi. Quando nella notte alziamo i nostri occhi al cielo e rimaniamo estasiati e stupiti al tempo stesso dallo splendore e dalla vastità dell universo, pur se ormai consapevoli di molte delle leggi che governano gli astri, in fondo, oggi come allora, le nostre più recondite domande rimangono le stesse che si ponevano gli uomini di allora. Giuseppe Veneziano 4

Il volume è disponibile al prezzo di copertina di Euro 10,00, contattando l autore al seguente indirizzo e-mail: enrico-giordano-ge@libero.it. Appuntamenti L Osservatorio Astronomico di Genova è lieto di annunciare che, presso la sede dell Università Popolare Sestrese, sita in Piazzetta dell Università Popolare 4, a Genova Sestri Ponente, si terrà, nei giorni di sabato 19 e domenica 20 marzo 2016, il: XVIII Seminario di Archeoastronomia dell Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici Ingresso libero. Coloro che desiderassero proporre una relazione sono pregati di contattare Giuseppe Veneziano (tel. 339-4679590). 5